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OLTRE 20.000 PROFUGHI BISOGNOSI D’AIUTO: L’IMPEGNO DELLA CARITAS IN UN PAESE CHE È TEATRO DI GUERRA

ESTERI (Banmaw, ASIA)– Grande impegno è stato quello della Caritas che si è mobilitata per l’emergenza umanitaria in corso nel Nord del Myanmar, un Paese travagliato da una guerra civile fra l’esercito regolare e i ribelli del Kachin Independent Army. L’associazione umanitaria è l’unica organizzazione impegnata sul territorio per aiutare e sostenere oltre 20mila profughi. Oltre alla diocesi di Myitkyina, che copre quasi per intero il territorio dello stato kachin, anche la diocesi di Banwam è soggetta al conflitto: per questo si sono impiegati numerosi volontari della Caritas locale, soprattutto giovani, religiose, sacerdoti che, senza indugio, si sono attivati “per l’assistenza umanitaria pastorale a migliaia di fedeli disorientati e terrorizzati”, rischiando la loro stessa vita a causa dei bombardamenti che colpiscono l’area in cui si portano il loro aiuto umanitario.

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PAKISTAN, L’ALLARME DI UN PRETE: “PAESE IN MANO AI TALEBANI, DOPO MORTE BIN LADEN ANCORA PIÙ FORTI”

ESTERI (Faisalabad, PAKISTAN) – “Il Pakistan è ormai in mano ai talebani. Sono divenuti sempre più forti, anche dopo la morte di Bin Laden. E godono del consenso di larghe fasce di popolazione: il cittadino comune, il musulmano pakistano medio, è molto adirato verso il governo, verso gli Usa e verso la Nato, per questo guarda con favore le azioni dei gruppi talebani”. È l’allarme lanciato tramite l’Agenzia Fides da padre Bonnie Mendes, sacerdote cattolico di Faisalabad, responsabile uscente della sezione Asia di Caritas Internationalis. Padre Mendes parla a Fides all’indomani del grave attentato di Karachi, dove i gruppi talebani hanno attaccato una base militare, con un “assedio” durato 12 ore, facendo almeno 11 morti e catturando diversi ostaggi. Si tratta del terzo attacco contro obiettivi militari pakistani nel giro di un mese, e questo, nota padre Medes, “dimostra che i gruppi talebani, dopo la morte di Bin Laden, non si sono scoraggiati o sfiduciati, ma anzi, hanno voluto dare una prova della loro forza e compattezza”.

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PER LA PACE IN TERRA SANTA L’INCONTRO SPIRITUALE DI CIRCA 5 MILIONI DI FEDELI IN TUTTO IL MONDO

2000 Città unite in un’unica preghiera: “We want peace in the Holy Land”
ROMA – Si è conclusa da poche ore la Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, celebrata in 2000 città di tutto il mondo. L’iniziativa di preghiera nata dalla volontà di alcune associazioni cattoliche giovanili (tra cui noi Papaboys, ma anche l’Apostolato ‘Youth for life’ ed il network mondiale delle Cappelle di Adorazioni perpetua ed Adunanza Eucaristica), e patrocinata dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che in questa terza edizione sono riuscite a coinvolgere, convogliandole in un’unica preghiera mondiale di 24 ore, le voci di milioni di fedeli affinché un comune grido di speranza potesse “salire fino al cuore del Signore e riportare la pace nella Sua terra”.

Partendo da Gerusalemme, e poi da Roma a Tokio, passando per Lima, Buenos Aires e New York, con una presenza in quasi tutti i continenti, le 2000 città che hanno partecipato a questa due giorni di preghiera si sono incontrate, per qualche ora, mettendo da parte tutte le incomprensioni sociali e giuridiche che rappresentano il quadro geopolitico di questo nostro mondo, sempre disastrato a causa di poche lobbie di controllo che governano, o (non)provano a farlo. Il 29 e 30 gennaio 2011 si è provato ad andare oltre, come ormai succede da tre anni, ai rapporti ed alle problematiche che caratterizzano la società mondiale e ci si è concentrati con il Re della Pace al centro dell’azione ispirata, per tentare di portare un seme di speranza in un terra falcidiata da un conflitto pluriennale che i potentati che governano la terra non possono o non vogliono risolvere, anteponendo, scusate l’ovvietà, gli interessi di pochissimi alla vita di migliaia di persone ed alla storia di un luogo così importante non solo per i cristiani ma per l’umanità tutta.

Non solo Terra Santa, in ogni caso, nel 2011 i conflitti in corso nel mondo sono 24, compreso quello tra israeliani e palestinesi. I dati sono a dir poco allarmanti e, mentre in Italia si discute delle abitudini sessuali della politica, i morti continuano a crescere: quasi 200.000 solo in Medio Oriente dal 1984, 330.000 circa in Asia, 585.000 in Africa dal 1992 – a cui vanno aggiunte le vittime scaturite dalla rivolta esplosa in Egitto –, 50.000 in Russia a seguito del conflitto in Cecenia e 300.000 morti in America Latina con una guerra civile che in Colombia prosegue ormai dal 1964.

