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DOPO TANTE DOMANDE… LA RISPOSTA! IL RACCONTO DELLA VOCAZIONE DI ELISA, UNA NEO 18ENNE

GIOVANI E VOCAZIONE – A te che leggi il suo racconto auguro di poter trovare la “tua” risposta, e ti chiedo una preghiera per il cammino di Elisa e di quanti si sono incamminati nella via della loro vocazione.

Mi chiamo Elisa, ho 24 anni e mi sono appena laureata in Lettere Classiche. Ho conosciuto suor Nella Letizia circa 6 anni fa, in un momento in cui mi ponevo tante domande e la vita mi aiutava (forse anche mi costringeva) a pormene ancora di più. E infatti credo di aver mandato un’email alla grata elettronica con TANTE domande. Volevo capirne di più sulla clausura, sulle suore, sulle ragioni che spingevano una persona ad intraprendere una strada così… folle? inutile? Non saprei sintetizzare in una parola i miei sentimenti di allora per questa vocazione, ma certo non era ciò che IO avrei scelto per me, quindi: PERCHÈ? perché invischiarsi in un cammino così? ma soprattutto COME: come sapere se il Signore proprio ti chiama? quali sono gli indizi o i sintomi? La domanda vera che nascondevo dietro questo torrente in piena di domande era la domanda di san Francesco: Signore, cosa vuoi che io faccia? Nel senso più letterale della domanda: cosa vuoi TU che IO faccia. Questa domanda mi faceva molto soffrire perché sono una persona che usa molto la testa, capace di ragionamenti fini e stringenti, di organizzazione precisa e sottile, di schematismi e incasellamenti assolutamente logici. Perché mai avrei dovuto lasciare che fosse il Signore a decidere della mia vita? E io? Quale posto occupavo nella MIA vita? Non conoscevo ancora il mio cuore. E conoscevo poco anche il Signore, nonostante fossi stata sempre una “credente praticante”, come si usa dire. Se penso a quei momenti ricordo però che il mio cuore era come chiuso in una morsa: o IO o il Signore, che quasi un po’ crudele mi chiedeva di rinunciare a tanto. SI MA PERO’ (altra locuzione che mi accompagnava)… poi come facevo ad essere certa che Lui voleva proprio questo? E perché non era chiaro nella sua “chiamata”? Avrei obbedito, va bene, ma però…

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LO SPIRITO CHIAMA A RACCOLTA CHI SI RICONOSCE NEL VANGELO. SI TRATTA DI DIVENTARE TESTIMONI.

RIFLESSIONE – Mi ha molto colpito l’affermazione di Papa Giovanni XXIII, riportata in un articolo di Ferdinando Castelli sull’Osservatore Romano: “Lo Spirito Santo ha scelto me. Si vede che vuole lavorare da solo. Mi sembra a volte di essere un sacco vuoto che lo Spirito Santo riempie improvvisamente di forza”. Sa di umorismo ma è anche un invito “alla fiducia e alla pace interiore”. Fiducia nell’opera di Dio, pace che nasce dal sapere che non ci lascia soli, neppure nella tormenta e nei drammi del nostro tempo, neppure quando ci rendiamo conto della nostra povertà e del senso di impotenza che ci prende di fronte al crescere della “impopolarità di Dio” e della sua “Chiesa”, alle difficoltà che abbiamo a vivere da cristiani, a testimoniare il Vangelo ai ragazzi e ai giovani, alle famiglie, a quanti, venendo da oltre confine, si confrontano con la nostra Religione.

Lo Spirito e la Chiesa

Ma davvero lo Spirito santo vuole lavorare “da solo”? Davvero non ha bisogno della Chiesa, dei suoi uomini, vescovi e preti, dei suoi laici, uomini e donne, giovani e anziani? Siamo davvero giunti alla frutta con questa Chiesa che, qualcuno dice, non essere in linea con il Vangelo, non rispondendo più ai sogni e alle attese più alte del cuore dell’uomo, che altri ritengono in agonia o moribonda o per nulla significativa? Parecchi credenti sono spaesati e confusi a rispondere, ma tanti sono convinti che lo Spirito non voglia lavorare da solo! Continua a chiamare a raccolta chi si riconosce nei valori del Vangelo, invita ad amare la Chiesa, come Cristo l’ha amata, calandosi in essa, anche nella sua miseria e povertà, rimanendovi “dentro” nonostante i limiti e i peccati degli uomini, che l’hanno abitata nel tempo.

Mistero, Sacramento, Unione

Si tratta di diventare testimoni, non solo per le persone che sono lontane dalla Chiesa ma anche per la Chiesa stessa, che siamo invitati ad amare: la Chiesa “mistero”, suscitata da Cristo e non dall’uomo, la Chiesa “sacramento”, segno dell’amore di Dio per l’umanità per ognuno di noi, per ogni popolo e razza, la Chiesa “comunione”, famiglia di Dio unita dalla carità e dove in Cristo è abbattuta ogni inimicizia. E questa Chiesa esiste! E’ la Chiesa degli oratori, che durante l’estate ha convocato migliaia di ragazzi per non farli sentire soli, stranieri a se stessi e agli altri; la Chiesa del volontariato, della Caritas, che non si è fermata all’Abruzzo, a L’Aquila, ma è entrata nelle case degli anziani, dei “disabili”, nelle comunità di accoglienza degli stranieri, negli ospedali, nei luoghi della disperazione, che sono certe periferie e i drammi di chi si rifugia nelle sostanze, in terra di missione, tra gli ultimi. E’ la Chiesa della contemplazione! Non solo di Marta ma la Chiesa di Maria, dove nell’apparente inutilità della “clausura”, con le mani alzate tra terra e cielo, “i contemplativi” lodano e invocano Dio, lo chiamano ad essere presenza tra noi.

Non stiamo vivendo l’agonia della Chiesa e neppure del cristianesimo. Che anzi! E’ una Chiesa viva che lo Spirito invita ad essere “icona di Dio e icona dell’uomo secondo Dio”, “icona del Signore Gesù” sul Monte delle Beatitudini, nel gesto della Lavanda dei piedi, con il cuore aperto al Perdono e alla Misericordia, in attesa della Risurrezione, che viene anticipata nel gesto della carità, che fa passare l’uomo dal male al bene, dalla morte del cuore alla vita: carità educativa, carità-carità!

Il cuore dei giovani

Don Michele Do, rettore della chiesa di Saint-Jacques, piccolo paese della Val d’Aosta e amico fedele di Don Primo Mazzolari, con la sua predicazione, invitava i suoi fedeli a costruire “un’immagine creativa del cristianesimo”. Credo che ciò sia possibile, passando attraverso la Chiesa: in essa, i veri cercatori di Dio, coloro che amano l’umanità, gli stessi spiriti irrequieti devono entrare. Nella “fractio panis” e nell’ascolto della Parola, troveranno l’itinerario per dare alla Chiesa un’immagine nuova, che sia risposta alle tante ansie e dubbi dell’umanità. E’ un cammino che vuole vedere protagonisti anche i giovani. Vanno incoraggiati e sostenuti per manifestare la loro fede e viverla. Per quelli di una certa età è un forte segno di speranza vedere che il Vangelo e la Chiesa toccano ancora il cuore dei giovani!

 

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