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PAPABOYS PERPLESSI SU STATUA PAPA WOJTYLA A TERMINI: “OPERA INCOMPRENSIBILE, IL COMUNE LA RIMUOVA”

NOTA DI REDAZIONE (Roma) – In quanto Associazione Nazionale Papaboys, realtà di giovani cattolici legata indissolubilmente alla figura di Giovanni Paolo II, sentiamo il dovere di esprimere enorme perplessità di fronte all’inadeguatezza della statua dedicata al Beato Karol Wojtyla ed inaugurata lo scorso 18 maggio a Roma in piazza dei Cinquecento, di fronte alla Stazione Termini. Se l’intenzione era quella di festeggiare il compleanno del Beato Giovanni Paolo II con un “bel pensiero”, purtroppo, a nostro avviso, non ci si è assolutamente riusciti. 

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KAROL, LA LUCE DELLA VERITÀ: DAL TUO CUORE AI NOSTRI CUORI! TESTIMONIANZA DI UNA PAPAGIRL

ROMA – Araldo di solidarietà senza confini, testimone fedele e credibile del dolore lacerante della storia dell’uomo e di una nazione, precursore acuto del futuro che è già tra noi, Giovanni Paolo II è stato il primo a voler mantenere per sé spazi di vita normale pur avendo una ben viva concezione sacra del suo ruolo. Un testimone semplice ed umile dell’Amore di Cristo per gli uomini che ha spronato adulti e bambini a prendere il largo remando controcorrente, con la certezza di avere accanto Gesù: “Cristo dorme nella tua barca. Se ti senti turbato, sveglialo. Lui non ti abbandona!”. Il 2 aprile del 2005 – facendo distrattamente zapping – il mio sguardo si è soffermato sulle immagini che venivano trasmesse dalla Città del Vaticano: moltissimi fedeli riuniti davanti alla Basilica di San Pietro, in silenziosa e implorante preghiera, attendevano notizie sullo stato di salute del Papa, Giovanni Paolo II, dimostrando un filiale affetto verso un uomo – successore di Pietro – che con la sua carica spirituale, l’attenzione ai più diseredati (i piccoli del mondo) e la forte capacità di cambiare gli assetti politici, economici e sociali delle potenze mondiali è riuscito a “spalancare” il cuore dell’uomo – e dei giovani in particolare – alla “potestà salvatrice di Cristo”. 

Un uomo di origine polacca, Karol Wojtyla, non estraneo alla sofferenza, alla comprensione, alla compassione e al perdono attraverso l’uso quotidiano “dell’amore”. Un uomo – di cui fino a quel momento io conoscevo poco e nulla – che stava per tornare alla Casa del Padre. Da quel momento, in simbiosi con quella folla che silenziosa proclamava al mondo intero il “grazie” della Chiesa al Signore per il dono di quel Papa, compresi quale grande vuoto avesse la mia anima nel non aver cercato Gesù, prima di allora, anche attraverso la testimonianza del suo rappresentante sulla Terra. Un vuoto che la settimana seguente mi spinse ad acquistare una coroncina del Rosario. Iniziavo così a riavvicinarmi alla Chiesa, un altro segno della grande capacità di Giovanni Paolo II di mettere a frutto il carisma ricevuto da Dio. Le testimonianze di affetto che da quell’aprile si sono susseguite, come le acque di un fiume in piena, mi hanno fatto conoscere la personalità, la capacità trascinante e coinvolgente di Papa Wojtyla, il desiderio di portare all’uomo, soprattutto attraverso i giovani, il messaggio evangelico di speranza e di amore: “Si ama Dio solo attraverso l’uomo, e non si può amare l’uomo se non attraverso Dio”. Il mio primo “incontro” con Giovanni Paolo II, avvenuto presso le Grotte Vaticane, fu a dir poco rivelante: sebbene una lapide di marmo, fredda e semplice, coprisse le spoglie di Papa Karol, quel luogo, che io sentivo emanare il calore di un padre, segnò l’inizio di un dialogo filiale che continua ancora oggi, e che in questi anni mi ha spinto a cercare di cambiare e migliorare. 

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GP 2, I NUMERI DELLA BEATIFICAZIONE: 5.000 POSTI BUS, 3.000 POLIZIOTTI E 1 MLN DI BOTTIGLIE D’ACQUA

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – Roma inizia a mobilitarsi in vista della beatificazione di Giovanni Paolo II e per il lungo weekend del primo maggio. Nelle giornate di venerdì 29, sabato 30 e domenica 1 maggio 2011 i mezzi e gli uomini di, Protezione civile, assistenza sanitaria, polizia municipale, trasporti pubblici e Ama si concentreranno nelle zone calde della città, in centro e nelle periferie. Nella Capitale saranno dislocati 2.500 volontari, 390 mezzi e ci saranno circa 400 bagni chimici dislocati in tutta la città. L’Ama potenzierà i suoi servizi in tutte le strade e le piazze più attraversate, mentre per l’aspetto sanitario l’Ares 118 ha predisposto un piano operativo che comprende un ospedale da campo a piazza Risorgimento ed uno in una località ancora da definire, 14 posti di medici avanzati, 87 ambulanze, 120 squadre di barellieri, 2 centri di coordinamento, 2 eliambulanze ed un numero verde attivo per tutta la durata della beatificazione (800.118.800). Tra sabato e domenica saranno distribuite circa un milione di bottiglie di acqua e saranno allestite tre unità di strada per l’emergenza sociale.

