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UN’ARTISTA A TUTTO TONDO: MARIA LUISA FORENZA, UNA REGISTA ALLA RICERCA DEL RACCONTO DELLA REALTÀ

CINEMA (Roma) – Una donna che, attraverso la macchina da presa, è sempre in continua sperimentazione di nuovi progetti, tutti con un uno scopo comune: far conoscere e raccontare la realtà allo spettatore: il suo nome è Maria Luisa Forenza, regista e autrice di origini calabro-lucane. Appassionata del genere documentaristico la realtà fa da padrona nei suoi lavori attraverso i quali si rispecchia la sua incessante ricerca sul senso delle cose. Laureata in Lingue e letterature straniere, consegue il diploma di Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Successivamente lavora come assistente alla regia in produzioni cinematografiche al fianco di Dino Risi, Francesco Maselli, Enrico Montesano, Giancarlo Sepe, Raf Vallone e Tony Musante.

Nel 1992 partecipa, a Belgrado, ad un corso di regia guidato da Dusan Makavejev che la porta a realizzare cortometraggi dal titolo “Danica” e “Breakfast in Belgrade”. Per RaiTre gira documentari- mediometraggi su temi dal taglio storico – sociale come infibulazione, immigrazione, operai in fabbrica, ex confinati politici, adolescenti. (“Anab e le sue sorelle”, “Esquilino City”, “Ragazze FIAT”, “Ritorno a Ventotene”, “Io, tu e Lorenzo”). Produce documentari – inchiesta di impegno e ricerca storica: “Guatemala Nunca Mas”,racconto del genocidio del popolo Maya con Rigoberta Menchù e proiettato durante il Festival del Cinema di Venezia (1999), il Festival di Torino e premiato al Festival del cinema di Salerno. Inoltre realizza due lungometraggi per la “Grande Storia” in prima serata su RaiTre: “Mussolini: l’ultima verità”, e il “Carteggio Churchill – Mussolini: l’ultima verità” (2004). Coproduce il medio metraggio “The Unholy battle for Rome” (“Roma nazista”), la liberazione di Roma nel 1944 attraverso il racconto di testimoni. Nel 2008-2009 realizza, fra Italia e Svezia, “Albino Pierro. Inchiesta su un poeta” in onda su RaiUno e Rai Educational, un documentario sui grandi lirici del Novecento italiano da cui poi ne ha tratto uno spettacolo teatrale per immagini, musica e poesia dal titolo “Albino Pierro. Scenari di un poeta”. La redazione dei Papaboys ha rivolto un’intervista alla regista per approfondire il suo percorso lavorativo nel mondo del cinema.

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IL CASO/ Il successo dei vampiri di Eclipse: moda o sogno d’immortalità?

E’ già record di incassi per il terzo capitolo della saga vampiresca di Twilight, Eclipse, interpretato dagli idoli dei teenager Kirsten Stewart e Robert Pattinson. Ed è “vampiri-mania”, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. La notizia sta su un giornale americano che si chiamaVampyres Only, che tradotto significa pressapoco: “Tuttovampiri”. Leggiamo: «ll dittatore Milosevic rappresenta un pericolo per la Serbia anche dopo la sua morte. Alcuni vampire hunters (cacciatori di vampiri) improvvisati  hanno già provato a piantare un paletto nel petto del defunto dittatore, ma non sono riusciti a raggiungere il cuore e hanno danneggiato solo la bara. La figlia di Milosevic ha, quindi, assoldato alcune guardie che vigilino sul corpo del padre». Fine della notizia. Siete basiti? Avete ragione. E non pensate che solo in Serbia possano liberamente circolare matti così che scorazzano per cimiteri a infilzare paletti nei cadaveri. L’Est europeo è pieno di simili storie. Proprio sui Carpazi, c’è il castello di Vlad III Tepes, detto l’Impalatore (principe guerriero romeno che combattè l’esercito ottomano) e soprannominato Dracul, cioè demonio. E se Transilvania significa “al di là della foresta”, si può ben supporre che da queste parti siano  abituati a guardare anche oltre la realtà. Nella zona di Snagov, a pochi chilometri da Bucarest, doveva sorgere il Dracula Park, una sorta di Disneyland dell’orrore, un investimento miliardario rimasto, per il momento, sulla carta. Le proteste degli ambientalisti, dell’Unesco e persino del principe Carlo d’Inghilterra hanno convinto il governo a rinviare la costruzione del baraccone vampiresco.Da tempo, Dracula e i suoi fratelli hanno però  lasciato i boschi della Transilvania per accomodarsi in più tranquille librerie, studi televisivi, pagine di giornali e remake dei film d’autore.   Nella letteratura, resta imbattuto il best-seller di Anne Rice, Intervista col Vampiro, mentre al cinema (il genere consta di almeno 300 pellicole) sono ancora Herzog con il suo Nosfe-ratu e F. Ford Coppola a dettare legge. Ma è soprattutto su internet che il principe succhia-sangue svolazza alla grande e affonda i canini nelle disponibili vene dei navigatori. La Rete si è trasformata ormai in un vero covo di pipistrelli, con decine e decine di siti dai nomi inconfondibili: vampiri.net, tenebra.com, bourbonstreet.com, dracula.it, vampangel.it o cuoreditenebra.it. La creatura dell’oltretomba, vive una nuova giovinezza, l’ennesima nella sua storia millenaria, alimentata dalle paure, incubi e paranoie dell’abitante della civiltà metropolitana. Nonostante il nichilismo della generazione attuale, anzi: proprio grazie a questo. Spazzati via sentimento e cultura religiosi, il Dio ucciso e morto viene sostituito dal Principe dello sprofondo, invincibile ed eterno révenant. Che non ha però il volto misericordioso e salvifico della divinità, ma la maschera orribile e terrificante del demone, della creatura oscena, costretta a uccidere per restare in vita.

