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GIOVANNI PAOLO II “BEATO”. CHE COSA PUÒ DIRE AI GIOVANI DI OGGI?

Quella sera in cui morì il Papa, il 2 aprile 2005, alle tre di notte mi trovavo in fila per andare a “vedere” Giovanni Paolo II in S. Pietro. Non resistetti alla fatica, tornai indietro con un po’ di vergogna. In compenso decine di migliaia di giovani camminarono fino a sette-otto ore per un sguardo-lampo, ma così intenso, come quando si vuol incontrare per l’ultima volta una persona veramente amica. Mi metto nella situazione di un educatore che vuol parlare della beatificazione di Giovanni Paolo II ai giovani. Il mio è un esercizio, come si dice, in caduta libera. So bene che prima di parlare ai giovani, bisogna incontrali e condividere una buona relazione con loro… Diamola per esistente. Del resto il mio contributo è un input, se può servire a fare meglio…

Perché parlarne?

Rispondo partendo da qualcosa di singolare, per non dire straordinario, che è capitato. Quella sera in cui morì il Papa, il 2 aprile 2005, alle tre di notte mi trovavo in fila per andare a “vedere” Giovanni Paolo II in S. Pietro. Non resistetti alla fatica, tornai indietro con un po’ di vergogna. In compenso decine di migliaia di giovani camminarono fino a sette-otto ore per un sguardo-lampo, ma così intenso, come quando si vuol incontrare per l’ultima volta una persona veramente amica. Si sa che quella, più che un corteo funebre, era una processione pensosa e serena, che rimase nella memoria collettiva come un evento storicamente unico. Colpirono certamente i solenni funerali in Piazza S. Pietro, con tutti i cosiddetti ‘Grandi’ della terra.

Colpì in particolare un’espressione usata più volte in seguito da Benedetto XVI, che allora da cardinale presidente della celebrazione qualificò Giovanni Paolo II: “Il nostro amato Papa”, mai fino allora usata ufficialmente a riguardo di un pontefice. ‘Amato’ traduce il ‘geliebte’ tedesco, è la parola degli innamorati! E finalmente sulla piazza risuonò sia pur sommessamente quel grido altrimenti forte e intenso: John Paul Two, we love you!, da sempre scandito a Buenos Aires, a Santiago, a Czestokowa, a Manila, a Denver, a Parigi, a Roma, a Toronto, a Colonia… Sta qui, in questo condensato di storia viva, che si radica la ragione di parlare di Giovanni Paolo ai giovani di oggi, come per una memoria di cui hanno diritto e possono averne bisogno. In sintesi non è errato, conoscendo il feeling che si era creato tra Papa e giovani, pensare ad una trasmissione di eredità.

Come attualizzare questo rapporto singolare tra giovani e il Papa “beato”?

Proprio il suo essere detto ‘beato’, cioè certamente avvolto dalla gloria di Dio, avrà anche la capacità, il carisma di suscitare la partecipazione giovanile? Non saprei rispondere a priori. E’ giusto ricordare che l’entusiasmo di cui stiamo parlando ha avuto il suo nucleo generatore in particolare nelle Giornate Mondali della Gioventù, e più ampiamente grazie agli incontri con i giovani che Giovanni Paolo II voleva sempre in agenda in qualsiasi posto della terra andasse, tra cristiani, musulmani, buddisti. E’ ovvio che quei giovani di allora sono diventati adulti, e sarebbe un bel segno se si affacciassero su S. Pietro o davanti al monitor nelle piazze delle città o della TV di casa. Staremo a vedere, ma con motivata speranza. Gli anni trascorsi non sono tanti e le radici del cuore sono sempre più difficili da estirpare!

Semmai è da verificare se è cambiata la direzione del vento della fede, se il contesto sociale non favorevole ad un loro futuro occupazionale non ha prodotto scetticismo e sconforto, come pure se gli orientamenti culturali dominanti, così frammentati e miopi, non blocchino ideali di cambio e la stessa possibilità di farlo, non dimenticando d’altra parte la incoercibile ricerca di senso, anche in ambito religioso, e sicuramente per una umanità diversa, che proprio questi giovani vanno manifestando.

E’ dunque in questo clima in chiaroscuro che si collocano le generazioni più giovani – quelli che arrivano oggi ai 18-20 anni – che hanno sentito parlare del Papa e l’hanno magari visto in TV, ma non l’hanno incontrato in qualche raduno. E’ difficile ipotizzare una previsione di partecipazione da parte loro, Giovanni Paolo II “beato”. Che cosa può dire ai giovani di oggi? Certamente – come si sta verificando – vi sarà l’accorrere di folle di credenti di ogni età e i giovani di ieri e di oggi si chiederanno cosa stia capitando. Qui ritengo che si affacci il compito di noi educatori: di rinverdire la memoria, di impostare un discorso con i giovani facendo scoprire la persona di Giovanni Paolo II. Come?

Lasciando parlare Lui stesso nei grandi interventi (come dimenticare il suo grande discorso ‘kennedyano’ alle Sentinelle del mattino nella GMG del 2000 a Roma nella notte di quella indimenticabile veglia?), servendosi dei tanti sussidi massmediatici, e facendo parlare dei testimoni, quelli del “ c’ero anch’io”, nelle GMG e in altre occasioni. Solo così può rivivere Giovanni Paolo II.

Che cosa può ricevere – grazie agli educatori – la generazione giovane da un Papa beatificato loro amico? Che cosa aggiunge la beatificazione alla relazione così vivace che fu tra loro?

La risposta è relativamente semplice: beatificazione vuol dire conferma solenne, ispirata dallo Spirito Santo, del valore della vita del beatificato, della sua causa, dei suoi pensieri, delle sue scelte, e dunque nel nostro caso, del modo di Giovanni Paolo II di pensare, amare, volere, trattare i giovani e farsi incontrare da loro. Qui sarebbe da aprire il vasto fronte della ricerca, sapendo che diversi studi sono stati pubblicati, ben poco sulla totalità del suo ministero pastorale tra i giovani. Si tenga in ogni caso presente la sua Lettera ai Giovani del mondo nel marzo del 1985.

