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BAGAGLI DIMENTICATI ALLA STAZIONE: UNA “NUOVA VITA” NELLE MANI DEI PIU’ BISOGNOSI

SOCIALE (Italia) – Ormai è divenuta pressoché una “moda” dimenticare negli aeroporti o nelle stazioni valigie affidate al deposito bagagli senza più ritirale. Se è una moda dimenticarle è curioso osservarne il loro contenuto: a Napoli è stata trovata una borsa da dottore, di quelle per le visite a domicilio, completa di sfigmomanometro, stetoscopio e altri strumenti medici e, per rimanere in tema, a Verona qualcuno ha dimenticato una cartella clinica completa di chissà quale paziente. A Milano, città dello shopping, è stata smarrita una valigia contenente due borse ed un paio di scarpe, entrambe mai utilizzate prima, corredate di certificato di garanzia e di scontrini, 1550 euro per ciascuna borsetta e 528 euro per le scarpe, alla faccia della crisi economica insomma. Su iniziativa della Grandi Stazioni Spa, in concomitanza con le profonde ristrutturazioni appena completate, si è scelto di affidare alla onlus “La Gabbanella” – organizzazione a capo di una rete di 41 associazioni – lo smistamento di tutti questi bagagli abbandonati e non più reclamati.

Massimo Paglialunga, responsabile del coordinamento di Grandi Stazioni, ricorda che, secondo il contratto che regola i depositi, dopo 60 giorni il collo lo si considera abbandonato anche se, per cautela, si aspetta sempre un po’ di più. La valigia, passata tecnicamente alla Grandi Stazioni, viene poi controllata e trasferita in un deposito speciale per poi essere concessa in donazione alle onlus. L’intento della “Gabbanella” è di tipo umanitario, ovvero quello di distribuire le valigie o gli oggetti dimenticati alle persone più bisognose che non hanno indumenti per coprirsi: a questi oggetti viene, così, data una “seconda opportunità di vita”. Mariella Bucalossi, volontaria e coordinatrice dell’operazione della “Gabbanella”, evidenzia la complessità di questa operazione per i numerosi ritrovamenti di oggetti senza padrone: entro la stazione Termini sono stati ritrovati 2600 colli tra zaini, pacchi e tracolle varie, la Onlus ha già provveduto al ritiro di due tranche di questi bagagli, omplessivamente 548 dei 2600 totali, smistandoli poi alla Caritas di Torvajanica e alla onlus Erythros che si occupa di diritti e difesa degli stranieri.

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SPAZIO SACRO E SPAZIO CIVILE. PORTE APERTE TRA IL TEMPIO E LA PIAZZA

LECTIO MAGISTRALIS – “Il mondo è come l’occhio: il mare è il bianco, la terra è l’iride, Gerusalemme è la pupilla e l’immagine in essa riflessa è il tempio”. Questo antico aforisma rabbinico illustra in modo nitido e simbolico la funzione nel tempio secondo un’intuizione che è primordiale e universale. Due sono le idee che sottendono all’immagine. La prima è quella di “centro” cosmico che il luogo sacro deve rappresentare, un tema sul quale il grande studioso delle religioni Mircea Eliade (1907-1986) ha offerto un vasto dossier documentario. L’orizzonte esteriore, con la sua frammentazione e con le sue tensioni, converge e si placa in un’area che per la sua purezza deve incarnare il senso, il cuore, l’ordine dell’essere intero. Nel tempio, dunque, si “con-centra” la molteplicità del reale che trova in esso pace e armonia: si pensi solo alla planimetria di certe città a radiali connesse al “sole” ideale rappresentato dalla cattedrale posta nel cardine centrale urbano (Milano, per esempio, “centrata” sul Duomo ne è un esempio evidente, come New York è la testimonianza di una diversa visione, più dispersa e babelica). Dal tempio, poi, si “de-centra” un respiro di vita, di santità, di illuminazione che trasfigura il quotidiano e la trama ordinaria dello spazio. Ed è a questo punto che entra in scena il secondo tema sotteso al detto giudaico sopra evocato. Il tempio è l’immagine che la pupilla riflette e rivela. Esso è, quindi, segno di luce e di bellezza. Detto in altri termini, potremmo affermare che lo spazio sacro è epifania dell’armonia cosmica ed è teofania dello splendore divino. In questo senso un’architettura sacra che non sappia parlare correttamente – anzi, “splendidamente” – il linguaggio della luce e non sia portatrice di bellezza e di armonia decade automaticamente dalla sua funzione, diventa “profana” e “profanata”. È dall’incrocio dei due elementi, la centralità e la bellezza, che sboccia quello che Le Corbusier definiva in modo folgorante “lo spazio indicibile”, lo spazio autenticamente santo e spirituale, sacro e mistico.