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L’ASSOCIAZIONE DEI PAPABOYS SU FACEBOOK: UNA PRESENZA COSTANTE PER INCONTRARE E INFORMARE

TESTIMONI DIGITALI – I Papaboys non si sono mai tirati indietro in questi anni di ‘innovazione digitale’ percorrendo, quando possibile in anticipo, tutte le modalità e le innovazioni del mondo digitale, per essere ‘presenza’, ‘incontro’, ‘informazione’, anche ‘alternativa’, visto il generale andazzo… Ed oggi, il social network di Facebook diventa uno degli strumenti privilegiati dai ‘giovani del Papa’ per il contatto con nuovi fratellini e sorelline, ma anche per mantenere il contatto in tempo reale con i govani dell’Associazione.

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CINEMA / IL GRANDE SOGNO: MEGLIO GLI ATTORI DEL REGISTA, AL QUALE MANCANO ANELLI DI PASSAGGIO

filmRECENSIONE FILM – Cosa sarà mai stato questo ormai mitizzato 1968? Secondo qualcuno una grande rivoluzione. Secondo altri un tentativo di marca americana di destabilizzare la cultura europea. Secondo Bernardo Bertolucci («The Dreamers») un’ondata ormonale che dura tutt’oggi. Secondo Lindsay Anderson («Se…») un’esplosione di rabbia nei confronti delle istituzioni togate. Secondo Michele Placido, che lo ha vissuto in prima persona da recluta della polizia, un marasma nel quale si potevano ascoltare frasi tanto celebri quanto fatte, osservare esplosioni di violenza senza colpevoli e innocenti o vincitori e vinti, scegliere una parte o l’altra a seconda dell’ispirazione o della necessità, perdere la verginità come atto più di protesta che d’amore. Il tutto, naturalmente, in prospettiva di un inquadramento che, una volta passata la tempesta, avrebbe ricondotto la maggioranza a un nuovo tipo di conformismo. Così nasce «Il grande sogno», cui avrebbe maggiormente giovato un titolo che gli amanti del cinema conoscono molto bene: «La grande illusione».

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TWO LOVERS. LA STORIA D’AMORE CHE HA INCANTATO IL FESTIVAL DI CANNES

RECENSIONE – Su James Gray sembra gravare la maledizione dell’autore. Sarà perché realizza le sue opere prendendosi lunghe pause di riflessione (quattro film in quindici anni), fatto sta che alla fine sembra aleggiare intorno a lui un certo alone a metà tra il mistero e la sopravvalutazione. «Little Odessa», «The Yards», «I padroni della notte» e adesso «Two Lovers» sono lì a testimoniare un lavoro scrupoloso, talvolta imprevedibile, ma non esattamente al di sopra della media. Diviso tra il noir e il melodramma romantico/esistenziale, Gray agisce sempre all’interno di un genere. Quale che esso sia, per arrivare a risultati di eccellenza richiede comunque un approccio originale o un mestiere a prova di bomba. «Two Lovers», che appartiene al settore del melodramma, lascia forti dubbi su ciò che lascia intravedere e ciò che è in realtà. La tentazione della lettura interamente simbolica è forte, ma non riesce a far dimenticare che di storie come questa è pieno l’archivio del cinema. Ci si domanda, insomma, se il lavoro di Gray vada in direzione contraria al genere (se cioè ne tenti una rilettura critica) o se, non avendone la forza o gli strumenti, preferisca adagiarsi nella tradizione lanciando qua e là segnali di novità. A Brighton Beach (due passi da Coney Island) Leonard vive un’esistenza fortemente tormentata. Ebreo, di famiglia molto tradizionale, è reduce da svariati tentativi di suicidio susseguenti a una cocente delusione amorosa. La sua prospettiva è quella di subentrare al padre nell’attività commerciale (una tintoria) e di vivere un’esistenza abitudinaria e tranquilla. In questa direzione lo porterebbe l’amore per Sandra, figlia di un altro tintore che sta per rilevare i locali dell’azienda paterna. Ma di fronte a casa sua abita Michelle, che ha una relazione con un uomo sposato e vive all’insegna dell’illusione e dell’angoscia. L’incontro potrebbe essere fatale.

