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PRESENTATO IL LIBRO-INTERVISTA DI PETER SEEWALD CON BENEDETTO XVI: “LUCE DEL MONDO…”

CITTA’ DEL VATICANO – E’ stato presentato stamani presso la Sala Stampa della Santa Sede il libro “Luce del Mondo. Il Papa, la Chiesa, i segni dei tempi. Una conversazione del Santo Padre Benedetto XVI con Peter Seewald”. Il volume, a cura della Libreria Editrice Vaticana, uscirà domani. Frutto di una settimana di conversazioni tra il Papa e il giornalista tedesco, l’estate scorsa a Castel Gandolfo, il libro conta circa 280 pagine: oltre 90 le domande a cui risponde il Pontefice.

Un libro-intervista semplice e profondo sul Papa, sulla Chiesa e sul mondo, che si legge d’un fiato. Benedetto XVI parla della sua vita quotidiana – gli manca di non poter fare una gita o una semplice passeggiata in città – e dei grandi temi dell’attualità. Oggi – dice – occorre riannunciare con “parole nuove” che “Dio è amore” a un’umanità che non comprende più che “il Sangue di Cristo sulla Croce è stato versato in espiazione dei nostri peccati” per la salvezza di tutti. “Sono formule grandi e vere” ma che sono ormai lontane dal nostro ragionare, sempre più intriso di “ateismo pratico”, incapace di alzare lo sguardo verso nuovi orizzonti. La Chiesa esiste per annunciare questa verità nonostante gli scandali che la feriscono e tuttavia ci dimostrano che è proprio Gesù ad averla fondata: “Se dipendesse dagli uomini – nota il Papa – la Chiesa sarebbe già affondata da un pezzo”. Ma ci sono tanti segni di speranza, “un fiorire di nuove iniziative” nella Chiesa che non nascono da strutture o burocrazie. “La burocrazia – afferma con forza – è consumata e stanca. Sono iniziative che nascono dal di dentro, dalla gioia dei giovani. Il Cristianesimo forse assumerà un volto nuovo, forse anche un aspetto culturale diverso” perché si trova di fronte ad “una nuova dinamica” ed ha una “forza vitale” che cambia il mondo. E’ una forza piccola perché anche se i cattolici sono un miliardo e 200 milioni – spiega con sant’Agostino – “molti che sembrano stare dentro, sono fuori” in una “sorta di schizofrenia” tra voler appartenere alla comunità ecclesiale ed essere permeati da una mentalità secolarizzata. Anche se è vero pure il contrario: “molti che sembrano stare fuori, stanno dentro”. E in questo contesto guarda “con tristezza” a quei giornalisti cattolici che nei media ecclesiali fanno propri gli slogan della solita critica alla Chiesa. Il Papa, da parte sua, “non ha il potere di imporre nulla”: è solo un uomo che deve “rendere testimonianza a Colui che è stato crocifisso”. E di fronte alle critiche e agli attacchi Benedetto XVI afferma: “Se avessi continuato a ricevere soltanto consensi, avrei dovuto chiedermi se stessi veramente annunciando il Vangelo”.

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SBARRATA LA STRADA AL REATO DI OMOFOBIA. UN INTERVENTO DEL PROF. ROBERTO DE MATTEI

RIFLESSIONE – Il tentativo di introdurre il reato di omofobia nel nostro ordinamento è per il momento fallito, grazie alla mobilitazione, principalmente su Internet, delle associazioni cattoliche e all’impegno profuso da alcuni parlamentari del Pdl e dell’Udc. Vale la pena ricostruire la vicenda nei suoi passaggi essenziali. Alla fine del 1999, su proposta dell’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema, venne per la prima volta proposta l’introduzione nel nostro Paese del reato di omofobia. Il Governo D’Alema cadde e ci si avviò verso le elezioni anticipate che portarono al primo Governo Berlusconi.

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LETTERA APERTA – IL PERMISSIVISMO E LE INUTILI CRITICHE DEI POLITICI

MILANO – Il dilagare degli episodi di cronaca che riportano efferati atti di violenza, in particolare contro le donne, e il permissivismo imperante nella magistratura in forza del quale gli autori di tali nefandezze godono del pronto regime di libertà o quasi, hanno scatenato proteste anche da parte di alcuni politici. Nulla da eccepire sulle legittime proteste di stigmatizzazione della tolleranza a favore dei Cainiti e a danno degli Abeliani, anche se espresse da forze politiche, ci mancherebbe! La Sacra Scrittura, che pochi leggono e molti disattendono (cristiani compresi), è assai chiara riguardo ai danni del permissivismo (che tutti possiamo constatare), come dimostra la documentazione riportata nel nostro link http://www.genitoricattolici.org/permissivismo.htm . Ciò che invece sconcerta sono le grida dei politici che si limitano alla semplice stigmatizzazione che lascia il tempo che trova.

Ora, è chiaro per tutti che diversi giudici ragionano in maniera assai distante dalle attese dei cittadini a cui appartiene la sovranità (sulla carta!!) – art. 1 Cost.. E’ altrettanto “pacifico” che nonostante le proteste che da più parte si levano contro certe sentenze, i giudici in questione continuano imperterriti nelle loro ordinanze e decisioni in forza delle quali molti delinquenti sono a piede libero, continuano a delinquere e, quando finalmente finiscono in galera (trasformata in molti casi in una specie di collegio che consente la libera uscita), restano in attesa di qualche indultino o di qualche amnistia.

Ciò premesso converrebbe che i politici si decidessero principalmente a:

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