luglio 15, 2011 · 10:02 am
RELIGIONE NEL MONDO (Pakistan) – A poco più di due anni dal suo arresto avvenuto il 19 giugno del 2009, dopo 755 giorni trascorsi in cella, il “caso” di Asia Bibi continua ad essere focale nell’attenzione del mondo verso la difficile realtà delle minoranze in Pakistan. Indebolita nel fisico e prostrata dalle minacce e dalla condizione di clandestinità in cui la famiglia è costretta a vivere, la donna non ha tuttavia rinunciato a pregare e a lottare. Nei giorni scorsi il suo avvocato ha rivolto un altro appello formale contro la sentenza capitale comminata nel novembre dello scorso anno, pur sapendo che la pressione fondamentalista è al momento elemento decisivo nell’atteggiamento delle autorità e dei giudici nella vicenda. «L’influenza dei radicali religiosi è troppo forte, solo un miracolo può salvarla, secondo l’opinione di un esperto legale citato da AsiaNews.
L’avvocato S.K. Chaudhry ha nuovamente consegnato la richiesta di appello dopo la sostituzione improvvisa di quattro giudici dell’Alta Corte di Lahore, capoluogo del Punjab. Chaudhry aveva presentato a gennaio un primo appello contro le prove consegnate per sostenere la condanna, a suo parere «palesemente false». Nel silenzio ormai pesante delle autorità, con una condanna a morte decretata dai radicali estremisti assai più concreta di quella comminata dai giudici di prima istanza nel novembre scorso, Asia Bibi continua la sua lunga detenzione in segregazione, ancora più stretta dopo che lo scorzo marzo un cristiano condannato all’ergastolo per blasfemia, Qamar David, è deceduto in circostanze sospette nella prigione centrale di Karachi.
«È fragile e può a malapena parlare, ma mantiene una forte fede in Dio e non ha perso la speranza», hanno fatto sapere il marito e una delle figlie che recentemente l’hanno visitata in carcere. Ashiq Masih ricorda come «Bibi chiede ogni volta dell’Alta Corte e ogni volta devo dirle con dispiacere che stiamo ancora aspettando che il tribunale si occupi del caso». «Siamo costretti a pagare la conseguenza delle determinazione nella fede di mia madre. Tuttavia preghiamo per lei e manteniamo la speranza che un giorno saremo di nuovo insieme per vivere normalmente – ha riferito la figlia maggiore ad AsiaNews –. «Ogni volta che sento parlare di persecuzione o di blasfemia sono terrorizzata perché temo che qualcosa possa capitare a mia madre». Un rischio concreto ed elevato che il carcere sembra accrescere anziché ridursi.
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giugno 1, 2011 · 4:06 PM
ESTERI (Tripoli, LIBIA) – “La Nato ha intensificato i bombardamenti e continua a fare vittime. I missili stanno cadendo ovunque e purtroppo non colpiscono solo zone militari, ma anche civili. La gente a Tripoli soffre, anche se nessuno ne parla”. È quanto afferma ad AsiaNews mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario apostolico di Tripoli. Il prelato afferma che i bombardamenti di questa notte hanno danneggiato diversi edifici, fra cui una chiesa copta situata a poche centinaia di metri da una caserma militare. Secondo il governo libico, l’operazione Nato contro Gheddafi ha fatto oltre 700 morti e più di 4.000 feriti, ma a tutt’oggi i funzionari del regime non permettono la verifica di tali informazioni.
Mons. Martinelli spiega che nella città manca il carburante e la popolazione ha paura di uscire di casa; i danni psicologici si aggiungono a quelli materiali provocati dai bombardamenti. Il prelato sottolinea la presenza attiva degli oltre 3.000 migranti cattolici filippini, impiegati in diversi ospedali della città e del Paese, che partecipano tutte le settimane alla messa in cattedrale nonostante i bombardamenti. Per il prelato essi “rappresentano il fulcro della comunità cattolica locale e sono una testimonianza di carità e servizio per il popolo libico che soffre”. Intanto, la Nato oggi ha annunciato l’estensione della missione in Libia di altri 90 giorni.
