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PAKISTAN, L’ALLARME DI UN PRETE: “PAESE IN MANO AI TALEBANI, DOPO MORTE BIN LADEN ANCORA PIÙ FORTI”

ESTERI (Faisalabad, PAKISTAN) – “Il Pakistan è ormai in mano ai talebani. Sono divenuti sempre più forti, anche dopo la morte di Bin Laden. E godono del consenso di larghe fasce di popolazione: il cittadino comune, il musulmano pakistano medio, è molto adirato verso il governo, verso gli Usa e verso la Nato, per questo guarda con favore le azioni dei gruppi talebani”. È l’allarme lanciato tramite l’Agenzia Fides da padre Bonnie Mendes, sacerdote cattolico di Faisalabad, responsabile uscente della sezione Asia di Caritas Internationalis. Padre Mendes parla a Fides all’indomani del grave attentato di Karachi, dove i gruppi talebani hanno attaccato una base militare, con un “assedio” durato 12 ore, facendo almeno 11 morti e catturando diversi ostaggi. Si tratta del terzo attacco contro obiettivi militari pakistani nel giro di un mese, e questo, nota padre Medes, “dimostra che i gruppi talebani, dopo la morte di Bin Laden, non si sono scoraggiati o sfiduciati, ma anzi, hanno voluto dare una prova della loro forza e compattezza”.

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URUGUAY, FINO AL 21 MAGGIO A MONTEVIDEO LA XXXIII ASSEMBLEA ORDINARIA DEL CELAM

ESTERI (Montevideo, URUGUAY) – Fino al 21 maggio, a Montevideo (Uruguay), si terrà la XXXIII Assemblea Ordinaria del Celam (Consiglio Episcopale Latinoamericano). L’incontro riunisce 75 partecipanti, dei quali 6 Cardinali e 50 Vescovi delle 22 Conferenze Episcopali di America Latina e dei Caraibi. L’Assemblea Ordinaria si celebra, secondo gli statuti, ogni due anni. Nel 2009 l’Assemblea si è svolta a Managua, in Nicaragua.

L’Assemblea di quest’anno è anche elettiva in quanto, oltre ad esaminare la gestione del quadriennio 2007-2011, procederà all’elezione della nuova presidenza del Celam per il periodo 2011-2015. La nota inviata all’Agenzia Fides ricorda che, ai fini delle nomine, sono consultate le Conferenze Episcopali che devono presentare alcuni candidati per questi ruoli pastorali. Si tratta di un servizio alla Chiesa in America Latina, in cui la creatività, la disponibilità e l’iniziativa devono essere dominanti.

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POLONIA, A CZESTOCHOWA 24 ORE DI VENERAZIONI PER LA MARATONA ECUMENICA DELLA BIBBIA

ESTERI (Czestochowa, POLONIA) – Si è conclusa sabato scorso, 14 maggio, la Maratona della Bibbia che si è svolta per 24 ore, nei giorni 13-14 maggio, nella Chiesa del Santissimo Nome di Maria a Czestochowa, durante la III Settimana Biblica: una delle iniziative di ringraziamento della Chiesa polacca per la beatificazione di Giovanni Paolo II. Per 24 ore i rappresentati della Chiesa cattolica (i Vescovi Jan Wątroba e Antoni Dlugosz), rappresentanti delle altre chiese cristiane (come don Miroslaw Drabiuk, il parroco della parrocchia ortodossa dedicata alla Icona Miracolosa della Madonna di Czestochowa), rappresentanti del mondo della cultura, dei mass media (tra cui il Settimanale Cattolico “Niedziela”), insegnanti, giovani, rappresentanti della vita consacrata, membri di vari movimenti e associazioni cattoliche dell’Arcidiocesi di Czestochowa, hanno letto i testi della Sacra Scrittura. “Vogliamo realizzare questa iniziativa non solo per fare una maratona della Bibbia, ci auguriamo che sia un vero atto di venerazione di Gesù presente nella Parola di Dio” ha detto all’Agenzia Fides, Miroslaw Topolski uno degli organizzatori di questo evento. “E’ ‘necessario che la Parola di Dio non venga solo letta da ciascuno di noi, ma che questa Parola Divina in qualche modo tocchi i nostri cuori” ha aggiunto Topolski.

