SICUREZZA (Napoli)- Destinazione Cina: questa era la meta di cinque container nel porto di Napoli che contenevano scarti derivanti dalla lavorazione di materiale plastico ed identificati. Gli agenti della Guardia di Finanza, in collaborazione con i funzionari dell’ufficio Dogane, hanno sequestrato 86.070 chilogrammi di materiale plastico, denunciando a piede libero il titolare della ditta esportatrice, che operava nell’hinterland napoletano.Gli scarti, soprattutto materiali plastici derivanti da elettrodomestici o da immondizia domestica, invece di essere destinati ad attività di riciclo, come dichiarava la documentazione che accompagnava il carico, erano destinati ad una società legata alla realizzazione di giocattoli, casalinghi per la casa e articoli elettronici.
Lo scopo era quello di spedirli allo scalo cinese di Qingdao, meglio conosciuta in Occidente come Tsingtao, sede di un importante porto, base navale e centro industriale asiatico, con i rifiuti che sarebbero potuti anche essere trasferiti in altre città della Cina. “Non è la prima volta che effettuiamo sequestri di questo tipo – ha dichiarato il capitano della Guardia di Finanza di Napoli, Alessio Iannone – È complesso capire la destinazione finale della merce perché, non essendo la Cina un Paese comunitario, non è di nostra giurisdizione. Normalmente, i rifiuti che troviamo nel porto di Napoli vengono reimpiegati e trasformati in altri materiali che, a loro volta, vengono riimmessi sul mercato come giocattoli, articoli elettronici oppure sotto forma di fibre sintetiche per articoli di maglieria. I rifiuti illeciti rinvenuti a Napoli provengono essenzialmente dall’area partenopea e dal Basso Lazio, e sono destinati principalmente in Cina e nel Sudest asiatico, soprattutto Malesia e Vietnam”.
ROMA – L’Europa è il continente più segnato dalla storia dalla vita consacrata, ma anche la terra dove la fede cristiana, i religiosi e le religiose oggi per il loro futuro vivono le maggiori sfide della società secolare e dove si sente l’esigenza di una testimonianza cristiana di qualità. Per questo l’Unione dei superiori generali (Usg) che riunisce la quasi totalità degli ordini e delle congregazioni religiose maschili, nel corso del 2010 ha dedicato due assemblee per ridisegnare la presenza e la missione della vita consacrata nel vecchio continente. Una verifica che sarà sigillata venerdì 26 novembre nell’incontro con Benedetto XVI.
La vita consacrata, dopo attenta analisi, sta decidendo d’assumere in Europa l’impegno per una profezia evangelica che risvegli davanti alla mente e al cuore della gente la bellezza della fede cristiana e della vita donata a Dio. Più del mantenimento delle opere che nel passato hanno fatto la gloria dei religiosi – si è ripetuto nell’assemblea di maggio e, oggi, nei lavori di apertura dell’attuale assemblea – ora si devono rivitalizzare i carismi delle origini che hanno contribuito a plasmare anche il volto cristiano dell’Europa. Un continente in affanno dentro le sfide della globalizzazione e le fatiche dell’unione e perciò bisognoso anche dell’aiuto della vita consacrata per ritrovare se stesso e guardare con fiducia il futuro dell’integrazione. A differenza dell’Europa – ha ricordato aprendo l’assemblea il rettore maggiore dei salesiani, don Pascual Chávez Villanueva, presidente dell’Usg – in altre zone del mondo la vita consacrata “sta conoscendo una crescita e uno sviluppo inimmaginabili”. Una lettura “più serena e profonda dei dati e della realtà odierna ci dice che i religiosi in verità sono stati i primi a capire il fenomeno della globalizzazione e le sue conseguenze, a denunciare il suo volto inumano e quindi a schierarsi a favore degli esclusi. Crediamo che, anche se i religiosi tornano alle cifre di prima del secolo XIX, la vita consacrata non sparirà mai. E non parlo in modo generico della vita consacrata, ma anche dei religiosi nella diversità degli istituti secondo i carismi specifici. Essi sono, oggi come ieri, una riserva dell’umanità. E oggi come ieri la chiave di rinnovamento sarà sempre il ritorno a Cristo come prima missione per essere testimoni di Dio nel mondo, la formazione di comunità umanamente attraenti, socialmente rilevanti, vocazionalmente feconde, e la collocazione nelle frontiere sociali, geografiche e culturali della missione, lì dove ci attendono gli uomini e donne più bisognosi”.
TRAFFICO DI ESSERI UMANI – Come mai non leggiamo su Repubblica, il Corriere e gli altri ‘giornaloni’ di oggi, il traffico di esseri umani di Islamabad tra cui donne e bambini? Dov’è il servizio in prima pagina che ci fanno leggere ogni giorno quando c’è da attaccare Benedetto XVI e il Vaticano? Perchè i Signori Direttori non danno incarico agli Emeriti giornalisti di servire anche i deboli, oltre che l’illuministico editore di riferimento? Grazie a Dio, la tutela dei bambini e delle donne, e la denuncia per fare qualcosa viene segnalata dall’Agenzia Vaticana Fides, che alza la voce con tono assolutamente preoccupato. Una nota dell’agenzia internazionale della Congregazione dell’evangelizzazione dei popoli di questa mattina titola: “Traffico di donne e bambini fra gli alluvionati: la denuncia delle Ong”
LA VERITA’ – Cari fratellini e sorelline, oggi tocchiamo un argomento purtroppo attuale: la pornografia. Iniziamo a parlare di questa tematica che produce fatturati miliardari a scapito di piccoli sventurati e disperate ragazze (nella maggior parte dei casi). Vi presentiamo un video comparso su youtube sulla realtà che non viene detta sulla pornografia. Per introdurre l’argomento ecco come il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2354 descrive la pornografia: “La pornografia consiste nel sottrarre all’intimità dei partner gli atti sessuali, reali o simulati, per esibirli deliberatamente a terze persone. Offende la castità perché snatura l’atto coniugale, dono intimo degli sposi l’uno all’altro. Lede gravemente la dignità di coloro che vi si prestano (attori, commercianti, pubblico), poiché l’uno diventa per l’altro l’oggetto di un piacere rudimentale e di un illecito guadagno. Immerge gli uni e gli altri nell’illusione di un mondo irreale. E’ una colpa grave. Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici”.
Il porno utilizza le persone come degli oggetti. Ma le persone non sono oggetti. Le persone soffrono, hanno i loro contraccolpi emotivi, hanno la loro dignità.
Le tre ragazze che compaiono all’inizio del video sono Crissy Moran, Tamra Toryn e Nadia Styles, tre ex-pornostar americane, che hanno lasciato il porno e oggi aderiscono alla fondazione Pink Cross. La ragazza che compare nell’immagine (poi capovolta) è Miss Arroyo, attualmente affetta da HIV. La fondazione PinkCross, fondata dalla ex-pornostar Shelley Lubben, raccoglie ex-attrici ed ex-attori porno per denunciare la realtà alienante del mondo della pornografia. Sono persone pentite della loro scelta, che si sono rese conto di quanto sia stata sfruttata e alimentata la loro condizione di malessere. Questo è il porno. Chi pensa che sia qualcos’altro si illude, ed è come chi pensa che una prostituta provi piacere nelle sue prestazioni. La verità è quella di una forma di degradazione in cui il piacere è soltanto una messa in scena. La verità è quella di un tunnel di degrado, di umiliazione e di sofferenza.