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CIAOKAROL.IT
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Maggio 25, 2011 · 2:24 PM
GMG 2011 (Roma) – Quindici giovani cattolici cinesi vorrebbero partecipare alla Giornata mondiale della gioventù che si terrà a Madrid dal 16 al 21 agosto. Pur lavorando e risparmiando, non riescono a far fronte a tutte le spese e per questo chiedono aiuto ai loro coetanei nel mondo. L’appello è giunto proprio ieri ad AsiaNews, alla vigilia della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina, voluta da Benedetto XVI per rafforzare la fede e l’unità dei cattolici cinesi con la Chiesa universale e con il Papa. Il desiderio di andare alla GMG di Madrid nasce con la stessa intenzione. Il loro parroco scrive: “Questi giovani vivono la loro fede in un ambiente molto chiuso. Vedere altri giovani che condividono il loro stesso spirito, avere l’occasione di partecipare agli incontri con il Santo Padre, sarebbe un’esperienza fondamentale di comunione e di universalità della Chiesa”.
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Maggio 4, 2011 · 2:57 PM
TERRASANTA (Betlemme) – “Le ostilità tra Fatah e Hamas non spariscono di punto in bianco e di accordi annunciati ne abbiamo visti e sentiti a centinaia in passato, ma le rivoluzioni nel mondo arabo degli ultimi mesi sono una spinta forte per questa riconciliazione. La riunificazione dei palestinesi è una necessità molto importante”. Lo afferma ad AsiaNews padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terrasanta, a proposito del patto di riconciliazione firmato oggi al Cairo tra rappresentanti di Hamas e Fatah. L’accordo prevede la formazione di un governo ad interi per preparare le elezioni presidenziali e legislative, da tenersi in contemporanea, entro un anno. Le due fazioni, grazie alla mediazione egiziana, sembrano aver deciso di seppellire l’ascia di guerra, dopo anni di trattative infruttuose. Il punto è che molti palestinesi criticano apertamente le leadership e c’è il rischio che anche nei Territori e a Gaza vi siano manifestazioni come a Tunisi o al Cairo.
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aprile 27, 2011 · 2:45 PM
SPECIALE BEATIFICAZIONE (Bangkok, THAILANDIA) – Mons. Joseph Chusak Sirisut, vescovo della diocesi di Nakhon Ratchasima e presidente della Commissione cattolica per il dialogo interreligioso e culturale, parteciperà alla cerimonia di beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, il 1° maggio a S.Pietro, in rappresentanza della Conferenza episcopale cattolica thailandese. Egli è uno dei 23 sacerdoti ordinati proprio da Giovanni Paolo II nella visita in Thailandia, l’11 maggio 1984 presso il seminario minore a Samphran, Nakhon Pathom. In ricordo della visita, presso il seminario è stata eretta una statua di papa Woytila, con iscritte parole in lingua Thai rivolte quel giorno dal Papa ai cattolici thailandesi: “Sawaddee, sawaddee, poh rak muang thai” (Sawaddee è un saluto, poh significa padre ma è anche usato per indicare i sacerdoti, rak vuol dire amore, per cui possiamo tradurre: Sawaddee, io amo la Thailandia”). Mons. Sirisut spiega ad AsiaNews che “con la più profonda gratitudine per quello che Sua Santità ha trasmesso alla Chiesa thailandese, noi sentiamo di dover partecipare a questa importante cerimonia e siamo certi che Egli sarà proclamato santo davvero presto”.
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marzo 9, 2011 · 5:06 PM
ESTERI (Il Cairo, EGITTO) – In Egitto cresce la tensione fra copti e musulmani, con violenti scontri nel quartiere di Abhazya, al Cairo. Secondo Rafic Greiche, capo ufficio stampa della Chiesa cattolica egiziana, il bilancio sarebbe di 6 morti e 42 feriti. Le violenze sono nate nel corso di una protesta dei cristiani per la ricostruzione della chiesa copta di San Mina e San Giorgio nel villaggio di Soul, distrutta dai musulmani sabato scorso. Greiche ha dichiarato che, per evitare ulteriori scontri, il governo militare potrebbe velocizzare la ricostruzione della chiesa.
Secondo fonti di AsiaNews, ieri migliaia di copti, appoggiati anche da alcuni musulmani, hanno bloccato due strade che portano verso piazza Tarhir, suscitando l’ira degli automobilisti. Gruppi di radicali islamici sono giunti sul luogo e hanno iniziato a scontrarsi con i manifestanti, costringendo l’esercito ad intervenire. Molti copti dei quartieri più poveri, che in passato hanno subito violenze da parte dei musulmani, hanno contribuito a far degenerare la manifestazione. “Nel quartiere – spiegano le fonti – c’è ancora molta tensione, si sentono spari e molte famiglie non hanno mandato i figli a scuola”.
