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AIUTO DISABILI, PULIZIA GIARDINI, COMPAGNIA ANZIANI: DOMANI IN ISRAELE “GIORNATA DELLE BUONE AZIONI”

TERRASANTA (ISRAELE) – Domani in Israele si celebra la “Giornata delle buone azioni”, che coinvolge migliaia di persone, invitate, almeno per un giorno, a compiere un gesto di altruismo e volontariato. La giornata è promossa da Ruach Tova (“Spirito positivo”), un’organizzazione umanitaria israeliana che promuove la partecipazione attiva nella società e vuole essere il punto di contatto tra persone disposte a svolgere un’attività di volontariato e le organizzazioni che invece hanno bisogno di aiuto e cercano volontari. In questo senso Ruach Tova ha messo in contatto oltre 32 .000 volontari, con 1.800 associazioni bisognose.

Le iniziative in agenda per domani sono moltissime: aiuto ai disabili, pulizia di giardini, aiuto e compagnia agli anziani. La giornata si celebra dal 2007 e raggiunse una certa notorietà nel 2009 quando, tra le altre iniziative simboliche ci fu anche quella di un concerto speciale: un’orchestra di 13 ragazzi palestinesi di un campo vicino a Jenin, fu invitata presso il centro dei sopravvissuti all’Olocausto di Holon, nella periferia di Tel Aviv. Giovani palestinesi ed anziani ebrei festeggiarono insieme, facendo memoria della Shoah, trascorrendo alcune ore in un’occasione unica di conoscenza e scambio. Al ritorno a Jenin, tuttavia, l’orchestra palestinese venne sciolta ed il direttore licenziato, a causa delle accuse mosse da alcuni responsabili palestinesi di aver strumentalizzato i giovani musicisti in un’iniziativa contraria allo spirito nazionale.

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UN MINORE SU 4 MENO IMBARAZZATO SE «PARLA» ON-LINE

EUROPA – Per un quarto dei ragazzi italiani dagli 11 ai 16 anni è più facile essere se stessi su internet piuttosto che di persona. Il dato sconcertante che dovrebbe indurre a riflettere genitori ed educatori emerge dal progetto europeo “Eu kds on-line II” che ha raccolto le interviste di un campione di oltre 25mila studenti e altrettanti genitori. In occasione della giornata mondiale della sicurezza on-line cerchiamo di capire come viene percepita e utilizzata la rete dai più giovani e quali sono i pericoli a cui sono esposti. In base alla ricerca emerge che i ragazzi italiani usano internet per svolgere attività utili e divertenti, allacciare nuovi legami di amicizia e di intimità o coltivare quelli vecchi.

Un terzo di loro riesce a parlare di più cose su internet rispetto a quando si trovano con qualcuno di persona. Mentre il 19% parla on-line di cose private che non condivide di persona con altri. Internet un pericoloso surrogato dei rapporti personali diretti? Secondo la ricerca non è così. Per “Eu kids on-line” opportunità e rischi della rete sono fortemente connessi. Perciò quello che può essere divertente per qualcuno può risultare rischioso per un altro.

Bisogna considerare che sperimentare ed esprimere la propria personalità è un po’ l’essenza dell’adolescenza. Dunque i ragazzi che dicono che è “abbastanza vero” che è più facile esprimere se stessi on-line (20%) potrebbero semplicemente sfruttare le opportunità offerte dalla rete. Magari perché discutere di questioni personali on-line è meno imbarazzante. È invece fonte di qualche preoccupazione il fatto che per il 5% dei ragazzi italiani è “molto vero” che è più facile essere se stessi on-line. La risposta potrebbe essere che hanno qualche problema nelle relazioni interpersonali faccia a faccia oppure perché passano molto, troppo tempo al computer. In base alla ricerca emerge che non tutti hanno buoni rapporti con i coetanei.

