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MILANO, VII° INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE NEL 2012: IN VATICANO PRESENTATO IL PROGRAMMA

EVENTI (Milano) – In vista del VII° incontro mondiale delle famiglie, previsto a Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012, si è tenuta ieri, presso la Sala stampa vaticana, un incontro per presentare il programma del prossimo cammino preparatorio del Pontificio Consiglio per la famiglia. Durante il meeting sono stati proposti, oltre ad innumerevoli iniziative pubblicitarie e di sponsorizzazione a livello nazionale e internazionale, vari progetti tra cui la realizzazione di un sito internet potenziato e rinnovato da parte del Pontificio Consiglio per la famiglia (www.familia.va), un secondo sito internet specifico per l’appuntamento mondiale di Milano (www.family2012.com), la diffusione a stampa e on-line di un volume di un centinaio di pagine (“La famiglia: il lavoro e la festa”) con le catechesi preparatorie in sette lingue da utilizzare in tutto il mondo. 

A riguardo sono intervenuti i cardinali Ennio Antonelli (Pontificio Consiglio per la famiglia) e Dionigi Tettamanzi (arcivescovo di Milano), insieme a vescovi ausiliari e collaboratori dell’iniziativa. Il vescovo ausiliare di Milano, monsignor Franco Giulio Brambilla, che ha coordinato la stesura delle catechesi preparatorie, ha presentato i contenuti dell’incontro mondiale del 2012: “La celebrazione dell’incontro mondiale metterà a fuoco tre modi di rinnovare la vita quotidiana: vivere le relazioni (la famiglia), abitare il mondo (il lavoro), umanizzare il tempo (la festa)”. “Le catechesi – ha detto – cercano di dipanare il filo rosso del tema nella tensione tra famiglia e società. La vita civile fatica a tener conto dei legami sociali che la precedono e sospinge la famiglia nel suo regime di appartamento (nel senso di ‘appartarsi’, ha sottolineato), mentre l’esperienza familiare sperimenta la sua fragilità ed è particolarmente vulnerabile di fronte ai processi sociali, in particolare quelli che incidono sulla sua vita quotidiana, come il lavoro e il tempo libero. Pertanto, le catechesi partono dalla vita quotidiana per aprirla al mondo, insistendo sulla famiglia come luogo di liberi legami”. 

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ROMA, ALLA PARROCCHIA DI SAN TOMMASO MORO AULE COMPUTER, LIBRERIE PER I GIOVANI E SOLIDARIETÀ

CHIESA CATTOLICA (Roma) – I cancelli della parrocchia di San Tommaso Moro, nel quartiere Tiburtino, sono sempre aperti, dalla mattina alla sera. «Quando sono stato nominato amministratore parrocchiale, pochi mesi fa, ho capito che c’era la forte necessità di entrare in dialogo con il territorio che non è molto vasto ed è abitato soprattutto da studenti universitari, molti fuori sede, e da anziani – spiega monsignor Andrea Celli –. É una parrocchia di frontiera che si colloca tra l’università La Sapienza, il Centro nazionale delle ricerche (Cnr) e il quartiere San Lorenzo. C’è bisogno di una vera evangelizzazione che si ponga in dialogo con delle realtà lontane, come quelle giovanili che, a volte, hanno forti pregiudizi verso la Chiesa».

La vocazione naturale di questa parrocchia è quella di entrare in contatto con i giovani e don Andrea, coadiuvato dal viceparroco don Edimilson Lima, ha incentrato questi primi mesi di attività proprio su questo e sull’evangelizzazione. «Abbiamo creato una sala studio con computer e librerie dove i ragazzi possono venire a studiare liberamente tutti i pomeriggi; una sala giochi, un salone parrocchiale e una sala catechesi. Si stanno completando i lavori dei campi da calcetto e pallavolo che saranno inaugurati e benedetti il 26 giugno, giorno in cui festeggeremo il nostro patrono con una Messa a cui farà seguito la finale di alcuni tornei che avranno inizio nei primi giorni di giugno», racconta il sacerdote. Lo stesso giorno il salone parrocchiale sarà intitolato a Giovanni Paolo II, mentre nei giorni precedenti, il 22 e il 24 giugno, si terranno in parrocchia rispettivamente una tavola rotonda sul primato della coscienza e una veglia di preghiera sul rapporto tra vita del Santo e radicalità evangelica, sempre nell’ambito della festa patronale.

Il gruppo universitario si riunisce ogni mercoledì per discutere sul tema “L’incontro con Cristo”. Laura Versace è una delle animatrici e spiega che tanti ragazzi sentono la parrocchia come una seconda famiglia: «È bello vedere come lo Spirito Santo opera in questi giovani, mettendo nel loro cuore il desiderio grande di conoscere il Signore. La sfida è cercare di far avvicinare quanti più ragazzi possibile, soprattutto i tanti fuori sede che abitano e circolano nel quartiere». Nella zona non sono molti i bambini, ma la parrocchia pensa anche a loro. Una ventina frequentano un gruppo di pre-Comunione, e ogni sabato pomeriggio si incontrano per seguire un percorso sulle parabole di Gesù e per giocare insieme nel grande parco che circonda la parrocchia. «Nel giardino è stato sistemato un piccolo parco giochi dove le mamme possono portare i loro bambini», dice ancora don Andrea. 

