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IL PAPA ALLA CARITAS INTERNATIONALIS: SIETE UN ORGANISMO ECCLESIALE, NON FILANTROPICO

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Benedetto XVI ha ricevuto oggi in udienza i partecipanti all’Assemblea generale della Caritas Internationalis, a cui ha voluto ricordare che “Caritas Internationalis è diversa da altre agenzie sociali perché è un organismo ecclesiale, che condivide la missione della Chiesa. Questo è ciò che i Pontefici hanno sempre voluto e questo è ciò che la vostra Assemblea Generale è chiamata a riaffermare con forza”. Il Papa ha sottolineato che di conseguenza l’organizzazione, composta dalle 165 Caritas nazionali, ha un compito particolare. “Essere nel cuore della Chiesa; essere in grado, in certo qual modo, di parlare e agire in suo nome, in favore del bene comune, comporta particolari responsabilità in termini di vita cristiana, sia personale che comunitaria. Solo sulle basi di un quotidiano impegno ad accogliere e vivere pienamente l’amore di Dio, si può promuovere la dignità di ogni singolo essere umano”.

Negli anni passati ci sono state polemiche legate alla cooperazione della Caritas con agenzie internazionali che non condividono la politica della Chiesa sulla vita umana, e in particolare l’aborto. Benedetto XVI oggi ha ricordato che “ciascun cattolico, anzi, in verità, ogni uomo, è chiamato ad agire con coscienza purificata e con cuore generoso per promuovere in maniera decisa quei valori che spesso ho definito come ‘non negoziabili’”.

Benedetto XVI ha sottolineato con chiarezza la differenza fra filantropia e azione caritativa cristiana. “Per noi cristiani, Dio stesso è la fonte della carità, e la carità è intesa non solo come una generica filantropia, ma come dono di sé, anche fino al sacrificio della propria vita in favore degli altri, ad imitazione dell’esempio di Gesù Cristo”. L’insegnamento della Chiesa deve essere il punto di riferimento dell’azione della Caritas: “L’esperienza che avete raccolto in questi anni vi ha insegnato a farvi portavoce, nella comunità internazionale, di una sana visione antropologica, alimentata dalla dottrina cattolica e impegnata a difendere la dignità di ogni vita umana. Senza un fondamento trascendente, senza un riferimento a Dio Creatore, senza la considerazione del nostro destino eterno, rischiamo di cadere in preda ad ideologie dannose. Tutto ciò che dite e fate, la testimonianza della vostra vita e delle vostre attività, sono importanti e contribuiscono a promuovere il bene integrale della persona umana”.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=5080


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IL PAPA IN SPAGNA PER LA DIFESA DELLA VITA UMANA DAL CONCEPIMENTO ALLA MORTE NATURALE

MADRID – Ha già visitato Valencia nel 2006, in occasione dell’incontro mondiale delle famiglie. Fra tre giorni è atteso a Santiago de Compostela e a Barcellona. Ad agosto del prossimo anno – quando ritornerà per la Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid – “la Spagna si trasformerà nel paese più visitato dal Papa”, sottolineano con orgoglio fonti della Conferenza episcopale iberica.

Sono tre le chiavi principali per comprendere l’imminente viaggio di Benedetto XVI in Spagna: il pellegrinaggio compostelano, la consacrazione dell’opera d’arte di Antoni Gaudì (la Sagrada Familia) e la difesa della vita. La prima tappa – sabato – è il capoluogo della Galizia, cuore dell’Europa che “si costruì pellegrinando”, come scrisse Goethe. Impossibile non ricordare le parole di Giovanni Paolo II, quando – nel 1989 – alla “vecchia Europa”, da Santiago, lanciò un “grido pieno di amore: Ritrova te stessa. Sii te stessa. Scopri le tue origini. Ravviva le tue radici”. Visitare Santiago – assicurano alla Conferenza episcopale di Madrid è sempre stato un profondo desiderio di Benedetto XVI. Il suo arrivo coinciderà, fra l’altro, con l’Anno Santo compostelano. Almeno 200 mila persone si preparano a ricevere il Pontefice per le vie della città galiziana. Sabato sera Benedetto XVI raggiungerà Barcellona, dove consacrerà, domenica, la Sagrada Familia di Gaudì. Successivamente visiterà l’Opera benefico-sociale Niño Dios, istituzione dell’arcivescovado di Barcellona che dal 1892 si occupa di persone disabili, dall’infanzia all’età adulta. Se inizialmente l’istituto si dedicava soprattutto a bambini e ragazzi con sindrome di Down, oggi – sottolinea la Conferenza episcopale spagnola – queste persone sono diminuite notevolmente, “in buona parte perché vengono eliminate prima della nascita”: un chiaro riferimento alla legislazione sull’aborto, modificata quattro mesi fa. La visita del Papa sottolineerà “il grande lavoro che svolge la Chiesa e la sua difesa della dignità di ogni vita umana, dal concepimento alla morte naturale”. “Indipendentemente dalle capacità fisiche, psichiche o intellettuali” di ciascuno.

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5 ANNI FA, IL 16 GIUGNO, IL PRIMO CONGRESSO DEI PAPABOYS. OGGI, ANCORA QUI, AL SERVIZIO DELLA CHIESA

ROMA – Sono passati 5 anni proprio oggi, dal primo Congresso ufficiale dei Papaboys, e dopo 5 anni siamo ancora qui, al servizio dei giovani, al servizio della Chiesa, fedeli al Papa e con la voglia di raddoppiare ulteriormente l’impegno. Ricordiamo questi primi 5 anni di attività dell’Associazione Nazionale Papaboys senza festeggiare, o meglio, festeggiando ‘essendoci’, con un ringraziamento a Nostro Signore ed alla nostra Mamma Dolcissima che hanno permesso questa costante presenza. E poi un grazie particolare a tutti, coloro che per almeno un attimo hanno provato a mettersi in discussione. Non è facile vivere in una Associazione, senza finanziamenti pubblici, senza riconoscimenti ufficiali, senza poter contare ogni giorno, su quelle tranquillità che permettono di ‘sopravvivere’. Ma se questa Associazione di giovani, è un progetto di Dio e non di qualche uomo, allora siamo felici di essere davvero CONTROCORRENTE, al massimo, al 100%, senza alcun dubbio.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3283

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LA STORIA VERA DELLA PILLOLA ABORTIVA RU 486. QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE E CHE NON TUTTI DICONO

ROMA – L’essere umano viene concepito senza la sua volontà, e il suo sviluppo dipende per lo più dalla madre fin dalla nascita. In seguito la sua vita dipende dalla famiglia e dalla società in cui egli vive. Nel 1978, a partire dall’episodio della nube tossica di Seveso, venne istituita in Italia la legge 194, che contiene norme sull’interruzione volontaria della gravidanza, entro i primi novanta giorni, a discrezione della donna e, dopo tale periodo, sulla base di indicazioni di natura medica. Gli interventi possono essere praticati unicamente presso ospedali pubblici, istituti ed enti autorizzati. Durante gli anni ’80 fu introdotta in Francia la pillola RU 486 per consentire l’interruzione chimica della gravi danza. Questo prodotto consente, in molti casi, l’evacuazione di un embrione umano senza intervento chirurgico, riproponendo un tema che il referendum sulla legge 40, in merito alla procreazione medicalmente assistita, aveva già battuto in Italia col voto del 2005.

