Archivi tag: fratelli

GIOVANI: GMG, LA PENITENZIALE PRIMA DELLA PARTENZA

Il momento di preghiera presieduto dal cardinale vicario per preparare i giovani romani alle giornate nella Capitale spagnola. Vallini: «Madrid, momento proficuo per la nostra vita».

SPECIALE GMG (Roma) – Per i giovani romani la XXVI Giornata mondiale della gioventù si fa sempre più vicina. E a poco meno di un mese dal pellegrinaggio a Madrid per incontrare il Santo Padre, che si svolgerà dal 14 al 23 agosto, i ragazzi della diocesi che partiranno hanno vissuto ieri sera (mercoledì 20 luglio) un momento di meditazione in San Giovanni in Laterano. Una liturgia penitenziale, presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini, divisa in due momenti: la liturgia della Parola e la confessione individuale. Ad animare il momento di preghiera è stato il coro della diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina.

«La tappa di stasera- afferma il cardinale rivolgendosi ai numerosi giovani presenti- dà inizio a Madrid», definendo il viaggio verso la Capitale spagnola «un autentico pellegrinaggio, ossia un tempo di distacco dagli impegni quotidiani per disporre il cuore all’incontro con il Signore attraverso l’esperienza dell’essenzialità, della fatica, dell’incontro con i fratelli».

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=5196

Lascia un commento

Archiviato in GMG 2011 MADRID, NEWS & INFO

BENEDETTO XVI: “LA PREGHIERA È UNA LOTTA CON DIO CHE SI VINCE ARRENDENDOSI AL SUO AMORE”

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Il Papa durante l’udienza generale in Piazza San Pietro di stamani ha proseguito la sua catechesi sulla preghiera spiegando il racconto biblico della lotta di Giacobbe con Dio al guado dello Yabbok, di notte: la Chiesa – ha detto – “ha visto in questo racconto il simbolo della preghiera come combattimento della fede e vittoria della perseveranza”. “La preghiera – ha proseguito il Pontefice – richiede fiducia, vicinanza, quasi in un corpo a corpo simbolico non con un Dio avversario e nemico, ma con un Signore benedicente che rimane sempre misterioso, che appare irraggiungibile”. Una lotta – ha aggiunto – che “non potrà che culminare nel dono di se stessi a Dio, nel riconoscere la propria debolezza, che vince proprio quando giunge a consegnarsi nelle mani misericordiose di Dio”. “Tutta la nostra vita – ha concluso – è come questa lunga notte di lotta e di preghiera, da consumare nel desiderio e nella richiesta di una benedizione di Dio che non può essere strappata o vinta contando sulle nostre forze, ma deve essere ricevuta con umiltà da Lui, come dono gratuito che permette, infine, di riconoscere il volto del Signore”. Di seguito il testo della catechesi: 

Cari fratelli e sorelle,

Oggi vorrei riflettere con voi su un testo del Libro della Genesi che narra un episodio un po’ particolare della storia del Patriarca Giacobbe. È un brano di non facile interpretazione, ma importante per la nostra vita di fede e di preghiera; si tratta del racconto della lotta con Dio al guado dello Yabboq.

Come ricorderete, Giacobbe aveva sottratto al suo gemello Esaù la primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie e aveva poi carpito con l’inganno la benedizione del padre Isacco, ormai molto anziano, approfittando della sua cecità. Sfuggito all’ira di Esaù, si era rifugiato presso un parente, Labano; si era sposato, si era arricchito e ora stava tornando nella terra natale, pronto ad affrontare il fratello dopo aver messo in opera alcuni prudenti accorgimenti. Ma quando è tutto pronto per questo incontro, dopo aver fatto attraversare a coloro che erano con lui il guado del torrente che delimitava il territorio di Esaù, Giacobbe, rimasto solo, viene aggredito improvvisamente da uno sconosciuto con il quale lotta per tutta una notte. Proprio questo combattimento corpo a corpo – che troviamo nel capitolo 32 del Libro della Genesi – diventa per lui una singolare esperienza di Dio.

La notte è il tempo favorevole per agire nel nascondimento, il tempo migliore, dunque, per Giacobbe, per entrare nel territorio del fratello senza essere visto e forse con l’illusione di prendere Esaù alla sprovvista. Ma è invece lui che viene sorpreso da un attacco imprevisto, per il quale non era preparato. Aveva usato la sua astuzia per tentare di sottrarsi a una situazione pericolosa, pensava di riuscire ad avere tutto sotto controllo, e invece si trova ora ad affrontare una lotta misteriosa che lo coglie nella solitudine e senza dargli la possibilità di organizzare una difesa adeguata. Inerme, nella notte, il Patriarca Giacobbe combatte con qualcuno. Il testo non specifica l’identità dell’aggressore; usa un termine ebraico che indica “un uomo” in modo generico, “uno, qualcuno”; si tratta di una definizione vaga, indeterminata, che volutamente mantiene l’assalitore nel mistero. È buio, Giacobbe non riesce a vedere distintamente il suo contendente e anche per il lettore esso rimane ignoto; qualcuno sta opponendosi al Patriarca, è questo l’unico dato certo fornito dal narratore. Solo alla fine, quando la lotta sarà ormai terminata e quel “qualcuno” sarà sparito, solo allora Giacobbe lo nominerà e potrà dire di aver lottato con Dio.

L’episodio si svolge dunque nell’oscurità ed è difficile percepire non solo l’identità dell’assalitore di Giacobbe, ma anche quale sia l’andamento della lotta. Leggendo il brano, risulta difficoltoso stabilire chi dei due contendenti riesca ad avere la meglio; i verbi utilizzati sono spesso senza soggetto esplicito, e le azioni si svolgono in modo quasi contraddittorio, così che quando si pensa che sia uno dei due a prevalere, l’azione successiva subito smentisce e presenta l’altro come vincitore. All’inizio infatti Giacobbe sembra essere il più forte, e l’avversario – dice il testo – «non riusciva a vincerlo» (v. 26); eppure colpisce Giacobbe all’articolazione del femore, provocandone la slogatura. Si dovrebbe allora pensare che Giacobbe debba soccombere, ma invece è l’altro a chiedergli di lasciarlo andare; e il Patriarca rifiuta, ponendo una condizione: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto» (v. 27). Colui che con l’inganno aveva defraudato il fratello della benedizione del primogenito, ora la pretende dallo sconosciuto, di cui forse comincia a intravedere i connotati divini, ma senza poterlo ancora veramente riconoscere. 