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LA MORTE DI BIN LADEN SCINTILLA PER UN CONFLITTO FRA IL CRISTIANESIMO E L’ISLAM

DIALOGO INTERRELIGIOSO (Islamabad, PAKISTAN) – Con la morte di Osama Bin Laden il rischio di una radicalizzazione del conflitto, che possa sfociare in una guerra fra cristianesimo e islam – osteggiata con forza da papa Benedetto XVI – è un “pericolo reale”. È l’opinione di un giornalista musulmano, esperto di politica e religione, secondo cui il capo di al Qaeda – ucciso ieri dalle forze speciali Usa – “non era il leader dell’islam, ma i suoi seguaci sono tutti musulmani” e la minoranza religiosa cristiana potrebbe essere il primo obiettivo di una vendetta. 

Il timore è condiviso da diversi leader cattolici, che parlano di un “successo” nella lotta contro il terrorismo, ma al tempo stesso chiedono più sicurezza, ribadendo che non è giusto gioire perché – come sottolineato ieri dal Vaticano – la morte di un uomo non può essere motivo di festa. Il timore più grande resta quello di una possibile “guerra di religione” aizzata dai gruppi fondamentalisti, nel tentativo di vendicare la morte di Osama Bin Laden. Un pericolo sottolineato da Aoun Sahi, musulmano ed editorialista di ‘The News International’, esperto di politica e religione in Pakistan. Le minoranze fra cui quella cristiana, spiega, saranno un “facile obiettivo” della vendetta dei gruppi radicali. “Osama Bin Laden – chiarisce l’editorialista – non era il leader dell’islam, ma i suoi seguaci sono tutti musulmani” ed è probabile che reagiranno alla sua morte con attacchi. Il luogo dove questo può avvenire potrebbe essere il Pakistan, che è più facile da colpire rispetto a Stati Uniti ed Europa, e all’interno del Paese la minoranza cristiana (identificata a torto con gli Usa e l’Occidente) è un bersaglio privilegiato. La popolazione è “scioccata e sorpresa” per la morte del leader di al Qaeda, ma il problema più grande sono le conseguenze dell’azione militare americana. “Al momento non sono successi gravi episodi di violenza – conclude Aoun Sahi – ma la morte del capo potrebbe scatenare reazioni” tali da sfociare in un conflitto fra cristiani e musulmani.

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TOR VERGATA,CERIMONIA CONCLUSIVA PER LA BEATIFICAZIONE:UN PIAZZALE DEDICATO A GIOVANNI PAOLO II

BEATO GIOVANNI PAOLO II (Roma)- La cerimonia conclusiva per la beatificazione di Giovanni Paolo II si è conclusa, ieri pomeriggio, con l’intitolazione al neo Beato del piazzale di Tor Vergata dove, nel lontano 2000 si tenne la Giornata mondiale della gioventù e che vide la presenza di oltre 2 milioni di giovani. In quell’occasione venne eretta una croce alta 40 metri 
realizzata dall’architetto Marco Petreschi e, successivamente, modificata dallo scultore Gino Giannetti con l’aggiunta del basamento e interventi di ristrutturazione. 

Renato Lauro, rettore della seconda università capitolina, ha accolto le autorità civili ed ecclesiali che hanno presenziato alla cerimonia: il cardinale Stanislao Dziwisz, arcivescovo di Cracovia; il cardinale Agostino Vallini, vicario generale per la diocesi di Roma; monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la pastorale universitaria; Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; il sindaco di Roma, Gianni Alemanno; Renata Polverini, presidente della Regione Lazio; e Claudio Strinati, dirigente del Ministero per i Beni e le attività culturali.Il rettore ha, poi, aggiunto che questo particolare evento ha un particolare significato perché, giunto all’indomani della beatificazione di Papa Wojtyla, dà inizio alla 5° edizione della festa della Pace promossa dalla cappellania universitaria. L’università non ha solo il compito di occuparsi di approfondire il bagaglio culturale degli studenti, ma deve anche essere una palestra dove insegnare i valori fondamentali per la formazione dei ragazzi come uomini e donne migliori. La parola è poi passata all’onorevole Letta che ha ricordato come Giovanni Paolo II avesse un profondo rapporto di amore con i giovani concludendo, poi, il suo intervento con un augurio di pace, soprattutto nei Paesi oggi scossi da cambiamenti interni. 

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“C’È SEMPRE UNA RAGIONE PER VIVERE” – CAMPAGNA PER LA VITA 2011 DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA

