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L’EDUCAZIONE SESSUALE COSI’ BANALIZZATA E DISTORTA. LETTERA A FAMIGLIA CRISTIANA

PARLIAMONE – A scuola si pensa più a preparare i giovani ad avere rapporti sessuali in modo protetto che ad assumere comportamenti consapevoli e rispettosi di sé stessi e degli altri. Educare è compito primario della famiglia. Ma la famiglia c’è? E’ un compito che sa prendersi? Oppure delega, delega e delega ancora…. Una lettera a Famiglia Cristiana ed una risposta, per provare a fare un pò di luce…

Le scrivo per condividere con voi un argomento che mi sta molto a cuore. Come lei ben sa, in molte scuole italiane si tengono incontri sull’educazione sessuale. Anche la più piccola delle mie tre figlie, di quindici anni, vi ha partecipato di recente. Questi incontri, per usare le parole di mia figlia, più che all’educazione sessuale, preparano i giovani ad avere rapporti completi. Con chiunque capiti, in maniera protetta. L’uso degli anticoncezionali viene largamente diffuso e argomentato. Peccato, però, che scientificamente alcuni insegnamenti siano imprecisi.

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LOTTA AGLI ABUSI, LA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE DETTA LE NORME DA SEGUIRE

MINORI (Roma) – È stata resa nota a mezzogiorno di oggi la Lettera circolare inviata dalla Congregazione per la dottrina della fede alle conferenze episcopali di tutto il mondo contenente le linee guida per affrontare i casi di abuso sessuale sui minori. Entro un anno le conferenze episcopali dovranno aver preparato le loro norme, accogliendo le linee guida vaticane e armonizzandole con le situazioni e le legislazioni civili dei rispettivi Paesi. In pratica, la lettera, riprende, spiega e contestualizza meglio le nuove norme che messe in atto dopo gli aggiornamenti del luglio 2010. Un punto fondamentale è la cooperazione con le autorità civili:

«L’abuso sessuale di minori non è solo un delitto canonico, ma anche un crimine perseguito dall’autorità civile. Sebbene i rapporti con le autorità civili differiscano nei diversi paesi, tuttavia è importante cooperare con esse nell’ambito delle rispettive competenze. In particolare, va sempre dato seguito alle prescrizioni delle leggi civili per quanto riguarda il deferimento dei crimini alle autorità preposte, senza pregiudicare il foro interno sacramentale. Naturalmente, questa collaborazione non riguarda solo i casi di abusi commessi dai chierici, ma riguarda anche quei casi di abuso che coinvolgono il personale religioso o laico che opera nelle strutture ecclesiastiche».

Inoltre, le Linee guida delle conferenze episcopali «devono tener conto della legislazione del Paese della Conferenza, in particolare per quanto attiene all’eventuale obbligo di avvisare le autorità civili».
Il Vaticano esorta dunque la collaborazione con l’autorità civile (è importante cooperare), ma non obbliga i vescovi a denunciare per primi il prete sospettato di abusi all’autorità civile, a meno che la legge del Paese non preveda quest’obbligo. La prassi generale, in questi ultimi anni, è stata quella di invitare le vittime a sporgere denuncia. Una parte importante della lettera riguarda le vittime e l’attenzione che va loro data. Per decenni sono state considerate come «nemiche» del buon nome della Chiesa, spesso respinte, invece che accolte, ascoltate, aiutate. Ecco che cosa si legge nella lettera a questo proposito, citando l’esempio di Benedetto XVI che ha sempre testimoniato concretamente questa vicinanza alle vittime:

«La Chiesa, nella persona del Vescovo o di un suo delegato, deve mostrarsi pronta ad ascoltare le vittime ed i loro familiari e ad impegnarsi per la loro assistenza spirituale e psicologica. Nel corso dei suoi viaggi apostolici, il Santo Padre Benedetto XVI ha dato un
esempio particolarmente importante con la sua disponibilità ad incontrare ed ascoltare le vittime di abuso sessuale. In occasione di questi incontri, il Santo Padre ha voluto rivolgersi alle vittime con parole di compassione e di sostegno, come quelle contenute nella sua Lettera Pastorale ai Cattolici d’Irlanda (n.6): “Avete sofferto tremendamente e io ne sono veramente dispiaciuto. So che nulla può cancellare il male che avete sopportato. È stata tradita la vostra fiducia, e la vostra dignità è stata violata.”». Inoltre, si afferma: «La persona che denuncia il delitto deve essere trattata con rispetto. Nei casi in cui l’abuso sessuale sia collegato con un altro delitto contro la dignità del sacramento della Penitenza, il denunciante ha diritto di esigere che il suo nome non sia comunicato al sacerdote denunciato». E «le autorità ecclesiastiche si impegnino ad offrire assistenza spirituale e psicologica alle vittime».

