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IMMIGRAZIONE E LAVORO (Roma) – “Concordiamo con quanto dichiarato dal direttore dell’Inps riguardo il lavoro regolare quale tappa fondamentale per l’integrazione degli immigrati, auspichiamo tuttavia che nei prossimi rapporti si possano rilevare ulteriori miglioramenti soprattutto delle condizioni retributive e lavorative degli stranieri”.
Lo dichiara il segretario confederale dell’Ugl, Marina Porro, commentando i dati del IV Rapporto sui lavoratori di origine immigrata negli archivi dell’Inps, presentati oggi a Roma dal direttore generale dell’Istituto, ed evidenziando come “i dati diffusi fanno riflettere su quanto siano importanti gli immigrati per il nostro sistema Paese, anche se sono ancora confinati ai lavori meno retribuiti e spesso rifiutati dagli italiani. Uno su sei, infatti, è addetto alla cura e all’assistenza delle persone, costituendo uno dei pilastri del welfare che, a livello pubblico, è estremamente carente”.
ESTERI (Madrid) – L’agenzia cattolica UCA News ha reso noto che il governo spagnolo ha sospeso la concessione dei visti di centinaia di giovani pakistani che vorrebbero partecipare alla Giornata mondiale della Gioventù (GMG). L’agenzia cattolica dichiara, inoltre, che tale decisione è stata presa dalle autorità spagnole per “evitare problemi di immigrazione illegale” durante l’organizzazione della GMG. Fonti dell’organizzazione a Madrid hanno comprovato che il Governo spagnolo è accorto nel concedere visti a persone provenienti da quei Paesi che, in passato, hanno assistito illegalmente ad eventi internazionali come la Giornata Mondiale della Gioventù.
Inoltre, c’è molta attenzione da parte del Governo non solo per i visti dei pakistani che vogliono assistere alla GMG di Madrid 2011 ma anche per quelli che vogliono recarsi in Spagna. A riprova di questo il Governo ha concesso il visto gratuito a tutti i giovani dei Paesi che non appartengono all’area Schengen per facilitare il loro viaggio nella capitale spagnola.Considerata l’attuale situazione di sicurezza internazionale in Pakistan, tutti gli Stati occidentali si sono mobilitati per aumentare le misure di precauzione nei confronti dei viaggiatori provenienti dal Paese.“Molte persone di quel Paese hanno cercato di rimanere in Europa dopo le passate edizioni della GMG come immigrati illegali, per questo motivo il Governo spagnolo ha sospeso la concessione di visti”, hanno affermato fonti dell’organizzazione della GMG in Pakistan a UCA News, aggiungendo che “gli organizzatori stanno decidendo se restituire il denaro ai pakistani che si erano iscritti alla Giornata e non hanno ottenuto il visto”. La Chiesa cattolica in Pakistan si sta organizzando per negoziare con l’ambasciata spagnola affinchè conceda i visti ai fedeli “sicuri”.
IMMIGRATI (Ventimiglia, IMPERIA) – Sui display della stazione di Ventimiglia è stato annunciato stamani che tutti i treni dall’Italia verso la Francia erano sospesi: quelli per Nizza, per Grasse. Tutti, su ordine delle autorità francesi. Nessun convoglio, secondo quanto poi confermato dalla Polfer e dalla polizia di frontiera italiana, poteva varcare la frontiera di Mentone. Subito giovani dei centri sociali e migranti in attesa hanno occupato i binari al confine. L’occupazione è durata quasi un’ora, poi i manifestanti si sono accordati con il responsabile del locale centro di accoglienza affinché gli oltre 150 immigrati tunisini fossero ospitati per la notte, in attesa di ripartire, eventualmente oggi, per la Francia. Intanto divampava la polemica fra Italia e Francia. La Farnesina ha comunicato che dopo la “sospensione unilaterale del traffico ferroviario a Ventimiglia”, il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva dato immediate istruzioni all’ambasciatore d’Italia a Parigi di svolgere un passo diplomatico “presso le autorità francesi per esprimere la ferma protesta da parte del Governo italiano”. Sono stati chiesti “chiarimenti per le sopraindicate misure che appaiono illegittime e in chiara violazione con i generali principi europei”. E’ stato “altresì sollecitato il Consolato a Nizza per attivare contatti immediati con le autorità locali e ottenere chiarimenti al riguardo”.
