CITTA’ DEL VATICANO – “Non si può essere teologi nella solitudine”: è quanto ha detto il Papa ricevendo stamani, in Vaticano, i membri della Commissione Teologica Internazionale al termine della loro plenaria. Benedetto XVI ha poi sottolineato che gli ideali di giustizia e uguaglianza democratica muoiono se si taglia la radice da cui sono nati: il cristianesimo.
La teologia è vera solo a partire dall’incontro col Cristo risorto, perché “nessun sistema teologico può sussistere se non è permeato dall’amore” divino. Infatti – afferma il Papa – “chi ha scoperto in Cristo l’amore di Dio, infuso dallo Spirito Santo nei nostri cuori, desidera conoscere meglio Colui da cui è amato e che ama”: “Conoscenza e amore si sostengono a vicenda. Come hanno affermato i Padri della Chiesa, chiunque ama Dio è spinto a diventare in un certo senso teologo, uno che parla con Dio, che pensa di Dio e cerca di pensare con Dio”. La riflessione teologica – ha proseguito il Papa – aiuta il “dialogo con i credenti di altre religioni ed anche con i non credenti” grazie alla sua razionalità. “Possiamo – infatti – pensare a Dio e comunicare ciò che abbiamo pensato perché Egli ci ha dotati di una ragione in armonia con la sua natura”. E’ necessario tuttavia che “la stessa razionalità della teologia” aiuti “a purificare la ragione umana liberandola da certi pregiudizi ed idee che possono esercitare un forte influsso sul pensiero di ogni epoca”. Inoltre – ha spiegato – “conoscere Dio nella sua vera natura”, ovvero come “fonte di perdono”, è anche “il modo sicuro per assicurare la pace” nel mondo.
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