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UN MILIONE DI PERSONE IN PIAZZA A MADRID PER DIRE SI ALLA VITA, CONTRO TUTTE LE LEGGI ABORTISTE

MADRID – Un milione di persone sono scese in piazza questo sabato a Madrid per manifestare contro la nuova legge per l’aborto, che consente l’interruzione di gravidanza alle minorenne senza l’autorizzazione dei genitori, al vaglio del Parlamento a maggioranza socialista. Sotto l’enorme striscione “Cada vida importa” (Ogni vita è importante), slogan della manifestazione, hanno sfilato anche i principali leader del Partito Popolare: l’ex premier Josè Marìa Aznar, la segretaria del Partito María Dolores de Cospedal e la presidente della Comunità autonoma di Madrid, Esperanza Aguirre. Lo fanno a titolo personale, hanno precisato i loro portavoce sottolineando che l’appuntamento di oggi è stato convocato da oltre 40 associazioni cattoliche e pro-vita. Il corteo è partito alle cinque della Puerta del Sol e si è concluso nella storica Puerta de Alcalá. Il popolo antiabortista è giunto da tutta la Spagna (ma anche dall’estero) fino a Madrid, città proclamata dagli organizzatori “capitale mondiale della vita”, a bordo di aerei, treni e di oltre 700 autobus. Da Alicante, dall’ Andalusia o dalla Catalogna la Spagna provita ha occupato il centro di Madrid rispondendo anche agli appelli della Conferenza Episcopale e del Partido Popular, il principale movimento di opposizione al governo Zapatero. La mobilitazione è testa a protestare contro la legge che punta a “depenalizzare completamente l’aborto e riconoscerlo come un diritto”, affermano gli organizzatori. La legge attualmente in vigore infatti autorizza l’interruzione di gravidanza fino alla 14esima settimana solo in caso di circostanze precise, quando la donna è stata vittima di uno stupro, per esempio, o per malformazioni del feto. Il governo di Jose Luis Rodriguez Zapatero ha presentato una nuova legge che depenalizza l’aborto e prevede anche – e questo è il punto su cui insistono i critici – che le ragazze di 16 anni possanno interrompere la gravidanza senza l’approvazione dei genitori. Il partito popolare ha annunciato che intende presentare ricorso contro la legge, una volta approvata, alla Corte Costituzionale. Per diversi analisti il disegno di legge sull’aborto è un chiaro segnale verso i piccoli partiti della sinistra: Zapatero, ora senza maggioranza in parlamento, ha bisogno della loro manciata di voti alla Camera per fare passare la legge finanziaria 2010 nelle prossime settimane. Se sarà bocciata si farà serio il rischio di una caduta del governo socialista.

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CI RISIAMO: DAL GUERRAFONDAIO ALL’ABORTISTA…. CON OBAMA SPAZIO AI FINANAZIAMENTI PRO ABORTO

ROMA – E’ da poco terminata l’amministrazone del guerrafondaio a tutto spiano Bush ed ecco iniziare il periodo di ‘reggenza’ degli Stati Uniti d’merica da parte di Obama; cambiamento? Nuova buona volontà? Macche! Si riparte dai finanziamenti pro aborto! E la guerra purtroppo continuerà! Il presidente Usa Barack Obama ha di nuovo autorizzato il finanziamento a organizzazioni che praticano o promuovono l’aborto all’estero, sbloccando un veto posto dal suo predecessore George W. Bush. La decisione del neo-presidente, a soli 3 giorni dall’inizio del suo mandato, è stata presa poco dopo la conclusione di una marcia pro-life nella capitale, a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone. La sera prima della marcia, il card. Justin Rigali di Philadelphia aveva presieduto un incontro di preghiera per la difesa della vita. Secondo la parlamentare Virginia Fox, che ha preso la parola alla marcia, negli Stati Uniti sono stati uccisi “milioni di bambini non nati”.

Per leggere tutto il testo visita:   http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2140

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MANCA IL DIVIETO ESPLICITO ALL’ABORTO: IL VATICANO NON FIRMA LA CONVENZIONE DELL’ONU

CITTA’ DEL VATICANO – Il Vaticano non intende firmare la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, entrata in vigore l’8 maggio scorso. La Santa Sede aveva già annunciato il proprio rifiuto, ma è stato confermato alla vigilia della giornata internazionale delle persone con disabilità, promossa dalle Nazioni Unite sul tema “Dignità e giustizia per tutti noi”. La Convenzione Onu sui diritti dei disabili è il primo trattato sui diritti umani del Terzo Millennio ed è stato approvato dall’Assemblea generale dell’Onu nel 2006. Il Vaticano ha partecipato attivamente ai lavori per la stesura del testo, durati cinque anni ma, alla conclusione, si è rifiutata di firmarlo perchè il documento non ha inserito un divieto esplicito nei confronti dell’aborto. Si tratta quindi di un nuovo terreno di scontro tra il Vaticano e l’Onu. Dopo il caso sull’omosessualità, ora la controversia è, dunque, sulla Convenzione Onu sui diritti dei disabili. La questione era emersa a febbraio, quando la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, aveva denunciato il rifiuto del Vaticano di non firmare il documento come una scelta che rischiava di avere “pesanti riflessi” sul processo di ratifica in molti Paesi del mondo. Era stato Monsignor Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, a spiegare già due anni fa che, per il Vaticano, i punti dolenti della Convenzione sono gli articoli 23 e 25: nel primo si riconoscono i diritti dei disabili alla pianificazione familiare, alla “educazione riproduttiva” e ai “mezzi necessari per esercitare questi diritti”; nel secondo si garantisce l’accesso dei disabili a tutti i servizi sanitari, “inclusi quelli nell’area della salute sessuale e riproduttiva”. “La protezione dei diritti, della dignità e del valore delle persone con disabilità – aveva spiegato Migliore – rimane una delle preoccupazioni e dei capisaldi dell’azione della Santa Sede, e la Convenzione contiene molti articoli utili” al riguardo. Però, aveva aggiunto, la Santa Sede “si oppone all’inclusione nel testo dell’espressione ‘salute sessuale e riproduttiva’ perchè in alcuni Paesi i servizi sanitari e riproduttivi comprendono l’aborto, negando dunque il diritto alla vita di ogni essere umano, affermato peraltro dall’art. 10 della Convenzione stessa” e, quindi, “non è in grado di firmarla”. “E’ tragico – aveva detto il prelato – che in una situazione in cui una imperfezione del feto può essere una condizione per praticare un aborto, la stessa Convenzione creata per proteggere le persone con disabilità da tutte le discriminazioni riguardo all’esercizio dei loro diritti possa essere usata per negare il basilare diritto alla vita delle persone disabili non ancora nate”.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2009

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UN APPELLO CADUTO NEL SILENZIO. RIFLETTIAMO INSIEME. E PREGHIAMO DI PIU’

