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CALCIO, DANZA E RELIGIONE: IL I MEMORIAL PIO XII ILLUMINA LA CITTÀ DI SANTA MARINELLA

SPECIALE PIO XII (Santa Marinella) – È iniziata con una Santa Messa ed è finita con strette di mano, abbracci ed una premiazione originale, in cui al posto delle classiche coppe e medaglie sono stati regalati ai giocatori libri su Papa Giovanni Paolo II. In mezzo, un triangolare di calcio e una mostra foto-documentaria dedicata ad Eugenio Pacelli, Papa Pio XII. È stata questa la tre giorni del “I Memorial Pio XII” che, da venerdì 8 aprile a ieri, domenica 10, ha regalato momenti di cultura, amicizia e allegria nella cornice di una Santa Marinella un po’ nuvolosa, ma sempre molto suggestiva.

L’evento, volto a mantenere sempre viva la memoria e a far conoscere ai giovani di Santa Marinella la vita e le azioni del loro concittadino Eugenio Pacelli-Papa Pio XII, ha avuto inizio venerdì scorso nel Palazzetto dello Sport, quando il sindaco di Santa Marinella Roberto Bacheca e l’assessore allo Sport Rodolfo La Rosa hanno inaugurato una mostra itinerante foto-documentaria su Pio XII. Grazie a 30 pannelli ricchi di fotografie inedite, documenti e testimonianze, il curatore della mostra, professor Livio Spinelli, ha accolto gli alunni delle scuole elementari e medie di Santa Marinella, spiegando loro i momenti più significativi del pontificato di Pio XII che, durante la Seconda Guerra Mondiale, salvò la vita a circa 5.000 ebrei, offrendogli rifugio nei palazzi del Vaticano e nelle chiese romane.

La mostra, con le sue immagini e documenti inediti, illustra moltissimi momenti della vita di Eugenio Pacelli a Roma e Santa Marinella: dalla giovinezza alla creazione a Cardinale, fino a divenire Papa Pio XII; dal pontificato sotto la guerra – celebre il suo discorso alla radio del 24 agosto 1939, in cui Pio XII pronunciò la frase simbolo del suo pontificato: ‘Nulla è perduto con la pace; tutto può essere perduto con la guerra’ – al 19 luglio 1943 quando, dopo il violento bombardamento di San Lorenzo a Roma, Papa Pacelli, con un’uscita eccezionale dal Vaticano, si recò nei quartieri colpiti. I pannelli allestiti per la mostra dal professor Spinelli descrivono però anche altri avvenimenti storici avvenuti nella città di Santa Marinella, come l’opera di Padre Lorenzo Van Den Eerenbeemt, dell’Ordine Carmelitano, e l’arrivo dei cadetti ebrei della Marina militare e mercantile di Israele.

La tre giorni dedicata a Pio XII ha avuto però il suo momento più importante ieri, domenica 10 aprile 2011. Alle 11:30, nella Parrocchia di San Giuseppe, il Vescovo della diocesi di Porto S. Rufina, Monsignor Gino Reali, ha celebrato una speciale Messa in memoria di Pio XII, con tutti i fedeli presenti che al termine della funzione hanno letto una preghiera per Papa Pacelli. I cittadini di Santa Marinella si sono poi recati allo Stadio Comunale, dove alle 15 l’assessore allo Sport Rodolfo La Rosa ha dato il calcio d’inizio al triangolare di calcio tra Nazionale Calcio Papaboys, DirTel Vatican Team e la locale Don Carlo Interclub. La prima sfida calcistica è stata preceduta dallo splendido spettacolo di una giovanissima squadra delle All Blacks Cheers di Santa Marinella, 8 bravissime cheerleaders dirette dalla coordinatrice Sara Cianti.

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BENEDETTO XVI: “OGNI GMG È UN AUTENTICO REGALO” . IL PAPA RISPONDE ALLE TUE DOMANDE

LUCE DEL MONDO – Nel nuovo libro La Luce del mondo, il Papa risponde alle tue domande: Che cosa provò quando fu eletto Papa? Come prega da quando è stato nominato Pontefice? Come ha affrontato il tema degli scandali sessuali? Come arrestare l’AIDS in Africa? Cosa ne pensa delle Giornate Mondiali della Gioventù? Qual è la principale sfida per i cristiani oggi? Benedetto XVI risponde alle domande del giornalista tedesco Peter Seewald nel suo nuovo libro-intervista La luce del mondo. Tra molti altri temi, il Papa parla delle Giornate Mondiali della Gioventù, delle quali ha detto che da quando furono create si sono trasformate in “un autentico regalo”. Come se si trattasse di una conversazione vis-a-vis, il Papa rivela le sue preoccupazioni, i pensieri e i modi di essere più intimi. Di seguito proponiamo un estratto di alcuni “passaggi”.