CHIESA NEL MONDO (Madrid) – La Conferenza Episcopale Spagnola ha presentato la Campagna per la Vita 2011 sul tema “C’è sempre una ragione per vivere”. La Giornata per la Vita si celebra il 25 marzo, festa dell’Annunciazione. Nella nota che hanno diffuso in occasione della Campagna, i Vescovi della sottocommissione episcopale Famiglia e Vita affermano che “La vita di ogni essere umano è sacra”. Ad ogni modo, sottolineano, “esiste attualmente un’oscurità che porta a non apprezzare la grandezza e la bellezza di ogni vita umana amata eternamente da Dio”. Secondo i presuli, “questa oscurità sull’origine sacra e la dignità assoluta della vita umana si estende ad altri momenti dell’esistenza delle persone in cui si mostra e si sperimenta la fragilità”. “Sono molti – aggiungono – quelli che non scoprono che la vita è un bene quando viene accompagnata da malattie gravi, handicap fisici o psichici, momenti di povertà o di solitudine, dalla debolezza che accompagna il passare degli anni o nel momento del tramonto della propria vita”. “Quando la società non sa dare senso al dolore o alla fragilità umana e abbandona le persone alla loro solitudine, noi membri della Chiesa ci sentiamo esortati a rispondere con l’amore di Cristo e a generare speranza in persone che, sentendosi amate e accompagnate nella loro sofferenza o solitudine, possono superare inganni e dolori, ovvero possono trovare la ragione per vivere”, affermano. Per la Campagna sono stati distribuiti nelle Diocesi spagnole 15.000 poster e 50.000 di ciascuno dei seguenti documenti: foglietto informativo, sussidio liturgico e nota dei Vescovi.

Video sorprendente

Quest’anno, la novità è un video sorprendente, creativo e pieno di gioia. In due minuti e mezzo racconta delle storie, e si può vedere su Youtube e condividere nelle reti sociali. Il video spiega che “c’è sempre una ragione per vivere” attraverso quattro storie, sviluppate in parallelo: un anziano in un ospedale accanto a suo figlio; un bambino malato che riceve un regalo dalla sua famiglia e dagli amici; due persone handicappate che mostrano gesti di affetto tra loro; una nonna che legge una storia ai suoi nipoti. La realizzazione tecnica del video è stata affidata alla casa di produzione “Dos cincuenta y nueve Films” e ha contato sulla partecipazione di attori volontari non professionisti. Tutte le iniziative relative alla Campagna si articolano in un nuovo microsito web che sta già servendo come punto di incontro. Su www.siemprehayunarazonparavivir.com si può visionare il video e il resto del materiale per la Giornata per la Vita.

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QUARESIMA, OGGI IN VATICANO LA SECONDA GIORNATA DI ESERCIZI SPIRITUALI DEDICATI A GIOVANNI PAOLO II

CHIESA(Città del Vaticano) – Si svolge oggi in Vaticano la seconda giornata di esercizi spirituali della Quaresima, che vede impegnati il Santo Padre Benedetto XVI e la Curia Romana. La giornata di oggi affronterà diversi aspetti della Quaresima, tra cui i temi mariani in rapporto a Giovanni Paolo II. La prima delle tre riflessioni proposte dal predicatore, padre François-Marie Léthel, dell’ordine dei carmelitani scalzi, sarà su “La grande scienza dei santi” (San Luigi Maria de Monfort) in Cielo come in Terra: “Scientia beata, scientia fidei, scientia amoris – Dalla Fides et Ratio alla Novo Millennio Ineunte”.

La seconda meditazione riguarderà il “Totus Tuus” cristocentrico e mariano di Papa Giovanni Paolo II come filo conduttore di tutta la sua vita, mentre la terza meditazione tratterà della carità, della fede e della speranza vissute da Giovanni Paolo II con Maria Santissima. Durante la settimana di esercizi spirituali, che terminerà sabato prossimo, sono sospese tutte le udienze del Santo Padre, compresa l’udienza generale del mercoledì.
Padre Léthel spiega con quale spirito si è preparato per questi esercizi spirituali.

“Mi sono immerso nella preghiera, ho detto di sì. Il grande avvenimento era la Beatificazione di Giovanni Paolo II, dunque dovevo impostare questo corso di esercizi come una preparazione spirituale alla Beatificazione di Giovanni Paolo II. Per me, dunque, questa è una missione, una cosa che viene da Dio. Mi sento molto piccolo dinanzi a questo, ma mi affido al Signore e alla Madonna”.

D. – Perché ha scelto come tema degli esercizi “La luce di Cristo nel cuore della Chiesa, Giovanni Paolo II e la teologia dei Santi”?

R. – Da tanti anni studio i Santi. Questo tema della santità è da sempre stato al centro di tutta la mia ricerca teologica. I Santi sono i grandi testimoni della santità della Chiesa e dunque, attraverso la loro testimonianza, la loro riflessione, la loro esperienza, risplende la luce di Cristo. Giovanni Paolo II è il Papa della santità e la sua Beatificazione è il riconoscimento ufficiale della sua santità. È il Papa che ha proclamato più Santi e Beati. È il Pontefice che ha presentato i Santi non solo come esempi di perfezione cristiana, ma anche come teologi nel senso più alto, come conoscitori di Dio. Li ha presentati come portatori, nel mondo di oggi, di questa luce di Cristo.