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SPORT, L’UNIVERSITÀ GREGORIANA BATTE L’ANGELICUM E SI AGGIUDICA LA CLERICUS CUP 2011

SPORT (Roma) – Niente canto gregoriano: dalle tribune del Pontificio Oratorio di San Pietro, gli studenti-tifosi dell’Università di piazza della Pilotta, intonano il “Waka waka” di Shakira per festeggiare il primo scudetto Clericus Cup della Pontificia università gregoriana. La squadra guidata da Salvatore Ranieri – presidente del Tivoli Calcio nella stagione 2007-2008 – ha battuto per 3-1 l’Angelicum, nella finale del campionato di calcio riservato a seminaristi e sacerdoti organizzato dal Centro sportivo italiano. 

Alla vigilia, i pronostici sembravano a favore dell’Angelicum. Il gioco dei seminaristi sudamericani, al loro esordio nella Clericus Cup, aveva stupito e convinto. I ragazzi allenati dal coach colombiano Alexander “Maturana” Bolaños, inoltre, ci tenevano ad onorare con una vittoria la recente beatificazione di Giovanni Paolo II che, da giovane, dal 1946 al 1948, aveva perfezionato gli studi di teologia proprio all’Angelicum, preparando il dottorato sulla “Dottrina della fede di San Giovanni della Croce”. Invece ha avuto la meglio la costanza dei ragazzi della Gregoriana. «Da ottobre – ha rivelato mister Ranieri, spiegando a fine gara le ragioni del successo – ci alleniamo ogni sabato. All’inizio del campionato non pensavamo di vincere. Ma sono contentissimo soprattutto per i miei calciatori, che sono ragazzi meravigliosi. Ho giocato diverse partite in serie C, ma non ho mai provato le emozioni di oggi. Venerdì notte confesso di non essere riuscito a prendere sonno a causa della tensione per la finale». L’allenatore della Gregoriana avrebbe invece dormito su sette guanciali se avesse saputo che il primo gol della sua squadra sarebbe arrivato già nei primi secondi di gioco. Lancio lungo a pescare l’attaccante congolese e capitano della Gregoriana Paul Kibamba Kabila, che con una cucchiaiata degna di Francesco Totti piazza un pallonetto imprendibile alle spalle del portiere argentino Jose Ansaldi.

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BENEDETTO XVI: “CONTRO GLI SQUILIBRI DELLA GLOBALIZZAZIONE, VERITÀ, AMORE E GIUSTIZIA”

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Verità, amore e giustizia sono le chiavi per far fronte agli squilibri provocati dalla globalizzazione, ha ricordato Papa Benedetto XVI questo lunedì mattina. Il Santo Padre ha ricevuto in udienza i partecipanti al Congresso Internazionale promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace nel 50° anniversario dell’Enciclica Mater et Magistra di Papa Giovanni XXIII, in svolgimento a Roma da oggi a mercoledì 18 maggio sul tema “Giustizia e globalizzazione: dalla Mater et Magistra alla Caritas in veritate”. L’Enciclica di Giovanni XXIII, ha sottolineato, “conserva grande attualità anche nel mondo globalizzato”.

“Papa Roncalli, con una visione di Chiesa posta al servizio della famiglia umana soprattutto mediante la sua specifica missione evangelizzatrice, ha pensato alla Dottrina sociale – anticipando il beato Giovanni Paolo II – come ad un elemento essenziale di questa missione, perché ‘parte integrante della concezione cristiana della vita’”. Per Giovanni XXIII, “la Dottrina sociale della Chiesa ha come luce la Verità, come forza propulsiva l’Amore, come obiettivo la Giustizia”. “La verità, l’amore, la giustizia, additati dalla Mater et Magistra, assieme al principio della destinazione universale dei beni, quali criteri fondamentali per superare gli squilibri sociali e culturali, rimangono i pilastri per interpretare ed avviare a soluzione anche gli squilibri interni all’odierna globalizzazione”, ha osservato Benedetto XVI. 

Ragione integrale

A fronte di questi squilibri, ha indicato, “c’è bisogno del ripristino di una ragione integrale che faccia rinascere il pensiero e l’etica”. “Senza un pensiero morale che superi l’impostazione delle etiche secolari, come quelle neoutilitaristiche e neocontrattualiste, che si fondano su un sostanziale scetticismo e su una visione prevalentemente immanentista della storia”, infatti, “diviene arduo per l’uomo d’oggi accedere alla conoscenza del vero bene umano”. Per questo, “occorre sviluppare sintesi culturali umanistiche aperte alla Trascendenza mediante una nuova evangelizzazione, radicata nella legge nuova del Vangelo, la legge dello Spirito”. “Solo nella comunione personale con il Nuovo Adamo, Gesù Cristo, la ragione umana viene guarita e potenziata ed è possibile accedere ad una visione più adeguata dello sviluppo, dell’economia e della politica secondo la loro dimensione antropologica e le nuove condizioni storiche”. È poi grazie a una ragione “ripristinata nella sua capacità speculativa e pratica” che si può disporre di “criteri fondamentali per superare gli squilibri globali, alla luce del bene comune”. Per il Papa, infatti, “senza la conoscenza del vero bene umano, la carità scivola nel sentimentalismo; la giustizia perde la sua ‘misura’ fondamentale; il principio della destinazione universale dei beni viene delegittimato”. 

