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LA PROTESTA DELLE DONNE IN ARABIA SAUDITA: VOGLIONO VOTARE MA LA LEGGE NON GLIELO PERMETTE

ESTERI (Ryadh, ARABIA SAUDITA) – A settembre in Arabia Saudita si terranno elezioni comunali a livello nazionale; la seconda volta in 40 anni. Ma sin da ora si sa che nove milioni di donne ne verranno escluse. Le elezioni per i consigli municipali mettono in luce le contraddizioni nel regno gestito dalla monarchia wahabita, dove un sistema religioso particolarmente austero rende la democrazia molto incerta nelle sue espressioni. Il regno non permette che esistano partiti politici, o un Parlamento elettivo. E la polizia religiosa pattuglia le strade, per assicurare la tutela dei costumi, e la segregazione fra i sessi.Già nel marzo scorso il governo ha annunciato le elezioni per metà dei seggi municipali, ma le donne non potranno essere candidate, né votare. La giustificazione addotta da funzionari locali è la difficoltà di organizzare sedi elettorali distinte in base al sesso.

Tale decisione ha però dato origine a una campagna, nata su Facebook e Twitter, da parte di molte donne saudite, e intitolata “Baladi”, “Il mio Paese”. Questa campagna fa sì che le donne si presentino agli uffici elettorali, in tutta l’Arabia saudita, chiedendo di poter esercitare il loro diritto di voto. Di solito sui muri appaiono solo slogan che incitano gli uomini a registrarsi agli uffici elettorali. “Sii una parte nel processo decisionale”, è una delle scritte. Ma in molte parti del regno sono state le donne a rispondere all’appello. Dalle province occidentali, Gedda, Mecca e Medina, alle province orientali e persino fino alla capitale Ryadh, dozzine di donne si sono recate agli uffici elettorali, per chiedere di essere registrate. “Attraverso questa pressione stiamo cercando di modificare la decisione del governo di escludere le donne dal voto, sostenendo che la ragione che hanno dato non è convincente – ha dichiarato Nailah Attar, una delle organizzatrici della campagna -. Continueremo a provare fino a che non ci fermeranno”. 

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CON BENEDETTO XVI ALLA RICERCA DEL GESÙ DEI VANGELI

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Presentato oggi “Gesù di Nazaret. Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione”, il secondo volume dell’opera di “Joseph Ratzinger – Benedetto XVI” . Un’opera che vuole portare all’incontro con un “personaggio” noto, ma che non ci si stanca di scoprire. Gesù risorto, infatti, per il Papa “non è un cadavere rianimato”, ma “vita nuova”, la sua risurrezione “ una “possibilità che interessa tutti e apre un nuovo genere di futuro”. Gesù guardato non solo nella prospettiva storico-critica, positivistica, ma cercando di “avvicinarsi” al Redentore, vedendo in Gesù il Salvatore, al di là della figura storica. E’ questa la prospettiva del secondo volume del Papa su Gesù, presentato oggi in Vaticano. Assume in questa prospettiva un significato il fatto che il libro, che si occupa degli avvenimenti centrali della vita di Gesù – dall’ingresso a Gerusalemme alla passione, morte e risurrezione – esce all’inizio della Quaresima, di un tempo, cioè, del quale Benedetto XVI evidenzia l’aspetto di “riscoperta” e approfondimento della fede personale.

Edito dalla Libreria editrice vaticana in sette lingue, un milione 200 mila copie di tiratura iniziale, 300 mila in italiano, già esaurite, con altre 400 mila già prenotate, le circa 350 pagine sono uno sforzo intelligentemente ostinato di conciliare fede e ragione, alla ricerca del Gesù “reale”, non quello “storico” proprio del filone dominante dell’esegesi critica, ma il “Gesù dei Vangeli” ascoltato in comunione con i discepoli di Gesù d’ogni tempo, e così giungere anche alla certezza della figura veramente storica di Gesù”. “Una cosa – si legge in proposito nella premessa del volume – mi sembra ovvia: in 200 anni di lavoro esegetico, l’interpretazione storico-critica ha ormai dato ciò che di essenziale aveva da dare. Se la esegesi biblica scientifica non vuole esaurirsi in sempre nuove ipotesi diventando teologicamente insignificante, deve fare un passo metodologicamente nuovo e riconoscersi nuovamente come disciplina teologica, senza rinunciare al suo carattere storico. Deve imparare che l’ermeneutica positivistica da cui essa prende le mosse non è espressione della ragione esclusivamente valida che ha definitivamente trovato se stessa, ma costituisce una determinata specie di ragionevolezza storicamente condizionata, capace di correzione e di integrazioni e bisognosa di esse. Tale esegesi deve riconoscere che un’ermeneutica della fede, sviluppata in modo giusto, è conforme al testo e può congiungersi con un’ermeneutica storica consapevole dei propri limiti per formare un’interezza metodologica”.