D. – Come si svilupperanno le sue meditazioni?

R. – Già la Tipografia vaticana ha preparato, per i partecipanti, un libretto molto bello ed ha messo sulla copertina un dipinto del Beato Angelico, che rappresenta il girotondo dei Santi. I Santi del cielo si danno la mano l’un l’altro. Per me quest’immagine è l’icona di questi esercizi. Si parte quindi da Giovanni Paolo II: è lui che, nella grazia della sua Beatificazione, guida questo girotondo e dà immediatamente la mano ai due Santi più legati a lui. Innanzitutto a San Luigi Maria Grignion di Montfort, che ha ispirato il suo “Totus Tuus”. Subito dopo dà la mano a Santa Teresa di Lisieux, che Giovanni Paolo II aveva proclamato “Dottore”, esperta della scienza dell’amore. Santa Teresa di Lisieux dà la mano ai due grandi Dottori della scienza della fede, che sono Anselmo e Tommaso, che Giovanni Paolo II citava nella “Fides et Ratio”. Ho voluto anche integrare con due Sante della fine del Medioevo: Santa Caterina da Siena e Santa Giovanna d’Arco che hanno vissuto un momento molto drammatico per il mondo e per la Chiesa. C’erano allora tanti problemi, tante ferite. Ci saranno poi due laiche: la venerabile Concita Armida de Cabrera, una grande mistica, e la Beata Chiara Luce Badano, morta nel 1990, che è anche la prima Beata del Movimento dei Focolari. Finiremo con la Festa di San Giuseppe, il 19 marzo. L’ultima meditazione è proprio dedicata a San Giuseppe, il patrono del Battesimo del Papa. Il girotondo si concluderà con lui.

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8 MARZO, MAGIS ORGANIZZA UN APERITIVO DI SOLIDARIETÀ PER LE DONNE DEL MOZAMBICO

SOCIALE (Roma) – L’8 Marzo è la data in cui ricorre la festa delle donne, destinate a ricevere mazzetti di mimose, spesso donati esclusivamente per questa occasione. Per la festa di domani la Fondazione Magis (Movimento e azione dei gesuiti italiani per lo sviluppo) ha deciso di organizzare un’iniziativa di solidarietà rivolta alle 23 donne mozambicane della cooperativa “8 de Março”, fondata nel 1978 e membro dell’Unione generale delle cooperative di Maputo. Domani alle 18:30, nella parrocchia di San Saba (piazza Bernini, 20) all’ombra della Piramide, con soli 5 euro ci sarà un aperitivo solidale, in cui si potranno degustare diversi cibi etnici.

La fondazione Magis si occupa e sostiene la diffusione di alberi di anacardo, pianta tropicale perenne ed originaria dell’America latina che produce un frutto composto da un peduncolo a forma di pera e da una sorta di castagna. La “pera” ha una polpa ricca di vitamina C e viene consumata sia come frutto sia in marmellate, succhi e bevande alcoliche; dal guscio della castagna si estrae invece un olio che viene utilizzato nell’industria delle vernici e anche in campo medico. La Fondazione Magis opera per migliorare la condizione delle donne del Mozambico, molte delle quali subiscono violenza. Le più colpite sono le contadine che, a causa delle vecchie tradizioni, sono vittime sottomesse ai loro mariti. Fortunatamente, però, queste donne non si perdono d’animo e reagiscono organizzandosi in gruppo. A dar loro una mano le associazioni locali ed il sostegno delle attività di cooperazione internazionale, che cercano di restituire loro una dignità umana e morale, in un percorso indirizzato verso una parità dei sessi.

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DUE AGNELLI IN RICORDO DEL MARTIRIO DI SANT’AGNESE

ROMA – Li lavano, li asciugano, li nutrono, li coccolano, li adornano a festa. A occuparsi dei due agnelli che nella memoria liturgica di sant’Agnese vengono presentati al Papa – e la cui lana sarà usata per confezionare i sacri palli – sono le suore della Sacra Famiglia di Nazareth, che da quasi 130 anni svolgono questo singolare e discreto compito. Un incarico che si inserisce nel carisma della congregazione – come ci ha detto la superiora Maria Solecka – quello cioè di vivere secondo lo stile della Sacra Famiglia, nel nascondimento e nel servizio alla Chiesa. Ce ne parla in questa intervista al nostro giornale suor Hanna Pomnianowska, una tra le religiose che vivono da più tempo nella comunità romana dell’Esquilino.

Da quanti anni vi occupate della preparazione degli agnelli?

Ha cominciato la nostra madre fondatrice, la beata Frances Siedliska nel 1884. A quel tempo, vi erano delle suore di un’altra congregazione che si occupavano della preparazione degli agnelli per la festa di sant’Agnese, ma si trattava di una comunità di religiose ormai anziane. La loro casa confinava con quella che la Siedliska aprì sull’Esquilino, a Roma. Dato che la nostra prima comunità era formata da molte giovani, quelle suore chiesero alla fondatrice se era disposta a prendersi quell’incarico. E lei accettò molto volentieri. Da allora, la tradizione si ripete: salvo alcuni anni nel periodo della seconda guerra mondiale, abbiamo sempre provveduto a preparare gli agnelli per il rito.

Cosa avviene quando ricevete gli agnelli?

