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IL PAPA ALL’ANGELUS: CHI SEGUE GESÙ ENTRA IN UNA NUOVA DIMENSIONE DELLA LIBERTÀ

CITTA’ DEL VATICANO – “Libertà e amore coincidono”, obbedire al proprio egoismo “conduce a rivalità e conflitti”. E’ quanto ha affermato stamani Benedetto XVI all’Angelus soffermandosi sulla radicalità della risposta a Cristo. Una radicalità che porta a mettersi “a servizio gli uni degli altri”: “Chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesù – ha detto il Papa – entra in una nuova dimensione della libertà”. Rispondere alla chiamata di Cristo significa mettersi alla sequela di Gesù e percorrere il proprio cammino di vita sulle orme del Vangelo: “Chi ha la fortuna di conoscere un giovane o una ragazza che lascia la famiglia di origine, gli studi o il lavoro per consacrarsi a Dio – afferma il Papa – sa bene di che cosa si tratta, perché ha davanti un esempio vivente di risposta radicale alla vocazione divina”: “E’ questa una delle esperienze più belle che si fanno nella Chiesa: vedere, toccare con mano l’azione del Signore nella vita delle persone; sperimentare che Dio non è un’entità astratta, ma una Realtà così grande e forte da riempire in modo sovrabbondante il cuore dell’uomo, una Persona vivente e vicina, che ci ama e chiede di essere amata”.

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INTENZIONE MISSIONARIA DI PAPA BENEDETTO DEL MESE DI DICEMBRE COMMENTATA DA MONS. RAVASI

CITTA’ DEL VATICANO – Stiamo assistendo alla perdita delle radici cristiane dell’Europa e dei paesi di antica tradizione cristiana. Il consiglio comunale della città inglese di Oxford ha deciso di sopprimere la festività di Natale e sostituirla con la “Festività della luce invernale”. Di fronte a questa decisione, l’Arcivescovo Gianfranco Ravasi ha affermato: “Mentre in passato, quando si combatteva la presenza dei segni religiosi, lo si faceva con delle argomentazioni, persino con il desiderio di opporre un sistema del tutto alternativo, ora, invece, tante volte, questa avanzata della negazione è una specie di onda grigia, di nebbia, caratteristica della secolarizzazione attuale”. “La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (Gv 1, 5). L’uomo del nostro tempo continua ad aver bisogno di luce e speranza. È triste che si assumono posizioni di rifiuto della luce, ma come diceva S. Agostino: “La luce che è amabile agli occhi sani, è odiosa agli occhi malati”.

Di fronte alla chiusura alle argomentazioni razionali della verità, c’è bisogno di altri argomenti che possano arrivare a tutti: la forza della carità. Papa Benedetto XVI, nella sua prima enciclica Deus Caritas est, parla dell’attività caritativa della Chiesa e fa riferimento alla testimonianza di Tertulliano, evidenziando come la sollecitudine dei cristiani per i bisognosi di ogni genere, suscitava la sorpresa dei pagani (cfr. DCE, 22). Di fronte alla muraglia che le tenebre hanno innalzato davanti alla luce, i cristiani hanno la sfida di presentare Gesù Cristo agli uomini, attraverso gesti concreti di solidarietà e di amore, come “la Luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). Per coloro che ancora non conoscono Cristo, la testimonianza della carità si converte in una rivelazione.

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