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MINORI IN CARCERE, INTERVISTA A PADRE GRECO: “È ANCORA EMERGENZA EDUCATIVA”

MINORI (Roma) – Dopo la riforma del codice di procedura penale minorile del 1988, il carcere per i ragazzi autori di reati è divenuta ormai un rimedio estremo. Eppure, gli istituti penali per minorenni sono diventati dei luoghi di marginalità sociale in cui finiscono solo stranieri, rom e ragazzi del Sud d’Italia. Questa la fotografia scattata dall’associazione Antigone, che ha redatto il “Primo rapporto sugli istituti penali minorili”, un dossier che racconta di un sistema che funziona bene, anche se non per tutti. L’associazione ha confrontato le denunce, gli ingressi nei 27 centri di prima accoglienza – che ospitano i minorenni fino a 96 ore dopo l’arresto – e le presenze nei 19 istituti penali del territorio italiano: i numeri dicono che gli stranieri sono una minoranza tra i denunciati, ma una maggioranza nelle case circondariali. Mariaelena Finessi di Zenit ha intervistato padre Gaetano Greco, cappellano da trent’anni al carcere minorile romano di Casal del Marmo, che ci spiega la situazione delle carceri minorili italiane.

D – Dal 1998 al 2010 i minori stranieri che infrangono le regole sono diminuiti del 60%, eppure c’è una sovrarappresentazione nei cosiddetti “luoghi di privazione della libertà”, dove finiscono con l’eguagliare se non addirittura superare la componente dei minori italiani. Può spiegarne il senso?

R – Padre Greco: Il fatto è che i minori stranieri non usufruiscono di tutta la gamma delle pene alternative al carcere. Ad esempio, non avendo molto spesso una famiglia alle spalle qui in Italia, non possono tornare nelle proprie abitazioni oppure quando usufruiscono della comunità, vi si allontanano e allora i magistrati tendono a non concedere una seconda volta questo genere di misura, confermando per loro la pena detentiva.

D – Qual è la composizione dei minori nell’istituto penale minorile di Casal del Marmo, dove lei è cappellano? Antigone spiega nel dossier che i ragazzi sono in maggioranza rom e che, quando sono italiani, provengono dalle periferie delle grandi città del Sud.

R – Anche a Roma la maggioranza, è vero, è fatta di stranieri, perlopiù rom della Romania. C’è però un nuovo elemento, ossia il ritorno massiccio degli italiani in carcere, anche qui – ipotizzo – per via del non rispetto delle misure alternative da parte dei ragazzi che si allontanano dalla comunità alla quale sono stati assegnati. Che siano invece del Sud questo non lo condivido, a meno che intendiamo i migranti meridionali di lungo corso, non certamente degli ultimi anni. E che provengano dalle periferie delle città, questo sì. Specie quelle difficili e degradate, come è Tor Bella Monaca a Roma, o l’ex Bastogi o il Laurentino 38.

D – Padre, su chi pensa debbano ricadere le responsabilità dello sbandamento dei giovani?

R – Viviamo una situazione nuova, forse inaspettata ma è ciò che accade quando non ci si assume la responsabilità delle proprie azioni, dei propri gesti. Il nodo fondamentale è la deresponsabilizzazione degli adulti, comprese le agenzie di formazione, che ad un certo momento hanno cominciato a sentire di meno il senso della propria missione e del proprio ruolo nei confronti dei ragazzi, lasciandoli in balia delle proprie fragilità.

D – È dunque vero che c’è una contrazione del volontariato in carcere?

R – Dando per assodato e consolidato ciò che di buono è stato fatto e continua a farsi, non può essere negata una minore attenzione verso i ragazzi detenuti. È anche questo un aspetto di una società che vive una profonda crisi valoriale, dove a prevalere sono gli egoismi. Riemerge dunque oggi un elemento che è proprio dell’uomo a cui è venuto meno il senso di appartenenza ad una collettività.

D – È l’emergenza educativa di cui parla più volte Benedetto XVI, come ad esempio nella Lettera inviata nel 2008 alla diocesi e alla città di Roma, nella quale scrive che la difficoltà forse più profonda per una vera opera educativa è la «crisi di fiducia nella vita» o, come scrive al cardinale Bagnasco, presidente della Cei, nell’ottobre 2010, là dove si riconosce la «fatica di tanti adulti nel concepirsi e porsi come educatori».

R – Esatto. Questo documento ha illuminato una realtà che molti non hanno voluto vedere. Il cardinale Bagnasco ha fatto suo l’appello del Santo Padre e la Cei ne ha preso atto nel redigere il documento conclusivo della 46esima Settimana sociale. E così nei prossimi dieci anni l’impegno della Chiesa, e mi auguro della società tutta, andrà in questa direzione: ridare vigore alla formazione. L’augurio è che ciascuno di noi si senta responsabile e provi a porre rimedio al degrado educativo in cui siamo caduti. Lo dobbiamo ai ragazzi, questo è ovvio, ma anche della nazione. In fondo sono loro il nostro futuro.