Questa preghiera quindi vuole proporsi come veicolo di speranza non solo per quanto riguarda la questione israelo-palestinese, ma anche come strumento per portare nei cuori delle persone una rinnovata idea di pace, dell’Uomo stesso che è la Pace! Proprio i cittadini del mondo hanno risposto con entusiasmo, gioia e profonda conversione di cuore a questa “richiesta di Pace” (leggi richiesta di intercedere presso il Signore ndr); rispetto alla seconda edizione della giornata internazionale di intercessione per la pace le città sono raddoppiate ed il sogno è quello di proseguire su questa strada, programmando sin da subito la quarta giornata, con la volontà di coinvolgere – con l’aiuto della Provvidenza – sempre più città in tutto il pianeta. E’ chiaro ed evidente che non ci interessano i numeri, ma la conversione dei cuori. Per i media, talvolta presi da statistiche e meno dai contenuti, la palma di “leader” per il 2011 va sicuramente agli Stati Uniti con 1725 città coinvolte e 2284 celebrazioni. La grande presenza americana è ovviamente determinata dal grande network di Adorazione Perpetua creato in questi anni, nel silenzio, nel nascondimento rispetto alla società dell’informazione e dell’opulenza, ma formato da uomini e donne d’America, motivati nella ricerca costante di Gesù e spinti da una insaziabile sete di verità.

Anche il Canada si è dimostrato molto sensibile nei confronti di un tema così profondo con 105 celebrazioni e 78 città coinvolte. In Asia hanno partecipato alla due giorni di preghiera 16 città per un totale di 30 celebrazioni. Proprio due delle città ad aver pagato il più alto prezzo della follia della guerra, Nagasaki ed Hiroshima, sono state tra le prime ad aderire a questa terza edizione di preghiera per la Terra Santa, dimostrando sin da subito la volontà di collegarsi spiritualmente a tutte le altre città coinvolte nel mondo ed essere “testimonianza di pace” che può arrivare anche dall’ascolto, dall’accettazione degli errori, ma soprattutto dal perdono.

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40MILA E-MAIL E UNA PETIZIONE ANTI-BLASFEMIA. MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE PER SALVARE ASIA BIBI.

ISLAMABAD – La mobilitazione internazionale per la salvezza di Asia, Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia, sta dando i primi risultati: grazie all’impegno di associazioni cristiane, gruppi che tutelano i diritti umani, semplici cittadini, gli uffici governativi del Pakistan sono stati inondanti, in pochi giorni, da circa 40mila messaggi e-mail che chiedono la liberazione della donna.

La Chiesa in Pakistan e le comunità cristiane a livello internazionale hanno rilanciato la petizione per l’abolizione della legge sulla blasfemia, diffusa un anno fa: grazia a una iniziativa della “Commissione Giustizia e Pace” dei Vescovi pakistani, condivisa da numerose altre associazioni, sono state raccolte in Pakistan oltre 75mila firme per chiedere al governo l’abrogazione della norma. L’iniziativa ha varcato i confini nazionali ed è stata raccolta dall’opera “Aiuto alla Chiesa che Soffre”: in Francia il Segretariato dell’Opera ha raccolto e consegnato di recente al governo francese otre 10.600 mila firme, mentre il Segretariato italiano di ACS in poche settimane ha raggiunto quota 1.400 adesioni e si appresta a rilanciare la petizione in occasione della presentazione del Rapporto 2010 sulla Libertà religiosa che si terrà il 24 novembre a Roma. Il provvedimento continua a destare un acceso dibattito nella società pakistana. La Chiesa, la “Commissione Nazionale per i Diritti Umani” e altri gruppi della società civile, anche musulmani, contestano apertamente la legge e ne chiedono l’abolizione. Oggi domandano al governo di aprire un tavolo ufficiale in Parlamento per riesaminarla. Il Ministro Federale per le Minoranze religiose, Shahbaz Batti, ne promuove la “revisione”. La Conferenza degli “Jamiat Ulema del Pakistan” (JUP), in rappresentanza di oltre 30 partiti religiosi, la ritiene invece “intoccabile” e minaccia dure proteste in caso contrario. Fonti locali di Fides notano che, negli ambienti islamici fondamentalisti, “è in atto un tentativo di definire ‘blasfemo’ chiunque vuole abolire la legge sulla blasfemia. Ciò potrebbe fomentare ulteriormente l’odio religioso nella società”. La “Legge sulla blasfemia” include gli articoli 295b, 295c, 298a, 298b e 298c del Codice Penale pakistano e prevede il carcere o anche la pena capitale per quanti insultano o dissacrano il nome del Profeta Maometto e del Corano. (PA)

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MISSIONE ALLE GENTI E NUOVA EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI CRISTIANI. LA FEDE SI RAFFORZA DONANDOLA!

