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IRAQ: POLITICI, RELIGIOSI E FEDELI CRISTIANI E MUSULMANI PREGANO LA MADONNA PER LA PACE NEL PAESE

ESTERI (Kirkuk, IRAQ) – Cristiani e musulmani irakeni, uniti, hanno pregato la Madonna per la fine delle violenze nel Paese. I leader religiosi – cattolici, sciiti, sunniti, curdi – hanno lanciato delle colombe come segno di pace, nella speranza che l’Iraq possa superare conflitti e divisioni. È quanto è successo questa mattina a Kirkuk, nel nord dell’Iraq, dove l’arcivescovo caldeo Mons. Louis Sako ha riunito le autorità politiche e religiose musulmane della città, per onorare la madre di Gesù al termine del mese mariano. 

Nel suo intervento, il prelato ha sottolineato il “valore” dell’incontro, in un periodo di “sofferenze”. Alle celebrazioni ha presenziato anche il vice-governatore, in rappresentanza dei vertici dell’amministrazione locale, insieme alle famiglie di due vittime del terrorismo: Ashur Yacob Issa, rapito e torturato a morte a metà mese, e un ufficiale di polizia musulmano, massacrato con altri 27 il 16 maggio. Oggi si conclude il mese dedicato dalla Chiesa alla Madonna, una figura onorata e riverita non solo dai cristiani, ma capace di unire pure musulmani e membri di altre religioni. Per l’occasione, questa mattina l’arcivescovo caldeo di Kirkuk ha invitato le autorità politiche e religiose musulmane, per una preghiera comune. In città molti fedeli musulmani vengono in pellegrinaggio alla statua della Vergine, soprattutto le donne che pregano perché possa realizzarsi un desiderio o un miracolo.

Da tempo la giornata è occasione comune per cristiani e musulmani, per pregare per la pace e la stabilità della nazione e della regione di Kirkuk, colpita nelle ultime settimane da una serie di attentati e violenze che ha “scioccato” la popolazione. La preghiera ha avuto luogo questa mattina nella cattedrale, la corale ha cantato inni mariani, l’assemblea interconfessionale ha recitato i salmi 62 e 121, mentre un diacono ha intonato l’Annunciazione a Maria, tratta dal Vangelo di Luca, e un imam la Surat di Myriam, sullo stesso tema. Infine è intervenuto l’arcivescovo, mons. Sako, che ha indirizzato un saluto comune. Il momento più toccante, tuttavia, è stato la recita della preghiera universale alla Vergine, per chiedere la pace e la sicurezza, letta all’unisono da donne cristiana e musulmane in quattro lingue: araba, curda, turcmena e caldea. Al termine delle celebrazioni, un imam sciita turcmeno, un imam sunnita arabo, un imam curdo e l’arcivescovo hanno lanciato delle colombe quali simbolo della pace. Alla celebrazione hanno partecipato il vice-governatore in rappresentanza delle istituzioni (il governatore era impegnato fuori città) e le famiglie di alcune vittime del terrorismo estremista a Kirkuk, cristiane e musulmane. Fra le altre personalità che hanno partecipato alla preghiera vi sono il presidente del Consiglio municipale, il capo della polizia, il capo dell’esercito e i leader dei partiti politici. La cattedrale era colma di gente, fedeli cristiani e musulmani di entrambi i sessi, senza divisioni né barriere.

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IL PAPA ALL’ANGELUS: CHI SEGUE GESÙ ENTRA IN UNA NUOVA DIMENSIONE DELLA LIBERTÀ

CITTA’ DEL VATICANO – “Libertà e amore coincidono”, obbedire al proprio egoismo “conduce a rivalità e conflitti”. E’ quanto ha affermato stamani Benedetto XVI all’Angelus soffermandosi sulla radicalità della risposta a Cristo. Una radicalità che porta a mettersi “a servizio gli uni degli altri”: “Chi rinuncia a tutto, persino a se stesso, per seguire Gesù – ha detto il Papa – entra in una nuova dimensione della libertà”. Rispondere alla chiamata di Cristo significa mettersi alla sequela di Gesù e percorrere il proprio cammino di vita sulle orme del Vangelo: “Chi ha la fortuna di conoscere un giovane o una ragazza che lascia la famiglia di origine, gli studi o il lavoro per consacrarsi a Dio – afferma il Papa – sa bene di che cosa si tratta, perché ha davanti un esempio vivente di risposta radicale alla vocazione divina”: “E’ questa una delle esperienze più belle che si fanno nella Chiesa: vedere, toccare con mano l’azione del Signore nella vita delle persone; sperimentare che Dio non è un’entità astratta, ma una Realtà così grande e forte da riempire in modo sovrabbondante il cuore dell’uomo, una Persona vivente e vicina, che ci ama e chiede di essere amata”.