I fedeli che saranno presenti a Roma potranno trovare tutte le notizie sulla città nei 35 punti di informazione turistica collocati nei punti strategici di arrivo (porti, aeroporti, stazioni ferroviarie e metropolitane) e la mappa della città “Charta Roma”, le guide “Roma Archeologica” e “Le piazze di Roma” verranno distribuite in 4 lingue e in 1 milioni di copie ciascuna. Inoltre, il numero ChiamaRoma 060606 sarà attivo h 24. I numeri della beatificazione di Karol Wojtyla sono stati illustrati dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno che martedì prossimo dovrebbe incontrare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta per chiedere l’intervento del governo per sostenere i fondi necessari per affrontare l’evento. Il piano pullman prevede 5.046 posti bus allestiti (per 267.438 persone trasportate) dislocati in 11 municipi. Il trasporto pubblico tra sabato e domenica sarà rafforzato: “La linea A riaprirà fino alle due di notte e verranno intensificati i trasporti su gomma: vogliamo aprire le porte ai fedeli che giungeranno nella nostra città”, ha sottolineato l’assessore capitolino alla Mobilità, Antonello Aurigemma. L’ultima corsa delle due linee di metro partirà all’1.30 di notte, mentre il 1 maggio il servizio scatterà alle 4 del mattino. Per domenica sono previste anche navette dalle stazioni di Termini e Ostiense verso la stazione di San Pietro e dall’aeroporto di Ciampino alla stazione metro Anagnina.

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BEATIFICAZIONE GIOVANNI PAOLO II, CARD. VALLINI: “AL CIRCO MASSIMO SI PREGHERÀ COME FACEVA LUI”

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – «Oggi più che mai si ha bisogno di anima. Giovanni Paolo II, amante dell’uomo, si è avvicinato a persone anelanti giustizia ed ha mostrato una via e un modo di essere uomini, credenti, cristiani. Ecco perché credo, e spero, che la sua beatificazione potrà portare una ventata di speranza e un’anima a Roma e al mondo». Così il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, che ha presentato questo martedì in Campidoglio gli eventi legati alla beatificazione di Wojtyla. «Le celebrazioni, dal punto di vista religioso, si moduleranno in tre momenti principali», ha spiegato il porporato nel corso della conferenza stampa a cui hanno preso parte il Sindaco della Capitale, Gianni Alemanno e i membri dell’amministrazione capitolina. «Innanzitutto sabato notte – ha detto Vallini – ci sarà una veglia di preghiera a Circo Massimo. Si pregherà come lui faceva».

«Ci saranno coloro che lo hanno incontrato – ha continuato il porporato -, conosciuto e seguito personalmente, come il cardinale Stanislaw Dziwisz, suo segretario privato, Joaquín Navarro-Valls, ex direttore della Sala Stampa Vaticana mentre darà la propria testimonianza Marie Simon Pierre Normand, la suora miracolata. Insieme ripercorreremo virtualmente i cinque continenti, attraverso immagini video che ci condurranno al santuario del Divino Amore, per passare poi in Messico, in Tanzania, al santuario di Harissa in Libano per arrivare infine a Fatima, luogo particolarmente caro a Wojtyla». Qui, infatti, il Papa si recò subito dopo l’attentato del 1981. Sentita la mano protettrice di Maria posarsi quel giorno su di lui, Karol volle far incastonare il proiettile che lo colpì all’addome nella corona della Madonnina. Nella notte si potrà continuare a pregare in varie chiese di Roma, da quella di San Bartolomeo all’Isola Tiberina fino alla Basilica di San Pietro.

«Il secondo momento, il più atteso, sarà la grande messa di Benedetto XVI per la beatificazione di Giovanni Paolo II, mentre nel pomeriggio sarà possibile visitare il luogo di sepoltura di Wojtyla». Maxi schermi installati in vari punti della città permetteranno a tutti di seguire l’evento. Momento conclusivo sarà la messa di ringraziamento lunedì 2 maggio presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano. Quindi il cardinale ha lanciato una proposta ai giovani, coloro che lo hanno amato tanto e seguito ovunque nei suoi viaggi: «Chiediamo ai ragazzi, e non solo a loro, di portare con sé, nello zaino, un sacchetto di plastica per la raccolta dei propri rifiuti». «Sarà una notte ecologica – ha concluso Vallini -, sull’orma degli insegnamenti di Giovani Paolo II che per tutta la sua vita ha predicato l’amore per la natura».