Giornate Mondiali della Gioventù

“Quando penso a quanti giovani trovano in queste giornate un nuovo punto di partenza e vivono poi spiritualmente da quel momento, a quanta allegria resta dopo l’evento, ma anche a quanto raccoglimento c’è durante le Giornate, devo dire che lì succede qualcosa che non creiamo noi”. Le Giornate Mondiali della Gioventù non sono un puro atto di massa, e così lo percepiscono tutti coloro che si trovano implicati in esse: “In Australia ci si aspettava grossi problemi di sicurezza, difficoltà, conflitti, tutto quello che succede in manifestazioni di massa. C’era inquietudine e un atteggiamento critico. Alla fine, però, la polizia era entusiasta, e tutti erano contenti perché non si era verificato alcun incidente”. Il segreto? “Semplicemente, ci spinse l’allegria comune della fede e ciò rese possibile che centinaia di migliaia di persone rimanessero in silenzio, unite al Santissimo Sacramento. In questo raccoglimento e in questa allegria, nel godimento interiore e nell’incontro autentico, nella assenza di criminalità e in tutto il resto, accade qualcosa di estremamente meraviglioso, qualcosa molto diverso da ciò che di solito succede negli eventi di massa”. Conclude: “E da Sidney continuano a prodursi effetti, come per esempio, le vocazioni al sacerdozio. Credo che con le Giornate Mondiali della Gioventù si è trovato qualcosa che aiuta tutti (…) La Spagna è sempre stata uno dei grandi Paesi cattolici con vitalità creativa. Se Dio vuole, entrerò di nuovo in contatto con lui nella Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid.

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MADRE TERESA E “LA DANZA DEL BAMBINO”: IL RACCONTO DI UN EPISODIO CHE FA RIFLETTERE!

CALCUTTA – C’è un episodio, nella vita di madre Teresa, che sconvolge molte convinzioni e lascia pensosi, forse uno degli episodi-chiave per capire questa figura. Lo raccontò lei stessa.

«Durante una notte passata nella stazione di Howrah, a Calcutta, verso mezzanotte quando i treni sono tutti fermi per qualche ora, arrivò una poverissima famiglia che veniva di solito a dormire alla stazione. Erano una madre e quattro figli, dai cinque agli undici anni. La madre era una buffa, piccola cosa avvolta in un sari bianco di cotone, sottile per quella notte di novembre, con i capelli rasi a zero, stranamente per una donna. Aveva con sé dei recipienti di latta, qualche straccetto e dei pezzi di pane, tutto quanto possedeva per sé e per i suoi figli. Erano mendicanti. La stazione era la loro casa. I bambini, tre ragazze e un bimbo che era il più piccolo, erano come la madre pieni di vivacità. A quell’ora, in piena notte, sedettero tutti su un marciapiede della stazione presso le rotaie, vicino ad altre innumerevoli famiglie e mendicanti solitari che già dormivano tutt’intorno, e fecero il loro pasto serale di pane secco, probabilmente quanto era avanzato a un rivenditore che verso sera lo aveva ceduto a un prezzo bassissimo. Ma non fu un pasto triste. Essi parlavano, ridevano e scherzavano. Sarebbe difficile trovare una riunione di famiglia più felice di quella. Quando il breve pasto fu finito, andarono tutti a una pompa con grande allegria, si lavarono, bevettero e lavarono i loro recipienti di latta. Poi stesero con cura i loro stracci per dormire vicini, e un pezzo di lenzuolo per coprirsi tutti. E fu allora che il ragazzino fece qualcosa di assolutamente meraviglioso: si mise a danzare. Saltava e rideva fra i binari, rideva e cantava sommesso con incontenibile gioia. Una simile danza, in una simile ora, in così assoluta miseria!».

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