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IERI NELLA CHIESA DELLA FARNESINA IL RITIRO SPIRITUALE DEI PAPABOYS: IL PRIMO DI UNA LUNGA SERIE!

EVENTI ( Roma) – “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra” (Matteo 25, 31-33)
Un’iniziativa nuova e lodevole quella dell’Associazione Nazionale Papaboys. L’ufficio di presidenza dell’Associazione si è riunito ieri pomeriggio, alle 17, per un ritiro spirituale nella Chiesa dei Santi Giovanni Evangelista e Petronio dei Bolognesi, situata nei pressi di Campo de’ Fiori, a Roma. 

Il ritiro è stato presieduto da Don Walter Trovato che, oltre ad essere cappellano della Polizia di Stato, è l’assistente spirituale dei Papaboys. Don Walter, in tutta la sua semplicità, ha sviluppato la catechesi in modo chiaro e conciso, fondando il suo discorso sull’importanza e sul valore che il Battesimo ha per ogni cristiano.Sulla scia del messaggio evangelico, Don Walter ha suscitato l’attenzione dei “ragazzi del Papa” a prendere consapevolezza delle proprie azioni davanti a Dio, in quanto battezzati nella Santa Chiesa Cattolica. Gesù, al cospetto del suo popolo, non giudica, ma separa semplicemente le pecore dai capri.Perciò non bisogna temere il giudizio di Dio, ma avvicinarsi a Lui, proprio come ha affermato l’assistente spirituale dei Papaboys: “Non bisogna aver paura del Signore, ma correre davanti al tabernacolo”. Solo attraverso la preghiera e l’assiduità ai sacramenti, dunque, possiamo trovare la pace interiore e divulgare la parola del Vangelo. 

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“E L’ESISTENZA DIVENTA UNA IMMENSA CERTEZZA”: A RIMINI, UNA MOSTRA SULLA VITA DI GESÙ A CAFARNAO

CULTURA (Rimini)- “E l’esistenza diventa una immensa certezza”: questo è il nome della mostra che ospiterà, dal 21 al 27 agosto, il Meeting di Rimini. La rassegna avrà come tema principale la vita di Gesù a Cafarnao e nasce dall’incontro del custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa ed alcuni amici del Meeting di Rimini, molti dei quali hanno prestato servizio come volontari della Custodia di Terra Santa e di Ats pro Terra Sancta. L’obiettivo della mostra è quello di riproporre il fatto storico di Gesù, la sua continuità e contemporaneità di oggi. La vita pubblica di Cristo ha avuto come scenario le rive del lago di Tiberiade ed in particolare la cittadina di Cafarnao, oggi divenuto sito archeologico custodito dai frati francescani di Terra Santa. 

La mostra è stata realizzata da un team di biblisti, scenografi, registi, fotografi, architetti, ingegneri, e verrà editata in collaborazione con il patrocinio della Custodia di Terra Santa, mentre Ats pro Terra Sancta contribuirà all’aspetto organizzativo mettendo a disposizione i volontari che in questi mesi si trovano a Gerusalemme. Si tratta di una mostra itinerante che proporrà il percorso che alcuni abitanti ebrei di Cafarnao hanno fatto dal primo incontro con Gesù di Nazareth fino al riconoscimento di fede che permise loro di arrivare a dare la vita per Lui. Gli elementi della rassegna sono state selezionati dagli scavi archeologici realizzati nell’ultimo secolo dai padri francescani della Custodia di Terra Santa e dallo studio esegetico dei Vangeli. 

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SU ANDIAMO A BETLEMME: OMELIA NATALIZIA ALLA SCUOLA DI BENEDETTO XVI

BETLEMME – Memorizziamo Betlemme per cogliere il Dio con noi nell’Eucaristia, con un amore più grande dei nostri peccati, nella Riconciliazione natalizia andiamo a Betlemme! La frase pronunciata dai pastori nella Notte Santa è stata attualizzata in continuità convenendo alla Messa di Natale e con essa viene detto che cosa realmente significhi la fede celebrata a Natale. E’ un invito a farsi pastori per poter udire la voce dell’angelo che oggi annuncia la gioia del Dio dal volto umano di essere con noi, con ciascuno singolarmente e con l’umanità nel suo insieme. Infatti questa gioia è sempre attuale perché proviene in continuità da Dio. E’ una esortazione a cercare la strada di conversione. A metterci in marcia, a riconoscere il bambino che anche oggi nasce su questo altare nel pane e nel vino transustanziati per portare nel mondo la gloria, l’amore di Dio come pace per gli uomini che egli ama comunque ridotti.

