LONDRA – Per mons. Andrew Faley il motto della visita papale in Inghilterra, “Il cuore parla al cuore”, indica la disponibilità di Benedetto XVI verso chi ha delle riserve nei confronti della religione. Il viaggio avrà un forte impatto ecumenico per l’incontro a Lambeth palace con l’arcivescovo Williams e i vespri celebrati a Westminster abbey. Grazie ai media e a internet, le parole di Benedetto XVI, a differenza di quelle di Giovanni Paolo II nel 1982, saranno disponibili a tutti. Con la beatificazione del card. John Henry Newman la Chiesa cattolica riconosce l’importanza di quella anglicana che allevò Newman e lo accolse per anni. Mons. Andrew Faley, assistente generale e segretario della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, spiega a SIR Europa l’importanza ecumenica della visita di Benedetto XVI. Il motto della visita è “Il cuore parla al cuore”. Che interpretazione ne dà? “Questa frase risuonerà a molte persone in modi diversi. Significa che esiste una sintonia tra le diverse tradizioni cristiane e anche tra fedi diverse e che il Santo Padre cercherà di raggiungerle tutte con le sue parole. Ma penso anche che Benedetto XVI voglia dire, con questa frase, che è molto aperto nel suo cuore a parlare a chi è ateo e si oppone alla religione. Il Papa è un ottimo ascoltatore e spero che sperimentarlo in questo modo sarà uno dei frutti che questa visita porterà”. Il Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani ha detto che la visita riveste grande importanza ecumenica. Può spiegare il perché? “Vi saranno due momenti chiave.
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