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=5063

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO

CARITAS, FINO A VENERDÌ CELEBRAZIONI PER LA 19A ASSEMBLEA GENERALE. IERI LA MESSA DEL CARD. BERTONE

SOCIALE (Roma) – Ieri pomeriggio il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, ha presieduto, presso la Domus Mariae di Roma, la Messa per 300 delegati della Caritas Internationalis per la celebrazione, dal 22 al 27 maggio, della 19ma Assemblea Generale (nel 60° anniversario della fondazione). Nel corso della celebrazione liturgica, il Cardinale si è espresso sul ruolo che la Caritas deve ricoprire, un compito educativo e di sensibilizzazione affinché tutti riconoscano nei poveri i propri fratelli.“Svelare il volto dei fratelli, aiutare i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà a prendersi cura come propri dei loro bisogni e dell’esigenza di pieno riconoscimento della loro dignità, è l’impegno fondamentale di Caritas Internationalis, e anche l’obiettivo di un rinnovato rapporto con gli organismi della Santa Sede, che auspico come frutto di questa Assemblea”, ha dichiarato. 

Il porporato ha ricordato che esiste un livello di servizio rilevante, quello di “raggiungere, in modo convincente e rispettoso, la mente e il cuore dei credenti e di tutte le persone di buona volontà affinché riconoscano nei poveri i loro fratelli”, e ha indicato che questo “è ciò che intendeva il Servo di Dio Paolo VI quando insisteva sul compito primariamente educativo della Caritas”. La Caritas, ha aggiunto, “offre ai fedeli un’opportunità privilegiata di condividere la missione della Chiesa e di essere stretti a Gesù Cristo”. “Caritas Internationalis e le Caritas nazionali e locali fanno un bene immenso quando aiutano le persone e le comunità a riconoscere con amore la presenza di altri fratelli nel bisogno, che è la presenza di Cristo stesso; quando riescono a scuotere le loro coscienze, affinché, sia nelle libere iniziative, sia nella collaborazione con la carità organizzata della Chiesa, sentano sempre l’esigente premura della condivisione evangelica”, ha segnalato. Il compito educativo della Caritas è quello di “poter rafforzare nei cristiani e negli uomini di buona volontà una consapevolezza operativa di fraternità, specialmente verso i più poveri, occorre vivere in Gesù Cristo, che è la via, la verità e la vita, ed essere animati dal suo Santo Spirito”. Cristo, ha affermato, si trova “nella Parola e nel Pane di vita, nella preghiera personale e nei Sacramenti, ma anche Lo troveremo e trasmetteremo la sua vita agli altri nell’agire di Caritas”. 

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=5040

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

PAPA: “NON SENTIAMO DIO PERCHÉ CI DISTURBEREBBE, E COSÌ RESTIAMO INSENSIBILI AL MALE”

All’udienza generale, illustrando il Triduo pasquale, Benedetto XVI si sofferma sulla preghiera del Gestsemani e sulla “sonnolenza” dei discepoli. L’uomo “per sua natura, è portato a seguire la sua volontà e quindi oppone la sua autonomia” alla volontà di Dio. Ma questo è sbagliato, la volontà di Dio “non è un’opposizione, non è una schiavitù, ma è entrare nel bene”.

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – L’uomo è portato a non voler vedere “tutta la forza del male”, ha una “insensibilità” al potere del male, che alla fine è “insensibilità di Dio”: “non sentiamo Dio perché ci disturberebbe, e così restiamo insensibili al male”. L’uomo, infatti, “per sua natura, è portato a seguire la sua volontà e quindi oppone la sua autonomia” alla volontà di Dio. Ma questo è sbagliato, la volontà di Dio “non è un’opposizione, non è una schiavitù, ma è entrare nel bene”: trasformare il nostro “no” in “sì”, “consapevoli che anche se si oppone alla nostra volontà, lì si trova il nostro vero bene”, che “trasforma l’umanità e ci redime”, perché “la volontà del Padre è amore, è il bene”. Alla vigilia del Triduo pasquale, “fulcro dell’intero anno liturgico”, Benedetto XVI ha spiegato così, alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro per l’udienza generale, parlando in gran parte a braccio, la notte del Getsemani, uno dei momenti centrali dei riti che la Chiesa si prepara a celebrare in tutto il mondo. Il primo appuntamento, ha ricordato, è per domani mattina, “Giovedì Santo, quando si fa memoria dell’istituzione dell’eucaristia e del sacerdozio. In mattinata, con la Messa crismale, ogni comunità si riunisce intorno al vescovo per la benedizione degli oli santi: per l’intero anno serviranno per i battesimi, le confermazioni, le ordinazioni sacerdotali ed episcopali e l’unzione degli infermi. Si evidenzia in tal modo come la salvezza scaturisca proprio dalla Risurrezione”. “Durante la Messa crismale c’è anche il rinnovo delle promesse sacerdotali. Nel mondo intero ogni sacerdote rinnova gli impegli a servizio dei fratelli”.

Nel pomeriggio “inizia veramente in Triduo con la celebrazione dell’Ultima cena”. Secondo la tradizione, ogni famiglia ebrea nelle feste di Pasqua mangia l’agnello arrostito in memoria della liberazione dall’Egitto. Cosi Gesù vero agnello pasquale “con la benedizione del pane e del vino manifesta la sua volontà di restare per sempre” sotto le specie eucaristiche. Nella lavanda dei piedi, poi, cè il ricordo dell’invito “ad amarsi gli uni e gli altri come ha fatto Lui”. Il Giovedì santo si chiude con l’adorazione eucaristica nel ricordo dell’Orto del Getsemani, quando Gesù rivolse agli apostoli l’invito a “vigilare”, ma essi furono presi dalla “sonnolenza”. “Ma cos’è la sonnolenza e cosa la vigilanza?”. Si tratta di “una certa insensibilità dell’anima del potere del male, una insensibilità per tutto il male del mondo: non vogliamo lasciarci turbare troppo da queste cose, vogliamo dimenticare, forse, pensiamo, non è importante. Non è solo insensibilità verso il male, ma anche insensibilità di Dio”. “E’ la nostra vera sonnolenza per la presenza di Dio che ci fa insensibili anche al male: non sentiamo Dio perchè ci disturberebbe, e così restiamo insensibili al male”.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4791