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PECHINO E SANTA SEDE: L’UNITÀ DELLA CHIESA PRIMA DEI RAPPORTI DIPLOMATICI

CHIESA NEL MONDO (Roma) – La Chiesa in Cina e il Vaticano si stanno riprendendo con lentezza dagli shock che hanno subito alla fine dello scorso anno e ormai nella Santa Sede e in Cina vi è chi pensa che non bisogna dare troppa importanza ai rapporti diplomatici. Il primo shock è quello del 20 novembre 2010, quando p. Giuseppe Guo Jincai (nella foto) è stato ordinato vescovo di Chengde (Hebei) senza mandato del papa. L’ordinazione è avvenuta nella chiesa di Pingquan (Chengde) alla presenza di otto vescovi ufficiali legittimi, cioè in comunione con la Santa Sede. Secondo informazioni dei fedeli delle diverse diocesi, i vescovi sono stati forzati a partecipare alla cerimonia, che offende la comunione con il pontefice. Uno shock ancora più duro è stato subito dal Vaticano e dalla Chiesa, quando almeno 40 vescovi sono stati costretti con la forza a prendere parte all’Assemblea dei rappresentanti cattolici cinesi, un organismo che Benedetto XVI considera non in linea con la fede cattolica. Per la Chiesa cattolica i vescovi dovrebbero essere sempre i leader delle assemblee; invece in questa, essi sono membri alla pari con gli altri, e in minoranza. L’Assemblea si è tenuta a Pechino dal 7 al 9 dicembre 2010 ed è servita per eleggere la nuova leadership del Consiglio dei vescovi cinesi (non riconosciuto dal papa perché mancante dei vescovi sotterranei) e dell’Associazione patriottica, i cui scopi sono inconciliabili con la dottrina cattolica.

L’intelligente regia del Partito comunista ha portato all’elezione di Giuseppe Ma Yinglin, vescovo (illecito) di Kunming, come nuovo presidente del Consiglio dei vescovi cinesi; mons. Johan Fang Xinyao di Linyi (in comunione con papa) è invece il nuovo capo dell’Associazione patriottica. In questo modo, un organismo composto da vescovi, viene guidato da una persona non in comunione col papa; nell’altro caso, un vescovo in comunione col papa viene posto a capo di un organismo contrario alla fede cattolica. Lo scopo di tutte queste decisioni era di rendere difficile la riconciliazione fra Chiesa ufficiale e sotterranea, dopo la Lettera del pontefice (del 2007) che esortava a una sempre maggiore unità. E bisogna dire che questa unità stava dando alcuni frutti. In entrambi i casi il Vaticano ha pubblicato due dichiarazioni criticando con forza l’Associazione patriottica e la persona che sembra essere dietro tutti questi gesti, il laico Antonio Liu Bainian, vicepresidente dell’Associazione. Pur rivolgendosi al governo con rispetto e lasciando uno spiraglio per possibili dialoghi futuri, i documenti denunciano l’evidente mancanza di libertà religiosa e gli “atti inaccettabili e ostili”.

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TE LO DICO PAPALE-PAPALE – “LETTER@PERTA” IL PIANETA AZZURRO – L’IMPRONTA DEL CREATO

L’EDITORIALE DI DANTE (Roma) – Carissimi amici diPapaboys.it ben ritrovati con la nostra rubrica ‘Te lo dico papale papale‘, un inserto sull’attualità curato da un professionista della comunicazione, amico dei giovani e sempre sensibile alle tematiche cristiane, Dante Fasciolo. Riflessioni, qualche sana provocazione (culturale e sociale) e soprattutto degli spunti per riuscire, in verità, a farsi testimoni della carità. Sempre al servizio degli ultimi. Questi gli ingredienti della “letter@perta”. Sempre senza peli sulla lingua. Con chiarezza e brillantezza ci leveremo qualche sassolino dalle scarpe, grazie alla “penna” di Dante Fasciolo.Buona lettura a tutti!

TE LO DICO PAPALE-PAPALE – “LETTER@PERTA: Il pianeta azzurro – l’impronta del creato
Per la giornata mondiale della terra

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“COME ANDARE A MESSA SENZA PERDERE LA FEDE”, IL NUOVO LIBRO DI DON NICOLA BUX

EDITORIA (Il libro del mese) – Ieri pomeriggio a Roma, nella gremittisima sala della Chiesa di Santa Marta in piazza del Collegio Romano, è stato presentato il libro “Come andare a Messa e non perdere la Fede” (Piemme editore), di Don Nicola Bux, in cui il sacerdote e docente della diocesi di Bari si domanda cosa sia successo alla liturgia cattolica, che rappresenta il massimo atto del culto. Insieme all’autore erano presenti il cardinale Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, il cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il presidente dell’Istituto per le Opere di Religione dello Stato della Città del Vaticano Ettore Gotti Tedeschi e l’ex direttore emerito di Propaganda Fide Luca De Mata.