VITA – “Tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario; […] tutte queste cose, e altre simili, sono certamente vergognose e, mentre guastano la civiltà umana, inquinano coloro che così si comportano ancor più che non quelli che le subiscono; e ledono grandemente l’onore del Creatore” […] con le nuove prospettive aperte dal progresso scientifico e tecnologico nascono nuove forme di attentati alla dignità dell’essere umano, mentre si delinea e si consolida una nuova situazione culturale, si dà ai delitti contro la vita un aspetto inedito e – se possibile – ancora più iniquo suscitando ulteriori gravi preoccupazioni: larghi strati dell’opinione pubblica giustificano alcuni delitti contro la vita in nome dei diritti della libertà individuale e, su tale presupposto, ne pretendono non solo l’impunità, ma persino l’autorizzazione da parte dello Stato, al fine di praticarli in assoluta libertà ed anzi con l’intervento gratuito delle strutture sanitarie. […] attentati, concernenti la vita nascente e terminale, che presentano caratteri nuovi rispetto al passato e sollevano problemi di singolare gravità per il fatto che tendono a perdere, nella coscienza collettiva, il carattere di “delitto” e ad assumere paradossalmente quello del “diritto”, al punto che se ne pretende un vero e proprio riconoscimento legale da parte dello Stato e la successiva esecuzione mediante l’intervento gratuito degli stessi operatori sanitari. […] nessuna parola può cambiare la realtà delle cose: l’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza […] ragioni per quanto gravi e drammatiche, non possono mai giustificare la soppressione deliberata di un essere umano innocente […] […] L’aborto e l’eutanasia sono dunque crimini che nessuna legge umana può pretendere di legittimare. La presente Enciclica […], vuole essere dunque una riaffermazione precisa e ferma del valore della vita umana e della sua inviolabilità, ed insieme un appassionato appello rivolto a tutti e a ciascuno, in nome di Dio: rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana!

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1973

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DA FRATELLO EMBRIONE.IT: NONOSTANTE L’AZZARDO DI FERRARA, NOI RICOMINCIAMO A TESTA BASSA

FRATELLO EMBRIONE – Lo avevamo detto, lo avevo detto. Il risultato è stato quello predetto. Ora a testa bassa, con l’umiltà dei forti e dei puri di cuore, e a testa alta, con la fierezza e la speranza di chi combatte la buona battaglia, riprendiamo il discorso da dove lo avevamo sospeso, con i comitati locali, i gruppi di studio, le collaborazioni artistiche, e continuiamo a pregare. “ABORTO? NO, GRAZIE”: 0,37 % dei consensi su base nazionale. Che dire? Mi viene in mente la disfatta di Caporetto e mi metto a ridere. Non per goduria del fallimento di una lista, alla quale peraltro alla fine ho espresso il consenso elettorale con il mio voto personale, nonostante la mia dura critica all’idea di una lista di scopo, mi metto a ridere perché adesso viene il bello per tutti noi. La sfida adesso diventa ancora più grande, più ardua, e quindi mettersi a ridere nelle difficoltà è un buon inizio per superarle.

Mi intristisce invece la tristezza che mi giunge – Telepaticamente? No! Si chiama empatia. – dagli amici di Fratello Embrione che hanno vissuto negli ultimi tempi la grande avventura della lista di Ferrara, da candidati. Spero vivamente che non si arrendino e che riprendano con noi il percorso esattamente da dove lo avevamo sospeso.

Mi concedo un attimo di riflessione sulla grande cazzata che Giuliano ha combinato presentando la lista. E al termine della riflessione appare chiara, in tutta evidenza, la temerarietà di un ragazzo di cinquant’anni che si fa chiamare “elefantino rosso”. È ora dell’autocritica per Ferrara, perché l’avere escluso e il non aver considerato gli antiabortisti veri dall’exploit iniziale non sono fattori estranei ad un fallimento così palese. Se Giuliano ha intenzioni serie, smetta di giocare, lasci la direzione de Il Foglio, la direzione di 8 e mezzo e si butti seriamente in un’opera ventennale di rieducazione sociale sul tema di aborto. Vent’anni di lavori forzati? Può darsi! Ma Giuliano li merita. Chi lo ha deciso? Quale tribunale ha comminato la pena di vent’anni di lavori forzati a Giuliano Ferrara? La sua coscienza, spero, perché tra qualche giorno sarà tutto più chiaro, e capiremo tutti insieme la gravità di questa disfatta che peggiora lo scenario, che fiacca nello spirito i volontari, che espone all’ilarità delle comitive, alle battute sui luoghi di lavoro, alle maligne insinuazioni delle cattive coscienze.
Quindi propongo a Ferrara venti anni di lavori forzati, consistenti nella ragionata inculturazione del popolo italiano nell’ottica di una cultura antiabortista.

Non arrendiamoci, rimbocchiamo le maniche e riorganizziamo i comitati. Anche due o tre persone possono tenere alta la bandiera della vita, una bandiera che non ha colore di partito politico monotematico, e questo finalmente lo abbiamo – amaramente – capito.

Noi ci siamo ancora! In Alto i cuori.

Massimiliano Musso
www.fratelloembrione.it

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Nel Regno Unito “una cultura abortista” pervade la professione medica. E’ quanto denuncia un’associazione pro-vita

Il movimento per la vita britannico ha accolto con soddisfazione le dichiarazioni di voto del leader conservatore, David Cameron, che ha annunciato di appoggiare la riduzione a 20 settimane (dalle 24 attuali) del termine entro il quale sarà possibile interrompere la gravidanza. Ma noi – ha spiegato all’agenzia Sir Greg Clovis, direttore di ‘Human Life International Uk’, associazione pro-vita – “chiediamo di più di una riduzione del limite legale; vogliamo una completa abolizione dell’aborto”. “Purtroppo – ha aggiunto – una cultura abortista pervade la professione medica”. Tra qualche settimana è prevista nel Regno Unito la discussione parlamentare della legge sulla fecondazione in vitro e sulla sperimentazione degli embrioni. Il primate cattolico, cardinale Murphy-O’Connor, teme che il governo laburista voglia impedire ai propri parlamentari di votare secondo coscienza. Per questo, il porporato ha esortato tutti i fedeli a scrivere al parlamentare del proprio collegio per chiedere che voti contro una ulteriore liberalizzazione dell’aborto e della sperimentazione sugli embrioni

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I titoli di oggi su www.papaboys.it – 25 febbraio 2008

Carissimi fratellini e sorelline dell’Associazione Nazionale Papaboys e lettori del nostro portale www.papaboys.it a tutti voi un buon inizio di settimana nel Signore in questo tempo di Quaresima. Prima di comunicarvi i titoli delle notizie di oggi presenti sul sito vi proponiamo una piccola riflessione.

Dal Messaggio di Papa Benedetto XVI per la Quaresima

Cari fratelli e sorelle, la Quaresima ci invita ad “allenarci” spiritualmente, anche mediante la pratica dell’elemosina, per crescere nella carità e riconoscere nei poveri Cristo stesso. Negli Atti degli Apostoli si racconta che l’apostolo Pietro allo storpio che chiedeva l’elemosina alla porta del tempio disse: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina” (At 3,6). Con l’elemosina regaliamo qualcosa di materiale, segno del dono più grande che possiamo offrire agli altri con l’annuncio e la testimonianza di Cristo, nel Cui nome c’è la vita vera. Questo periodo sia pertanto caratterizzato da uno sforzo personale e comunitario di adesione a Cristo per essere testimoni del suo amore. Maria, Madre e Serva fedele del Signore, aiuti i credenti a condurre il “combattimento spirituale” della Quaresima armati della preghiera, del digiuno e della pratica dell’elemosina, per giungere alle celebrazioni delle Feste pasquali rinnovati nello spirito. Con questi voti imparto volentieri a tutti l’Apostolica Benedizione.


