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NAZARET, PATRIMONIO DELL’UMANITÀ? IL PRIMO COLLOQUIO INTERNAZIONALE DEDICATO ALLA CITTÀ ISRAELIANA

NAZARETH – Dal 21 al 24 novembre si è svolto presso l’hotel Al-‘Ayn di Nazareth il primo colloquio internazionale dedicato a questa città israeliana, sul tema “Nazareth: archeologia, storia e patrimonio culturale”. Per il Sindaco di Nazareth, Ramiz Jaraisy, questo colloquio è il primo passo verso la dichiarazione, in cui spera, di Nazareth come patrimonio mondiale dell’UNESCO, ha reso noto il Patriarcato Latino di Gerusalemme. L’iniziativa è stata organizzata dall’Associazione Maria di Nazareth, dal Centro Internazionale Maria di Nazareth e dall’Associazione di Nazareth per la Cultura e il Turismo, con il sostegno della Commissione israeliana per l’UNESCO, del Centro Culturale francese di Nazareth e del Centro Culturale italiano di Haifa.

Tra le altre autorità, hanno partecipato alla sessione l’ambasciatore di Francia in Israele, Christophe Bigot, e il vicario patriarcale per Israele, monsignor Giacinto-Boulos Marcuzzo. In alcune dichiarazioni a ZENIT, Omar Massalah, musulmano, segretario del Mediterranean Peace Forum e autore della proposta di chiedere all’UNESCO di dichiarare Nazareth patrimonio culturale, ha spiegato che “sarebbe il modo migliore di proteggere la città e di evitare che la trasformazione e la modernizzazione pongano fine all’anima di Nazareth”. “Nazareth è una città unica. E’ necessario che torni ad essere una città che illumina il mondo”, ha dichiarato. “La preparazione del dossier di candidatura di Nazareth presso l’UNESCO è un aspetto tecnico che si realizza in collaborazione tra il Comune della città e la Commissione nazionale di Israele incaricata”. Dal canto suo, ha espresso la propria intenzione di parlare con i Paesi arabi “per sostenere la richiesta, perché non si tratta di un’iniziativa con una connotazione politica, ma di una questione culturale e di culto”. “Per il Mediterranean Peace Forum, con sede a Parigi e che ha organizzato la sua prima sessione in Italia, a Lecce, e ne prepara un’altra a Brindisi, l’obiettivo è promuovere una cultura della pace e del dialogo, soprattutto tra i credenti, e più concretamente tra cattolici e musulmani, perché hanno molti valori comuni”. Massalah ha affermato che la Vergine Maria, “che è venerata dai musulmani, potrebbe svolgere un ruolo di avvicinamento. Nel Corano si dice che la Vergine Maria è la donna che ha più virtù. I musulmani hanno per lei grande rispetto e grande venerazione. Credo che la Madonna sia la speranza, la pace, l’amore e la tenerezza. E’ necessario che svolga i valori che rappresenta”. “Con il nostro Forum, anziché porre l’accento sugli elementi che ci separano sottolineiamo gli elementi che ci uniscono”, ha aggiunto.

Tesoro nascosto

L’idea di questo colloquio internazionale è nata dalla constatazione che Nazareth è per tutto il mondo un luogo conosciuto e di grande contenuto simbolico, ma il suo immenso patrimonio continua ad essere come un tesoro nascosto. Secondo quanto ha affermato monsignor Marcuzzo nel suo intervento di apertura, la ricchezza e la varietà delle dimensioni biblica, spirituale, culturale e storica della città sono state esplorate solo da una parte molto ridotta dei suoi abitanti, dei ricercatori e dei pellegrini. Nazareth, con la sua archeologia preistorica e le sue costruzioni europee moderne, la prima chiesa giudeo-cristiana e le Crociate fino al periodo ottomano, rappresenta per la Chiesa la fonte e l’origine, come luogo dell’Incarnazione, ha indicato il vicario patriarcale per Israele. Il suo discorso ha riflesso l’entusiasmo di tutti i partecipanti di fronte alla ricchezza di Nazareth, di cui bisogna prendere coscienza e che si deve far conoscere, ha detto.

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LE DIFFICOLTÀ E LE ATTESE DEI GIOVANI DI BRINDISI: “IL GRANDE SOGNO DI UNA CHIESA ESTROVERSA”

BRINDISI – “Una Chiesa estroversa, capace di andare incontro all’uomo di oggi, di accoglierlo con tutte le domande che si porta dentro, di guardarlo con amore, come lo guarderebbe Cristo”. È questo il “grande sogno” che i giovani di Brindisi hanno affidato al Papa durante il primo incontro con la cittadinanza avvenuto sabato sera, 14 giugno. “Una Chiesa – ha spiegato Giorgio Nacci, 25 anni, responsabile diocesano dell’Azione Cattolica ragazzi, salutando Benedetto XVI – che mentre indica il cammino che porta a Cristo si fa compagna di strada di ogni uomo, si apre al dialogo con tutti, soprattutto con le generazioni più giovani, per trasmettere loro tutto l’amore che riceve dal suo Signore”. “Come giovani – ha detto Nacci – siamo chiamati a realizzare un progetto di vita, a realizzare cose grandi e belle secondo il cuore di Dio, a dare il nostro contributo per costruire la civiltà dell’amore”. Tuttavia, ha riconosciuto, “non è sempre facile compiere questo cammino; non mancano, nel nostro quotidiano e nel territorio in cui viviamo, difficoltà con cui ci scontriamo e ci misuriamo ogni giorno”. Lungo questa strada, la “certezza” a cui vogliono ancorarsi i giovani brindisini è “la compagnia di Cristo risorto”, che diviene – ha sottolineato – un “faro che illumina la notte” e “orienta la rotta della nostra vita”.