ROMA – Come ogni anno dal 1926, nella penultima domenica di ottobre si celebra nel mondo cattolico la “Giornata missionaria mondiale” (quest’anno domenica prossima 24 ottobre). Papa Benedetto ha pubblicato il suo messaggio sul tema “La costruzione della comunione ecclesiale è la chiave della missione”, che incomincia così: “Cari fratelli e sorelle, il mese di ottobre, con la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale, offre alle Comunità diocesane e parrocchiali, agli Istituti di Vita Consacrata, ai Movimenti Ecclesiali, all’intero Popolo di Dio, l’occasione per rinnovare l’impegno di annunciare il Vangelo e dare alle attività pastorali un più ampio respiro missionario”. Quante volte a me missionario qualcuno chiede: “Perché parlare ancora di missioni, di mandare personale e aiuti in Africa, in Asia, in Oceania, quando qui in Italia stiamo perdendo la fede? C’è bisogno di missionari qui da noi”. Il messaggio del Papa risponde a questa domanda. La missione ha un significato ben più ampio di quanto normalmente si crede. Certo, lo scopo primo è di ricordare ai fedeli la “missione alle genti”, cioè l’annunzio di Cristo ai popoli che ancora non hanno ricevuto la “ Buona Notizia” del Vangelo; e di invitare i fedeli a pregare e ad aiutare i missionari fra i non cristiani. Ma la Giornata missionaria ha un significato più ampio e profondo: tutte le comunità cristiane (famiglie, parrocchie, istituti religiosi, movimenti e associazione laicali), debbono essere “missionarie”. Perché “la Chiesa è per natura sua missionaria” (Ad gentes, 2). Cristo l’ha creata così e se non fosse più missionaria non sarebbe più la Chiesa di Cristo. Marcello Candia diceva spesso: “Io sono missionario in forza del mio Battesimo”. In altre parole, missione alle genti e nuova evangelizzazione dei popoli cristiani sono strettamente collegate, l’una non sta senza l’altra, l’una riceve forza e motivazioni nuove dall’altra. C’è un passo del Vangelo che spiega bene questa verità difficile da capire e da credere: infatti si pensa che, proprio perché qui da noi diminuisce la fede e la vita cristiana, bisogna concentrare tutte le nostre forze ecclesiali sul popolo italiano, per riportarlo alla fede. Gesù non la pensava così. Poco prima di salire al Cielo, “Gesù apparve agli undici discepoli mentre erano a tavola. Li rimproverò perché avevano avuto poca fede e si ostinavano a non credere a quelli che l’avevo visto risuscitato. Poi disse: ‘Andate in tutto il mondo e portate il Vangelo a tutti gli uomini. Chi crederà e sarà battezzato, chi non crederà sarà condannato’” (Mc . 16, 14-16).

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SAVE THE CHILDREN: 8 MILIONI DI BAMBINI MUOIONO OGNI ANNO NEL MONDO PER MALATTIE CURABILI.

ROMA – Ogni anno più di 8 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono per malattie prevenibili e curabili, come polmonite e diarrea, e persino perché affamati. 195 milioni sono affetti da malnutrizione cronica. Le aree più interessate: l’Africa e il Sud dell’Asia. Lo afferma il rapporto di Save the Children sulla mortalità infantile, che ieri ha lanciato dal Campidoglio, a Roma, la campagna “Every One”. La manifestazione, che durerà fino al 7 novembre, prevede tra le varie iniziative anche la possibilità di donare 2 euro mandando un sms al numero 45503. Debora Donnini ha intervistato Filippo Ungaro, responsabile comunicazione di Save the Children-Italia.

R. – Basterebbe veramente pochissimo per salvare la vita a questi bambini. Parliamo di banali medicinali, cuscini, zanzariere o, comunque, l’assistenza sanitaria adeguata.

D. – Voi avete parlato anche di progressi che sono stati registrati in questo ultimo tempo: quali sono?

R. – Ci sono dei Paesi che hanno investito nei sistemi sanitari, grazie anche all’aiuto di organizzazioni come Save the Children. Dallo scorso anno i dati sulla mortalità si sono ridotti, siamo passati da 9 milioni di bambini che muoiono ogni anno a poco più di 8 milioni. Tutto questo è certamente un dato positivo ma, purtroppo, questo numero è ancora un numero inaccettabile e, purtroppo, la comunità internazionale non sta facendo abbastanza per risolvere questo problema. Ricordiamo che esiste uno degli obiettivi del Millennio che riguarda la mortalità infantile e che prevede la sua riduzione di due terzi entro il 2015. Andando avanti di questo passo, l’obiettivo si raggiungerà soltanto nel 2045, quindi con ben 30 anni di ritardo.

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Emozioni by Papaboys… Adunanza Eucaristiche internazionali e missione di pace in Terrasanta

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Il Papa ai Rogazionisti: rinnovare modi e linguaggi per annunciare il Vangelo