I titoli di oggi
su www.papaboys.it

GOLDEN GLOB. NELLA NOTTE DEGLI OSCAR TRIONFANO VIOLENZA E SOCIETA’ AVIDA.
LOS ANGELES – Consegnati nella notte a Los Angeles i Premi Oscar: riconoscimenti equi e annunciati alle due drammatiche pellicole dei fratelli Coen e di Paul Thomas Anderson, mentre sono tutti europei i quattro attori, protagonisti e non, che ricevono l’ambita statuetta – Marion Cotillard, Daniel Da…

BENEDETTO XVI RIBADISCE IL ‘NO’ DELLA CHIESA ALL’EUTANASIA: “LA VITA VA SEMPRE DIFESA E RISPETTATA”
CITTA’ DEL VATICANO – Di fronte alle pressanti ”spinte eutanasiche”, dettate da una ”visione utilitaristica nei confronti della persona” specialmente “nelle grandi citta’”, dove “sempre piu’ si trovano persone anziane e sole, anche nei momenti di malattia grave e in prossimita’ della morte”, il …

LA DENUNCIA DELL’AGENZIA FIDES: E’ GUERRA AL CRISTIANESIMO. CE NE SIAMO ACCORTI?
Roma (Agenzia Fides) – Dopo l’assunzione di 200 mg di mifepristone (la vera e propria Ru486, che uccide l’embrione in pancia) e, due giorni dopo, con 800 mcg di misoprostol, il farmaco che induce le contrazioni e causa l’espulsione dell’embrione, una ragazza americana si sente male. Brividi, dolori …

I POLITICI CATTOLICI DIANO ESEMPIO DI CORAGGIO E DI IMPEGNO SOCIALE E MORALE OVUNQUE SI TROVANO
ROMA – “I cattolici, i cristiani, i credenti in generale non devono vergognarsi di essere tali ed esprimere il loro pensiero, manifestare le proprie idee e convinzioni morali in ogni ambiente, anche in quello politico e che riguarda tutta la comunità civile”, è quanto afferma il teologo morale campa…

IN ATTESA DELLA VISITA DEL PAPA LA MADONNA DI BONARIA PELLEGRINA NELLE DIOCESI SARDE
CAGLIARI – Era il 1907 quando tutti i Vescovi della Sardegna, con una petizione unanime, chiesero al Papa Pio X che volesse concedere il titolo di Patrona Principale dell’isola alla Madonna di Bonaria. E il Papa rispose affermativamente scrivendo: “La città di Cagliari non solo, ma tutte quasi, dire…

QUELL’EUROPARLAMENTO CHE NON CI CONVINCE: GIUNGONO NOTIZIE ALLARMANTI.
BUONE NEWS? – Europarlamento: le politiche nazionali si adattino ai “nuovi modelli familiari” – Una notizia che non possiamo assolutamente banalizzare, perché annunciatrice di probabili prossime gravi sventure per il nostro continente e per la nostra Patria. È necessario esigere dalle forze p…

L’IDEATORE DELLA MORATORIA SCRIVE A FERRARA: ‘TI VOGLIO BENE, MA NON TI VOTO’. ECCO LA LETTERA .
ROMA – Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato a più riprese, cari lettori ed amici dei Papaboys, della vicenda della Moratoria sull’Aborto; in realtà – come precisato da documentazione – non è proprio un’idea esclusiva del buon Giulianone Ferrara; lui la sta portando avanti (anche in maniera imponente…

INTERVISTA A PAOLO RUFFINI, DIRETTORE DI RAI TRE. ‘GESU’ IL PIU’ GRANDE COMUNICATORE’
ROMA – Quasi tutti la guardano, sempre meno se ne fidano. Secondo una recente indagine dell’Osservatorio di Demos-coop, solo il 30% degli italiani ha fiducia nella televisione, pari alla metà di quelli che ritengono affidabile la radio e meno di quelli che confidano nella credibilità di giornali (38…

IL 4 MAGGIO L’AZIONE CATTOLICA ITALIANA INCONTRA IL PAPA PER CELEBRARE 140 ANNI DI STORIA
ROMA – Fra poco più di 3 mesi l’Azione Cattolica italiana si riunirà in piazza San Pietro a Roma per festeggiare il 140° anniversario della propria nascita. Era il 29 giugno 1868 quando Mario Fani e Giovanni Acquaderni, 22 anni il primo e 28 il secondo, iniziarono insieme l’avventura dell’Azione Cat…

IL DRAMMA DEI BAMBINI-SOLDATO, PIAGA DA ESTIRPARE. SI MOLTIPLICANO GLI APPELLI AL RIGUARDO
ROMA – È ora di punire chi sfrutta i minori nell’ambito dei conflitti armati. E’ il messaggio espresso durante il Consiglio di Sicurezza dell’ONU nella sessione del 12 febbraio sul tema dei bambini-soldato. Secondo un comunicato stampa dell’ONU del 12 febbraio, la Rappresentante speciale del Segreta…


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Ricordiamo a tutti i nostri associati degli anni precedenti che sono scadute le tessere e vanno rinnovate. Un invito che estendiamo anche a tutti i Delegati Regionali e Provinciali. Per i Soci Simpatizzanti ricordiamo di inviare il bollettino che avete trovato nel materiale che abbiamo inviato dalla Sede Nazionale ed ai Soci Sostenitori che la spedizione del materiale avverrà dopo che è arrivato in amministrazione il versamento della quota prevista. E poi, che aspettiamo a coinvolgere amici nuovi?

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Servizio Informazioni Papaboys
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LA DENUNCIA DELL’AGENZIA FIDES: E’ GUERRA AL CRISTIANESIMO. CE NE SIAMO ACCORTI?

Roma (Agenzia Fides) – Dopo l’assunzione di 200 mg di mifepristone (la vera e propria Ru486, che uccide l’embrione in pancia) e, due giorni dopo, con 800 mcg di misoprostol, il farmaco che induce le contrazioni e causa l’espulsione dell’embrione, una ragazza americana si sente male. Brividi, dolori addominali, nausea, vomito e vertigini. Si pensa ai soliti effetti collaterali, ma si aggrava. Si reca in clinica e le prescrivono dei farmaci. Torna a casa. Passa ancora un giorno, sta molto male e viene ricoverata al pronto soccorso. Si aggiungono pressione alta e tachicardia. Accertamenti. Di nuovo antibiotici e intervento chirurgico esplorativo. Le trovano due litri di e mezzo di liquido peritoneale torbido e nessuna evidenza di gravidanza extrauterina. La ricoverano in terapia intensiva. Dopo sedici ore la ragazza muore. L’autopsia conferma la presenza nel tessuto uterino di Clostridium Sordellii, l’agente batterico responsabile della morte. E’ uno dei sedici casi registrati nel mondo di morte per assunzione di RU486. Di questa morte ha dato notizia, nel novembre 2007, la rivista specializzata Obstetrics & Gynecology, dell’American College of Obstetricians and Gynecologists.