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POLONIA, A CZESTOCHOWA 24 ORE DI VENERAZIONI PER LA MARATONA ECUMENICA DELLA BIBBIA

ESTERI (Czestochowa, POLONIA) – Si è conclusa sabato scorso, 14 maggio, la Maratona della Bibbia che si è svolta per 24 ore, nei giorni 13-14 maggio, nella Chiesa del Santissimo Nome di Maria a Czestochowa, durante la III Settimana Biblica: una delle iniziative di ringraziamento della Chiesa polacca per la beatificazione di Giovanni Paolo II. Per 24 ore i rappresentati della Chiesa cattolica (i Vescovi Jan Wątroba e Antoni Dlugosz), rappresentanti delle altre chiese cristiane (come don Miroslaw Drabiuk, il parroco della parrocchia ortodossa dedicata alla Icona Miracolosa della Madonna di Czestochowa), rappresentanti del mondo della cultura, dei mass media (tra cui il Settimanale Cattolico “Niedziela”), insegnanti, giovani, rappresentanti della vita consacrata, membri di vari movimenti e associazioni cattoliche dell’Arcidiocesi di Czestochowa, hanno letto i testi della Sacra Scrittura. “Vogliamo realizzare questa iniziativa non solo per fare una maratona della Bibbia, ci auguriamo che sia un vero atto di venerazione di Gesù presente nella Parola di Dio” ha detto all’Agenzia Fides, Miroslaw Topolski uno degli organizzatori di questo evento. “E’ ‘necessario che la Parola di Dio non venga solo letta da ciascuno di noi, ma che questa Parola Divina in qualche modo tocchi i nostri cuori” ha aggiunto Topolski.

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COMMISSIONE USA PER LIBERTÀ RELIGIOSA INTERNAZIONALE: “ORA ANCHE L’EGITTO DESTA PREOCCUPAZIONE”

LIBERTÀ RELIGIOSA (Roma) – L’ultima pagella sulla libertà religiosa lascia poco spazio a toni di giubilo. Nel breve lasso di tempo tra le celebrazioni pasquali e la Beatificazione di Giovanni Paolo II, la Commissione USA per la libertà religiosa internazionale (U.S. Commission on International Religious Freedom – USCIRF) ha pubblicato – il 28 aprile – il suo rapporto 2011. Sebbene sia ormai superato dalle più gravi notizie degli ultimi giorni, il rapporto ha aggiunto l’Egitto alla lista dei Paesi che raccomanda al Segretario di Stato di considerare come “Paesi di particolare preoccupazione” (“countries of particular concern” – CPC). I Paesi della lista CPC sono quelli che hanno commesso gravi e sistematiche violazioni della libertà religiosa. Oltre all’Egitto vi figurano: Birmania, Cina, Eritrea, Iran, Iraq, Nigeria, Nord Corea, Pakistan, Arabia Saudita, Sudan, Turkmenistan, Uzbekistan e Vietnam. 

“Nel caso dell’Egitto, sono aumentati drammaticamente, dall’ultima edizione del rapporto, i casi di gravi violazioni della libertà religiosa compiute o tollerate dal Governo, comprendenti violenze e uccisioni contro i cristiani copti e altre minoranze religiose”, secondo il presidente dell’USCIRF Leonard Leo. Queste violenze sono continuate fino alle dimissioni del presidente Hosni Mubarak a febbraio, ha aggiunto. Per anni il Governo egiziano ha permesso diffuse discriminazioni contro le minoranze religiose, secondo il rapporto. Inoltre, i mezzi di comunicazione controllati dallo Stato, hanno continuamente veicolato contenuti degradanti nei confronti degli ebrei. La discriminazione contro i copti è evidente se si guarda alla classe dirigente, osserva il rapporto. Negli alti ranghi delle forze armate, infatti, la presenza dei cristiani è molto ridotta. Solo un governatore su 28, e un parlamentare su 454, è cristiano, mentre non risultano rettori o decani universitari copti, e i magistrati cristiani sono molto pochi. 

I PAESI PEGGIORI

Nella sezione del rapporto concernente le più gravi violazioni commesse dai CPC, il Governo birmano è messo in evidenza come uno dei “peggiori violatori dei diritti umani al mondo”. Le autorità sorvegliano tutte le organizzazioni religiose e usano violenza contro i loro leader e le loro comunità, soprattutto tra le minoranze etniche, secondo l’USCIRF. Le vittime vanno dai monaci buddisti ai musulmani, dalle minoranze etniche alle chiese domestiche protestanti. D’altra parte il rapporto accusa la Cina di gravi restrizioni alle attività delle organizzazioni religiose non ufficiali o di quei gruppi che le autorità considerano come una minaccia alla sicurezza nazionale. In particolare, i buddisti tibetani e gli uiguri islamici sono sotto stretta sorveglianza e il Governo, tra le altre cose, ne controlla la selezione del clero, ne vieta le riunioni religiose e pone restrizioni sulla distribuzione della loro letteratura religiosa. L’USCIRF stima a più di 500 il numero dei protestanti non registrati che sono stati fermati dalle autorità nell’ultimo anno. Anche i cattolici sono nel mirino. Dozzine di religiosi continuano a essere detenuti o agli arresti domiciliari. Il rapporto cita dati dell’Executive Commission on China, istituita in seno al Congresso americano, secondo cui sarebbero almeno 40 i vescovi cattolici in prigione, in detenzione o di cui non si ha notizia. Il rapporto osserva che gli sforzi del Governo diretti a controllare la Chiesa cattolica si sono intensificati nello scorso anno. Una misura è stata quella dell’ordinazione di un vescovo senza l’approvazione del Vaticano e l’elezione di vescovi, senza il consenso di Roma, a ruoli di responsabilità nella Chiesa patriottica riconosciuta dal Governo. Pechino, inoltre, continua a vietare al clero cattolico di comunicare con il Vaticano, aggiunge il rapporto.

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“PREGARE È PARLARE CON DIO”, ALL’UDIENZA GENERALE BENEDETTO XVI INAUGURA UN NUOVO CICLO DI CATECHESI

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – All’udienza generale di stamani in una Piazza San Pietro gremita di fedeli, Benedetto XVI ha iniziato una nuova serie di catechesi dedicata al tema della preghiera. L’uomo di tutti i tempi, ha osservato il Papa, prega perché “non può fare a meno di chiedersi quale sia il senso della sua esistenza”. Al momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha rivolto un pensiero speciale ai fedeli polacchi venuti a Roma per la Beatificazione di Giovanni Paolo II e, all’inizio del mese mariano, ha affidato alla Vergine i giovani, i malati e le famiglie. 

