RIFLESSIONE – “No, amico, non bestemmiare, non va bene”. Leggendo nei giorni scorsi di una espressione blasfema uscita durante un dibattito in Consiglio comunale a Modena, mi sono venute in mente queste parole ascoltate durante l’omelia domenicale alcune settimane fa in una località dell’Elba e rivolte in particolare ai “toscani, gente purtroppo avvezza – diceva il sacerdote – all’uso della bestemmia come intercalare”. Il celebrante, che aveva incentrato l’omelia sul valore della testimonianza, attribuiva la frase ad un musulmano che si rivolgeva ad un (sedicente, vien da dire) cristiano. Ora, senza scomodare l’atteggiamento dell’Islam nei confronti di Allah, che nemmeno lontanamente si pensa di nominare in discussioni da bar, non si può fare a meno di notare come l’episodio modenese dei giorni scorsi, abbia fatto veramente toccare il punto più basso di una rappresentanza politica che, di questi tempi, tra l’altro,non gode nemmeno del massimo di fiducia da parte della gente. Non è questione di poco conto: chi usa la bestemmia come intercalare è persona rozza, maleducata, ignorante e insensibile. Punto e basta. Non ci sono attenuanti e quando si cerca di metterle in campo si rischia di peggiorare la situazione, in questo caso resa ancor più grave dal fatto che l’espressione blasfema è stata pronunciata in una sede pubblica e istituzionale che vede rappresentati tutti i cittadini modenesi: davvero non ci sono parole.
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La bestemmiaè il linguaggio dei demoni è il verso dei traditori. E’ il distintivo dei maleducati è l’ arma degli stupidi.
La bestemmia è il disonore e la rovina dell’ uomo è la vergogna del cristiano.
La bestemmia è la maledizione sul bestemmiatore è vomito di bocca infernale.