CITTA’ DEL VATICANO – La musica è un modo particolarmente grande di annunciare Cristo, perché ne rende percepibile il mistero: così Benedetto XVI, al termine del concerto svoltosi questa sera in Aula Paolo VI, per l’80° anniversario di fondazione dello Stato della Città del Vaticano. In programma, una selezione del “Messiah” di Händel, eseguita dall’Orchestra della Radio Televisione Irlandese e del Coro della Cattedrale di Dublino. Una guida rossa a coprire i gradini dell’Aula Paolo VI, rossa come le maniche a sbuffo degli abiti delle coriste, e tanti fiori bianchi a delimitare, idealmente, la buca dell’orchestra, bianchi come le camicie dei musicisti. Ma le note impetuose e gloriose del “Messiah” di Händel hanno superato queste barriere virtuali e sono volate lontano, raggiungendo tutti gli ascoltatori, attenti e silenziosi, riuniti nella Sala Nervi. A loro il Papa ha ricordato che “la ricchezza del contrappunto musicale e l’armonia del canto” aiutano l’uomo a contemplare “l’intenso ed arcano mistero della fede cristiana”. Ed appare evidente come le note, suonate e cantate, quando sono intrecciate con la fede, “possano rivestire un alto valore pedagogico in ambito religioso”. “La musica come arte può essere un modo particolarmente grande di annunciare Cristo, perché riesce a renderne percepibile il mistero con un’eloquenza tutta sua”.
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