Pregare è parlare con Dio: è quanto sottolineato da Benedetto XVI, che nella sua prima catechesi dedicata alla preghiera ha rilevato come in tutti i tempi gli uomini si siano rivolti a Dio. Nelle prossime catechesi, ha rivelato dunque il Papa, cercheremo di imparare a vivere ancora “più intensamente il nostro rapporto con il Signore, quasi una ‘scuola di preghiera’”:

“Sappiamo bene, infatti, che la preghiera non va data per scontata: occorre imparare a pregare, quasi acquisendo sempre di nuovo quest’arte; anche coloro che sono molto avanzati nella vita spirituale sentono sempre il bisogno di mettersi alla scuola di Gesù per apprendere a pregare con autenticità”. 

Ed ha aggiunto che riceviamo la prima lezione dal Signore attraverso il suo esempio. I Vangeli ci descrivono, infatti, “Gesù in dialogo intimo e costante con il Padre: è una comunione profonda di colui che è venuto nel mondo non per fare la sua volontà, ma quella del Padre che lo ha inviato per la salvezza dell’uomo”. Ha così rilevato che pur con accenti diversi le antiche culture, dall’Egitto all’Antica Grecia, dalle religioni della Mesopotamia all’Antica Roma abbiano sempre espresso il desiderio di conoscere Dio. Il Papa ha citato Marco Aurelio che affermava la “necessità di pregare per stabilire una cooperazione fruttuosa tra azione divina e azione umana”. L’imperatore filosofo, ha dunque constatato, dimostra che la vita umana senza la preghiera, “diventa priva di senso e di riferimento”:

“In ogni preghiera, infatti, si esprime sempre la verità della creatura umana, che da una parte sperimenta debolezza e indigenza, e perciò chiede aiuto al Cielo, e dall’altra è dotata di una straordinaria dignità, perché, preparandosi ad accogliere la Rivelazione divina, si scopre capace di entrare in comunione con Dio”. 

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CUBA RENDE OMAGGIO AL BEATO KAROL WOJTYLA, IL PRIMO E UNICO PAPA AD AVER VISITATO L’ISOLA

ESTERI (Cuba) – Il Cardinale Arcivescovo dell’Avana, Jaime Ortega, ha invitato i fedeli a partecipare alla Santa Messa presieduta, in occasione della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, dal Nunzio Apostolico Angelo Becciu nella Cattedrale della capitale cubana questa domenica pomeriggio. Funzionari del Governo di Raúl Castro erano presenti alla celebrazione, diffusa dalla televisione vaticana e ritrasmessa in differita da quella statale. Il segretario del Consiglio di Stato, Homero Acosta, il vicecancelliere Dagoberto Rodríguez e Carlos Samper, dell’Ufficio per le Questioni Religiose del Partito Comunista di Cuba, hanno assistito alla celebrazione liturgica. Di fronte a cinquecento fedeli che gremivano la Cattedrale, il Nunzio ha affermato che Giovanni Paolo II è stato “un amico di Cuba. Sappiamo con quale interesse e amore ‘sentiva’ la vita di questo Paese”. Papa Wojtyła, l’unico Pontefice ad aver visitato l’isola caraibica in tutta la sua storia, ha segnato un momento fondamentale con il suo viaggio apostolico a Cuba, dal 21 al 25 gennaio 1998, stringendo la mano a Fidel Castro e rimproverando pubblicamente il Ministro e sacerdote poeta Ernesto Cardenal per il fatto di esercitare un incarico politico senza il permesso vaticano. 

Immagini che hanno fatto il giro del mondo, e segnano un prima e un dopo nelle relazioni del Paese comunista con il resto del mondo. La visita è riuscita a distendere le tensioni di mezzo secolo tra il Governo comunista di Fidel Castro e la Chiesa locale, così come a stringere le relazioni tra la Santa Sede e l’Avana. La frase più ripetuta, pronunciata qui da Giovanni Paolo II – definito ufficialmente un “messaggero della verità e della speranza” -, è stata: “Cuba si apra al mondo e il mondo si apra a Cuba”. Una frase che ha posto fine ad anni di isolamento e ha aperto la porta a un progressivo disgelo dell’ultimo bastione della guerra fredda. In un libro recente, il Segretario di Stato della Santa Sede, il Cardinale Tarcisio Bertone, afferma che Giovanni Paolo II pensava che fosse stata una visita molto positiva, soprattutto per l’entusiasmo del popolo, che grazie ad essa aveva vissuto momenti di libertà. “Possiamo senz’altro dire che la sua visita abbia rappresentato un evento trascendentale nella storia di questa Nazione e della Chiesa”, ha affermato dal canto suo il Nunzio a Cuba. Monsignor Becciu ha ringraziato il Governo cubano per il fatto di aver voluto inviare una delegazione ufficiale alla celebrazione, manifestando in questo modo “la sua soddisfazione per l’evento e per le buone relazioni con la Santa Sede”. 

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“MANE NOBISCUM, DOMINE”, PER PAPA WOJTYLA LE LACRIME DEI PAPABOYS DAGLI OCCHI DI TUTTO IL MONDO

ROMA – Gioia imprevedibile, per quanto pensata, desiderata, attesa, immaginata. Non ci siamo sentiti ad un traguardo, ma ancora in cammino, consapevoli e responsabili di una presenza che continuerà a guidarci con l’amore immenso di sempre e che da domenica scorsa, nelle Litanie di quel Rosario che ci ha insegnato a recitare come arma più potente, possiamo chiamare ‘Beata’. Nessuna forza sembrava bastare ai Papaboys che dovevano raccontare al mondo, con la vita, come cambia la storia di chi incontra un Santo, di chi dal Santo si sente amato indiscutibilmente, di chi, attraverso il Santo, percepisce l’amore di Dio. Responsabili di dimostrare che quel ‘chiasso’ che il Santo Padre aveva tanto amato e che aveva svegliato il sonno di Buenos Aires, Santiago, Czestochowa, Denver, Manila, Parigi, Roma, Toronto, Colonia, Sidney era un canto di lode, esplosione del cuore di chi scopre di ‘dover’ amare e di avere l’energia per farlo a qualunque prezzo. Atleti della Croce, passata di braccia in braccia come nella migliore delle Olimpiadi, perché il Santo Padre ci aveva chiesto di farlo e il nostro ‘sì’ era custodito gelosamente nel suo cuore. Portavoce della misericordia di Dio, messaggeri del perdono, ascoltato dalla voce ed imparato dall’esempio. Karol Beato. “Alzatevi, andiamo!”.