Ho 76 anni e da ragazzo, da adolescente, da giovane attraverso le innumerevoli recite natalizie e i canti pastorali noi cantavamo, sentivamo che quelle parole “andiamo a Betlemme” erano rivolte a noi. Erano il punto in cui potevamo inserirci nell’evento biblico. Forse non eravamo in grado di grandi riflessioni sulla Trinità di Dio. Ma ci identificavamo con i pastori, contadini ci sentivamo pastori, capaci di incamminarci con i pastori all’incontro con quel Dio che potevamo capire e amare, perché si era fatto così vicino da ascoltare e perdonare in persona i nostri peccati nel sacramento della confessione e soprattutto assimilarci a lui nella comunione eucaristica con la gioia di poterla ripetere tre volte: a mezzanotte, all’alba, nel giorno. Oggi che si punta perfino ad escludere il presepio dalla cultura e dagli ambienti pubblici, e la fede nel Dio con noi diventa più difficile, anche perché viviamo in un mondo, soprattutto in città, che si presenta quasi sempre come opera nostra, nel quale, per così dire, Dio non compare più direttamente, sembra divenuto superfluo ed estraneo. Siamo molto lontani dalla semplicità dei pastori e del loro mondo dove tutto era visto nella verità che rende liberi cioè come dono di Dio creatore, come l’albero di Natale dovrebbe richiamarci. Tuttavia ci può confortare il fatto che in fondo anche i saggi che venivano dall’Oriente, esponenti di una civiltà raffinata e progredita che in certo qual modo rappresentano anche noi, hanno trovato la via che porta alla mangiatoia. Elena, madre di Costantino, nel momento in cui trova la croce di Cristo, va con il pensiero a quei saggi venuti dall’Oriente: “Siete arrivati tardi, proprio come me. Prima di voi sono arrivati i pastori, e persino gli animali. Erano già radunati con il coro degli angeli quando voi non vi eravate messi in cammino. Per causa vostra persino le norme rigide che regolano il corso degli astri hanno dovuto essere un po’ modificate. Miei cari cugini, pregate per me, pregate per i grandi di questo mondo, pregate per tutti gli eruditi e i superbi che si ritengono superiori a tutti, perché non siano dimenticati davanti al trono di Dio, quando i semplici, gli umili, i piccoli entreranno nel regno di Dio”.

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IL PAPA INAUGURERA’ LA NOVENA DI NATALE CON IL MONDO DEGLI UNIVERSITARI IL 17 DICEMBRE IN VATICANO

CITTA’ DEL VATICANO – Iniziato da Giovanni Paolo II nel lontano 1979, prosegue il tradizionale incontro degli universitari con il Papa in preparazione al Santo Natale. Quest’anno, per la prima volta, sarà Benedetto XVI a presiedere l’incontro, con la recita solenne del Vespri, nel primo giorno della novena di Natale. Il 17 dicembre iniziano le ferie d’Avvento, con le grandi Antifone del Magnificat. Il Papa inizia la novena di Natale con gli universitari. Tema dell’anno pastorale della diocesi di Roma per gli universitari: Eucarestia e carità intellettuale. Al termine della preghiera avverrà il passaggio dell’Icona della Sedes Sapientiae dalla delegazione australiana a quella nigeriana. L’Icona inizierà il cammino nelle Università africane coordinato dal SECAM (Simposio delle Conferenze d’Africa e del Magadascar). Il Natale, in continuità con il Sinodo speciale per l’Africa, avrà per tema: Un nuovo ponte della conoscenza con l’Africa. L’Icona sarà a Roma dal 14 dicembre nella Basilica di S. Pietro in Vincoli, dove si alterneranno incontri di preghiera animati dagli universitari africani. Mercoledì 16 dicembre avrà luogo il convegno sulla cooperazione universitaria con l’Africa promosso dalla Direzione generazione alla Cooperazione allo sviluppo e la sera il Concerto per l’Africa presso la Basilica di S. Maria degli Angeli.

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IL PAPA A SAN GIOVANNI ROTONDO – ANGELUS: ‘AFFIDO A SAN PIO E MARIA L’ANNO SACERDOTALE

luSAN GIOVANNI ROTONDO – Al termine della Messa dal sagrato della Chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo, Benedetto XVI ha guidato la preghiera dell’Angelus, ricordando la devozione che aveva verso la Madonna. “Tutta la sua vita – ha detto – e il suo apostolato si sono svolti dunque sotto lo sguardo materno della Madonna e con la potenza della sua intercessione. Anche la Casa Sollievo della Sofferenza egli la considerava opera di Maria, ‘Salute dei malati’”.“All’intercessione della Madonna e di San Pio da Pietrelcina – ha aggiunto – vorrei affidare in modo speciale l’Anno Sacerdotale, che ho inaugurato venerdì scorso, Solennità del Sacro Cuore di Gesù. Sia esso un’occasione privilegiata per porre in luce il valore della missione e della santità dei sacerdoti al servizio della Chiesa e dell’umanità del terzo millennio!”. Il Papa ha poi affidato alla Madonna tutti i fedeli di San Giovanni Rotondo. “Sull’esempio di Padre Pio – ha detto – anch’io oggi voglio affidarvi tutti alla materna protezione della Madre di Dio.

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QUESTA SERA IN ONDA SU RAI DUE ALLE 20.40 IL MISTERO DELLA SANTA CASA DI LORETO

LORETO – Un interessante documentario girato dalla Studio3 TV di Porto Sant’Elpidio (Ap), un altro mistero affrontato dalla trasmissione “Voyager” di Rai Due, un importante appuntamento da non perdere: il prossimo mercoledì 4 Febbraio il noto programma di Roberto Giacobbo trasmetterà infatti il servizio “Il mistero della Santa Casa di Loreto”. Un’esclusiva indagine su un enigma tra i più affascinanti e controversi nella storia del Cristianesimo, che ha origine proprio nelle Marche…

Dopo aver girato documentari in Perù, Messico, Brasile ed Ecuador, già andati onda su Voyager, la Studio3 TV – nota casa di produzione televisiva marchigiana – questa volta ha voluto concentrare l’attenzione sul proprio territorio, per valorizzare le risorse locali e svelare i misteri nascosti proprio nella nostra regione. Come appunto quello del Santuario lauretano. Al suo interno è infatti custodita la Santa Casa di Nazaret dove, secondo la tradizione devozionale, la Vergine Maria ricevette l’Annunciazione. Ciò che però non si spiega è come sia possibile che le pietre della casa, di provate origini palestinesi, possano trovarsi a Loreto.

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