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«THE WRESTLER» DI DARREN ARONOFSKY, PREMIATO A VENEZIA CON IL LEONE D’ORO

RECENSIONE – Tanti film sul pugilato, nessuno sul wrestling. Il punto è che i due sport non hanno così tanti punti di contatto e che il wrestling vive comunque di una fama quasi circense, di spettacoli preparati a tavolino con mosse concordate, di legnate che se fossero vere ammazzerebbero un toro, di folklore, di abbigliamenti più che pittoreschi. Insomma, di un alone mitico che basta poco a ricondurre sulla Terra. Si ricorderà che anche Rocky Balboa, all’apice della carriera, si prestava a salire sul ring del wrestling per un’esibizione estemporanea. Tanto più inatteso arriva il successo a sorpresa di «The Wrestler» di Darren Aronofsky, premiato a Venezia con il Leone d’Oro e ignorato nella notte degli Oscar, quando forse Mickey Rourke ci aveva fatto un pensierino. A cose fatte, non è facile spiegarsi il motivo di un simile exploit. Da una parte un attore ormai relegato in ruoli da caratterista che improvvisamente ritrova, con la complicità di fortissimi richiami autobiografici, lo smalto del mattatore. Dall’altra un regista che, venendo da film come «? – Il teorema del delirio», «Requiem for a Dream» e, soprattutto, «L’albero della vita», si fatica a ritenere capace di miracoli. La realtà, a nostro parere, è che «The Wrestler» è un film convenzionale reso di livello superiore da due magnifici protagonisti. Randy Robinson, detto «the Ram» (l’Ariete), è un ex-campione di wrestling ridotto dall’età e da vari acciacchi ad esibirsi in combattimenti di basso livello. 

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VERSO L’EDEN» UNA SORTA DI FIABA SURREALE E OCCASIONALMENTE POETICA

CINEMA – Forse rendendosi conto che l’età (76 anni) e una certa stanchezza non gli permettono più di lanciarsi nei suoi pamphlet politici che da «Z» a «Missing» gli hanno dato fama e fortuna, Costa-Gavras, che non intende rinunciare a guardarsi intorno e ad analizzare la realtà che lo circonda, per raccontare la storia di un emigrante e delle sue traversie in un lungo viaggio verso Parigi sceglie un cambio di tono e di registro espressivo. Così «Verso l’Eden» diventa una sorta di fiaba surreale e occasionalmente poetica, rinunciando fin dall’inizio a una rappresentazione realistica che avrebbe per forza di cose invocato il registro drammatico. Che si tratti di un dramma è fuori di dubbio. Ma è anche vero che l’autore ha optato per una rappresentazione leggera, spesso sognante, che se non intacca l’importanza dell’assunto rischia talvolta di fuorviare per eccesso di astrazione. Ricordiamo comunque che non è il caso di parlare di esperimento: già ne «La piccola apocalisse»

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Le News di Musica pubblicate sul sito dei Papaboys.

SI DON, MA PARLIAMO DI COSE SERIE! – E VABBÈ PARLIAMO DI COSE SERIE MA GUARDATI INTORNO.

La musica ha un ruolo molto importante nell’evangelizzazione, purtroppo non molti anzi, pochissimi cristiani cattolici conoscono la musica cristiana cattolica come modalità di evangelizzazione, e animazione liturgica. Forse perche nelle nostre parrocchie non si rinnova il repertorio liturgico e quello per la pastorale giovanile, da annnnnnniiiiiiiii! PURTROPPO. Sono bellissime le canzoni che si..

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MUSICA CLASSICA PER AIUTARE IL PERÙ

CONCERTI – E’ in programma per domenica 1 marzo alle 20.45, nel teatro parrocchiale di Bubano, il “Grande concerto di musica classica e leggera” organizzato per raccogliere fondi a favore del Centro medico della Missione di Lima in Perù. Nel corso della serata si esibiranno Padre Marco Paini al pianoforte in una fantasia di musica leggera, Alessandro Giacomoni che al pianoforte interpreterà musiche da..

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ULTIMO APPUNTAMENTO CON LA MUSICA E LA SOLIDARIETÀ

Terzo ed ultimo appuntamento con “Musica e solidarietà”, l’iniziativa voluta dall’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Ascoli Piceno, Giovanni Silvestri, coordinata dalla società Simbiosi Marketing e realizzata grazie al prezioso contributo di “BCC Picena..

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SERATA TRA MUSICA E SPORT NEL MANTOVANO

VIADANA (MN) – Lunedì 2 marzo alle 21 il cinema teatro Vittoria di Vidiana (piazza Gramsci, 5) ospita la cantante cristiana Lidia Genta con la sua band e gli “Atleti di Cristo”, per una serata all’insegna della musica gospel e di storie di vita. Nicola Legrottaglie (Juventus), Tomas Guzman (Piacenza), Zè Maria (ex Inter), Hayden Reid (Rugby Roma, ex MPS…

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CARPI: COMPLEANNO PIENO DI MUSICA PER LO SPAZIO GIOVANI MAC’È!