Lascia un commento

Archiviato in BEATIFICAZIONE GIOVANNI PAOLO II, GIOVANNI PAOLO II, NEWS & INFO

INDIA, VENERDÌ SANTO OLTRE 20.000 FEDELI IN PELLEGRINAGGIO PER I CRISTIANI PERSEGUITATI

ESTERI (India) – Un silenzioso pellegrinaggio all’insegna del digiuno e della preghiera. Questa è l’iniziativa, promossa dall’Ong cattolica “Catholic Secular Forum” (Csf), che si terrà il giorno del prossimo Venerdì Santo. Partendo dalla chiesa del Sacro Cuore di Mumbai, i fedeli, dopo 10 km di marcia, arriveranno al Convento di San Carlo. Oltre 20.000 cristiani indiani, appartenenti a numerosi gruppi e associazioni, si riuniranno in preghiera per i loro fratelli perseguitati, particolarmente per le vittime degli attacchi anticristiani. Joseph Dias, laico cattolico e direttore del Csf, riferisce all’agenzia Fides la scelta del giorno del Venerdì Santo per questo pellegrinaggio: “la comunità dei credenti ha avvertito l’esigenza di dedicare il Venerdì Santo – giorno in cui si riflette e si prega sulla Crocifissione di Cristo – a tutti quei fedeli che oggi sono ‘crocifissi’ in India e nel mondo”.

Non solo Mumbai, ma anche le comunità cristiane delle maggiori città indiane – Delhi, Calcutta, Bangalore e altre – si stanno mobilitando per organizzare pellegrinaggi e sensibilizzare, anche attraverso la preghiera, le istituzioni e l’opinione pubblica,. Dias sottolinea la grande preoccupazione dei cristiani residenti in India: “gli attacchi anticristiani, compiuti da gruppi estremisti indù, sono in aumento: nel 2011 registriamo in media un episodio al giorno, più o meno grave. A volte le aggressioni si concentrano in alcune aree, come l’Orissa o il Karnataka, ma si può dire che nessuno Stato dell’India ne sia immune. In Karnataka ad esempio – spiega Dias- non si può parlare di nuova ondata perché dal 2008 gli attacchi non si sono mai fermati e i recenti episodi ne rappresentano la drammatica conferma”.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4720

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

PAUL BHATTI INCONTRA IL PAPA: AMORE E PERDONO VINCONO L’ODIO

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Al termine dell’udienza generale, il Papa ha incontrato Paul Bhatti – il ministro per le minoranze religiose pakistano ucciso da estremisti islamici -, il vescovo di Faisalabad, in Pakistan, mons. Joseph Coutts e Syed Muhammad Abudl Khabir Azad, Gran Imam della moschea Badshahi di Lahore. Nella giornata di ieri, durante un incontro promosso dalla comunità di Sant’Egidio, Paul Bhatti, fratello di Shahbaz, ha detto di aver perdonato gli assassini del fratello sottolineando anche la volontà di scoprire gli autori del delitto e di intraprendere quel percorso che il fratello stava percorrendo prima di essere assassinato: esserci per quella gente che ha bisogno di una guida.

Di seguito l’intervista a Paul Bhatti, fratello del Ministro pakistano Shahbaz ucciso poco più di un mese fa. Di Francesca Sabatinelli per Radio Vaticana.

R. – Nostro fratello Shahbaz aveva una fede cristiana e la fede cristiana dice di perdonare. In questo caso, noi, la nostra famiglia, abbiamo deciso di perdonarlo. Allo stesso tempo, però, vogliamo scoprire chi sono gli autori di questo delitto.

D. – Lei ha detto che da fratello maggiore più di una volta aveva cercato di proteggerlo. E lei, oggi, riprende la sua stessa strada…

R. – Quando lo consigliavo, vedevo mio fratello con amore fraterno. Non mi rendevo conto dell’azione reale che stava compiendo, della responsabilità che si era assunto. Adesso, vivendo la sua situazione, vedendo la gente che magari ha bisogno di una guida, osservando le persone emarginate, sento l’esigenza di continuare.

D. – E i timori ci sono anche per lei, ora?

R. – Penso che i timori ci siano, perché la gente, probabilmente, ragiona secondo una logica di odio, di terrorismo. Magari prova odio verso la nostra famiglia e quindi agiscono di conseguenza. Metto in conto che questo possa succedere.

D. – Il punto nevralgico di questa legge sulla blasfemia è la possibilità di interpretarla?

R. – Sì, credo sia la sua interpretazione. Questa legge è stata fatta dagli inglesi, quando erano ancora in India. Solo che, ultimamente, è stata usata o interpretata soggettivamente dalla gente, per fini personali: Asia Bibi – essendo una donna di un ceto socio-culturale molto basso, molto povera – non penserebbe minimamente di insultare Maometto. E’ evidente che è stata creata una certa situazione per fare in modo di punirla o magari per un rancore personale.

D. – Quali sono le prime sfide che si troverà di fronte?

R. – La prima è questa discriminazione religiosa, che sta crescendo giorno per giorno. Non perché i fedeli non possono convivere tra loro, ma perché c’è una campagna di odio creata da una base terroristica che continua ad usare la religione. Noi dobbiamo combattere quest’odio. Se non lo facciamo, queste vittime continueranno ad esserci. Non si tratta solo di mio fratello: in Pakistan ci sono tutti i giorni bombe che esplodono e persone che vengono uccise. Questa è, in qualche modo, la prima sfida.

D. – Lei ha ringraziato la comunità internazionale e Benedetto XVI per il sostegno che avete ricevuto dopo la morte di suo fratello. Ma il sostegno del suo Paese, conta di averlo?