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NELLE FILIPPINE INAUGURATO OGGI IL PRIMO SANTUARIO DEDICATO AL BEATO GIOVANNI PAOLO II

 ESTERI (Luzon, FILIPPINE) – Sarà inaugurato oggi, con una celebrazione officiata dal vescovo della diocesi di Balanga, Ruperto Santos, il primo santuario dedicato al Beato Giovanni Paolo II nelle Filippine. Il santuario sorgerà sull’isola di Luzon, nel nord dell’arcipelago, dove prima c’era il campo profughi della provincia di Bataan, il Philippine Refugee Processing di Morong, che ha ospitato oltre 40.000 profughi vietnamiti, laotiani e cambogiani. Profughi che oggi – come precisa l’Agenzia Fides – sono integrati nel tessuto sociale di molte nazioni, dagli Stati Uniti all’Australia, passando per l’Europa. Un luogo di dolore e sofferenza che rinasce a nuova vita, dunque, e che sarà dedicato all’“angelo bianco” che visitò proprio questo luogo di afflizione durante il primo dei due viaggi che effettuò nelle Filippine. 

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“CHE IL BEATO GIOVANNI PAOLO II BENEDICA LA NOSTRA TERRA”, NOTA DEL VESCOVO DI SÃO TOMÉ E PRINCIPE

SPECIALE BEATIFICAZIONE (São Tomé) – “Domenica 1 maggio saremo uniti a Roma celebrando, nella stessa ora, una Santa Messa dinanzi all’immagine della Madonna Pellegrina di Fatima, in visita a São Tomé e Príncipe, durante la quale rinnoveremo la consacrazione della Diocesi al Cuore di Maria”: è quanto comunica all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Manuel Santos, CMF, Vescovo di São Tomé e Príncipe, inviando la sua Nota Pastorale pubblicata in occasione della Beatificazione di Giovanni Paolo II. Inoltre, dal 30 aprile al 4 giugno, la diocesi accoglierà l’immagine della Madonna Pellegrina di Nostra Signora del Rosario di Fatima. “Giovanni Paolo II ha segnato il suo tempo e la sua figura rimarrà come una luce che brilla nel mondo del suo tempo, indicando coraggiosamente sentieri di vita, di giustizia, di misericordia, di Pace. Era un uomo senza paura, con profonde convinzioni, che ha fatto del servizio al Vangelo l’ideale della sua vita” è scritto nella Nota pastorale di Mons. Santos. Dopo aver ripercorso le tappe fondamentali della vita di Papa Giovanni Paolo II, il Vescovo di São Tomé e Príncipe riflette su alcuni tratti della sua santità: era un uomo dall’intensa vita interiore e capace di comunicare anche con quanti erano lontani dalla Chiesa; è stato profeta attraverso interventi audaci in nome della giustizia e della pace; ha sempre manifestato un grande amore per i più poveri e i più fragili; è stato testimone della gioia, nella salute e nella malattia, sempre con un grande rispetto per la vita.

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LIBERATO IN PAKISTAN ARIF MASIH, ACCUSATO DI BLASFEMIA. SABATO SCORSO ATTACCHI CONTRO I CRISTIANI

ESTERI (PAKISTAN) – Una “comunità terrorizzata” dalle ultime violenze alle quali è stata sottoposta: queste le testimonianze pervenute all’Agenzia Fides da chi ha vissuto direttamente gli avvenimenti degli ultimi due giorni a Gujranwala, nella regione pakistana del Punjab, dove la chiesa della United Pentecostal Church è stata assaltata da una folla di estremisti islamici che ha impedito la celebrazione della Domenica delle Palme. L’innesco della violenza risale a sabato scorso, quando nel vicino villaggio cristiano di Khorarki un uomo, Mushtag Gill, ha litigato con alcuni musulmani che avevano ingiustamente accusato suo figlio Farrhuk di blasfemia. Padre e figlio sono stati tratti in arresto e per la loro liberazione si è esposto Eric Issac, il pastore della chiesa assaltata ieri, che è riuscito a fuggire per un pelo.