SPAZIO GIOVANI – Il 28 febbraio di dieci anni fa l’amministrazione comunale di Carpi inaugurava lo Spazio giovani Mac’è!, un centro d’aggregazione che col passare del tempo è divenuto un punto d’incontro per diverse generazioni di adolescenti carpigiani. In questi anni il Mac’è! ha offerto alla popolazione, giovanile e non, anche un …

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 INCENTIVI A RADIO PRIVATE CHE DANNO MUSICA ITALIANA

RADIO – «Dovrà dare l’esempio anche il servizio pubblico – ha aggiunto – ho già presentato alla Commissione di Vigilanza Rai una proposta che impegni i dirigenti di Radio Rai in tal senso», ha ribadito il Ministro che in un’intervista telefonica con Francesco Macrì, conduttore del nuovo programma «Spike – Potenziale d’azione», ha sottolineato come l’Italia voglia promuovere una politica di incentivi più che di sanzioni come invece avviene oggi in Francia, dove una legge obbliga le radio ad una percentuale di programmazione minima (40%) di musica francofona.

 

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News regionali delle diocesi d’Italia pubblicate sul sito dei Papaboys.

CALABRIA – A CROTONE VEGLIA ECUMENICA E MANIFESTAZIONE “PER DIRE NO ALLA ’NDRANGHETA”

CROTONE – Una manifestazione “per dire no alla ’ndrangheta, per la democrazia e il bene comune”. È l’iniziativa che si terrà domenica prossima (1° marzo) a Crotone, promossa dall’“Alleanza con la Locride e la Calabria”, sottoscritta da 2.800 privati e 678 fra enti e associazioni.    

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CALABRIA – LOCRI: CIVITAS SOLIS, INCONTRO TEMATICO CON I GIOVANI

LOCRI – Si terra’ a Locri (Rc), su iniziativa di Civitas Solis, il 28 febbraio, alle ore 17, a Palazzo Nieddu del Rio, un incotro sul tema: ”Noi….i giovani con nuove idee sulla democrazia”. L’incontro tematico, realizzato con l’innovativo metodo del worldcafe’ , e’ rivolto ai giovani della Locride e ai rappresentanti delle consulte giovanili.

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VENETO – IN ARRIVO A VERONA LA CAROVANA DEL PROGETTO ICARO

 VERONA – Il progetto ”Icaro” sulla sicurezza stradale, giunto alla nona edizione e che nei precedenti otto anni ha interessato 146 citta’ ed oltre 78.000 studenti, e’ stato presentato oggi dal Questore di Verona, Vincenzo Stingone, e dal capo della Polizia Stradale, Daniele Giocndi, alla presenza dei partner istituzionali (Ufficio Provinciale Scolastico, Fondazione Ania, Unicef) e partner cittadini come il Comune di Verona

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UMBRIA – DIOCESI DI FOLIGNO: AD APRILE SI SVOLGERA’ IL ” FESTIVAL DELLA COMUNICAZIONE 

FOLIGNO – La Diocesi di Foligno e gli Istituti Superiori della città di Foligno, nell’anno scolastico 2008/2009, hanno collaborato insieme nel Progetto Culturale “Cittadini del Mondo”, sviluppando la tematica “Una nuova sobrietà per abitare la terra” e “La comunicazione, cercare la verità per condividerla”. Gli studenti, aiutati dai propri insegnanti e stimolati da.

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PUGLIA – LA DIOCESI DI ANDRIA PROMUOVE LA SETTIMANA BIBLICA

ANDRIA – La Diocesi di Andria, nell’ambito dell’Anno Paolino, promuove la Settimana Biblica. La settimana biblica, che si terrà ad Andria nella chiesa di “S. Paolo Apostolo”, curata dal suo parroco, Don Mimmo Massaro, dal 2 al 5 marzo, risponde alla necessità di approfondire e..

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LIGURIA – IL MUSEO DIOCESANO SI VISITA COL CELLULARE ON AIR IN ANTEPRIMA MONDIALE.

CHIAVARI – Da domani la Diocesi di Chiavari avrà il suo Museo on Air in anteprima mondiale. Che significa piantina e catalogo dettagliato del Museo Diocesano caricati elettronicamente su cellulare. Basta avere il Bluetooth e raggiungere il nuovo spazio museale annesso alla Cattedrale di N.S. dell’Orto: un Totem aggancia il segnale consentendo l’accesso alle informazioni storico-artistiche.

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TEATRO: GIGI PROIETTI, ORGANIZZARE NUOVI LABORATORI PER I GIOVANI

CULTURA – Stavo pensando se oggi non fosse il caso di organizzare un laboratorio teatrale nuovo e serio, come quello che avevo un tempo”. Lo afferma l’attore Gigi Proietti, a termine della presentazione del nuovo spettacolo teatrale “Pippi Calzelunghe”, al Teatro Argentina di Roma. Sento – racconta l’attore – che e’ necessario organizzare anche piu’ di un laboratorio nelle diverse citta’, perche’ tutto quello che c’e’ di possibile aggregazione, mirata pero’ a fatti importanti, e’ da salutare positivamente. Personalmente – spiega – alla mia eta’ mi piace l’idea di ritrovare qualche giovane di oggi e per me significherebbe anche un po’ fare uno studio dall’interno sul tipo di societa’, raffrontandola e rapportandola a quella che era. Le scuole – aggiunge – sono osservatori notevoli e i giovani nei laboratori devono necessariamente raffrontarsi con la societa’ in cui vivono. Questo – conclude – e’ importante non solo didatticamente ma nella formazione vera della societa’.