Il 20 gennaio di ogni anno i trappisti delle Tre Fontane ci portano i due agnelli. Appena ricevuti, li portiamo all’ultimo piano della nostra casa, dove abbiamo un grande terrazzo con la lavanderia. Potete immaginare che essi diventano la gioia di tutta la comunità, specialmente delle suore più giovani. La suora incaricata della cura dei due agnelli è Wanda Baran che, da quando è arrivata a Roma negli anni della seconda guerra mondiale, si occupa di loro. In genere è aiutata da altre tre o quattro suore. La prima cosa che facciamo è lavarli. Li mettiamo in un lavatoio e con del sapone per bambini eliminiamo delicatamente lo sporco. In questo modo, facciamo risplendere il bianco della loro lana. Poi li asciughiamo: una volta si faceva con dei panni ora con il phon. Stiamo molto attente a non lasciare umido il loro manto, perché sono piccoli e potrebbero ammalarsi. Per questo riscaldiamo bene l’ambiente. Dopo l’asciugatura, li mettiamo all’interno di una vasca ricoperta di paglia e chiusa con dei teli, perché non prendano freddo. Diamo loro da mangiare del fieno e a questo punto sono pronti per trascorrere la notte nella lavanderia.

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L’ADUNANZA EUCARISTICA NAZIONALE ACCENDE LA SPERANZA DEI GIOVANI PUGLIESI NEI GIORNI DELLA FOCARA

NOVOLI(LE) – Le tradizioni culturali e religiose legate al territorio ed ai giovani non sempre sono elementi di una stessa orchestra, e nella società moderna in molte occasioni le generazioni che crescono perdono i contatti con quelle forme di tradizione che invece, proprio dal territorio, prendono origine e storia. Non è il caso dell’Associazione Nazionale dei Papaboys che in questo anno 2011 all’insegna del tema “Il seme della speranza” vuole proporsi come mezzo per rinsaldare il legame che ogni cittadino, soprattutto se giovane, dovrebbe avere con la propria terra. Ed è anche per questo che l’Associazione Nazionale Papaboys sabato 15 gennaio sarà a Novoli, in provincia di Lecce, dove si terrà la giornata dedicata ai giovani della “Focara” Popolare, presso la Parrocchia di S. Antonio Abate.

La “Focara” è il simbolo di Novoli, un monumento unico nella sua grandezza. Un enorme falò di tralci di vite secchi che vengono sapientemente lavorati e messi insieme con tecniche antichissime, che si tramandano di padre in figlio. Il risultato è una pira di 20 metri di diametro e 22 metri di altezza, che non ha pari almeno in Italia e nel bacino del Mediterraneo. La “Focara” rimanda al fuoco al quale S. Antonio Abate, Santo Patrono di Novoli, è inscindibilmente legato, secondo riti e tradizioni ancestrali. Questa grande costruzione agricola viene accesa la sera del 16 gennaio con uno spettacolo di fuochi pirotecnici e rappresenta il punto di riferimento per gli eventi e le manifestazioni che proseguono fino a notte inoltrata.

L’accensione della”Focara” è il momento culminante della festa “Sant’Antonio e la Focara 2011 – I Giorni del Fuoco” e la piazza che la ospita, piazza Tito Schipa, conta la presenza di almeno 50.000 persone. Prima tappa di questa “giornata dei giovani” sarà un raduno previsto per le 16.30 in Piazza Regina Margherita, dove avrà inizio la “Marcia della Pace”, promossa dai Giovani dell’Azione Cattolica, che si estenderà per le vie di Novoli allo scopo di riflettere e pregare per la pace.

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NUOVO LIBRO SULL’INDIA. LAPIERRE: SIA BENEDETTA CALCUTTA (E MADRE TERESA)

INDIA – L’orgoglio del cielo! Venticinque anni dopo che la Grande Anima dell’India aveva lanciato questo appello, trovo la presenza di Dio in qualunque strada di Calcutta mi conduca la mia inchiesta. Può accadere, come la settimana scorsa, che veda bloccare la circolazione da una processione irta di stendardi e di orifiamme verdi, che sbuca in Chittapore Road accompagnata da una gran cacofonia di fanfare. Si celebrava Muharram, il Capodanno islamico. I tre milioni di musulmani di Calcutta erano per la strada. Era un giorno festivo come un’altra dozzina di giorni festivi previsti dal calendario della città, che è un vero guazzabuglio di popoli e di credenze. Due giorni prima, un’esplosione di petardi aveva svegliato di soprassalto me e con me tutta la città. I sikh celebravano la nascita del guru Nanak, venerato fondatore della loro comunità. Se quel giorno avessi cercato un taxi, ci sarebbero state nove probabilità su dieci che i loro autisti con la barba arrotolata e il turbante blu o rosso avessero abbandonato le vetture per andare a onorare il loro guru.

Oggi, a essere in effervescenza è il Barra Bazar. I jain digambara festeggiano il ritorno della stagione dei pellegrinaggi che coincide con la fine ufficiale della stagione dei monsoni. Ma è soprattutto la festa di Durga, la dea indù distruttrice del demonio, a fare di Calcutta un luogo sacro della fede. Per quattro giorni e quattro notti, una città tristemente nota diventa una città magica, piena di luce, di gioia e di speranza. Ho la fortuna di vivere i riti di questa festa con l’uomo-risciò Hasari Pal, e i suoi compagni di stanghe. Grazie a loro, scopro un posto incredibile: un intero quartiere di vecchie rimesse, di miserabili laboratori e di viuzze dove centinaia di uomini producono, di padre in figlio, la più incantevole collezione di opere d’arte che sia mai stata dedicata a una divinità o ai suoi santi. Per un anno intero, questi artisti della casta dei vasai hanno gareggiato in creatività e devozione, facendo nascere dalle proprie mani le più grandi, le più sontuose rappresentazioni della dea Durga. Un lavoro prodigioso: dopo aver costruito l’ossatura con la paglia intrecciata, i vasai rivestono il modello di argilla grigia, poi la modellano delicatamente per darle la forma e l’espressione volute. Per finire, decorano la statua con il pennello, conferendole un aspetto fantastico e volutamente grottesco. Il quarto giorno di festa, al crepuscolo, camion, carretti a mano, taxi, e risciò per le più piccole, portano le statue e i loro devoti proprietari in riva all’Hooghly, il tumultuoso braccio del Gange. Ogni statua viene quindi inghirlandata di fiori e le famiglie le calano lentamente, rispettosamente, nell’acqua.

