RIFLESSIONE – Io sono o non sono un prodigo? Quando il cuore si chiude in se stesso, emarginandosi dagli altri e da Dio, diventa il cuore del prodigo. L’aria di casa infastidisce chi ha il cuore guasto e intossicato dall’egoismo, dall’amor proprio, dalla superbia, dall’orgoglio, dall’arroganza, o dalla presunzione di essere il fautore della propria libertà e della propria storia. E’ allora che io sono il prodigo. Mi comporto da prodigo. Respiro da prodigo. Guardo da prodigo. Cammino da prodigo. Mi diverto da prodigo. Dissipo le migliori energie del mio essere in cose relative da prodigo. Scialacquo da prodigo. Bestemmio da prodigo. Combatto il Totalmente Altro da prodigo. Sono abbandonato da tutti perché ho fallito anche da prodigo. La fame mi dilania perché prodigo. La sfortuna mi perseguita perché prodigo. La coscienza scoppia perché prodigo. Il rimorso mi afferra e mi frantuma perché prodigo. La volontà di riprendere la via del ritorno imprigiona il prodigo che è in me. La volontà di ritornare al luogo di partenza, finalmente vince la ribellione del prodigo esaurito insieme alle sue sostanze e velleità.
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