Così l’11% non si sente ben accettato, mentre il 38% solo in parte (dichiarando un “abbastanza”). Sono i ragazzi che hanno maggiori difficoltà relazionali a sentirsi più se stessi on-line. Proprio per questo secondo gli esperti questi soggetti sembrano essere i più vulnerabili e quindi più esposti a pratiche rischiose. In effetti il 57% di coloro secondo cui è più facile essere se stessi on-line che di persona ha cercato negli ultimi dodici mesi nuovi amici in rete, il 40% ha aggiunto alla lista degli amici o dei contatti persone mai incontrate off-line, il 16% ha inviato informazioni personali a persone che non ha mai visto, il 14% ha finto di essere un’altra persona e il 16% è stato in contatto su internet con persone mai incontrate off-line.

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LE LIBERTA’ NEGATE. CINA, DEPORTAZIONE DI REGIME PER I VESCOVI

ROMA – Le decine di vescovi della Chiesa ufficiale sono stati deportati a forza nella capitale per costringerli a partecipare all’Assemblea dei rappresentanti cattolici cinesi, che si è aperta oggi a Pechino. Da diversi mesi il Vaticano aveva chiesto ai vescovi di non parteciparvi perché essa è inconciliabile con la fede cattolica. L’Assemblea era stata rimandata per almeno quattro anni perché i vescovi ufficiali, in obbedienza alle indicazioni della Santa Sede, hanno sempre rifiutato di prendervi parte.

Il regista dell’operazione, il laico Antonio Liu Bainian, vicepresidente dell’Associazione patriottica (Ap), ha sminuito l’importanza dell’evento, dicendo che è solo «una riunione per una nuova tornata di leader». In realtà l’Assemblea dovrebbe portare all’elezione del presidente nazionale dell’Associazione patriottica e del presidente del Consiglio dei vescovi cinesi, due organismi inaccettabili per i cattolici perché mirano all’edificazione di una Chiesa indipendente, staccata dal Papa. Inoltre tale raduno è “l’organismo sovrano” della Chiesa ufficiale cinese, in cui i vescovi sono una minoranza, fra rappresentanti cattolici e governativi. In essa si prendono decisioni ecclesiali a colpi di votazioni manipolate. Prima del raduno di oggi, tutti i partecipanti hanno ricevuto da Liu Bainian le indicazioni di cosa fare e di cosa votare. I lavori dell’Assemblea sono circondati dal segreto e da un profilo basso: per tutta la giornata è stato impossibile contattare chiunque; solo verso la mezzanotte la Xinhua ha dato notizia dell’evento in poche righe.

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UNA RAGAZZA INGLESE DI 15 ANNI, UN PIERCING ALL’ORECCHIO E RIMANE COMPLETAMENTE PARALIZZATA

GIOVANI – Grace, ragazzina inglese di 15 anni, fa quello che quasi tutte le sue coetanee in tutto il mondo fanno: un piercing. Lo fa a un orecchio e nel giro di pochi giorni rimane completamente paralizzata dalla testa ai piedi. Ha contratto un terribile virus…

IL PIERCING DI GRACE – Piercing: (dall’inglese to pierce, “perforare”) è la pratica ereditata da tribù indigene di varie parti del mondo di forare alcune parti del corpo allo scopo di introdurre oggetti in metallo, spesso arricchiti con pietre preziose, osso, pietra o altro materiale, come abbellimento o pratica rituale. Negli ultimi anni è diventata una pratica comune dei giovani del prospero mondo occidentale: persa ogni valenza rituale e spirituale, è diventata una moda come l’orecchino negli uomini o il tatuaggio per tutti. Anche il piercing è per tutti, maschi e femmine. Così quando Grace, ragazzina inglese di 15 anni, si reca a farsi forare un orecchio per introdurre un oggettino come si usa nella pratica del piercing, non ha nessuna paura. Non l’ha sua madre, Sharon, 41 anni. Lo fanno tutti. Ma non a tutti succede quello che sta per succedere a Grace. In pratica, quello che le succederà è un rischio a cui vanno incontro circa una persona ogni centomila al mondo. Grace è una di queste.