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INDIA, LA CORTE SUPREMA DICE ‘NO’ ALL’EUTANASIA ATTIVA

ETICA (Mumbai, INDIA) – La Corte suprema ha respinto il 7 marzo la richiesta di eutanasia per Aruna Shanbaug avanzata dallo scrittore Pinki Virani. La corte ha osservato che “l’eutanasia passiva è ammissibile, sotto la supervisione della legge, in circostanze eccezionali, mentre l’eutanasia attiva non è accettabile”. I giudici hanno sottolineato che c’è la necessità di legiferare in tema di eutanasia, ma che fino a quando non vi sarà una nuova legge resterà in vigore il giudizio della Corte suprema.

Aruna Ramachandra Shanbaug, infermiera del King Edward Memorial Hospital (Kem) fu aggredita e violentata il 27 novembre 1973 da Sohanlal Bhartha Walmiki, uno spazzino dell’ospedale, che cercò anche di strangolarla. L’uomo fu condannato a sette anni di prigione. Aruna soffrì di severi danni al cervello, e restò quasi completamente paralizzata. Pinki Virani in un suo libro sostiene che è “praticamente morta”, e quindi sarebbe giusto sospenderle nutrimento e idratazione. Le autorità dell’ospedale hanno dichiarato alla Corte che la donna “accetta il cibo in maniera normale e risponde con espressioni del viso”, e reagisce “ in maniera intermittente ai comandi, esprimendo suoni”.

Il dottor Sanjay Oak, portavoce dell’ospedale, ha accolto con soddisfazione il verdetto. “Sono grato alla suprema Corte. Continueremo a occuparci in maniera speciale di Aruna. È bene che questo caso apra un dibattito sull’eutanasia. In un rapporto di quattro pagine i dottori JV Divatia, Roop Gurshani e Nilesh Shah) hanno dichiarato ai giudici che “ad ogni nuova infornata di allievi infermieri, le infermiere sono condotte a vedere Aruna; viene detto loro che Aruna è una di noi e che continua a stare con noi, è una bimba di cui hanno avuto cura e assistito con amore per 37 anni. La sola idea di privarla di cibo o di addormentarla con un farmaco in maniera attiva è molto difficile da accettare per chiunque qui in ospedale. Aruna ha probabilmente passato i 60 anni, e un giorno giungerà alla sua fine naturale. I dottori, le infermiere e tutto lo staff del Kem sono decisi a prendersi cura di lei fino all’ultimo respiro”.

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MESSAGGIO DEL PAPA AI GIOVANI IN VISTA DELLA GMG DI MDRID: LA CHIESA CONTA SU DI VOI!

CITTA’ DEL VATICANO – Pubblichiamo di seguito il testo del Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI invia ai giovani e alle giovani del mondo, in occasione della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù che sarà celebrata dal 16 al 21 agosto 2011 a Madrid (Spagna): MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

“Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr Col 2,7)

Cari amici,

ripenso spesso alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney del 2008. Là abbiamo vissuto una grande festa della fede, durante la quale lo Spirito di Dio ha agito con forza, creando un’intensa comunione tra i partecipanti, venuti da ogni parte del mondo. Quel raduno, come i precedenti, ha portato frutti abbondanti nella vita di numerosi giovani e della Chiesa intera. Ora, il nostro sguardo si rivolge alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che avrà luogo a Madrid nell’agosto 2011. Già nel 1989, qualche mese prima della storica caduta del Muro di Berlino, il pellegrinaggio dei giovani fece tappa in Spagna, a Santiago de Compostela. Adesso, in un momento in cui l’Europa ha grande bisogno di ritrovare le sue radici cristiane, ci siamo dati appuntamento a Madrid, con il tema: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr Col 2,7). Vi invito pertanto a questo evento così importante per la Chiesa in Europa e per la Chiesa universale. E vorrei che tutti i giovani, sia coloro che condividono la nostra fede in Gesù Cristo, sia quanti esitano, sono dubbiosi o non credono in Lui, potessero vivere questa esperienza, che può essere decisiva per la vita: l’esperienza del Signore Gesù risorto e vivo e del suo amore per ciascuno di noi.