Nuovi linguaggi e modi per annunciare il Vangelo agli uomini: li auspica Benedetto XVI nel Messaggio rivolto all’XI Capitolo generale dei Rogazionisti del Cuore di Gesù, ospitato in questi giorni nel Centro di spiritualità Rogate di Morlupo nei pressi di Roma. Tema di riflessione: “La regola di vita, garanzia dell’identità carismatica, espressione della consacrazione, sostegno della comunione fraterna, progetto di missione”. 
 Benedetto XVI chiede ai Padri rogazionisti “di annunciare la Buona Novella con linguaggi e modi comprensibili agli uomini del nostro tempo, coinvolti in processi sociali e culturali in rapida trasformazione”. Questo esige oggi “la grande sfida dell’inculturazione”, sottolinea il Papa. 53 i confratelli rogazionisti, convenuti a Morlupo da Europa, Asia, Africa, America per dibattere su importanti questioni che andranno ad incidere sulla Costituzione e sulle Norme dell’Istituto per adeguarle ai tempi odierni, in linea con la nuova sensibilità ecclesiale – osserva il Santo Padre – “scaturita dal Concilio Vaticano II e codificata nel vigente Codice di Diritto Canonico”. Un processo di aggiornamento già avviato nel capitolo precedente, che i Padri rogazionisti intendono portare a compimento.
“I vasti orizzonti dell’evangelizzazione e l’urgente necessità di testimoniare il messaggio evangelico a tutti, senza distinzioni, costituiscono il campo del vostro apostolato”, ribadisce Benedetto XVI nel suo messaggio, sottolineando che “tanti attendono ancora di conoscere Gesù, unico Redentore dell’uomo, e non poche situazioni di ingiustizia e di disagio morale e materiale interpellano i credenti”. “Una così urgente missione richiede” dunque “incessante conversione personale e comunitaria. Solo cuori totalmente aperti all’azione della Grazia – scrive il Papa – sono in grado di interpretare i segni dei tempi e di cogliere gli appelli dell’umanità bisognosa di speranza e di pace”. Il Santo Padre raccomanda quindi ai rogazionisti di conservare “fedelmente il patrimonio spirituale” del loro fondatore sant’Annibale Maria Di Francia, proseguendone “con gioia la missione valida ancor oggi, pur se sono mutate le condizioni sociali in cui viviamo”. Sant’Annibale seppe infatti attuare “un provvido apostolato vocazionale come pure una coraggiosa opera in favore del prossimo bisognoso”. Da qui il mandato di Benedetto XVI ai Rogazionisti del Terzo millennio: “Coltivate un’autentica passione educativa soprattutto per i giovani, spendetevi con una generosa attività pastorale a favore di quanti soffrono nel corpo e nella mente”.

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PREGHIAMO PER TE NELLA TERRA DI GESU’! SCRIVICI LA TUA PREGHIERA. IN PARTENZA IL PELLEGRINAGGIO

ROMA – In occasione del 2° Pellegrinaggio “Vogliamo la pace in Terra Santa” che si svolgerà dal 18 al 22 Giugno, nell’occasione della Adunanza Eucaristica che si svolgerà a Betlemme, vogliamo portare la tua preghiera nella Terra di Gesù. Si! Hai capito bene!!! Noi preghiamo per te! Scrivi all’interno del gruppo ‘Facebook’ che abbiamo riservato a questa iniziativa la tua preghiera, o la tua richiesta di preghiera, noi la stamperemo su carta e la lasceremo nella Grotta della Natività di Betlemme durante la notte di Adorazione.

Si svolgerà dal 18 al 22 giugno 2010 il secondo pellegrinaggio dei Papaboys in Terra Santa, con la collaborazione delle Associazioni di Adunanza Eucaristica e l’Apostolato ‘Giovani per la vita’, dopo che nel primo pellegrinaggio del 2009 ben 150 amici si sono messi in viaggio verso la terra di Gesù! La “Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace ” svoltasi Domenica 31 Gennaio 2010 e nata attraverso il gruppo ‘Vogliamo la pace in Terra Santa’ su Facebook ha visto quasi 1100 città nel mondo coinvolte nella preghiera di 24 ore “no stop” per la pace nella terra di Gesù! Da Roma a Gerusalemme, da New York a Mosca, da Honk Kong al Brasile, Argentina Asia ed Africa. Più di 100 città in Italia, 230 in America ed una forte presenza continente per continente. Se non usi Facebook puoi scrivere la tua richiesta di preghiera direttamente via e mail scrivendo a redazione@papaboys.itoppure puoi dettarla per telefono allo 06/97270529.

Il Gruppo di Facebook per inviare la tua preghiera!
http://www.facebook.com/home.php?#!/event.php?eid=127001417333656

Con lo spirito di messaggeri di pace e con la voglia di continuare a portare la speranza attraverso la presenza di Gesù, vera pace del mondo, i giovani di ‘Vogliamo la pace in Terra Santa’ iniziativa promossa dai Papaboys, dall’Apostolato dei Giovani per la vita e delle Adunanze Eucaristiche saranno ancora nella terra di Gesù. Per cantare, giocare, incontrare, scoprire, ma soprattutto, per pregare!