R. – Sì, certo. Il sostegno dell’attuale governo c’è. Il fatto che mi abbiano proposto di continuare l’opera di mio fratello testimonia la loro disponibilità, perché questo posto, che ora occupo, era desiderato da molti altri. Il governo pachistano, però, affinchè si continuasse a lottare, ha dato a noi il compito ed inoltre ha dichiarato il suo pieno appoggio per qualsiasi cosa che faremo, perché queste cose non accadano più.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4647

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO

LA PREGHIERA DEL PAPA PELLEGRINO ALLE FOSSE ARDEATINE: “MEMORIALE DEL MALE PIÙ ORRENDO”

BENEDETTO XVI (Roma) – «Ciò che qui è avvenuto il 24 marzo 1944 è un’offesa gravissima a Dio, perché è la violenza deliberata dell’uomo sull’uomo». Con queste parole, ieri mattina, il Santo Padre si è espresso davanti al Sacrario delle Fosse Ardeatine, in memoria di quelle 335 vittime delle barbarie del nazismo a cui restano la preghiera e la memoria dei loro parenti. Un cesto di rose è stato deposto sotto la lapide che ricorda l’eccidio, in una cerimonia caratterizzata dal silenzio e raccoglimento, interrotta da applausi composti e da una visibile commozione. Al termine della visita, voluta da Rosina Stame, presidente dell’Anfim, Associazione nazionale famiglie italiane dei martiri caduti per la libertà della Patria, Papa Benedetto XVI ha sottolineato come l’eccidio delle Fosse Ardeatine sia “l’effetto più esecrabile della guerra, di ogni guerra, mentre Dio è vita, pace, comunione.

In questo luogo, doloroso memoriale del male più orrendo, la risposta più vera è quella di prendersi per mano, come fratelli, e dire: Padre nostro, noi crediamo in Te, e con la forza del tuo amore vogliamo camminare insieme, in pace a Roma, in Italia, in Europa, nel mondo intero». Ad accompagnare il Papa alla visita erano presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il generale Vittorio Barbato, commissario generale per le Onoranze ai caduti in guerra, il capitano Francesco Sardone, direttore del Mausoleo, il cardinale vicario Agostino Vallini ed infine il cardinale Andrea Lanza Cordero di Montezemolo, il cui padre, Giuseppe Cordero di Montezemolo, fu ucciso proprio alle Fosse Ardeatine, come pure il fratello del padre di Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica della Capitale.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4589

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO, SI ALLA VITA

Beatificazione Giovanni Paolo II : posti letto agenzia dei Papaboys

Carissimi fratellini e sorelline dell’Associazione Nazionale Papaboys e lettori del sitowww.papaboys.it a ciascuno di voi ed ai vostri amici un caro saluto nel Signore ed un ben ritrovati con il servizio informazioni dell’Associazione. Molti di voi hanno chiesto e telefonato presso la Sede Nazionale per chiedere ulteriori possibilità di pernottamento e soggiorno a Roma durante i giorni della Beatificazione del nostro amato Papa Giovanni Paolo II; oltre ad aver soddisfatto tutte le vostre richieste (come nostra consuetudine)abbiamo ulteriormente provveduto a riservare a ciascuno di voi, ed anche eventualmente a vostri amici/cari una serie di possibilità nella città di Roma e dintorni. Ci auguriamo di cuore che il servizio riservato che vi proponiamo, sia di vostro gradimento e possa aiutarvi a vivere intensamente questi giorni di grazia, in totale comfort ed organizzazione.Per rendere più esclusivo e gradevole il Tuo pellegrinaggio a Roma l’Associazione Nazionale Papaboys resterà a Tua disposizione nelle ore in cui ti troverai a Roma. Il numero di telefono per ogni evenienza o informazione è lo06/97270529 oppure 06/97270510 al quale comunicare il Suo numero di tessera, mediante il quale potremo intervenire con rapidità e soluzioni. Nel momento della conferma di prenotazione ti sarà inviato anche il nominativo di un Tuo diretto riferimento con un recapito cellulare.

Ecco le nostre proposte per voi!

Alberghi 4 Stelle a Roma!

Hotel Shangrilà Corsetti **** (esclusivo) Roma Centro / Eur
PER I GIORNI 30 APRILE E 1 MAGGIO
totale posti 50
25 camere doppie

Cervara Park Hotel ****
Zona La Rustica
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE
totale posti 13
3 triple
1 quadrupla (In regime di B&B.)

Strutture entro 50 Km da Roma!

Monastero “Convento Benedettino”
Bassano Romano (50 km da Roma)
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE / 1 MAGGIO
totale posti 160
La struttura proposta e’ un convento benedettino ubicato a c.a 50 km da Roma ed a c.a 40 km da Viterbo. (disponibilità camere doppie, triple, quadruple, quintuple e sestuple)

Strutture Religiose, Alberghi e B&B 3 Stelle a Roma!

Nights in Rome
Zona Termini
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE / 1 MAGGIO
totale posti 17
2 quadruple con bagno
1 tripla con bagno
3 doppie con bagno
tutte dotate di bagno privato, tv, connessione adsl e prima colazione

Marisa Hotel ***
Zona Termini
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE / 1 MAGGIO
totale posti 17
3 camere triple
1 quadrupla
2 camere doppie
tutte dotate di bagno privato, tv, connessione adsl e prima colazione.

Suore Salesiane Oblate del Sacro Cuore
Zona Nomentana Km. 13
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE / 1 MAGGIO
totale posti 28
7 doppie
9 singole
1 quadrupla (In regime di B&B.)

B&B One step from St. Peter
Zona Prati Metro Ottaviano
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE / 1 MAGGIO
totale posti 15-16
1 singola
2 doppie
2 triple
1 quintupla (In regime di B&B.)
LOFT al 7°piano con bagno in camera e terrazzo con vista su San Pietro

B&B Salvator
Zona Prati Metro Ottaviano
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE / 1 MAGGIO
totale posti 12
3 quadruple (In regime di B&B.)

B&B Mr. Gabbo
Zona Prati Metro Ottaviano
PER IL GIORNO 1 MAGGIO
totale posti 7
1 tripla ( matr.+singola)
1 doppia( 2 letti singoli)
1 matrimoniale (In regime di B&B.)

Istituto Religiose Orsoline
Zona Termini
PER I GIORNI 1 / 2 MAGGIO
totale posti 6-7
3 doppie (In regime di B&B.)

