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GIOVANNI PAOLO II “BEATO”. CHE COSA PUÒ DIRE AI GIOVANI DI OGGI?

Quella sera in cui morì il Papa, il 2 aprile 2005, alle tre di notte mi trovavo in fila per andare a “vedere” Giovanni Paolo II in S. Pietro. Non resistetti alla fatica, tornai indietro con un po’ di vergogna. In compenso decine di migliaia di giovani camminarono fino a sette-otto ore per un sguardo-lampo, ma così intenso, come quando si vuol incontrare per l’ultima volta una persona veramente amica. Mi metto nella situazione di un educatore che vuol parlare della beatificazione di Giovanni Paolo II ai giovani. Il mio è un esercizio, come si dice, in caduta libera. So bene che prima di parlare ai giovani, bisogna incontrali e condividere una buona relazione con loro… Diamola per esistente. Del resto il mio contributo è un input, se può servire a fare meglio…

Perché parlarne?

Rispondo partendo da qualcosa di singolare, per non dire straordinario, che è capitato. Quella sera in cui morì il Papa, il 2 aprile 2005, alle tre di notte mi trovavo in fila per andare a “vedere” Giovanni Paolo II in S. Pietro. Non resistetti alla fatica, tornai indietro con un po’ di vergogna. In compenso decine di migliaia di giovani camminarono fino a sette-otto ore per un sguardo-lampo, ma così intenso, come quando si vuol incontrare per l’ultima volta una persona veramente amica. Si sa che quella, più che un corteo funebre, era una processione pensosa e serena, che rimase nella memoria collettiva come un evento storicamente unico. Colpirono certamente i solenni funerali in Piazza S. Pietro, con tutti i cosiddetti ‘Grandi’ della terra.

Colpì in particolare un’espressione usata più volte in seguito da Benedetto XVI, che allora da cardinale presidente della celebrazione qualificò Giovanni Paolo II: “Il nostro amato Papa”, mai fino allora usata ufficialmente a riguardo di un pontefice. ‘Amato’ traduce il ‘geliebte’ tedesco, è la parola degli innamorati! E finalmente sulla piazza risuonò sia pur sommessamente quel grido altrimenti forte e intenso: John Paul Two, we love you!, da sempre scandito a Buenos Aires, a Santiago, a Czestokowa, a Manila, a Denver, a Parigi, a Roma, a Toronto, a Colonia… Sta qui, in questo condensato di storia viva, che si radica la ragione di parlare di Giovanni Paolo ai giovani di oggi, come per una memoria di cui hanno diritto e possono averne bisogno. In sintesi non è errato, conoscendo il feeling che si era creato tra Papa e giovani, pensare ad una trasmissione di eredità.

Come attualizzare questo rapporto singolare tra giovani e il Papa “beato”?

Proprio il suo essere detto ‘beato’, cioè certamente avvolto dalla gloria di Dio, avrà anche la capacità, il carisma di suscitare la partecipazione giovanile? Non saprei rispondere a priori. E’ giusto ricordare che l’entusiasmo di cui stiamo parlando ha avuto il suo nucleo generatore in particolare nelle Giornate Mondali della Gioventù, e più ampiamente grazie agli incontri con i giovani che Giovanni Paolo II voleva sempre in agenda in qualsiasi posto della terra andasse, tra cristiani, musulmani, buddisti. E’ ovvio che quei giovani di allora sono diventati adulti, e sarebbe un bel segno se si affacciassero su S. Pietro o davanti al monitor nelle piazze delle città o della TV di casa. Staremo a vedere, ma con motivata speranza. Gli anni trascorsi non sono tanti e le radici del cuore sono sempre più difficili da estirpare!

Semmai è da verificare se è cambiata la direzione del vento della fede, se il contesto sociale non favorevole ad un loro futuro occupazionale non ha prodotto scetticismo e sconforto, come pure se gli orientamenti culturali dominanti, così frammentati e miopi, non blocchino ideali di cambio e la stessa possibilità di farlo, non dimenticando d’altra parte la incoercibile ricerca di senso, anche in ambito religioso, e sicuramente per una umanità diversa, che proprio questi giovani vanno manifestando.

E’ dunque in questo clima in chiaroscuro che si collocano le generazioni più giovani – quelli che arrivano oggi ai 18-20 anni – che hanno sentito parlare del Papa e l’hanno magari visto in TV, ma non l’hanno incontrato in qualche raduno. E’ difficile ipotizzare una previsione di partecipazione da parte loro, Giovanni Paolo II “beato”. Che cosa può dire ai giovani di oggi? Certamente – come si sta verificando – vi sarà l’accorrere di folle di credenti di ogni età e i giovani di ieri e di oggi si chiederanno cosa stia capitando. Qui ritengo che si affacci il compito di noi educatori: di rinverdire la memoria, di impostare un discorso con i giovani facendo scoprire la persona di Giovanni Paolo II. Come?