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INDIA, VENERDÌ SANTO OLTRE 20.000 FEDELI IN PELLEGRINAGGIO PER I CRISTIANI PERSEGUITATI

ESTERI (India) – Un silenzioso pellegrinaggio all’insegna del digiuno e della preghiera. Questa è l’iniziativa, promossa dall’Ong cattolica “Catholic Secular Forum” (Csf), che si terrà il giorno del prossimo Venerdì Santo. Partendo dalla chiesa del Sacro Cuore di Mumbai, i fedeli, dopo 10 km di marcia, arriveranno al Convento di San Carlo. Oltre 20.000 cristiani indiani, appartenenti a numerosi gruppi e associazioni, si riuniranno in preghiera per i loro fratelli perseguitati, particolarmente per le vittime degli attacchi anticristiani. Joseph Dias, laico cattolico e direttore del Csf, riferisce all’agenzia Fides la scelta del giorno del Venerdì Santo per questo pellegrinaggio: “la comunità dei credenti ha avvertito l’esigenza di dedicare il Venerdì Santo – giorno in cui si riflette e si prega sulla Crocifissione di Cristo – a tutti quei fedeli che oggi sono ‘crocifissi’ in India e nel mondo”.

Non solo Mumbai, ma anche le comunità cristiane delle maggiori città indiane – Delhi, Calcutta, Bangalore e altre – si stanno mobilitando per organizzare pellegrinaggi e sensibilizzare, anche attraverso la preghiera, le istituzioni e l’opinione pubblica,. Dias sottolinea la grande preoccupazione dei cristiani residenti in India: “gli attacchi anticristiani, compiuti da gruppi estremisti indù, sono in aumento: nel 2011 registriamo in media un episodio al giorno, più o meno grave. A volte le aggressioni si concentrano in alcune aree, come l’Orissa o il Karnataka, ma si può dire che nessuno Stato dell’India ne sia immune. In Karnataka ad esempio – spiega Dias- non si può parlare di nuova ondata perché dal 2008 gli attacchi non si sono mai fermati e i recenti episodi ne rappresentano la drammatica conferma”.

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“ORGOGLIOSA DI ESSERE FIGLIA DI UNA COMUNITÀ MISERICORDIOSA”, ASIA BIBI RINGRAZIA COMUNITÀ CRISTIANE

ESTERI (Pakistan)- La Fondazione Masihi, il 20 aprile, promuove la “Speciale Giornata di Preghiera” in cui tutte le comunità cristiane del mondo sono invitate a ricordare Asia Bibi, la donna condannata a morte per blasfemia e rinchiusa nel carcere di Sheikupura (in Punjab), e le vittime innocenti della legge sulla blasfemia. Informata dell’iniziativa, tramite l’agenzia Fides tramite la “Fondazione Masihi, la donna è scoppiata in lacrime perché tutto il mondo la ricorderà nella preghiera.
“Sono grata alla Fondazione Masihi per aver organizzato un simile evento, che mi dà una speranza per vivere.”ha dichiarato la donna che aggiunge:” Mi sento amata dalla Chiesa cattolica e da tutte le comunità cristiane del mondo. Sono orgogliosa di essere figlia di una comunità tanto amorevole e misericordiosa”. 

Nonostante Asia Bibi sia piegata dalla malattia, dal digiuno quaresimale che le ha debilitato il fisico, grazie alla fede in Gesù Cristo, il morale della donna è alto e, per questo motivo, manda un messaggio di pace e di amore a tutto il mondo: “Voglio dire grazie ad ogni sorella, ad ogni fratello, ad ogni monaca e sacerdote che prega per me, e specialmente al Santo Padre. Spero con tutto il cuore che questa Quaresima e tutte le preghiere possano donarmi la libertà e la felicità alla mia famiglia”. 

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GIAPPONE: CRESCE COOPERAZIONE FRA CREDENTI DI DIVERSE RELIGIONI, INSIEME PER IL BENE DELLA SOCIETÀ

ESTERI/CHIESA NEL MONDO (Tokyo) – In un Giappone colpito dai tremendi eventi naturali e colpito dal disastro nucleare, si sta assistendo ad un energico risveglio religioso: è quanto affermato all’Agenzia Fides da Padre Olmes Milani CS, missionario Scalabriniano brasiliano, residente a Tokio e impegnato osservatore della realtà giapponese . “C’è un evidente ritorno alla preghiera e ai valori spirituali, in una società normalmente considerata materialista e puntata solo sulla produzione e sul profitto” aferma il missionario. Stando ai sondaggi – prosegue – l’86% dei giapponesi non crede a nulla, ma “la catastrofe che ha colpito il paese ha risvegliato le coscienze, i bisogni e i valori spirituali. La gente si ferma a pregare nei santuari buddisti e scintoisti. Tutti pregano: i volontari dell’esercito come le vittime dello tsunami che vengono assistite. Anche nelle nostre chiese cattoliche c’è un afflusso di persone che non sono cattoliche ma si fermano in preghiera” racconta p. Milani. “Valori come la fraternità e la solidarietà, a fronte dell’individualismo esasperato che domina i rapporti sociali”, sembra si facciano nuovamente strada, sottolinea il missionario. Per questo “tutti sono convinti che questa tragedia avrà un forte impatto sulla società nipponica del futuro: i giapponesi saranno più aperti e bendisposti verso gli altri, anche verso gli stranieri”.