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Le morti non bastano, 16 quelle accertate – soprattutto quando ci sono fortissimi interessi economici che premono per la distribuzione di questo farmaco – per impedire che la RU486 sia diventata il più formidabile mezzo di controllo delle nascite, assieme alle pratiche nefaste di sterilizzazione delle donne (sono stimate in 160 milioni le donne sterilizzate nel mondo). (.. continua su…..)  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1133

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Ferrara: ti voglio bene ma non ti voto

Ti vogliamo bene, e so che per uno solo che scrive questa lettera, milioni si uniscono al sentimento di benevolenza nei tuoi confronti. Nella trasmissione Matrix andata in onda su Canale 5 del 21/02/08 hai convinto anche me sull’autenticità del tuo convincimento personale. Nel pieno di una battaglia epocale non solo tua, sei andato oltre la provocazione e hai proposto agli elettori una lista per le politiche. La tua scelta politica ha spiazzato letteralmente tutti, tutti gli aspiranti eletti ma anche tutti gli elettori prossimi. Nonostante la benevolenza espressa, molti ti contrasteranno fortemente. Tra questi ci sarò anch’io perché credo che in politica l’improvvisazione, l’estemporaneità è più distruttiva che costruttiva.

Ascolta il servizio su Web Radio ‘On The Air’

http://www.ascoltalaradio.it/public/index.php?id=231

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IL NOSTRO SI ALLA VITA. DAL CONCEPIMENTO ALLA MORTE NATURALE!

No all’aborto!SI ALLA VITA – Continuiamo l’approfondimento, cari amici dei Papaboys e dell’Associazione dei giovani del Papa, sulla tematica scottante dell’aborto! Una politica internazionale decisa dall’Onu per ridurre la popolazione mondiale, influenzata da grandi gruppi di potere armato ed industriale! Dovete saperlo! Non fatevi frullare il cervello ed il cuore con le chiacchere, ma cerchiamo di risalire alla verità, che è la cosa che ci rende davvero liberi – attraverso documentazioni valide e studi effettuati. Perchè quindi non scrivere e riportare la verità storica di questo sterminio planetario di bambini già nati ma mai fatti venire definitivamente al mondo? Oggi la tematica dell’aborto ritorna attuale e prioritaria, non con iniziative strampalate messe in piedi da altrettanti strampalati giornalisti, ma con un precisio servizio alla luce della VERITA’! Vietato non rendersene conto!

Il giorno che la famiglia Rockefeller decise di frenare le nascite nel mondo

“I settori pubblici e privati devono operare insieme per accelerare negli Usa lo sviluppo degli aborti legali. Da 1,2 milioni all’anno essi devono salire a 1,8 milioni”. Era il 14 marzo 1973 quando J.H. Knowles, presidente della Fondazione Rockefeller, enunciò questo programma a New York, davanti al Consiglio nazionale sviluppo pianificazione familiare. Nel ’73 la Corte suprema aveva appena depenalizzato l’aborto, ma per Knowles la politica “permissiva” non era sufficiente: occorreva una “promozione attiva” dell’aborto di massa.

La cosa fu organizzata come se si trattasse di promuovere un maggior consumo di Coca Cola. Vi si impegnò, anima corpo e portafogli, Nelson Rockefeller, capo della dinastia che possiede la Standard Oil e la Chase Manhattan Bank, controlla giornali e network televisivi (Abc, Cbs), che ha fondato il club dei supermiliardari del mondo noto come Commissione trilaterale. Nelson (è morto nel ‘79) è stato inoltre governatore dello Stato di new York e vicepresidente degli Usa.Una famiglia potente. Che ha promosso l’aborto in America con la fondazione già dal 1952, del “Population council”, condotto da uomini della fondazione Rockefeller.Ente privato, il Council gode però di entrate pubbliche, in quanto finanziato dal ministero della Sanità e dall’Agenzia internazionale per lo sviluppo (Aid). Per ammissione degli stessi Rockefeller, ogni dollaro da loro versato al Council ha “attivato” 24 dollari “pubblici” per propagandare – attraverso 22 mila centri di base “per la pianificazione familiare” – l’aborto e le pratiche contraccettive.

Ma gli Stati Uniti sono solo uno dei Paesi in cui si svolge la “promozione attiva” della famiglia Rockefeller: per questa, l’aborto è soprattutto un genere d’esportazione, destinato in particolare al Terzo Mondo. Attraverso i canali dell’Aid e le solidarietà occulte della Trilaterale e della massoneria americana, l’ideologia abortista dei Rockefeller ha informato da gran tempo i vertici dell’Onu. L’ex Segretario U’Thant è stato amministratore del “Population Council”. Un’ottantina di sezioni della Pianificazione familiare operano in altrettanti Stati sotto l’egida degli organismi Onu, i quali condizionano la concessione di aiuti ai Paesi poveri al fatto che questi accettino di adottare politiche di contenimento della popolazione.

Perché questa volontà dei clan supercapitalisti di promuovere aborto e contraccezione? Alla base ci sono visibili interessi concreti dei supercapitalisti stessi: le famiglie con figli non sono buone “consumatrici”, non cambiano l’auto o il frigorifero con la frequenza che pare necessaria ai fabbricanti di beni di consumo. Il Fondo monetario internazionale inoltre, che è l’organo supernazionale che unisce le banche creditrici (di cui la Chase Manhattan è la maggiore) dei paesi del Terzo Mondo, impone a questi Paesi severe misure di “austerità” perché essi possano pagare ai banchieri gli interessi sui debiti e questa “austerità” comprendono la necessità di bloccare il numero di “bocche da sfamare” in questi Paesi, secondo idee di neocolonialismo malthusiano che hanno trovato espressione persino in un progetto (Global 2000) elaborato dall’amministrazione Carter, nota “creatura” dei laboratori della Trilaterale. Global 2000 non riuscì a nascondere la vera preoccupazione dei miliardari, che è questa: l’aumento ella popolazione è in realtà un fattore potentissimo di cambiamento e di innovazione; è stato sotto l’impulso demografico che l’umanità ha imparato, ad esempio, a sfruttare più efficienti forme di energia, dalla legna al carbone e poi al petrolio. Ma ogni “innovazione” epocale ha comportato il tramonto di vecchi centri di potere a favore di nuovi centri di potere, per esempio la fine dei signori del carbone e l’ascesa dei signori del petrolio.

Di qui la necessità di bloccare la demografia per conservare l’attuale sistema di potere economico mondiale.Perciò si è cercato di bandire una ideologia della “crescita zero” come quella a cui il Mit americano (finanziato dai Rockefeller) e il Club di Roma (Rockefeller e Agnelli) hanno cercato di dare una coloritura “scientifica”: le risorse della Terra “si stanno esaurendo”, dunque bisogna frenare la crescita della popolazione.

