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DON LUIGI MEROLA, ROBERTO SAVIANO… I GIOVANI DEI PAPABOYS SONO CON VOI!

NAPOLI – E’ passato poco più di un mese da quando don Luigi Merola, premiato alla Festa della Legalità promossa dalla nostra associazione dei Papaboys a Teggiano (SA), comunicò ai presenti un messaggio di morte ricevuto tramite sms che diceva: “Tu mi conosci sono un soldato del clan. Sto lavorando per te. Ti ammazzerò e ti porterò a pezzi dinanzi la chiesa di Forcella (…)” Prima le minacce a don Luigi Merola, ora sotto tiro c’è Roberto Saviano. I massimi esponenti della legalità campana già costretti a vivere sotto scorta per la coerenza dei loro impegni, ora vengono minacciati di morte

Ritengo da Papaboys che gli associati tutti, sono vicini a questi due piccoli grandi uomini, ma dobbiamo dimostrarlo in qualche modo; non dico di scendere in piazza, o gridare dalle finestre il nostro NO alla camorra, non atti di eroismo inutile, vi chiedo solo una firma nel blog preparato da La Repubblica.

Roberto Saviano è minacciato di morte dalla camorra, per aver denunciato le sue azioni criminali in un libro – “Gomorra” – tradotto e letto in tutto il mondo. E’ minacciata la sua libertà, la sua autonomia di scrittore, la possibilità di incontrare la sua famiglia, di avere una vita sociale, di prendere parte alla vita pubblica, di muoversi nel suo Paese. Un giovane scrittore, colpevole di aver indagato il crimine organizzato svelando le sue tecniche e la sua struttura, è costretto a una vita clandestina, nascosta, mentre i capi della camorra dal carcere continuano a inviare messaggi di morte, intimandogli di non scrivere sul suo giornale, “Repubblica”, e di tacere. Lo Stato deve fare ogni sforzo per proteggerlo e per sconfiggere la camorra. Ma il caso Saviano non è soltanto un problema di polizia. E’ un problema di democrazia. La libertà nella sicurezza di Saviano riguarda noi tutti, come cittadini.

Con questa firma vogliamo farcene carico, impegnando noi stessi mentre chiamiamo lo Stato alla sua responsabilità, perché è intollerabile che tutto questo possa accadere in Europa e nel 2008.
http://www.repubblica.it/speciale/2008/appelli/saviano2/index.html

di per se la firma diventa scelta di campo. Vi chiedo di dimostrare a me e a voi, che sono molti i campani per bene, diversi, molto diversi, da come appaiono nei resoconti giornalistici, vi chiedo di apporre la vostra firma di chiedere di fare altrettano ai vostri amici e parenti, ai colleghi sul posto di lavoro.

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DA ROMA SI ALZA IL GRIDO CONTRO LA CAMORRA. PRESENTATO LIBRO DEL CARDINALE SEPE

ROMA – Pubblico delle grandi occasioni ieri pomeriggio all’Auditorium Augustianum per la presentazione del libro del Cardinale di Napoli Sepe che alza la voce contro la camorra. Un viaggio nel cuore di Napoli, quella della camorra appunto e dei rifiuti, nelle strade delle periferie più dissestate: lo ha compiuto il cardinale di Napoli per raccontare nel suo libro una realtà difficile dove però non manca chi si impegna per non rubare la speranza, come sacerdoti, medici, volontari che vogliono costruire. Il male non può vincere, ha detto il porporato alla presentazione del libro, Napoli bisogna amarla per risvegliarla. Sull’impegno concreto della Chiesa, sentiamo lo stesso cardinale Crescenzio Sepe: “Abbiamo cercato non soltanto a parole, ma con i fatti cosa potevamo realizzare e si sta realizzando ormai dappertutto un oratorio in ogni parrocchia e nelle parrocchie stesse si stanno creando delle minicooperative per insegnare ai giovani come lavorare il cuoio o la ceramica: tutte cose, queste, che possono essere utili. In cento parrocchie abbiamo messo dei centri informatici per insegnare ai giovani ad usare questi strumenti, che potranno dare loro domani uno sbocco concreto nella società. Abbiamo tante, tante iniziative, magari piccole, ma certamente sono segni di speranza per dire che si può, si può ricostruire partendo soprattutto dai giovani”.

”Ha scritto un bellissimo libro su Napoli e soprattutto è bellissimo il suo impegno per Napoli”, ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a margine dell’incontro. Il capo dello Stato ha poi assicurato che si veglia sulla sicurezza di Roberto Saviano, sotto scorta da due anni perché con il suo libro, “Gomorra”, ha aiutato a fare luce sull’attività criminale dei Casalesi. Oggi Saviano ha, però, espresso l’intenzione di lasciare l’Italia per non vivere – ha detto – prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. A lui, ieri, la solidarietà del cardinale Sepe.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1861

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