Associazione Nazionale Papaboys
Apostolato Giovani per la Vita
AdunanzA Eucaristica Nazionale
Adorazione Perpetua

ECCO LA SEZIONE PER TUTTE LE INFORMAZIONI
E PER PRENOTARVI!
http://www.papaboys.it/eventi/read.asp?id=52

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MARCO TARQUINIO NUOVO DIRETTORE DI AVVENIRE. IL SUO PRIMO PROPOSITIVO EDITORIALE

NOVITA’? – Marco Tarquinio, da 82 giorni responsabile ad interim di Avvenire, è il nuovo direttore del quotidiano della Cei. A deciderlo, questa mattina, il consiglio di amministrazione di Avvenire Nei (Nuova editoriale italiana), presieduto dal vescovodi Albano, Marcello Semeraro. Nato il 16 marzo 1958 in Umbria, ha studiato tra Assisi e Perugia, ed è stato capo scout nell’Agesci. Sposato, con due figlie, è giornalista professionista dal 1988. Ha cominciato la sua carriera a La Voce, settimanale cattolico umbro. Tra l’82 e l’ 83 ha partecipato alla commissione ristretta che su incarico della Conferenza episcopale umbra e in particolare dell’allora vescovo di Gubbio, monsignor Ennio Antonelli, “ripensò” quella storica testata, e tra il 1983 e il 1984 ha fatto parte del nucleo redazionale chiamato a realizzarla e rilanciarla. Ha lavorato poi al Corriere dell’Umbria di Perugia, quindi il trasferimento a Roma nell’88, alla redazione de La Gazzetta. Nel 1990 entra al Tempo dove rimane fino al 1994 salendo vari “gradini” della carriera, fino a diventare capo della redazione politica ed editorialista.

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http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2988

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LIBRERIA EDITRICE VATICANA: VARCA LE FRONTIERE DELLA FIERA DEL LIBRO DI FRANCOFORTE

FRANCOFORTE – E’ stata una straordinaria partecipazione quella della Libreria Editrice Vaticana alla 61esima Fiera del Libro di Francoforte, conclusasi in queste ore in terra di Germania: a riferirlo sono gli addetti ai avori presenti ed anche lo staff della Libreria stessa della Santa Sede. All’evento hanno partecipato circa settemila espositori in rappresentanza di oltre cento nazioni. “Abbiamo incontrato circa 60 editori di tutte le parti del mondo – dice il direttore della L.E.V. Don Giuseppe Costa intervistato dalla Radio Vaticana – e possiamo dire di aver realizzato circa 150 contratti: cioè, su almeno 150 libri della editrice vaticana c’è stata l’attenzione di questi editori; editori dell’America Latina, editori dell’Asia, editori dell’Europa. Quindi è un bilancio decisamente positivo che incoraggia a proseguire sul nostro cammino e che vede come centrale la produzione e il sostegno del Magistero del Sommo Pontefice in particolare, con riferimento alle catechesi e ad altri discorsi e documenti del Santo Padre, ma che vede muoversi anche una serie di libretti che vengono accolti come sussidi, come indicazioni pedagogico-educative. In questo senso credo che all’orizzonte si intraveda un nuovo spazio per la Libreria Editrice Vaticana come un ponte che fornisce idee, che fornisce progetti che vengono poi portati a livello operativo dai singoli editori nelle Chiese locali.

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ALL’ANGELUS SOLIDARIETÀ DEL PAPA PER VITTIME DEI DISASTRI NATURALI IN ASIA, PACIFICO E MESSINESE

CITTA’ DEL VATICANO – L’apertura dei lavori sinodali nella Basilica vaticana ha occupato anche il pensiero rivolto da Benedetto XVI alle molte migliaia di persone radunatesi a mezzogiorno in Piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus. Ma a commuovere la folla sono state soprattutto le parole di cordoglio del Papa per le vittime e gli scampati ai numerosi disastri naturali, che a più riprese nei giorni scorsi hanno colpito vaste zone dell’Asia, oltre alla tragedia consumatasi in Sicilia nell’area di Messina. Parole concluse da un appello alla distensione in Guinea, teatro di sanguinosi scontri interni. I confini geografici si dissolvono davanti ai volti in lacrime di chi è appena scampato a immani castatrofi come quelle che nelle ultime settimane hanno disseminato di lutti e di distruzione interi quadranti del pianeta, a cadenza drammaticamente serrata come quasi mai avvenuto nella storia.

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Dieci anni di missione in Siberia per tre suore giapponesi

