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17 MARZO 2011, NOTTE BIANCA PER LA FESTA DELL’UNITA’ NAZIONALE: “UNA BANDIERA PER OGNI FINESTRA”

SPECIALE 150 ANNI (Italia) – Tra il 16 e il 17 marzo scatta, in tutta Italia, l’operazione “notte bianca” per dare il via ai festeggiamenti in occasione della ricorrenza dei 150 anni dell’Unità nazionale: da Trento a Napoli, da Venezia a Catania, da Alessandria a Cagliari, Terni, Prato, Firenze, Livorno si mobiliteranno per organizzare eventi, visite guidate nei luoghi storici con musei aperti, il tutto ad ingresso gratuito come vuole la tradizione della notte bianca. Non c’è spazio solo per il divertimento ma anche per l’arte e per lo spirito: è possibile far visita presso le chiese per chiudersi in preghiera o semplicemente per ammirare le bellezze artistiche e delle basiliche. C’è spazio anche per quelle persone che, impegnate quotidianamente con il proprio lavoro, possono tranquillamente fare shopping durante la notte bianca tricolore: i negozi sono, eccezionalmente, aperti e a messi a disposizione della clientela.

Il messaggio che hanno lanciato i sindaci, in rappresentanza di ogni regione italiana, è stato quello di vedere “una bandiera in ogni finestra” per dare quel senso di spirito patriottico e, perché no, per dare colore e vivacità alle città. Riguardo la capitale, farà da padrona nei festeggiamenti con oltre 100 eventi e 13 concerti: musica, animazione di strada, spettacoli, fuochi pirotecnici, mostre, musei aperti, conferenze, proiezioni e illuminazioni artistiche dei monumenti. I palazzi del potere saranno aperti al pubblico: Camera, Senato, Ministeri, Banca d’Italia, ma anche il Vicariato di Roma a San Giovanni in Laterano. Molte saranno le chiese aperte al pubblico e illuminate tutta la notte come la borrominiana Sant’Ivo alla Sapienza e quelle del tour barocco. Anche il museo del Vittoriano sarà aperto con la mostra «Alle radici dell’identità nazionale». Spettacoli e concerti saranno allestiti dalla Comunità ebraica (che aprirà al pubblico il Ghetto e il museo), dalle orchestre della Sapienza e dell’Università di Roma 3, dall’Accademia Filarmonica Romana, dall’Accademia Nazionale della Danza e da quella di S.Cecilia, dal Teatro dell’Opera e per finire dalle Scuderie del Quirinale. Alle 19, in Piazza del Campidoglio, si esibirà la Banda dei Vigili Urbani con una diretta tv della trasmissione di Rai Uno “150” alle ore 21.15 da Piazza del Quirinale. Vi sarà un’ulteriore diretta tv con la trasmissione in Via dei Fori imperiali che accoglierà le proiezioni architetturali di Danny Rose sul prospetto dei Mercati di Traiano, nonché lo spettacolo musicale «Toccata e Fuga», un’esibizione di danza a cura dell’Accademia Nazionale di Danza. La Notte Tricolore proseguirà alle 23.15 al Vittoriano con il Concerto della Banda Interforze, realizzato in collaborazione con il Ministero della Difesa. A seguito dell’Inno di Mameli, il giorno dell’Unità sarà salutato a mezzanotte con uno spettacolo pirotecnico dal Parco del Celio.

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IL CALABRONE NON POTREBBE VOLARE EPPURE… DOWN: HANDICAP O RISORSA?

RIFLESSIONE – “Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica Aeronautica, il calabrone non può volare a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e continua a volare”.

Questo straordinario aforisma, uno tra i più belli che ci giungono da Igor Sikorsky (ingegnere aeronautico americano di origini ucraine, fondatore della Sikorsky Aircraft Corporation, produttrice di elicotteri) è il motore, la spinta che ha indotto alcuni genitori a credere in modo speciale ai loro figli speciali. Questi genitori hanno potuto constatare che, come per il calabrone “inconsapevole”, il solo fatto di credere in loro, di aver fiducia nel loro potenziale, ha fatto sì che i propri bambini affetti da sindrome di Down vivessero in modo che noi – sapienti tuttologi sani – potremmo definire praticamente normale. Consapevoli che altre dolcissime creature del tutto simili alle loro vengono ogni giorno eliminate a causa un genocidio selettivo chiamato poeticamente aborto terapeutico, a breve tempo dalla nascita di questi figli che tanto li inorgogliscono e donano loro gioia ogni giorno, alcune mamme hanno voluto offrire la loro esperienza attraverso un servizio rivolto alle coppie che si trovano ad affrontare una diagnosi prenatale relativa a questa sindrome. È così che nasce il sito “Credi in me” (www.crediinme.altervista.org). Attraverso questo portale, che cita come sottotitolo “Storie serie e semiserie sulla sindrome di down a Cagliari”, le mamme si mettono a disposizione delle coppie per sostenerle nella scelta di portare avanti la gravidanza, fornendo consigli sull’allattamento, la crescita e l’accudimento generale di questi piccoli, che per alcune operazioni quotidiane – per altri bimbi di routine – hanno invece necessità di una particolare accuratezza.