Vecchi zaini e vecchi sacchi a pelo – fieri dei segni delle GMG – e la follia di chi è innamorato pazzo. 
Destinazione Circo Massimo. La Diocesi di Roma, la sua ultima Diocesi, ospitando chiunque volesse e da dovunque venisse, aveva bisogno di pregare con Papa Benedetto (in connessione video) per prepararsi al grande giorno. Duecentomila fedeli ed altrettante candeline a perfezionare la suggestione della distesa del Circo Massimo. Testimonianze commoventi e, poi, il Rosario. Il ‘suo’ Rosario, preghiera unica nella sua forza, speciale nel suo effetto. Il nodo col Paradiso è stretto. Comincia la grande notte. Si prega. Si prega ancora e si percorre la strada verso San Pietro. Si prega e si canta in tutte le lingue, ci si incontra, ci si abbraccia… c’è persino chi si scambia gli auguri, come se fosse la notte di Pasqua. Un pellegrinaggio interminabile, una fila umana di cui non si percepisce né inizio, né fine. Persino il Tevere sembra sussurrare qualcosa. Roma, bella come non è mai stata, è testimone di un amore per cui le parole non basteranno mai. Qualche giornalista si unisce alla preghiera, qualcun altro preferisce, invece, cogliere proprio quell’emozione – e nessun’altra – per mandarla nel mondo. Il cammino si fa via via più lento. Ci sarà da attendere. Via della Conciliazione è chiusa. Strategie e tentativi di ogni genere per conquistare i pochissimi posti in piazza. Pochissimi rispetto al numero dei pellegrini, ma non importa. Dobbiamo celebrare insieme. Da dovunque, purché sia comunione. Tutti fermi, incollati uno all’altro, per chilometri e chilometri. Come le membra ad un corpo. E c’è sempre chi prega e chi canta, chi si incontra, chi si abbraccia… Il Santo Padre non aveva parlato solo con noi… Tutto il mondo ha scelto di esserci, perché tutto il mondo ha almeno un ‘grazie’ da dirgli. 

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TOR VERGATA,CERIMONIA CONCLUSIVA PER LA BEATIFICAZIONE:UN PIAZZALE DEDICATO A GIOVANNI PAOLO II

BEATO GIOVANNI PAOLO II (Roma)- La cerimonia conclusiva per la beatificazione di Giovanni Paolo II si è conclusa, ieri pomeriggio, con l’intitolazione al neo Beato del piazzale di Tor Vergata dove, nel lontano 2000 si tenne la Giornata mondiale della gioventù e che vide la presenza di oltre 2 milioni di giovani. In quell’occasione venne eretta una croce alta 40 metri 
realizzata dall’architetto Marco Petreschi e, successivamente, modificata dallo scultore Gino Giannetti con l’aggiunta del basamento e interventi di ristrutturazione. 

Renato Lauro, rettore della seconda università capitolina, ha accolto le autorità civili ed ecclesiali che hanno presenziato alla cerimonia: il cardinale Stanislao Dziwisz, arcivescovo di Cracovia; il cardinale Agostino Vallini, vicario generale per la diocesi di Roma; monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la pastorale universitaria; Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; il sindaco di Roma, Gianni Alemanno; Renata Polverini, presidente della Regione Lazio; e Claudio Strinati, dirigente del Ministero per i Beni e le attività culturali.Il rettore ha, poi, aggiunto che questo particolare evento ha un particolare significato perché, giunto all’indomani della beatificazione di Papa Wojtyla, dà inizio alla 5° edizione della festa della Pace promossa dalla cappellania universitaria. L’università non ha solo il compito di occuparsi di approfondire il bagaglio culturale degli studenti, ma deve anche essere una palestra dove insegnare i valori fondamentali per la formazione dei ragazzi come uomini e donne migliori. La parola è poi passata all’onorevole Letta che ha ricordato come Giovanni Paolo II avesse un profondo rapporto di amore con i giovani concludendo, poi, il suo intervento con un augurio di pace, soprattutto nei Paesi oggi scossi da cambiamenti interni. 

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FATIMA IN FESTA PER LA BEATIFICAZIONE I PAPA GIOVANNI PAOLO II

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Fatima, PORTOGALLO) – Questa domenica, giorno della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, Fatima ha vissuto un momento molto particolare. Secondo quanto ha reso noto l’ufficio stampa del santuario, fin dalla mattina presto i pellegrini si sono riversati verso la Cappellina delle Apparizioni della Madonna.
Il luogo era adornato da moltissimi fiori, anche accanto alla statua di Giovanni Paolo II nell’atrio della chiesa della Santissima Trinità.
Ai lati dell’altare della zona di preghiera, vari dipinti evocavano i pellegrinaggi di Giovanni Paolo II a Fatima – nel maggio del 1982, nel 1991 e nel 2000 – e altri simboli della sua devozione alla Madonna, come un’immagine della corona della Vergine in cui è incastonato il proiettile offerto dal Pontefice a Maria.
Come in tutta la città di Fatima, anche nella zona di preghiera, su una delle grandi tele, era riportata la frase “Beato Giovanni Paolo II, prega per noi”.


