Archivi tag: Cardinale Vicario

DOMANI ALEMANNO E CARD. VALLINI INAUGURANO UNA STATUA PER IL COMPLEANNO DEL BEATO GIOVANNI PAOLO II

GIOVANNI PAOLO II (Roma) – Una grande statua, a braccia protese, per accogliere tutti i romani, i pellegrini e i visitatori della città. Così l’artista Oliviero Rainaldi ha raffigurato il Beato Giovanni Paolo II nel monumento che il sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno, insieme al Cardinale vicario Agostino Vallini, inaugurerà domani, alle 16, in piazza dei Cinquecento. L’opera, che verrà posta all’angolo con via Enrico De Nicola, luogo di transito di migliaia di persone nei pressi del più grande capolinea dei bus romani, vedrà la luce proprio nel giorno in cui si ricorda la nascita del compianto Pontefice, per dedicare al suo ricordo la Stazione Termini. La giornata che Roma Capitale dedica al Beato Giovanni Paolo II continuerà la sera, a partire dalle ore 20, con un concerto organizzato presso l’Auditorium di via della Conciliazione.

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DOMANI A SAN GIOVANNI IN LATERANO PRESENTATO “GESÙ DI NAZARETH”, IL NUOVO LIBRO DI BENEDETTO XVI

BENEDETTO XVI (Roma) – Domani alle 19:30, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, verrà presentato “Gesù di Nazareth”, il secondo volume del libro di Benedetto XVI, che sarà al centro del ciclo di appuntamenti “Dialoghi in Cattedrale”. L’incontro è il secondo dei tre previsti sul tema “L’uomo cerca Dio, sente nostalgia della sua presenza”, iniziati il 10 marzo scorso da monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, e dal professor Pietro Barcellona, dell’Università degli Studi di Catania. Per la prima presentazione del libro al pubblico, che inizierà con l’introduzione del cardinale vicario Agostino Vallini, saranno presenti il vescovo di Ratisbona Gerhard Ludwig Müller ed il senatore Marcello Pera.

Monsignor Müller, 63 anni, professore onorario presso l’Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera (dove ha tenuto la cattedra di Dogmatica cattolica), è vescovo di Ratisbona dall’1 ottobre 2002. Nato a Magonza-Finthen e laureato in teologia con una tesi su Bonhoeffer, è stato ordinato sacerdote nel 1978. “Visiting professor” in numerose università e con oltre 400 pubblicazioni scientifiche all’attivo, nel 1999 monsignor Müller è stato consulente teologico della seconda assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Europa e, nel 2001, della X assemblea ordinaria del Sinodo.

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IL PAPA AI PARROCI ROMANI: SIATE UOMINI CON IL CUORE DI DIO, ANNUNCIATE LA VERITÀ ANCHE SE SCOMODA

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Il sacerdote non è un “amministratore”, ma un uomo scelto da Dio per imitare Cristo, che sa come Lui essere umile, amare l’umanità, avere sensibilità per i poveri, sostenere con coraggio la Chiesa là dove essa è minacciata. Con un’articolata lectio divina ispirata dal capitolo 20 degli Atti degli apostoli, Benedetto XVI si è intrattenuto stamattina con i sacerdoti della diocesi di Roma, guidati dal cardinale vicario, Agostino Vallini, nel tradizionale incontro annuale svoltosi nell’Aula della Benedizione. Avere l’occhio di Dio, non quello del burocrate. Non c’è alternativa per un sacerdote. San Paolo lo aveva compreso e San Luca descritto in quel capitolo degli Atti degli Apostoli che il Papa ha definito come “destinato agli uomini di ogni tempo”. L’attualità del testo antico è diventata materia di riflessione per il prete del tempo moderno, centellinata dal Pontefice frase dopo frase. Il sacerdote, ha affermato, anzitutto “non è un padrone della fede”: “Prete non si è a tempo solo parziale; si è sempre, con tutta l’anima, con tutto il nostro cuore. Questo essere con Cristo ed essere ambasciatore di Cristo, questo essere per gli altri è una missione che penetra il nostro essere e deve sempre più penetrare nella totalità del nostro essere”.