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FESTA PAPABOYS – SEMI DI SPERANZA (parte terza)

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FESTA PAPABOYS – SEMI DI SPERANZA (parte prima)

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CINQUE ANNI INSIEME – LA FESTA DEI PAPABOYS PER ACCENDERE LA SPERANZA OLTRE LA CRISI

ROMA – Andare oltre la crisi, portare speranza. Con questo spirito è stata vissuta l’importante data di ieri 14 Dicembre per l’Associazione Nazionale Papaboys. Tempo di bilanci e festeggiamenti per questo traguardo tagliato: il primo lustro è ormai alle spalle, lo sguardo è già rivolto ai prossimi cinque anni. Nonostante le attenzioni dell’Italia fossero orientate quasi esclusivamente verso le votazioni in Parlamento, nonostante il clima da guerra civile che si respirava nelle strade della Capitale, nonostante tutto questo: i Papaboys il loro piccolo seme di speranza sono riusciti a piantarlo.

La giornata si è aperta presso la navata laterale della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano dove Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Emery Kabongo – già segretario particolare del servo di Dio Giovanni Paolo II -, con la presenza del concelebrante Don Jean Marie Audenaert, ha accolto una delegazione dell’Associazione ed ha celebrato una speciale messa privata. “Cari Papaboys, voi seguite l’insegnamento dei Papi..e dico Papi perché siete nati con Giovanni Paolo II e proseguite il vostro percorso con Papa Benedetto XVI” queste sono state le parole di accoglienza di Sua Eccellenza che ha riposto fiducia nei ragazzi del Papa per la diffusione della parola di Gesù, confidando nel loro operato e nei loro progetti futuri. Dalle 17.30 la giornata-evento si è trasferita a Palazzo Grassi dove, alle 18.15, è iniziata la convention “Cinque anni insieme – Il seme della speranza” a cui hanno partecipato numerosi ospiti del mondo delle Istituzione, del mondo Cattolico e amici dell’Associazione. La conferenza, moderata dalla Dottoressa Antonella Freno, ha visto il susseguirsi di numerosi interventi,ognuno dei quali associato ad un tema specifico ma con unico denominatore comune: i giovani e la speranza.

Dopo una veloce introduzione e un saluto agli ospiti presenti da parte del Presidente dell’Associazione Daniele Venturi e della Dottoressa Antonella Freno, a prendere la parola è stato Giovanni Scanagatta– Segretario generale dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) – che ha esposto uno dei temi più importanti per l’Italia e non solo, quello dei giovani e del mondo del lavoro. A seguire l’intervento di Don Patrizio Benvenuti, Presidente della Fondazione Kepha e sponsor della Nazionale di calcio Papaboys, che ha rivolto ai presenti un splendido discorso incentrato sulla speranza e sulla fede, mura portanti per poter costruire un futuro diverso, migliore. Giovani e Istituzioni è stato il tema trattato dal Presidente della Commissione Bilancio del comune di Reggio Calabria Demetrio Berna e da Fabrizio Santori, Presidente della Commissione Speciale per la Sicurezza Urbana del Comune di Roma.

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IL PAPA SCRIVE A BARTOLOMEO I PER LA FESTA DI SANT’ANDREA: SERVE UNA COMUNE TESTIMONIANZA

CITTA’ DEL VATICANO – Progredire sul cammino verso la piena comunione: è l’esortazione espressa da Benedetto XVI in un messaggio al Patriarca ortodosso, Bartolomeo I, in occasione dell’odierna festa di Sant’Andrea Apostolo, patrono del Patriarcato ecumenico. Il documento è stato consegnato a Bartolomeo I dal cardinale Kurt Koch, presidente del dicastero vaticano per l’Unità dei Cristiani, che si trova ad Instanbul assieme ad una delegazione vaticana per la festa di Sant’Andrea.