Il bambino affetto dalla Trisomia 21 o sindrome di Down, come viene comunemente chiamata, oggi diagnosticabile in modo sicuro attraverso tecniche invasive come amniocentesi e villocentesi, è un tipo di bambino che ancora atterrisce i genitori: coppie che vedono infrangersi il sogno di un paffuto e sanissimo marmocchio e che – spesso spinte da medici poco umani – nel loro immaginario spaventato e confuso trasformano in una specie di mostro deformato, che ha ben poco di realistico. Qualunque sia il momento in cui i genitori vengono a sapere la notizia che il loro figlio è un “diverso”, è comunque un trauma che, a seconda di come sarà affrontato, porterà al rifiuto oppure all’amorevole accettazione… amore che il loro bambino speciale saprà ricambiare sempre. “Fu come un terremoto improvviso, ci mancò la terra sotto i piedi – confessa Aurelia, sul portale http://www.conosciamolimeglio.it – non sapevamo cosa ci aspettava, quale sarebbe stato il futuro di nostra figlia. Col tempo abbiamo capito che l’amore che potevamo darle, sarebbe stata la terapia più efficace. Eravamo noi e le nostre famiglie i protagonisti di questa storia… Tutti insieme avremmo collaborato alla crescita e allo sviluppo della nostra bambina”. Così è stato e la piccola Alessia è divenuta il collante del matrimonio di mamma e papà e la gioia dei suoi fratelli più grandi, al punto che oggi la mamma afferma: “davvero quel cromosoma in più è una risorsa che non finiremo mai di comprendere… i genetisti non ce ne vogliano!”. Per Cristina, i primi mesi dopo la nascita della sua piccola Lucrezia sono stati pesantissimi. Lei non sapeva nulla della malformazione della sua piccola prima che nascesse, e lo sgomento fu tale che i pensieri più terribili le passarono per la testa, al punto da desiderare che la bambina morisse. Piano piano, ha imparato a conoscere e ad amare la sua piccola che nel tempo è cresciuta ed ha collezionato sorrisi e progressi. Oggi Cristina è una mamma felice, che ammette senza difficoltà le debolezze che figli così inaspettati comportano ai genitori.

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TESTIMONIANZA DI UNA PAPA GIRL… TRA I VOLONTARI PER LA VISITA DEL PAPA A CAGLIARI.

CAGLIARI – Sono passati quasi due mesi dalla visita di Papa Benedetto XVI a Cagliari, ma le testimonianze che continuano ad arrivare in redazione sono numerose, tutte di entusiasmo e ricordo quotidiano da parte dei molti ragazzi e ragazze presenti. Non solo testimonianze di una giornata con il Papa, ma soprattutto di raccoglimento nel cuore, delle sfide che Papa Benedetto lancia ai giovani di tutto il mondo ogni volta che li incontra. Leggiamo insieme cosa ci racconta Genny Podda, una nostra associata della Sardegna. Vorremmo far notare anche a tutti gli altri giovani che leggono il nostro portale come, anche per gioco, quando il Signore entra nei nostri cuori, le esperienze della vita si trasformano e producono sempre scintille d’amore.

IO, VOLONTARIA A CAGLIARI PER LA VISITA
DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Prendi una serata di fine luglio passata a navigare in internet alla ricerca di un pass per poter partecipare alla Santa Messa presieduta dal Santo Padre a Cagliari… prendi una domanda per volontari scaduta il 15 maggio… prendi un po’ di coraggio e sfrontatezza nel compilarla nonostante il grandissimo ritardo… e troverai che il SIGNORE è perennemente all’opera, basta solo vederlo. Questa mia storia è iniziata così: un po’ per gioco compilai quei due fogli e gli spedii via fax dando già per scontato che sarebbe stata cestinata subito… se non fosse per il fatto che le vie del SIGNORE sono estremamente infinite.
Intorno al 10 agosto il mio cellulare comincia a squillare… prefisso di Cagliari… comitato per il Papa in Sardegna… la mia domanda era stata accettata.

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TESTIMONIANZA IN E MAIL – VALERIA: ‘LA MIA ESPERIENZA DEL PERIPLO “MARINO-MARIANO” IN SARDEGNA.’

