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ROMA, 140 UNIVERSITARI RICEVONO LA CRESIMA. IL CARDINALE VALLINI: “I GIOVANI SIANO PIETRE VIVE”

GIOVANI (Roma) – I giovani devono essere “pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale”: questo è stato l’invito che il Cardinale vicario Agostino Vallini ha rivolto ai 140 studenti universitari degli atenei romani che, sabato sera, hanno ricevuto il sacramento della Cresima nella basilica di San Giovanni in Laterano. Ha proseguito poi il porporato: “Qualunque sarà la vostra strada nella vita, la vostra vocazione, sentitevi responsabili di cooperare per un mondo che, con la vita degna dell’uomo, renda gloria a Dio e renda bella e godibile la terra”. Ha, inoltre, aggiunto: “Non siamo cristiani per godere in maniera personale, individuale del dono di Dio», ma come scriveva san Pietro, «dobbiamo essere pietre vive di Cristo vivo», dobbiamo «impegnarci per cooperare nella costruzione di un edificio che con la forza dell’uomo nuovo trasforma la realtà del mondo”. 

Sulla scia del passo del Vangelo, il cardinale Vallini ha affermato che impegnarsi per il bene comune “non sia soltanto un’aspirazione quasi utopica. Voi potreste dirmi: Guardando la realtà che ci circonda questo ideale che lei ci propone sembra irrealtà. No. Non è così. Dipende da ciascuno di noi e dalla civiltà cristiana: se ci sono cristiani, uomini e donne, che hanno il coraggio di una testimonianza senza incrinature, coerente nella propria fede vissuta in Gesù Cristo, le cose cambiano”. Ha, poi, esortato gli studenti a «fuggire da ogni compromesso» e a perseguire «la rettitudine della propria coscienza, il bene di tutti, l’onestà», perché «nell’impegno per quello che ognuno può fare in questo mondo sia più giusto a beneficio di tutti».Dalla forza di Cristo risorto “che ci rende pietre vive”, ha proseguito il Cardinale vicario, “noi siamo chiamati a diventare capaci di trasformare il mondo, assumendoci anche gli impegni di questo momento. La fede in Cristo sia davvero una fede viva, sia davvero per voi, attraverso il Vangelo, la luce della verità”. “Deve essere una scelta radicata, vissuta quotidianamente. Il cristiano”, ha sottolineato, “ ha bisogno di avere spazi di silenzio per rimettere a fuoco le ragioni della sua vita futura e lì incontrare Dio. Non separatevi mai da Gesù Cristo, stringetevi a lui. Ovunque vivrete si irradierà lo stile della vostra vita cristiana”.

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GIOVANI: COSTRUIRE LA VITA SULLA ROCCIA DI CRISTO

L’invito di monsignor Pitta al secondo appuntamento per i giovani romani in preparazione alla Gmg di Madrid: «Noi siamo il tempio di Dio, il nostro corpo è tempio dello Spirito»
CITTA’ DEL VATICANO – «Fondati in Cristo». Questo il tema del secondo appuntamento per i giovani romani in preparazione alla XXVI Giornata mondiale della gioventù, che si terrà a Madrid dal 16 al 21 agosto. A guidare la catechesi di ieri sera (mercoledì 9 febbraio 2011), che ha preso spunto dalla Lettera di San Paolo ai Colossesi e che si è tenuta presso il Seminario Maggiore, è stato monsignor Antonio Pitta, docente di esegesi del Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense. Ad accogliere e salutare i tanti ragazzi intervenuti, invece, don Maurizio Mirilli, direttore del servizio per la pastorale giovanile del Vicariato.

Monsignor Pitta ha suddiviso la sua catechesi secondo tre argomenti: la pietra angolare, la roccia e l’edificio. «Queste tre parti ci fanno capire cosa vuol dire essere edificati in Cristo – ha spiegato -. In una costruzione il punto di partenza è la pietra angolare, la prima che deve essere posta e che permette a tutto l’edificio di erigersi. Quale aspetto di Cristo rappresenta la pietra angolare? La croce. Quando questa pietra è posta alla base, la costruzione non può vacillare». La croce è il cuore della Chiesa, ha sottolineato il docente, e senza questa il cristianesimo sarebbe solo ideologia, filosofia: «La croce non come luogo di dolore ma, come dice anche San Paolo, di Resurrezione».

Il secondo punto analizzato è la roccia: «Noi siamo edificati sulle fondamenta degli apostoli e dei profeti, se Cristo è la roccia, ognuno di noi deve costruire la sua vita cristiana a partire da questo rapporto». Infine il docente ha parlato della costruzione, che deve essere ben salda nel Signore ma capace di mettersi in cammino, di attraversare il tempo e lo spazio. Questo edificio è la Chiesa, fatta di pietre vive, di persone: «Ognuno di noi è un edificio in Cristo – ha affermato -, in continua trasformazione. Noi siamo il tempio di Dio, il nostro corpo è tempio dello Spirito».

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