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CRESCE IL NUMERO DEI MORTI A BRISBANE; UNA TRAGEDIA ENORME, MA LA RISPOSTA DELLA GENTE È FENOMENALE

BRISBANE – La vastità del diluvio che dura ormai da un mese nel nord-est dell’Australia ha colpito il 75% della regione del Queensland: un’area cinque volte più grande del Regno Unito. Secondo l’ultimo comunicato giunto all’Agenzia Fides dalle Pontificie Opere Missionarie (Pom) australiane, il bilancio delle vittime ad oggi ammonta a 16 persone, ma è previsto il recupero di altri cadaveri nella valle Lockyer dove uno “tsunami interno” ha spazzato le strade delle città di Toowoomba, Helidon, Grantham, Gatton e Ipswich. Circa 50 persone risultano disperse nella zona, molti si teme siano annegati. La capitale del Queensland, Brisbane, è l’ultimo centro urbano ad essere stato sommerso. Piogge torrenziali e una forte marea del fiume Brisbane hanno inondato intere periferie, costringendo ad allontanarsi 20 mila famiglie e a chiudere 3.500 industrie. Energia elettrica ed acqua sono saltate e la città è stata dichiarata zona disastrata.

Jenny Simpson, delle Pom di Brisbane, è stata evacuata da Tennyson. “Il peggio deve ancora arrivare – si legge nel testo inviato a Fides – e cresce anche il timore per le malattie. Sono benvenute le preghiere … che fanno una grande differenza”. David McGovern, Direttore dell’ufficio diocesano delle Pom di Brisbane ha aggiunto: “le preghiere sono sempre necessarie e ben accolte. Le acque del diluvio si ritirano, ma i danni alle case e alle persone dureranno molto più a lungo”. Anche l’Arcivescovo di Brisbane, Mons. John Bathersby, ha chiesto preghiere “per i defunti e per le loro famiglie, per gli operatori dei soccorsi e tutti coloro che soffrono a causa delle inondazioni”. L’Arcivescovo inoltre comunica che “sono state messe a disposizione per gli sfollati parrocchie e scuole, mentre l’ufficio centrale dell’arcidiocesi è chiuso per mancanza di energia elettrica.” La Conferenza Episcopale australiana ha informato che tutti i Vescovi e la popolazione del paese è unita nella preghiera e nel sostegno pratico per far fronte alla peggiore inondazione degli ultimi decenni che continua a colpire lo stato del Queensland. Un sacerdote dell’arcidiocesi di Brisbane, padre John Conway, attualmente amministratore di tre parrocchie in un’area della periferia di Toowomba, ha dichiarato: “E’ una tragedia enorme, ma la risposta della gente è fenomenale. Ho visto persone sfollate dalla loro casa che si sono impegnate nei centri di soccorso. In molte zone manca l’acqua potabile, le strade sono danneggiate e i camion non possono passare, non è possibile avere combustibili, latte, pane. Stiamo razionando tutto”. Anche il Santo Padre Benedetto XVI si è reso presente assicurando la propria preghiera ed inviando un contributo di 50.000 dollari a favore della campagna per le vittime delle inondazioni del Queensland, coordinata dalla Società di San Vincenzo de’ Paoli. (AP) (13/1/2011 Agenzia Fides)

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AFRICA/COSTA D’AVORIO – I LEADER RELIGIOSI INDICONO SEI GIORNI DI PREGHIERA E DIGIUNO PER LA PACE

