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CI RISIAMO: DAL GUERRAFONDAIO ALL’ABORTISTA…. CON OBAMA SPAZIO AI FINANAZIAMENTI PRO ABORTO

ROMA – E’ da poco terminata l’amministrazone del guerrafondaio a tutto spiano Bush ed ecco iniziare il periodo di ‘reggenza’ degli Stati Uniti d’merica da parte di Obama; cambiamento? Nuova buona volontà? Macche! Si riparte dai finanziamenti pro aborto! E la guerra purtroppo continuerà! Il presidente Usa Barack Obama ha di nuovo autorizzato il finanziamento a organizzazioni che praticano o promuovono l’aborto all’estero, sbloccando un veto posto dal suo predecessore George W. Bush. La decisione del neo-presidente, a soli 3 giorni dall’inizio del suo mandato, è stata presa poco dopo la conclusione di una marcia pro-life nella capitale, a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone. La sera prima della marcia, il card. Justin Rigali di Philadelphia aveva presieduto un incontro di preghiera per la difesa della vita. Secondo la parlamentare Virginia Fox, che ha preso la parola alla marcia, negli Stati Uniti sono stati uccisi “milioni di bambini non nati”.

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CINEMA – IL FILM DI OLIVER STONE «W.»,: QUANDO LA CENSURA E’ ANCORA PRESENTE

RECENSIONE – Lo strano destino del film di Oliver Stone «W.», dedicato alla resistibile carriera del Presidente George W. Bush, dà un’idea abbastanza precisa di quanto il concetto di censura, da tutti condannato e aborrito, sia in realtà ancora vigente e operante. Il distributore Dall’Angelo, che ne ha acquisito i diritti per la distribuzione italiana, a seguito dei rifiuti (diciamo disinteresse) sia della Rai che di Mediaset, si è visto costretto a un’occasionale distribuzione in digitale (cioè un DVD) e a un passaggio televisivo su LA7.

Se «W.» si è visto in sala a Firenze, ad esempio, è stato soltanto grazie ai buoni uffici di Stefano Stefani e, in seconda battuta, dell’Istituto Stensen, che hanno dato, indipendentemente dalla qualità dell’opera, una bella lezione di democrazia a tanta gente. Sì, perché da tutto questo inutile ostruzionismo si poteva anche trarre l’impressione che, più di Michael Moore, spettasse a Oliver Stone il titolo onorario di Lupo Cattivo, anche in virtù delle sue precedenti incursioni nel ramo presidenziale con «JFK» (Kennedy) e «Gli inganni del potere» (Nixon). Tutto ciò rischiava di creare un alone mitico intorno a un film che, alla prova dei fatti, finisce per non fare paura a nessuno. Anzi, democrazia a parte, pensiamo francamente che l’operazione di Stone sia carente in tempistica e risultanze. Una riflessione su George W. Bush, sul quale ormai è stato detto tutto e il contrario di tutto, avrebbe avuto un senso forse tra qualche anno, quando le conseguenze della sua politica interna ed estera avessero portato a qualche esito incontestabile. Oppure anche oggi, ma con qualche bel jolly da giocare o con una modalità più surreale che realistica. Invece «W.» è una sorta di reportage interiore che, partendo dal 1966 quando il Presidente era al college, attraversa alcuni momenti topici della sua esistenza privilegiando quelli privati (il rapporto con Bush padre, l’incontro con la moglie Laura, l’alcolismo) a quelli pubblici (le conferenze stampa, le decisioni in campo internazionale, un 11 settembre del quale si accenna appena), per disegnare il ritratto di un uomo che, a parte la discendenza familiare e una sorta di incrollabile fede, proprio non aveva le carte in regola per guidare il paese più potente del mondo. Alla fine di tutto questo, comunque, sorge spontanea la domanda: «Tutto qui?». «W.» è un film estenuante fatto interamente di dialoghi. Ma, diversamente dalle previsioni, è anche un film che rischia di prendere in contropiede quanti si attendessero un attacco frontale alla maniera di «Fahrenheit 9/11».

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SARA’ DAVVERO UNA NUOVA AMERICA QUELLA GUIDATA DA OBAMA? CHE DIO LO ILLUMINI!