Certo, questi due assi portanti trascinano con sé tanti corollari: pensiamo alla “sordità”, all’inospitalità, alla dispersione, all’opacità di tante chiese tirate su senza badare alla voce e al silenzio, alla liturgia e all’assemblea, alla visione e all’ascolto, all’ineffabilità e alla comunione. Chiese nelle quali ci si trova sperduti come in una sala per congressi, distratti come in un palazzetto dello sport, schiacciati come in uno sferisterio, abbrutiti come in una casa pretenziosa e volgare. A questo punto vorremmo proporre una riflessione di indole più specifica che abbia come codice di riferimento proprio quelle Sacre Scritture bibliche che sono state indubbiamente “il grande codice” della stessa civiltà artistica occidentale. È indiscutibile il rilievo che in esse ha una “teologia” dello spazio, anche se – come si vedrà – essa è inverata in una teologia superiore, quella del tempo e della storia (l’Incarnazione riassume in sé queste due dimensioni ricollocandole nella loro gerarchia). “Ai tuoi servi sono care le pietre di Sion” (Salmo, 102, 15). Questa professione d’amore dell’antico salmista potrebbe essere il motto stesso della tradizione cristiana che allo spazio sacro ha riservato sempre un rilievo straordinario, a partire dalla “pietra” del Santo Sepolcro, segno della risurrezione di Cristo, attorno alla quale è sorto uno dei templi emblematici dell’intera cristianità. Tra l’altro, è curioso che simbolicamente le tre religioni monoteistiche si ancorino a Gerusalemme attorno a tre pietre sacre, il Muro Occidentale (detto popolarmente “del Pianto”), segno del tempio salomonico per gli ebrei, la roccia dell’ascensione al cielo di Maometto nella moschea di Omar per l’islam e, appunto, la pietra ribaltata del Santo Sepolcro per il cristianesimo.

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IL PAPA NELLA SOLENNITA’ DELL’EPIFANIA: APRIAMOCI ALLA CERTEZZA CHE DIO È L’AMORE ONNIPOTENTE

CITTA’ DEL VATICANO – Il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto stamani, Solennità dell’Epifania del Signore, la Santa Messa nella Basilica Vaticana. Durante l’omelia ha ripercorso il cammino dei Magi, che rappresentano l’intera umanità, alla ricerca del Messia: “Essi erano probabilmente dei sapienti che scrutavano il cielo, ma non per cercare di “leggere” negli astri il futuro; erano piuttosto uomini “in ricerca” di qualcosa di più, in ricerca della vera luce, che sia in grado di indicare la strada da percorrere nella vita. Erano persone certe che nella creazione esiste quella che potremmo definire la “firma” di Dio, una firma che l’uomo può e deve tentare di scoprire e decifrare”. Ciascuno di noi è chiamato a riconoscere nei segni dei tempi, la manifestazione della gloria di Dio in ogni uomo. Di seguito il testo integrale dell’omelia:

Cari fratelli e sorelle, nella solennità dell’Epifania la Chiesa continua a contemplare e a celebrare il mistero della nascita di Gesù salvatore. In particolare, la ricorrenza odierna sottolinea la destinazione e il significato universali di questa nascita. Facendosi uomo nel grembo di Maria, il Figlio di Dio è venuto non solo per il popolo d’Israele, rappresentato dai pastori di Betlemme, ma anche per l’intera umanità, rappresentata dai Magi. Ed è proprio sui Magi e sul loro cammino alla ricerca del Messia (cfr Mt 2,1-12) che la Chiesa ci invita oggi a meditare e a pregare. Nel Vangelo abbiamo ascoltato che essi, giunti a Gerusalemme dall’Oriente, domandano: “Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo” (v. 2). Che genere di persone erano, e che specie di stella era quella? Essi erano probabilmente dei sapienti che scrutavano il cielo, ma non per cercare di “leggere” negli astri il futuro, eventualmente per ricavarne un guadagno; erano piuttosto uomini “in ricerca” di qualcosa di più, in ricerca della vera luce, che sia in grado di indicare la strada da percorrere nella vita. Erano persone certe che nella creazione esiste quella che potremmo definire la “firma” di Dio, una firma che l’uomo può e deve tentare di scoprire e decifrare. Forse il modo per conoscere meglio questi Magi e cogliere il loro desiderio di lasciarsi guidare dai segni di Dio è soffermarci a considerare ciò che essi trovarono, nel loro cammino, nella grande città di Gerusalemme.