Appena ieri la scelta del governo di Parigi sembrava più morbida: dopo il muro innalzato una decina di giorni fa contro gli immigrati, nella mattinata le guardie francesi al confine avevano consentito il transito ai rifugiati che mostravano il lasciapassare rilasciato dalle autorità italiane anche senza passaporto. Ventiquattro ore dopo, la Francia ha invece imposto una stretta e lo scontro fra i due Paesi si è riacutizzato, nonostante la precisazione del portavoce del ministero dell’Interno francese: “Il blocco dei treni è una misura temporanea, per ragioni di ordine pubblico: è motivata dal fatto che era in corso una manifestazione pro-migranti davanti alla stazione di Ventimiglia”. Intanto alla stazione di frontiera era arrivato in effetti il “Treno della dignità” con al seguito oltre 100 manifestanti e profughi tunisini provenienti da Genova. I giovani dei centri sociali, unitamente ai loro compagni veneti ed emiliani, hanno marciato sul consolato francese di Ventimiglia al grido “liberté, liberté”: “Vogliamo far valere il diritto della libera circolazione dei profughi in Europa”. I binari della stazione sono stati occupati dai manifestanti che intonavano slogan contro la Francia e innalzavano cartelli sui quali è scritta la parola “Libertà”. L’area di arrivo dei treni era presidiata da un ingente nucleo di poliziotti in assetto antisommossa. Un reparto della Compagnie republicaine de securité (Crf) è stato schierato invece al confine ferroviario di Mentone e presidia i varchi stradali di ponte San Luigi e ponte San Ludovico. Nella serata di ieri, poi, l’indiscrezione: il traffico sta riprendendo.
EVENTI (Pesaro)- “RICCHEZZA DELL’UMANITA’: POPOLI, ETNIE, CULTURE E RELIGIONI: questo è il tema del “1st International Fraternal Meeting of Civilizations” che si terrà il 6-7-8 maggio 2011 presso la Fiera di Pesaro.La manifestazione è organizzata dall’Associazione No Profit “Progetto NuovaCiviltà” ed è patrocinata dall’Assemblea Legislativa delle Marche, dalla Provincia di Pesaro e Urbino e dal Comune di Pesaro.La società di oggi è sempre più multietnica, multiculturale, multireligiosa. A tal riguardo, il “Fraternal Meeting” si pone l’obiettivo di favorire la conoscenza reciproca di persone appartenenti alle realtà più diverse. U incontro diretto, all’insegna della fraternità, dal quale potranno scaturire buoni frutti come l’apprezzamento dei reciproci valori, il dialogo, la condivisione e la collaborazione in vista del futuro dell’umanità. Vi parteciperanno Gruppi Etnici, Gruppi Musicali, Associazioni Umanitarie e Responsabili di Congregazioni religiose.Al’incontro interverranno relatori esperti nelle varie tematiche, per offrire linee di riflessione efficaci per affrontare la complessa problematica dei rapporti interculturali e il dialogo interreligioso,quali il Prof. Stefano Allievi, Docente di Sociologia delle Religioni all’Università degli Studi di Padova, che ha pubblicato di recente il libro “La Guerra delle Moschee” e la Prof. Katia Migliori, Docente di Retorica presso
l’Università di Urbino e il Dr. David Monticelli, antropologo, autore del libro “Fissano il sole” sui nativi Americani.
Inoltre vi parteciperà il Dr. Hèctor David Villanueva, esperto nel campo dell’Immigrazione-Integrazione e della Cooperazione Internazionale, Advisor per l’America latina di OCCAM (Osservatorio per la Comunicazione Culturale e l’Audiovisivo), organismo affiliato alle Nazioni Unite.Porteranno il loro valido contributo relatori che sono impegnati nel dialogo interreligioso quali la Dott.ssa Gabriella Lavorgna, Presidente dell’Associazione Mandir della Pace e il Dr. Giovanni Sarubbi, Direttore della Rivista Online “Il Dialogo”.Vi prendono parte rappresentanti delle Confessioni Cristiane e delle Organizzazioni religiose presenti in Italia, quali Padre Ottavio Raimondo, Missionario Comboniano;la Dott.ssa Laura Mulayka Enriello, Presidente dell’Accademia I.S.A. (Interreligious Studies Academy) e responsabile per l’educazione della CO.RE.IS. (Comunità Religiosa Islamica) Italiana; il Dr. Guido Morisco, Direttore dell’Ufficio Relazioni Esterne del “Direttivo Nazionale Baha’i”.
DALL’ITALIA (Lampedusa) – Benedetto XVI continua a seguire con apprensione il dramma degli immigrati in fuga dal Nord Africa che, a rischio della vita, cercano di attraversare il Mediterraneo per approdare sulle coste europee. Ascoltiamo in proposito il direttore della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano: L’ennesima tragedia di naufragio in mare di un gran numero di migranti e fuggiaschi fra l’Africa e l’Europa ha suscitato giustamente una vasta e profonda emozione.
Sono certamente molte centinaia gli sconosciuti scomparsi negli ultimi mesi, migliaia e migliaia negli anni recenti nel Mediterraneo, e tornano alla mente le decine di migliaia di boat people vietnamiti che persero la vita in mare nei primi mesi del 1979. Fuggire dalla fame, dalla povertà disumana, dall’oppressione, dalla violenza, dalla guerra…a rischio di morire fra i flutti senza lasciare traccia, neppure un ricordo del proprio nome. Molte volte, in questi giorni, si è parlato di dolore “senza nome”. La compassione ci obbliga a non dimenticare, a fare memoria, come di fronte ad altre indicibili tragedie dell’umanità, di una storia che è nostra, in solidarietà con i poveri della terra.