“Volere la riforma della liturgia – ha spiegato il cardinal Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica – significa accettare anche la correzione della riforma. Rispondendo alla questione di quanto radicale sarà tale riforma, egli ci mette sulla giusta strada rispetto alla contestazione spesso inconsapevole del rito di Dio, di essere adorato come Lui ha stabilito, e dà la sede al pastore di onorare la liturgia. L’approccio del reverendo Don Bux – ha aggiunto il cardinale Burke – è diretto e chiaro, qualità secondo me necessarie per affrontare una situazione che tocca la nostra Fede alla sua fonte e sostegno, ossia la presenza reale del Signore nell’Eucaristia. Con la sua conoscenza profonda della patristica e della storia della sacra liturgia, il nostro autore ci aiuta a prendere visione del mistero della Fede, visibile e tangibile nella celebrazione della Santa Messa, così che noi dobbiamo essere sempre pieni di stupore quando partecipiamo alla sacra liturgia. Come il titolo del libro suggerisce, se sbagliamo, pensando che la sacra liturgia è la nostra azione, centrata su noi stessi, invece di essere l’azione di Cristo, centrata sull’offerta del culto degno e giusto a Dio Padre, la Messa condurrà ad una perdita della Fede. Istruiti da una catechesi sana e sicura, saremo disposti invece ad una sempre più ricca esperienza della Fede nella partecipazione alla Santa Messa. Quello di Don Bux – ha concluso il cardinale Burke – è un lavoro fatto con retto amore appassionato per la Chiesa e la liturgia, che è la fonte ed il culmine della vita ecclesiale”.

A prendere la parola dopo il cardinale Burke è stato il cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti: “L’opera di Don Bux è un libro di grande interesse, e senza dubbio rappresenta un grande servizio alla Chiesa a portare la verità dell’Eucaristia nel centro della vita della Chiesa, dei sacerdoti e dei fedeli cristiani. È un grande servizio, perché la sua lettura è meditazione: si tratta infatti di un libro da leggere, da ascoltare attentamente e da meditare serenamente. Non solo ha approfondito il mistero eucaristico, mistero della Fede in cui si verifica l’unico sacrificio redentore di Cristo sulla croce, ma anche aiuta a viverlo in tutta la sua densità e profondità. Il titolo provocatorio di questo lavoro – ha proseguito il cardinale Llovero – dimostra chiaramente una convinzione e una preoccupazione dell’autore che condivido: l’Eucaristia è il sacramento della nostra Fede, nutre la nostra Fede, rende possibile la vita di Fede e vivere come il giusto vivere della Fede. Il popolo di Dio vive per la liturgia. Solo la vita liturgica messa al centro di tutto, dandole il posto che merita nella vita di tutti i cristiani, potrà ricondurci veramente a Dio, fonte, vita e mèta di tutto. Quello di Nicola Bux – ha concluso il cardinale Llovero – è un libro per il futuro, per il rinnovamento della liturgia e per fare della liturgia il centro di tutta la vita della Chiesa”.

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Don Giovanni D’Ercole promosso Vescovo ausiliare dell’Aquila con il mandato di contribuire alla ricostruzione delle Chiese distrutte dal terremoto

CITTA’ DEL VATICANO – L’ex vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, don Giovanni D’Ercole ,e’ stato nominato dal Papa vescovo ausiliare della diocesi dell’Aquila per collaborare dopo il terremoto alla ricostruzione delle Chiese locali intese come edifici ma anche e soprattutto come comunita’ vive. Il vescovo ordinario, Monsignor Giuseppe Molinari, aveva chiesto l’aiuto di nuove energie e il Pontefice lo ha prontamente accontentato. Volto noto di Rai Due come storico conduttore della rubrica religiosa “Sulla via di Damasco”, D’Ercole era da tempo capo ufficio della sezione italiana della Segreteria di Stato. Nato 62 anni fa a Morino, vicino all’Aquila, e’ divenuto sacerdote di Don Orione dopo essere stato animatore del Movimento ‘Oasi’ di padre Rotondi, che gli ha insegnato a coniugare la vocazione giornalistica con quella sacerdotale. Dopo l’ordinazione, ricevuta nel 1974, la licenza in teologia alla Lateranense e il dottorato in teologia morale conseguito all’Accademia Alfonsiana, e’ stato per nove anni missionario in Costa d’Avorio. A meta’ degli anni ’80, i superiori lo richiamarono a Roma, come parroco della grande Chiesa di Ognissanti sulla via Appia. E due anni dopo, nel 1986, fu eletto superiore provinciale della Piccola Opera della Divina Provvidenza di Don Orione. E’ stato anche cappellano del carcere minorile di Casal del Marmo, all’epoca frequentato dall’allora segretario di Stato Agostino Casaroli, che vi celebrava spesso la Messa domenicale. Proprio il Cardinale romagnolo suggeri’ il suo nome a Papa Wojtyla che lo chiamo’ nell’87 alla vicedirezione della Sala Stampa e dopo un paio d’anni lo volle in Segreteria di Stato. Grande sportivo, e’ noto anche per la sua partecipazione a piu’ edizioni della maratona di New York, la capacita’ di non mollare nonostante lo sforzo sia immane si rivelera’ utile nell’incarico al quale e’ ora chiamato nel contesto di una citta’ distrutta dal sisma dello scorso aprile. “Da oggi questa vostra Arcidiocesi e’ la mia nuova famiglia”. Cosi’ inizia la lettera che il neo Monsignor D’Ercole ha inviato, intanto, all’Arcivescovo, ai fedeli, ai religiosi e alle istituzioni del capoluogo abruzzese. “Torno – continua D’Ercole – nella terra che mi ha visto nascere e alla quale sono rimasto sempre affezionato: sono infatti aquilano, se non della citta’, della provincia, e non l’ho mai dimenticato. La percezione di appartenere a questa nostra terra – prosegue la lettera – si e’ fatta piu’ forte dopo il recente terremoto: le diverse visite che ho potuto fare sin dai primi giorni, mi hanno dato modo di sperimentare la vostra tristezza e il vostro dolore, ma anche la vostra speranza e la vostra voglia di rinascere che sono diventati sentimenti e impegni anche miei”. Monsignor D’Ercole sottolinea quindi come la sua sara’ una pastorale incentrata sull’esempio di San Luigi Orione, fondatore dell’ordine a cui appartiene il nuovo vescovo ausiliario, inviato nel 1908 da Papa San Pio X a Messina, dopo il terremoto che colpi’ la regione, e successivamente in Abruzzo, nella Marsica, dopo il sisma del 1915, come testimoniato anche dallo scrittore Ignazio Silone. “Cerchero’ – conclude la missiva – di essere il Pastore di tutti e per ciascuno”.