Lasciando parlare Lui stesso nei grandi interventi (come dimenticare il suo grande discorso ‘kennedyano’ alle Sentinelle del mattino nella GMG del 2000 a Roma nella notte di quella indimenticabile veglia?), servendosi dei tanti sussidi massmediatici, e facendo parlare dei testimoni, quelli del “ c’ero anch’io”, nelle GMG e in altre occasioni. Solo così può rivivere Giovanni Paolo II.

Che cosa può ricevere – grazie agli educatori – la generazione giovane da un Papa beatificato loro amico? Che cosa aggiunge la beatificazione alla relazione così vivace che fu tra loro?

La risposta è relativamente semplice: beatificazione vuol dire conferma solenne, ispirata dallo Spirito Santo, del valore della vita del beatificato, della sua causa, dei suoi pensieri, delle sue scelte, e dunque nel nostro caso, del modo di Giovanni Paolo II di pensare, amare, volere, trattare i giovani e farsi incontrare da loro. Qui sarebbe da aprire il vasto fronte della ricerca, sapendo che diversi studi sono stati pubblicati, ben poco sulla totalità del suo ministero pastorale tra i giovani. Si tenga in ogni caso presente la sua Lettera ai Giovani del mondo nel marzo del 1985.

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“UN GOL PER IL SOCIALE”, DOMANI LA NAZIONALE CALCIO PAPABOYS SCENDE IN CAMPO A BRACCIANO

SPORT E SOCIALE (Roma) – Domani, giovedì 2 giugno, allo Stadio Comunale ‘G. Vergari’ di Bracciano, la Nazionale Calcio Papaboys sarà impegnata nel quadrangolare “Un gol per il Sociale”. Oltre alla squadra dei Papaboys, a sfidarsi sul rettangolo di gioco ci saranno la DirTel Vatican Team, la Nazionale Calcio Attori e la rappresentativa piloti della Superbike. La manifestazione sarà inaugurata alle 12, ora in cui i partecipanti si ritroveranno al Lungolago Argenti di Bracciano per una particolare escursione in barca e per condividere il pranzo prima dell’inizio del quadrangolare. Alle 15 verrà data la possibilità alle squadre coinvolte di visitare il maestoso Castello Odescalchi, una tra le più belle dimore feudali d’Europa e museo storico che accoglie a Bracciano decine di migliaia di visitatori l’anno. 

La seconda parte della giornata avrà inizio alle 17 allo Stadio Comunale ‘G. Vergari’, dove, alle 18, sarà dato il calcio di inizio di “Un gol per il Sociale”. La formula del torneo prevede una serie di scontri diretti – semifinali e finale – per sancire il vincitore di questa bella iniziativa che verrà premiato subito dopo la fine del torneo. Oltre alle squadre coinvolte, anche molti volti noti dello sport, del cinema e della tv hanno voluto dare il loro apporto per questa importante manifestazione. Saranno presenti infatti al comunale di Bracciano, l’attore e conduttore Stefano Friscia , gli ex-giocatori dell’As Roma Marco del Vecchio e Gigi Di Biagio, il pilota del campionato del mondo Superbike Michel Fabrizio, il comico Gigi Miseferi, l’attore Primo Reggiani, oltre ai “tronisti” di “Uomini e Donne” Francesco Arca e Federico Mastrostefano. La manifestazione è organizzata dall’Associazione per l’Assistenza e l’Integrazione Sociale (A.A.I.S.), un’Associazione di volontariato nata nel lontano 1981, che non ha scopo di lucro ed opera esclusivamente per fini di solidarietà sociale continuando ad essere iscritta presso l’albo delle “Organizzazioni non lucrative di utilita’ sociale”. 

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SRI LANKA, 18.000 OPERAI CHE MANIFESTAVANO CARICATI DA POLIZIA, I CATTOLICI CONDANNANO L’ATTACCO

ESTERI (Colombo, SRI LANKA) – Sacerdoti cattolici e attivisti per i diritti umani condannano con forza il brutale attacco della polizia alle migliaia di lavoratori della Free Trade Zone, durante una manifestazione a Katunayake avvenuto ieri. Gli operai stavano protestando contro il nuovo schema pensionistico (Private Sector Pension Bill), giudicato ingannevole e che di fatto non garantisce il vitalizio fino alla morte del lavoratore. “La protesta indipendente è diritto di ogni cittadino libero” afferma padre Reid Shelton Fernando, sacerdote cattolico. “Quanto accaduto testimonia che in questo Paese, la gente non può esercitare uno dei suoi diritti fondamentali”.

