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“PAROLA E PAROLE”, OGGI ALLA DOMUS MARIE UN SEMINARIO DI STUDIO SU FEDE E COMUNICAZIONE

FEDE E MEDIA (Roma)- L’Azione cattolica italiana ha organizzato per questa mattina, presso la Domus Marie in via Aurelia 481, un seminario di studio dal titolo “Parola e parole”. Visto come occasione di approfondimento culturale, il seminario anticiperà la prossima assemblea nazionale dell’Associazione, che si svolgerà a Roma dal 6 all’8 maggio sul tema “Vivere la fede, amare la vita. L’impegno educativo dell’Azione Cattolica”. “Intelligenza della fede, nuovi media e nuova comunicazione”: questo sarà il tema principale del convegno in cui si analizzerà il rapporto tra la Chiesa cattolica e la comunicazione attraverso l’aiuto di monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, e di monsignor Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali.

Nel corso del convegno ci sarà un Focus, moderato da Rosario Carello, conduttore della trasmissione «A sua Immagine» di Rai 1, dedicato a “I volti della comunicazione” nel quale esperti ed operatori del mondo dei media proporranno la loro esperienza sul campo: Michele Sorice, sociologo della comunicazione e direttore del Cmcs della Luiss, Marco Tarquinio, direttore del quotidiano «Avvenire», Paolo Bustaffa, direttore dell’Agenzia «Sir» e Vania De Luca, giornalista di «Rainews24» e presidente Ucsi-Lazio.Hanno affermano gli organizzatori dell’iniziativa: “Il rapporto tra la Chiesa cattolica e l’universo dei media ha sempre fatto registrare un ampio ventaglio di valutazioni teoriche e prese di posizione pratiche, da quelle più critiche a quelle più prudenti, fino a vere e proprie ventate di entusiasmo. Si è passati da un antico atteggiamento di diffidenza alla rivendicazione, da parte della comunità cristiana, del diritto/dovere di fare uso dei media per portare avanti la propria missione evangelizzatrice. Con l’aiuto dei nostri ospiti si cercherà di andare oltre la teoria e la prassi che, soprattutto nell’ultimo decennio, gli anni della Rete e della diffusione dei Social Network hanno articolato il rapporto più che secolare tra la Chiesa cattolica e gli strumenti della comunicazione sociale, evidenziandone non poche contraddizioni”. 

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COME RICONOSCERE I “TALENTI” DEGLI ALLIEVI? UN ARTIGIANO PER VINCERE L’INDIVIDUALISMO DEI DOCENTI.

SCUOLA – È in grado, la scuola, di riconoscere i “talenti” degli allievi nel rispetto delle differenze? Come svilupparli, nel quadro di un sistema scuola che sulla scorta di una vecchia cultura di impianto statalista, tende ancora a livellare tutto e tutti? Il sussidiario ha parlato di questo e altro con Giorgio Chiosso, pedagogista, che oggi a Torino aprirà i lavori del convegno Un’altra scuola è veramente possibile? quattro questioni aperte, un’unica sfida, promosso dal Dipartimento di Scienze dell’educazione e della formazione dell’Università di Torino.
Nella scuola attuale si confrontano libri e computer. Qual è a suo modo di vedere lo stato attuale della scuola italiana in questa dialettica tra passato e futuro? Chi è più “avanti”: allievi o insegnanti? Non da oggi la scuola appare più “arretrata” del resto della società. Questo perché la scuola è, per sua natura, prima di tutto un luogo di deposito di saperi ed esperienze che una generazione trasmette all’altra. Lo può fare con i libri e lo può fare con i computer: nell’uno e nell’altro caso essi sono strumenti, non fini. Tutto dipende dal fattore “uomo” e cioè da come gli insegnanti concepiscono e usano libri e computer. Se un docente fa studiare a memoria il testo non serve a niente e fa solo danni, ma lo stesso accade se un insegnante si limita a far “smanettare” i suoi allievi sulla tastiera di un pc. Ciò che conta è il senso che viene dato – da docenti e allievi – all’esperienza dell’apprendimento.