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ROMA, LA CERIMONIA CONCLUSIVA PER LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II:UN MIX DI LITURGIA E MUSICA

BEATO GIOVANNI PAOLO II (Città del Vaticano)- Tra poche ore la Capitale si preparerà per rendere l’omaggio finale al neo Beato Giovanni Paolo II. In Vaticano, alle ore 10, si chiuderà la beatificazione con la celebrazione della messa di ringraziamento, presieduta dal cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Alla cerimonia presenzierà il sindaco di Roma Gianni Alemanno che, alle 13 nella Sala delle Bandiere in Campidoglio, farà il punto sui numeri dell’evento che ha portato a Roma circa 1 milione e 500 mila fedeli. Nel pomeriggio, il primo cittadino, sarà in viale dell’Archiginnasio per la cerimonia di intitolazione del piazzale della Croce a Giovanni Paolo II, insieme al cardinale Agostino Vallini e l’arcivescovo di Cracovia Stanislaw Dziwisz. Oltre alla celebrazione liturgica, Roma dedicherà a Giovanni Paolo II un concerto evento-spettacolare che alle 19 animerà il Campidoglio. Lo spettacolo si aprirà con un inedito “Magnificat” a due voci, quelle di Elisa Latini e Micaela Foti. 

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“LA VOSTRA NAZIONE È NEL MIO CUORE”:GIOVANNI PAOLO II E L’AMORE PER IL POPOLO SOFFERENTE IN VIETNAM

ESTERI (Hanoi) – I cattolici vietnamiti ricordano con venerazione e affetto Giovanni Paolo II e la lieta notizia della beatificazione di Giovanni Paolo II genera in loro immensa gioia. Il futuro Beato è un Papa attivista nei confronti del Vietnam: ha ufficializzato la Conferenza episcopale vietnamita, ha canonizzato i 117 martiri vietnamiti, ha accolto in Vaticano i vescovi vietnamiti, ha nominato nuovi vescovi per il Paese e ha anche lavorato per costruire i rapporti diplomatici col Vietnam. La Santa Sede, quindi, ha avuto un rapporto speciale con la Chiesa vietnamita: attraverso l’aiuto del Vaticano la chiese locali del Vietnam, pur affrontando tante difficoltà e persecuzioni, sono cresciute con basi solide e mature fino ad oggi.

Questo rapporto si è consolidato grazie anche a Giovanni Paolo II perché anch’egli veniva da una nazione con problemi sociali simili al Vietnam e questa è la ragione per cui gli ha permesso di essere vicino alle sofferenze delle comunità cattoliche vietnamite. Giovanni Paolo II cercava in tutte le occasioni per inviare al popolo vietnamita i suoi messaggi di saluto. Diceva: “La vostra nazione è nel mio cuore. Quanto desidero avere un’opportunità di vedervi e conoscere ognuna delle chiese locali per esprimere il mio amore verso di voi”. Alla canonizzazione dei 117 martiri vietnamiti, il 19 giugno 1988, ostacolata dal governo di Hanoi il papa ha detto ai cattolici: “Ancora una volta possiamo dire che il sangue dei martiri è per voi, cristiani del Vietnam, una fonte di grazia per progredire nella fede. In voi la fede dei nostri padri continua a trasmettersi ancora alle nuove generazioni. Questa fede resta il fondamento della perseveranza di tutti coloro che, sentendosi autenticamente vietnamiti, fedeli alla loro terra, vogliono al tempo stesso continuare ad essere dei veri discepoli di Cristo..…La ricerca del bene comune della patria è dunque un dovere sincero per il cittadino cristiano, nella libertà di proclamare la verità di Dio, in comunione con i pastori e con i fratelli nella fede, nel desiderio di vivere in pace con gli altri uomini per costruire con coscienza il bene di tutti”.

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GIOVANNI PAOLO II, ANCHE LA CHIESA THAILANDESE ALLA BEATIFICAZIONE DI PAPA WOJTYLA

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Bangkok, THAILANDIA) – Mons. Joseph Chusak Sirisut, vescovo della diocesi di Nakhon Ratchasima e presidente della Commissione cattolica per il dialogo interreligioso e culturale, parteciperà alla cerimonia di beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, il 1° maggio a S.Pietro, in rappresentanza della Conferenza episcopale cattolica thailandese. Egli è uno dei 23 sacerdoti ordinati proprio da Giovanni Paolo II nella visita in Thailandia, l’11 maggio 1984 presso il seminario minore a Samphran, Nakhon Pathom. In ricordo della visita, presso il seminario è stata eretta una statua di papa Woytila, con iscritte parole in lingua Thai rivolte quel giorno dal Papa ai cattolici thailandesi: “Sawaddee, sawaddee, poh rak muang thai” (Sawaddee è un saluto, poh significa padre ma è anche usato per indicare i sacerdoti, rak vuol dire amore, per cui possiamo tradurre: Sawaddee, io amo la Thailandia”). Mons. Sirisut spiega ad AsiaNews che “con la più profonda gratitudine per quello che Sua Santità ha trasmesso alla Chiesa thailandese, noi sentiamo di dover partecipare a questa importante cerimonia e siamo certi che Egli sarà proclamato santo davvero presto”.

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SALA STAMPA VATICANA: “ALLA BEATIFICAZIONE VERRÀ ESPOSTA UNA RELIQUIA DI GIOVANNI PAOLO II”

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Città del Vaticano) – La reliquia che verrà esposta alla venerazione dei fedeli in occasione della Beatificazione del Papa Giovanni Paolo II è una piccola ampolla di sangue, inserita nel prezioso reliquiario fatto preparare appositamente dall’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. È opportuno spiegare brevemente, ma con precisione, l’origine di tale reliquia.

Negli ultimi giorni della malattia del Santo Padre, il personale medico addetto compì prelievi di sangue, da mettere a disposizione del Centro emotrasfusionale dell’Ospedale Bambino Gesù in vista di un’eventuale trasfusione. Tale Centro, diretto dal prof. Isacchi, era infatti incaricato di questo servizio medico per il Papa. Tuttavia non ebbe poi luogo alcuna trasfusione, e il sangue prelevato rimase conservato in quattro piccoli contenitori. Due di questi sono rimasti a disposizione del Segretario particolare del Papa Giovanni Paolo II, il Cardinale Dziwisz; gli altri due sono rimasti presso l’Ospedale Bambino Gesù, devotamente custoditi dalle Suore dell’Ospedale.