GIOVANI (Roma) – I giovani e le loro passioni, l’importanza di avere un’istruzione scolastica, il vivere all’insegna della legalità, il seguire la cultura dell’essere e non quella dell’apparire, la fiducia degli adulti nelle future generazioni e, infine, l’entusiasmo che i ragazzi devono avere nella fede. Questi sono stati i temi trattati ieri al’interno di “Giovani e forti..?”, una giornata di studio con, per e sui giovani, in attesa della beatificazione di Giovanni Paolo II. Nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la conferenza – organizzata in due sessioni – è stata moderata nella sessione mattutina da Luca De Mata, direttore emerito dell’Agenzia Fides, che nel pomeriggio ha lasciato il microfono ad Antonella Freno, ex assessore ai grandi eventi del Comune di Reggio Calabria.
De Mata ha aperto i lavori della giornata di studio presentando il primo ospite della conferenza, Padre Walter, assistente spirituale dei Papaboys, che ha espresso tutta la sua solidarietà verso i giovani, invitandoli a vivere con inesauribile entusiasmo, da spendere anche nella fede, nella dottrina e nella Chiesa attraverso la preghiera.“Voi siete la mia speranza, quella della società e della Chiesa”, ha invece esordito Pedro Barrajòn, rettore dell’Ateneo Regina Apostolorum, riprendendo le stesse parole che Giovanni Paolo II rivolgeva spesso ai giovani.Su questa linea, il rettore ha tracciato il suo discorso, incoraggiando gli adulti a guardare con speranza verso i ragazzi, poiché essi hanno una grande ricchezza: quella di scoprire sé stessi e di ascoltare la voce della loro coscienza. Solo in questo modo, secondo il rettore spagnolo, i ragazzi potranno formare la loro identità sociale e culturale, fondandola sui valori etici e morali della dottrina cattolica, che è alla base della nostra vita.In diversi momenti, nel corso della giornata, sono state riportate le parole – ormai divenute uno dei ricordi più indelebili nella mente di tutti – di Karol Wojtyla verso i giovani: “Non abbiate paura, spalancate le porte al Signore”.
Per parlare dell’istruzione e della formazione scolastica non poteva esserci ospite migliore del rettore dell’Università “La Sapienza” Luigi Frati, che ha sostenuto l’urgenza ed il dovere delle istituzioni di agire per arrivare ad una formazione scolastica di qualità, che possa permettere agli studenti di entrare nel mondo del lavoro con ottime basi ed esprimere le conoscenze acquisite all’università. Oggi i ragazzi, complice anche la crisi di valori in atto, hanno la tendenza a mitizzare personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo, dello sport…miti effimeri che rappresentano la cultura dell’apparire e non quella dell’essere, su cui andrebbe fondata la nostra vita. Lo scopo dei giovani non dev’essere infatti quello di diventare a tutti i costi veline o calciatori, ma quello di proporsi al mondo per ciò che sono, dei ragazzi con i giusti valori.
I giovani, però, non sono solo quelli del mondo della pace ma anche quelli della guerra. Musa Maroofi, ambasciatore della repubblica islamica dell’Afghanistan in Italia, ha portato la sua testimonianza attraverso il racconto della vita di quei ragazzi che hanno sofferto per la distruzione del loro paese. “Giovani e pace”: questo è il motto della terra afghana, un paese giovane poiché è rinato dalla distruzione. Sono stati proprio i giovani a contribuire alla rinascita dell’Afghanistan basata, questa volta, su principi democratici di pace e sui diritti umani dei giovani e delle donne senza distinzione di sesso.Grazie alla ricostruzione, si è dato vita al Ministero della Gioventù per costituire scuole ed università all’insegna dell’istruzione culturale.
Nella speranza che le guerre vengano debellate Veronique Nobel, coordinatrice della preghiera straordinaria di tutte le Chiese per la riconciliazione dell’unità e della pace, ha mostrato, attraverso alcune immagini, come sia possibile riunire tutte le Chiese del mondo in un’unica preghiera di intercessione per l’unità e la pace partendo da Gerusalemme: è un percorso spirituale, sia collettivo sia individuale, che riunisce i fedeli di tutte le Chiese del mondo tutti i sabati alle 18.La musica può oltrepassare le barriere delle ideologie e questo lo dimostra la scuola musicale “Magnificat Institute”, istituita da Padre Armando Pierucci, che ha sede a Gerusalemme: in questa scuola ci sono molti allievi di diverse provenienza ma anche in conflitto ideologico. Padre Pierucci ha allievi di origine ebrea e palestinese che, attraverso la musica, utilizzano un linguaggio universale.
Esponente degli immigrati è Mansouri Mustapha, presidente dei Nuovi Italiani Partito Immigrati, che ha affrontato il problema dell’immigrazione in relazione al fatto che c’è una grossa speculazione sugli esseri umani poichè vengono sfruttati, nonostante contribuiscano del 10% al Pil italiano. Gli stranieri che nascono in Italia non vengono riconosciuti come italiani ma rimangono stranieri.