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L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PAPABOYS SI INCAMMINA NEL SESTO ANNO DI ATTIVITA’. VERSO MADRID…

ROMA – Carissimi fratellini e sorelline dell’Associazione, con la gioia nel cuore sono a salutarvi tutti, uno per uno, all’inizio dell’attività di questa nuova stagione associativa, che ci sta per aprire le porte al sesto anno di esperienza. La nostra è una piccola realtà, ormai internazionale, che continua di giorno in giorno a crescere nella speranza, alla luce della Parola di Dio e sulla certezza che ciascun giovane che viene in ‘contatto’ con noi, sia davvero quella ‘luce del mondo’ che, accesa, possa rischiarare l’orizzonte di tanti altri amici e compagni di viaggio nella fantastica avventura della vita. L’Associazione in questi anni è cresciuta in termini di partecipazione, di iniziative ed attività in tutta Italia, e si è resa presente con ‘semi di speranza’ anche in Paraguay, in Polonia, in Spagna, in Francia: oggi dobbiamo insieme cercare di vedere davanti ai nostri occhi, ma prima di tutto dentro ai nostri cuori, la qualità dell’impegno, la possibilità della testimonianza. Se saremo capaci di testimoniare l’Amore di Dio con il nostro sorriso e la nostra gioia, allora andremo a stupire gli altri; se questo Amore di Dio ancora non lo abbiamo incontrato, allora le possibilità diminuiranno. Ma i cristiani non hanno limiti!

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LETTERA DEL PAPA AI SEMINARISTI: SIATE MESSAGGERI DI DIO TRA GLI UOMINI. NO AGLI ABUSI SESSUALI!

CITTA’ DEL VATICANO – Il sacerdote sia sempre “il messaggero di Dio tra gli uomini”: è quanto scrive Benedetto XVI in una lettera ai seminaristi, inviata nell’ambito della conclusione dell’Anno Sacerdotale. Il Papa ricorda la sua esperienza personale di seminarista, nella Germania appena uscita dalla tragedia del nazismo. Inoltre, torna ad esprimere dolore per la piaga degli abusi sessuali nella Chiesa. Un fenomeno distruttivo e riprovevole, ha avvertito, che non può tuttavia screditare la missione sacerdotale.  Dal cuore del Papa al cuore dei seminaristi. Benedetto XVI si rivolge con stile personale ai giovani che aspirano a diventare sacerdoti. Ricorda che, nel dicembre 1944, quando fu chiamato al servizio militare, affermò di voler diventare sacerdote. Gli fu risposto che nella “nuova Germania” nazista non ci sarebbe stato più bisogno dei sacerdoti. Ma, scrive, “sapevo” che “dopo le enormi devastazioni portate da quella follia sul Paese ci sarebbe stato più che mai bisogno di sacerdoti”. Ora, è tutto diverso. Eppure, scrive il Papa, anche oggi “molti pensano che il sacerdozio cattolico non sia una ‘professione’ per il futuro, ma che appartenga al passato”. Non è così. Gli uomini, infatti, “avranno sempre bisogno di Dio, anche nell’epoca del dominio tecnico del mondo e della globalizzazione: del Dio che ci si è mostrato in Gesù Cristo e che ci raduna nella Chiesa universale”. E aggiunge: “Dove l’uomo non percepisce più Dio, la vita diventa vuota; tutto è insufficiente”. E l’uomo, constata con amarezza, “cerca poi rifugio nell’ebbrezza e nella violenza dalla quale proprio la gioventù viene sempre minacciata”. Ecco perché, sottolinea, chi vuole diventare sacerdote “deve essere soprattutto un ‘uomo di Dio’’”. Un Dio, scrive, che per noi “non è un’ipotesi distante, non è uno sconosciuto che si è ritirato dopo il ‘big bang’”. Per questo, è la sua esortazione, “la cosa più importante nel cammino verso il sacerdozio e durante tutta la vita sacerdotale è il rapporto personale con Dio in Gesù Cristo”. Il sacerdote, avverte, “non è l’amministratore di una qualsiasi associazione, di cui cerca di mantenere e aumentare il numero dei membri”. È, invece, “il messaggero di Dio tra gli uomini. Vuole condurre a Dio e così far crescere anche la vera comunione degli uomini tra di loro”. Ecco perché, scrive il Papa ai seminaristi, “è tanto importante che impariate a vivere in contatto costante con Dio”.

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