AMERICA/PARAGUAY – Appello dei Vescovi per far fronte all’emergenza sanitaria legata all’epidemia di dengue e di febbre gialla

Asuncion (Agenzia Fides) – I Vescovi del Paraguay hanno lanciato un appello per far fronte all’emergenza sanitaria che il Paese sta vivendo a causa dell’epidemia di dengue e di febbre gialla. Già nel marzo dello scorso anno i Vescovi avevano sollecitato le autorità “a non minimizzare l’epidemia di dengue”, chiedendo a tutti i cittadini “di assumere la loro parte di responsabilità per combattere il male”. In questo momento all’epidemia di dengue si somma la febbre gialla e la possibilità di ceppi di dengue emorragica, con prospettive pericolose e devastanti se non si adotta in maniera urgente ed efficace un Piano adeguato e trasparente di contenimento di queste malattie”.
I Vescovi denunciano che il diffondersi di epidemie e della febbre gialla è dovuto allo stato di abbandono in cui si trova la Salute Pubblica nel Paese, cosa che ha messo in evidenza “l’imprevidenza, lo sconcerto e l’improvvisazione delle istituzioni responsabili, cosi come un’inadeguata informazione alla cittadinanza, provocando situazioni tremende”. I Vescovi ricordano che “la Salute Pubblica è essenzialmente responsabilità dello Stato”, che ha l’obbligo “di agire in maniera opportuna ed efficace”. Invece “arrivare tardi ed in maniera inadeguata è una grave irresponsabilità”.
Anche altre istituzioni e altre persone hanno però la loro parte di responsabilità per la prevenzione di queste malattie, fanno notare i Vescovi: “in larga misura dipende dalla nostra collaborazione”. In effetti, queste ed altre malattie potrebbero essere sotto controllo con l’attiva partecipazione della popolazione a sradicare le cause che le provocano. “Perciò – si legge ancora nel comunicato – è necessario un cambiamento culturale che implichi un impegno da parte di tutti i cittadini a lavorare per il bene comune, svolgendo concretamente i compiti che sono alla propria portata. Con il nostro atteggiamento possiamo prevenire le malattie e salvare vite umane. Questa è un’esigenza della carità cristiana. Non farlo, è un grave peccato di omissione”. Il comunicato termina con un appello ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, agli operatori pastorali e ai fedeli laici, affinché “collaborino con tutti i mezzi e le risorse alla loro portata per combattere il male”, in special modo attraverso l’educazione preventiva.

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