GIOVANI (Roma) – Il Palazzo apre le porte e accoglie le istanze dei giovani. Si svolgerà questo martedì 5 aprile, con inizio alle 9.30 presso la Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei ministri (via di Santa Maria in Via 37), la Giornata di studio con, per e sui giovani “Giovani e forti…?”, ideata e organizzata dall’Associazione nazionale Papaboys, all’interno del quadro di eventi 2011 “Il seme della speranza”, in collaborazione con il Governo italiano – Ministero della Gioventù.
300 giovani, rappresentanti del mondo scolastico ed universitario, avranno modo di confrontarsi con esponenti delle istituzioni e numerosi relatori su temi di attualità stringente: i rapporti che intercorrono tra l’universo giovanile e temi come lavoro, pace, cultura, istruzione, media, legalità, immigrazione, Chiesa, sport, tempo libero.
SOCIETÀ (Roma) – Domani alle 17, presso la sala conferenze di Radio Vaticana, si terrà il primo di una serie di incontri dedicati alle collettività di immigrati a Roma, con l’introduzione di padre Federico Lombardi. L’iniziativa, promossa dalle organizzazioni cui fa capo l’Osservatorio Romano sulle Migrazioni (Caritas diocesana, Camera di Commercio e Provincia di Roma), si propone di presentare questi gruppi nazionali che ormai costituiscono parte strutturale del tessuto sociale della Capitale e dell’intera area romano-laziale. Gli incontri sono imperniati sul più ampio coinvolgimento non solo delle realtà istituzionali, sociali e religiose (a partire dai cappellani degli immigrati, coordinati dalla Fondazione Migrantes), ma anche delle strutture collegate a queste stesse collettività, dalle ambasciate alle associazioni, dagli imprenditori ai mediatori culturali, ai giornalisti e così via.
L’incontro di apertura è dedicato alla Polonia, di cui, nella ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, va ricordata la partecipazione a diverse iniziative del Risorgimento e, durante le tragiche vicende della seconda guerra mondiale, l’apporto che il II Corpo d’Armata polacco diede per sfondare la “linea Gustav” e, quindi, la “linea Gotica” per liberare Bologna, a costo di 4.000 morti e 9.000 feriti. Questi soldati erano poco più di 100.000, all’incirca tanti quanti sono adesso gli immigrati polacchi, dei quali un quinto è concentrato nell’area romana. Pur rappresentando l’ottava collettività per consistenza numerica e pur essendo l’Italia molto amata dai polacchi, come attestano diverse indagini, il nostro paese non sta in cima alle preferenze dei migranti di Varsavia e dintorni che, avendo fruito di un’ottima formazione, si indirizzano altrove (ad esempio in Gran Bretagna) per trovare più significativi sbocchi professionali. La collettività polacca, nella quale le donne incidono per il 70%, è uno dei casi più significativi del cosiddetto “spreco dei cervelli” e, ciò nonostante, si tende ancora a inquadrarle sempre come collaboratrici domestiche.
SOCIETA’ / IMMIGRAZIONE (Italia) – Domenica 15 e lunedì 16 maggio in oltre mille Comuni italiani si voterà per scegliere sindaci e consiglieri comunali. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha fissato gli appuntamenti elettorali e giovedì scorso li ha comunicati al Consiglio dei Ministri. Nei Comuni con oltre 15.000 abitanti, se nessuno dei candidati a sindaco conquisterà al primo turno più del 50% dei voti, ci sarà anche un secondo turno il 29 e 30 maggio, in cui si sfideranno i due candidati più votati. Un appuntamento al quale sono chiamati anche i cittadini comunitari che risiedono regolarmente in quei Comuni.
I romeni, i polacchi e tutti gli altri cittadini di Paesi dell’Unione Europea possono votare alle elezioni comunali e anche essere eletti come consiglieri, ma non possono aspirare alle cariche di sindaco o vicesindaco. Per godere di questo diritto, i cittadini comunitari devono iscriversi in una lista elettorale aggiunta, presentando, entro il prossimo 4 aprile, una domanda indirizzata al sindaco presso l’ufficio elettorale del Comune. Molti Comuni hanno già preparato dei moduli precompilati. Laddove i moduli invece non ci fossero, è sufficiente fare una richiesta su carta semplice, in cui vanno inseriti i propri dati e la dichiarazione che anche in patria si gode del diritto di voto. Gli iscritti alla lista ricevono la tessera elettorale, che sarà valida per tutte le elezioni successive.
TECNOLOGIA (Italia) – “Popoli” sbarca su iPad. Il mensile internazionale dei gesuiti, è ora leggibile anche sul tablet Apple. Dall’Apple Store e da iTunes Store si possono infatti scaricare gratuitamente l’applicazione ed il numero di febbraio della rivista, con una selezione di articoli corredati da contenuti multimediali. Nei prossimi mesi il prodotto verrà ulteriormente perfezionato e diverrà bimestrale: ogni numero includerà il meglio dei reportage, inchieste, commenti e rubriche pubblicati in due fascicoli della versione cartacea.