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LA CAPACITÀ COMUNICATIVA DEL PAPA: QUANDO DAI BLOG SI FA INFORMAZIONE CORRETTA…

luCOMUNICAZIONE – Il pontificato di Benedetto XVI non è sempre… ben servito dai media, spesso gli internazionali e qualche ‘buonista’ non in fase di approfondimento anche italiano; ed allora che si può fare? Leggere una informazione ‘altra’ quella che viene dalla libertà di espressione della rete internet, fonte primaria di informazione e pareri. E’ il caso del quotatissimo ‘Papa Ratzinger Blog’ curato da Raffaella, del quale in più di una occasione abbiamo già parlato. Ecco una riflessione che condividiamo, ben fatta, e che – a nostro parere – dice una grande verità.

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http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2760

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IL CIRCO MASSIMO SI ILLUMINA DI UNA LUCE ‘ALTRA’ PER LA TERZA ADUNANZA EUCARISTICA NAZIONALE

luROMA – “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” (Gv 14,1). Dopo aver pregato, Gesù “tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione»” (Mt 26,40-41a). Dal Getsemani – luogo in cui i pellegrini “missionari di pace” in Terra Santa si sono riuniti per la prima Adunanza Eucaristica Internazionale – al Circo Massimo per continuare quella preghiera di veglia adorante nell’ascolto della Parola di Dio. Perché adorare l’Eucaristia? Cos’è l’Eucaristia? È il Signore Gesù presente nella sua Chiesa con il suo corpo, sangue, anima e divinità, nascosto sotto le apparenze del pane e dimorante in mezzo a noi come il vero Emmanuele (cfr Mt 1,23). In occasione della Solennità del Corpus Domini Sua Santità Benedetto XVI parlando dell’Eucaristia ha detto: “Il pane Eucaristico è il segno visibile di Colui nel quale cielo e terra, Dio e uomo sono diventati una cosa sola”; ha affermato che solo guardando e adorando l’Eucaristia possiamo dire con fermezza che l’Amore esiste e può cambiare le cose in meglio. Ed è questa speranza che proviene dall’Amore di Cristo a darci la forza di vivere e di affrontare le difficoltà. Di questo pane abbiamo tutti bisogno perché lungo e faticoso è il cammino verso la libertà, la giustizia e la pace. Cristo è dunque dono oblativo del Padre all’uomo, il quale non può sempre e solo ricevere ma deve donare l’Amore di Cristo e diventare sorgente dalla quale sgorgano fiumi di acqua viva (cfr Gv 7,37-38). Per diventare una tale sorgente, l’uomo deve però bere sempre e di nuovo a quella prima e originaria sorgente che è Cristo Gesù, dal cui cuore trafitto scaturisce l’Amore di Dio (cfr Gv 19,34 – dalla Lettera Enciclica “Deus Caritas Est”).

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SANTI PIETRO E PAOLO. PAPA IMPONE IL SACRO PALLIO: IL RETTO PASTORE DEVE SAPER RESISTERE AI LUPI

luIl Papa ha presiedito nella Basilica di San Pietro la Santa Messa nella solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, patroni di Roma. Hanno concelebrato i 34 nuovi arcivescovi metropoliti, ai quali Benedetto XVI ha imposto il sacro Pallio, la stola di lana bianca, simbolo della potestà vescovile. “Essere vescovo, essere sacerdote”, significa “assumere la posizione di Cristo”, cioè “pensare, vedere ed agire a partire dalla sua posizione elevata” e così “a partire da lui essere a disposizione degli uomini, affinché trovino la vita”. Con queste parole il Papa ha riassunto il senso del ministero sacerdotale nell’omelia. Partendo dalla prima lettera di Pietro, Benedetto XVI ha ricordato che l’apostolo chiama Cristo “vescovo delle anime”, termine che indica “un vedere nella prospettiva di Dio”, che “è un vedere dell’amore che vuole servire l’altro, vuole aiutarlo a diventare veramente se stesso”. L’espressione “vescovo delle anime” significa dunque che Cristo “ci vede nella prospettiva di Dio”.