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MARCO TARQUINIO NUOVO DIRETTORE DI AVVENIRE. IL SUO PRIMO PROPOSITIVO EDITORIALE

NOVITA’? – Marco Tarquinio, da 82 giorni responsabile ad interim di Avvenire, è il nuovo direttore del quotidiano della Cei. A deciderlo, questa mattina, il consiglio di amministrazione di Avvenire Nei (Nuova editoriale italiana), presieduto dal vescovodi Albano, Marcello Semeraro. Nato il 16 marzo 1958 in Umbria, ha studiato tra Assisi e Perugia, ed è stato capo scout nell’Agesci. Sposato, con due figlie, è giornalista professionista dal 1988. Ha cominciato la sua carriera a La Voce, settimanale cattolico umbro. Tra l’82 e l’ 83 ha partecipato alla commissione ristretta che su incarico della Conferenza episcopale umbra e in particolare dell’allora vescovo di Gubbio, monsignor Ennio Antonelli, “ripensò” quella storica testata, e tra il 1983 e il 1984 ha fatto parte del nucleo redazionale chiamato a realizzarla e rilanciarla. Ha lavorato poi al Corriere dell’Umbria di Perugia, quindi il trasferimento a Roma nell’88, alla redazione de La Gazzetta. Nel 1990 entra al Tempo dove rimane fino al 1994 salendo vari “gradini” della carriera, fino a diventare capo della redazione politica ed editorialista.

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IL GRIDO D’ALLARME DI AVVENIRE SUGLI EFFETTI MORTALI DELLA ‘RU486’ NELL’INSERTO VITA

PERICOLO – Come sempre, il mondo presenta come possibilità e conquista scientfica, pericolosi strumenti creati per ridurre la natalità e portare sotto il suo dominio i singoli individui. Facendoci sopra business. Ed incrementando quindi il potere dei figli delle tenebre su quello dei Figli della Luce (che comunque, vale la pena ricordarlo, stanno dalla parte del vincitore iniziale e finale). L’attacco questa volta, ben manipolato e strumntalizzato, da potenti lobbies della scienza e della medicina, arriva direttamente contro le donne, specialmente le più giovani, alle quali viene venduta come ‘conquista’ sociale e di femminismo galoppante, una pillola mortale che ha retroscena drammatici, psicologici, morali e soprattutto ‘fisici’. E’ utile leggere con attenzione, a tal proposito, l’articolo-testimonianza che propone nell’edizione di oggi il quotidiano dei Vescovi e dei cattolici ‘Avvenire’ nel suo inserto ‘E’ vita’ .

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MA COME PUO’ IL QUOTIDIANO DEI VESCOVI DEFINIRE IL SANTO PADRE SOLAMENTE ‘RATZINGER’? UNA LETTERA

LAICITA’ O RISPETTO? – In alcune occasioni siamo costretti ‘moralmente’ in quanto ‘giovani del Papa’, – seppur piccoli e poveri – a prendere le difese di Benedetto XVI, da sfrontatezze eccessive, offese ed ingiurie; non abbiamo paura ad alzare la voce – seppure un po’ rauca, ma presente – ed assumere posizioni che talvolta definiremmo ‘scomode’, ma la cosa non ci preoccupa minimamente, in quanto – alla fine – tutte le posizioni che intendiamo comunicare – sono sempre frutto di preghiera e richiesta attenta di pareri, anche nelle sedi opportune. Noi parliamo e ci esponiamo, ma molte persone, nel silenzio e nella preghiera appunto, condividono il nostro parere. Il caso di oggi non è di ingiuria, ci mancherebbe altro, ma di sfrontatezza eccessiva e superficialità ‘laicistica’…., e riguarda addirittura il quotidiano ‘Avvenire (che finalmente ha un sito quasi da giornale serio … quasi!). Scriviamo al Direttore per esporre il nostro stato di amarezza. E gli scriviamo, non in quanto Associazione Cattolica (ancora non riconosciuta, ma che sta preparando gli statuti per esserlo, e già insediata in alcune diocesi italiane), gli scriviamo in quanto quasi 15.000 ragazzi cattolici italiani, con nome, cognome e residenza se servisse, che fanno parte al 100% della Chiesa Cattolica a tutti gli effetti – a meno che per far parte della Chiesa Cattolica Italiana da oggi serva un abbonamento o una tessera particolare, o qualche riconoscimento!

