CHIESA CATTOLICA (Roma) – Mercoledì prossimo, 18 maggio, Sua Eminenza il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e presidente della CEI, si recherà in visita nell’isola di Lampedusa, dove sarà accompagnato da S.Em.za il Card. Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, e dall’Arcivescovo di Agrigento S.E. Mons. Francesco Montenegro, per portare la solidarietà della Chiesa Italiana ad una comunità particolarmente provata dalle attuali vicende legate ai fenomeni migratori dal Nord Africa verso l’Europa. Il Card. Bagnasco partirà da Roma Ciampino alle 9 ed è atteso nell’isola attorno alle 10:30. Alle 11 celebrerà la Santa Messa con la comunità cristiana lampedusana. Alle 12:30 incontrerà le forze dell’ordine di stanza nell’isola ed i volontari. Nel pomeriggio, alle 14:30, il presidente della CEI visiterà il campo di accoglienza e poi, a bordo di una motovedetta, sarà accompagnato nei luoghi nevralgici del flusso migratorio. Alle ore 16:30, infine, il Cardinale si congederà da Lampedusa per fare ritorno a Roma e poi di lì a Genova.
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IMMIGRATI, MERCOLEDÌ IL CARD. BAGNASCO SI RECHERÀ IN VISITA A LAMPEDUSA
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“MOMENTO DI QUIETE IN CLASSE”, L’ANTIDOTO ALLO STRESS DI DAVID LYNCH PER AVERE BUONI VOTI A SCUOLA
GIOVANI (Roma) – Per eliminare lo stress e migliorare il benessere di studenti e insegnanti bisogna affidarsi allo speciale “momento di quiete in classe”. Questa l’iniziativa del regista David Lynch, già adottata da più di 30 anni da un gruppo di studenti americani delle medie e superiori della Maharishi School di Fairfield (Iowa), che ha lo scopo di sviluppare le potenzialità degli studenti, facilitare l’apprendimento e creare un clima più tranquillo durante la giornata scolastica.
Ma in cosa consiste questo “momento di quiete in classe”? Si tratta di una tecnica di meditazione trascendentale praticata, per pochi minuti, da studenti e insegnanti; una tecnica semplice e naturale che produce un riposo molto profondo, elimina lo stress e normalizza il funzionamento del cervello. Lo stress a scuola, infatti, può provocare diversi problemi ai ragazzi: risultati scolastici insoddisfacenti, disturbi dell’apprendimento, fenomeni di disadattamento, dispersione scolastica, bullismo, fino alla dipendenza da alcool o droghe. Con la tecnica di Lynch, invece, gli studenti sarebbero più calmi e, allo stesso tempo, più dinamici, avrebbero una memoria migliore poiché sarebbero meno soggetti ad ansia e depressione, comportamenti violenti, ed otterrebbero anche voti migliori. È stato provato che questa terapia dà risultati interessanti: gli studenti della Maharishi sono sempre primi nelle graduatorie dei test standardizzati nazionali, ed in 10 anni hanno vinto 100 gare nazionali ed internazionali in molte materie, tra cui scienze, matematica, risoluzione creativa dei problemi, recitazione e sport.GIOVANI (Roma) – Per eliminare lo stress e migliorare il benessere di studenti e insegnanti bisogna affidarsi allo speciale “momento di quiete in classe”. Questa l’iniziativa del regista David Lynch, già adottata da più di 30 anni da un gruppo di studenti americani delle medie e superiori della Maharishi School di Fairfield (Iowa), che ha lo scopo di sviluppare le potenzialità degli studenti, facilitare l’apprendimento e creare un clima più tranquillo durante la giornata scolastica.
Ma in cosa consiste questo “momento di quiete in classe”? Si tratta di una tecnica di meditazione trascendentale praticata, per pochi minuti, da studenti e insegnanti; una tecnica semplice e naturale che produce un riposo molto profondo, elimina lo stress e normalizza il funzionamento del cervello. Lo stress a scuola, infatti, può provocare diversi problemi ai ragazzi: risultati scolastici insoddisfacenti, disturbi dell’apprendimento, fenomeni di disadattamento, dispersione scolastica, bullismo, fino alla dipendenza da alcool o droghe. Con la tecnica di Lynch, invece, gli studenti sarebbero più calmi e, allo stesso tempo, più dinamici, avrebbero una memoria migliore poiché sarebbero meno soggetti ad ansia e depressione, comportamenti violenti, ed otterrebbero anche voti migliori. È stato provato che questa terapia dà risultati interessanti: gli studenti della Maharishi sono sempre primi nelle graduatorie dei test standardizzati nazionali, ed in 10 anni hanno vinto 100 gare nazionali ed internazionali in molte materie, tra cui scienze, matematica, risoluzione creativa dei problemi, recitazione e sport.
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IL CASO: COSÌ IL CARDINALE BAGNASCO RISOLVE IL “CONFLITTO” TRA SCIENZA E FEDE
CHIESA CATTOLICA (Perugia) – «Noi siamo convinti che esiste una verità e tale verità è oggetto della ricerca scientifica». Ad affermarlo non è uno scienziato preso dal fervore della sua ricerca, tantomeno un filosofo positivista: è un passaggio dell’intervento che il Cardinale Angelo Bagnasco ha tenuto venerdì scorso a Perugia sul rapporto tra scienza e fede. Forse potrà sorprendere qualcuno, ma non è affatto una novità che il magistero della Chiesa, superate le note difficoltà di quattro secoli fa, sostenga con decisione ed entusiasmo la scienza come genuino valore di conoscenza, di contemplazione e di uso della natura per il bene dell’uomo. E in questi quattrocento anni, la scienza moderna ha dimostrato di avere molte frecce al suo arco per lottare alla conquista dei segreti del mondo fisico in tutte le sue manifestazioni, dalle sfuggenti particelle elementari, alla complessità delle strutture biologiche, alla grandiosa evoluzione dell’universo nel suo insieme.