Anzitutto incontrarono il re Erode. Certamente egli era interessato al bambino di cui parlavano i Magi; non però allo scopo di adorarlo, come vuole far intendere mentendo, ma per sopprimerlo. Erode è un uomo di potere, che nell’altro riesce a vedere solo un rivale da combattere. In fondo, se riflettiamo bene, anche Dio gli sembra un rivale, anzi, un rivale particolarmente pericoloso, che vorrebbe privare gli uomini del loro spazio vitale, della loro autonomia, del loro potere; un rivale che indica la strada da percorrere nella vita e impedisce, così, di fare tutto ciò che si vuole. Erode ascolta dai suoi esperti delle Sacre Scritture le parole del profeta Michea (5,1), ma il suo unico pensiero è il trono. Allora Dio stesso deve essere offuscato e le persone devono ridursi ad essere semplici pedine da muovere nella grande scacchiera del potere. Erode è un personaggio che non ci è simpatico e che istintivamente giudichiamo in modo negativo per la sua brutalità. Ma dovremmo chiederci: forse c’è qualcosa di Erode anche in noi? Forse anche noi, a volte, vediamo Dio come una sorta di rivale? Forse anche noi siamo ciechi davanti ai suoi segni, sordi alle sue parole, perché pensiamo che ponga limiti alla nostra vita e non ci permetta di disporre dell’esistenza a nostro piacimento?

Cari fratelli e sorelle, quando vediamo Dio in questo modo finiamo per sentirci insoddisfatti e scontenti, perché non ci lasciamo guidare da Colui che sta a fondamento di tutte le cose. Dobbiamo togliere dalla nostra mente e dal nostro cuore l’idea della rivalità, l’idea che dare spazio a Dio sia un limite per noi stessi; dobbiamo aprirci alla certezza che Dio è l’amore onnipotente che non toglie nulla, non minaccia, anzi, è l’Unico capace di offrirci la possibilità di vivere in pienezza, di provare la vera gioia. I Magi poi incontrano gli studiosi, i teologi, gli esperti che sanno tutto sulle Sacre Scritture, che ne conoscono le possibili interpretazioni, che sono capaci di citarne a memoria ogni passo e che quindi sono un prezioso aiuto per chi vuole percorrere la via di Dio. Ma, afferma sant’Agostino, essi amano essere guide per gli altri, indicano la strada, ma non camminano, rimangono immobili.

Per loro le Scritture diventano una specie di atlante da leggere con curiosità, un insieme di parole e di concetti da esaminare e su cui discutere dottamente. Ma nuovamente possiamo domandarci: non c’è anche in noi la tentazione di ritenere le Sacre Scritture, questo tesoro ricchissimo e vitale per la fede della Chiesa, più come un oggetto per lo studio e la discussione degli specialisti, che come il Libro che ci indica la via per giungere alla vita. Penso che, come ho indicato nell’Esortazione apostolica Verbum Domini, dovrebbe nascere sempre di nuovo in noi la disposizione profonda a vedere la parola della Bibbia, letta nella Tradizione viva della Chiesa (n. 18), come la verità che ci dice che cosa è l’uomo e come può realizzarsi pienamente, la verità che è la via da percorrere quotidianamente, insieme agli altri, se vogliamo costruire la nostra esistenza sulla roccia e non sulla sabbia.

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L’OSSERVATORE ROMANO SI OCCUPA DI FACEBOOK: IL GRANDE FRATELLO E L’IDENTITA’ PERDUTA

SOCIAL PROBLEM? – “I miei veri genitori sono quelli adottivi, ma non basta”. Tiziana, 27 anni, segni particolari: è iscritta a Facebook, al gruppo “Figli adottati”. Sta cercando la madre mai conosciuta. È mossa da una curiosità legittima, da una speranza drammatica. “Voglio guardarla in faccia e ritrovare un pezzo di me”. La sua storia è solo una fra le tante riportate da un articolo pubblicato nell’ultimo numero del settimanale italiano “L’Espresso” per raccontare un fenomeno in espansione: esistono migliaia di persone adottate che cercano i propri genitori naturali usando i social network. Senza l’aiuto delle famiglie. Senza nessuno. Adolescenti che passano giornate intere al pc setacciando centinaia di profili ma che spesso, purtroppo, trovano qualcosa di molto diverso da quanto s’aspettano: molestie, dolore, sensi di colpa, tradimenti, richieste di denaro.

