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SAVIANO E L’EUTANASIA… E IL CAMPIONE DI LEGALITÀ ELOGIÒ LA NON-LEGGE

EUTANASIA – Sappiamo bene che criticare un “mostro sacro” è una partita a perdere, ma si potrà pure dissentire con Roberto Saviano senza passare per camorristi, fascisti o disfattisti. Se un intellettuale, nel caso uno scrittore coraggioso, vuole vestire i panni del maître à penser televisivo, del faro che illumina le coscienze, sa di dover fare i conti non solo con il mezzo, ma anche con i telespettatori. Milioni di persone diverse, ognuna con una sensibilità propria eppure tutte con un mondo di valori di riferimento dall’inevitabile base comune: la vita e la morte non tollerano giochi di parole ed esercizi concettuali spericolati e irrispettosi.

E qui ci permettiamo di inserire il rammarico: argomentare contro le mafie di ogni colore è un grande merito civile che unisce il Paese, tirare conclusioni politiche è un esercizio di libertà (e chi lo compie dovrebbe sapere di poter essere chiamato a renderne conto), ma schierarsi a favore del suicidio assistito e dell’eutanasia è un azzardo che come minimo squassa le coscienze e divide il popolo. Noi sappiamo solo in parte – per quel po’ che ci hanno fatto sapere – che cosa hanno pensato e patito le migliaia di donne e uomini in carne e ossa che tutti i giorni accudiscono in famiglia un malato terminale o un grave disabile senza risparmio di energie, sentimenti e risorse finanziarie, nel sentirsi dire con la forza della parola televisiva che quella vita lì, proprio quella, non è degna di essere vissuta. Lunedì sera, a “Vieni via con me”, è andata in scena una pagina sconcertante di quella «dittatura dei sentimenti» che sembra ormai voler legittimare ogni tragitto individuale e anche ogni scelta estrema, fuori da un contesto comunitario, al di là del sentire comune, persino oltre i confini della razionalità umana. Ragione umana che viene invocata per opporsi alle mafie, ma non viene messa in campo se è in gioco la vita di un essere umano nella condizione di massima fragilità. Saviano, con la sua performance, si è reso colpevole del più grave degli addebiti che si possano avanzare nei confronti di un cultore della laicità: ha eliminato con un tratto di penna la cultura del dubbio. Secoli di severa laicità, di continuo sbattuta in faccia ai credenti, bruciati in pochi minuti. Così Saviano ha mostrato all’improvviso il volto del moderno giacobino che oscura la ragione: «Quella di Piergiorgio Welby non era più vita».

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“GESU’ E’ CARNE COME NOI, E ROCCIA COME DIO”: BENEDETTO XVI RICORDA NELL’ANGELUS LA SPERANZA