Per quanto riguarda invece l’accoglienza dei pellegrini, esclusa la Protezione Civile che questa volta non scenderà in campo contrariamente a quanto avvenuto in occasione dei funerali di Wojtyla nel 2005, la gestione della macchina organizzativa è affidata al Comune di Roma. Le spese, come ha ricordato però il sindaco Alemanno sgombrando il campo dalle polemiche delle ultime settimane, sono sostenute perlopiù dagli sponsor e dall’Opera Romana Pellegrinaggi. Attese, per le tre giornate, circa un milione di persone sebbene «solo 300mila – ha sottolineato il primo cittadino – si concentreranno a San Pietro». Nei luoghi strategici e di maggiore afflusso della città saranno invece presenti totem multimediali touchscreen, con guide per i pellegrini e informazioni pratiche che potranno anche essere ricevute sugli smartphone. Due mostre accompagneranno questo importante evento: dal 29 aprile al 13 maggio “Karol il papa dei popoli” allestita in Piazza della Repubblica, presenterà – in contemporanea con Cracovia – una scelta di foto dedicate a Giovanni Paolo II e al suo rapporto con la città di Roma; dal 28 aprile al 25 settembre “All’altare di Dio” a Palazzo Caffarelli, nei Musei Capitolini, dove saranno esposte – in coincidenza con Varsavia – immagini, oggetti e video della vita quotidiana di Karol Wojtyla.

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FISSATO IL GIORNO 22 OTTOBRE LA MEMORIA, A ROMA E IN POLONIA, DEL BEATO KAROL WOJTYLA

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – La memoria del Beato Giovanni Paolo II verrà celebrata ogni anno il 22 ottobre, giorno dell’inizio del suo ministero petrino. E’ quanto stabilito con un Decreto dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, in vista della Beatificazione di Papa Wojtyla, presieduta da Benedetto XVI il prossimo primo maggio in Piazza San Pietro. La memoria del Beato sarà celebrata nel Calendario proprio della diocesi di Roma e delle diocesi della Polonia. Quanto agli altri Calendari propri, la richiesta di iscrizione della memoria facoltativa potrà essere presentata alla Congregazione dalle Conferenze episcopali per il loro territorio, dal vescovo diocesano per la sua diocesi, dal superiore generale per la sua famiglia religiosa. Si stabilisce, inoltre, che nell’anno successivo alla Beatificazione, sia possibile celebrare una Santa Messa di ringraziamento, su iniziativa del vescovo diocesano. La memoria del 22 ottobre ricorda, dunque, la Messa d’inizio Pontificato di Karol Wojtyla. Ripercorriamo alcuni passaggi salienti dell’omelia, nel servizio di Alessandro Gisotti per Radio Vaticana:

“Non abbiate paura”: la vibrante esortazione enunciata da Giovanni Paolo II all’inizio del suo ministero petrino racchiude tutta la sua vita, la sua straordinaria testimonianza al servizio di Cristo, della Chiesa, a difesa della dignità degli uomini. Il Successore di Pietro eleva al Signore una “fervente, umile” e “fiduciosa preghiera”: “O Cristo! Fa’ che io possa diventare ed essere servitore della tua unica potestà! Servitore della tua dolce potestà! Servitore della tua potestà che non conosce il tramonto! Fa’ che io possa essere un servo! Anzi, servo dei tuoi servi”. Poi, pronuncia quelle parole che fanno ormai parte della storia dell’umanità. Lo fa con un vigore che pare già scardinare i muri che ancora separano uomini e civiltà: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa ‘cosa è dentro l’uomo’. Solo lui lo sa!”

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L’ITINERARIO MISSIONARIO DI GIOVANNI PAOLO II NELLA CAPITALE: UNA GRANDE ATTENZIONE PER IL MONDO

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – Ripercorrendo a ritroso le celebrazioni e le visite di Karol Wojtyla eletto Pontefice, ci si accorge di come siano state numerose: gli incontri con la gente in 301 parrocchie, senza contare le altre 16 comunità ricevute in Aula Paolo VI, e poi visite ad ospedali, carceri, comunità religiose, conventi e monasteri di clausura, università e scuole, mense per i poveri.Un’agenda ricca di impegni, non solo nella Capitale ma in tutto il mondo, a riprova dell’amore per la città e per la gente di Papa Giovanni Paolo II, il cui unico desiderio era quello di portare, ovunque, la sua presenza e diffondere la parola di Dio, specialmente alle persone sofferenti . E’ un pezzo di storia il “viaggio” del Pontefice lungo le strade dell’Urbe, che si concretizza in un insegnamento fatto di parole, sguardi, carezze, momenti di familiarità.