La festa di Sant’Andrea, scrive il Papa, rappresenta “un forte invito a rinnovare la propria fedeltà all’insegnamento degli Apostoli e a divenire annunciatori instancabili della fede in Cristo, con la parola e la testimonianza della vita”. In questo nostro tempo, avverte Benedetto XVI, “tale invito è urgente come non mai e interpella tutti i cristiani”. In un mondo segnato da “una crescente interdipendenza e solidarietà”, infatti, “siamo chiamati a proclamare con rinnovata convinzione la verità del Vangelo e a presentare il Signore Risorto come la risposta alle più profonde domande e aspirazioni spirituali degli uomini e delle donne di oggi”. Per poter riuscire in questo “grande compito”, si legge nel messaggio, “dobbiamo continuare a progredire sul cammino verso la piena comunione, mostrando di avere già unito i nostri sforzi per una comune testimonianza al Vangelo di fronte agli uomini del nostro tempo”. Per questa ragione, il Papa esprime la sua sincera gratitudine al Patriarca ecumenico per l’ospitalità offerta lo scorso ottobre a Rodi ai delegati delle Conferenze episcopali d’Europa, che si sono riuniti con i rappresentati delle Chiese Ortodosse d’Europa per il II Forum cattolico-ortodosso sul tema “Rapporti Chiesa – Stato: prospettive teologiche e storiche”. Il Papa assicura infine di seguire “con attenzione” i “saggi sforzi” di Bartolomeo I “per il bene dell’Ortodossia e per la promozione dei valori cristiani in molti contesti internazionali”. Il cardinale Kurt Koch è dunque a Istanbul, assieme alla delegazione della Santa Sede per la Festa del Patriarcato Ecumenico. La visita avviene nel quadro dello scambio di delegazioni per le rispettive feste dei Santi Patroni, il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei Santi Pietro e Paolo e, appunto, il 30 novembre a Istanbul per la celebrazione di Sant’Andrea. Tra i momenti forti di questa mattina, la solenne Divina Liturgia presieduta da Bartolomeo I nella chiesa patriarcale del Fanar e l’incontro della delegazione vaticana con il Patriarca e con la Commissione sinodale incaricata delle relazioni con la Chiesa cattolica.

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IL PAPA NON È COME LO DESCRIVONO I GIORNALI: IL VICE COMANDANTE GSP RACCONTA

CITTA’ DEL VATICANO – “Si dice che in Vaticano si può perdere la fede! Si dice! Ma io credo che si deve essere sempre realistici. La Chiesa è fatta da uomini e gli uomini sono fragili e peccatori. Questo mi ha fatto capire che il Vaticano non è, come si pensa da noi, un posto simile al Paradiso, dove sono solo i Santi che decidono. Il Vaticano è uno Stato composto da uomini. Come sono? Non sta a me dirlo, ma posso dire che qui ci sono anche i Santi”.

A raccontare così la vita dello stato più piccolo e interessante del mondo è il nuovo vice comandante della Guardia Svizzera Pontificia, il Tenenente Colonello Christoph Graf in un’intervista rilasciata ad Anna Artymiak per l’agenzia Gaudium Press. In occasione della Festa di Sana Martino di Tours, uno dei tre patroni della Guardia, il neo vice comandante ha raccontato un po’ di se stesso. Ad esempio come ha deciso di entrare nel corpo militare più piccolo e famoso del mondo. “Lavoravo alle Poste Svizzere vicino casa mia e avevo già 25 anni. Un giorno ho pensato: “Ma che vita è questa? Andare sempre alla mattina al lavoro e tornare alla sera per i prossimi 40 anni? Non posso continuare così”. Volevo uscire dalla quotidianità. A Lucerna dove prima ho lavorato, ho visitato una mostra sulla Guardia Svizzera Pontificia. Ho preso un fascicolo informativo sul Corpo, l’ho letto attentamente e subito ho pensato che poteva essere qualcosa adatto a me, dal momento che per me la fede è sempre stata una cosa molto importante, il 2 marzo 1987 sono arrivato a Roma”.

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PRESENTATO IERI A MADRID L’INNO UFFICIALE DELLA GMG 2011 “SALDI NELLA FEDE”

ROMA – E’ stato presentato ieri – in occasione della festa della Vergine dell’Almudena, Patrona di Madrid – l’inno ufficiale della prossima Giornata Mondiale della Gioventù in programma a Madrid nel 2011. “Saldi nella fede” è il titolo del brano che si ispira al testo di san Paolo “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”, scelto da Sua Santità Benedetto XVI per l’occasione.

Il brano eseguito dall’Orchestra giovanile della Comunità di Madrid (JORCAM) e dal coro di voci bianche de El Escorial sarà distribuito a partire dal prossimo 19 novembre. L’autore del testo è Mons. César Franco Martinez, coordinatore generale della Gmg e Vescovo ausiliare di Madrid. Secondo Mons. César Franco “le strofe evidenziano l’umanità santissima di Cristo nello stile della tradizione mistica spagnola e cercano di avvicinarla ai giovani”. L’autore della musica è Enrique Vázquez Castro, sacerdote di Victoria e rinomato compositore di musiche ecclesiali. Per scrivere la musica, ha detto Vázquez, “la prima sfida è stata quella di elaborare una melodia che aiutasse a capire il testo, cantarlo e recitarlo”. L’inno è stato presentato in tre versioni: una liturgica, una strumentale per grandi cori e una popolare.