ABIDJAN – I capi religiosi della Costa d’Avorio lanciano un appello alla popolazione perché non “ceda alle provocazioni ed alla violenza da qualunque parte provengano” afferma un comunicato inviato all’Agenzia Fides. Il documento è firmato dal “Collettivo dei Religiosi per la pace”, al quale aderisce la Chiesa cattolica. “Dopo aver gioito per come si è svolto il primo turno delle elezioni, adesso siamo preoccupati per la piega presa dagli eventi a pochi giorni dal secondo turno” afferma il comunicato. Il 3 dicembre il Consiglio Costituzionale ha annullato i risultati proclamati il 2 dicembre dalla Commissione Elettorale in base ai quali il vincitore dell’elezione è Alassane Ouattara, con il 54% delle preferenze, ed ha invece dichiarato vincitore del ballottaggio del 28 novembre il Presidente uscente Laurant Gbagbo. La Costa d’Avorio ha ora due Presidenti con due rispettivi Primi Ministri e governi. Mentre la comunità internazionale ha riconosciuto la vittoria di Ouattara, nel Paese cresce il timore di nuove violenze, alimentate pure dalla divisione etnica. “Di fronte al pericolo che si profila all’orizzonte- scrivono i leader religiosi alla popolazione- lanciamo questo appello solenne a non cedere alle provocazioni ed alla violenza da qualunque parte provengano; a non pronunciare parole di esclusione etnica, religiosa e nazionalista; a non commettere atti di intimidazione, di minaccia, di sterile provocazione”. I capi religiosi hanno indetto a partire da oggi, 13 dicembre, fino al 18 dicembre, 6 giorni di digiuno e preghiera per la pace in Costa d’Avorio.

Oggi l’Unione Europea dovrebbe stabilire delle “misure restrittive nei confronti della Costa d’Avorio, che riguarderanno chi ostacola il processo di pace, e in particolare, coloro che non vogliono accettare i risultati elettorali” afferma un comunicato, con un chiaro riferimento a Gbagbo e al suo entourage. La Costa d’Avorio è stata inoltre sospesa dalle attività dell’Unione Africana. (L.M.) (Agenzia Fides 13/12/2010)

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EDITORIALE DI AVVENIRE: NULLA DEVE INARIDIRE LA SOLIDARIETÀ, NEANCHE LE INGIUSTIZIE

GESTO DA CONTINUARE – Ci si potrebbe chiedere perché. Perché una catastrofe umanita­ria, a detta dell’Onu «più grave dello tsumani», con 21 milioni di sfollati e 10 milioni di senzatetto, un quinto del Pakistan sepolto dal fango, raccolti di­strutti, a un mese di distanza rag­giunga l’Occidente come una debole eco. Perché gli allarmi delle organiz­zazioni di soccorso, che hanno rac­colto sì e no un quarto degli aiuti ne­cessari, non faccia breccia nei nostri notiziari. Eppure anche solo i nume­ri, dal Pakistan, sono terribili: metà degli alluvionati sono bambini e, di questi, quasi tre milioni hanno meno di cinque anni. Molti non hanno più una casa, e neanche tre su dieci han­no acqua potabile da bere. Questo si­gnifica epidemie. Tuttavia, l’attenzio­ne del mondo non si accende.

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CHE COSA E’ L’ADUNANZA EUCARISTICA? NE PARLA UN DOSSIER DELL’AGENZIA VATICANA FIDES

luCITTA’ DEL VATICANO – (Agenzia Fides) – L’AdunanzA Eucaristica Nazionale è una preghiera di 12 ore nel cuore della notte che inizia con la Celebrazione dell’Eucarestia, solitamente presieduta da un Vescovo all’interno della propria Diocesi, e che riunisce intorno a Gesù, tutti i movimenti laicali ed associazioni della Diocesi stessa in cui si tiene. L’Adunanza Eucaristica’ nasce dal desiderio di condurre alla presenza del Signore ogni persona, in particolar modo i giovani, perché possano sperimentare in questa reale Presenza Eucaristica la fonte e la forza per un nuovo inizio o per continuare il cammino alla sequela del Signore Gesù; essa, pur essendo a grandi linee un evento di Adorazione ed Evangelizzazione che unisce “Gesù, giovani e notte”, prende per modi, tempi e clima spirituale una connotazione originale ed incisiva.

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http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2739

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DAL 12 MAGGIO RIPRENDE L’ATTIVITA’ DELLA SEDE REGIONALE PAPABOYS DELLE MARCHE. TUTTI AD ANCONA!