Il Policlinico Gemelli fu la prima tappa romana dell’itinerario missionario di Giovanni Paolo II, che visitò il vescovo Deskur, polacco come Wojtyla che si era ammalato, nelle stanze del nosocomio di via Pineta Sacchetti. Il destino ha voluto che l’ospedale – o «Vaticano numero 3», come il Papa stesso lo definì – fu il luogo dei suoi numerosi ricoveri, a cominciare da quello per l’attentato del 13 maggio 1981. Anche durante le sue degenze, il Santo Padre colse l’occasione per dimostrare la sua vicinanza ai malati ricoverati al Policlinico Gemelli. L’amore per le persone sofferenti è visibile dalle visite nei luoghi della povertà e del disagio come gli accampamenti di nomadi, le mense e i centri per disabili e pensionati.
Indimenticabile il sostegno del Papa nei confronti degli ammalati incontrati nelle corsie di tanti ospedali come il Bambino Gesù il 7 gennaio 1979 o quella al Santo Spirito il 23 dicembre 1979. Non da meno la visita ai detenuti nelle carceri come quella di Casal del Marmo il 6 gennaio 1980, Rebibbia il 27 dicembre 1983 in cui incontrò, senza rancore, il suo attentatore Alì Agca e Regina Coeli il 9 luglio 2000 in occasione del Giubileo delle carceri.Memorabili furono le molte celebrazioni fatte in occasione di ricorrenze religiose e non solo: la Messa in Coena Domini nella Basilica di San Giovanni in Laterano, all’inizio di ogni triduo pasquale; il rito della Via Crucis al Colosseo, anche negli ultimi anni di sofferenza; la Messa nella basilica di Santa Sabina all’Aventino per il rito delle Ceneri; gli incontri con i giovani romani nei giovedì precedenti la Domenica delle Palme; la Messa e la processione del Corpus Domini, con il ripristino della tradizione al giovedì ed una grande partecipazione di fedeli; le visite al Seminario Maggiore in occasione della festa della Madonna della Fiducia, concluse dalla cena informale con gli alunni; la Messa per i defunti al cimitero del Verano; l’atto di venerazione all’Immacolata in piazza di Spagna, conclusasi con l’ultima visita romana l’8 dicembre 2004, il «Te Deum» di ringraziamento di fine anno celebrato per molti anni nella Chiesa del Gesù e poi a Sant’Ignazio di Loyola e, infine, la celebrazione alla Basilica di San Paolo fuori le Mura a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

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SONO PASSATI SEI ANNI: CIAO KAROL – IL CARD. COMASTRI: “CONTINUA AD ESORTARE TUTTI A NON AVER PAURA”

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Città del Vaticano) – Il 2 aprile di 6 anni fa, Giovanni Paolo II tornava alla Casa del Padre. Un anniversario che quest’anno viene illuminato dall’attesa gioiosa ed emozionata, in tutto il mondo, per la Beatificazione di Papa Wojtyla il prossimo primo maggio. Su questo straordinario binomio tra la morte e l’elevazione agli altari di Karol Wojtyla, le parole del cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano, ad Alessandro Gisotti per la Radio Vaticana:

R. – Dobbiamo riconoscere che il popolo di Dio, nel momento stesso della morte di Giovanni Paolo II ebbe la certezza che un Santo era entrato nel cielo. Del resto, l’allora cardinale Joseph Ratzinger, l’8 aprile 2005, durante i solenni funerali in Piazza San Pietro, invocò la benedizione di Giovanni Paolo II dalla finestra del cielo, in un certo senso considerandolo già Santo. Tutti ricordiamo quelle toccanti parole: “Padre Santo, benediteci dalla finestra del cielo!”. Con la Beatificazione, la percezione del popolo di Dio viene confermata con un atto solenne e ufficiale dal Santo Padre.

D. – Come è noto, negli ultimi momenti della sua vita terrena Giovanni Paolo II disse: “Lasciatemi andare!”. Con questo “andare”, in questo “ritornare” dal Padre, Karol Wojtyla è però rimasto vivo con noi, forse in qualche modo anche più presente di prima …

R. – “Lasciatemi andare” ha un preciso significato: Giovanni Paolo II sentiva di essere già sulla soglia della Casa del Padre. Quelle parole, quelle espressioni erano l’ansia del cuore, la gioia – quasi – di affrettare il passo per andare da Gesù, preso per mano da Maria. Io ho immaginato, nella mia fantasia di fede, in quel momento, sono sicuro che sulla porta del Cielo c’era Maria. Maria, alla quale Giovanni Paolo II ha guardato costantemente e credo che Maria l’abbia abbracciato come l’abbracciò nel giorno dell’attentato per salvarlo.

D. – “Totus tuus ego sum”: la vita, il Pontificato di Giovanni Paolo II sono stati – sono! – nel segno di Maria. Ecco, questa Beatificazione può essere letta, in fondo, come un dono della Vergine alla Chiesa, a tutti i fedeli?

R. – Certamente! Giovanni Paolo II ha sentito tutta la sua vita legata a Maria. Il motto episcopale “Totus tuus” – tutto tuo, o Maria – è l’espressione della spiritualità di tutta la sua vita. Ma in particolare, dobbiamo dire che il suo Pontificato si è sviluppato sotto lo sguardo di Maria. Come non ricordare il 13 maggio del 1981? Il giorno in cui la Madonna appare per la prima volta a Fatima, un proiettile attraversa il corpo di Giovanni Paolo II ma non riesce ad ucciderlo. Fu Giovanni Paolo stesso a dire: “Una mano assassina sparò per uccidere, ma una mano materna mi ha fermato sulla soglia della morte”. Non può esserci altra lettura. Ma come non ricordare, anche, il 25 marzo 1984? Quel giorno in Piazza San Pietro, davanti all’immagine della Madonna di Fatima fatta venire appositamente a Fatima, il Papa – lo vedo ancora – in ginocchio, consacra la Russia al cuore immacolato di Maria; l’anno dopo – 1985 – va al potere Gorbaciov e inizia la “perestrojka”, il cambiamento dell’Est, la rivoluzione dell’Europa.