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CINEMA – IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON. UOMO CHE NASCE VECCHIO E RINGIOVANISCE FINO A MORIRE.

RECENSIONE – Il racconto di Francis Scott Fitzgerald da cui è tratto «Il curioso caso di Benjamin Button» è lungo venti pagine e narra senza fronzoli di un uomo che nasce vecchio e ringiovanisce fino a morire neonato. Il film che vi si è ispirato, sceneggiato da Eric Roth e diretto da David Fincher, dura due ore e quaranta, ha ottenuto tredici nomination all’Oscar e, francamente, sembra più interessato al kolossal sentimentale che alla durezza dell’assunto originale. Niente di male. Peccato soltanto per una serie di forti implicazioni esistenziali che si trasformano in una storia d’amore in giro per il mondo. Ecco, «Il curioso caso di Benjamin Button» è il tipico film che deve il suo successo quasi interamente al pubblico femminile, ben disposto a sognare, a sorridere e a commuoversi quando gli ingredienti sono dosati con accortezza e astuzia. Così David Fincher continua a far rimpiangere la durezza di «Seven», mai più ritrovata in drammi o thriller talvolta meritevoli di altri approfondimenti.

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CINEMA: LA NOUVELLE VAGUE E IL CINEMA COME “FATTO MORALE”

CINEMA – “Il cinema è un fatto di stile, e lo stile è un fatto morale”. E’ una delle citazioni filmiche (tratta dal film di Bernardo Bertolucci “Prima della rivoluzione”, (1964) che testimoniano la vitalità e la perdurante “eredità” della Nouvelle Vague francese, oggetto di un Convegno internazionale promosso a Roma dalla Fondazione Ente dello Spettacolo (Eds), a cinquant’anni dalla proiezione a Cannes dei “Quattrocento colpi” di François Truffaut. “Uno degli elementi più caratteristici della Nouvelle Vague, e tornando indietro del neorealismo, è l’etica dell’estetica”, ha detto Vito Zagarrio, dell’Università “Roma Tre”, facendo notare che per i cineasti francesi “ogni inquadratura è un fatto etico”. Il cinema della Nouevlle Vague è dunque “una profonda riflessione sulla forza dell’immagine: si basa su un’idea visionaria che diventa poi un fatto morale”, a partire dalla convinzione che “il cinema è tanto più politico, quanto più esteticamente forte e stilisticamente fondato”. Secondo il relatore, “l’eredità della Nouvelle Vague nel cinema italiano contemporaneo è in quella generazione di giovani registi che non si sente figlia – come chi li ha preceduti – della sconfitta: vergine rispetto all’ideologia e alla politica, è capace di ritornare al cinema come fatto etico”.

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CINEMA – FROST/NIXON IL DUELLO FILM ISPIRATO ALL’OMONIMO DRAMMA TEATRALE DI PETER MORGAN.

RECENSIONE – Se pensavate che la famosa ammissione pubblica di colpa (l’unica) fatta da Richard Nixon dopo il Watergate e le dimissioni da Presidente durante la lunga intervista televisiva rilasciata al giornalista inglese David Frost nell’estate del 1977 discendesse da spinte ideali, principi etici o ansia di giustizia, «Frost/Nixon il duello» di Ron Howard provvederà a correggere ogni eventuale ansia idealista. Ispirato all’omonimo dramma teatrale di Peter Morgan (che ha anche sceneggiato il film), il lavoro di Howard è in questo senso spietato nell’affermare a chiare lettere che tutto, proprio tutto, è stato fatto per l’audience. Diversamente da Oliver Stone, che con «W.» ha rischiato molto soprattutto per la freschezza dell’argomento, Howard non rischia niente e, essendo passati trent’anni dagli avvenimenti, ha la possibilità di riflettere pacatamente e di esaminare il tutto con il necessario distacco, favorito anche dal fatto che gli eventi narrati sono ormai alla luce del sole e non prevedono rivelazioni sconvolgenti. Mantenendo intatta l’impostazione teatrale, quindi puntando tutto più sulla tensione dialettica che sulla necessità di una messa in scena complessa, Howard (che di solito è bravo in funzione della qualità della sceneggiatura che si trova a filmare) aveva una sola possibilità di fallire, affidandosi cioè agli attori sbagliati.