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GIOVANNI PAOLO II, I VESCOVI USA LANCIANO UN SITO WEB SULL’EREDITÀ DI PAPA WOJTYLA

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Washington, D.C.) – In vista dell’imminente Beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, i Vescovi degli Stati Uniti hanno lanciato un sito web per onorare l’eredità di Papa Wojtyla. Il sito, http://www.usccb.org/popejohnpaulii, creato dalla Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti, include un video con momenti chiave delle visite del Santo Padre nel Paese. Si riportano anche dettagli biografici e scritti del Pontefice, oltre a saggi sulla sua eredità nelle relazioni tra Oriente e Occidente, sui mass media, sull’uso etico della tecnologia e sulla missione sociale della Chiesa. Helen Osman, segretario per le comunicazioni della Conferenza Episcopale, ha affermato che “Papa Giovanni Paolo II ha toccato la vita di molta gente in tutto il mondo, soprattutto degli americani durante le sue sette visite negli Stati Uniti. La Conferenza Episcopale – ha aggiunto – ha creato il sito web per aiutare le persone a rendersi conto della straordinarietà del suo operato, e il video per illustrare le sue notevoli relazioni con il popolo americano”.

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GP 2, I NUMERI DELLA BEATIFICAZIONE: 5.000 POSTI BUS, 3.000 POLIZIOTTI E 1 MLN DI BOTTIGLIE D’ACQUA

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – Roma inizia a mobilitarsi in vista della beatificazione di Giovanni Paolo II e per il lungo weekend del primo maggio. Nelle giornate di venerdì 29, sabato 30 e domenica 1 maggio 2011 i mezzi e gli uomini di, Protezione civile, assistenza sanitaria, polizia municipale, trasporti pubblici e Ama si concentreranno nelle zone calde della città, in centro e nelle periferie. Nella Capitale saranno dislocati 2.500 volontari, 390 mezzi e ci saranno circa 400 bagni chimici dislocati in tutta la città. L’Ama potenzierà i suoi servizi in tutte le strade e le piazze più attraversate, mentre per l’aspetto sanitario l’Ares 118 ha predisposto un piano operativo che comprende un ospedale da campo a piazza Risorgimento ed uno in una località ancora da definire, 14 posti di medici avanzati, 87 ambulanze, 120 squadre di barellieri, 2 centri di coordinamento, 2 eliambulanze ed un numero verde attivo per tutta la durata della beatificazione (800.118.800). Tra sabato e domenica saranno distribuite circa un milione di bottiglie di acqua e saranno allestite tre unità di strada per l’emergenza sociale.

I fedeli che saranno presenti a Roma potranno trovare tutte le notizie sulla città nei 35 punti di informazione turistica collocati nei punti strategici di arrivo (porti, aeroporti, stazioni ferroviarie e metropolitane) e la mappa della città “Charta Roma”, le guide “Roma Archeologica” e “Le piazze di Roma” verranno distribuite in 4 lingue e in 1 milioni di copie ciascuna. Inoltre, il numero ChiamaRoma 060606 sarà attivo h 24. I numeri della beatificazione di Karol Wojtyla sono stati illustrati dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno che martedì prossimo dovrebbe incontrare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta per chiedere l’intervento del governo per sostenere i fondi necessari per affrontare l’evento. Il piano pullman prevede 5.046 posti bus allestiti (per 267.438 persone trasportate) dislocati in 11 municipi. Il trasporto pubblico tra sabato e domenica sarà rafforzato: “La linea A riaprirà fino alle due di notte e verranno intensificati i trasporti su gomma: vogliamo aprire le porte ai fedeli che giungeranno nella nostra città”, ha sottolineato l’assessore capitolino alla Mobilità, Antonello Aurigemma. L’ultima corsa delle due linee di metro partirà all’1.30 di notte, mentre il 1 maggio il servizio scatterà alle 4 del mattino. Per domenica sono previste anche navette dalle stazioni di Termini e Ostiense verso la stazione di San Pietro e dall’aeroporto di Ciampino alla stazione metro Anagnina.

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‘IL PELLEGRINO VESTITO DI BIANCO’, BENEDETTO XVI: “TRA I CONTRIBUTI PIÙ VALIDI SU GIOVANNI PAOLO II”

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Città del Vaticano) – Benedetto XVI, con un lungo e sentito messaggio, ha voluto ringraziare gli autori del documentario sul Papa Giovanni Paolo II, ‘Il Pellegrino vestito di Bianco‘, sottolineando il proprio apprezzamento per “il film documentario sul Venerabile Papa Giovanni Paolo II”. Il Santo Padre si è detto felice di aver avuto l’opportunità di visionare in Vaticano questa opera sul suo “amato predecessore”, ed ha espresso un vivo apprezzamento per il lavoro compiuto associandosi al plauso già espresso dall`Episcopato polacco e da alcuni collaboratori. “Per la serietà con cui è stato preparato, la qualità della sua fattura – scrive Papa Ratzinger – questo film si pone tra i contributi più validi offerti al pubblico in occasione della prossima Beatificazione del mio amato predecessore. Sono numerose ormai le opere audiovisive che hanno per oggetto la figura di Giovanni Paolo II, tra cui svariati documentari prodotti dalle emittenti televisive.

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LUNEDÌ 11 APRILE L’ASSOCIAZIONE PAPABOYS IN PUGLIA PER TESTIMONIARE GIOVANNI PAOLO II

GIOVANI/EDUCAZIONE (Martina Franca) – Il coraggio di educare… l’investimento più rischioso! Una serie di convegni/conferenze e incontri in Puglia in attesa della Beatificazione. Così L’Azione Cattolica della Basilica di San Martino di Martina Franca ha deciso di vivere gli attuali lunedì di Quaresima: un laboratorio del pensare e del fare in 5 incontri per genitori, educatori e giovani. La prima tappa di questo percorso è stata intrapresa il 21 marzo con il primo incontro dedicato al mondo dei mass media. La settimana seguente l’attenzione è stata posta sul concetto di educazione del corpo e successivamente sul tema della fede all’interno delle famiglie.