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IL PENSIERO DI PAPA WOJTYLA NEL LIBRO DI SUOR MYRIAM CASTELLI “GIOVANNI PAOLO II MAESTRO E TESTIMONE

EDITORIA (Roma) – “Il Santo Padre – Giovanni Paolo II Maestro e Testimone”. Si intitola così il libro di suor Myriam Castelli, nel quale la religiosa ha ripercorso il pensiero di Papa Wojtyła, sottolineando i temi che hanno caratterizzato il suo magistero.
Il libro di suor Myriam Castelli sarà presentato domani, alle 21, nella Sala Convegni Biverbanca di Biella. Alla presentazione interverranno il Vescovo di Biella, monsignor Gabriele Mana, ed il dottor Alfredo Monaci, presidente della Biverbanca. Ci saranno inoltre la cantante Alida Ferrrarese, testimonial della serata, ed una rappresentanza della comunità polacca di Biella.
“Il libro – si legge in un comunicato – raccoglie una trentina di temi portanti dell’insegnamento di Karol Wojtyła che, in forma più concentrata, hanno formato un programma televisivo dal titolo ‘Parola di Karol’, andato in onda su Rai Uno sei mesi prima della morte di Giovanni Paolo II”.

Le pagine sono “il frutto di una rilettura attenta del magistero di Papa Wojtyła nell’intento di portare a conoscenza del vasto pubblico i pensieri e le riflessioni di un Pontefice che ha rivelato al mondo ciò che di più grandioso può esserci sulla terra: l’amore di Dio. Un testimone alto di Dio sul mondo, il più visibile, il più autorevole in quanto autorità morale”. Il libro ripropone “le parole che hanno attraversato l’intera durata del pontificato e che rappresentano le fondamenta del cristianesimo: dalle virtù teologali all’impegno sociale, il perdono e la misericordia, la vita e la famiglia, i giovani e lo sport, la sofferenza e la solidarietà, l’arte e la scienza, la pace e il lavoro, l’ecumenismo e la comunione, l’Eucaristia”.

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VERSO LA BEATIFICAZIONE DI PAPA WOJTYLA, MONS. PIERO MARINI: GIOVANNI PAOLO II AMICO DELL’UMANITÀ

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Città del Vaticano) – Gruppi di preghiera, nuove pubblicazioni, social network, eventi culturali: con l’avvicinarsi della data di Beatificazione di Giovanni Paolo II, si moltiplicano le iniziative per celebrare la figura e il Pontificato di Karol Wojtyla. Un uomo che è stato “amico di tutta l’umanità”. E’ quanto sottolinea l’arcivescovo Piero Marini, che di Papa Wojtyla fu Maestro delle celebrazioni liturgiche e che ora presiede il Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali. Nell’intervista di Alessandro Gisotti, mons. Marini rivela innanzitutto con quali sentimenti si stia preparando alla grande festa ecclesiale del primo maggio:

R. – È una grande gioia la Beatificazione di una persona cara, una persona che per me è diventata un po’ una persona di famiglia, con una relazione quasi da padre a figlio. Devo dire che anch’io, dopo l’annuncio della Beatificazione, sento questa gioia perché in fondo mi sento un po’ beato anch’io, essendo stato per tanti anni vicino a lui! La Beatificazione è per tutti un’occasione per re-incontrare questo amico dell’umanità, e anche io devo incontrare di nuovo Giovanni Paolo II, sentirlo parlare di nuovo, interpretare di nuovo i suoi gesti, essere di nuovo preso dal suo amore per l’evangelizzazione, dalla sua testimonianza celebrativa … Sono tutti sentimenti che ho nel cuore in vista di questa Beatificazione.

D. – Qual è il dono più grande che Giovanni Paolo II le ha fatto dopo la sua morte? Quanto dunque è presente adesso nella sua vita?

R. – E’ stato – per così dire – il Papa dei primati, ma il dono più grande che mi ha fatto è stato di ricordarmi che la santità è qualcosa che si costruisce nella quotidianità della nostra vita. Ciascuno di noi – laico, sacerdote – deve costruire la santità rispondendo alla vocazione che il Signore gli ha dato nella propria vita con umiltà, con semplicità, come ha fatto Giovanni Paolo II che ha speso tutta la sua vita per annunciare il Vangelo, per creare l’unità.

D. – Lei è stato accanto al Santo Padre nei momenti più forti della vita di un Papa, come in quella di un sacerdote, cioè la celebrazione della Messa. Che cosa la colpiva di più in queste situazioni?

R. – La vicinanza al popolo santo di Dio. Ricordo il gesto che ha fatto proprio durante la Messa dell’inaugurazione del suo Pontificato, quando è sceso a salutare i fedeli in Piazza San Pietro e il cerimoniere di allora era quasi preoccupato … Ecco, questo per me è stato il segno emblematico di tutto il Pontificato di Giovanni Paolo II: andare verso la gente, andare verso le comunità, anche le più piccole. E in questo modo è riuscito, anche attraverso l’annuncio della Parola, attraverso la celebrazione dell’Eucaristia, dei Sacramenti a creare attorno a sé, attorno alla persona del Papa, veramente l’unità della Chiesa.