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PELLEGRINAGGIO – IN TEMPO REALE LA TESTIMONIANZA DI OGGI DEI RAGAZZI DELLA VITTORIA DI DIO

PACE IN TERRASANTA – Continua dal pellegrinaggio di pace in Terra Santa anche la quotidiana testimonianza dei giovani della Comunità ‘Vittoria di Dio’ che stanno seguendo con lode ed adorazione costante, oltre che con una stupenda ed instancabile animazione tutte le fasi salienti della missione di pace tra gioia, mozioni e testimonianza di fede viva.

Oltre alla comunità Vittoria di Dio, è anche presente il gruppo di Adunanze Eucaristiche Nazionali con l’Associazione Papaboys, una delegazione dell’Apostolato Giovani per la Vita, la Comunità Nuovi Apostoli, la Vigna Deliziosa e gli Amici del Signore. Ecco la giornata di oggi raccontata dai ragazzi e le ragazze della Vittoria di Dio.

GIORNO 6: SEMI DI PACE.

I TAPPA: LAGO DI TIBERIADE.

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SESTO GIORNO IN TERRASANTA – PIANTATI GLI ALBERI DELLA PACE. SUL LAGO DI TIBERIADE SI INCONTRA GESU’

PACE IN TERRASANTA – NAZARETH – Si avvia alla conclusione il pellegrinaggio in Terra Santa iniziato il 20 maggio e che ha visto alcuni gruppi di giovani e non solo rendersi apostoli di pace nella terra di Gesù. Tanti i momenti di preghiera, riflessione, catechesi e di gestualita’; atti, non solo simbolici, ma realizzati con l’apertura del cuore rivolto alla vera pace, quella che per noi cristiani è la persona di Gesù, il Risorto.

Ripercorriamo insieme, condividendolo con voi che ci seguite dalla rete internet, il sesto giorno della nostra missione di pace, con gli orari, gli appuntamenti ma soprattutto la nostra testimonianza.

25 Maggio 2009 ore 7.30

Stiamo per partire da Nazareth per il Lago di Tiberiade. La piacevole levataccia alle 6.30 per non perdere l’escursione sul battello ha sortito un ‘ottimo effetto’. Per arrivare al Lago abbiamo attraversato la bellissima terra di Galilea. Siamo passati attraverso una regione ricca di piantagioni di banani e datteri… che meraviglia e che buoni questi frutti fratellini e sorelline! Pero’ il desiderio di arrivare a vedere e toccare (con i piedi) le famose acque del lago di Gesù è forte, ma dobbiamo aspettare alcuni appuntamenti già fissati in precedenza. La giornata è bella e molto calda; ci imbarchiamo tutti sul battello (siamo in 130 più accompagnatori) e si parte! Il battello, dopo che a bordo si è potuto ascoltare in nostro omaggio l’inno nazionale italiano, si ferma in mezzo al lago (niente paura è solo una sosta programmata ndr). Viene aperto da Don Biagio il Vangelo di Matteo e letto il brano della tempesta sedata e quello di Gesù che cammina sulle acque e tutti noi ci riserviamo un bellissimo e suggestivo momento di preghiera e di … adorazione sulle acque. 

 Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2653

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2000 ANNI DOPO: “PACE PER GERUSALEMME” – UNA NOTTE DI ADORAZIONE NEL GIARDINO DEGLI ULIVI

GERUSALEMME – La città santa come un quadro, a fare da sfondo alla prima edizione dell’Adunanza Eucaristica, in versione internazionale, cuore e centro del pellegrinaggio per la Pace in Terra dei giovani dell’Associazione Nazionale Papaboys, dell’Apostolato ‘Youth for life’, dei membri dei gruppi dell’Adunanza Eucaristica ed Adorazione Perpetua, in collaborazione con le comunità dei Nuovi Apostoli, della Vittoria di Dio e della Vigna Deliziosa. Una straordinaria notte nel giardino degli ulivi, a vegliare, cantare, lodare e sentire nel cuore, nella profondità, la presenza di Gesù, il Signore! La prima Adunanza Eucaristica Internazionale è iniziata alle ore 22 di sabato 23 maggio all’interno della Basilica del Getsemani, e la prima comunità che ha tenuto l’ora di adorazione è stata una parrocchia di Gerusalemme, con canti in arabo, che hanno suscitato una profonda emozione fra i numerosi pellegrini presenti. Alle ore 23 della notte è iniziata una processione eucaristica che ha spalancato le porte dei cuori verso il giardino degli ulivi, dove Gesù è stato lasciato solo ai suoi carcerieri ormai 2000 anni fa. Il tema della serata, previsto dagli organizzatori è stato ‘Nella notte in cui ti abbiamo lasciato solo’.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2642 