“Popoli” è la prima rivista cattolica italiana a sviluppare un’applicazione per iPad, e tra le prime in Europa. Alla rivista cartacea, al rinnovato sito http://www.popoli.info e ai social network Facebook e Twitter, su cui la rivista è presente da pochi mesi, si aggiunge adesso questo nuovo mezzo per raccontare come oggi il Vangelo viene vissuto e annunciato in un mondo che cambia. Date le caratteristiche del dispositivo Apple, la versione iPad di “Popoli” valorizzerà le immagini e si avvarrà dell’autorevolezza dei suoi collaboratori, come i gesuiti Paolo Dall’Oglio (impegnato nel dialogo interreligioso in Siria), il biblista Silvano Fausti, il sociologo Maurizio Ambrosini (tra i massimi esperti italiani di immigrazione) ed il comico Giacomo Poretti (del trio Aldo, Giovanni e Giacomo), che nella sua rubrica rilegge con sguardo ironico i fatti di attualità.
Il nome dell’applicazione è “As Popoli”, poiché verrà presto realizzata una versione per iPad anche della rivista “Aggiornamenti Sociali” che, come “Popoli”, è edita dalla Fondazione Culturale San Fedele di Milano. La realizzazione di “Popoli” su iPad è nata dalla collaborazione con Progetto Rosetta, una start-up che nasce con l’intento di valorizzare il mondo editoriale grazie a nuove forme di comunicazione digitale su dispositivi portatili sempre connessi.
TRIPOLI – “Chi è il mio vicino?”: questa domanda è stata il filo conduttore dell’intervento del reverendo Olav Fykse Tveit, segretario generale del World Council of Churches (Wcc) di Ginevra, sul tema del dialogo e della cooperazione tra cristiani e musulmani tenuto lunedì scorso, 10 gennaio, presso il campus della World Islamic Call Society (Wics) di Tripoli, in Libia. Davanti a un pubblico composto da docenti e studenti, il reverendo Olav Fykse Tveit ha spiegato perché chiedersi “chi è il mio vicino” è una domanda quanto mai attuale nel mondo d’oggi dove avvengono cambiamenti radicali a causa delle vaste migrazioni che portano gruppi etnici, con tradizioni tra loro molto diverse, a vivere fianco a fianco. Tveit ha sottolineato che “l’arrivo d’immigrati musulmani e cristiani nel mio Paese, la Norvegia, è stato uno degli eventi più significativi per la nostra società e ha provocato l’impegno di diverse organizzazioni religiose a dare il loro contributo per migliorare la convivenza”. Il segretario del Wcc ha quindi ricordato che, a causa delle nuove tecnologie di comunicazione, “noi tutti ci troviamo a vivere in un villaggio globale dove, sempre più spesso, bisogna chiedersi: “chi è il mio vicino?”. Tuttavia questo incremento delle relazioni, che rende evidente la nostra interdipendenza con chi vive intorno, ci induce a cambiare la prima domanda con quest’altra: “Che tipo di vicino sono io per gli altri?””.
MIGRANTI – A un incontro sul tema migranti, conoscenza, solidarietà, insieme a Don Antonio Sciortino Direttore di Famiglia Cristiana. Dapprima ho ascoltato con attenzione che si è trasformata in partecipazione, ricordando le nonne e i nonni partiti tempo addietro per altre città, altri paesi, altri continenti. Quando si trattano problemi planetari come la povertà, la fame, la guerra, l’ingiustizia, non ci sono possibilità di chiamarsi fuori, occorre ripartire dai significati delle parole, da ciò che rappresentano, senza timore di farci i conti, di impegnarci tempo ed energie, perché l’indifferenza “peso morto della storia”, è già violenza delle dignità costrette a sopravvivere alle rimozioni della memoria. Ho ricordato quei due anziani seduti al bar a darsele di santa ragione a colpi di asso di bastoni e sette di denari, spesso le carte da gioco consentono di barare con la voce agli anni che incalzano. Entra il ragazzo indiano, vende roselline rosse, così rinsecchite che è un dovere acquistarne una, quanto meno per non averle più sotto il naso. Le carte sono improvvisamente ferme, gli sguardi ad altezza di uomo, le voci urticanti spingono a lato il divertimento, aprendo varchi alle parole lanciate come sassi: “ma vai al tuo paese, smettila di dare fastidio, tornatene a casa tua”. Il ragazzo non proferisce parola, come un pugile suonato se ne ritorna al suo angolo nascosto al plotone di esecuzione.