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TEMPO DI QUARESIMA – OLTRE OGNI DISTRUTTIVA VORACITÀ. EDITORIALE DI AVVENIRE

QUARESIMA – La fase orale, in tutte le sue varianti simboliche, non è più il tratto ele­mentare del nostro approccio al mon­do. È un sogno a occhi aperti, un’icona dell’autorealizzazione, un orizzonte cul­turale vero e proprio. Quelli che lo sanno fare, avranno certa­mente calcolato anche questo. Il fattu­rato complessivo dei prodotti che so­stengono gli standard della sovralimen­tazione occidentale, sommato a quello di tutti gli altri prodotti che provvedono alla cura degli effetti indesiderati dei pri­mi, deve fare una bella cifra. Non so fa­re questo calcolo, ma mi pare evidente che la ‘voracità’ è ormai una categoria dello spirito, per noi, più ancora che un costume alimentare. Siamo o non siamo una ‘civiltà’ dei consumi? Una delle no­stre idee-guida, ossia il progetto di ‘non farsi mancare niente’, nel breve giro di qualche decennio ha fatto passi da gi­gante. Il primo fattore di umanizzazione che ci rimette è il linguaggio, una delle più belle qualità spirituali del nostro corpo. Le mamme esortavano, una volta: «Non si parla a bocca piena». Anche altre co­se ci raccomandavano, in verità, sem­pre sullo stesso registro: «Non ci si but­ta sul piatto», «Non ci si serve per primi», eccetera. Piccole cose del galateo, al­l’apparenza. Grandi passi verso l’uma­nizzazione, in realtà, se si pensa che la modulazione del nostro rapporto col ci­bo, fin dai primi sorrisi, è il mediatore fondamentale della catena simbolica di tutte le altre relazioni affettive e sociali. In ogni modo, con la bocca piena – e lo sguardo perso, e le mani sempre ad af­ferrare – non si parla.

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CAMBIO DI ROTTA – LETTERA APERTA AI PAPABOYS: IO SOSTENGO ‘AVVENIRE’ E TU?

ROMA – Giunge in redazione una lettera aperta all’Associazione Nazionale Papaboys, firmata da Alessia Cambi, una giovane ragazza della Toscana che ci racconta come il quotidiano ‘Avvenire’ le abbia cambiato profondamente la vita, in positivo, e che propone di ampliare una campagna di sostegno al quotidiano della Cei. Leggiamo insieme la testimonianza che riproponiamo per tutti i ragazzi dell’Associazione e per il lettori del sito.

Alla gentile attenzione della redazione dei Papaboys

Cari amici dei Papaboys, scusate se mi permetto di scrivervi e esprimere una mia personale opinione che non vuole essere una critica ma una correzione fraterna nello spirito di amore e carità che ci accomuna tra fratelli cattolici quali siamo. Sinceramente non condivido la vostra linea dura tenuta nei confronti del giornale di Avvenire. Nel momento più buio della mia vita, quando veramente non sapevo che cosa farne della mia vita, uscita da un’esperienza davvero brutta di Chiesa…

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IL PRESIDENTE NAPOLITANO: TRA ITALIA E SANTA SEDE COLLABORAZIONE ‘FECONDA’.

ROMA – “Sono certo che il fruttuoso dialogo esistente tra le istituzioni italiane e la Chiesa, ribadito in occasione della visita ufficiale di Sua Santità Benedetto XVI al Quirinale il 4 ottobre scorso, potrà ulteriormente intensificarsi consentendo alla comunità nazionale di affrontare le sfide del XXI secolo forte della condivisione dei principi e dei valori che sono alla base della nostra identità culturale e spirituale”. A riferire il messaggio è la pagina web del quotidiano della Cei ‘Avvenire’. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo scrive in un messaggio inviato in occasione del Convegno “Problemi e prospettive dei Patti Lateranensi a 25 anni dalla revisione”, organizzato dalla Fondazione della Camera dei Deputati. “Solo pochi giorni orsono – prosegue il Capo dello Stato – sono stati ricordati gli ottant’anni dalla firma dei Patti Lateranensi, che hanno posto fine ad un’epoca segnata da profonde lacerazioni fra lo Stato italiano e la Chiesa; oggi ricorrono i venticinque anni trascorsi dalla conclusione dell’Accordo di modificazione del Concordato, che ha consentito di consolidare le relazioni e di arricchirle di sempre nuovi contenuti anche a seguito dell’entrata in vigore della Costituzione. È pertanto quanto mai opportuna l’occasione di riflessione offerta dall’importante convegno di studi promosso dalla Fondazione Camera dei Deputati. Dall’insieme degli accordi del 1929 e del 1984 e dei principi enunciati nella Carta Costituzionale, che all’articolo 7 sancisce il principio secondo il quale “Chiesa e Stato sono ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani”, si è andata sviluppando una collaborazione feconda fra lo Stato e la Santa Sede.