ANCONA – L’Associazione Nazionale Papaboys aveva iniziato già nel 2007 l’attività nella Regione Marche, con la realizzazione di un torneo di calcio a Loreto alla presenza della Selecao dei sacerdoti e contro la squadra dell’Amatori Calcio Loreto, un gruppo di giovani della città mariana che hanno mantenuto per un lungo periodo rapporti ‘sportivi’ con i giovani della Nazionale Papaboys. Ma da questo 12 maggio 2009 inizia anche nelle Regiona Marche una vera e propria attività continuativa, con tanta voglia di creare momenti di incontro ed appuntamenti che possano permettere ai giovani di incontrare, formarsi e continuare a camminare insieme fianco a fianco con Gesù anche durante i vari mesi…

Leggi tutto il testo su:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2537

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VATICANO – Domenica 26 aprile in piazza San Pietro la Canonizzazione di cinque Beati

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Domenica 26 aprile 2009, III Domenica di Pasqua, alle ore 10, il Santo Padre Benedetto XVI celebrerà l’Eucaristia sul sagrato della Basilica Vaticana e procederà alla Canonizzazione di cinque Beati: Arcangelo Tadini, (1846-1912), presbitero, fondatore della Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth; Bernardo Tolomei (1272-1348), Abate, fondatore della Congregazione di Santa Maria di Monte Oliveto dell’Ordine di San Benedetto; Nuno De Santa Maria Álvares Pereira (1360-1431), religioso, dell’Ordine dei Carmelitani; Geltrude Comensoli (1847-1903), vergine, fondatrice dell’Istituto delle Suore Sacramentine; Caterina Volpicelli (1839-1894), vergine, fondatrice della Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore.

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LA GMG DI MADRID NEL 2011: DALLA SPAGNA I PRIMI PASSI PER COLLABORARE CON L’ORGANIZZAZIONE

MADRID – Il 5 marzo 2009, a Madrid, si è formalmente costituita la Fondazione “Madrid Vivo”. I promotori dell’iniziativa considerano il contenuto spirituale come un elemento essenziale per rivitalizzare la società spagnola e per rispondere alla necessità di cercare soluzioni alle radici morali della crisi economica. L’atto di costituzione della Fondazione “Madrid Vivo” si è tenuto nella residenza dell’Arcivescovo di Madrid, Card. Antonio Maria Rouco Varela, il quale ha accettato la Presidenza d’Onore della Fondazione. Alla Fondazione – si legge nel lancio dell’Agenzia Fides, presieduta da Iñigo di Oriol, aderiscono diverse personalità della vita sociale ed economica del Paese.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2339

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Dieci anni di missione in Siberia per tre suore giapponesi

suoreTokyo (Agenzia Fides) – Dalle tranquille isole nipponiche alla gelida tundra della Siberia russa: è stata questa la missione evangelizzatrice di tre religiose giapponesi che per dieci anni hanno svolto un prezioso servizio pastorale nella fredda regione dell’Asia del Nord. Per un decennio hanno dedicato la loro vita di missionarie alla crescita della Chiesa locale, alla catechesi e alla cura dei battezzati, all’istruzione della fede cattolica per i ragazzi, all’aiuto di famiglie bisognose, alla cura dei malati. Ora sono tornate in patria portando con sé il patrimonio di questi dieci anni di missione e continueranno a sensibilizzare la comunità cattolica locale, in diverse diocesi, sui temi della “missione ad gentes”.
Si tratta di tre religiose della congregazione delle “Suore della Visitazione”, partite per la Siberia alla fine degli anni ’90, data la richiesta del piccolo gruppo di cattolici di quell’area, che desideravano avere un chiesa.
Le suore hanno iniziato il lavoro pastorale in Siberia insieme a due sacerdoti americani missionari di Maryknoll, adoperandosi per ricostruire una chiesa cattolica nella provincia di Khabarowski. Negli anni successivi la comunità giapponese ha continuato a contribuire alla missione in Siberia con l’invio di altri tre missionari laici, che si sono fermati nella regione per tre anni.
In Siberia la libertà religiosa è tornata al’inizio degli anni ’90, dopo 73 anni di oppressione del regime sovietico. Suor Kiyoko Suwa (82 anni), suor Kazuko Seya (70 anni) sono partite con un’altra consorella nel 1998, giungendo in una regione dove era ancor forte il terribile ricordo dei gulag staliniani e dove i pochi fedeli cattolici avevano conservato il lumicino della fede in clandestinità.
Fra le urgenze del lavoro pastorale, vi erano quella di restituire fiducia e speranza ai battezzati, che per anni non hanno potuto manifestare la loro fede, e quella di costruire ponti di dialogo e di comprensione con la Chiesa ortodossa.
Grazie ai contributi delle diocesi giapponesi – raccontano le religiose – la chiesa è stata ricostruita e la comunità cattolica è rinata: “All’inizio vi erano solo cinque persone a frequentare la Santa Messa. Oggi il numero dei parrocchiani è salito fino a 300. Molte persone, ritrovando nelle loro case simboli e oggetti legati alla fede cattolica, come il Santo Rosario, hanno riscoperto e rivitalizzato la loro fede”.
Il team missionario, negli anni, ha dato vita a diverse attività come : preghiera e meditazione comunitaria; lettura della Bibbia e celebrazione del Rosario nelle case; opere di carità in favore dei malati; cicli di catechesi per bambini, giovani e adulti. Grazie alla presenza delle suore nipponiche, è stato stabilito anche uno speciale gemellaggio fra la diocesi giapponese di Niigata e la diocesi siberiana di Khabarovsk. Oggi i contatti proseguono e la comunità cattolica siberiana cresce.
Le religiose dicono: “Evangelizzare non è predicare sermoni, ma farsi strumenti affinchè Gesù possa toccare il cuore dell’uomo e ogni individuo possa incontrare l’amore di Cristo nella sua vita. La missione consiste nel costruire un ponte fra l’uomo e Dio”.