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LA SFIDA EDUCATIVA – SENZA CITTADINANZA NELL’UNIVERSO DEI MEDIA. QUALI PROSPETTIVE PRESENTI E FUTURE

notiziaEDUCAZIONE? SI GRAZIE! – Fino a poco tempo fa “educazione” era una parola che godeva di scarsa cittadinanza nell’universo del mass media. Bastava pronunciarla per sentirsi rispondere che per carità, chi comunica non pretende di educare nessuno, semmai può capitare che personaggi o fenomeni massmediatici siano assunti a modelli di comportamento, ma questo è tutto un altro discorso… Accadeva – e in parte accade ancora – perché il concetto di “educazione” veniva – e viene – sovrapposto a quello di “istruzione”, per cui “pedagogica” sarebbe soltanto, facciamo il caso, la tv che insegna qualcosa. Come facevano in passato trasmissioni ormai leggendarie (“Non è mai troppo tardi”, certo, ma anche tutta la tradizione dei “romanzi sceneggiati”, formidabile strumento di divulgazione letteraria). E come oggi, a quanto sembra, non si può proprio più fare. La dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, viene dal recente fallimento del progetto “Baby Einstein”, una serie di prodotti targati Disney che, sventolando il vessillo dell’interattività, promettevano meraviglie sullo sviluppo delle capacità intellettive dei bambini in età compresa fra i tre mesi e i tre anni. Piccoli geni, appunto, da allevare con una dieta di dvd e giochi intelligenti. Dopo oltre dieci anni di polemiche e controversie, la sostanziale inefficacia del modello “Baby Einstein” è stata ammessa dalla stessa Disney, che ha addirittura avviato le pratiche per rimborsare i genitori insoddisfatti.

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IL PONTEFICE INCORAGGIA LA FAMIGLIA DI RADIO MARIA NELLA SUA OPERA A SERVIZIO DEL VANGELO

CITTA’ DEL VATICANO – Questo mercoledì, al termine dell’Udienza generale in piazza San Pietro, Benedetto XVI ha rivolto un saluto particolare ai circa 200 tra presidenti e direttori della Famiglia di Radio Maria, provenienti dai vari continenti, incoraggiandoli “a proseguire la loro importante opera a servizio della diffusione del Vangelo”. Radio Maria è presente nei cinque continenti con 58 differenti Radio, con un ascolto medio quotidiano di trenta milioni di persone. Il tema dell’incontro mondiale che si sta svolgendo nel santuario di Collevalenza è “Con Maria servitori della Chiesa”. Parlando con ZENIT, padre Francisco Palacios, responsabile della attività editoriali nella famiglia mondiale, ha spiegato che Radio Maria è “una sfida ai modelli di comunicazione dominanti perchè in un mondo che sembra sempre più secolarizzato e lontano da Dio, Radio Maria pratica e porta la preghiera ovunque”. “Non si tratta di una azione unilaterale – ha spiegato padre Francisco – preghiamo e invitiamo gli ascoltatori a orare e meditare insieme a noi”.

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MOLFETTA – ARRIVA IL MUSICAL “CIAO CAPO SENTINELLA”

luMUSICAL – Molfetta- “Ciao Capo Sentinella” é uno dei tanti messaggi lasciati in piazza San Pietro l’indomani della morte di Giovanni Paolo II e, divenuto poi, il titolo di un musical in due atti che ripercorre la storia d’amore tra il Papa e i giovani. E’ una storia di riconoscimento e riconoscenza di due generazioni di giovani: quelli del vespro d’ottobre del 1978, anno in cui Wojtyla viene eletto Pastore della chiesa universale, e quelli che hanno accompagnato il Grande Papa durante tutto il suo pontificato… fino alla sera del 2 aprile 2005 quando si è serenamente e lucidamente consegnato nelle mani del Padre celeste. Gli appelli e i pressanti inviti alla pace e al sogno di una civiltà dell’amore trovano eco nelle storie dei protagonisti di quest’opera musicale davvero originale. Ognuno di loro porta nel cuore parole e immagini del Papa “venuto di lontano” che hanno scolpito un solco indelebile nella memoria e nell’anima e, che ora, emergono amplificate in quelle ultime ore in cui il Santo Padre sta lasciando i suoi amati giovani.

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