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ANCORA BLASFEMIA E VILIPENDIO DELLA RELIGIONE AL GAY PRIDE. E LA POLITICA STA ZITTA

luROMA – Organizzare il Gay Pride, partecipare a questa colorata esaltazione del nulla o del tutto (dipende come una persona vede la vita…), mettersi a ballare semi nudi su un carro di un carnevale fuori tempo a ritmo di musica tekno, alla fin fine è soltanto una esasperazione ed ognuno vive o crepa del male che vuole… certo che vivere del bene che ci è donato sarebbe meglio! Ma che in queste manifestazioni si eserciti una immorale e schifosa serie di offese blasfeme, bestemmie e vilipendio di religione è una cosa grave e concreta. Vestiti e paramenti che noi cattolici reputiamo ‘sacri’, quanto la vita di uno di quei ragazzi o ragazze, slogan e frasi animalesche contro il Santo Padre che reputiamo rappresentante di Gesù su questa terra, queste cose davvero NON SI POSSONO ACCETTARE!

E tutto nel silenzio più assordante delle Istituzioni!

SINDACO ALEMANNO, NIENTE DA DIRE?

PRESIDENTE BERLUSCONI, NIENTE DA DIRE?

E FRANCESCHINI, MA NON ERA DEMOCRISTIANO?

Quello che si sta perpetrando è una cosa grave ed insulsa, un vero e proprio REATO che passa davanti agli occhi di milioni di persone nel più profondo silenzio! Non escludiamo a priori di prendere e assumere ‘gravi’ iniziative a tutela della nostra religione, del Santo Padre e di tutte le persone che, tra un bacio omosessuale ed una stravaganza, hanno invece voglia di NORMALITA’, SOBRIETA’ E RISPETTO!

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IL PARTITO DEMOCRATICO DI BOLOGNA ADERISCE AL GAY PRIDE. ORA SI ASPETTANO VELTRONI & SOCI

ROMA – Continua il dibattito sul Gay Pride e sulla politica che appoggia manifestazioni di questo livello, dove sesso sfrenato, anticlericalismo e blasfemia ed offese contro Papa e Chiesa abbondano. Ed ultima ciliegina sulla torta è l’adesione del Partito Democratico di Bologna alla manifestazione: con una nota ufficiale infatti, il Partito Democratico di Bologna ha aderito al Pride nazionale che si svolgera’ il 28 giugno. Si tratta di un’adesione “ai principi della manifestazione, che ha come obiettivo il riconoscimento delle diversita’ e la rivendicazione della parita’ di diritti per tutti i cittadini e la lotta contro ogni tipo di discriminazione”. “Ci uniamo – dichiara Aurelio Mancuso, presidente nazionale dell’Arcigay – alla soddisfazione dei tre portavoce del Comitato organizzatore che sottolineano giustamente l’importanza dell’adesione del piu’ importante partito della citta’ e della Regione. L’ampio arco di forze sociali, sindacali e culturali, tra cui la Cgil nazionale e l’Arci, tutti i partiti della sinistra radicale, l’intero movimento lgbt, decine di artisti ed esponenti dellla cultura italiana, sono la dimostrazione concreta dell’importanza che assume l’evento e dei temi posti al centro della piattaforma programmatica.

Per leggere tutto il testo visita : http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1400 

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DIBATTITO SUL GAY PRIDE DOPO LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO ALEMANNO. IL PARERE DEI PAPABOYS

ROMA – “Nella libertà della diversità è necessario richiedere, ed a voce alta, massimo rispetto per la religione, per i credenti tutti, e condannare tutto ciò che è blasfemia ed attentato al sacro.” – Questa la dichiarazione di Daniele Venturi – Presidente dell’Associazione Nazionale Papaboys – che si dice – scandalizzato per l’immoralità, soprattutto nel manifestare contro ciò che è sacro, che ogni edizione del Gay Pride evidenzia per le strade delle città che vedono questo tipo di incontri.” ‘Non è detto che si debba stare zitti – continua Venturi – ogni volta che si attenta alla religione, recando gravi offese a chi ha nel proprio dna la tradizione cristiana. Ben vengano le parole del neo Sindaco Alemanno, (era l’ora! ndr) che vanno finalmente a ‘spezzare’ le catene di concupiscenza ed appoggio incondizionato delle precedenti amministrazioni comunali.

‘Agli appartenenti al mondo omosessuale – continua la nota dei Papaboys – vogliamo ricordare le parole della Dottrina Sociale della Chiesa, che non condanna – come tanti media vorrebbero far passare – ma richiama ad una vita sessuale lineare e sobria, non portando in piazza quelle diversità che per prime incalzano l’uomo verso l’immoralità. ‘Il primo punto che la Chiesa tende a sottolineare è che la Chiesa si rifiuta di considerare la persona a partire solo dal suo orientamento sessuale. Per la chiesa non c’è l’eterosessuale o l’omosessuale, ma c’è una persona che è figlia di Dio, che è depositaria di un dono di grazia, che ha i suoi talenti e ha le sue ferite, che vanno riconosciute, confessate e affidate a Dio. La Chiesa invita i fedeli a distinguere tra l’orientamento, l’inclinazione, la tendenza omosessuale e gli atti.

Per approfondimenti:
http://www.papaboys.it/missione/read_riflessioni.asp?id=2

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