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CINEMA – REVOLUTIONARY ROAD MEZZO SECOLO PER AVERE UNA RIDUZIONE CINEMATOGRAFICA

RECENSIONE – Richard Yates ha scritto «Revolutionary Road» nel 1961, ottenendo (non a caso) il plauso di Tennessee Williams, ma nessun riconoscimento ufficiale. Paragonato a Dreiser e al suo «Una tragedia americana», ha atteso quasi mezzo secolo per avere una riduzione cinematografica lungamente inseguita e mai concretizzata. Non è difficile capire perché: nella vicenda raccontata da Yates non c’è niente, proprio niente di politicamente corretto. L’America degli anni Cinquanta, piena di sogni e di illusioni, è messa a nudo in tutta la sua disperata ricerca di un benessere e una stabilità che dovrebbero corrispondere alla felicità ma che si rivelano invece illusori. L’attore si toglie la maschera e rivela il volto di un uomo che nel lavoro, nel guadagno e nella famiglia non trova le motivazioni per lottare e vincere. In questo senso, anche se il paragone potrebbe risultare riduttivo e schematizzante, Yates si pone come l’anti-Disney. Non quello del cinema d’animazione: il Disney delle commedie familiari dove, qualunque fosse il problema, tutto si risolveva intorno alla tavola da pranzo intonando filastrocche del genere Bibidi Bobidi Bu. In «Revolutionary Road», invece, niente si risolve in senso positivo ed ogni sogno lascia il posto alla freddezza della realtà.

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L’OSSERVATORE ROMANO SUL FILM ‘IL DUBBIO’ : ‘PERICOLOSA FACILITÀ DEL SOSPETTO’

CINEMA – Il tema è uno dei più scottanti: le supposte molestie sessuali da parte di un prete nel mondo cattolico statunitense, proprio là dove si sono levate, negli ultimi anni, una incredibile quantità di denunce contro i sacerdoti locali, tanto da far scoppiare una crisi che non è ancora stata del tutto riassorbita. Ma il film Il dubbio – scritto e diretto da John Patrick Shanley, interpretato magistralmente dai premi Oscar Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman – affronta il tema, così scottante, con pudore e delicatezza, facendo capire, soprattutto, come in questi casi sia veramente difficile scoprire la verità. Perché, in assenza naturalmente di confessioni, la ricerca della verità si basa sull’interpretazione di un gesto che può anche essere solo di amicizia e di sostegno per un ragazzo particolarmente debole. Un gesto che può far parte del modo di essere di una personalità di prete estroversa, ma proprio per questo capace di suscitare l’affetto e l’interesse dei parrocchiani. Nel film, infatti, lo scontro si svolge fra due figure di religiosi straordinariamente diverse: un prete irlandese appunto espansivo e allegro, da una parte, e dall’altra una suora, direttrice della scuola annessa alla parrocchia, gelida e apparentemente solo ligia alle regole, priva di calore umano. Entrambi si impegnano per proteggere un ragazzo nero di famiglia povera, debole e bisognoso di aiuto, ma in modo completamente diverso. E se, all’inizio, siamo portati a stare dalla parte del prete allegro e affettuoso, che vuole dare protezione al ragazzo, poi il film ci porta a pensare, attraverso lo sguardo della suora, che forse non si tratta solo di protezione, e che chi difende veramente il ragazzo dalle molestie del prete è, invece, proprio la direttrice. In mezzo ai due, la figura della madre, talmente debole da accettare qualsiasi cosa pur di vedere il figlio promosso e possibilmente accettato in una scuola superiore, per garantirgli la fuga da un mondo duro e violento – quello del padre – al quale non è adatto.

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CINEMA – IL FILM DI OLIVER STONE «W.»,: QUANDO LA CENSURA E’ ANCORA PRESENTE

RECENSIONE – Lo strano destino del film di Oliver Stone «W.», dedicato alla resistibile carriera del Presidente George W. Bush, dà un’idea abbastanza precisa di quanto il concetto di censura, da tutti condannato e aborrito, sia in realtà ancora vigente e operante. Il distributore Dall’Angelo, che ne ha acquisito i diritti per la distribuzione italiana, a seguito dei rifiuti (diciamo disinteresse) sia della Rai che di Mediaset, si è visto costretto a un’occasionale distribuzione in digitale (cioè un DVD) e a un passaggio televisivo su LA7.

Se «W.» si è visto in sala a Firenze, ad esempio, è stato soltanto grazie ai buoni uffici di Stefano Stefani e, in seconda battuta, dell’Istituto Stensen, che hanno dato, indipendentemente dalla qualità dell’opera, una bella lezione di democrazia a tanta gente. Sì, perché da tutto questo inutile ostruzionismo si poteva anche trarre l’impressione che, più di Michael Moore, spettasse a Oliver Stone il titolo onorario di Lupo Cattivo, anche in virtù delle sue precedenti incursioni nel ramo presidenziale con «JFK» (Kennedy) e «Gli inganni del potere» (Nixon). Tutto ciò rischiava di creare un alone mitico intorno a un film che, alla prova dei fatti, finisce per non fare paura a nessuno. Anzi, democrazia a parte, pensiamo francamente che l’operazione di Stone sia carente in tempistica e risultanze. Una riflessione su George W. Bush, sul quale ormai è stato detto tutto e il contrario di tutto, avrebbe avuto un senso forse tra qualche anno, quando le conseguenze della sua politica interna ed estera avessero portato a qualche esito incontestabile. Oppure anche oggi, ma con qualche bel jolly da giocare o con una modalità più surreale che realistica. Invece «W.» è una sorta di reportage interiore che, partendo dal 1966 quando il Presidente era al college, attraversa alcuni momenti topici della sua esistenza privilegiando quelli privati (il rapporto con Bush padre, l’incontro con la moglie Laura, l’alcolismo) a quelli pubblici (le conferenze stampa, le decisioni in campo internazionale, un 11 settembre del quale si accenna appena), per disegnare il ritratto di un uomo che, a parte la discendenza familiare e una sorta di incrollabile fede, proprio non aveva le carte in regola per guidare il paese più potente del mondo. Alla fine di tutto questo, comunque, sorge spontanea la domanda: «Tutto qui?». «W.» è un film estenuante fatto interamente di dialoghi. Ma, diversamente dalle previsioni, è anche un film che rischia di prendere in contropiede quanti si attendessero un attacco frontale alla maniera di «Fahrenheit 9/11».