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Domani il Papa a Santa Maria di Leuca e Brindisi

Benedetto XVI inizia domani pomeriggio la sua visita pastorale a Santa Maria di Leuca e Brindisi, in Puglia. Si tratta del suo decimo viaggio apostolico in Italia. Il Papa arriverà a Santa Maria di Leuca alle 16.50 circa e si recherà al Santuario di Santa Maria de finibus terrae, dove celebrerà la Messa. E’ un legame che affonda le sue radici nei primi secoli quello fra i Pontefici e il Santuario pugliese di Santa Maria di Leuca. A testimoniarlo sono antiche iscrizioni che nel luogo di culto si conservano ancora e che attesterebbero un breve soggiorno di San Pietro. Nel suggestivo lembo di terra affacciato sui mari Tirreno e Ionio e che nella penisola segnava il limite dell’Impero Romano – da qui il nome de finibus terrae – pare si debba al primo Vicario di Cristo l’arrivo del cristianesimo. Al microfono di Tiziana Campisi lo racconta il rettore e parroco del Santuario mons. Giuseppe Stendardo:

R. – Forse è il più antico Santuario cristiano d’Italia; la sua origine risale al 43 d.C. e quindi appena 10 anni dopo la morte di Gesù. Questo è dovuto al fatto che San Pietro, venendo in Italia, sbarcando a Santa Maria di Leuca ha visto, ha notato tanta gente con un forte senso di religiosità ed attirata dal culto della dea Minerva. Pietro ne ha allora approfittato per parlare anche di Gesù e la gente, assetata di verità, ha aderito a questa predicazione; ha abbandonato il culto della dea Minerva e quello stesso tempio è diventato un tempio cristiano. D. – Che cosa offre al pellegrino il Santuario?

R. – Offre quell’assistenza spirituale, quelle confessioni per le Sante Messe, per i colloqui, i dialoghi; quindi c’è questa disponibilità nel dare accoglienza a tutte le persone che vogliono passare qualche ora di serenità e di calma. Poi è proprio sul mare, anzi su due mari: il Mare Adriatico e il Mare Ionio. La gente viene sempre perchè è legata a questa protezione della Madonna; difatti nel 335 si ricorda la protezione della Madonna verso il popolo di Leuca, quando fu salvato da un furente maremoto. D.- C’è un messaggio che il Santuario vuole dare, vuole lasciare, anche nel cuore di ogni pellegrino?

R. – Il messaggio, penso, sia quello di invocare, di chiedere l’aiuto del Signore e della Madonna, e di lucrare le varie indulgenze che al Santuario sono state concesse.  D. – Quali suggestioni offre lo scenario in cui si trova il Santuario di Santa Maria di Leuca, che si affaccia appunto su due mari?

R. – Lo scenario della pace, della serenità, questo bisogno di elevare il pensiero a Dio, lo sguardo verso l’Oriente, perchè ci troviamo proprio sulla punta. Teniamo presente che molta gente ha trovato in Leuca il rifugio: basti pensare all’ultima guerra del Kosovo, quando la gente veniva da queste parti, si rifugiava, e noi eravamo disposti, come terra salentina, ad accogliere queste persone. Chi vuole passare veramente un momento di pace, fuori dal chiasso, dal frastuono, ecco, basta venire qua e trovare veramente un momento di relax, un momento di capacità di rivolgersi al Signore e unirsi direttamente con lui.

Il Papa raggiungerà Brindisi nella serata di sabato. Alle 20,30 è previsto l’incontro con la cittadinanza, e in particolare i giovani, nel Piazzale Lenio Flacco. Domenica 15 giugno il primo incontro sarà con le Monache di Clausura Benedettine e Carmelitane della diocesi, nella Cappella dell’Episcopio di Brindisi. Quindi il Santo Padre si recherà al Porto di Brindisi dove, alle 10.00, celebrerà la Santa Messa, seguita dalla recita dell’Angelus. Nel pomeriggio, alle 16,45, l’incontro con i sacerdoti nella Cattedrale concluderà la visita pontificia. Il rientro a Roma è previsto in serata. Sull’attesa in Puglia per questo viaggio apostolico di Benedetto XVI ascoltiamo mons. Rocco Talucci, arcivescovo della diocesi di Brindisi-Ostuni, al microfono di Alessandro De Carolis:  R. – Il clima è di grande attesa, e non solo per curiosità o per semplice gioia, ma avverto un’attesa legata ad una grande speranza, proprio perché vive, la città di Brindisi, ma anche il circondario, una stagione da un lato molto delicata perché sta finalmente uscendo da un periodo di criminalità o di illegalità – dico questo perché c’è stata una “tangentopoli” brindisina …  D. – Dal punto di vista pastorale e dal punto di vista spirituale, quale Chiesa troverà Benedetto XVI?

