MINORI – Fu Benedetto XVI in visita il 18 marzo 2007 all’istituto penale per minorenni di Roma – è il principale istituto per minorenni della capitale: il carcere di Casal del Marmo – a dire ai ragazzi: «Gli errori che commettiamo, anche se grandi, non intaccano la fedeltà del suo amore». A significare l’atteggiamento inequivocabile col quale la Chiesa ha sempre guardato a coloro che, per i motivi più svariati, sono detenuti, e soprattutto ai bambini e agli adolescenti incarcerati. Occorre insomma non dimenticare mai che da ogni sbaglio, pur grave, è possibile ripartire. Certo, vivere bene, amare, è difficile. E si può sbagliare. Ma, come ha detto il Papa, «Dio è il Padre misericordioso che in Gesù ci ama oltre ogni misura». E, quindi, gli errori che commettiamo, anche se grandi, non intaccano la fedeltà del suo amore. «Nel sacramento della confessione – ha detto ancora Benedetto XVI – possiamo sempre di nuovo ripartire con la vita: Egli ci accoglie, ci restituisce la dignità di figli suoi. Riscopriamo quindi questo sacramento del perdono che fa sgorgare la gioia in un cuore rinato alla vita vera». La Chiesa è consapevole che dei minori in carcere se ne parla pochissimo. E per questo sovente non esita a ricordare come il problema esista, sia grave, e vada affrontato. Perché non dare speranza a un minore incarcerato significa compromettere tutta la sua futura esistenza, significa condannarlo a una vita inevitabilmente marchiata dalla violenza e dall’odio. Invece occorre ricordare l’importanza di educare chi si trova in carcere, soprattutto se minorenne. E in questo modo concedere lui un futuro. Ed è anche per ricordare questa basilare regola di vita che l’agenzia Fides intende dedicare un intero dossier alla situazione dei minori nelle carceri perché, come abbiamo ricordato nel titolo, “Nessuno nasce delinquente”.
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