Ma con altrettanta chiarezza Bagnasco, anche qui in piena continuità con la tradizione cattolica, ha sottolineato il fatto che il metodo scientifico non esaurisce la possibilità di conoscenza di ciò che è reale. È la nostra stessa esperienza, del resto, a mostrarci che la ragione umana non si comporta come un monolite nella sua tensione a conoscere la realtà, ma utilizza approcci diversi a seconda dell’oggetto dell’indagine: «Alla differenziazione degli oggetti corrisponde una differenziazione dei metodi». Non abbiamo bisogno di fare un’analisi chimico-fisica del DNA, ad esempio, per avere la conferma che è giusto che uomini e donne abbiano gli stessi diritti civili: è questa una verità filosofica. Così la scienza ci può dire qualcosa sul meccanismo geofisico che ha provocato lo tsunami in Giappone, e speriamo che un giorno (che purtroppo si preannuncia ancora lontano) sia in grado di fare previsioni che ci consentano di prevenire i devastanti effetti di questi fenomeni. Ma di certo nessuna analisi scientifica potrà dirci qualcosa davanti al dolore delle madri che hanno perso i loro figli sulle spiagge di Sendai, o sul senso della vita di chi, come noi, è sopravvissuto. La scienza non sa rispondere alle domande brucianti e inevitabili sul significato ultimo delle cose e sul destino della singola persona: è questo il terreno della fede.
A questo punto normalmente si cambia registro e si dice che la fede non attiene al “conoscere” la realtà, ma al “credere” in qualche cosa. Essa quindi non avrebbe niente a che fare con la ragione e con il giudizio: saremmo nel campo della scelta arbitraria, del sentimento, della pura opinione. Bagnasco, invece, nel suo intervento, prende una via diversa: egli identifica la fede, nel suo livello basilare, con una forma o metodo particolare di conoscenza. «Ogni uomo vive di “fede”, più esattamente di “fiducia”: è infatti un atteggiamento di base, che appartiene alla vita stessa. Ognuno, per vivere, deve fidarsi degli altri, deve accettare moltissime cose senza verificarle di persona». E in effetti è ragionevole affermare come vero qualcosa che afferma un altro, nel momento in cui abbiamo ragioni adeguate per stabilire la credibilità del testimone. «Si intrecciano il riferimento a qualcuno che conosce una cosa e che è persona qualificata e degna, la testimonianza della fiducia di altri, e, infine, una certa verifica nella nostra esperienza quotidiana». Occorre naturalmente allenamento al giudizio e al senso critico per esercitare bene tale “conoscenza per fede”, nell’applicare la quale non siamo infallibili come del resto non lo siamo quando applichiamo altri metodi di conoscenza. Ma si tratta, continua Bagnasco, di «un fondamento senza il quale nessuna società potrebbe sopravvivere, e innanzitutto nessuna persona». In effetti, anche il procedere della scienza si appoggia pesantemente sulla capacità criticamente assunta di “conoscere per fede”. Sarebbe, infatti, impossibile, oltre che irrazionale e persino ridicolo, pretendere di ripetere direttamente tutti gli esperimenti e le osservazioni che altri hanno condotto prima di noi, invece che fidarsi del lavoro riportato da altri.
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UNA BELLA INCHIESTA DI “AVVENIRE” SU MINORI E GIOCO D’AZZARDO, IL BRIVIDO DIVENTA ALLARME
MILANO – Riproponiamo una bella ed approfondita inchiesta del quotidiano dei Vescovi ‘Avvenire’ sul rapporto tra ‘minori’ e ‘gioco d’azzardo’. Un percorso statistico e di dati purtroppo certi, che fanno luce, uno squarcio di luce, su uno dei più gravi fenomeni che stanno spazzando via il cuore e la mente di tanti giovani, appunto il ‘gioco d’azzardo’. Iniziamo con il riproporvi il servizio a firma di Luigi Ballerini, che evidenzia anche che in questa infernale bolgia dell’azzardo, vanno persi anche il valore del denaro ed il suo legame col lavoro. Cerchiamo di scoprire qualcosa di più!
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E MENTRE NELLE LOCALITA’ DI MARE SI SGUAZZA DAL SOLE E DAL CALDO, IN PERU’ IL FREDDO MIETE VITTIME
PERU’ – Chi aiuta i poveri colpiti in maniera drammatica dall’insolita temperatura glaciale del Perù di questi giorni? Chissà se si impegneranno i giornalisti di Panorama, così tanto abili a sparare sulla Chiesa, oppure qualche ‘firmona’ di Repubblica! Faranno qualcosa??? Oppure i poveri del Perù (coime sempre ndr) saranno costretti ad affidarsi alla Chiesa locale. E proprio in questi giorni di‘solleone’, con chiappe all’aria e tutti sdraiati sotto l’ombrellone, c’è gente in difficoltà di vita causa freddo. Temperature insolitamente basse – riferisce l’agenzia missionaria della Santa Sede ‘Fides’ – stanno colpendo quasi tutta la parte meridionale dell’America Latina. In Perù è stato dichiarato lo stato di emergenza in 16 delle 25 regioni nelle quali è suddiviso il territorio peruviano. Il freddo ha causato diversi morti e gravi danni materiali. L’ondata di gelo è caratterizzata da temperature che raggiungono i 23 gradi sotto lo zero in alcune aree della regione meridionale di Puno, confinante con la Bolivia.
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