R. – Potrei dire che è una Chiesa in Sinodo. Al centro, vi è l’attenzione al territorio. Il soggetto centrale è la parrocchia missionaria, “anima” di un territorio. Mi accorgo che il territorio ha fiducia nella Chiesa, per cui ritengo che il Papa troverà sì, una Chiesa in Sinodo che vuole confermarsi nella comunione, ma per poter guardare insieme al territorio nel quale preti e laici siamo missionari. Altrimenti, il nostro essere cristiani diventa sterile. D. – Con questi pensieri abbiamo sottolineato l’importanza della visita del Papa per il presente e anche per il futuro della sua diocesi. Ma l’arrivo del Papa nelle vostre zone è anche un evento di sapore storico …

R. – Certo, perché risulta dagli atti che solo mille anni fa un Papa ha posto piede qui, a Brindisi, passando per alcune sue visite pastorali e pare che abbia benedetto il perimetro del suolo su cui è sorta poi la cattedrale. E quindi, si può dire, è un millennio di attesa! E’ un fatto veramente storico, perché Brindisi è una città che ha avuto origini quasi apostoliche, ha visto i suoi arcivescovi più volte impegnati in Sinodi o in Concili; è una città che nel suo più grande Santo – San Lorenzo da Brindisi – ha avuto rapporti con l’Europa e con missioni che hanno avuto alcuni nostri vescovi. Ma, soprattutto, San Lorenzo da Brindisi è ricordato, civilmente, come riconciliatore dell’Europa, a volte con mandato diretto del Papa, e a livello ecclesiale come dottore apostolico per la sua predicazione in Europa. C’è un forte ricordo storico, da noi: la chiesa di Santa Maria degli Angeli, voluta da San Lorenzo da Brindisi, costruita sul suolo della sua casa ma grazie al sostegno economico dal duca Massimiliano di Baviera – lo sottolineo perché il Papa viene dalla Baviera e ci piace ricordarlo. Conserviamo tanti ricordi, anche tanti reliquiari, tutti doni del duca Massimiliano. E’ una diocesi ed è una città che è stata sempre aperta all’Oriente, perché passaggio obbligato di andata o di ritorno dalla Terra Santa per le Crociate. Possiede delle chiese che erano veri e propri punti di raccolta o di incontro dei crociati o anche di altri missionari che andavano in Terra Santa. Basti ricordare Santa Maria del Casale, con i suoi affreschi, e San Giovanni al Sepolcro, che è un gioiello di monumento, quasi una miniatura del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Tutti questi elementi, dunque, fanno sentire bene anche la storicità della visita di Benedetto XVI: il Papa viene a visitare una città che ricorda, lungo i secoli, tanti grandi eventi e che adesso ospita l’evento per eccellenza: perché la presenza del Papa apre maggiormente a sentieri universali e ad orizzonti molto larghi.

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PUBBLICATO IL PROGRAMMA DELLA VISITA DEL SANTO PADRE A SANTA MARIA DI LEUCA E BRINDISI

BRINDISI – Mancano pochi giorni alla visita che Papa Benedetto compirà a Santa Maria di Leuca e Brindisi e questa mattina la Sala Stampa Vaticana ha comunicato il programma dettagliato del viaggio del Santo Padre. Benedetto XVI lascierà il Vaticano alle 15 di sabato 14 agosto. Alle 15.30 il suo aereo decollerà da Ciampino per Galatina, dove atterrerà un’ora più tardi. Il trasferimento da Galatina a S. Maria di Leuca verrà effettuato in elicottero. Alle 17.30 è prevista la celebrazione eucaristica sul piazzale del Santuario di Santa Maria de finibus terrae, a Santa Maria di Leuca. A seguire il Papa saluterà i membri del Comitato organizzatore della visita, quindi si trasferirà in auto all’eliporto di Punta Ristola, da dove ripartirà in elicottero alla volta di Brindisi. In città, alle 20.30 è previsto un primo incontro con la cittadinanza, e in particolare con i giovani, nel piazzale Lenio Flacco a Brindisi. La cena è fissata per le 21.15 all’Episcopio di Brindisi, dove Benedetto XVI pernotterà. Il primo appuntamento di domenica 15 giugno è l’incontro con le monache di clausura benedettine e carmelitane della diocesi, alle 9.15 nella Cappella dell’Episcopio di Brindisi. Alle 10 ci sarà la Celebrazione eucaristica alla Banchina di Sant’Apollinare nel Porto di Brindisi, e a seguire la recita dell’Angelus. Alle 13 Benedetto XVI pranzerà con i vescovi della Puglia all’Episcopio. Più tardi, alle 16.30 incontrerà i sacerdoti nella Cattedrale di Brindisi. La partenza per Roma è alle 17.45 dall’aeroporto di Brindisi-Casale.

Per leggere tutto il testo visita : http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1373 

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