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VOGLIAMO LA PACE IN TERRA SANTA. PASSA DAL CALVARIO E DAL SEPOLCRO LA VITTORIA SULLA MORTE E LA PACE

JERUSALEM – Vorremmo diventare uomini e giovani di pace, ma di quale pace? La Terrasanta può aiutare a comprendere il concetto di pace, alla luce di un’altra dimensione. Gesù è venuto a portare il fuoco nel mondo, ma è venuto anche a sacrificare se stesso per compiere un miracolo nell’intimo del cuore di ciascuno di noi. Siamo davvero pronti ad accogliere questa pace? Se il cammino ci incuriosisce almeno, proprio questa terra di Gesù deve essere visitata, prima o poi nella vita. E’ davanti al dramma del Calvario con la crocifissione ed i chiodi che ancora colpiscono le mani di quell’uomo buono e giovane che si può iniziare a ritrovare la speranza, rafforzare la fede, pensare davvero al concetto di carità! E giu’ un chiodo! E poi un altro! E poi la lancia. Mandiamo a morire su una croce un uomo libero, senza pretese, se non quelle della giustizia che entra nella terra, senza neanche un processo.

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MARCO TARQUINIO NUOVO DIRETTORE DI AVVENIRE. IL SUO PRIMO PROPOSITIVO EDITORIALE

NOVITA’? – Marco Tarquinio, da 82 giorni responsabile ad interim di Avvenire, è il nuovo direttore del quotidiano della Cei. A deciderlo, questa mattina, il consiglio di amministrazione di Avvenire Nei (Nuova editoriale italiana), presieduto dal vescovodi Albano, Marcello Semeraro. Nato il 16 marzo 1958 in Umbria, ha studiato tra Assisi e Perugia, ed è stato capo scout nell’Agesci. Sposato, con due figlie, è giornalista professionista dal 1988. Ha cominciato la sua carriera a La Voce, settimanale cattolico umbro. Tra l’82 e l’ 83 ha partecipato alla commissione ristretta che su incarico della Conferenza episcopale umbra e in particolare dell’allora vescovo di Gubbio, monsignor Ennio Antonelli, “ripensò” quella storica testata, e tra il 1983 e il 1984 ha fatto parte del nucleo redazionale chiamato a realizzarla e rilanciarla. Ha lavorato poi al Corriere dell’Umbria di Perugia, quindi il trasferimento a Roma nell’88, alla redazione de La Gazzetta. Nel 1990 entra al Tempo dove rimane fino al 1994 salendo vari “gradini” della carriera, fino a diventare capo della redazione politica ed editorialista.

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WEB DIPENDENZA? DA OGGI GUARIRE SI PUO’. PRONTO INTERVENTO SANITARIO AL ‘GEMELLI’ DI ROMA

notizia

WEB DIPENDENZA – Da oggi e’ possibile curare la dipendenza patologica da internet, ovvero, i disturbi del comportamento ossessivo verso il web. Al Policlinico Gemelli di Roma, all’interno del Day hospital psichiatrico, apre oggi l’ambulatorio dedicato all’Internet Addiction Disorder. “L’utilizzo patologico di internet provoca sintomi fisici molto simili a quelli manifestati da tossicomani in crisi di astinenza. Grazie a questo nuovo ambulatorio – spiega Federico Tonioni, che ne e’ il coordinatore – potremo garantire ai nostri pazienti di contenere quel malessere che per molti durante l’astinenza dal web si trasforma in ansia, depressione e paura di perdere il controllo di cio’ che accade in internet, intervenendo nella struttura mentale sottostante alla dipendenza con curiosita’ e umilta’”. La dipendenza da internet colpisce soprattutto le fasce piu’ giovani ma sono le famiglie degli stessi a pagare, spessissimo, le conseguenze del disagio psichico. A Roma fanno notare come servizi di social networking, cybersex, giochi d’azzardo e di ruolo facciano la parte del leone tra i casi di dipendenza.

L’ambulatorio e’ aperto dal lunedi’ al venerdi e, solo per la prima visita, occorre prenotarsi ai numeri 0630154332 e 0630154122

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E ADESSO PARLIAMO DI SESSO. INTERESSANTE INIZIATIVA DEL SETTIMANALE FAMIGLIA CRISTIANA

INCHIESTA – “I genitori, che contano sulla confidenza con i figli, vorrebbero educare all’affettività. Ma lamentano l’ostilità della società, volgare e senza valori.” – A scrivere queste parole è il settimanale ‘paolino’ Famiglia Cristiana che lancia una inchiesta interessante e profonda. Scopriamola insieme. Raccontava spesso una mamma che oggi è nonna di tanti nipoti grazie ai suoi quattro figli: «Ho provato e riprovato: teneri coniglietti e operose api, sognanti cicogne e simpatici cavoli, asettici libri scientifici… Con il tempo sono passata alle regole, ai divieti e anche a qualche spiatina fino ad arrivare alla patetica richiesta di parlarne “da amici”. Ma alla fine ho capito: è impossibile parlare di sesso con i figli. A parte tutte le difficoltà che si accavallano c’è quell’imbarazzo molto simile al turbamento che tu, da bambina, hai provato comprendendo come i tuoi stessi genitori ti abbiano dato la vita…».

