GIOVANI – La verità va scritta e sostenuta, costi quel che costi, sia comoda o scomoda, e la verità sull’educazione dei giovani è in mano ad una signora che si chiama Maria De Filippi che, grazie alle televisioni fondate e sviluppate dall’attuale Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha sotto controllo l’educazione dei giovani italiani, attraverso il modello di televisione che quotidianamente propone. Ma ci rendiamo conto? Ed anche nell’ampio panorama dell’educazione, sono in completa contrapposizione due realtà, la Chiesa e la Televisione, tenendo conto che la scuola è praticamente messa in ginocchio, almeno che non si verifichi qualche miracolo. Affidiamo l’educazione di intere generazione di giovani alla signora De Filippi!
Papa Benedetto ha ribadito anche nella recente lettera sulla priorità di educare i bambini e gli adolescenti scritta alla Diocesi di Roma; prima di analizzare la signora in questione, rileggiamone alcuni passaggi..
Abbiamo tutti a cuore il bene delle persone che amiamo, in particolare dei nostri bambini, adolescenti e giovani. Sappiamo infatti che da loro dipende il futuro di questa nostra città. Non possiamo dunque non essere solleciti per la formazione delle nuove generazioni, per la loro capacità di orientarsi nella vita e di discernere il bene dal male, per la loro salute non soltanto fisica ma anche morale.
Educare però non è mai stato facile, e oggi sembra diventare sempre più difficile. Lo sanno bene i genitori, gli insegnanti, i sacerdoti e tutti coloro che hanno dirette responsabilità educative. Si parla perciò di una grande “emergenza educativa”, confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita. Viene spontaneo, allora, incolpare le nuove generazioni, come se i bambini che nascono oggi fossero diversi da quelli che nascevano nel passato. Si parla inoltre di una “frattura fra le generazioni”, che certamente esiste e pesa, ma che è l’effetto, piuttosto che la causa, della mancata trasmissione di certezze e di valori.
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