Tale rapporto, ispirato al rispetto reciproco, si traduce in un’operosa convergenza di sforzi volti al bene comune, nel pieno riconoscimento della dimensione sociale e pubblica del fatto religioso”. Napolitano si dice infine “certo che il fruttuoso dialogo esistente tra le istituzioni italiane e la Chiesa, ribadito in occasione della visita ufficiale di Sua Santità Benedetto XVI al Quirinale il 4 ottobre scorso, potrà
ulteriormente intensificarsi” .

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LA RAPA… DI REPUBBLICA REPLICA AD AVVENIRE. E ‘LA STAMPA’ PROPONE L’ARTICOLO DEI PAPABOYS

MEDIA IMPAZZITI – E’ incredibile, ma dall’articolo di ieri relativo alla botta e risposta (ed oggi ancora botta) tra il quotidiano cattolico Avvenire, ed il quotidiano ‘laicista’ Repubblica, oggi è finita sul Quotidiano ‘La Stampa’. Ma non solo, tra commenti, e mail di protesta, e telefonate di appoggio, oggi Repubblica risponde ancora ad Avvenire per opera del suo direttore. Da che parte ricostruiamo la vicenda? Iniziamo da questa mattina, quando il buon Mauro risponde a Dino Boffo dalle pagine di Repubblica, ma intanto, sempre questa mattina l’articolo di ieri apparso sul nostro sito e che abbiamo distribuito come nota stampa anche ad ‘alcuni’ giornalisti, è uscito sul quotatissimo blog di Marco Tosatti ‘San Pietro e dintorni’, finestra quotidiana on line sul sito de ‘La Stampa’ di Torino. Iniziamo quindi proprio da qui:

Ecco il link per vedere il ‘post’ inserito da Tosatti.
”San Pietro e dintorni”
Il blog di Marco Tosatti
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=196

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FUOCHI INCROCIATI TRA AVVENIRE E REPUBBLICA, CHE PUBBLICA UN ‘NECROLOGIO’ DI UMBERTO ECO

ROMA – La ‘querelle’ reale è iniziata con l’inizio dei tempi, probabilmente con la mela mangiata da Adamo ed Eva e con l’inizio della sperimentazione del ‘libero arbitrio’. Poi la venuta di Gesù, duemila anni fa, ha riaperto la possibilità di dialogo, ma la notizia su ‘La Repubblica’ non è uscita, perchè c’era in prima serata il messaggio del Presidente della Repubblica e la campagna stampa del Partito Democratico (già a quei tempi!) e quindi chiaramente il ‘Giornalone’ laicista doveva schierarsi, senno chi lo legge più? ‘Avvenire’ dal canto suo non fa di meglio – a livello di direzione – (ma grazie al Cielo la notizia della venuta di Gesù l’ha diffusa in anteprima su tutti gli altri servitori di questo o quel potere del mondo ndr), ed è costretto (abboccando perfettamente alle provocazioni) a rispondere a tono, scendendo di par suo ad una deriva di ‘mercatino del pesce’ che davvero il quotidiano dei Vescovi Italiani potrebbe risparmiarsi. Ma contenti loro…. scontenti molti cattolici! Premesso tutto cio’, sembra corretto difendere in questa occasione il Direttore Boffo che si è visto attribuire frasi mai pronunciate o scritte, che nell’edizione quotidiana ‘on line’ risponde per le rime ai colleghi. “Scrivo queste righe – parola del direttore Dino Boffo – per raccogliere un’in­credibile sfida, e per rilanciarla a mia vol­ta con stupefatta ma serena coscienza. È sta­to, infatti, scritto che Avvenire avrebbe defini­to «un boia» Beppino Englaro.