suoreTokyo (Agenzia Fides) – Dalle tranquille isole nipponiche alla gelida tundra della Siberia russa: è stata questa la missione evangelizzatrice di tre religiose giapponesi che per dieci anni hanno svolto un prezioso servizio pastorale nella fredda regione dell’Asia del Nord. Per un decennio hanno dedicato la loro vita di missionarie alla crescita della Chiesa locale, alla catechesi e alla cura dei battezzati, all’istruzione della fede cattolica per i ragazzi, all’aiuto di famiglie bisognose, alla cura dei malati. Ora sono tornate in patria portando con sé il patrimonio di questi dieci anni di missione e continueranno a sensibilizzare la comunità cattolica locale, in diverse diocesi, sui temi della “missione ad gentes”.
Si tratta di tre religiose della congregazione delle “Suore della Visitazione”, partite per la Siberia alla fine degli anni ’90, data la richiesta del piccolo gruppo di cattolici di quell’area, che desideravano avere un chiesa.
Le suore hanno iniziato il lavoro pastorale in Siberia insieme a due sacerdoti americani missionari di Maryknoll, adoperandosi per ricostruire una chiesa cattolica nella provincia di Khabarowski. Negli anni successivi la comunità giapponese ha continuato a contribuire alla missione in Siberia con l’invio di altri tre missionari laici, che si sono fermati nella regione per tre anni.
In Siberia la libertà religiosa è tornata al’inizio degli anni ’90, dopo 73 anni di oppressione del regime sovietico. Suor Kiyoko Suwa (82 anni), suor Kazuko Seya (70 anni) sono partite con un’altra consorella nel 1998, giungendo in una regione dove era ancor forte il terribile ricordo dei gulag staliniani e dove i pochi fedeli cattolici avevano conservato il lumicino della fede in clandestinità.
Fra le urgenze del lavoro pastorale, vi erano quella di restituire fiducia e speranza ai battezzati, che per anni non hanno potuto manifestare la loro fede, e quella di costruire ponti di dialogo e di comprensione con la Chiesa ortodossa.
Grazie ai contributi delle diocesi giapponesi – raccontano le religiose – la chiesa è stata ricostruita e la comunità cattolica è rinata: “All’inizio vi erano solo cinque persone a frequentare la Santa Messa. Oggi il numero dei parrocchiani è salito fino a 300. Molte persone, ritrovando nelle loro case simboli e oggetti legati alla fede cattolica, come il Santo Rosario, hanno riscoperto e rivitalizzato la loro fede”.
Il team missionario, negli anni, ha dato vita a diverse attività come : preghiera e meditazione comunitaria; lettura della Bibbia e celebrazione del Rosario nelle case; opere di carità in favore dei malati; cicli di catechesi per bambini, giovani e adulti. Grazie alla presenza delle suore nipponiche, è stato stabilito anche uno speciale gemellaggio fra la diocesi giapponese di Niigata e la diocesi siberiana di Khabarovsk. Oggi i contatti proseguono e la comunità cattolica siberiana cresce.
Le religiose dicono: “Evangelizzare non è predicare sermoni, ma farsi strumenti affinchè Gesù possa toccare il cuore dell’uomo e ogni individuo possa incontrare l’amore di Cristo nella sua vita. La missione consiste nel costruire un ponte fra l’uomo e Dio”.

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“Assistenza on-line: superare la crisi finanziaria con te”; la comunità cattolica condivide le preoccupazioni dei giovani lavoratori nell’attuale crisi economica mondiale

Hong Kong (Agenzia Fides) – Una pagina web speciale, una “linea verde”, la visita in famiglia … sono diverse le iniziative della comunità cattolica di Hong Kong per stare vicino ai giovani lavoratori e a tutti i cittadini angosciati dalla paura del licenziamento causato dalla crisi finanziale globale. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese), l’Associazione Cattolica dei Giovani Lavoratori, la Caritas di Hong Kong e il Centro Pastorale dei Lavoratori, in collaborazione con decanati e parrocchie, hanno lanciato questa Campagna di solidarietа che prevede come principale iniziativa l’ “Assistenza on-line: superare la crisi finanziaria con te”.
Il recente Capodanno cinese è stato vissuto con apprensione da tanti giovani di Hong Kong, che temevano di trovare la lettera di licenziamento al ritorno in ufficio o in fabbrica dopo le feste. Quindi le parrocchie e l’Associazione Cattolica dei Giovani Lavoratori si sono impegnate ad aiutare i giovani su diversi fronti:

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=28989&lan=ita

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Vietnam: l’opera dei Salesiani al servizio dei giovani

Scuole, centri di accoglienza per ragazzi di strada, opere per gli immigrati e per le minoranze delle zone rurali povere. È l’attività dei Salesiani in Vietnam presenti nel Paese da più di cinquant’anni. Fedeli al carisma del fondatore, anche in Vietnam i Salesiani sono impegnati soprattutto con i più giovani. Alle attività pastorali nelle parrocchie – riferisce l’agenzia Asianews – si aggiungono le scuole presenti in diverse città del Paese e i centri per gli studenti e gli operatori salesiani. Nelle città di Ba Thon, Tan Ha, Phuoc Loc, Xuan Hiep, Hoc Mon e K’long sono attivi da diverso tempo corsi di orientamento e avviamento professionale “per aiutare la crescita dei più giovani – spiega uno degli operatori – e mostrare loro un’esperienza di vita cristiana nella società”. L’inizio della presenza dei Salesiani in Vietnam risale al 1952, quando lo sloveno, padre Andrej Majcen, e il brasiliano, padre Giacomo, aprirono una comunità della Congregazione ad Ha Noi. Due anni dopo, i sacerdoti si trasferirono nel sud del Paese sviluppando numerose attività sociali. Oggi, i Salesiani lavorano con nove diocesi ad Ha Noi, Saigon, Xuan Loc, Da lat, Vinh Long, lang Son, Thai Binh e Thanh Hoa. A queste va aggiunta la diocesi di Bui Chu dove il vescovo e l’ausiliare appartengono alla Congregazione. In tutto il Paese, vi sono oltre 100 sacerdoti e più di 200 fratelli Salesiani. A completare i numeri della famiglia di don Bosco in Vietnam, ci sono 450 cooperatori e migliaia di ex studenti delle scuole nella provincia di Da Lat, nel distretto di Thu Duc e ad Ho Chi Minh City.