Di qui nascono tutti i movimenti ecologisti e “verdi” del mondo, sulle cui fonti di finanziamento sarebbe interessante indagare. Una fonte massonica certa, il ginecologo Pier Saimon, già gran maestro della Gran Loggia di Franzia, ha rivendicato alle Logge il merito di aver promosso la legislazione abortista in Francia. Secondo lui, già nel ’53, in una riunione segreta a Ginevra, fu formulata l’idea motrice: “porre il principio secondo cui la vita è un materiale nel senso ecologico del termine, e che ci spetta gestirlo”; “la civiltà moderna, siccome è in condizioni di controllare il processo biologico, farà sempre meno riferimento al fatto fisico della vita che alla sua qualità (…). Guardiamo le cose in faccia: un mongoloide entra in questo quadro?”.

E’ qui la radice del nazismo legalizzato e razionalista, del genocidio banalizzato, quotidiano e di massa, in cui tutti viviamo senza vergogna.

(P. Pir.) L’aborto procurato, benché la legge italiana affermi il contrario, è uno strumento di controllo delle nascite, è cioè uno strumento finalizzato a quella “crescita zero” predicata dalle multinazionali della pianificazione familiare (contraccezione, aborto, sterilizzazione) che si riconducono, tra l’altro, alla statunitense Fondazione Rockefeller. E l’aborto procurato è una vera e propria industria.E’ quindi del tutto logico che una ragnatela di mostruosi interessi economici e finanziari come è quella che si cela dietro gli slogan del “bambino desiderato” e della “liberà di scelta” cerchi di massimizzare sempre più i propri spazi di mercato e di profitti.

In quest’ottica la piovra Rockefeller con i suoi numerosi tentacoli (Population Council, International Planned Parenthood Federation, Pathfinder Found, Club di Roma, ecc.) conduce un’incessante azione per rimuovere tutti gli ostacoli culturali all’espansione dei suoi profitti. E a livello internazionale un “ostacolo” di tutto rilievo è proprio quella dichiarazione universale dei diritti del fanciullo, con la quale le Nazioni Unite sancirono che il bambino ha diritto “a un’adeguata protezione giuridica sia prima che dopo la nascita”.Perfidamente “logico” quindi, ma profondamente disumano, il tentativo che i fautori della “crescita zero” stanno facendo per arrivare all’approvazione da parte dell’assemblea generale delle Nazioni Unite di una nuova Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, ma solo del fanciullo già nato. I potenti autori di questo tentativo, infatti, ce la metteranno certamente tutta per prendersi una solenne rivincita, dopo la sconfitta subita nel 1984 in un’altra sede Onu, alla Conferenza mondiale sulla popolazione di Città del Messico. Anche allora la bozza della Dichiarazione finale aveva “dimenticato” la Dichiarazione universale dei diritti del fanciullo, che viene ripescata. A Città del Messico si percepì chiaramente che la piovra-Rockefeller controllava, come ancora controlla, con i suoi uomini, i posti-chiave del Fondo delle Nazioni Unite per le attività in materia di popolazione, anche se alla fine l’aborto risultò messo al bando.

Aleksander Minak
(c) Avvenire

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FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA. ED INIZIAMO A SPIEGARE IL NOSTRO ‘NO ALL’ABORTO’

ROMA – (Si consiglia la lettura e la visione di questo articolo per il contenuto di alcune immagini ad un pubblico adulto). Per la prima volta dall’anno 2001 quando il nostro sito dei Papaboys ha iniziato ad essere presente sulla rete mondiale web sconsigliamo la lettura di un articolo o la visione delle immagine ad un pubblico di giovanissimi, ma la coscienza ci spinge a cio’. Detto questo, è doveroso parlare del nostro ‘No all’ABORTO’, del voler urlare ‘ASSASSINI’ a chi uccide e fa promozione per le uccisioni, e ribadire che la LEGGE 194 è PENOSA e che a LEGGE SULL’ABORTO AUTORIZZA A COMMETTERE OMICIDI! Per approfondire la tematica iniziamo a leggere insieme, ed a commentare se volete, questo servizio dal titolo shock ‘La pianificazione mondiale dell’aborto!’ che è stato pubblicato sul portale http://www.totustuus.org’ e che si deve conoscere per farsi un’idea chiara delle strategie mondiali di ‘omicidio’. A chi fanno capo? Sicuramente all’Onu, perche’ non dirlo?

La pianificazione mondiale dell’aborto

Al Sinodo dei Vescovi fu chiaramente denunciata l’esistenza di un’unica centrale internazionale che programma e favorisce l’aborto su scala planetaria. Si è parlato, senza fare nomi, di una signora indiana che dirigerebbe tutto. Quella “signora indiana” è ovviamente solo una impiegata di concetto, perché, come è noto, l’idea parte da lontano e da ben altri porti. Tutto cominciò nel 1970, quando Nelson Rockefeller, allora governatore dello Stato di New York, appoggiò pesantemente una legge che rendeva di fatto l’aborto totalmente libero. Talmente era libero che nel 1972 l’assemblea legislativa dello Stato decise semplicemente di abrogarlo. Il governatore oppose il suo veto e la Corte Suprema degli Stati Uniti, con la celebre sentenza Roe vs. Wade, gli diede ragione, riportando l’America ai tempi del Dred Scott Case del 1857 (dove si stabiliva che i discendenti affrancati di schiavi non erano da ritenersi giuridicamente persone, per cui l’aborto era permesso a richiesta). Nelson Rockefeller, come si ricorderà, divenne poi vicepresidente degli Stati Uniti.

Questo signore (il cui cognome è ormai entrato nel vocabolario corrente a indicare la ricchezza per antonomasia) era al vertice di una piramide colossale, i cui intenti furono chiari il 14 marzo 1973, quando, nel corso di una conferenza tenuta a New York davanti al Consiglio nazionale del Centro di Sviluppo della Pianificazione Familiare, il presidente della Fondazione Rockefeller, J.H. Knowles, dichiarò: “E’ compito sia dei settori privati che dei settori pubblici accelerare negli Stati Uniti lo sviluppo degli aborti legali affinché essi salgano ad un milione e ottocentomila all’anno”.

Insomma, le leggi permissive in materia d’aborto non erano sufficienti a condurre a risultati sperati, occorreva una promozione attiva dell’aborto di massa. Da dove veniva questa bella idea gnostica? Dall’ideologia della “crescita zero”, che le teste d’uovo del Massachussetts Institut of Technology (sovvenzionato dalla Fondazione Rockefeller) avevano elaborato giusto in quegli anni. Il lancio del femminismo, l’appoggio velato al marxismo (che era pur sempre materialismo) e infine la campagna ecologistica su scala mondiale, avviata dal rapporto “I limiti dello sviluppo” del Club di Roma (braccio europeo del suddetto Massachussetts Institut of Technology), sono anelli della catena che parte da quest’idea.

Applicarla era facile. I Rockefeller non avevano problemi nel favorire l’ingresso nell’amministrazione statunitense di uomini loro: il sistema costituzionale americano permette la formazione di staff praticamente a richiesta. Per i mass media era ancora più facile, visto che i Rockefeller ne controllavano buona parte, come il Columbia Broadcasting Cy, tanto per citarne un paio nel settore delle radiodiffusioni. E poi c’erano le cliniche finanziate dalla stessa famiglia, come quella della Pianificazione Familiare di New York, che divenne la più grande “fabbrica d’angeli” del mondo. Naturalmente non si devono dimenticare le industrie farmaceutiche controllate tramite pacchetto azionario, come la Upjohn, che si lanciò a testa bassa nel settore degli antifecondativi.