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CONTINUA LA COLLABORAZIONE TRA LA SCUOLA DI CINEMA ‘CIAK SCHOOL’ E L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PAPABOYS

ROMA – Continua la collaborazione fra la Scuola di Cinema ‘Ciak School’ di Pontecagnano (Salerno) e l’Associazione Nazionale Papaboys, tesa alla crescita di nuove leve nel mondo del cinema e dello spettacolo, non solamente come attori e protagonisti dello schermo, ma anche per la formazione di nuovi autori, sceneggiatori ed addetti ai mezzi di produzione. L’associazione ‘Ciak School’ è stata inaugurata alla fine dell’anno 2008 con questa mission: creare una nuova pagina nel panorama del cinema italiano, ed in questi giorni stanno prendendo forma ed inizio appunto i primi corsi di formazione. E sono già stati completati alcuni studi di fattibilità per documentari (alcuni sulle missioni internazionali) ed alcuni cortometraggi (in particolar modo Angel’s), che saranno poi realizzati in collaborazione con la Endover Film, altra giovane casa di cinema che è entrata nella collaborazione tramite l’impegno del Presidente Valerio Tramontano.

Per leggere tutto il testo visita:    http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2109

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FESTIVAL DEL SOCIALE, SPETTACOLO AL TEATRO MASCIARI

CATNZARO – Ieri sera si è chiusa al Teatro Masciari la prima Festa del Sociale, promossa dalla “Life Comunication”, congiuntamente all’Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Catanzaro, col patrocinio dell’associazione “Papaboys” e della Nazionale cabarettisti e col supporto della Consulta delle associazioni laiche della Curia di Catanzaro e del C.S.V. di Catanzaro. La manifestazione è riuscita a distinguersi per l’interesse sempre vivo verso i temi del sociale segnalandosi come momento di comunicazione importante rivolto a tutta la cittadinanza. Grande è stato spazio per lo spettacolo. Dalla mattina caratterizzata dall’incontro fra la nazionale cabarettisti e quella dei Papa Boys fino ai momenti di danza e musica serali. A condurre la kermesse sul palco è stato – oltre al direttore artistico della serata, Domenico Gareri – il noto presentatore Rai, Daniele Piombi e la giornalista del TG1 Cinzia Fiorato, madrina dell’intero evento. Di grande impatto anche la band che ha animato la serata accompagnando le esibizioni degli ospiti. Tra i “big” si sono distinti i “Ladri di Carrozzelle”, formazione romana formata da bravissimi cantanti e musicisti diversamente abili; i ragazzi della Cooperativa sociale “Meristema” che hanno presentato una suggestiva coreografia dal titolo “Con un batter d’ali”; la giovane band “Valentino e la fabbrica dei sogni”. Tanti i premi assegnati durante la manifestazione: il primo è andato al direttore artistico del Festival del Cinema, Patrizia Tallarico, per la sensibilità dimostrata riguardo alle tematiche dell’ambiente e della salute riviste attraverso lo sguardo cinematografico. Altri premi anche per il presidente della FIABA (Federazione Italiana per l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche), dottor Giuseppe Trieste. Ospite d’onore, applauditissimo dai più giovani, è stato il ginnasta campione olimpico Yuri Chechi – accompagnato dal presidente del Coni regionale, Mimmo Praticò, e dal massimo dirigente della Provincia di Catanzaro, Tony Sgromo – in qualità di testimonial della lealtà sportiva e della solidarietà sociale. Tra gli altri a salire sul palco sono stati anche Della Bella, ideatore del “Cinema nuovo” e il cabarettista Gigi Misefari e i ragazzi della “Fabbrica dei sogni”. Dopo il successo riscosso da questa prima edizione di un’iniziativa destinata ad avere felice seguito. L’obiettivo, infatti, è realizzare un evento fisso da ripetere ogni anno che veda la partecipazione di tutte le realtà che operano nel sociale a stretto contatto con la popolazione del territorio provinciale. Lunedì 22 dicembre, presso il Centro Polivalente per i Giovani di Via Fontana Vecchia si continuerà con un’altra giornata di attività, fra giochi sociali e musica, promossa dalle associazioni di volontariato cittadine che devolveranno l’incasso al finanziamento di interventi di natura sociale.