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A novembre 2009 nelle Filippine la “GMG asiatica” su Parola di Dio ed Eucarestia

Molti ricordano ancora la Giornata mondiale della gioventù che si celebrò a Manila nel 1995: con quello stesso spirito le Filippine si preparano ad ospitare, dal 20 al 27 novembre 2009, la V “Giornata della Gioventù Asiatica” (Asian Youth Day) che riunisce i giovani del continente. Nei giovani asiatici risuona pure l’eco della Gmg di Sydney 2008. Come notano i delegati di Pastorale giovanile di vari Paesi dell’area del Sudest, sono però altrettanti coloro che non hanno potuto prendere parte al grande raduno australiano e che invece potranno respirarne lo spirito all’Asian Youth Day. A organizzare la Giornata, si legge in una nota dell’agenzia Fides, è il coordinamento di Pastorale giovanile in seno alla Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia. Sulla scia del Sinodo dei vescovi, tenutosi in Vaticano nell’ottobre scorso, i presuli dell’Asia hanno inteso continuare la tradizione di un appuntamento giunto ormai alla sua V edizione con questi obiettivi: “Rinnovare la fede dei giovani asiatici, nell’amore alla Parola di Dio e all’Eucarestia; celebrare con modalità specificamente giovanili la Parola e l’Eucarestia nei diversi contesti e culture asiatiche; rendere i giovani agenti di trasformazione nelle diverse Chiese locali in Asia”. La Gmg asiatica, che durerà una settimana, sarà infatti centrata sul tema della Parola di Dio e dell’Eucarestia. Si prevede che parteciperanno alla Giornata delegazioni di 22 Nazioni. I giovani provenienti dai diversi Paesi saranno ospitati in famiglie e parrocchie. Seguiranno catechesi, seminari di gruppo, celebrazioni eucarestiche e della Riconciliazione. Incontri preparatori fra i delegati di Pastorale giovanile delle diverse Conferenze episcopali dell’Asia si svolgeranno a partire da marzo nelle Filippine

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“Un sistema educativo cattolico: una priorità”, dice Mons. Padilla a Fides, annunciando il prossimo ingresso in Seminario del primo giovane mongolo

Ulaanbaatar (Agenzia Fides) – Fra le priorità dell’azione della Chiesa in Mongolia c’è senza dubbio “la creazione di un sistema educativo cattolico globale”: lo afferma in un colloquio con l’Agenzia Fides S. Ecc. Mons. Wenceslao Padilla, Prefetto Apostolico di Ulaanbataar.

La Chiesa vuole dare un impulso all’istruzione cattolica nella nazione e, nella sua programmazione a lungo termine, intende creare nei prossimi anni un istituto comprensivo, “che accompagni la crescita dei bambini dalla scuola primaria fino all’università”, spiega il Prefetto Apostolico. “E’ un passo molto importante per la presenza della Chiesa in Mongolia – dice a Fides Mons. Padilla – per diverse ragioni: prima di tutto perché l’istruzione cattolica contribuisce a quel cambiamento di mentalità necessario per il radicamento e la crescita della Chiesa in Mongolia; in secondo luogo, molti studenti, oggi costretti a recarsi all’estero per gli studi superiori, potrebbero restare in patria e continuare a dare un contributo alla comunità locale; infine questo processo potrà contribuire alla fioritura di vocazioni e dunque alla vita della Chiesa in Mongolia che, con i suoi circa 500 fedeli, è ancora molto dipendente dai missionari”.

Attualmente la Chiesa cattolica gestisce alcune scuole materne ed elementari, ma l’obiettivo è impegnarsi anche nel campo dell’istruzione superiore e accademica. Fra le congregazioni attive nell’opera di istruzione vi sono i Salesiani che in Mongolia gestiscono una scuola professionale a Ulaanbataar e hanno in programma di aprire una nuova scuola elementare.

Mons. Padilla riferisce a Fides anche di un altro importante evento: il prossimo ingresso nel seminario di Daejeon (Corea del Sud), del primo aspirante sacerdote originario della Mongolia. Il giovane Enkh Baatar, 21 anni, laureatosi in Biotecnologia presso l’Università Internazionale di Ulaan Bataar, ha compiuto il suo discernimento vocazionale grazie all’accompagnamento di Mons. Padilla e altri sacerdoti della Congregazione dei Missionari di Scheut (Cicm), presenti nel paese. Il 2 marzo entrerà formalmente nel Seminario Maggiore di Daejeon, prescelto per la vicinanza con la Mongolia e per la qualità dell’istruzione impartita. “Tutta la Chiesa in Mongolia spera che il giovane prosegua nei suoi studi, si fortifichi nel cammino di fede e possa giungere al sacerdozio. Sarebbe un passo storico per la missione della Chiesa locale, che attende con trepidazione il primo sacerdote mongolo della sua storia”, conclude Mons. Padilla . (PA) (Agenzia Fides 13/2/2009 righe 29 parole 291)

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ANTICIPAZIONE DE ‘IL GIORNALE’: “PRONTO IL VIAGGIO DI BENEDETTO XVI IN TERRA SANTA”