CITTA’ DEL VATICANO – E’ tempo di Avvento: siamo invitati ad andare incontro a Cristo, partecipando alla preghiera, dando una testimonianza eloquente di carità. E’ quanto ha sottolineato Benedetto XVI stamani all’Angelus. Il mondo contemporaneo – ha detto il Papa – ha bisogno soprattutto di speranza. Di seguito il testo integrale: In questa domenica iniziamo, per grazia di Dio, un nuovo Anno liturgico, che si apre naturalmente con l’Avvento, tempo di preparazione al Natale del Signore. Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione sulla liturgia, afferma che la Chiesa “nel ciclo annuale presenta tutto il mistero di Cristo, dall’Incarnazione e Natività fino all’Ascensione, al giorno di Pentecoste e all’attesa della beata speranza e del ritorno del Signore”. In questo modo, “ricordando i misteri della Redenzione, essa apre ai fedeli le ricchezze delle azioni salvifiche e dei meriti del suo Signore, così che siano resi in qualche modo presenti in ogni tempo, perché i fedeli possano venirne a contatto ed essere ripieni della grazia della salvezza” (Sacrosanctum Concilium, 102). Il Concilio insiste sul fatto che il centro della liturgia è Cristo, come il sole intorno al quale, al modo dei pianeti, ruotano la Beata Vergine Maria – la più vicina – e quindi i martiri e gli altri santi che “in cielo cantano a Dio la lode perfetta e intercedono per noi” (ivi, 104). Questa è la realtà dell’Anno liturgico vista, per così dire, “dalla parte di Dio”. E dalla parte – diciamo – dell’uomo, della storia e della società? Che rilevanza può avere? La risposta ce la suggerisce proprio il cammino dell’Avvento, che oggi intraprendiamo. Il mondo contemporaneo ha bisogno soprattutto di speranza: ne hanno bisogno i popoli in via di sviluppo, ma anche quelli economicamente evoluti. Sempre più ci accorgiamo che ci troviamo su un’unica barca e dobbiamo salvarci tutti insieme. Soprattutto ci rendiamo conto, vedendo crollare tante false sicurezze, che abbiamo bisogno di una speranza affidabile, e questa si trova solo in Cristo, il quale, come dice la Lettera agli Ebrei, “è lo stesso ieri e oggi e per sempre” (13,8). Il Signore Gesù è venuto in passato, viene nel presente, e verrà nel futuro. Egli abbraccia tutte le dimensioni del tempo, perché è morto e risorto, è “il Vivente” e, mentre condivide la nostra precarietà umana, rimane per sempre e ci offre la stabilità stessa di Dio. E’ “carne” come noi ed è “roccia” come Dio. Chiunque anela alla libertà, alla giustizia, alla pace può risollevarsi e alzare il capo, perché in Cristo la liberazione è vicina (cfr Lc 21,28) – come leggiamo nel Vangelo di oggi. Possiamo pertanto affermare che Gesù Cristo non riguarda solo i cristiani, o solo i credenti, ma tutti gli uomini, perché Egli, che è il centro della fede, è anche il fondamento della speranza. E della speranza ogni essere umano ha costantemente bisogno.Cari fratelli e sorelle, la Vergine Maria incarna pienamente l’umanità che vive nella speranza basata sulla fede nel Dio vivente. Lei è la Vergine dell’Avvento: è ben piantata nel presente, nell’“oggi” della salvezza; nel suo cuore raccoglie tutte le promesse passate; ed è protesa al compimento futuro. Mettiamoci alla sua scuola, per entrare veramente in questo tempo di grazia e accogliere, con gioia e responsabilità, la venuta di Dio nella nostra storia personale e sociale.

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UN FILO DI UNIONE CON PAOLO VI NELL’ATTESO VIAGGIO DI BENEDETTO XVI A BRESCIA

notiziaBRESCIA – Il comitato organizzatore della visita del Papa a Brescia, domenica 8 novembre, per voce del segretario don Claudio Zanardini, insiste sulla “festa di popolo” che Brescia prepara in Piazza Paolo VI, per la Messa e l’Angelus domenicale, ma anche lungo il percorso fra l’aerobase militare di Ghedi, dove Papa Ratzinger atterrerà alle 9.30, e Botticino passando per Castenedolo, Virle, Rezzato; poi da Botticino a Brescia attraverso Sant’Eufemia. Festa di popolo anche in centro dove saranno collocati maxischermi in largo Formentone e piazza Loggia (qui sarà impartita anche l’eucarestia), ma pure in corso Zanardelli e piazzetta San Luca. Gli organizzatori hanno sciolto ieri uno dei dubbi residui: il Papa si fermerà alla stele che ricorda i caduti della strage, come fece Giovanni Paolo II nel 1982? La risposta è no: “La Papamobile rallenterà, il vescovo spiegherà il significato della stele”. Nulla di più. “Non è mancanza di rispetto, è un problema di tempi”, viene spiegato. Nel pomeriggio poi ci sarà la trasferta a Concesio. “Nel complesso sarà il tragitto più lungo mai compiuto dal Pontefice in Papamobile” dicono gli organizzatori. Le occasioni ed i punti per vedere il Papa, insomma, non mancheranno. Almeno 40mila fedeli sono attesi lungo il percorso dove si collocheranno 2.700 volontari di Ana, Protezione civile, Agesci riconoscibile per l’inconfondibile pettorina azzurra. Difficile trovare ancora i pass per un posto in Piazza Paolo VI, davanti al palco in legno disegnato da Fausto Baresi su cui il Papa celebrerà la Messa. Richieste arrivano da altre diocesi, dalla Germania. Neppure il Comitato organizzatore ha più margini: tutti i pass per i 12mila posti in piazza sono stati distribuiti alle 473 parrocchie, e poi pro-quota a movimenti e istituzioni. Per un posto in piazza non resta che chiedere a loro.