Il Population Council

La piramide facente capo alla Fondazione Rockefeller era composta di oltre ventiduemila fondazioni “senza scopo di lucro”, in parte autofinanziantesi e in parte sovvenzionate dal governo, come l’importantissimo Population Council, sostenuto a suo di milioni (di dollari) dal ministero della Sanità e dall’AID (Agency for International development, organismo federale). La prima mossa fu uno studio di Henry Kissinger, “Prospettive per l’America”, nel quale veniva dipinto uno scenario mondiale in cui il controllo demografico era presentato come il problema. Kissinger era consigliere personale di Rockefeller, poi fu Segretario di Stato e infine eminenza grigia della diplomazia internazionale (oggi continua a guidare a distanza la politica estera americana, sebbene non abbia più alcun ruolo pubblico: l’esperienza accumulata e le aderenze a tutti i livelli ne fanno il più richiesto consulente internazionale).

Contro la fertilità

Il mensile del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), Mondo e Missione, ha recentemente rivelato un altro documento a firma di Kissinger. E’ giusto di quegli anni (1974); Kissinger allora presiedeva il Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti e Bush era direttore della CIA. Si tratta di un memorandum segreto, intitolato National Security Study Memorandum 2000, contenente direttive da applicare in tredici Paesi del Terzo Mondo e indirizzato a poche persone (tra le quali il direttore della CIA). I tredici Paesi in questione erano l’India, il Bangladesh, il Pakistan, la Nigeria, il Messico, le Filippine, la Thailandia, la Turchia, l’Etiopia, la Colombia e il Brasile. Questo memorandum era incentrato sulla necessità per gli Stati Uniti di modificare entro il Duemila i livelli di fertilità dei suddetti tredici Paesi, i quali, a caUSA del rapido aumento demografico, avrebbero potuto, in un futuro non troppo lontano conseguire un crescente ruolo politico e strategico. In soldoni, c’era da aspettarsi che la lievitazione della popolazione avrebbe spinto tali Paesi a rialzare il prezzo delle esportazioni delle materie prime da essi prodotte, compromettendo seriamente gli interessi degli Stati Uniti.

La pianificazione delle famiglie

L’analisi in effetti era lungimirante, perché oggi di fatto gli USA hanno dei concorrenti di tutto rispetto nella domanda di materie prime, concorrenti che magari sarebbero disposti a pagare prezzi più alti pur di assicurarsele. Questo aumenterebbe la potenza dei concorrenti medesimi (in pratica Germania e Giappone), ma anche quella dei Paesi produttori, i quali, potendo incassare più denaro – e con una popolazione sempre più numerosa – finirebbero per assumere un ruolo di tutto rispetto nello scenario internazionale. Il memorandum (che magnificava anche il “miglioramento razziale” che dall’adozione delle misure consigliate sarebbe derivato) venne preso sul serio e portò ad un aumento dei fondi a disposizione dell’AID, a patto che gli aiuti ai tredici Paesi in questione fossero subordinati all’accettazione da parte di questi dei programmi di controllo demografico. Il documento concludeva “consigliando” di coinvolgere nel progetto anche altri organismi, come la Banca Mondiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Unicef, che avrebbero dovuto inserire i piani di riduzione demografica nei servizi di assistenza medica forniti dal Terzo Mondo. Tutti i “consigli”, com’è noto, sono stati puntualmente seguiti e realizzati. Ma torniamo alla “piramide Rockefeller”. In essa va inserita anche la Federazione Mondiale per la Pianificazione Familiare (che riunisce tutte le fondazioni relative), più diversi organismi religiosi americani (come, per esempio, il Centro di Consultazione Familiare di Washington). Vanno aggiunti la commissione americana per l’UNESCO, gli istituti che studiano l’aborto, il Comitato americano di Studio per la Crisi Demografica, l’Accademia Nazionale americana delle Scienze, l’Università di Harward, quella della Carolina del Nord, la Cornell, la Chapel Hill, la Emory e la John Hopkins. Tutti questi enti sono privati, ma la loro stessa esistenza mette in moto meccanismi di finanziamento politico; un opuscolo del centro di Pianificazione Familiare di Pittsburg informava, in quegli anni, che un solo dollaro privato versato al Centro ne procurava ventiquattro pubblici. Il quadro va completato con le altre grandi Fondazioni americane, come la Ford e la Hewlwtt, che per lo stesso scopo versavano fior di milioni alla Fondazione Rockefeller. Tanto per dare un’idea delle ramificazioni del progetto, ricordiamo che a quel tempo U Thant, Segretario generale dell’ONU, era amministratore del Population Council.

La recessione planetaria

Il blocco marxista fu totalmente impenetrabile alla politica denatalistica così potentemente lanciata. Neanche l’idea della “crescita economica zero” lo sfiorava minimamente. Anzi, ad esso non pareva vero che l’Occidente si desse la zappa sui piedi da solo. Fece di più: obbligò i vari partiti comunisti del mondo ad appoggiare con tutte le loro forze il suicidio dell’avversario. Così si arrivò al paradosso dei comunisti occidentali che si battevano strenuamente per l’introduzione dell’aborto, mentre quelli delle repubbliche popolari lo restringevano o lo abolivano. L’URSS e i suoi satelliti intanto si davano da fare per uno sviluppo industriale spinto al massimo (che però è finito come è finito), contando anche sulla loro superiorità demografica; l’Occidente dal canto suo dava l’avvio a quella recessione planetaria che oggi sta esplodendo in tutta la sua virulenza.

L’idea di ridurre gli abitanti del pianeta è però ancora più vecchia (e non intendiamo riferirci solo a quella antichissima della Gnosi, secondo cui il Nulla è meglio dell’Essere). Deve averla fornita il famoso dottor Pincus, il biologo del Massachussetts che già nel 1950 sperimentava la sua pillola antifecondativa sulle portoricane dei quartieri poveri. Fare esperimenti sui poveri, però, rappresentava più che un semplice risparmio di fondi, perché, come abbiamo visto, era proprio ad essi che la manovra era destinata. I contraccettivi iniettabili, per esempio, cominciarono ad essere testati sulle popolazioni peruviane già negli anni Sessanta. Poco importava se le cavie mostravano subito dopo una spiccata tendenza ai noduli all’ipofisi e alle ghiandole mammarie. Il decennio successivo vide l’ingresso prepotente nei tredici Paesi summenzionati del Depo-Provera, il contraccettivo iniettabile prodotto dalla Upjohn americana (in cui, come si ricorderà, i Rockefeller avevano una grossa partecipazione azionaria).