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Occorre aspettare qualche mese per verificare i risultati dell’operazione militare” dice un missionario dopo il ritiro delle truppe rwandesi dal Kivu

Kinshasa (Agenzia Fides)- “Certe dichiarazioni ufficiali mi sembrano eccessivamente ottimiste e penso che siano state rilasciate per giustificare l’operazione militare congiunta; ma occorre guardare alla realtà dei fatti: non mi sembra che l’operazione sia riuscita a ottenere un risultato definitivo” dice all’Agenzia Fides p. Loris Cattani, missionario saveriano con una lunga esperienza nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), commentando l’avvio del ritiro delle truppe rwandesi che erano stata impiegate nel nord Kivu (est della RDC) in un’operazione congiunta con i militari congolesi contro le Forze Democratiche per la Liberazione del Rwanda (FDLR, il principale gruppo formato da ex miliziani hutu che dal 1994 hanno trovato rifugio nel nord Kivu). L’operazione era scattata il 20 gennaio, quando circa 6mila uomini dell’esercito rwandese erano entrati nel nord Kivu, con il consenso delle autorità congolesi. In cambio dell’aiuto congolese, il 22 gennaio era stato arrestato in Rwanda Laurent Nkunda, il leader del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP), il movimento di guerriglia che ha messo a ferro e fuoco il Nord Kivu (vedi Fides 21 e 23 gennaio 2009).
“Secondo le autorità congolesi sono stati uccisi 90 appartenenti alle FDLR mentre altri 200 si sono arresi per essere rimpatriati in Rwanda. Per quel che riguarda i civili, la MONUC afferma che circa 2000-3000 persone hanno fatto rientro in Rwanda. Se si pensa che le FDLR sono composte da circa 6mila combattenti sorgono dei dubbi sui risultati delle operazioni militari” spiega p. Cattani. “Le FDLR non hanno accettato il combattimento, fuggendo di fronte all’avanzata delle truppe congolesi-rwandesi e rifugiandosi nella foresta. È vero che sono state distrutte le loro basi, ma si fa presto a ricostruirle. Le FDLR si finanziano con i traffici delle ricchezze del Kivu e in passato sembra che abbiano ricevuto armi dall’esercito congolese per contrastare il movimento di Nkunda” continua il missionario. Secondo la stampa congolese si temono rappresaglie contro la popolazione civile locale da parte delle FDLR.

