gennaio 13, 2011 · 4:17 PM
BRISBANE – La vastità del diluvio che dura ormai da un mese nel nord-est dell’Australia ha colpito il 75% della regione del Queensland: un’area cinque volte più grande del Regno Unito. Secondo l’ultimo comunicato giunto all’Agenzia Fides dalle Pontificie Opere Missionarie (Pom) australiane, il bilancio delle vittime ad oggi ammonta a 16 persone, ma è previsto il recupero di altri cadaveri nella valle Lockyer dove uno “tsunami interno” ha spazzato le strade delle città di Toowoomba, Helidon, Grantham, Gatton e Ipswich. Circa 50 persone risultano disperse nella zona, molti si teme siano annegati. La capitale del Queensland, Brisbane, è l’ultimo centro urbano ad essere stato sommerso. Piogge torrenziali e una forte marea del fiume Brisbane hanno inondato intere periferie, costringendo ad allontanarsi 20 mila famiglie e a chiudere 3.500 industrie. Energia elettrica ed acqua sono saltate e la città è stata dichiarata zona disastrata.
Jenny Simpson, delle Pom di Brisbane, è stata evacuata da Tennyson. “Il peggio deve ancora arrivare – si legge nel testo inviato a Fides – e cresce anche il timore per le malattie. Sono benvenute le preghiere … che fanno una grande differenza”. David McGovern, Direttore dell’ufficio diocesano delle Pom di Brisbane ha aggiunto: “le preghiere sono sempre necessarie e ben accolte. Le acque del diluvio si ritirano, ma i danni alle case e alle persone dureranno molto più a lungo”. Anche l’Arcivescovo di Brisbane, Mons. John Bathersby, ha chiesto preghiere “per i defunti e per le loro famiglie, per gli operatori dei soccorsi e tutti coloro che soffrono a causa delle inondazioni”. L’Arcivescovo inoltre comunica che “sono state messe a disposizione per gli sfollati parrocchie e scuole, mentre l’ufficio centrale dell’arcidiocesi è chiuso per mancanza di energia elettrica.” La Conferenza Episcopale australiana ha informato che tutti i Vescovi e la popolazione del paese è unita nella preghiera e nel sostegno pratico per far fronte alla peggiore inondazione degli ultimi decenni che continua a colpire lo stato del Queensland. Un sacerdote dell’arcidiocesi di Brisbane, padre John Conway, attualmente amministratore di tre parrocchie in un’area della periferia di Toowomba, ha dichiarato: “E’ una tragedia enorme, ma la risposta della gente è fenomenale. Ho visto persone sfollate dalla loro casa che si sono impegnate nei centri di soccorso. In molte zone manca l’acqua potabile, le strade sono danneggiate e i camion non possono passare, non è possibile avere combustibili, latte, pane. Stiamo razionando tutto”. Anche il Santo Padre Benedetto XVI si è reso presente assicurando la propria preghiera ed inviando un contributo di 50.000 dollari a favore della campagna per le vittime delle inondazioni del Queensland, coordinata dalla Società di San Vincenzo de’ Paoli. (AP) (13/1/2011 Agenzia Fides)
Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO
Con tag acqua, agenzia fides, Arcivescovo di Brisbane, area, AUSTRALIA, BENEDETTO XVI, BRISBANE, campagna, città, città di Toowoomba, comunicato, contributo di 50.000 dollari, differenza, diluvio, disastro, favore della campagna, fede, fedeli, FEDELTA', ferire, feriti, fides, fiume, Gatton, Grantham, Helidon, industria, industrie, informare, informazione, Ipswich, Jenny Simpson, malattie, Mons. John Bathersby, morte, news, notizia, notizie, pioggia, pioggie, Pontificie Opere Missionarie, pregare, preghiere, Queensland, regione, Regno Unito, sacerdoti, santo padre, Santo Padre Benedetto XVI, scuola, scuole, Società di San Vincenzo de' Paoli, speranza, strada, strade, Tennyson, timore, Ufficio, ultimora, valle Lockyer, vita, vittime, vittime delle inondazioni del Queensland, zone disastrata
gennaio 11, 2011 · 3:19 PM
RIFLESSIONE – In questi giorni di proteste, di scontri in piazza, di bombe carta e vecchi merletti, mi sono chiesto cos’è la libertà, se esistono davvero uomini liberi. Osservo i vecchi ribelli, i giovani in cammino, gli slogans, gli ordini impartiti, le grida di gioia, le urla di dolore, i giusti e gli ingiusti, mi chiedo dove sta la libertà di non condividere né accettare deleghe in bianco, dove sta la libertà di dissentire, di sottrarsi dall’effetto di mille politiche confutate o che potranno esserlo in futuro. Libertà di manifestare, libertà di protestare, libertà di non accettare, libertà di parola, e poi ancora libertà di prenderle e di darle, libertà di morire in nome dei più alti ideali, eppure in loro nome sono state commesse le nefandezze più inenarrabili. Questa non è la trama di un film già visto altre volte, come qualcuno si ostina a raccontare, è una punteggiatura nuova di zecca, dell’era digitale, e sebbene nulla del passato potrà mai ritornare, qui non c’è la possibilità di gridare: “ehi regista fammi uscire dalla trama del film, mi sono stancato. voglio ritornarmene a casa”. Con la mente ripercorro uno sceneggiato di tanti anni addietro, dove utopie e romanticismi sociali sconvolsero drammaticamente il paese, finché si perse il conto dei morti e dei feriti. Ma quella fu una degenerazione sociale fisiologica al sistema di allora, che reclamava il giusto cambiamento, eppure pochi uomini condussero alla eliminazione non solo di tante persone, ma addirittura di una intera generazione.
continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4162
Archiviato in NEWS & INFO, SI ALLA VITA
Con tag affetto, bombe, cambiamento, cambiare, casa, commesse, condividere, condivisione, degenza, effetto, era digitale, fammi uscire, ferire, feriti, film, gioia, gridare, informaremorti, informazione, ingiustizia, intera generazione, liberi, LIBERTÀ, manifestare, MANIFESTAZIONE, mondo, morire, morte, morti, news, notizia, notizie, osservare, Paese, parola, parola libertà, persone, Piazza, possibilità, pretendere, protesta, protestare, riflessione, trama, trama del film, ultimora, uomini liberi, uscire, utopie, vita, vivere, zecca
gennaio 10, 2011 · 2:51 PM
ALESSANDRIA D’EGITTO – E’ senza dubbio una notte dalla straordinaria bellezza quella che conclude l’anno e avvia un anno nuovo. Un nuovo inizio in cui si spera nel bene e si hanno infinite aspettative. Si spera che si realizzi quel che non si è realizzato in passato. Provi la gioia dei sorrisi di chi incontri e ti saluta dicendo “Che ogni anno tu stia bene” oppure “buon anno”. Tutti condividono questo splendore oppure si trascorre la notte in attesa che passi da casa Babbo Natale e porti dei bei doni. Invece l’eco di quella esplosione e lo spargimento di sangue in ogni dove, la sirena delle autoambulanze che infrangeva la quiete della serata che doveva essere ricolma di gioia. Dopo alcuni istanti veniamo a sapere che cosa era accaduto a coloro che si erano recati a pregare per celebrare l’anno nuovo. Mille domande hanno affollato la mente. Perché quel luogo? Chi è stato? Perché oggi? Che cosa posso fare? Sono un uomo che lotta con una realtà che è cambiata di 180 gradi e sente tutta la propria limitatezza. Cercai di uscire dallo stato di stupore che mi aveva colto quando mi raggiunse la notizia dello scoppio di una bomba davanti a una chiesa della mia città nella notte di Capodanno. I numeri si accavallavano, ma tutto collideva.
Il numero dei morti continuava a salire, come pure quello dei feriti. Iniziai a girare tutti i canali televisivi, a seguire le notizie che gli amici facevano girare per internet. Tutti concordavano sul fatto che “non potevano credere” a quel che era accaduto all’improvviso e che aveva trasformato i festeggiamenti e rallegramenti per il nuovo anno in rallegramenti perché si era scampati al luogo e all’attentato. Domande e risposte si susseguivano ininterrottamente sul luogo dell’accaduto, ma di fatto quel che importava era l’evento stesso. Ora so che una persona ha mirato alla gioia perché la comparsa del terrorismo mortale nella notte di Capodanno mira senza dubbio alla gioia dei festeggiamenti per la nascita del Signore, indica che qualcuno ha voluto diffondere, in un luogo in cui era presente quella gioia, la paura che è generata dall’esplosione e dalla vista del sangue. Qualcuno che non vuole che io viva la mia fede che rifiuta la paura, la tristezza e la morte. Per questo motivo ora, proprio ora, gioisco nel Signore. Forse questo tragico evento mi ha fatto male, ma mi oppongo al fatto che possa avere la meglio su di me. Non intaccherà la mia gioia che emana dal Messia “perché, se viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore; sia dunque che viviamo o che moriamo, noi siamo del Signore” (Romani, 14,8).
continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4156
Archiviato in GESU', TU SEI RE!, NEWS & INFO, SI ALLA VITA
Con tag accaduto, Alessandra d'Egitto, anno, aspettative, Babbo Natale, bambini, bambino, bellezza, bimbi, canali televisivi, Capodanno, doni, esplosione, evento, feriti, festeggiamento, festeggiare, gioia, improvviso, informare, informazione, INTERNET, limitatezza, limitidezza, mente, Messia, morire, morte, news, notizie, notte di Capodanno, paura, realtà, salutare, Sangue, signore, speranza, stato, stupore, terrore, tragico, tragico evento, tristezza, ultimora, vita, vivere
dicembre 3, 2010 · 8:58 PM
ISRAELE – Inferno sul monte Carmelo, nel nord d’Israele, dove un gigantesco rogo divampato fra i boschi ha devastato ieri un’area di 3000 ettari, causando la morte di almeno 40 persone, il ferimento o l’intossicazione di diverse altre, lo sgombero di villaggi e kibbutz e ingenti danni materiali.
Un disastro di portata inedita per Israele, costretto a chiedere l’invio di aerei anti-incendio da Paesi stranieri – Italia, Russia, Cipro, Turchia e altri – per far fronte a una situazione rimasta fuori controllo per l’intera giornata dopo i primi allarmi del mattino e deterioratasi ancora nella notte. La strage si è consumata lungo una delle tortuose strade del Carmelo: suggestivo promontorio arricchito da una lussureggiante riserva naturale, affacciato sulla baia di Haifa e dominato da un santuario cattolico fra i più visitati della Terra Santa. Ne sono rimaste vittime decine di guardie penitenziarie che erano a bordo di un bus ribaltatosi mentre si allontanava dalla zona dopo l’evacuazione dei detenuti del vicino carcere di Damon. Il loro destino è stato orrendo: in trappola fra le lamiere, sono stati investiti dalle fiamme. I morti, malgrado le telefonate disperate e i tentativi di aiuto, sono stati alla fine almeno 40, ma si contano pure alcuni feriti gravi e altri più leggeri fra poliziotti e soccorritori. Alcuni feriti o intossicati si lamentano anche nel kibbutz di Givat Wolfson, evacuato come diversi villaggi (in maggioranza drusi) della zona, hotel e strutture carcerarie. La piccola località di Beit Oren appariva ieri sera spettrale e quasi completamente distrutta, in un panorama di case semi-carbonizzate. Mentre l’allerta si è estesa fino a Haifa (dove l’università è stata sgomberata nel pomeriggio) e danni si registrano anche in varie strutture, fattorie e almeno tre kibbutz di medie dimensioni: in uno figurano fra i residenti sei italo-israeliani, rimasti apparentemente incolumi.
continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3912
Archiviato in NEWS & INFO
Con tag aiutare, aiuto, allarmi, allontanamento, Beit Oren, bordo, boschi, bus, carcere, carcere di Damon, case, Cipro, desiderio, dimensioni, diversi villaggi, fame, ferire, feriti, fronte, Givat Wolfson, Haifa, Hotel, informare, informazione, israele, italia, kibbutz, lamiere, leggere, località, materiale, mattina, monte Carmelo, morte, morti, news, nord d'Israele, notizia, notizie, notte, Paesi stranieri, panorama, persone, piccola località, promontorio, registrazione, russia, strade, strutture, tentativi, terra santa, trappola, Turchia, ultimora, università, villaggi, zona
agosto 2, 2010 · 2:39 PM
GAZA – Una selva di razzi è stata sparata in direzione del porto israeliano di Eilat, probabilmente dalla penisola egiziana del Sinai: due sono finiti nel Mar Rosso, gli altri due avrebbero centrato l’area industriale giordana di Aqaba, dove avrebbero causato danni e almeno quattro feriti tra i civili. Nessuna vittima è stata registrata in territorio israeliano. «È ancora presto per dirlo, ma è ragionevole pensare che essi provenissero da lì», ha detto Moshe Cohen, comandante della polizia distrettuale. La città è un tradizionale luogo di villeggiatura di israeliani e stranieri. L’azione militare appare come la risposta all’esplosione che nella notte ha distrutto l’abitazione di un responsabile del braccio armato del movimento islamico Hamas, le Brigate Ezzedine al Kassam, ferendo in modo grave una donna e altri 42 palestinesi nel campo profughi di Deir Al Balah, a sud della città di Gaza. Il movimento radicale che detiene il controllo nella Striscia ha addebitato a Israele la responsabilità della deflagrazione, ma la circostanza è subito stata negata. Un portavoce militare dello stato ebraico ha smentito ufficialmente il raid, spiegando che l’esercito non è stato impegnato in alcuna operazione. È certo, però, che la tensione in Medio Oriente è di nuovo alta. Ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha attribuito ad Hamas la «responsabilità diretta» dei tiri di razzi su Israele avvenuti negli ultimi due giorni. Il capo del governo israeliano ha promesso di adottare tutte le misure necessarie per difendere il suo Paese dagli attacchi nemici. «E’ in questo modo che la comunità internazionale dovrebbe vedere la questione» ha poi concluso.
continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3373
Archiviato in ASSOCIAZIONE PAPABOYS, NEWS & INFO
Con tag abitazione, attachi, aviazione, braccio armato, Brigate Ezzedine al Kassam, capo del governo, circostanze, città, città di Askelon, civili, comunità, comunità internazionale, esplosione, feriti, gaza, guerra, informare, informazione, israeliani, Mar Rosso, Moshe Cohen, nemici, news, notizia, notizie, notte, operazione, papaboys, pregare, preghiera, responsabilità, selva, stranieri, strisci di Gaza, territorio, territorio israeliano, TRADIZIONE, ultimora
ottobre 12, 2009 · 2:38 PM
ROMA – Anche una rappresentanza dei giovani dell’Associazione Nazionale Papaboys ha partecipato questa domenica mattina all’evento ‘Io Dissuado’al Circo Massimo di Roma per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tematica della sicurezza stradale. L’evento è stato organizzao dalla Fondazione Ania. Il tema della sicurezza stradale è purtroppo di «drammatica attualità». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato all’Ania, promotrice della manifestazione conclusiva della campagna contro gli incidenti stradali dal titolo «Io dissuado» .
continua su
http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2883
Archiviato in ASSOCIAZIONE PAPABOYS, NEWS & INFO, SI ALLA VITA
Con tag Amalia Colaceci, Ania, Associazione Nazionale Papaboys, campagna, circo massimo, contenuti, educazione stradale, evento, feriti, Fondazione Ania, forza, giorgio napolitano, giovani, gioventù, incidenti stradali, informazione, Io dissuado, morte, Musica con flauti, news, notizia, notizie, opinione, progetti, roma, Sandro Salvati, Sergio Marchi, sicurezza stradale, termine, ultimora, vita
gennaio 16, 2009 · 8:11 am
GAZA – L’ospedale Al Quds di Gaza è in fiamme, dopo essere stato colpito dai tiri incrociati fra forze israeliane e miliziani di Hamas. Stamane il quartier generale dell’Unrwa, l’organizzazione Onu per i rifugiati palestinesi, è stato bombardato dall’aviazione di Israele. L’ospedale ospita 500 persone e non si ha ancora se vi sono uccisi feriti. I due gravi incidenti avvengono al 20° giorno dell’offensiva israeliana nella Striscia, che ha come scopo di bloccare i lanci di missili di Hamas contro le cittadine del sud di Israele. Ban Ki-moon, segretario generale delle Nazioni Unite, ha condannato il bombardamento degli edifici Onu e ha espresso una forte protesta contro il governo di Tel Aviv. L’edificio ospita circa 700 persone che non possono essere evacuate perché la città è sotto bombardamenti. Finora si registrano 3 feriti. Ban si trova proprio a Gerusalemme dove ha incontrato il ministro degli esteri per verificare le possibilità di un cessate il fuoco che dia respiro agli aiuti umanitari. Ehud Barak, ministro israeliano della Difesa, ha espresso le sue scuse all’Onu per “il grave errore”. Per spingere Hamas a una tregua oggi l’esercito ha rafforzato i combattimenti. Nella notte l’aviazione d’Israele ha colpito almeno 70 obbiettivi. Stamattina all’alba, migliaia di palestinesi sono fuggiti dalle loro case, mentre le forze di terra israeliane tentavano di entrare nella città. Almeno 15 palestinesi sono stati uccisi. Il bilancio delle vittime palestinesi ha ormai superato i 1055 morti. Fra essi, secondo il Centro palestinese per i diritti umani, almeno 670 sono civili.
Archiviato in NEWS & INFO
Con tag altro, articoli, ATTUALITà, blog, bombardamenti, distruzzione, edificio dell'onu, esercito, feriti, gaza, giovani, guerra, info, informazioni, news, notizie, ospedale di gaza, ragazzi, wordpress