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LA NAZIONALE CALCIO PAPABOYS ANCORA UNA VOLTA IN CAMPO PER IL SOCIALE

SPORT E SOCIALE (Roma) – Martedì 2 giugno allo stadio Comunale ‘G. Vergari’ di Bracciano la Nazionale calcio dell’Associazione Papaboys sarà impegnata nel quadrangolare “Un gol per il Sociale”. Oltre alla Nazionale calcio dei Papaboys a sfidarsi sul rettangolo di gioco ci saranno la DirTel Vatican Team, la Nazionale Calcio Attori e la rappresentativa piloti della Superbike. La manifestazione sarà inaugurata alle 12, ora in cui i partecipanti si ritroveranno al Lungolago Argenti di Bracciano per una particolare escursione in barca e per condividere il pranzo prima dell’inizio del quadrangolare. Alle 15 verrà data la possibilità alle squadre coinvolte di visitare il maestoso Castello Odescalchi, una tra le più belle dimore feudali d’Europa e museo storico che accoglie a Bracciano decine di migliaia di visitatori l’anno. 

La seconda parte della giornata avrà inizio alle 17 allo Stadio Comunale ‘G. Vergari’, dove, alle 18, sarà dato il calcio di inizio di “Un gol per il Sociale”. La formula del torneo prevede una serie di scontri diretti – semifinali e finale – per sancire il vincitore di questa bella iniziativa che verrà premiato subito dopo la fine del torneo. Oltre alle squadre coinvolte, anche molti volti noti dello sport, del cinema e della tv hanno voluto dare il loro apporto per questa importante manifestazione. Saranno presenti infatti al comunale di Bracciano, l’attore e conduttore Stefano Friscia , gli ex-giocatori dell’As Roma Marco del Vecchio e Gigi Di Biagio, il pilota del campionato del mondo Superbike Michel Fabrizio, il comico Gigi Miseferi, l’attore Primo Reggiani, oltre ai “tronisti” di “Uomini e Donne” Francesco Arca e Federico Mastrostefano. La manifestazione è organizzata dall’Associazione per l’Assistenza e l’Integrazione Sociale (A.A.I.S.), un’Associazione di volontariato nata nel lontano 1981, che non ha scopo di lucro ed opera esclusivamente per fini di solidarietà sociale continuando ad essere iscritta presso l’albo delle “Organizzazioni non lucrative di utilita’ sociale”. 

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AFRICA, AL FESTIVOC 2011 IL RUOLO DEI GIOVANI NELLA PROMOZIONE DELLE VOCAZIONI IN CAMERUN

ESTERI (Edea, CAMERUN) – Una novantina di giovani aspiranti alla vita consacrata e al sacerdozio ministeriale della diocesi di Edea e delle diocesi vicine di Douala e Yaoundé hanno vissuto tre giorni di studio, preghiera e fraternità, dal 13 al 15 maggio scorso, in occasione della settima edizione del “Festivoc 2011”. L’incontro è stato organizzato e coordinato dal rogazionista padre Philip Golez, con l’aiuto dei seminaristi del propedeutico della casa di formazione Sant’Annibale Maria Di Francia. Alla manifestazione hanno preso parte 13 congregazioni religiose, maschili e femminili. Da sette anni la congregazione dei Rogazionisti è impegnata a tenere viva la pastorale vocazionale in questa diocesi, attirando anche persone delle altre diocesi vicine.

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PRESENTATI A BRUXELLES I JPII GAMES 2011, IL 22 OTTOBRE LA CORSA DELLA PACE IN TERRASANTA

TERRASANTA (Bruxelles) – È stata presentata ieri, al Parlamento Europeo di Bruxelles, l’ottava edizione dei “JPII Games”, la maratona dedicata a Papa Giovanni Paolo II che quest’anno si terrà il giorno della sua elezione a Pontefice. Il prossimo 22 ottobre – giorno in cui, oltre a ricorrere la sua elezione a Pontefice, Giovanni Paolo II verrà festeggiato come Beato – avrà luogo infatti la manifestazione nata con l’idea di promuovere in Terra Santa il dialogo attraverso lo sport. I JP II Games sono organizzati dal CSI-Centro Sportivo Italiano, in collaborazione con l’Opera Romana Pellegrinaggi, ormai da otto anni. L’evento principale della manifestazione sarà la Corsa della Pace, che come ogni anno partirà da Betlemme ed arriverà a Gerusalemme passando per il check-point, il luogo che segna la divisione tra i due territori. La corsa è l’unica occasione dell’anno in cui i palestinesi possono entrare in Israele senza il controllo dei documenti. 