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PELLEGRINAGGIO IN TERRASANTA – IL MESSAGGIO DEL CARDINALE BERTONE: “AI GIOVANI IL MIO SALUTO”

GERUSALEMME – Una gradita sorpresa è giunta a tutti i partecipanti del Pellegrinaggio per la pace in Terrasanta che è in svolgimento fino al 27 maggio nella Terra di Gesù. Nella giornata di questo sabato 23 maggio, all’inizio della solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Nunzio Apostolico in Terrasanta Mons. Antonio Franco, il Nunzio stesso ha comunicato ai partecipanti che il Segretario di Stato Vaticano il Cardinale Tarcisio Bertone ha inviato ai giovani presenti un messaggio di cordialità ed incoraggiamento, nel quale dichiara di apprezzare il progetto di rendersi pellegrini di pace seguendo le orme del Santo Padre Benedetto XVI. Stupore ed un lungo applauso hanno salutato le parole del Segretario di Stato che hanno fatto sentire ‘i giovani del Papa’ molto vicini sia a Benedetto XVI sia alla Chiesa tutta.

LA LETTERA DEL SEGRETARIO DI STATO VATICANO
CARD. TARCISIO BERTONE AL NUNZIO APOSTOLICO
MONS. ANTONIO FRANCO

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2643

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LETTERA APERTA – IL VERO OLOCAUSTO. PARLIAMO ANCHE DEGLI OLOCAUSTI CHE RESTANO NASCOSTI

OLOCAUSTO – Negare la Shoa è da stolti, se non altro perché esistono prove, documenti storici, foto e testimoni, alcuni tuttora viventi. Si può semmai ragionare sui numeri denunciati, in quanto sembra, da studi recenti, che non ci sia proporzione fra il numero dichiarato delle vittime, (sei milioni, cioè più del doppio degli abitanti di Roma!) e gli strumenti di morte a disposizione nei lager. Inoltre gli Ebrei si sono “accaparrati” in un certo senso, l’esclusiva assoluta dell’olocausto quando invece è risaputo che molti dei detenuti erano anche di altre nazioni e religioni. In realtà, accanto alla Shoa ebraica, che è stata presentata come lo sterminio peggiore nella storia del mondo, esiste un altro olocausto, ben più grave, un “olocausto planetario” perchè ha coinvolto l’intera umanità durante il ventesimo secolo, un olocausto terribile sul quale è caduto il silenzio e che è stato completamente escluso dal “Giorno della memoria”. Si potrebbe chiamare l’olocausto delle ideologie più aberranti del ventesimo secolo, quelle che hanno dato vita non solo al Nazismo, ma al Comunismo, all’Anarchismo, al Fondamentalismo islamico ecc. Di solito i più accaniti celebratori dei crimini della shoa sono i comunisti più che gli Ebrei, perché si gloriano di mettere sul banco degli imputati proprio i loro antagonisti politici, cioè i nazisti, che rappresentano la destra, presentata agli occhi del mondo come l’apice della criminalità. In realtà nazismo e comunismo provengono dalla stessa radice di violenza e di perversione nata verso la fine del 1800, prima in teoria, ad opera di un pensatore ebreo Karl Marx, morto nel 1883, fondatore del social comunismo, e poi nei fatti, per mezzo della rivoluzione bolscevica del 1917. Marx era un ebreo che visse sulle spalle di altri ebrei senza mai lavorare in vita sua, né mai conoscere un operaio o una fabbrica, e che scrisse una sorta di infamità contro i suoi ex correligionari e contro qualunque altra fede religiosa, in particolare il Cristianesimo, da lui definita “l’oppio dei popoli”. Infatti tra i più accaniti “manovratori” della guerra bolscevica del 1917 troviamo proprio gli Ebrei russi comunisti atei, salvo poi finire anch’essi nelle “purghe” staliniste perché tacciati di essere “capitalisti” e quindi nemici del popolo.

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LETTERA APERTA AI LEADER DEL MONDO CONTEMPORANEO DA PARTE DELL’IMAM YAHYA PALLAVICINI

MILANO – La COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana presenta la Lettera Aperta al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi e a tutti i Leader del Mondo Contemporaneo da parte dell’Imam Yahya Pallavicini, portavoce per l’Italia di MLT – Muslim Leaders of Tomorrow, i Leader Musulmani provenienti da 76 Stati e riuniti a Doha, in Qatar, dal 16 al 19 gennaio del 2009. Si tratta della Lettera Aperta ai Leader del Mondo Contemporaneo, sottoscritta a Doha durante l’incontro di MLT – Muslim Leaders of Tomorrow da 300 leader musulmani provenienti da 76 Paesi di ogni Continente. I firmatari si indirizzano ai leader politici delle Nazioni proponendo un modello di sviluppo sociale costruttivo, fondato sulla necessità di sostenere la crescita culturale ed economica, promuovere la partecipazione civile, coltivare valori di rispetto reciproco e garantire un impegno costante nel dialogo religioso, politico e culturale.

