ITALIA – Non è certo un giorno di ‘moratoria’ televisiva a risolvere i problemi – afferma Pasquale Di Pietro, presidente della Società italiana di pediatria – ma il nostro obiettivo è far capire che la Tv non è una necessità e se ne può fare a meno; meglio se il digiuno tv diventasse un’abitudine settimanale, aggiunge Di Pietro. Gli stili di vita degli adolescenti rivelano infatti che la sovraesposizione alla Tv peggiora i loro comportamenti sia alimentari che sociali. Se oltre il 20% dei giovani passa più di 3 ore al giorno davanti alla Tv, questo significa – continua Di Pietro – “meno attività fisico-sportiva, meno socializzazione, meno stimoli culturali, meno tempo trascorso con i genitori”. ”Nel lanciare la campagna “Un giorno senza TV” i pediatri italiani denunciano anche l’affollamento pubblicitario nella fascia oraria destinata ai ragazzi, sulla carta ‘protetta’ ma che ‘protetta’ non è. Guardare la Tv tra le 16 e le 19 significa per un bambino subire 47 spot pubblicitari l’ora, pari ad oltre il 25% del tempo totale di trasmissione. Vale a dire che restare sintonizzati ogni giorno per due ore su un emittente dedicata al pubblico giovanile come Italia 1, significa essere bombardati in un anno da 35 mila spot pubblicitari, 2 mila in più rispetto al 2007, 9 mila in più rispetto al 2000. Tutto ciò ‘in barba’ alle tante norme e raccomandazioni anche europee e ai tanti comitati di controllo per tutelare l’infanzia in Tv, impotenti davanti agli interessi economici del mercato pubblicitario
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