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gennaio 10, 2011 · 2:39 PM
JAKARTA – Lunghe ore di navigazione attraverso i fiumi interni con piccole barche a motore; moto da cross per percorrere strade fangose: è questa la sfida continua che i sacerdoti della diocesi di Ketapang (provincia di West Kalimantan) affrontano ogni giorno per svolgere la loro attività pastorale. Nella zona infatti centinaia di cattolici – la maggior parte di etnia dayak – vivono nel cuore della foresta, lontani dal centro della città. Tuttavia mons. Blasius Pujaraharja, vescovo della diocesi di Ketapang, sottolinea ad AsiaNews che per fare attività pastorale “bisogna essere allenati nel corpo e nella mente”.
Il vescovo è stato protagonista lo scorso novembre di una piccola avventura. Mons. Blasius era in viaggio per celebrare la messa nella parrocchia di S. Pietro l’Apostolo a Nanga Tayap (circa 200 chilometri a nord di Ketapang, sette ore di navigazione). Con i suoi collaboratori, è stato costretto a fermare la macchina perché la strada principale era del tutto bloccata da uno spesso deposito di fango. All’inizio, il vescovo ha cercato di raggiungere da solo a piedi l’altro lato della strada. Ma più cercava di andare avanti, più affondava nell’“oceano di fango”. “La situazione è peggiorata quando mi sono ritrovato immerso fino alle cosce nella melma”, racconta il vescovo ad AsiaNews durante un incontro tenutosi nella canonica della diocesi. Dopo ore di lotte e tentativi, l’entourage di mons. Blasius è riuscito a tirarlo fuori dal fango. Il vescovo, grazie a un equipaggiamento speciale fornito dalle autorità locali in casi di emergenza come questo, ha potuto continuare il viaggio. Dopo aver celebrato la messa, mons. Blasius spiega: “Sono stato ricoverato e sottoposto a un intervento al ginocchio, danneggiato per essere rimasto bloccato nel fango”.
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settembre 29, 2008 · 8:14 am
INDIA – Contro i cristiani in India è scoppiata una vera e propria guerra con minacce, assassini veri e propri, persecuzione, ma l’informazione occidentale mantiene ancora un riservato silenzio e tentativo di nascondere la verità. Mentre vengono uccisi sacerdoti e cristiani, mentre i fondamentalisti indu’ stanno bruciando cattedrali e chiese, i media italiani sono dietro alle dichiarazioni del presidente del Senato in visita ai campi di concentramento. Massimo onore ai deportati nei campi di concentramento, ma oggi, chi li difende i nostri fratelli in India? Chi ne parla se non le poche agenzie cristiane e la stampa cattolica? Che cosa fanno i signori editorialisti dei giornaloni?
Lo scorso 25 settembre – riferisce l’agenzia Asianews – i fondamentalisti indù hanno assalito e dato alle fiamme la casa delle Missionarie della Carità, ordine fondato da Madre Teresa di Calcutta, nel villaggio di Sukananda, distretto di Kandhamal. Ancora scossa dalla vicenda suor M. Suma, superiora regionale dell’ordine, ricorda le parole pronunciate della beata di Calcutta poco prima di morire: “Dopo che sarò morta non resterò in paradiso, ma attraverserò il mondo a piedi dove prevale l’oscurità, per illuminarlo con la Luce che proviene dall’amore di Dio”. In queste parole la religiosa dice di trovare “conforto” nonostante le “sofferenze” e le “persecuzioni” subite dai cristiani in India. “Sono certa – racconta ad AsiaNews la religiosa – che Madre Teresa sia qui con noi e che porti speranza e conforto a quanti hanno perso tutto”. Suor M. Suma prega, insieme alle consorelle, per i “persecutori” perché i “si pentano delle violenze commesse” e possano fare “pace con Dio” per le violenze, le morti, le distruzioni che hanno causato verso “i cristiani” del distretto Kandhamal. “A loro” ribadisce la suora “offriamo le nostre sofferenze” perché possano finalmente scoprire “la luce che è Verità”.
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