46° SETTIMANA SOCIALE – La ricerca «del bene comune» deve sempre costituire «il riferimento sicuro» per l’impegno dei cattolici nella società e nella politica. È il richiamo pronunciato da Benedetto XVI al momento della recita dell’Angelus in Piazza San Pietro, al termine della solenne messa per la canonizzazione di sei nuovi santi. «Pensando all’Italia – ha detto il Papa -, mi preme ricordare che oggi a Reggio Calabria, si conclude la 46à Settimana sociale dei Cattolici italiani, che ha tracciato un “agenda di speranza” per il futuro del Paese». Il Papa ha quindi rivolto «un cordiale saluto» ai convegnisti di Reggio Calabria, collegati in diretta, ed ha auspicato che la ricerca del «bene comune costituisca sempre il riferimento sicuro per l’impegno dei cattolici nell’azione sociale e politica». Politica, educazione, immigrazione, lavoro, sviluppo: sono alcuni dei temi al centro delle sessioni tematiche, i cui contenuti sono stati illustrati il 17 ottobre, nella giornata conclusiva della 46a Settimana sociale dei cattolici italiani che si è svolta a Reggio Calabria. Completare la transizione politica. “Completare la transizione politico-istituzionale con tutti, senza lasciare ‘al di qua’ nessuno, senza lasciare indietro i poveri, i giovani, i non qualificati”: lo ha detto Lucia Fronza Crepaz, del Movimento per l’Unità dei Focolari, coordinatrice dell’assemblea tematica su “Completare la transizione”. Fronza ha richiamato la proposta di don Sturzo di cambiare l’art. 49 della Costituzione per fare dei partiti delle “associazioni di diritto pubblico”. Fronza ha poi ricordato l’auspicio che “si torni a dare all’elettore un reale potere di scelta di indirizzo e di controllo sull’eletto, come cuore della democrazia”.
GESTO DA CONTINUARE – Ci si potrebbe chiedere perché. Perché una catastrofe umanitaria, a detta dell’Onu «più grave dello tsumani», con 21 milioni di sfollati e 10 milioni di senzatetto, un quinto del Pakistan sepolto dal fango, raccolti distrutti, a un mese di distanza raggiunga l’Occidente come una debole eco. Perché gli allarmi delle organizzazioni di soccorso, che hanno raccolto sì e no un quarto degli aiuti necessari, non faccia breccia nei nostri notiziari. Eppure anche solo i numeri, dal Pakistan, sono terribili: metà degli alluvionati sono bambini e, di questi, quasi tre milioni hanno meno di cinque anni. Molti non hanno più una casa, e neanche tre su dieci hanno acqua potabile da bere. Questo significa epidemie. Tuttavia, l’attenzione del mondo non si accende.
BRESCIA – Il comitato organizzatore della visita del Papa a Brescia, domenica 8 novembre, per voce del segretario don Claudio Zanardini, insiste sulla “festa di popolo” che Brescia prepara in Piazza Paolo VI, per la Messa e l’Angelus domenicale, ma anche lungo il percorso fra l’aerobase militare di Ghedi, dove Papa Ratzinger atterrerà alle 9.30, e Botticino passando per Castenedolo, Virle, Rezzato; poi da Botticino a Brescia attraverso Sant’Eufemia. Festa di popolo anche in centro dove saranno collocati maxischermi in largo Formentone e piazza Loggia (qui sarà impartita anche l’eucarestia), ma pure in corso Zanardelli e piazzetta San Luca. Gli organizzatori hanno sciolto ieri uno dei dubbi residui: il Papa si fermerà alla stele che ricorda i caduti della strage, come fece Giovanni Paolo II nel 1982? La risposta è no: “La Papamobile rallenterà, il vescovo spiegherà il significato della stele”. Nulla di più. “Non è mancanza di rispetto, è un problema di tempi”, viene spiegato. Nel pomeriggio poi ci sarà la trasferta a Concesio. “Nel complesso sarà il tragitto più lungo mai compiuto dal Pontefice in Papamobile” dicono gli organizzatori. Le occasioni ed i punti per vedere il Papa, insomma, non mancheranno. Almeno 40mila fedeli sono attesi lungo il percorso dove si collocheranno 2.700 volontari di Ana, Protezione civile, Agesci riconoscibile per l’inconfondibile pettorina azzurra. Difficile trovare ancora i pass per un posto in Piazza Paolo VI, davanti al palco in legno disegnato da Fausto Baresi su cui il Papa celebrerà la Messa. Richieste arrivano da altre diocesi, dalla Germania. Neppure il Comitato organizzatore ha più margini: tutti i pass per i 12mila posti in piazza sono stati distribuiti alle 473 parrocchie, e poi pro-quota a movimenti e istituzioni. Per un posto in piazza non resta che chiedere a loro.
CITTA’ DEL VATICANO – E’ necessario compiere ogni sforzo possibile affinché i cristiani continuino a rimanere in Terra Santa come testimoni del Signore e promotori di pace. E’ quanto ha detto in sintesi il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, in occasione della 81° sessione della (Riunione Opere Aiuto Chiese Orientali), svoltasi questo martedì 23 giugno a Roma. L’incontro, che si concluderà giovedì 25 giugno, è incentrato sulla situazione dei cristiani in Terra Santa e Bulgaria e in particolare sul viaggio apostolico compiuto da Benedetto XVI dall’8 al 15 maggio scorsi in Giordania, Israele e Territori Palestinesi. La Roaco è un comitato nato nel 1968 che riunisce agenzie di tutto il mondo impegnate a sostenere finanziariamente le comunità cattoliche orientali in vari settori. Ne fanno parte, ad esempio, la Pontificia Missione per la Palestina e numerose agenzie di Germania, Francia, Svizzera, Paesi Bassi e Austria.