ROMA – La sorpresa non è neanche troppo tale, e la vittoria di Obama alle presidenziali era già annunciata da mesi, anche se nelle ultime ore, un po’ i media, un altro po’ i sondaggisti, hanno provato a tenere tutti con il fiato sospeso. Il democratico Barack Obama, 47 anni, ha quindi conquistato la Casa Bianca dopo una estenuante, lunga ed avvincente campagna elettorale di due anni, sconfiggendo il repubblicano John McCain e diventando il primo presidente nero degli Stati Uniti. Obama giurerà come 44esimo presidente il prossimo 20 gennaio, e dovrà subito affrontare una serie di pesanti sfide, dalla crisi economica alla conclusione della guerra in Iraq alla riforma del sistema sanitario. McCain si è visto sfuggire la vittoria perdendo una serie di stati chiave a partire dall’Ohio, dove nel 2004 George W. Bush aveva ottenuto la rielezione con uno stretto margine, e la Virginia, dove i democratici non vincevano dal 1964. La vittoria di Obama, 47 anni, padre del Kenya e madre del Kansas, rappresenta una pietra miliare nella storia degli Stati Uniti, a 45 anni dal movimento per i diritti civili guidato da Martin Luther King.

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BENEDETTO XVI RICEVE BUSH. RIBADITO IL COMUNE IMPEGNO PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE E IN TERRA SANTA

CITTA’ DEL VATICANO – L’impegno comune a difesa dei ”valori morali fondamentali” e temi internazionali come i rapporti tra Europa e Stati Uniti, il Medio Oriente e l’impegno per la pace in Terra Santa sono stati al centro del colloquio privato tra Papa Benedetto XVI e il presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Lo riferisce un comunicato vaticano. ”Nel cordiale colloquio – si legge nella nota – il Santo Padre ha rinnovato prima di tutto la sua gratitudine per la calorosa e speciale accoglienza ricevuta negli Stati Uniti d’America e alla Casa Bianca durante il suo viaggio dell’aprile scorso, e per l’impegno nella difesa dei valori morali fondamentali”. ”Si e’ poi parlato – aggiunge il Vaticano – dei principali temi di politica internazionale: le relazioni tra Stati Uniti d’America e Europa, il Medio Oriente e l’impegno per la pace nella Terra Santa, la globalizzazione, la crisi alimentare e il commercio internazionale, l’attuazione degli obiettivi del millennio”. Il comunicato torna poi a spiegare che lo speciale protocollo della visita ha voluto ricambiare ”la cordialita’ dell’accoglienza ricevuta dal Sommo Pontefice durante la recente visita compiuta negli Stati Uniti d’America”. E’ durato circa mezzora il colloquio tra il Presidente americano George W. Bush e Benedetto XVI in Vaticano. L’incontro e’ avvenuto nello studio della Torre di San Giovanni.

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BENEDETTO XVI PARTITO PER WASHINGTON. MESSAGGIO AL PRESIDENTE NAPOLITANO

CITTA’ DEL VATICANO – Papa Benedetto XVI e’ partito per Washington, prima tappa del viaggio apostolico negli Stati Uniti, l’ottavo fuori dei confini italiani dall’inizio del Pontificato. A salutarlo all’aeroporto di Fiumicino, prima dell’imbarco sul Boeing 777 dell’Alitalia denominato “Sestriere”, c’era il presidente del Consiglio dei Ministri dimissionario, Romano Prodi. Presenti anche il presidente di Aeroporti di Roma, Fabrizio Palenzona, e il presidente di Alitalia, Aristide Police. Rigide, anche se discrete, le misure di sicurezza predisposte al “Leonardo da Vinci”, dove Benedetto XVI e’ giunto con un’auto della Citta’ del Vaticano scortata dalla security pontificia e da vetture di polizia e carabinieri. L’arrivo alla Andrews Air Force Base di Washington e’ previsto alle 16.00, ora locale: qui il Pontefice sara’ accolto dal Presidente George W. Bush e dalla moglie Laura. Il rientro in Italia e’ in programma per lunedi’ mattina. Prima di partire per Washington, Benedetto XVI ha inviato un telegramma al Presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, in cui invoca ”benessere spirituale, civile e sociale” per l’Italia. ”Nel momento in cui lascio Roma per recarmi in visita negli Stati Uniti d’America e all’Onu – si legge nel testo – mi e’ caro rivolgere a Lei, Signor Presidente, il mio deferente saluto che accompagno con fervidi auspici per il benessere spirituale, civile e sociale del popolo italiano cui invio volentieri la mia benedizione”.

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