aprile 20, 2011 · 3:32 PM
ESTERI (KHARTOUM) – Nonostante le centinaia vittime delle ultime settimane, originate dai conflitti tra i ribelli e l’esercito del Sud Sudan, il Vescovo ausiliare di Khartoum, Daniel Adwok Kur, afferma che le ostilità non ostacoleranno i piani di indipendenza del Sud Sudan che, a luglio, diventerà il 54° Stato africano indipendente. All’associazione internazionale “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS) il Vescovo ausiliare ha dichiarato che c’è stata “una grande quantità di scontri intensi e violenti”subito dopo il referendum di gennaio in cui il 98% degli elettori del Sud Sudan ha scelto l’indipendenza dal Nord. A fronte della situazione il cammino dell’indipendenza non verrà però ostacolato.
Il Vescovo ha consigliato al Governo di affrontare “alla radice” le cause del conflitto stabilendo un dialogo con le persone per comprendere i veri motivi delle tensioni. Secondo le previsioni di ACS vi saranno 750.000 rifugiati che presto arriveranno nel Sud Sudan prima di agosto: per questo motivo, ha sottolineato Monsignor Adwok, è necessario aiutare le migliaia di persone che, come vagabondi, raggiungeranno la meta. A Juba, la Conferenza Episcopale Sudanese ha organizzato un’assemblea plenaria nella quale i Vescovi discuteranno con i rappresentanti del Governo per cercare degli accordi pacifici nella regione. Grazie all’opera di assistenza di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, molte persone hanno avuto la possibilità di ricevere un’educazione.
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aprile 11, 2011 · 3:34 PM
BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – La valorizzazione del patrimonio cristiano dell’Europa è stato il tema forte del discorso di Benedetto XVI all’ambasciatore di Croazia, Filip Vučak, ricevuto in Vaticano per la presentazione delle Lettere Credenziali. Il Papa ha messo in guardia da una certa amnesia collettiva che vorrebbe negare l’evidenza storica delle radici cristiane del Vecchio Continente. Ha quindi espresso la sua gioia per l’ormai prossima visita in terra croata, in programma a giugno. Cosa può dare la Croazia all’Europa di oggi? Nel momento in cui, a vent’anni dalla sua indipendenza, il Paese accelera il passo verso l’integrazione nell’Unione Europea, il Papa incoraggia i croati a non rinunciare alla loro cultura e alla propria vita religiosa: “Sarebbe illusorio – afferma – voler disconoscere la propria identità per abbracciarne un’altra nata in circostanze così differenti” rispetto a quelle che hanno dato origine alla Croazia.
Entrando nell’Unione Europea, prosegue, il vostro Paese non aderirà solamente ad un sistema economico e giuridico con i suoi vantaggi e limiti. Al contempo, “potrà apportare un contributo proprio”. Il Papa invita la Croazia a “non avere paura di rivendicare con determinazione il rispetto della propria storia e della sua identità religiosa e culturale”. E critica quelle voci che “contestano con stupefacente regolarità la realtà delle radici religiose europee”: “E’ di moda ormai – constata – avere amnesie e negare le evidenze storiche”. Ed aggiunge: “Affermare che l’Europa non ha delle radici cristiane equivale a pretendere che un uomo possa vivere senza ossigeno e nutrimento”. Ancora, esorta “a non avere vergogna di richiamare e sostenere la verità, rifiutando, se necessario, ciò che è contrario ad essa”. Il Papa si dice certo che la Croazia saprà difendere la propria identità con convinzione e orgoglio, evitando i nuovi ostacoli che si presenteranno e che “sotto il pretesto di una libertà religiosa mal compresa, sono contrari al diritto naturale, alla famiglia e alla morale”.
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gennaio 14, 2011 · 1:41 PM
TRIPOLI – “Chi è il mio vicino?”: questa domanda è stata il filo conduttore dell’intervento del reverendo Olav Fykse Tveit, segretario generale del World Council of Churches (Wcc) di Ginevra, sul tema del dialogo e della cooperazione tra cristiani e musulmani tenuto lunedì scorso, 10 gennaio, presso il campus della World Islamic Call Society (Wics) di Tripoli, in Libia. Davanti a un pubblico composto da docenti e studenti, il reverendo Olav Fykse Tveit ha spiegato perché chiedersi “chi è il mio vicino” è una domanda quanto mai attuale nel mondo d’oggi dove avvengono cambiamenti radicali a causa delle vaste migrazioni che portano gruppi etnici, con tradizioni tra loro molto diverse, a vivere fianco a fianco. Tveit ha sottolineato che “l’arrivo d’immigrati musulmani e cristiani nel mio Paese, la Norvegia, è stato uno degli eventi più significativi per la nostra società e ha provocato l’impegno di diverse organizzazioni religiose a dare il loro contributo per migliorare la convivenza”. Il segretario del Wcc ha quindi ricordato che, a causa delle nuove tecnologie di comunicazione, “noi tutti ci troviamo a vivere in un villaggio globale dove, sempre più spesso, bisogna chiedersi: “chi è il mio vicino?”. Tuttavia questo incremento delle relazioni, che rende evidente la nostra interdipendenza con chi vive intorno, ci induce a cambiare la prima domanda con quest’altra: “Che tipo di vicino sono io per gli altri?””.
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