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IL CUSTODE DI TERRASANTA SULL’ACCORDO HAMAS-FATAH: “È IMPORTANTE DIMOSTRARE LA STABILITÀ DEL PATTO”

TERRASANTA (Betlemme) – “Le ostilità tra Fatah e Hamas non spariscono di punto in bianco e di accordi annunciati ne abbiamo visti e sentiti a centinaia in passato, ma le rivoluzioni nel mondo arabo degli ultimi mesi sono una spinta forte per questa riconciliazione. La riunificazione dei palestinesi è una necessità molto importante”. Lo afferma ad AsiaNews padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terrasanta, a proposito del patto di riconciliazione firmato oggi al Cairo tra rappresentanti di Hamas e Fatah. L’accordo prevede la formazione di un governo ad interi per preparare le elezioni presidenziali e legislative, da tenersi in contemporanea, entro un anno. Le due fazioni, grazie alla mediazione egiziana, sembrano aver deciso di seppellire l’ascia di guerra, dopo anni di trattative infruttuose. Il punto è che molti palestinesi criticano apertamente le leadership e c’è il rischio che anche nei Territori e a Gaza vi siano manifestazioni come a Tunisi o al Cairo.

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PAPA: “NON SENTIAMO DIO PERCHÉ CI DISTURBEREBBE, E COSÌ RESTIAMO INSENSIBILI AL MALE”

All’udienza generale, illustrando il Triduo pasquale, Benedetto XVI si sofferma sulla preghiera del Gestsemani e sulla “sonnolenza” dei discepoli. L’uomo “per sua natura, è portato a seguire la sua volontà e quindi oppone la sua autonomia” alla volontà di Dio. Ma questo è sbagliato, la volontà di Dio “non è un’opposizione, non è una schiavitù, ma è entrare nel bene”.

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – L’uomo è portato a non voler vedere “tutta la forza del male”, ha una “insensibilità” al potere del male, che alla fine è “insensibilità di Dio”: “non sentiamo Dio perché ci disturberebbe, e così restiamo insensibili al male”. L’uomo, infatti, “per sua natura, è portato a seguire la sua volontà e quindi oppone la sua autonomia” alla volontà di Dio. Ma questo è sbagliato, la volontà di Dio “non è un’opposizione, non è una schiavitù, ma è entrare nel bene”: trasformare il nostro “no” in “sì”, “consapevoli che anche se si oppone alla nostra volontà, lì si trova il nostro vero bene”, che “trasforma l’umanità e ci redime”, perché “la volontà del Padre è amore, è il bene”. Alla vigilia del Triduo pasquale, “fulcro dell’intero anno liturgico”, Benedetto XVI ha spiegato così, alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro per l’udienza generale, parlando in gran parte a braccio, la notte del Getsemani, uno dei momenti centrali dei riti che la Chiesa si prepara a celebrare in tutto il mondo. Il primo appuntamento, ha ricordato, è per domani mattina, “Giovedì Santo, quando si fa memoria dell’istituzione dell’eucaristia e del sacerdozio. In mattinata, con la Messa crismale, ogni comunità si riunisce intorno al vescovo per la benedizione degli oli santi: per l’intero anno serviranno per i battesimi, le confermazioni, le ordinazioni sacerdotali ed episcopali e l’unzione degli infermi. Si evidenzia in tal modo come la salvezza scaturisca proprio dalla Risurrezione”. “Durante la Messa crismale c’è anche il rinnovo delle promesse sacerdotali. Nel mondo intero ogni sacerdote rinnova gli impegli a servizio dei fratelli”.