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LA CORSA DEI SANTI: UNA GARA DI SOLIDARIETA’ A FAVORE DELLE VITTIME DELLE INONDAZIONI IN PAKISTAN

ROMA , 1 NOVEMBRE 2010 – Giunta ormai alla sua terza edizione, la Corsa dei Santi, iniziativa voluta e organizzata dalla “Fondazione Don Bosco nel Mondo” è cresciuta progressivamente mantenendo fede ai suoi molteplici scopi istituzionali che sono quelli di: dare visibilità di festa popolare alla celebrazione di Ognissanti dalla quale prende il nome, portare in primo piano un’emergenza umanitaria che chiede la nostra solidarietà, promuovere i valori dello sport secondo la tradizione educativa salesiana. Il percorso che si snoda all’interno del centro storico di Roma, tra piazze, chiese, palazzi gentilizi e vestigia antiche, ne fa una delle corse più belle del mondo. La presenza di atleti in gara insieme a intere famiglie in festa ne fanno un’occasione per animare di gioia e colori il giorno dedicato alla schiera invisibile di coloro che, nella chiesa, hanno raggiunto l’importante traguardo della santità. La Corsa supporta in ogni sua edizione una finalità benefica. Nella prima edizione, tramite i proventi del numero unico di SMS Solidale pubblicizzato nel corso della trasmissione televisiva sono stati raccolti fondi per le Opere Mamma Margherita di Lubumbashi – Congo. Nella seconda edizione la raccolta fondi ha sostenuto il progetto missionario in favore dei RAGAZZI ex-SOLDATO dello Sri Lanka. La finalità benefica di questa terza edizione della corsa è quella di perfezionare la seconda fase di un programma di soccorso alle vittime delle inondazioni in Pakistan.

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FONTANE DI LUCE E MUSICA IN PIAZZA POLITEAMA, I GIOVANI DI SICILIA CREDONO NEL CAMBIAMENTO.

PALERMO, SABATO 2 OTTOBRE 2010 – Mancano ormai poche ore all’arrivo di Papa Benedetto XVI a Palermo e le strade del capoluogo siciliano sono già piene di giovani in festa. I Papaboys di Sicilia non potevano mancare a questo appuntamento per testimoniarvi questa nuova esperienza di fede. Sabato pomeriggio alle 18 i Vescovi provenienti da diverse diocesi siciliane hanno incontrato i giovani, palermitani e non, per riflettere con loro sui temi che ci stanno più a cuore in questo momento: lavoro, scuola e università, giustizia e legalità, cittadinanza attiva e ambiente. Le “Fontane di Luce” (questo il nome dato alle catechesi dei Vescovi) hanno davvero illuminato la nostra mente. Ho ascoltato a lungo S.E. Mons. Salvatore Muratore (Vescovo della diocesi di Nicosia in provincia di Enna) che ha affrontato l’ambito di riflessione relativo all’ambiente nella chiesa di S. Anna La Misericordia. S. E. Mons. Muratore ha dato il benvenuto ai giovani di Acireale e alle famiglie di Mazara del Vallo con queste parole: “Mi auguro che voi giovani attingendo alle fontane di luce possiate diventare delle fiaccole di luce” […] Dio ha messo il segno più su tutte le cose. C’entra la fede con l’ambiente? Dove sta andando l’umanità? Quale futuro sta preparando? Cosa dobbiamo fare? Lo stupore è la molla della vita.

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NON NEGOZIABILE: IL PAPA RIPROPONE IL TEMA CRUCIALE DEL RAPPORTO TRA FAMIGLIA, LAVORO E FESTA.

ETICA E SOCIETA’ – Perché non lanciare una buona volta una campagna «Io non compro la domenica»?

«Ai nostri giorni, purtroppo, l’organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico. Occorre perciò promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà». Nella versione odierna del magistero – in cui tutti prendono fondamentalmente ciò che fa comodo alla propria bottega – questo passaggio della Lettera del Papa al Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia presentata venerdì scorso in vista dell’incontro mondiale che si terrà nel 2012 a Milano, è scivolata via come se niente fosse.

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ADUNANZA EUCARISTICA NAZIONALE – LA TESTIMONIANZA DI LOREDANA

ADUNANZA EUCARISTICA NAZIONALE – I giorni dell’attesa non passavano mai… Quello di Circo Massimo, negli anni, era diventato un appuntamento irrinunciabile. La preparazione, le aspettative, il desiderio di quel silenzio, tesoro prezioso nella frenesia romana, la speranza di rincontrare qualche vecchio amico ed il rinnovarsi di quella deliziosa sensazione di non averlo mai avuto lontano, acuivano la lungaggine del tempo, nonostante diminuisse regolarmente. All’alba di sabato, 26 giugno, l’emozione incontenibile mi ha commosso. Avevo festeggiato due anni prima, in una notte come quella che si stava preparando, i miei 40 anni, con mio marito, mia figlia, i Papaboys e tanta Diocesi di Roma… e di chissà dove. I libretti dei canti erano pronti, le piste di riflessione per guidare l’assemblea all’Adorazione anche. Si trattava solo di attendere che arrivasse l’ora e di andare. E mi risuonava nel cuore quel ‘Surgite, eamus!’, ‘Alzatevi, andiamo!’, che Giovanni Paolo II ci aveva detto tante volte, scritto, raccontato… Ero certa che ci sarebbe stato il sole… Ma nel pomeriggio, a suon di qualche tuono solenne, il nubifragio su Roma… Signore!! Ma come?? Oggi???’… quant’è piccolo il cuore dell’uomo…

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