Per ulteriori Informazioni

Sign.ra Janna Chatilova
Coordinamento ‘Papaboys Agency’
Tel. 06/97270510 – 97270529
Recapito cellulare: 328/6049142
agency@papaboys.it

Lascia un commento

Archiviato in ADUNANZE EUCARISTICHE, ASSOCIAZIONE PAPABOYS, BEATIFICAZIONE GIOVANNI PAOLO II, BENEDETTO XVI, CHIESA IN AFRICA, CHIESA IN AMERICA, CHIESA IN ASIA, CHIESA IN AUSTRALIA, DIALOGHI APERTI, EUROPA CRISTIANA, GIOVANNI PAOLO II, GMG 2011 MADRID, NEWS & INFO, NEWSLETTER SITO, RIFLESSIONI IN PILLOLE.., SI ALLA VITA, SIDNEY 2008 - LA GMG, TELE... VISIONI!, TESTIMONIANZE

“L’EUCARISTIA: COMUNIONE CON CRISTO E TRA NOI”: L’IRLANDA INVITA TUTTI AL CONGRESSO EUCARISTICO 2012

CHIESA CATTOLICA NEL MONDO (Dublino, IRLANDA) – La Chiesa cattolica irlandese ha già iniziato ad invitare persone di tutto il mondo al Congresso Eucaristico Internazionale 2012, che si svolgerà a Dublino dal 10 al 17 giugno 2012 e avrà come tema “L’Eucaristia: Comunione con Cristo e tra noi”.
Lunedì scorso il cardinale Seán Brady, arcivescovo di Armagh, e l’arcivescovo Diarmuid Martin di Dublino hanno lanciato la fase preparatoria del Congresso, che rappresenterà un’occasione per approfondire la comunione con Cristo e con i fratelli.

Il cardinale Brady ha sottolineato che “l’obiettivo di ogni Congresso Eucaristico è approfondire la comprensione e la devozione per la Santa Eucaristia, che è fondamentale per la nostra fede cattolica. Questa devozione occupa un posto speciale per i cattolici irlandesi. L’Eucaristia è la fonte e il culmine della vita di ogni seguace di Gesù. Ospitare il Congresso in Irlanda – ha aggiunto cardinal Brady – non serve solo la nostra Chiesa locale, sarà un evento internazionale. La celebrazione attirerà migliaia di pellegrini e permetterà ai cattolici, in Irlanda e all’estero, di incontrarsi e di partecipare a Messe quotidiane, discutere questioni di fede, prendere parte a laboratori, riportare testimonianze e riflessioni e partecipare all’adorazione eucaristica”. Gli organizzatori del Congresso stanno già stringendo accordi con il settore turistico per favorire la partecipazione di persone provenienti da tutto il mondo, ed il sito web del Congresso (www.iec2012.ie) offre dettagli in varie lingue. Per la preparazione dell’evento, gli organizzatori chiedono almeno 3.000 volontari che ricoprano ruoli nell’amministrazione, nella gestione dell’ospitalità, nei servizi di traduzione e nell’accoglienza.

Il cardinale Brady auspica che il Congresso del 2012 “promuova un rinnovamento nella Chiesa cattolica in Irlanda, facendo riflettere sulla centralità dell’Eucaristia al cuore della nostra comunità sempre più eterogenea, e che dia un rinnovato impulso a vivere la fede”. Quest’anno, in occasione della festa del Corpus Domini, si svolgerà un Congresso Eucaristico nazionale per preparare i cattolici irlandesi all’evento del prossimo anno. La prossima settimana, inoltre, inizierà il pellegrinaggio per le 26 diocesi irlandesi della “campana del Congresso”, simbolo dell’invito alla fede, alla preghiera, alla riconciliazione e alla missione.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4473

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

XIX GIORNATA MONDIALE DEL MALATO, BENEDETTO XVI: RICONOSCERE GESÙ NEI FRATELLI SOFFERENTI

CITTA’ DEL VATICANO – “Un’occasione propizia per riflettere sul mistero della sofferenza” e per “rendere più sensibili le nostre comunità e la società civile verso i fratelli e le sorelle malati”. Queste tra le parole più significative presenti nel Mes­saggio inviato in novembre da sua Santità Benedetto XVI a tutte le Chie­se del mondo in vista della odierna Giornata mondiale del malato. Nel testo Benedetto XVI fa riferimento ai motivi spirituali e sociali di questa importante ricorrenza – istituita da Giovanni Paolo II in concomitanza con la festa della Madonna di Lourdes –, giunta ormai alla XIX edizione.

Il Papa ha voluto inoltre sottolineare come “una società che non riesce ad accettare i sofferenti e non è capace di contribuire mediante la compassione a far sì che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente è una società crudele e disumana”. Questo perché, prosegue Benedetto XVI: “ogni uomo è nostro fratello, tanto più il debole, il sofferente e il bisognoso di cura devono essere al centro della nostra attenzione, perché nessuno di loro si senta dimenticato o emarginato; infatti la misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente”. Un discorso che deve essere valido, scrive il Papa, sia “per il singolo come per la società”. Il Pontefice ha voluto dedicare una parte del suo messaggio al valore spirituale della sofferenza spiegandola anche attraverso la sua recente visita alla Sindone, il telo che ha avvolto “il corpo di un uomo crocifisso, che in tutto corrisponde a ciò che i Vangeli ci trasmettono sulla passione e morte di Gesù”.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4320

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO, SI ALLA VITA

IL CALABRONE NON POTREBBE VOLARE EPPURE… DOWN: HANDICAP O RISORSA?

RIFLESSIONE – “Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica Aeronautica, il calabrone non può volare a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e continua a volare”.