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VOLARE CON GIOVANNI PAOLO II, ANGELA AMBROGETTI RACCONTA LE INTERVISTE INEDITE A KAROL WOJTYLA

EDITORIA (Roma) – Molti giornalisti hanno voluto il privilegio di viaggiare in aereo con un Papa. Solo pochi, però, hanno tentato di ottenere una dichiarazione dal Santo Padre. Uno di questi fu un giornalista americano che, durante il primo volo di Giovanni Paolo II, gli fece una domanda, alla quale Papa Wojtyla rispose immediatamente. Da quel momento le domande al Pontefice divennero una consuetudine, che dimostra molto chiaramente come Karol Wojtyla avesse piacere a comunicare con i giornalisti e stipulasse con loro una sorta di “patto mediatico” molto personale. Nella cornice della Sala Marconi di Radio Vaticana, ieri pomeriggio è stato presentato il libro “Compagni di viaggio. Interviste al volo con Giovanni Paolo II” della vaticanista Angela Ambrogetti.

Alla conferenza, moderata da Padre Federico Lombardi direttore della Radio Vaticana, sono intervenuti alcuni dei “compagni di viaggio” di Karol Wojtyla, che hanno accompagnato il Pontefice, sull’aereo papale, verso le destinazioni più svariate: il Cardinal Roberto Tucci, l’organizzatore dei viaggi di Giovanni Paolo II, la giornalista spagnola Paloma Gòmez Borrero, Gian Franco Svidercoschi, scrittore e vaticanista, oltre ovviamente all’autrice del libro, Angela Ambrogetti. Prima degli interventi di queste personalità, è stato fatto ascoltare un vecchio contributo audio di alcune dichiarazioni di Papa Giovanni Paolo II. Ascoltare quelle semplici parole del Pontefice, che parlava al popolo e sapeva rispondere con ironia ai giornalisti, è stato un momento di grande emotività e gioia per tutti i presenti in sala.

Dopo l’ascolto della registrazione, il primo a prendere la parola è stato il Cardinal Tucci, che ha ricordato come Papa Wojtyla fosse un uomo dotato di grande ironia e spontaneità, nel soddisfare le domande dei giornalisti con brevi risposte, in varie lingue, facendosi testimone della fede in tutte le occasioni. Inoltre, a differenza di altri Papi, per Giovanni Paolo II non erano importanti gli itinerari o il programma organizzativo dei suoi viaggi: quello che più contava per Papa Wojtyla era recarsi in tutte le chiese e le comunità che sentivano il bisogno della sua presenza. Successivamente è intervenuta Paloma Gòmez Borrero, storica compagna di viaggio di Giovanni Paolo II, avendo partecipato a ben 104 viaggi del Papa. I suoi racconti sono un susseguirsi di aneddoti divertenti dei viaggi insieme a Giovanni Paolo II, che la giornalista spagnola considera delle esperienze indimenticabili.

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“COMPAGNI DI VIAGGIO, INTERVISTE AL VOLO CON GIOVANNI PAOLO II”: RISCOPRIRE KAROL NON SOLO COME PAPA

SPECIALE BEATIFICAZIONE/EDITORIA (Roma) – Il 23 marzo, nella Sala Marconi della Radio Vaticana in piazza Porta Pia 3, verrà presentato l’ultimo lavoro editoriale della vaticanista Angela Ambrogetti, dal titolo “Compagni di viaggio. Interviste al volo con Giovanni Paolo II”, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. Grazie all’archivio della Radio Vaticana, la giornalista ha potuto raccogliere interviste significative, per lo più inedite, che Giovanni Paolo II rilasciava ai giornalisti che lo seguivano nei suoi viaggi internazionali. Attraverso queste interviste, il lettore scopre il lato umano di Karol Wojtyla per conoscerlo non solo come Papa ma, soprattutto, in quanto uomo dotato di una grande semplicità e della capacità di parlare di Dio al mondo. Il volume racchiude testimonianze importanti come quella del Cardinale Stanislao Dziwisz, segretario personale di Giovanni Paolo II, la prefazione di Padre Federico Lombardi, direttore generale di Radio Vaticana e, infine, un’intervista con Palma Gòmez Borrero, giornalista che ha seguito tutti i viaggi del Papa. Angela Ambrogetti ha iniziato la carriera di giornalista vaticanista nel 1988 alla Radio Vaticana e, dopo aver lavorato per anni per la televisione e per i quotidiani italiani, attualmente è la vaticanista per la radio del Papa e per il magazine statunitense “Inside the Vatican”, oltre a scrivere di cultura su altre riviste internazionali. Nella nostra intervista abbiamo cercato di approfondire le tematiche affrontate nel libro ed il suo personale pensiero sull’era mediatica in cui viviamo oggi.

D – Dottoressa Ambrogetti, a breve verrà pubblicata la sua ultima fatica editoriale “Compagni di viaggio – Interviste al volo con Giovanni Paolo II.” Ci racconti cosa l’ha portata a scrivere questo libro.

R – Tutto nasce da alcuni programmi “improvvisati” che preparai per Radio Vaticana, quelli cioè che i giornalisti chiamano “ pezzi a braccio”, i momenti in cui il Papa lascia il testo scritto e risponde direttamente a parole. Le situazioni in cui si verificano questi fatti possono essere le più diverse: a tavola con i vescovi di un Paese straniero, salutando i bambini di una parrocchia o in aereo con noi giornalisti. Ascoltando i nastri delle registrazioni dell’incredibile archivio di Radio Vaticana, mi sono resa conto che, in effetti, Giovanni Paolo II aveva inventato un nuovo modo di comunicare. I giornalisti al seguito del Papa in aereo iniziarono a comparire con Paolo VI, il primo Pontefice ad effettuare viaggi internazionali. A quei tempi, però, il Papa passava e accennava qualche saluto. Su Papa Wojtyla c’è invece un racconto che tutti i vaticanisti conoscono e che oramai è divenuto famoso: durante il primo volo di Giovanni Paolo II, un giornalista americano gli fece una domanda, alla quale Papa Wojtyla rispose immediatamente. Da quel momento le domande al Pontefice divennero una consuetudine, che dimostra molto chiaramente come Giovanni Paolo II avesse piacere a comunicare con i giornalisti e stipulasse con loro una sorta di “patto mediatico” molto personale, e mai soggiogato dalla voglia dei giornalisti di ottenere qualcosa in più.