CAGLIARI – Era il 3 febbraio 2008, giorno in cui a Cagliari, in piazza dei Centomila, davanti alla Basilica di Bonaria, venne celebrato il rito di beatificazione di Suor Nicolì, la suora de “Is piccioccus de Crobi” (i piccoli poveri dei quartieri storici cagliaritani aiutati dalla religiosa). Pioveva tanto e allora scelsi di guardare la cerimonia su Videolina (rete televisiva locale di Cagliari). Una mia amica invece ci andò e al suo rientro andai a trovarla. Era tutta bagnata, ma aveva negli occhi una luce particolare. Mi fece vedere subito la locandina del pellegrinaggio in nave in onore del primo centenario della Proclamazione della Madonna di Bonaria a Patrona Massima della Sardegna. Mi incuriosì dapprima il disegno della Sardegna colorata di blu e il percorso della nave nei sette porti. Poi lessi ciò che di seguito riporto:
“ Nel mese di maggio si svolge un itinerario-pellegrinaggio denominato “marino-mariano”, proposto dai Padri Mercedari del Santuario di N.S di Bonaria di Cagliari. L’immagine della Patrona dei Sardi percorrerà il periplo dell’Isola a bordo di una nave attraccando in 7 porti…Così come il simulacro giunse a Cagliari via mare nel lontano 1370, a maggio la Madonna sosterà nei diversi porti, ad abbracciare e circondare col suo amore tutti i fedeli.”

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TERMINA IL PERIPLO DELLA SARDEGNA. ‘MA A SETTEMBRE PAPA BENEDETTO CI CONFERMERA’ NELLA FEDE’

DIARIO DI BORDO – Carissimi fratellini e sorelline, siamo ormai giunti al termine del pellegrinaggio marino – Mariano attorno alla Sardegna; vorrei dedicare questo ultimo diario di bordo alle emozioni che abbiamo vissuto in questi giorni, ai racconti dei pellegrini che ho ascoltato durante questo splendido viaggio verso Maria. Credo non si possano descrivere a parole sorrisi e lacrime sui volti della gente, che testimoniano la grande devozione dei sardi per la loro Patrona, la Madonna di Bonaria. Quando si parte per un pellegrinaggio ci si aspetta di tornare più gioiosi, più ricchi spiritualmente, molti dei presenti a bordo ricorderanno a lungo questa esperienza.
L’approdo al porto di Cagliari, questa mattina, ha rappresentato per tanti la fine del pellegrinaggio ma l’inizio di un nuovo percorso di vita; in questi giorni mi sono affidata a Maria come a una mamma premurosa e affettuosa verso i propri figli. Questa mattina, subito dopo colazione, gli ospiti a bordo hanno dovuto lasciare la nave; noi della delegazione dei Papaboys ci siamo diretti verso la comunità dei Padri Mercedari, dove resteremo ancora nelle prossime ore prima di partire per Civitavecchia. Alle ore 12:00 siamo tornati sulla Moby Drea per l’ultimo pranzo a bordo con i volontari; ricorderò volentieri l’ accoglienza che hanno riservato a tutti i pellegrini. Ascoltando le parole di alcuni di loro, giovani e meno giovani, ho percepito non solo un grande Amore per la Vergine Maria, ma anche molta voglia di donarsi agli altri.

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PARLA LE LINGUE DI TUTTO IL MONDO IL CUORE DELLA MAMMA DELLA SARDEGNA. QUARTO GIORNO DI PERIPLO.

DIARIO DI BORDO – La quarta giornata del pellegrinaggio marino – Mariano è iniziata con l’approdo a Porto Torres. Anche questa mattina all’apertura del portellone della nave vi erano tante autorità civili e militari: Luciano Mura (Sindaco di Porto Torres), Antonello Figus (Sindaco di Santa Giusta), Alessandra Giudici (Presidente della Provincia di Sassari), Mario Musino (Presidente del Consiglio Comunale di Oristano), Giuseppe Capula (Rappresentante del Comune di Castelsardo), Roberto Fiori (Consigliere del Comune di Castelsardo). Ad accogliere la Madonna con canti e preghiere, i bambini della Scuola dell’Infanzia e della Scuola Elementare De Amicis, i bambini della Scuola Elementare Montangellu e i bambini della Scuola Elementare Antonio Castellaccio di Porto Torres. In mattinata a bordo della nave si è svolta una conferenza dal tema: “Da Bonaria a Buenos Aires”. Il relatore Roberto Coroneo (studioso dell’Università di Cagliari) ha parlato del legame tra il capoluogo della Sardegna e la capitale argentina: un legame che parte dal Santuario di Santa Maria di Bonaria, a Cagliari, per finire a Buenos Aires. Nel 1536 il conquistatore spagnolo Pedro de Mandoza fondò un villaggio al quale diede il nome di Puerto De Nuestra Senora De Los Buenos Aires. A bordo della nave di cui si servì per esplorare e colonizzare i territori attorno al Mar de la Plata vi erano due frati Mercedari, Juan de Salazar e Juan de Almancia, che si erano imbarcati a Siviglia, da dove era partita la spedizione.

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