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IL 2 MAGGIO LA CHIESA INCONTRA I MEDIA: IN VATICANO LE ESPERIENZE DI 150 BLOGGERS

MEDIA (CITTA’ DEL VATICANO) – E’ stata pubblicata, sulla pagina del Pontifico Consiglio per la Comunicazioni Sociali (http://www.pccs.va.), la lista dei 150 bloggers che, il 2 maggio, si riuniranno in un incontro in Vaticano organizzato dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali e presieduto da monsignor Claudio Maria Celli. L’incontro ha l’obiettivo di far condividere le esperienze tra i diversi bloggers ed i rappresentanti della Chiesa e, inoltre, verranno presentate alcune iniziative che il Vaticano ha in serbo per il mondo dei nuovi media, a Roma ed in altre città.

Saranno previste due sessioni: nella prima cinque bloggers, rappresentanti delle diverse aree linguistiche, tratteranno temi specifici di importanza generale, mentre nella seconda gli esperti delle strategie comunicative della Chiesa porteranno la loro testimonianza attraverso le esperienze di lavoro con i nuovi media. All’incontro parteciperanno il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, monsignor Claudio Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, e padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. In base alle 750 richieste “è stata fatta una difficile selezione per offrire, nella misura del possibile, un quadro rappresentativo e generale della ‘blogosfera’”, afferma Kervin Frometa, di http://www.tucristo.com. Per quanto riguarda i bloggers, ha spiegato Richard Rouse, ideatore dell’incontro, ce ne saranno di famosi e di principianti, istituzionali e personali, che raccontano storie personali o che narrano fatti ed eventi locali ed internazionali. “E’ stato veramente toccante sentirci coinvolti nelle vostre storie: le gioie della paternità, le speranze dei giovani, il dolore della morte, la paura del cambiamento, per non parlare delle tante cause e campagne che promuovete, specialmente la nuova evangelizzazione”, ha confessato Rouse.

Tra i selezionati di lingua italiana ci sono Alberto Piccini: http://www.maestroalberto.it; Alessandro Gilioli: http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it; Alessio Jacona: http://www.thewebobserver.it; Angela Ambrogetti: http://www.ilportonedibronzo.it; Anna Spatola: http://ordovirginumsicilia.splinder.com; Antonio Spadaro: http://www.cyberteologia.it; Costanza Miriano: http://costanzamiriano.wordpress.com; Francesco Diani: http://www.blogcattolici.it e http://www.siticattolici.it; Francesco Spagnolo: http://www.esseciblog.it; Gabriele Niola: http://sonovivoenonhopiupaura.blogspot.com; Giorgio Maria Faré http://www.santuariodivinamaternita.com; Giovanna Maria http://geniofemminile.blogspot.com; http://santagostinopavia.wordpress.com; Joshua Evangelista: http://reporters.blogosfere.it; Leonardo: http://www.qualcosadelgenere.com; Luca Fabbri: http://www.religionereligioni.blogspot.com; Luca Paolini: http://www.religione20.net; Luca Sofri: http://www.wittgenstein.it e http://www.ilpost.it; Luciano Giustini: http://www.lucianogiustini.org.

continua su:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4785

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Concluso a Roma l’incontro internazionale per la lotta delle religiose contro la tratta

Si è concluso oggi a Roma l’incontro promosso dall’Unione internazionale superiore generali e dall’OIM, l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, con l’obiettivo di creare una rete internazionale di religiose per combattere la tratta degli esseri umani, che coinvolge circa 800 mila persone nel mondo, per lo più donne. Oltre 30 le Congregazioni religiose che hanno partecipato all’evento in rappresentanza di un grandissimo fronte di suore già impegnate nella lotta contro questo turpe fenomeno. Fabio Colagrande ha intervistato suor Bernadette Sangma, salesiana e coordinatrice del convegno, e Stefano Volpicelli, coordinatore dell’incontro per l’OIM. A suor Sangma ha chiesto se, condotta in rete, la lotta contro la tratta abbia maggiori possibilità di successo

R. – Sì, perchè ci rendiamo conto di trovarci in una posizione molto strategica. E questo perchè quando si parla di tratta – di donne e di bambini, ma ormai anche di uomini – risultano coinvolte tre tipi di nazioni: le nazioni di origine, le nazioni di transizione e le nazioni di destinazione. Guardandoci intorno, laddove siamo presenti, ci siamo resi conto che avremmo potuto coprire tutte e tre questi tipi di nazioni. Ci siamo anche rese conto che se ci fossimo uniti in una rete, avremmo potuto – da una nazione di origine ad una nazione di destinazione – rendere possibile una collaborazione per cercare di salvare queste donne da questa schiavitù, da questa esperienza disumanizzante.

 
D. – Volpicelli, nella lotta contro il traffico di esseri umani che voi dell’OIM portate aventi, è importante tener conto delle diversi legislazioni nazionali che riguardo l’immigrazione…

R. – Sì, soprattutto perchè è come se fosse un cane che si morde la coda, nel senso che le politiche migratorie restrittive aumentano la tratta, la facilitano, perchè è ovvio che non esistendo la possibilità legale di spostarsi in forma sicura da un Paese all’altro, anche soltanto per cercare un lavoro, è anche chiaro che chi vuole muoversi cercherà e poi troverà anche delle soluzioni alternative. Questo purtroppo rappresenta un tema molto delicato, perchè bisogna coniugare diversi interessi. E’ vera e necessaria la protezione e la sicurezza nei nostri Paesi, ma anche la dignità e la possibilità di riscatto e di sviluppo per coloro che arrivano da Paesi più arretrati dal nostro.

 
D. – Voi dell’OIM quale contributo potere dare alle Congregazioni religiose femminili lotta contro la tratta?

 
R. – In realtà non è tanto l’OIM che dà e l’UISM che riceve o viceversa. La cosa bella che noi stiamo sperimentando tuttora è proprio questa comunione di interessi nella consapevolezza e nel rispetto delle reciproche differenze. Significa quindi sviluppare linguaggi nuovi, significa mettersi in discussione come organizzazioni, significa aprirsi. Questo banalmente si traduce in una ricchezza non solo interpretativa del fenomeno, ma anche in una ricchezza di possibili sinergie e collaborazioni operative. Il valore aggiunto è questo mix di spiritualità e di professionale: perchè non è che il laico è professionale e il religioso è spirituale, ma sono differenti sensibilità spiritualità e differenti modalità operative professionali che vengono mischiate insieme. Il risultato è efficace: riusciamo a dare visibilità a chi vive nell’invisibilità

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