D – Come osserva Padre Federico Lombardi, nella prefazione del libro, il progredire dei mezzi di comunicazione nell’arco del lungo Pontificato di Giovanni Paolo II, ha fatto sì che sia stata prodotta una grande quantità di registrazioni sia audio che video, delle molteplici attività del Papa rispetto ai pontefici precedenti. Non tutto è stato, però, portato a conoscenza della collettività mondiale ed il suo libro sopperisce efficacemente a tali mancanze. Lei pensa che queste integrazioni possano valere non solo come testimonianze storiche ma anche incrementare la devozione dei fedeli?

R – La devozione per certi aspetti sicuramente. Giovanni Paolo II instaurava con le persone un rapporto umano: è interessante il fatto che, con i giornalisti, entrava in relazione col carattere di ciascun individuo facendo emergere non solo la sua capacità di Pontefice ma anche la sua umanità e personalità: questo lo si nota non solo dal tono diverso di risposte ma anche dal tipo di giornalista rispetto ad un altro, alcuni diventavano dei veri amici mentre con altri aveva un tono più asciutto. Chiaramente questo non è un libro devozionale: non parla né di Karol Wojtyla santo, né di miracoli, di misticismo o di preghiera, niente di tutto questo. È un libro dedicato proprio ad una parte di magistero del pontificato e, essendo una finestra aperta sulla personalità di Giovanni Paolo II, può essere un modo in più per conoscerlo meglio.

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GIOVANNI PAOLO II, IL 13 MAGGIO CELEBRAZIONE DI AZIONE DI GRAZIE AL SANTUARIO DI FATIMA

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Fatima, PORTOGALLO) – Una celebrazione di azione di grazie al Santuario di Fatima per Papa Giovanni Paolo II. È l’iniziativa con cui la Conferenza Episcopale Portoghese (CEP), in occasione del pellegrinaggio internazionale dell’anniversario al Santuario di Fatima del 13 maggio, invita i portoghesi a partecipare alla beatificazione del Santo Padre Karol Wojtyla, tre volte pellegrino dalla Madonna (nel 1982, nel 1991 e nel 2000). Per padre Manuel Morujão, portavoce della CEP, questo giorno è “un grande motivo per far festa per la beatificazione del nostro Papa”.

L’ufficio stampa del Santuario, nell’edizione del 13 marzo di “Voz da Fátima”, ha reso noto che il rettore del Santuario, padre Virgílio Antunes, ha ricordato l’azione e la testimonianza di fede di Papa Wojtyła. Il sacerdote ha sottolineato che, leggendo le biografie di Giovanni Paolo II risultanti dal processo di beatificazione, “scopriamo un uomo al di sopra di tutto, caratterizzato dalla profondità della spiritualità cristiana, che è basata su una fede inamovibile e su un continuo atteggiamento di preghiera. Mai un Papa era stato tanto conosciuto e tanto amato”. Il rettore ha ricordato anche come “nell’ambito ecclesiale, nella relazione con le altre Chiese e le altre religioni, nel mondo sociale e politico, nella cultura, ogni persona abbia finito per valorizzare aspetti diversi della figura di Giovanni Paolo II, con una grandezza morale capace di entrare nei mondi più vari”.

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A COLLOQUIO CON MAREK SKWARNICKI. «COSÌ GIOVANNI PAOLO II SI IMMERGEVA IN DIO»

INTERVISTA – In Polonia è conosciuto come «il poeta amico di Giovanni Paolo II». Una definizione che va stretta a Marek Skwarnicki il quale è anche giornalista, scrittore e romanziere di successo. E per quanto riguarda l’amicizia personale con Karol Wojtyla «non è qualcosa che uno può mettere sul proprio biglietto da visita, soprattutto adesso che il Papa polacco viene elevato all’onore degli altari», nota con humour, quasi per nascondere la grande commozione che sta vivendo dopo aver appreso la notizia che Giovanni Paolo II verrà beatificato a Roma il prossimo primo maggio. Lui ci sarà, a Dio piacendo, nonostante gli acciacchi inevitabili di un uomo anziano che sta per compiere 81 anni. La sua è vita è più avventurosa di un romanzo, proprio come quella di Wojtyla, avendo attraversato le tragedie della guerra, del nazismo e del comunismo con cuore puro e ardimentoso. Da ragazzino Marek Skwarnicki ha partecipato all’insurrezione di Varsavia del 1944, è stato prigioniero in un lager nazista, quindi ha sofferto le privazioni e le censure del regime comunista. Ha conosciuto Karol Wojtyla nel 1958 e ben presto la collaborazione col giovane arcivescovo di Cracovia diventerà un’amicizia intensa e profonda che si protrarrà anche dopo la sua elezione al pontificato. Con il Papa conterraneo ha mantenuto una corrispondenza epistolare di ben 127 lettere che Skwarnicki ha pubblicato qualche anno fa col titolo «Giovanni Paolo II: saluti e benedizione». «Ed ora – mi dice – ho ricevuto la benedizione più grande: Karol verrà proclamato beato!».