Questo straordinario aforisma, uno tra i più belli che ci giungono da Igor Sikorsky (ingegnere aeronautico americano di origini ucraine, fondatore della Sikorsky Aircraft Corporation, produttrice di elicotteri) è il motore, la spinta che ha indotto alcuni genitori a credere in modo speciale ai loro figli speciali. Questi genitori hanno potuto constatare che, come per il calabrone “inconsapevole”, il solo fatto di credere in loro, di aver fiducia nel loro potenziale, ha fatto sì che i propri bambini affetti da sindrome di Down vivessero in modo che noi – sapienti tuttologi sani – potremmo definire praticamente normale. Consapevoli che altre dolcissime creature del tutto simili alle loro vengono ogni giorno eliminate a causa un genocidio selettivo chiamato poeticamente aborto terapeutico, a breve tempo dalla nascita di questi figli che tanto li inorgogliscono e donano loro gioia ogni giorno, alcune mamme hanno voluto offrire la loro esperienza attraverso un servizio rivolto alle coppie che si trovano ad affrontare una diagnosi prenatale relativa a questa sindrome. È così che nasce il sito “Credi in me” (www.crediinme.altervista.org). Attraverso questo portale, che cita come sottotitolo “Storie serie e semiserie sulla sindrome di down a Cagliari”, le mamme si mettono a disposizione delle coppie per sostenerle nella scelta di portare avanti la gravidanza, fornendo consigli sull’allattamento, la crescita e l’accudimento generale di questi piccoli, che per alcune operazioni quotidiane – per altri bimbi di routine – hanno invece necessità di una particolare accuratezza.

Il bambino affetto dalla Trisomia 21 o sindrome di Down, come viene comunemente chiamata, oggi diagnosticabile in modo sicuro attraverso tecniche invasive come amniocentesi e villocentesi, è un tipo di bambino che ancora atterrisce i genitori: coppie che vedono infrangersi il sogno di un paffuto e sanissimo marmocchio e che – spesso spinte da medici poco umani – nel loro immaginario spaventato e confuso trasformano in una specie di mostro deformato, che ha ben poco di realistico. Qualunque sia il momento in cui i genitori vengono a sapere la notizia che il loro figlio è un “diverso”, è comunque un trauma che, a seconda di come sarà affrontato, porterà al rifiuto oppure all’amorevole accettazione… amore che il loro bambino speciale saprà ricambiare sempre. “Fu come un terremoto improvviso, ci mancò la terra sotto i piedi – confessa Aurelia, sul portale http://www.conosciamolimeglio.it – non sapevamo cosa ci aspettava, quale sarebbe stato il futuro di nostra figlia. Col tempo abbiamo capito che l’amore che potevamo darle, sarebbe stata la terapia più efficace. Eravamo noi e le nostre famiglie i protagonisti di questa storia… Tutti insieme avremmo collaborato alla crescita e allo sviluppo della nostra bambina”. Così è stato e la piccola Alessia è divenuta il collante del matrimonio di mamma e papà e la gioia dei suoi fratelli più grandi, al punto che oggi la mamma afferma: “davvero quel cromosoma in più è una risorsa che non finiremo mai di comprendere… i genetisti non ce ne vogliano!”. Per Cristina, i primi mesi dopo la nascita della sua piccola Lucrezia sono stati pesantissimi. Lei non sapeva nulla della malformazione della sua piccola prima che nascesse, e lo sgomento fu tale che i pensieri più terribili le passarono per la testa, al punto da desiderare che la bambina morisse. Piano piano, ha imparato a conoscere e ad amare la sua piccola che nel tempo è cresciuta ed ha collezionato sorrisi e progressi. Oggi Cristina è una mamma felice, che ammette senza difficoltà le debolezze che figli così inaspettati comportano ai genitori.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4230

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, SI ALLA VITA

VESCOVI EUROPEI E USA A GERUSALEMME: PIÙ SOLIDARIETÀ PER I CRISTIANI IN MEDIO ORIENTE

GERUSALEMME – Prosegue il viaggio in Terra Santa del Gruppo di Coordinamento delle Conferenze episcopali di Europa e Nord America, nei luoghi di Gesù per la loro annuale missione di sostegno alla comunità cristiana locale. Dopo le tappe di Betlemme, Gerico, Nablus e sul fiume Giordano, oggi i vescovi sono giunti a Gerusalemme. Qui, il patriarca latino Fouad Twal ha affermato – riferisce il Sir – che la minoranza cristiana è preoccupata “per i due estremismi, quello islamico con i suoi attacchi contro le chiese e i fedeli, e quello della destra israeliana che invade sempre di più Gerusalemme cercando di trasformarla in una città solo ebraica, escludendo le altre fedi”. “La nostra gente – ha proseguito – ha bisogno di passi concreti nel campo della giustizia, della pace e della dignità, ha bisogno di essere maggiormente coinvolta. Ormai non crede più alle parole di tante personalità”. Partecipa alla visita del gruppo di Coordinamento anche mons. Joan Enric Vives Sicilia, vescovo di Urgell, in Spagna, e coprincipe di Andorra. Sergio Centofanti lo ha intervistato:

R. – E’ molto importante dare appoggio a queste piccole Chiese. Quest’anno la sfida è più ecumenica degli altri anni. Gli ortodossi hanno cominciato le celebrazioni del Natale; oggi siamo andati tutti a portare le nostre felicitazioni al Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme e a tutti i rappresentanti delle altre Chiese che sono presenti in Terra Santa.

D. – Quale situazione avete trovato? Come stanno i cristiani in Terra Santa?

R. – Sono sotto shock per le violenze anticristiane a Baghdad e in Iraq in generale, e poi in particolare per quelle nella Chiesa copta di Alessandria in Egitto. Siamo preoccupati per loro, per la situazione dei cristiani che si trovano in minoranza negli Stati del Medio Oriente. Abbiamo, però, trovato anche tanta speranza: la gente è coraggiosa ed è molto consapevole di quello che deve fare, e cioè: restare qua. In molti sono preoccupati per le difficoltà della vita quotidiana, per la mancanza di lavoro: sono problemi molto concreti e drammatici. Ma ciò nonostante, conservano la speranza. Vogliamo condividere questa speranza con loro, perché quando la fede si confronta anche con il martirio diviene più forte, diviene più grande. Questa è l’esperienza che questi cristiani, nostri fratelli e sorelle, condividono con tutti noi, cristiani d’Occidente, che siamo più stanchi…

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4159

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, SI ALLA VITA

IL CARD. BAGNASCO FA APPELLO ALL’EUROPA PERCHÉ DIFENDA IL DIRITTO ALLA LIBERTÀ RELIGIOSA

GENOVA – “Insieme al Santo Padre Benedetto XVI siamo attoniti davanti all’intolleranza religiosa e a tanta violenza, e ci chiediamo addolorati: perché?”: lo ha affermato l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, il cardinal Angelo Bagnasco, ieri mattina nel corso dell’omelia per la messa dell’Epifania nella cattedrale di San Lorenzo.