La politica degli anticoncezionali

Diffuso indiscriminatamente (come tutto quel che viene diffuso nel Terzo Mondo), fu ritirato dal mercato (ma solo in America) nel 1978 su pressione dei movimenti femministi, in quanto si era scoperto che provocava un calo nelle difese immunitarie. Il Norplant è il più recente anticoncezionale del genere: prodotto da una industria finlandese (con ricerche finanziate dal Population Council) e sperimentato su donne cilene, è stato sospeso dal Brasile (il che è tutto dire) a causa delle incresciose conseguenze sulla salute, ma continua ad essere tranquillamente diffuso negli altri Paesi con la benedizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.Il fatto è che la diga è ormai aperta e la campagna va, per così dire, avanti da sola. Per esempio: iniettare un antifecondativo richiede pochi minuti, laddove spiegare il funzionamento di quelli orali o meccanici abbisogna di molto più tempo, e non si è mai sicuri che la spiegazione venga recepita fino in fondo. In più, Paesi come la Cina, la Malesia, la Thailandia, l’Indonesia, la Corea del Sud, il Vietnam, il Messico, hanno trovato una cospicua fonte di entrate nella produzione e nella esportazione di preservativi, che vendono (e convincono a comprare) anche in casa loro. Ma la gente del Terzo Mondo non diminuisce solo per fame, guerre, aborti, prevenzione delle nascite. Muore anche per uso di anticoncezionali. Effetti collaterali di quelli chimici a parte, c’è da tener presente che preservativi e spirali non vengono quasi mai usati come si deve. Si parla di profilattici adoperati più volte, spirali triennali tolte dopo dieci anni e più, magari solo in occasione di infezioni senza rimedio. A questo si aggiunga la modificazione delle mentalità: in certe popolazioni , ormai sedotte dalla supposta potenza della “medicina” dell’uomo bianco, la promiscuità sessuale si è centuplicata, a tutto vantaggio della diffusione dell’AIDS.

I pianificatori, però, tirano avanti per la loro strada. Il Fondo ONU per la Popolazione nel suo ultimo rapporto annuale insiste: prevenire 106 milioni di nascite costituisce un “risparmio” globale di 742 miliardi di dollari. E’ insomma (se non fosse ancora chiaro) una questione di soldi, tanto per cambiare. Quanto sia importante l’argomento lo si evince dal budget annuale dell’ente, 212 milioni di dollari che diventeranno un miliardo nel Duemila. In tale anno la spesa dei programmi per diminuire il numero degli umani dovrà raggiungere il doppio di quella attuale (che è di tutto rispetto: quattro miliardi e mezzo di dollari). Il bello è che metà della somma la pagano gli stessi Paesi da ridurre.

Chi finanzia il Fondo ONU per la Popolazione?

Naturalmente gli Usa sono in testa, seguiti dal Giappone e da tutto il resto del mondo occidentale. C’è anche l’Italia, sebbene in dodicesima posizione. Ma il fondo non è solo, ovviamente, in questa immane opera di ingegneria ecologica a tutto vantaggio degli Alieni Prossimi Invasori. Ci sono anche le Fondazioni, gli Istituti, i Centri, i Comitati, le Agenzie di cui abbiamo parlato. La Family Planning International Assistence, il Pathfinder Found, l’International Planned Parenthood Federation, la SIDA scandinava, la giapponese JOIFCP, la CIDA canadese, e così via. Si aggiungano i milioni di utili idioti sparsi nel mondo che si battono per la causa gratuitamente e a tutt’uomo, assolutamente convinti di sudare per il bene dell’umanità, e il quadro sarà completo.

I rivoli del “messaggio”

Roberto Beretta su Avvenire ha elencato recentemente i mille modi in cui il “messaggio” arriva capillarmente in tutti gli angoli del globo (Plinio Correa De Oliveira, nel classico Rivoluzione e controrivoluzione avvertiva che il bersaglio della Rivoluzione metafisicamente intesa è “ogni uomo”). Nel Ghana una nota squadra di calcio sfoggia il logo dello sponsor sulle maglie dei giocatori: una marca di preservativi con la scritta “mettimi”. In Nigeria i programmi televisivi trasmettono indirizzo e numero di telefono delle cliniche di pianificazione familiare. Nelle Filippine la promozione è affidata anche ai video musicali e alle canzoni, più un “porta a porta” da far invidia ai Testimoni di Geova. In Turchia a cadenze trimestrali la gente viene bombardata con cinque ore al giorno di sceneggiati televisivi sull’argomento (nell’America latina questo compito è affidato alle telenovelas). Nella Corea del Sud è l’esercito il bersaglio privilegiato: chi si arruola deve sorbirsi anche il corso di educazione sessuale. Nello Zaire, oltre ai posters murali, quando compri i preservativi ti danno in omaggio biglietti dei concerti rock con lo sconto del 50%. In Tunisia la sanità offre controlli gratuiti alle donne che hanno partorito da poco; appena queste si presentano in ospedale, vengono immediatamente contattate da funzionari della pianificazione familiare che fanno loro passare la voglia di avere altri figli.

Trent’anni di sforzi hanno dato in molti posti i loro risultati: innanzitutto l’Occidente, in testa alle classifiche della denatalità. Poi molti altri Paesi (questi, finalmente, del Terzo Mondo), hanno visto dimezzarsi i coefficienti di fertilità.

Ma non sono tutte rose e fiori per il Progetto Ecatombe. In Cina, per esempio, la costrizione governativa al figlio unico ha prodotto più che altro una strage di femmine (la gente, visto che può avere un solo figlio, vuole che sia maschio); ma anche milioni di figli “segreti” e una cifra enorme di cittadini “fluttuanti”, che si sottraggono all’anagrafe spostandosi continuamente. Anche nelle Filippine le cose vanno male per i pianificatori, a causa della tenace opposizione della Chiesa. Nemmeno nei Paesi islamici le cose filano per il loro verso. E neanche in India, dove, lo si ricorderà, la campagna di sterilizzazione forzata del 1975 costò il posto a Indira Gandhi.

Il nemico è la religione

E’ la religione (qualunque religione) la vera nemica del Progetto. Ogni religione (culti satanici a parte, roba di invenzione occidentale che non è religione) tributa un culto al Creatore, per questo non può essere contro la vita. L’idea di ridurre il numero delle “bocche da sfamare”, quindi, incontra nelle religioni l’ostacolo più efficace. Da qui il finanziamento più o meno occulto per tutto quello che può servire a sradicare il senso religioso dal cuore degli uomini (si pensi al dilagare delle sette nell’America latina). Ma eliminare le bocche da sfamare vuol dire anche eliminare le braccia che potrebbero produrre, come tutti gli economisti seri sanno. Purtroppo gli economisti spesso mangiano nel piatto dei Pianificatori, perciò sono generalmente costretti a dire il contrario di quel che pensano. Così la crisi si avvita su sé stessa, aumentando la recessione e di conseguenza il numero delle “bocche inutili”. Qui il Piano rivela il volto di Satana, mendax et homicida ab initio (G.v 8,44).

In questo modo, in una demoniaca spirale senza fine, viene preparato l’avvento dell’Età dell’Acquario: i sempre più numerosi adepti del New Age continuano a ripetere che sarà un tempo di pace e prosperità, ma i presupposti indicano che ci aspetta un’era di desolazione e morte, con sconvolgimenti di portata cosmica e instabilità cronica, in un mondo sempre più simile all’inferno. Ci sarebbe da farci sopra una bella riflessione teologica, ma ce ne manca il cuore. Annunciando i cataclismi che dovevano succedere, Gesù concludeva: “Ma quando il Figlio dell’Uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” (Lc 18,8).

A questo punto c’è da chiedersi se troverà ancora qualcuno sulla terra.

Rino Cammilleri
(c) Pagine Libere

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