TV VERA – Fuori da ogni dimensione di ‘velinaggio’ e profanazione di ciò che si intende con il termine ‘fare televisione’, partirà il 29 giugno un programma televisivo, in seconda serata su Rai Uno, che fa parte di uno dei limitati casi di ‘Tv di servizio alla cultura, all’informazione ed all’attualità’, con la C, la I e la A maiuscole. Un programma in 4 puntate che definire ‘trasversale’ è ovvietà scontata, di sicura denuncia – neanche troppo silenziosa – di una delle piaghe che maggiomente insanguinano la opulenta società internazionale del terzo millennio: la povertà, analizzata in maniera millimetrica attraverso quei flussi migratori che spogliano di verità e di personalità gli uomini, riducendoli da esseri umani a vere e proprie valigie, talvolta con lo spago, forse legato intorno al collo come ultimo ricatto di esistenza.
ANCONA – Riprende questo martedì 12 maggio alle ore 16 presso la Parrocchia Santa Maria delle Grazie in Ancona l’attività regionale dell’Associazione Nazionale Papaboys. Sarà un pomeriggio di incontro con la realtà territoriale e con l’incarico di Delegato Regionale per le Marche che sarà affidato ad Andrea Clementi. Alle ore 15.30 il ‘benvenuto’ e poi l’introduzione del Parroco di Santa Maria delle Grazie, Don Franco Marchetti, che aprirà i lavori. Oltre al Presidente Nazionale dell’Associazione, sarà presente anche, in via eccezionale, il Direttore dell’Agenzia della Santa Sede ‘Fides’, Luca De Mata, che introdurrà un dibattito sulla tematica dell’immigrazione e reciprocità, in attesa della trasmissione Tv ‘La Valigia con lo Spago’ che andrà in onda su Rai Uno per 4 puntate dal 22 di Giugno in seconda serata. Alle ore 18 la Celebrazione della Santa Messa e la giornata si concluderà con un’ora di Adorazione Eucaristica, vero ‘centro motorio’ dell’Associazione dei Papaboys..
ESPERIENZE – L’immigrazione è oggi una problematica senza risposte, o una possibilità? Un grave dramma o una risorsa? Vediamo i ‘clandestini’ o gli ‘immigrati’ del caso come ostacolo delle nostre libertà, o come espressione di un universo reciproco che grida a gran voce il termine ‘accoglienza’. Inizieremo in questo periodo un percorso comune, cari amici dell’Associazione Nazionale Papaboys, che ci porterà ad analizzare la tematica dell’immigrazione, ma come fenomeno che deve portare alla reciprocità ed all’accoglienza, una risorsa di umanizzazione della società, quindi. Proponiamo, per iniziare il ciclo di riflessioni comuni, un servizio distribuito oggi dall’Agenzia Vaticana Fides, il cui direttore, Luca De Mata, esperto conoscitore del fenomeno, propone una chiave di lettura altra….
In volo verso Montreal – La valigia con lo spago
(corrispondenza di Luca De Mata)
Montreal (Agenzia Fides) – Ho lasciato il Belgio e sono in volo per il Canada. La mia inchiesta sull’immigrazione o meglio sui movimenti dei popoli da un continente all’altro mi sta sempre più portando all’interno di un fenomeno che una volta era solo di povera gente che, raccolte le sue povere cose, cercava in nuove terre nuove speranza e nuova fortuna, e soprattutto cercava un po’ di serenità che nella sua patria non aveva conosciuto. Questo è stato l’ andare sopratutto verso le Americhe e l’Oceania di milioni di Europei in flussi inarrestabili. Interi paesi si sono trasferiti in altre parti del mondo con il passa parola della miseria e della disperazione. I primi partiti sui ponti dei piroscafi con “le valigie legate dallo spago”, senza conoscere la lingua del paese che li avrebbe ospitati, senza nessuna certezza, vivendo solo la speranza di rimanere uniti nelle difficoltà che li avrebbero attesi. Fu rono milioni, ma certamente partivano come persone libere. Non schiavi. Ma ancora oggi è così ? No! Certamente no.
Più entro con questa inchiesta lungo i cammini della nuova immigrazione, più diventa evidente il disegno criminale che c’è dietro: sfruttare la disperazione e la miseria di milioni di individui. I tracciati che queste masse di povera gente deve seguire per entrare nelle nazioni dei privilegi sono ben delimitati e controllati dalle organizzazioni criminali. Oggi più che di immigrazione dovremmo parlare di tratta, di traffico di esseri umani, o ancora in modo più esplicito, di nuove schiavitù. A questa inchiesta da oggi voglio dare un nome “La valigia con lo spago”.
Perché questo nome “La valigia con lo spago”? La valigia con lo spago e subito, d’istinto, pensi alle immagini dei milioni di emigranti: Italiani, Irlandesi, Polacchi, Spagnoli, Portoghesi che, all’inizio dell’800 ed ancora fino agli anni ’50 del secolo scorso, si spostarono da un continente all’altro, con le loro valige legate, tenute sulle spalle, in fuga dalla miseria. Donne, uomini, adolescenti spesso analfabeti che, con caparbietà, sacrifici, volontà, sono stati mattoni reali che hanno contribuito alla costruzione della ricchezza dell’Occidente. Masse. Milioni di individui oggi integrati, figlie e figli di quelle valige di cartone. Oggi ancora più difficili da distinguere, ormai, da chi in quelle stesse terre era arrivato solo un secolo prima in fuga dalle miserie e dalle persecuzioni, quando non deportati con la forza.