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CHE COSA E’ L’ADUNANZA EUCARISTICA? NE PARLA UN DOSSIER DELL’AGENZIA VATICANA FIDES

luCITTA’ DEL VATICANO – (Agenzia Fides) – L’AdunanzA Eucaristica Nazionale è una preghiera di 12 ore nel cuore della notte che inizia con la Celebrazione dell’Eucarestia, solitamente presieduta da un Vescovo all’interno della propria Diocesi, e che riunisce intorno a Gesù, tutti i movimenti laicali ed associazioni della Diocesi stessa in cui si tiene. L’Adunanza Eucaristica’ nasce dal desiderio di condurre alla presenza del Signore ogni persona, in particolar modo i giovani, perché possano sperimentare in questa reale Presenza Eucaristica la fonte e la forza per un nuovo inizio o per continuare il cammino alla sequela del Signore Gesù; essa, pur essendo a grandi linee un evento di Adorazione ed Evangelizzazione che unisce “Gesù, giovani e notte”, prende per modi, tempi e clima spirituale una connotazione originale ed incisiva.

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Benedetto XVI si recherà a settembre nella Repubblica Ceca – Viaggio apostolico dal 26 al 28 del mese

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 31 maggio 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI compirà un viaggio apostolico nella Repubblica Ceca dal 26 al 28 settembre, secondo quanto ha reso noto la Sala Stampa della Santa Sede questo sabato. Il Papa, che ha accolto l’invito del Capo di Stato del Paese e della Conferenza Episcopale Ceca, visiterà la capitale Praga e le città di Brno e Stará Boleslav. Nello stesso giorno di sabato, il Pontefice ha ricevuto in udienza il Presidente della Repubblica Ceca, Václav Klaus, che ha poi incontrato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da monsignor Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati.

Nel corso dei cordiali colloqui, rivela una nota vaticana, “ci si è soffermati sulla situazione del Paese, affrontando in particolare alcune questioni legate alle relazioni con la Chiesa Cattolica , come pure sul futuro dell’Europa, tenendo presente l’importanza del suo patrimonio culturale, spirituale e cristiano”. Il Presidente Klaus ha quindi espresso “vivo compiacimento” per la visita che il Papa compirà nel Paese a settembre. La Repubblica Ceca ha una popolazione di poco più di 10 milioni di abitanti, per il 26,8% cattolici.

 

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PELLEGRINAGGIO – IN TEMPO REALE LA TESTIMONIANZA DI OGGI DEI RAGAZZI DELLA VITTORIA DI DIO

PACE IN TERRASANTA – Continua dal pellegrinaggio di pace in Terra Santa anche la quotidiana testimonianza dei giovani della Comunità ‘Vittoria di Dio’ che stanno seguendo con lode ed adorazione costante, oltre che con una stupenda ed instancabile animazione tutte le fasi salienti della missione di pace tra gioia, mozioni e testimonianza di fede viva.

Oltre alla comunità Vittoria di Dio, è anche presente il gruppo di Adunanze Eucaristiche Nazionali con l’Associazione Papaboys, una delegazione dell’Apostolato Giovani per la Vita, la Comunità Nuovi Apostoli, la Vigna Deliziosa e gli Amici del Signore. Ecco la giornata di oggi raccontata dai ragazzi e le ragazze della Vittoria di Dio.

GIORNO 6: SEMI DI PACE.

I TAPPA: LAGO DI TIBERIADE.

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SESTO GIORNO IN TERRASANTA – PIANTATI GLI ALBERI DELLA PACE. SUL LAGO DI TIBERIADE SI INCONTRA GESU’

PACE IN TERRASANTA – NAZARETH – Si avvia alla conclusione il pellegrinaggio in Terra Santa iniziato il 20 maggio e che ha visto alcuni gruppi di giovani e non solo rendersi apostoli di pace nella terra di Gesù. Tanti i momenti di preghiera, riflessione, catechesi e di gestualita’; atti, non solo simbolici, ma realizzati con l’apertura del cuore rivolto alla vera pace, quella che per noi cristiani è la persona di Gesù, il Risorto.

Ripercorriamo insieme, condividendolo con voi che ci seguite dalla rete internet, il sesto giorno della nostra missione di pace, con gli orari, gli appuntamenti ma soprattutto la nostra testimonianza.