“Su un piano più generale, occorre fare due considerazioni- prosegue il missionario. In primo luogo la rapidità della svolta nelle relazioni tra Rwanda e Congo che fino agli inizi di gennaio si accusavano di destabilizzarsi reciprocamente: Kigali accusava Kinshasa di armare le FDLR; il Congo accusava invece il Rwanda di sostenere Nkunda. Poi all’improvviso la svolta: il Rwanda arresta Nkunda quasi in contemporanea all’operazione congiunta nel nord Kivu contro le FDLR. Un mese prima inoltre le truppe ugandesi avevano sferrato un’offensiva contro LRA. É emerso che entrambe le operazioni sono state preparate e appoggiate da AFRICOM, il nuovo comando del Pentagono per l’Africa. É chiaro che USA e Unione Europea hanno esercitato forti pressioni su Kigali e Kinshasa perché si riavvicinassero. Alla luce di queste considerazioni mi chiedo quanto questa svolta sia duratura e sincera. Inoltre l’operazione militare congiunta è stata preparata dal lato congolese da pochissime persone: il Parlamento non è stato consultato e nemmeno il Capo di Stato Maggiore delle forze armate. Si è giunti al paradosso che l’offensiva militare è stata preparata dal Capo della Polizia nazionale, John Numbi, senza coinvolgere il capo dell’esercito. Numbi è stato uno degli uomini chiave della decisione del gennaio 2007 di mantenere nel nord Kivu gli uomini del RCD Goma (un precedente gruppo di guerriglia filo-rwandese), che si erano integrati nell’esercito congolese riunificato (previsto dagli accordi di pace) invece di disperderli in altre regioni del Congo. Sono proprio questi uomini che sono andati a costituire un anno più tardi la formazione di Nkunda”.
Nonosstante queste considerazioni p. Loris rimane aperto alla speranza di pace: “Sono il primo a essere disposto a dare credito a un effettivo riavvicinamento tra Rwanda e Congo: spero sinceramente che vi sia un ritorno della pace. Si parla adesso di piani di integrazione economica tra Rwanda, Burundi e Kivu. Ma questo esisteva già prima della crisi degli anni ’90. Esisteva infatti la Comunità Economica dei Paesi dei Grandi Laghi. Occorre ritornare a questa senza però che gli interessi strategici ed economici delle potenze straniere condizioni questo processo, che deve essere al servizio, prima di tutto delle popolazioni locali

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AMERICA/STATI UNITI – Raccolta quaresimale 2009 per la Chiesa in Europa centrale e orientale

Washington (Agenzia Fides) – “Credere nel potere dello Spirito dell’Amore” è lo slogan della Colletta 2009 per la Chiesa in Europa centrale e orientale che si realizzerà il prossimo Mercoledì delle Ceneri, 25 febbraio, su iniziativa della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti. Sin dall’inizio di questa colletta, 15 anni fa, si è provveduto a sostenere la ricostruzione di tante chiese ed edifici ecclesiastici oltre che a costruire nuove parrocchie, sostenere e creare seminari, avviare programmi di servizio sociale, centri pastorali e a favorire l’annuncio del Vangelo attraverso i mezzi di comunicazione in tanti Paesi lontani che hanno sofferto repressione e persecuzione per molti anni. Sebbene la Colletta si realizza ufficialmente il Mercoledì delle Ceneri, ogni Diocesi particolare può scegliere le proprie date.
Con la Colletta del 2008, la Chiesa Statunitense ha raccolto 6,8 milioni di dollari utilizzati per realizzare 335 progetti in 28 Paesi, tra cui la Georgia, l’Ucraina, l’Estonia, la Polonia, la Serbia, la Lituania e la Bielorussia. Si è data ovviamente priorità ai Paesi più poveri come la Moldavia, l’Albania e il Kyrgyzstan. Molti di questi progetti del 2008 hanno riguardato l’assistenza umanitaria ai bambini di strada e le case di assistenza per persone anziane, attraverso Caritas Tbilisi (Georgia), come un sistema nuovo di riscaldamento per il seminario di Aviv in Ucraina, risparmiando l’enorme costo del gas naturale della Russia. Si è offerto anche un contributo alla TV cattolica in Lettonia.

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“Assistenza on-line: superare la crisi finanziaria con te”; la comunità cattolica condivide le preoccupazioni dei giovani lavoratori nell’attuale crisi economica mondiale

Hong Kong (Agenzia Fides) – Una pagina web speciale, una “linea verde”, la visita in famiglia … sono diverse le iniziative della comunità cattolica di Hong Kong per stare vicino ai giovani lavoratori e a tutti i cittadini angosciati dalla paura del licenziamento causato dalla crisi finanziale globale. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese), l’Associazione Cattolica dei Giovani Lavoratori, la Caritas di Hong Kong e il Centro Pastorale dei Lavoratori, in collaborazione con decanati e parrocchie, hanno lanciato questa Campagna di solidarietа che prevede come principale iniziativa l’ “Assistenza on-line: superare la crisi finanziaria con te”.
Il recente Capodanno cinese è stato vissuto con apprensione da tanti giovani di Hong Kong, che temevano di trovare la lettera di licenziamento al ritorno in ufficio o in fabbrica dopo le feste. Quindi le parrocchie e l’Associazione Cattolica dei Giovani Lavoratori si sono impegnate ad aiutare i giovani su diversi fronti:

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=28989&lan=ita

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