Non è una “domanda retorica e non nasconde nessun desiderio di rivalsa” – ha spiegato il porporato – ma “è sincera e nasce dal sangue di tanti cristiani, dalle loro sofferenze” e “dà voce al brivido interrogativo che sale da tante parti della terra: perché?”. La comunità internazionale, a cominciare dall’Europa, faccia sentire una voce forte e una parola chiara perchè il diritto alla libertà religiosa sia osservato ovunque senza eccezioni”. Bagnasco ha poi invitato i cristiani “a pregare per i persecutori, perché aprano gli occhi alla luce”. “Preghiamo per le anime dei defunti – ha proseguito – per i loro familiari nel dolore, per tutti i cristiani che in tante regioni del mondo ci danno l’esempio” perchè “non possiamo, non vogliamo rimanere insensibili!”. Poco prima il cardinale aveva invitato i fedeli ad “essere missionari del Vangelo” perchè “non si tratta di essere arroganti ma luminosi”. “L’esempio di tanti nostri fratelli nella fede, che rischiano e danno la vita per Gesù e la Chiesa – ha affermato – ci scuota dal torpore delle cose facili, dalla tiepidezza sempre alle porte, dalla facilità indolente di seguire la corrente del mondo”. I cristiani nel mondo sono perseguitati perchè parlano di “dignità, di uguaglianza, di libertà di coscienza, di Stato di diritto”.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4142

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, GESU', TU SEI RE!, NEWS & INFO

3° GIORNATA INTERNAZIONALE DI INTERCESSIONE PER LA PACE IN TERRA SANTA MESSAGGIO DI SALUTO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO GIUSTIZIA E PACE

In vista della terza giornata Internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa prevista per il 29 e 30 Gennaio in 2000 città del mondo, proponiamo il messaggio di saluto redatto da Sua Eminenza Peter K. A. Card. Turkson e Sua Eccellenza Arc. Mario Toso, rispettivamente Presidente e segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,

In vista della 3° Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa che si celebrerà il prossimo 29-30 gennaio 2011, desideriamo far pervenire il nostro saluto e incoraggiamento per accompagnare il vostro momento di fiduciosa preghiera. La Chiesa in ogni tempo si è sforzata di diffondere il messaggio di Pace, forte anche delle parole che il Risorto ha rivolto ai discepoli riuniti nel Cenacolo: “Vi lascio la Pace, vi do la mia Pace” (Gv 14, 27).

Si è impegnata così nelle diverse tappe storiche a sostenere tutte quelle iniziative e quelle attività che potessero sensibilizzare ogni uomo e ogni donna di buona volontà a divenire non solo annunciatori, ma anche operatori di pace. Lo ha fatto specie in quelle regioni del mondo in cui si è sofferto a causa di ingiustizie, violenze e persecuzioni. Oggi il tema importantissimo della Pace e la sua ricerca sono più che mai attuali. Mentre siamo ancora riconoscenti al Signore per l’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente che si è conclusa da poco, il nostro pensiero va oggi alla Terra Santa benedetta da Dio con eventi mirabili della Storia della Salvezza, primo fra tutti l’incarnazione del Verbo in Gesù Cristo.

L’appello di Benedetto XVI nell’Omelia durante la S. Messa di chiusura del Sinodo non può lasciarci indifferenti. Come ha rimarcato il Santo Padre «il grido del povero e dell’oppresso trova un’eco immediata di Dio, che vuole intervenire per aprire una via di uscita, per restituire un futuro di libertà, un orizzonte di speranza». La 3° Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, patrocinata da questo Pontificio Consiglio, nasce dalla volontà di impegnarsi in modo concreto e forte, vivendo anche una giornata di preghiera.

Questa Giornata riunisce diverse Associazioni, fratelli e sorelle di ogni regione, e li sollecita a far udire la propria voce al mondo intero dicendo: Desideriamo la Pace, la riconciliazione e l’unità, cominciando da Gerusalemme!Auspichiamo che questa iniziativa, già conosciuta da molti, sia ancora più apprezzata e diffusa, come contributo orante dei credenti di tutto il mondo a sostegno della Civiltà dell’Amore.
Maria, Regina pacis, ottenga la benedizione di Dio su quanti sostengono e promuovono questa Giornata e su tutti coloro che con cuore sincero cercano la Pace!

Peter K. A. Card. Turkson
Presidente

† Mario Toso
Segretario

24 ore di preghiera in 2000 città di tutto il mondo

Il 29 gennaio inizieranno 24 ore di preghiera ininterrotta. La Giornata di Preghiera coinciderà con la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani a Gerusalemme, sabato 29 gennaio 2011 alle 17.00-18.00 ora locale. Il 25 gennaio 2011 verrà resa pubblica la lista di luoghi di tutto il mondo in cui si potrà partecipare a un’iniziativa per la pace. Nella sua seconda edizione, lo scorso anno, la preghiera è stata celebrata in 1.103 città di tutto il mondo.

La Giornata di Intercessione per la Pace in Terra Santa è promossa dall’associazione italiana Papaboys (www.papaboys.it), dall’Apostolato “Giovani per la Vita” (www.youthfl.org), dalle Cappelle di Adorazione Perpetua in tutto il mondo (www.adorazione.org) e, da questa terza edizione, dall’Associazione per la promozione della Preghiera straordinaria di tutte le Chiese per la riconciliazione, l’unità e la pace, iniziando da Gerusalemme(www.prayrup.info). Per iscriversi personalmente o come gruppo o associazione si può visitare su Facebook il gruppo Vogliamo la Pace in Terra Santa 2, aderendo alla Giornata, o inviare un’e-mail a ufficiostampa@papaboys.it comunicando luogo e ora dell’atto organizzato.