25 Maggio 2009 ore 7.30

Stiamo per partire da Nazareth per il Lago di Tiberiade. La piacevole levataccia alle 6.30 per non perdere l’escursione sul battello ha sortito un ‘ottimo effetto’. Per arrivare al Lago abbiamo attraversato la bellissima terra di Galilea. Siamo passati attraverso una regione ricca di piantagioni di banani e datteri… che meraviglia e che buoni questi frutti fratellini e sorelline! Pero’ il desiderio di arrivare a vedere e toccare (con i piedi) le famose acque del lago di Gesù è forte, ma dobbiamo aspettare alcuni appuntamenti già fissati in precedenza. La giornata è bella e molto calda; ci imbarchiamo tutti sul battello (siamo in 130 più accompagnatori) e si parte! Il battello, dopo che a bordo si è potuto ascoltare in nostro omaggio l’inno nazionale italiano, si ferma in mezzo al lago (niente paura è solo una sosta programmata ndr). Viene aperto da Don Biagio il Vangelo di Matteo e letto il brano della tempesta sedata e quello di Gesù che cammina sulle acque e tutti noi ci riserviamo un bellissimo e suggestivo momento di preghiera e di … adorazione sulle acque. 

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2000 ANNI DOPO: “PACE PER GERUSALEMME” – UNA NOTTE DI ADORAZIONE NEL GIARDINO DEGLI ULIVI

GERUSALEMME – La città santa come un quadro, a fare da sfondo alla prima edizione dell’Adunanza Eucaristica, in versione internazionale, cuore e centro del pellegrinaggio per la Pace in Terra dei giovani dell’Associazione Nazionale Papaboys, dell’Apostolato ‘Youth for life’, dei membri dei gruppi dell’Adunanza Eucaristica ed Adorazione Perpetua, in collaborazione con le comunità dei Nuovi Apostoli, della Vittoria di Dio e della Vigna Deliziosa. Una straordinaria notte nel giardino degli ulivi, a vegliare, cantare, lodare e sentire nel cuore, nella profondità, la presenza di Gesù, il Signore! La prima Adunanza Eucaristica Internazionale è iniziata alle ore 22 di sabato 23 maggio all’interno della Basilica del Getsemani, e la prima comunità che ha tenuto l’ora di adorazione è stata una parrocchia di Gerusalemme, con canti in arabo, che hanno suscitato una profonda emozione fra i numerosi pellegrini presenti. Alle ore 23 della notte è iniziata una processione eucaristica che ha spalancato le porte dei cuori verso il giardino degli ulivi, dove Gesù è stato lasciato solo ai suoi carcerieri ormai 2000 anni fa. Il tema della serata, previsto dagli organizzatori è stato ‘Nella notte in cui ti abbiamo lasciato solo’.

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PELLEGRINAGGIO IN TERRASANTA – IL MESSAGGIO DEL CARDINALE BERTONE: “AI GIOVANI IL MIO SALUTO”

GERUSALEMME – Una gradita sorpresa è giunta a tutti i partecipanti del Pellegrinaggio per la pace in Terrasanta che è in svolgimento fino al 27 maggio nella Terra di Gesù. Nella giornata di questo sabato 23 maggio, all’inizio della solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Nunzio Apostolico in Terrasanta Mons. Antonio Franco, il Nunzio stesso ha comunicato ai partecipanti che il Segretario di Stato Vaticano il Cardinale Tarcisio Bertone ha inviato ai giovani presenti un messaggio di cordialità ed incoraggiamento, nel quale dichiara di apprezzare il progetto di rendersi pellegrini di pace seguendo le orme del Santo Padre Benedetto XVI. Stupore ed un lungo applauso hanno salutato le parole del Segretario di Stato che hanno fatto sentire ‘i giovani del Papa’ molto vicini sia a Benedetto XVI sia alla Chiesa tutta.

LA LETTERA DEL SEGRETARIO DI STATO VATICANO
CARD. TARCISIO BERTONE AL NUNZIO APOSTOLICO
MONS. ANTONIO FRANCO

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TERZO GIORNO IN TERRASANTA – PAPABOYS A BETLEMME – GERUSALEMME: VIA CRUCIS E SANTO SEPOLCRO

PACE IN TERRASANTA – Cari fratellini e sorelline, eccoci di nuovo qui al nostro consueto appuntamento notturno! Ormai dormire è diventato un optional… ma non possiamo addormentarci senza avervi raccontato le magnifiche esperienze di questo giorno. La mattina abbiamo celebrato il Natale, passando prima per il Campo dei Pastori, luogo poco fuori Betlem dove una schiera di angeli cantarono il primo “Gloria a Dio” dove noi non potevamo non ripeterlo e vi lascio soltanto immaginare l’emozione!