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PIU’ DI 1.000 I GIOVANI ON LINE CON ‘PAPABOYS113@LIVE.IT’ , SERVIZIO MESSENGER NO STOP DEI PAPABOYS

ROMA – Tutto ci aspettavamo da questa Gmg di Sydney, ma l’iniziativa che abbiamo creato di aprire un servizio Messenger per gli indecisi ed i ‘lontani’ non pensavamo davvero che avrebbe coinvolto così tanti ragazzi: sono più di mille i ragazzi e le ragazze collegate ‘on line’ sul Messenger dei Papaboys, dopo che abbiamo aperto un indirizzo per tenere informati sulle iniziative della Gmg e per proporre ai ragazzi della rete la loro partecipazione, anche on line, appunto. A dichiararlo è Massimo Manzolillo, delegato regionale dei Papaboys della Campania – che in queste ore di Gmg si sta occupando di coordinare il team composto da 10 volontari che risponde, da dietro ai pc, anche in videoconferenza, alle tante richieste che giungo di essere aggiunti al Live Messenger. Usufruire del servizio e conoscere tanti nuovi amici, oltre che grauito, è semplicissimo: basta aggiungere alla propria lista contatti su Messenger la mail papaboys113@live.it e dall’altra parte del computer un volontario risponderà personalmente. C’è anche la possibilità di effettuare una videoconferenza, ovviamente. Faccia a faccia, per ascoltare problemi, delusioni e dare un consiglio a tutti coloro che ne fanno richiesta.

“Tra le richieste particolari arrivate – confida Manzolillo dei Papaboys – un giovane di 24 anni che ci ha chiesto dove potersi andare a confessare e se conoscevamo un sacerdote nella sua città (Milano ndr), oppure una ragazza di 18 anni di Messina che ci ha chiesto di poter parlare con noi disperata a causa del ragazzo che l’ha lasciata sola e con un figlio in arrivo. Poi tanti che ci chiedono dove sia la festa Gmg più vicina a loro. Stiamo già pensando con la Presidenza nazionale dell’Associazione – ad un primo incontro tra tutti i rgazzi che stiamo conoscendo in queste ore. Vedremo.”

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BENEDETTO XVI: ‘LA SPERANZA DEI CREDENTI IN CRISTO NON PUÒ FERMARSI A QUESTO MONDO’

CITTA’ DEL VATICANO – La sera di lunedì 9 giugno, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato nella Basilica di San Giovanni in Laterano dove ha inaugurato, come sempre dall’inizio del suo Pontificato, il Convegno annuale della Diocesi di Roma sul tema: “Gesù è risorto: educare alla speranza nella preghiera, nell’azione, nella sofferenza”. Riportiamo di seguito alcuni stralci del discorso del Santo Padre. “Dopo aver dedicato per tre anni speciale attenzione alla famiglia, già da due anni abbiamo posto al centro il tema dell’educazione delle nuove generazioni. E’ un tema che coinvolge anzitutto le famiglie, ma riguarda molto direttamente anche la Chiesa, la scuola e la società intera. Cerchiamo di rispondere così a quella ‘emergenza educativa’ che rappresenta per tutti una grande e ineludibile sfida. L’obiettivo che ci siamo proposti per il prossimo anno pastorale, e sul quale rifletteremo in questo Convegno, fa ancora riferimento all’educazione, nell’ottica della speranza teologale, che si nutre della fede e della fiducia nel Dio che in Gesù Cristo si è rivelato come il vero amico dell’uomo”. “Gesù risorto dai morti è veramente il fondamento indefettibile su cui poggia la nostra fede e la nostra speranza. Lo è fin dall’inizio, fin dagli Apostoli, che sono stati testimoni diretti della sua risurrezione e l’hanno annunciata al mondo a prezzo della loro vita. Lo è oggi e lo sarà sempre”.