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TERRA SANTA LIVE! – DOMENICA 20 GIUGNO POMERIGGIO GERUSALEMME: CENACOLO E GALLICANTU.

OGLIAMO LA PACE IN TERRA SANTA – CENACOLO È sulla collina occidentale di Gerusalemme conosciuta come Sion cristiano che avvenne quanto è narrato dagli evangelisti con dovizia di particolari e le tracce di quell’anagayon (parola greca usata nei Vangeli di Marco e di Luca) che indica la sala da pranzo nella parte superiore della casa dove Gesù e i suoi consumarano la cena pasquale. È in questo luogo, sul quale e attorno al quale nel corso dei secoli proprio per mantenerne viva la memoria, che furono costruite importanti chiese: la Santa Sion nel IV sec. distrutta dai persiani nel 614 e in epoca crociata una grande basilica chiamata Mater Omne Ecclesiarum (la madre di tutte le chiese). Strappato nel 1551 dai turchi ai francescani che ne furono custodi sin dal 1333 appartenne per secoli agli ottomani, poi ad una famiglia musulmana che con la dichiarazione d’indipendenza dello stato ebraico abbandonò Gerusalemme; dichiarato proprietà di assenti secondo la legislazione israeliana, dal 1948 il Cenacolo è in mano al ministero degli affari religiosi che ne regola l’accesso a turisti e pellegrini. Trasformato in moschea dai musulmani, identificato da una certa tradizione ebraica come il luogo della tomba di Davide, il Cenacolo oggi è al centro di contese e rivendicazioni sebbene da tempo circolino voci su una sua possibile restituzione alla Chiesa Cattolica.

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IL PAPA ALL’ANGELUS NELLA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE: LA CHIESA ANNUNCI IL VANGELO ALL’UMANITA’

CITTA’ DEL VATICANO – La Chiesa è chiamata ad annunciare la speranza evangelica a tutta l’umanità: all’Angelus in Piazza San Pietro, nella Giornata Missionaria Mondiale, Benedetto XVI ricorda che ciascun cristiano è impegnato a testimoniare il Vangelo a tutti, “in particolare a quanti ancora non lo conoscono”. Il Papa non ha poi mancato di rivolgere il pensiero ai missionari che operano in situazioni di grave disagio. Ed ha ricordato, in particolare, don Ruggero Ruvoletto, ucciso in Brasile, e padre Michael Sinnot, sequestrato nelle Filippine. Benedetto XVI ha ricordato il tema scelto per la Giornata Missionaria Mondiale, tratto dal Libro dell’Apocalisse: “Le nazioni cammineranno alla sua luce”. Questa luce, ha sottolineato, è “quella di Dio, rivelata dal Messia e riflessa sul volto della Chiesa”: “E’ la luce del Vangelo, che orienta il cammino dei popoli e li guida verso la realizzazione di una grande famiglia, nella giustizia e nella pace, sotto la paternità dell’unico Dio buono e misericordioso.

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ALL’UDIENZA GENERALE BENEDETTO XVI RIPERCORRE LE TAPPE PRINCIPALI DEL SUO RECENTE VIAGGIO APOSTOLICO

CITTA’ DEL VATICANO – “È stato un vero pellegrinaggio e, al tempo stesso, una missione nel cuore dell’Europa: pellegrinaggio, perché la Boemia e la Moravia sono da oltre un millennio terra di fede e di santità; missione, perché l’Europa ha bisogno di ritrovare in Dio e nel suo amore il fondamento saldo della speranza”. Lo ha sottolineato il Santo Padre Benedetto XVI durante l’udienza generale di mercoledì 30 settembre, tenuta in Vaticano, dove ha ripercorso le tappe del suo recente viaggio apostolico nella Repubblica Ceca. “L’amore di Cristo è la nostra forza” è stato il motto del viaggio, “un’affermazione che – ha sottolineato il Papa – riecheggia la fede di tanti eroici testimoni del passato remoto e recente, penso in particolare al secolo scorso, ma che soprattutto vuole interpretare la certezza dei cristiani di oggi. Sì, la nostra forza è l’amore di Cristo! Una forza che ispira e anima le vere rivoluzioni, pacifiche e liberatrici, e che ci sostiene nei momenti di crisi, permettendo di risollevarci quando la libertà, faticosamente recuperata, rischia di smarrire se stessa, la propria verità.

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