Alla Basilica della Natività abbiamo dovuto aspettare un bel po’ per entrare nella Grotta perché c’era la Messa celebrata dagli Armeni che hanno la custodia di questo luogo, ma nell’attesa abbiamo potuto ascoltare il loro canto e sentire tutta la bellezza di questi posti così amati da tutti i popoli del mondo. Dopo essere scesi nella Grotta abbiamo celebrato la S. Messa nella Chiesa di S. Caterina d’Alessandria e subito dopo, con i frati, in processione siamo riscesi nella Grotta e abbiamo visitato lungo il percorso le grotte di S. Girolamo. Subito dopo il pranzo una rappresentanza di noi si è diretta presso la parrocchia dei Salesiani per incontrare, il loro responsabile ed il responsabile dell’oratorio che ci hanno accolti con gioia, facendoci visitare l’oratorio, luogo dove, se Dio vorrà, nascerà il gruppo dei Papaboys e insieme abbiamo lanciato alcune idee di attività e collaborazioni con noi.

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SCOLA: VIAGGIO ‘POLITICAMENTE SCORRETTO’, HA RISCHIATO IN PRIMA PERSONA SENZA CALCOLI MONDANI.

TERRA SANTA – Il pellegrinaggio del Papa in Terra Santa è “una lezione di realismo” scrive il card. Angelo Scola, Patriarca di Venezia, in un editoriale che il settimanale Tempi pubblicherà domani. “Con intrepido coraggio – scrive il Patriarca – ha messo mano alle brucianti contraddizioni di quella terra addolorata, con la caparbia energia di chi non si rassegna perché sa di poter costruire con nuovi mattoni. Ha rischiato in prima persona, senza calcoli mondani di successo o insuccesso. Il suo viaggio era a priori ‘politicamente scorretto’”. Lo Yad Vashem è stata una delle tappe più controverse. Scola parte da lì: “La forza del suo silenzio in quella voragine di dolore e la sua struggente invocazione perché il nome di nessuna vittima dell’abominevole sterminio nazista vada perduto non ha voluto essere solo quella di Joseph Ratzinger, ma ben più potentemente quella di tutti i cristiani chiamati, al di là dei loro limiti, alla fraterna solidarietà con il popolo eletto”. Per il card. Scola “due sono i capisaldi con cui il Papa ha affrontato la bruciante questione del dialogo interreligioso. Tornando sul rapporto tra ragione e religione, Benedetto XVI ha fortemente rimarcato la necessità per ognuna di farsi purificare dall’altra.

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PELLEGRINAGGIO IN TERRASANTA – PRIMO GIORNO – EMOZIONI DI VIAGGIO ED ARRIVO A GERUSALEMME

GERUSALEMME – Prima giornata conclusa del pellegrinaggio dei Papaboys in Terrasanta, realizzato dal 20 al 27 maggio con la collaborazione dell’Apostolato Giovani per la Vita, dei gruppi di Adorazione Eucaristica e con la partecipazione della Comunità La Vittoria di Dio, i ‘Nuovi Apostoli’ e la Vigna deliziosa. Questa giornata del 20 maggio è terminata con l’arrivo nella città santa e con un torneo di calcio – prima edizione – dal titolo ‘Shalom’ tra la Selezione Juniores della Città di Gerusalemme ed una rappresentanza dei giovani della Nazionale Papaboys, alla presenza delle autorità della città di Gerusalemme. A vincere i padroni di casa con un netto margine (10 a 1!), ma ci sono stati momenti di fraternità e di coinvolgimento anche del numeroso pubblico presente. Una nota: nel secondo tempo alcuni giovani del Gerusalemme hanno giocato con la maglia dei ragazzi del Papa ed alla fine lo scambio delle maglie fra i giocatori è stato un momento ‘sportivo’ e ‘creativo’ che ha coinvolto tutti i presenti. Un particolare ringraziamento per la sensibilità e lo spirito dinamico all’Assessore allo Sport del Comune di Gerusalemme Elisha Peleg.

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PRIMO GIORNO DI PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA. TESTIMONIANZA DA GERUSALEMME

TESTIMONIANZA – Finalmente a Gerusalemme… e` stato un lungo viaggio, ma pieno di preghiera, di lode, ma soprattutto di gratitudine per essere stati chiamati nella citta` delle citta`, nel cuore del mondo, nella culla della vita: Gerusalemme! E con noi ognuno di voi. “Quale gioia quando mi dissero, andremo alla casa del Signore! Ora i piedi oh Gerusalemme si fermano davanti a te!”  E` stato emozionante leggere “benvenuto in Israele”, sapendo che qui Gesu` e` vissuto, ha pianto, e` morto, e` Risorto! Sapere che questa terra ha accolto le lacrime e il sangue del Signore, come Maria sotto la croce, ci unisce profondamente a questo luogo, che come noi e` chiamato da Dio ad essere grembo di Maria per generare i figli di Dio.