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FESTIVAL DEL SOCIALE, SPETTACOLO AL TEATRO MASCIARI

CATNZARO – Ieri sera si è chiusa al Teatro Masciari la prima Festa del Sociale, promossa dalla “Life Comunication”, congiuntamente all’Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Catanzaro, col patrocinio dell’associazione “Papaboys” e della Nazionale cabarettisti e col supporto della Consulta delle associazioni laiche della Curia di Catanzaro e del C.S.V. di Catanzaro. La manifestazione è riuscita a distinguersi per l’interesse sempre vivo verso i temi del sociale segnalandosi come momento di comunicazione importante rivolto a tutta la cittadinanza. Grande è stato spazio per lo spettacolo. Dalla mattina caratterizzata dall’incontro fra la nazionale cabarettisti e quella dei Papa Boys fino ai momenti di danza e musica serali. A condurre la kermesse sul palco è stato – oltre al direttore artistico della serata, Domenico Gareri – il noto presentatore Rai, Daniele Piombi e la giornalista del TG1 Cinzia Fiorato, madrina dell’intero evento. Di grande impatto anche la band che ha animato la serata accompagnando le esibizioni degli ospiti. Tra i “big” si sono distinti i “Ladri di Carrozzelle”, formazione romana formata da bravissimi cantanti e musicisti diversamente abili; i ragazzi della Cooperativa sociale “Meristema” che hanno presentato una suggestiva coreografia dal titolo “Con un batter d’ali”; la giovane band “Valentino e la fabbrica dei sogni”. Tanti i premi assegnati durante la manifestazione: il primo è andato al direttore artistico del Festival del Cinema, Patrizia Tallarico, per la sensibilità dimostrata riguardo alle tematiche dell’ambiente e della salute riviste attraverso lo sguardo cinematografico. Altri premi anche per il presidente della FIABA (Federazione Italiana per l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche), dottor Giuseppe Trieste. Ospite d’onore, applauditissimo dai più giovani, è stato il ginnasta campione olimpico Yuri Chechi – accompagnato dal presidente del Coni regionale, Mimmo Praticò, e dal massimo dirigente della Provincia di Catanzaro, Tony Sgromo – in qualità di testimonial della lealtà sportiva e della solidarietà sociale. Tra gli altri a salire sul palco sono stati anche Della Bella, ideatore del “Cinema nuovo” e il cabarettista Gigi Misefari e i ragazzi della “Fabbrica dei sogni”. Dopo il successo riscosso da questa prima edizione di un’iniziativa destinata ad avere felice seguito. L’obiettivo, infatti, è realizzare un evento fisso da ripetere ogni anno che veda la partecipazione di tutte le realtà che operano nel sociale a stretto contatto con la popolazione del territorio provinciale. Lunedì 22 dicembre, presso il Centro Polivalente per i Giovani di Via Fontana Vecchia si continuerà con un’altra giornata di attività, fra giochi sociali e musica, promossa dalle associazioni di volontariato cittadine che devolveranno l’incasso al finanziamento di interventi di natura sociale.

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NELLA SESTA PUNTATA DI CAMELOT (PATROCINATA DAI PAPABOYS) TEMA: CINEMA E GIOVANI – CIAK SCHOOL

CATANZARO – Nell’edizione di Camelot 2007-2008 la redazione si era occupata del tema “televisione e giovani” (di cui vediamo uno spezzone in questa puntata), quest’anno è stata la volta del tema “cinema e giovani”.

Infatti la puntata condotta da Vincenzo Merante è incentrata sulla cerimonia di inaugurazione di un’associazione cinematografica, la “Ciak School”, nata un mese fa in Campania ed esattamente a Pontecagnano in provincia di Salerno. Questa associazione cinematografica portata avanti da un’imprenditoria esclusivamente giovanile ha aperto corsi di formazione per il campo cinematografico e televisivo e vuole lanciare un grande messaggio culturale a tutto li sud d’Italia dove mancano sicuramente scuole di un certo tipo.

L’appuntamento in tv: Tutti i lunedì dalle ore 21.30 su Oasi tv (canale 848 di Sky) ed in replica i martedì alle ore 17.00; e tutti i martedì alle ore 18.20 su Calabria Tv ed in replica il sabato alle ore 15.00 e la domenica alle ore 18.20.

COS’ È CAMELOT
L’esito di un piacevole mestiere televisivo che, di anno in anno, ha assistito alla propria maturazione, prodotta dall’Associazione no-profit Diventeranno Famosi, progredendo da semplice occasione di dibattito – Alla ricerca di Camelot – ad una realtà sempre più vicina e coinvolgente – Verso Camelot –, promotrice ed artefice di importanti progetti, quale “La fabbrica dei sogni”, una scuola di spettacolo per ragazzi disabili e, ancora, ad una trasmissione itinerante non più limitata alla sola trattazione del sociale o del disagio ma anche ad aspetti altrettanto interessanti, quali l’editoria, la cultura e lo spettacolo, Verso Camelot Show è intenta ad imporsi non solo a livello locale ma anche nazionale ed europeo.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2002

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