La Lettera in inglese sarà pubblicata in esclusiva sull’edizione odierna del Washington Post in occasione della cerimonia d’insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Hussein Obama. Tra i firmatari, l’unico rappresentante per il nostro Paese è il Vice Presidente della COREIS Italiana Yahya Sergio Yahe Pallavicini, che trasmetterà questa stessa Lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi. La COREIS propone la traduzione in italiano della Lettera Aperta di MLT ai Leader del Mondo Contemporaneo. Il confronto con le Istituzioni per contribuire allo sviluppo spirituale e materiale del Paese, il dialogo con i rappresentanti delle altre confessioni religiose e la collaborazione accademica con le realtà educative e culturali più significative costituisce infatti un patrimonio di impegno religioso e civile che ci onoriamo di portare avanti da decenni e che intendiamo valorizzare ovunque si manifesti.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2121 

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IL PAPA RICEVE IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI E CHIEDE MAGGIORE IMPEGNO NELLA VITA DELLA CHIESA

papaCITTA’ DEL VATICANO – ”L’uomo e la donna, uguali in dignita’, sono chiamati ad arricchirsi vicendevolmente in comunione e collaborazione, non solo nel matrimonio e nella famiglia, ma anche nella societa’ in tutte le sue dimensioni. Alle donne cristiane si richiedono consapevolezza e coraggio per affrontare compiti esigenti, per i quali tuttavia non manca loro il sostegno di una spiccata propensione alla santita’, di una speciale acutezza nel discernimento delle correnti culturali del nostro tempo, e della particolare passione nella cura dell’umano che le caratterizza. Mai si dira’ abbastanza di quanto la Chiesa riconosca, apprezzi e valorizzi la partecipazione delle donne alla sua missione di servizio alla diffusione del Vangelo”. Lo ha sottolineato Benedetto XVI ricevendo in udienza, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, i partecipanti alla XXIII Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici. Mentre riprende gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, ha spiegato Benedetto XVI, l’Esortazione apostolica ‘Christifideles laici’, ”definita la magna charta del laicato cattolico nel nostro tempo”, orienta ”il discernimento, l’approfondimento e l’orientamento dell’impegno laicale nella Chiesa fronte ai mutamenti sociali di questi anni. Si e’ sviluppata in molte Chiese particolari la partecipazione dei laici grazie ai consigli pastorali, diocesani e parrocchiali, rivelandosi molto positiva in quando animata da un autentico ‘sensus Ecclesiae’. La viva consapevolezza della dimensione carismatica della Chiesa ha portato ad apprezzare e valorizzare sia i carismi piu’ semplici che la Provvidenza di Dio dispensa alle persone, sia quelli che apportano grande fecondita’ spirituale, educativa e missionaria. Non a caso, il Documento riconosce e incoraggia la ‘nuova stagione aggregativa dei fedeli laici’, segno della ricchezza e della versatilita’ delle risorse che lo Spirito alimenta nel tessuto ecclesiale’, indicando quei ‘criteri di ecclesialita’ che sono necessari, da una parte, al discernimento dei Pastori e, dall’altra, alla crescita della vita delle associazioni di fedeli, dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità”. ”A questo riguardo – ha aggiunto il Pontefice – desidero ringraziare il Pontificio Consiglio per i Laici, in modo tutto speciale, per il lavoro compiuto durante gli scorsi decenni nell’accogliere, accompagnare, discernere, riconoscere e incoraggiare queste realta’ ecclesiali, favorendo l’approfondimento della loro identita’ cattolica, aiutandole a inserirsi piu’ pienamente nella grande tradizione e nel tessuto vivo della Chiesa, e assecondando il loro sviluppo missionario”. ”Parlare del laicato cattolico – ha proseguito il Papa – significa riferirsi a innumerevoli persone battezzate, impegnate in molteplici e svariate situazioni per crescere come discepoli e testimoni del Signore e riscoprire e sperimentare la bellezza della verita’ e la gioia di essere cristiani. L’attuale condizione culturale e sociale rende ancora piu’ urgente questa azione apostolica per condividere a piene mani il tesoro di grazia e di santita’, di carita’, dottrina, cultura e opere, di cui e’ composto il flusso della tradizione cattolica. Le nuove generazioni sono non solo destinatarie preferenziali di questa trasmissione e condivisione, ma anche soggetti che attendono nel proprio cuore proposte di verita’ e di felicita’ per poterne rendere testimonianza cristiana, come gia’ accade in modo mirabile. Ne sono stato, io stesso, nuovamente testimone a Sydney, nella recente Giornata Mondiale della Gioventu’. E percio’ incoraggio il Pontificio Consiglio per i Laici a proseguire l’opera di questo provvidenziale pellegrinaggio globale dei giovani nel nome di Cristo, e ad adoperarsi per la promozione, ovunque, di un’autentica educazione e pastorale giovanile”.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1960

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