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News Regionali pubblicate su sito dei Papaboys

PIEMONTE – UNA MOSTRA PER GLI 85 ANNI DELLA RIVISTA PER RAGAZZI “IL GIORNALINO”
 
ALBA – NELLA CHIESA DI SAN GIUSEPPE OLTRE 60 PANNELLI. La Periodici San Paolo festeggia il settimanale per ragazzi “Il Giornalino” con una mostra dal titolo “Le storie sono la nostra storia. 85 anni de il Giornalino” fino a domenica 24 maggio nella chiesa di San Giuseppe ad Alba. Pinky e Cocco Bill,…

 

VENETO – DIOCESI DI PADOVA AVVIA DIWEB 2.0 UN PROGETTO INTEGRATO DI COMUNICAZIONE
 
PADOVA – In occasione della 43a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebra domenica 24 maggio, in cui la chiesa cattolica “sbarca” nei social network, a Padova torna in versione 2.0 Diweb.it, aggiornato e rinnovato nella grafica e nella mission. ll progetto Diweb 2.0 si interfacce…

 

LAZIO – IL PAPA MARTEDI A SAN GIOVANNI LATERANO APRE CONVEGNO DIOCESI ROMA
 
ROMA – Il Papa aprirà anche quest’anno i lavori del Convegno ecclesiale diocesano, in programma dal 26 al 29 maggio nella basilica di San Giovanni in Laterano e nelle varie prefetture. A fare da filo conduttore il tema: “Appartenenza ecclesiale e corresponsabilità pastorale”. “Chiamare a raccolta co…

 

CAMPANIA – A SOLOPACA INCONTRO TRA CHIESA E GIOVANI PER IL CONTRASTO AL LAVORO NERO
 
SOLOPACA – Domani, alle 19 presso il Bar 57° Street di Solopaca, si terrà il secondo appuntamento con “Happy Hour: direzione lavoro”, iniziativa della Diocesi di Cerreto – Telese -Sant’Agata de’ Goti rivolta ai giovani dai 17 ai 35 anni. L’incontro sarà dedicato al tema del lavoro nero. Sono previst…

 

VENETO – SONO I VOLONTARI DELLA CARITAS DI PADOVA A CORDINARE GLI AIUTI IN ABRUZZO
 
PADOVA – Da mercoledì 20 maggio, è la Caritas diocesana di Padova a coordinare gli aiuti alle popolazioni colpite dal terremoto nelle tendopoli di Bagno, Civita di Bagno, Roio Piano e S. Rufina, Roio Poggio e Pianola. Paolo Fantinato, volontario di Villanova di Camposampiero, ha ricevuto le consegne…

 

PIEMONTE – DALLA CARITAS DIOCESANA DI CUNEO UNA CAMPAGNA PER COMBATTERE IL RAZZISMO
 
CUNEO – DAL TITOLO “NON AVERE PAURA”. Più di quattro milioni di persone di origine straniera vivono oggi in Italia. Si tratta in gran parte di lavoratrici e lavoratori che contribuiscono al benessere di questo Paese e che lentamente e faticosamente, sono entrati a far parte della nostra comunità. Pe…

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AGORÀ DEI GIOVANI 2009. LA CROCE DELLA GMG NELLE ZONE TERREMOTATE DELL’ABRUZZO.

INIZIATIVE – La Croce della Giornata Mondiale della Gioventù nei luoghi del terremoto d’Abruzzo. E’ l’iniziativa messa in piedi dalla sezione giovani del Pontificio Consiglio per i laici, dalla Fondazione Giovanni Paolo II per la gioventù del dicastero vaticano, con la collaborazione del Servizio nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI, di quello diocesano de L’Aquila e della Regione ecclesiastica Abruzzo-Molise. “Si tratta di un vero e proprio pellegrinaggio della Croce – spiega all’agenzia SIR mons. Pietro Santoro vescovo delegato per i giovani di Abruzzo e Molise – andremo nelle varie tendopoli dove verranno organizzate delle preghiere. Mi piace sottolineare che in questa occasione viene portata la croce della GMG, originale, quella data ai giovani da Giovanni Paolo II ai giovani nel 1984 e conservata nel Centro San Lorenzo”. “Avere la Croce della GMG tra di noi è un dono, un auspicio perché possa alleggerirci dal fardello della nostra croce fatta di disagio, sofferenza e incertezza” afferma don Dino Ingrao, responsabile della pastorale giovanile dell’arcidiocesi aquilana. 

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2620 

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