E oggi? Senza valigia. Senza nulla. Milioni di ombre scivolano lungo montagne e coste per raggiungere un sogno. Sogno della fuga dalla fame, dalla morte che ti viene incontro nascosta dietro il sorriso di un ragazzo, di una donna di tritolo che, inerme, ti uccide insieme ad altri innocenti come te. Ombre che scivolano lungo le coste. Ombre senza valigia perché nella barca non c’è spazio. Ombre senza valigia per meglio attraversare i sentieri dei monti ed i loro precipizi. E se troppo pesanti, ombre lasciate affogare, rotolare nei burroni. Ombre che non devono lasciare tracce sui sentieri e le rotte dei mercanti della carne.
Le valige con lo spago sono loro: i loro corpi, o meglio le loro ombre. Criminalità comanda. La disperazione accetta. Pagamento anticipato. Carne, ossa e sangue da quel momento non sono più tuoi. Stabilito il prezzo tutto è dell’“Agenzia”. Nulla è più tuo, come non saranno più tuoi sogni e speranze. La valigia è la tua ombra. Lo spago è attorno al tuo collo e ti stringe, ti mozza il fiato. Spago di criminali, ricattatori, strozzini senza pietà, quando non fanatici del terrore. Tu devi pagare ed ubbidire. Tu devi diventare un ombra perché io ti porti di là! La valigia? Sei tu! Dare soldi! Tanti soldi! Un debito infinito grande come le speranze più dolci e più grandi di ognuno di noi. Dare soldi! Tanti soldi! Ed a Te uomo-donna valigia, sarà concesso di portare dentro di Te un sogno, solo un sogno! Perché la realtà sarà diversa quanto più grande è e sarà il tuo sogno. Si sa! Sognare costa. E così “l’Agenzia” Ti presterà i soldi per realizzare il tuo sogno. Benedetta “Agenzia”. Maledetto il mio sogno che ora mi incatena qui clandestino. Ombra costretta a prostituirsi, ombra di una schiava, ombra di uno schiavo. Dieci, dodici ore, con la schiena ubbidiente a stare chinata dove mi hanno tolto anche il tempo per sognare. Ho solo la memoria di quello che c’era di là, da dove sono fuggito. Terre di sangue e di nulla. E nulla è cambiato, anche qui solo chi è forte sopravvive.
Vi racconto i miei sogni. Il passato ed il presente sono in una stessa stanza dove tutte le notti devo scavalcare altri come me, per potermi abbandonare al sonno su un letto a fianco ad una specie di servizio igienico, dove vicino al lavandino c’è il fornello e la bombola del gas. Una stanza di odori acri, di umidità, di nessuna certezza neanche per la disperazione del mio sonno. Quando pensavo alla distanza che mi divideva da voi, mi chiedo: “Ho superato quella distanza?” . Quando ero di là mi dicevo: “Non so”. Non capisco i meccanismi, ma so di quello o di quella che sono arrivati di là: da voi, dove si compra e si vende felicità, dove non ci sono guerre e carestie.
Benedetta “Agenzia” che mi presterà i soldi per attraversare i mari ed i monti. E così sono caduto nella trappola degli ingegneri delle finanze criminali, degli spacciatori all’ingrosso, dei mercanti di prostitute, dei trafficanti di morte a volte in nome di una religione. Terrore. Sfruttamento. Schiavitù. Il mondo ricco ha paura delle ombre e così si spendono dai 25mila ai 30mila miliardi di dollari ogni anno per il controllo delle politiche migratorie e di asilo. Miliardi di dollari che potrebbero creare milioni di posti di lavoro, lì dove non c’è lavoro e qui dove ci vorrebbero sempre più lavoratori. Il mio aereo è atterrato. “La valigia con lo spago” mi attende anche in questa nazione. Scendo dall’aereo senza illusioni che qui troverò una realtà differente. Dagli amici che mi attendono mi sono già giunte tracce di storie non meno drammatiche e crudeli di quanto ho raccolto in Europa.
IMMIGRAZIONE- PORRO(UGL):“RAPPORTO INPS RIVELA DATI POSITIVI SU INTEGRAZIONE”
Lo dichiara il segretario confederale dell’Ugl, Marina Porro, commentando i dati del IV Rapporto sui lavoratori di origine immigrata negli archivi dell’Inps, presentati oggi a Roma dal direttore generale dell’Istituto, ed evidenziando come “i dati diffusi fanno riflettere su quanto siano importanti gli immigrati per il nostro sistema Paese, anche se sono ancora confinati ai lavori meno retribuiti e spesso rifiutati dagli italiani. Uno su sei, infatti, è addetto alla cura e all’assistenza delle persone, costituendo uno dei pilastri del welfare che, a livello pubblico, è estremamente carente”.
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