Messaggio Pontificio Consiglio Giustizia e Pace

III Giornata Int. per la Pace in Terra Santa

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO, SI ALLA VITA

I GIOVANI NON CERCANO SICUREZZA, MA UNA “VITA PIÙ GRANDE”. IL PAPA RACCONTA LA SUA GIOVENTU’

CITTA’ DEL VATICANO – La guerra e le difficoltà, i propri dubbi e l’incontro con Gesù sono alcune delle esperienze personali che Papa Benedetto XVI rivive nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid 2011, reso pubblico questo venerdì dalla Santa Sede. Nel testo, il Pontefice ripercorre gli anni della sua vocazione e propone la propria esperienza ai giovani, perché le aspirazioni di un giovane sono le stesse in ogni epoca e possono riassumersi nell’anelito a una “vita più grande” che non finisca nella mediocrità. I giovani, spiega, “sentono il profondo desiderio che le relazioni tra le persone siano vissute nella verità e nella solidarietà”. “Molti manifestano l’aspirazione a costruire rapporti autentici di amicizia, a conoscere il vero amore, a fondare una famiglia unita, a raggiungere una stabilità personale e una reale sicurezza, che possano garantire un futuro sereno e felice”.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3427

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, GMG 2011 MADRID, NEWS & INFO

L’AMICIZIA AI TEMPI DI FACEBOOK…. E’ VERA AMICIZIA? PARLIAMO DI QUESTO UNICO E GRANDE ‘AMORE’

AMICIZIA – Per parlare di questo legame ho riflettuto a lungo. Ho scoperto che, al di là dei fatti istintivi, ci vogliono delle grandi motivazioni affinché ci si possa fidare di un altro essere umano. In questo ci riesce Gesù Cristo, e io mi sono ispirato al suo insegnamento.San Paolo ha detto: “Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così radicati e fondati nella carità, siete in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siete ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef.3,17-19). E’ sempre la lettura e l’interiorizzazione della Bibbia (del suo contenuto) che ci fa comprendere cosa significa amicizia.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3406

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, SI ALLA VITA

IL PAPA ALL’ANGELUS: “LA VITA NON DIPENDE DAGLI AVERI”. VIA DAL MONDO LE MINE A GRAPPOLO!

CASTELGANDOLFO – “La vita dell’uomo non dipende dai suoi averi”, chi è saggio accumuli “ciò che non si corrompe” col tempo: è l’esortazione lanciata da Benedetto XVI, oggi, all’Angelus a Castel Gandolfo, commentando il Vangelo di questa domenica. “I beni terreni – ha sottolineato – non sono lo scopo, ma un mezzo nella via verso l’eternità. Apriamo allora i nostri cuori alle necessità dei fratelli, diventando ricchi davanti Dio”. Dopo la preghiera mariana, il Papa ha espresso la sua grande soddisfazione per l’entrata in vigore, oggi, della Convenzione sul bando delle munizioni a grappolo, invitando tutti gli Stati ad aderirvi. “La vita quotidiana ci insegna che tutto passa in questo mondo”: il Papa parte da questa considerazione concreta per svolgere la sua riflessione. Guarda ai santi di cui fa memoria la Chiesa in questi giorni e alla loro radicale scelta di seguire Gesù senza compromessi: sant’Ignazio di Loyola, che “si convertì leggendo la vita di Gesù e dei Santi durante una lunga degenza causata da una ferita subita in battaglia”. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, che “ebbe la consapevolezza che Dio vuole tutti santi, ciascuno secondo il proprio stato”.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3371

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO

E MENTRE NELLE LOCALITA’ DI MARE SI SGUAZZA DAL SOLE E DAL CALDO, IN PERU’ IL FREDDO MIETE VITTIME

PERU’ – Chi aiuta i poveri colpiti in maniera drammatica dall’insolita temperatura glaciale del Perù di questi giorni? Chissà se si impegneranno i giornalisti di Panorama, così tanto abili a sparare sulla Chiesa, oppure qualche ‘firmona’ di Repubblica! Faranno qualcosa??? Oppure i poveri del Perù (coime sempre ndr) saranno costretti ad affidarsi alla Chiesa locale. E proprio in questi giorni di‘solleone’, con chiappe all’aria e tutti sdraiati sotto l’ombrellone, c’è gente in difficoltà di vita causa freddo. Temperature insolitamente basse – riferisce l’agenzia missionaria della Santa Sede ‘Fides’ – stanno colpendo quasi tutta la parte meridionale dell’America Latina. In Perù è stato dichiarato lo stato di emergenza in 16 delle 25 regioni nelle quali è suddiviso il territorio peruviano. Il freddo ha causato diversi morti e gravi danni materiali. L’ondata di gelo è caratterizzata da temperature che raggiungono i 23 gradi sotto lo zero in alcune aree della regione meridionale di Puno, confinante con la Bolivia.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3365

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, SI ALLA VITA

TERRA SANTA LIVE! – MARTEDI’ 22 GIUGNO MONTE CARMELO

LA PACE IN TERRA SANTA – MONTE CARMELO Il Monte Carmelo è uno sperone di roccia, lungo circa 25 Km, che corre quasi parallelo alla costa (nord-ovest/sud-est) alto circa 250 m presso il mare e 550 m verso la piana di Esdrelon. Sul versante del mare ci sono molte grotte abitate sin dalla preistoria; in una ventina di queste grotte (Mèarot Carmel) sono stati trovati resti umani (ora conservati al museo Rockefeller di Gerusalemme) compresi tra il 150.000 e il 9.000 a.C., quando l’umanità passò dalla caccia all’agricoltura; vi sono, inoltre, le prime tracce di riti funerari. I paleontologi chiamarono l’abitante di queste caverne con il nome di «Uomo del Carmelo». Sulla vetta più alta del monte sorge il convento carmelitano dedicato al ricordo dell’altare eretto da VOGLIAMO Elia contro quello dei profeti di Baal. Il luogo è detto el-Muhraqa (in arabo: il sacrificio, in ebraico: luogo dell’abbruciamento); qui, con il consenso del re Acab, convennero gli israeliti e i falsi profeti per una prova decisiva da cui sarebbe dipesa l’esistenza stessa della religione mosaica. Si tratta di una delle scene più drammatiche della storia di Israele, dello scontro finale tra Yahweh e Bàal, con la vittoria del primo e la sconfitta del secondo. Dalla terrazza del convento si gode uno stupendo panorama della pianura di Esdrelon verso oriente, fino ai monti della Galilea (Tabor), dominati dall’Hermon verso nord, e alla sponda del Mediterraneo a occidente.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3308

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, SI ALLA VITA