CITTA’ DEL VATICANO – “Il viaggio del Papa in Israele non e’ ancora stato annunciato ufficialmente e fino all’ultimo potra’ essere rinviato, nel caso la situazione a Gaza non sia pacificata, ma la diplomazia d’Oltretevere e quella israeliana – annuncia ‘Il Giornale’ – hanno gia’ concordato nei dettagli il programma. E l’agenda messa a punto nelle ultime settimane prevede il giorno stesso dell’arrivo a Gerusalemme una sosta al museo della Shoah di Yad Vashem, dove si trova il padiglione con la contestata didascalia sotto l’immagine di Pio XII. Cosi’ come prevede anche la visita a una moschea in Giordania. Il viaggio in Israele era sembrato in forse nel momento piu’ difficile della crisi scaturita dalle dichiarazioni del vescovo lefebvriano Williamson sulle camere a gas, ma la macchina dei preparativi non si e’ in realta’ mai interrotta. Com’era accaduto per lo storico pellegrinaggio di Giovanni Paolo II nel 2000, la visita papale iniziera’ da Amman, in Giordania, dove l’arrivo di Benedetto XVI e’ previsto l’8 maggio. Il giorno successivo Raztinger entrera’ nell’antica basilica dedicata a Mose’ sul monte Nebo e si affaccera’ dal parapetto che permette di vedere dall’alto la Terra Promessa. Qualche ora dopo il Papa entrera’ per la seconda volta in una moschea, dopo la visita e l’inattesa preghiera nella moschea Blu di Istanbul, nel novembre 2006. Il 10 maggio e’ prevista la celebrazione della messa per la comunita’ cattolica nello stadio di Amman, seguita dalla visita al sito del battesimo di Gesu’ sul fiume Giordano. L’11 maggio da Amman il Pontefice volera’ a Tel Aviv.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2228

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L’ONU BLOCCA L’INVIO DI AIUTI A GAZA, DOPO CHE HAMAS LE HA CONFISCATO CARICHI DI CIBO

GERUSALEMME – Le Nazioni Unite hanno sospeso ieri l’invio di aiuti alla Striscia di Gaza, dopo che gli estremisti di Hamas hanno portato via centinaia di tonnellate di cibo, per la seconda volta questa settimana. Ahmed al-Kurd, ministro per gli Affari sociali nel governo di Hamas, che controlla il territorio, nega che abbiano voluto confiscare le forniture e parla di “un’incomprensione” tra alcuni autisti, non a conoscenza di quali merci fossero Onu e quali del governo palestinese. Ma Christopher Gunnes, portavoce dell’Agenzia Onu per gli Aiuti e le opere, i cui aiuti sono essenziali per la gran parte dei 1,5 milioni di abitanti di Gaza, denuncia che i miliziani il 5 febbraio hanno portato via 10 autocarri carichi di riso e farina (oltre 200 tonnellate) e 2 giorni prima hanno preso oltre 3.500 coperte e 400 pacchi di cibo dal centro di distribuzione dell’Agenzia a Gaza. Insiste che la merce deve essere restituita e occorrono “credibili garanzie… che non ci saranno altri furti”, “altrimenti – conclude – continueremo a sospendere ogni nuovo arrivo”. L’Agenzia dispone comunque di riserve di merci e cibo sufficienti per i prossimi giorni. Anche il Segretario Onu Ban Ki-moon ha chiesto ad Hamas la restituzione dei beni e di astenersi da interferenze nell’organizzazione e distribuzione degli aiuti umanitari”.

L’Onu vuole coinvolgere nella distribuzione degli aiuti funzionari dell’Autorità Palestinese, guidata dal presidente Mahmoud Abbas del gruppo Fatah, che ha vinto le elezioni ma ha perso il controllo del territorio dopo una vera battaglia tra i 2 gruppi nel 2007. Gli abitanti di Gaza dipendono del tutto dagli aiuti dell’Onu e di altre agenzie internazionali, anche perché Israele non consente l’arrivo di aiuti portati da soggetti che considera ostili.

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GIOVANI CRISTIANI IN ORIENTE: A NOVEMBRE 2009 NELLE FILIPPINE LA “GMG ASIATICA” SULLA PAROLA DI DIO

MANILA – Molti ricordano ancora la Giornata Mondiale della Gioventù che si celebrò a Manila nel 1995: con quello stesso spirito le Filippine si preparano ad ospitare, dal 20 al 27 novembre 2009, la 5a “Giornata della Gioventù Asiatica” (Asian Youth Day) che riunisce i giovani del continente, proponendo loro un’esperienza sul modello della GMG. Nei giovani asiatici c’è ancora l’eco della Giornata Mondiale della Gioventù 2008, vissuta l’anno scorso a Sydney, a cui molti hanno partecipato. Come notano i delegati di Pastorale Giovanile di vari paesi dell’area del Sudest, sono però altrettanti i giovani che non hanno potuto prendere parte alla GMG australiana, e che invece potranno respirarne lo spirito all’Asian Youth Day. Inoltre il valore prettamente continentale dell’evento contribuisce a rafforzare la comunione e la condivisione fra i giovani dell’Asia, che resta un terreno fecondo e sconfinato per l’evangelizzazione.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2194

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