Qual è stata la sua prima reazione alla notizia?

Guardi, come tanti altri che hanno conosciuto Wojtyla da vicino, anch’io non ho mai avuto dubbi sulla sua santità. Ma adesso è diverso: la decisione di Benedetto XVI di proclamare beato il suo predecessore non è semplicemente un atto formale, è un evento spirituale che coinvolge la Chiesa ed entra nelle viscere del mio essere credente. Ripenso alla mia lunga amicizia con Karol e la vedo sotto una luce diversa, mi sento in uno stato di grazia tutto particolare.

Cosa intende dire?

Gli ho voluto bene e lui mi ricambiava con generosità ed affetto. I nostri colloqui non erano mai superficiali. Ho sempre considerato Wojtyla un fratello maggiore, anzi un padre. Ed ora capisco: tramite l’amicizia con lui sono stato introdotto all’autentico “sensus Ecclesiae”, all’esperienza quotidiana della fede come incontro.

C’è un ricordo particolare che in questo momento sovrasta tutti gli altri?

È un ricordo buffo. Stamattina, camminando lungo la via Franciszkanska dove ha sede l’arcivescovado, m’è venuto in mente quella volta che mi recai dal cardinale Wojtyla con una grande agitazione addosso. Era il 1965, avevo ricevuto una lettera dal Vaticano con cui venivo nominato membro del Ponticio Consiglio per i laici, senza mai essere stato informato prima. Chiesi spiegazione ed il cardinale allargò le braccia: «Scusami tanto, mi sono dimenticato di dirtelo!». Poi mi spiegò: «Ci vuole uno che vada a Roma per sfatare quella sciocca idea di “Chiesa del silenzio” che in Occidente hanno sui cattolici dell’Est Europa». Non è un caso che, pochi giorni dopo la sua elezione a pontefice, disse: «Non c’è più la Chiesa del silenzio, adesso parla tramite il Papa!».

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MARCHE – PELLEGRINAGGIO SABATO MIGLIAIA DI PERSONE IN CAMMINO

MACERATA-LORETO – Si è svolta martedì 8 giugno la Conferenza Stampa di presentazione del XXXII Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, presso la Sala Consiliare del Comune di Macerata, alla presenza di S.E. Mons. Claudio Giuliodori, Vescovo della Diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, dell’Assessore Comunale Stefania Monteverde e di alcuni membri del Comitato organizzatore, a partire dal Direttore Ermanno Calzolaio e dalla Presidente Paola Olivelli. A presentare l’evento è stato Carlo Cammoranesi, responsabile dell’Ufficio Stampa del Pellegrinaggio, che ha ricordato i particolari dell’appuntamento per il prossimo 12 giugno, allo Stadio Helvia Recina. L’inizio del gesto è previsto per le ore 20.30, con la Santa Messa celebrata dal Cardinale Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna. Tra le testimonianze in programma quella della responsabile del Meeting Point International, l’ugandese Rose Busingye, che svolge la sua opera di infermiera specializzata nell’assistenza e nell’educazione di malati affetti da Hiv/AIDS, e del volontario AVSI ad Haiti Alberto Reggiori. Tra gli ospiti certa la presenza dell’attrice e debuttante regista Claudia Koll, che ha maturato in questi anni un interesse particolare per la storia dei pellegrinaggi, e soprattutto per la Macerata-Loreto, decidendo di girare un film tratto dal libro di Karol Wojtyla La bottega dell’orefice e di filmare alcune scene al Pellegrinaggio marchigiano. Numerosi i pullman prenotati: è stata superata quota 150 (solo 50 da Milano). I volontari impegnati saranno 2.500, provenienti non solo dalle Marche ma anche da Emilia Romagna, Lombardia e Abruzzo. Numeri importanti anche per il sito http://www.pellegrinaggio.org: 6.000 visite nel mese di maggio con 26.000 pagine visualizzate.

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LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II, TRA VOCI E CERTEZZE. NON C’È UNA DATA PER LA CERIMONIA!

CITTA’ DEL VATICANO – Nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli articoli degli organi di stampa e i post di blog in cui sono state annunciate date per la beatificazione di Giovanni Paolo II. In realtà, per il momento non si tratta altro che di supposizioni o di calcoli di esperti. Il Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia, per 40 anni segretario privato del Pontefice polacco, in visita in Argentina ha risposto questo mercoledì che “tutto dipende dal Papa” Benedetto XVI. Le informazioni si sono moltiplicate in occasione della riunione di Cardinali e Vescovi celebrata il 16 novembre nella Congregazione per le Cause dei Santi per pronunciarsi sull’eroicità delle virtù di Karol Wojtyła. Visto che il voto dei partecipanti è sottoposto al segreto pontificio , chiedere o pubblicare il risultato significa violare questo segreto.

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http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2976

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