dicembre 13, 2010 · 7:33 PM
ABIDJAN – I capi religiosi della Costa d’Avorio lanciano un appello alla popolazione perché non “ceda alle provocazioni ed alla violenza da qualunque parte provengano” afferma un comunicato inviato all’Agenzia Fides. Il documento è firmato dal “Collettivo dei Religiosi per la pace”, al quale aderisce la Chiesa cattolica. “Dopo aver gioito per come si è svolto il primo turno delle elezioni, adesso siamo preoccupati per la piega presa dagli eventi a pochi giorni dal secondo turno” afferma il comunicato. Il 3 dicembre il Consiglio Costituzionale ha annullato i risultati proclamati il 2 dicembre dalla Commissione Elettorale in base ai quali il vincitore dell’elezione è Alassane Ouattara, con il 54% delle preferenze, ed ha invece dichiarato vincitore del ballottaggio del 28 novembre il Presidente uscente Laurant Gbagbo. La Costa d’Avorio ha ora due Presidenti con due rispettivi Primi Ministri e governi. Mentre la comunità internazionale ha riconosciuto la vittoria di Ouattara, nel Paese cresce il timore di nuove violenze, alimentate pure dalla divisione etnica. “Di fronte al pericolo che si profila all’orizzonte- scrivono i leader religiosi alla popolazione- lanciamo questo appello solenne a non cedere alle provocazioni ed alla violenza da qualunque parte provengano; a non pronunciare parole di esclusione etnica, religiosa e nazionalista; a non commettere atti di intimidazione, di minaccia, di sterile provocazione”. I capi religiosi hanno indetto a partire da oggi, 13 dicembre, fino al 18 dicembre, 6 giorni di digiuno e preghiera per la pace in Costa d’Avorio.
Oggi l’Unione Europea dovrebbe stabilire delle “misure restrittive nei confronti della Costa d’Avorio, che riguarderanno chi ostacola il processo di pace, e in particolare, coloro che non vogliono accettare i risultati elettorali” afferma un comunicato, con un chiaro riferimento a Gbagbo e al suo entourage. La Costa d’Avorio è stata inoltre sospesa dalle attività dell’Unione Africana. (L.M.) (Agenzia Fides 13/12/2010)
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ottobre 19, 2009 · 3:14 PM
CHIESA ITALIANA – Interessante e profonda intervista del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Cardinale Angelo Bagnasco al Corriere della Sera immediatamente ripresa e rilanciata da tutti i media italiani. Ognuno sceglie la sua interpretazione, lancia il suo titolo ed interpreta personalmente (in base alla convenienza dell’editore di turno ndr), ma il Cardinale non si fa strumentalizzare più di tanto ed inserisce alcune dichiarazioni che sono importanti e centrali nella attuale direzione che la Chiesa in Italia ha intrapreso. Innanzitutto una risposta chiara ed importante tra la ‘gestione Ruini’ e quella attuale. Così il Cardinale Bagnaco risponde alla domanda del giornalista: «Non esiste una Chiesa dell’era Ruini e oggi una Chiesa dell’era Bagnasco perché la Chiesa anzitutto appartiene solo a Gesù Cristo e, nel caso specifico, la Chiesa che è in Italia intende essere vicina al magistero del Papa, per tradurne le istanze nel nostro contesto. Questa a me pare la prospettiva da privilegiare: senza operare riduzioni troppo personalistiche e lasciando emergere che se una linea c’è è quella che si lascia ispirare dalla vicinanza non solo geografica con il Santo Padre ».
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