Il servizio, ha proseguito Benedetto XVI, chiama l’umiltà. Che non è esibizione di “falsa modestia” ma amore per la volontà di Dio, che proprio grazie all’umiltà del servitore può essere annunciata nella sua integrità, senza condizionamenti o preferenze, e senza “creare l’idea che il cristianesimo sia un pacchetto immenso di cose da imparare”: “Questo è importante: non predica un cristianesimo à la carte, secondo i gusti propri, predicando un Vangelo secondo le proprie idee preferite, secondo le proprie idee teologiche: non si sottrae dall’annunciare tutta, tutta la volontà di Dio, anche la volontà scomoda, anche i temi che personalmente non mi piacciano tanto”. Il testo paolino ha poi suggerito al Pontefice spunti di riflessione sul tema della conversione del cuore. “Conversione”, ha detto il Papa, è soprattutto quella del pensiero e del cuore, per cui la realtà non sono le cose tangibili o i fatti del mondo così come si presentano, ma realtà è riconoscere la presenza di Dio nel mondo. Da questa visione il sacerdote deve condurre la sua “corsa” nel mondo, senza mai perdere – ha raccomandato Benedetto XVI – lo smalto degli inizi: “Non perdiamo lo zelo, la gioia di essere chiamati dal Signore (…) lasciamoci rinnovare la nostra gioventù spirituale (…) la gioia di poter andare con Cristo fino alla fine, di ‘condurre a termine la corsa’ sempre nell’entusiasmo di essere chiamati da Cristo per questo grande servizio”.

Il sacerdote, come Paolo, ha affermato il Papa non deve pensare alla sua mera “sopravvivenza biologica”. Certo, custodirsi è doveroso, ma non dimenticando che l’offerta di sé, anche fino al dono della vita, assimila il sacerdote al suo modello, Cristo: “Solo Dio può farci sacerdoti, solo Dio può scegliere i suoi sacerdoti e se siamo scelti, siamo scelti da Lui. Qui appare chiaramente il carattere sacramentale del presbiterato e del sacerdozio, che non è una professione che dev’essere fatta perché qualcuno deve amministrare tutte le cose (…) E’ un’elezione dallo Spirito Santo”. Pio XI, ha ricordato Benedetto XVI, rimarcava il problema della “la sonnolenza dei buoni”, cioè la mancanza di argini che spesso gli stessi cristiani oppongono alle forze del male. Il sacerdote, ha ribadito, è chiamato a “vegliare” e a pregare intensamente: “’Vegliate su voi stessi’: siamo attenti anche alla nostra vita spirituale, al nostro essere con Cristo (…) pregare e meditare la Parola di Dio non è tempo perso per la cura delle anime, ma è condizione perché possiamo essere realmente in contatto con il Signore e così parlare di prima mano dal Signore agli altri”.

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LA MADONNINA NON CESSI DI SUGGERIRE PROPOSITI DI CIELO

ROMA – «Da questa collina è tornata a vegliare sulla nostra città la maestosa statua della Madonna». Così il Santo Padre Benedetto XVI ha aperto, ieri (giovedì 24 giugno) presso il Centro Don Orione, la cerimonia per la benedizione della Madonnina di Monte Mario, la statua di oltre 9 metri di altezza che dal 1953 veglia sulla Capitale, restaurata dopo i danni subiti a causa di un temporale nella notte tra il 12 e il 13 ottobre 2009. Davanti a migliaia di persone, accorse da tutta Italia per assistere all’evento, Benedetto XVI ha ricordato come la statua rappresenti il frutto tangibile del voto popolare, promosso dagli orionini, di oltre un milione di romani espresso il 4 giugno del 1944 e raccolto dall’allora Pontefice Pio XII, «quando le ostilità e le armi facevano temere per le sorti di Roma». «Proprio in quel giorno – ha ricordato il Papa – si ebbe la pacifica liberazione della Capitale» dall’occupazione nazista.

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CHE COSA E’ L’ADUNANZA EUCARISTICA? NE PARLA UN DOSSIER DELL’AGENZIA VATICANA FIDES

luCITTA’ DEL VATICANO – (Agenzia Fides) – L’AdunanzA Eucaristica Nazionale è una preghiera di 12 ore nel cuore della notte che inizia con la Celebrazione dell’Eucarestia, solitamente presieduta da un Vescovo all’interno della propria Diocesi, e che riunisce intorno a Gesù, tutti i movimenti laicali ed associazioni della Diocesi stessa in cui si tiene. L’Adunanza Eucaristica’ nasce dal desiderio di condurre alla presenza del Signore ogni persona, in particolar modo i giovani, perché possano sperimentare in questa reale Presenza Eucaristica la fonte e la forza per un nuovo inizio o per continuare il cammino alla sequela del Signore Gesù; essa, pur essendo a grandi linee un evento di Adorazione ed Evangelizzazione che unisce “Gesù, giovani e notte”, prende per modi, tempi e clima spirituale una connotazione originale ed incisiva.

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