In vista della ormai imminente beatificazione di Giovanni Paolo II, lunedì 11 aprile, questo quarto incontro sarà totalmente incentrato sulla figura del nostro indimenticato Karol e sul suo ruolo di educatore. Sarà Daniele Venturi, presidente dell’Associazione Nazionale Papaboys, ad intervenire in questa giornata dedicata al futuro Beato Karol Wojitila. Una testimonianza diretta che proverà a raccontare le grandi emozioni vissute nell’incontro con il grande Papa polacco oltre che l’ indiscusso ruolo di educatore di giovani , e meno giovani che Giovanni Paolo II ha svolto negli anni del suo pontificato e ancora prima in Polonia, la sua terra.

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GIOVANNI PAOLO II, LA SALA STAMPA VATICANA: “TUTTO PRONTO PER LA BEATIFICAZIONE, E C’È ANCORA POSTO”

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Città del Vaticano) – “A Roma è tutto pronto e c’è ancora posto per i pellegrini che vorranno assistere alla cerimonia di Beatificazione di Giovanni Paolo II. C’è disponibilità non solo negli hotel, ma anche negli istituti religiosi. Per i giovani ci saranno poi un campo con tende installato nelle vicinanze dell’aeroporto di Fiumicino ed una serie di servizi che aiuteranno i pellegrini”.

Le informazioni sono state fornite ieri nella Sala Stampa del Vaticano durante un incontro al quale sono intervenuti il Cardinale Agostino Vallini, vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma; padre Federico Lombardi, direttore di Radio Vaticana e della Sala Stampa della Santa Sede; padre Caesar Atuire, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi; monsignor Marco Frisina, direttore dell’Ufficio Liturgia del Vicariato di Roma e padre Walter Insero, responsabile dell’Ufficio Comunicazione del Vicariato di Roma. Anche se la conferenza ha affrontato soprattutto aspetti pratici, il Cardinal Vallini ha voluto ricordare la dimensione spirituale dell’evento. “I santi sono il Vangelo incarnato”, ha affermato. Giovanni Paolo II, ha aggiunto, “ha dimostrato di aver centrato la sua fede in Dio”. “Ha parlato molto con il suo silenzio e ci ha insegnato a morire e quindi a vivere in un momento nel quale si è acceso un dibattito in Italia sul fine vita”.

Sabato 30 aprile ci sarà la veglia di preghiera al Circo Massimo, “con un tono molto universale ma molto romano” e alla quale “tutti possono intervenire”, ha spiegato il Cardinale. “All’inizio dell’evento sarà intronizzata l’immagine di Maria Salus Populi Romani, accompagnata dai rappresentanti di tutte le parrocchie e cappellanie diocesane”. Alla veglia, ha sottolineato, parteciperanno testimoni come il Cardinale Stanislaw Dziwisz, segretario privato del Pontefice per 27 anni, l’ex portavoce vaticano, Joaquín Navarro Valls, e suor Marie Simon Pierre, che ha ottenuto la guarigione miracolosa dal morbo di Parkinson utilizzata nella causa di beatificazione di Giovanni Paolo II. Seguiranno alcuni brevi filmati sul Papa in diversi momenti significativi del suo pontificato. Al termine sarà cantato il “Totus tuus” composto per il 50° dell’ordinazione sacerdotale di Giovanni Paolo II.

Nella seconda parte, il Cardinal Vallini presenterà in sintesi la personalità spirituale e pastorale del Beato e si reciteranno i misteri luminosi del S. Rosario, introdotti proprio da Giovanni Paolo II. Il tutto avverrà in collegamento video in simultanea con 5 santuari mariani in tutto il mondo. Saranno il santuario di Łagniewniki (Cracovia, Polonia), che presenterà come intenzione della preghiera i giovani; il santuario de Kawekamo – Bugando (Tanzania), che presenterà come intenzione la famiglia; il santuario di Notre Dame du Lebanon – Harissa (Libano), che presenterà come intenzione l’evangelizzazione; la basilica di Nostra Signora di Guadalupe (Città del Messico), che pregherà per la speranza e la pace dei popoli; il santuario di Fatima (Portogallo), che proporrà come intenzione la Chiesa. “Nella parte finale – ha indicato il Cardinal Vallini – avremo la gioia di avere la presenza del S. Padre, che in collegamento dal Palazzo Apostolico reciterà l’orazione finale e impartirà la Benedizione Apostolica a tutti i partecipanti”. Monsignor Frisina ha aggiunto che “quella notte saranno aperte 8 chiese del centro storico nel tragitto dal Circo Massimo a San Pietro, in una notte bianca delle chiese”.

La domenica dell’Ottava di Pasqua o della Divina Misericordia, alle 10.00 in Piazza San Pietro, si celebrerà la liturgia. Dalle 9.00 si realizzerà un’ora di preghiera con la corona della Divina Misericordia, devozione introdotta da Santa Faustina Kowalska, ha indicato il Cardinal Vallini. Nella Messa “il Papa pronuncerà la formula di beatificazione e si scoprirà l’arazzo che raffigura il nuovo beato”. La Comunione sarà distribuita in Piazza San Pietro da 500 sacerdoti, e altri 300 la distribuiranno in Via della Conciliazione. Anche nelle chiese collegate con maxischermi sarà possibile fare la Comunione in questo momento. In Via della Conciliazione e nelle zone adiacenti ci saranno 14 maxischermi. L’inno che verrà intonato inizia con le parole “Aprite le porte a Cristo, non abbiate paura”, ed è disponibile sul sito http://www.corodiroma.com. Dopo la Messa si aprirà la Basilica di San Pietro, e sull’Altare della Confessione ci sarà la bara chiusa contenente il corpo di Giovanni Paolo II, che sarà venerata prima dal Papa e dai Cardinali. Ci sarà poi il flusso dei fedeli e dei pellegrini, fino a che la fila non sarà terminata.

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