Per leggere tutto il testo visita : http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1380 

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ULTIME NOTIZIE DELLA GMG DI SIDNEY 2008. E PAPA BENEDETTO VUOLE INCONTRARE I GIOVANI… LONTANI!

SIDNEY 2008 – Benedetto XVI incontrerà alcuni giovani “svantaggiati” di Sydney durante la Giornata mondiale della Gioventù che si svolgerà nella città australiana dal 15 al 20 luglio. A confermare la notizia oggi è lo stesso Comitato organizzatore che rivela che a chiedere questo incontro è stato lo stesso Pontefice che vorrebbe anche visitare alcuni sobborghi di Sydney per poter conoscere altri giovani. “Si tratta di giovani lontani dai tanti messaggi positivi della Gmg – spiega mons. Anthony Fisher, vescovo coordinatore della Gmg – e non sarà una esperienza unica per loro ma qualcosa che li legherà alla missione di salvezza della Chiesa”. Sempre oggi, poi, l’organizzazione della Gmg ha reso noto che Benedetto XVI inviterà a pranzo dodici giovani di tutto il mondo e celebrerà una messa speciale per i seminaristi e i religiosi. Nel corso della messa il Papa benedirà il nuovo altare della cattedrale. I giovani australiani saranno due, Craig Ashby, 21 anni, rappresentante aborigeno e Teresa Wilson, della pastorale giovanile australiana. Gli altri saranno due per ogni continente più un giovane da Papua nuova Guinea e Nuova Zelanda.

Per leggere tutto il testo vista : http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1332

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LA FEDE SEMPLICE NELLO ZAINO PER SYDNEY . UN ARTICOLO DEL RESPONSABILE GIOVANI DELLA CEI

GMG 2008 – Quasi tutti i giorni mi ritrovo a discutere, a voce o via email, con giovani, amici, credenti e non credenti, sacerdoti, sull’opportunità di spendere più di duemila euro per partecipare alla Giornata mondiale di Sydney quando nel mondo, come più volte ha ricordato lo stesso Santo Padre, ci sono drammi umanitari gravissimi: la gente muore di fame e di Aids in Etiopia, in Mozambico ed anche in Italia c’è chi vive sotto i ponti o dentro industrie abbandonate; per molti giovani duemila euro sono lo stipendio precario di due mesi. Partecipare alla Gmg in Australia è un grandissimo atto di fede nella Provvidenza che non farà mancare gli aiuti umanitari ai profughi del Darfur e contemporaneamente permetterà ai giovani di annunciare la gioia di Gesù Risorto alle Chiese che sono in Australia.

Non può che essere così: è lo stesso Spirito Santo che chiama i giovani ad andare a Sydney con il Papa e li invita a «vendere tutto per donarlo ai poveri». Ogni tentativo di contrapporre la Chiesa e l’azione dello Spirito Santo, lo sappiamo bene, è diabolico; la parola ‘diavolo’ è di origine greca e vuol dire ‘colui che divide’. La fede è credere o non credere nella presenza costante, rassicurante e provvidente di Gesù risorto; Dio c’è o non c’è, per chi ci crede e anche per chi non ci crede; non sono mai stato in Groenlandia ma capisco che la Groenlandia o esiste o non esiste, non può esistere più o meno, ogni tanto…

Per leggere tutto il contenuto del testo visita : http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1320 

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