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CONDIVIDIAMO L’EDITORIALE DI ‘AVVENIRE’: NON MORTA, MA UCCISA. ADESSO PERÒ VOGLIAMO SAPERE TUTTO

MILANO – Eluana è stata uccisa. Davanti alla morte le parole tornano nude. Non consentono menzogne, non tollerano mistificazioni. E se noi – oggi – non le scrivessimo, queste parole nude e vere, se noi – oggi – non chiamassimo le cose con il loro nome, se noi – oggi – non gridassimo questa tristissima verità, non avremmo più titolo morale per parlare ai nostri lettori, ai nostri concittadini, ai nostri figli. Non saremmo cronisti, e non saremmo nemmeno uomini. Eluana è stata uccisa. Una settimana esatta dopo essere stata strappata all’affetto e alla «competenza di vita» delle sorelle che per 15 anni, a Lecco, si erano pienamente e teneramente occupate di lei. In un momento imprecisato e oscuro del «protocollo», orribile burocratico eufemismo con il quale si è cercato di sterilizzare invano l’idea di una «competenza di morte» messa in campo, a Udine, per porre fine artificialmente ai suoi giorni.

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NUOVO DIRETTORE DI ‘AVVENIRE’: VIA DINO BOFFO, ARRIVA MAGDI CRISTIANO ALLAM

ROMA – Cambio improvviso alla Direzione di Avvenire: dopo troppi anni cambio al vertice! Via Dino Boffo, arriva Magdi Cristiano Allam! E’ purtroppo solo un sogno, ma tante volte i sogni si avverano. Ma è possibile che il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana sia così ‘non leggibile’? Il solo sito internet è il più scarso mai visto in Europa per un quotidiano! …. Forse mancano gli spicciolini per renderlo fruibile e di standard moderno. Forse la direzione è troppo impegnata a capire come mai, anche un’infinità di parroci non lo tengono più neanche nei giornali della Chiese. Quasi la stessa storia di Famiglia Cristiana. “E’ vecchio lo stile, logora l’impostazione, e non è più uno strumento di pastorale per la Chiesa – conferma un giovane parroco di Roma – ma non lo scrivere, sennò licenziano me e perseguitano te”. Caro Don, con la nostra Associazione già lo fanno, non ti preoccupare, per quello che riguarda te invece, affidati al Signore.

Tutta l’editoria italiana di rilievo, rinnova continuamente la propria immagine, ed il saper comunicare. Il giornale quotidiano dei Vescovi, che dovrebbe servire a COMUNICARE per eccellenza…. si è incancrenito su Boffo (poco considerato dai media e dalle tv non solo per derive relativistiche dei suddetti) e non sembra avere la voglia di rinnovamento, come ad esempio ha fatto l’Osservatore Romano, che ha saputo, con capacità e competenza, offrire ai suoi lettori, un’offerta, non solo spirituale e di orientamento voluta dall’Editore (la Santa Sede), ma anche puntare su firme nuove e compendi culturali che hanno fatto riconquistare larga credibilità di lettori ed importanti spazi ‘metropolitani’ nei tg e nei media di tutto il mondo.

Ed Avvenire e Boffo invece? Sono scesi alla rissa cultural-politica negli ultimi anni, a tal punto che invece di portare l’annuncio di Gesù, diretto così come dovrebbero possederlo, si sono messi in prima linea ad affrontare tutto cio’ che è ‘deriva laicista’. Non è con il muro contro muro che si evangelizza, è con l’Amore, con la pazienza, con il confronto. Avvenire ed il suo direttore, hanno affrontato qualche tipo di confronto in questi anni? Purtroppo no, pontificano, e basta!Grazie a Dio, di Pontefice ce ne è uno solo per volta, e lo Spirito Santo lo illumina e lo fa parlare chiaro, e semplice; veramente seguiamo le Sue intuizioni ed il Suo magistero, applicando pagina dopo pagina, oppure proviamo ad intepretare e con un po’ di preparazione che dovremmo avere, trasferiamo tutto ad un livello di ragione, senza accettare la diversità e l’opinione?

La linea di Avvenire è vecchia; il suo Direttore pure: arriva Magdi Cristiano Allam (nella foto), testimonianza vivente, che incontrando Cristo, la vita migliora, la ragione pure, la fede aumenta. Invece qui: il quotidiano peggiora, il sito pure, e le copie vanno giù. Basta per cortesia e per carità.

*Presidente
Associazione Nazionale Papaboys

Fonte: www.papaboys.it

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