Nel pomeriggio “inizia veramente in Triduo con la celebrazione dell’Ultima cena”. Secondo la tradizione, ogni famiglia ebrea nelle feste di Pasqua mangia l’agnello arrostito in memoria della liberazione dall’Egitto. Cosi Gesù vero agnello pasquale “con la benedizione del pane e del vino manifesta la sua volontà di restare per sempre” sotto le specie eucaristiche. Nella lavanda dei piedi, poi, cè il ricordo dell’invito “ad amarsi gli uni e gli altri come ha fatto Lui”. Il Giovedì santo si chiude con l’adorazione eucaristica nel ricordo dell’Orto del Getsemani, quando Gesù rivolse agli apostoli l’invito a “vigilare”, ma essi furono presi dalla “sonnolenza”. “Ma cos’è la sonnolenza e cosa la vigilanza?”. Si tratta di “una certa insensibilità dell’anima del potere del male, una insensibilità per tutto il male del mondo: non vogliamo lasciarci turbare troppo da queste cose, vogliamo dimenticare, forse, pensiamo, non è importante. Non è solo insensibilità verso il male, ma anche insensibilità di Dio”. “E’ la nostra vera sonnolenza per la presenza di Dio che ci fa insensibili anche al male: non sentiamo Dio perchè ci disturberebbe, e così restiamo insensibili al male”.

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IMMIGRATI, LA FRANCIA BLOCCA I TRENI ED IRRITA L’ITALIA. MA IN SERATA LA FRONTIERA DI MENTONE RIAPRE

IMMIGRATI (Ventimiglia, IMPERIA) – Sui display della stazione di Ventimiglia è stato annunciato stamani che tutti i treni dall’Italia verso la Francia erano sospesi: quelli per Nizza, per Grasse. Tutti, su ordine delle autorità francesi. Nessun convoglio, secondo quanto poi confermato dalla Polfer e dalla polizia di frontiera italiana, poteva varcare la frontiera di Mentone. Subito giovani dei centri sociali e migranti in attesa hanno occupato i binari al confine. L’occupazione è durata quasi un’ora, poi i manifestanti si sono accordati con il responsabile del locale centro di accoglienza affinché gli oltre 150 immigrati tunisini fossero ospitati per la notte, in attesa di ripartire, eventualmente oggi, per la Francia. Intanto divampava la polemica fra Italia e Francia. La Farnesina ha comunicato che dopo la “sospensione unilaterale del traffico ferroviario a Ventimiglia”, il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva dato immediate istruzioni all’ambasciatore d’Italia a Parigi di svolgere un passo diplomatico “presso le autorità francesi per esprimere la ferma protesta da parte del Governo italiano”. Sono stati chiesti “chiarimenti per le sopraindicate misure che appaiono illegittime e in chiara violazione con i generali principi europei”. E’ stato “altresì sollecitato il Consolato a Nizza per attivare contatti immediati con le autorità locali e ottenere chiarimenti al riguardo”.

Appena ieri la scelta del governo di Parigi sembrava più morbida: dopo il muro innalzato una decina di giorni fa contro gli immigrati, nella mattinata le guardie francesi al confine avevano consentito il transito ai rifugiati che mostravano il lasciapassare rilasciato dalle autorità italiane anche senza passaporto. Ventiquattro ore dopo, la Francia ha invece imposto una stretta e lo scontro fra i due Paesi si è riacutizzato, nonostante la precisazione del portavoce del ministero dell’Interno francese: “Il blocco dei treni è una misura temporanea, per ragioni di ordine pubblico: è motivata dal fatto che era in corso una manifestazione pro-migranti davanti alla stazione di Ventimiglia”. Intanto alla stazione di frontiera era arrivato in effetti il “Treno della dignità” con al seguito oltre 100 manifestanti e profughi tunisini provenienti da Genova. I giovani dei centri sociali, unitamente ai loro compagni veneti ed emiliani, hanno marciato sul consolato francese di Ventimiglia al grido “liberté, liberté”: “Vogliamo far valere il diritto della libera circolazione dei profughi in Europa”. I binari della stazione sono stati occupati dai manifestanti che intonavano slogan contro la Francia e innalzavano cartelli sui quali è scritta la parola “Libertà”. L’area di arrivo dei treni era presidiata da un ingente nucleo di poliziotti in assetto antisommossa. Un reparto della Compagnie republicaine de securité (Crf) è stato schierato invece al confine ferroviario di Mentone e presidia i varchi stradali di ponte San Luigi e ponte San Ludovico. Nella serata di ieri, poi, l’indiscrezione: il traffico sta riprendendo.

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RIVOLTE ANCHE IN SIRIA, DA QUATTRO GIORNI MANIFESTAZIONI CON MORTI, FERITI E ARRESTI

ESTERI (Beirut, LIBANO) – La rivolta nordafricana si sposta nel Medio Oriente. Da quattro giorni in Siria si registrano manifestazioni di protesta e scontri con le forze di sicurezza, con un bilancio non ufficiale di almeno cinque morti, centinaia di feriti ed un numero imprecisato di arresti, soprattutto a Deraa, nel sud del Paese, e ad Enkhel, Nawa e Jassem. Nonostante la Siria sia il Paese mediorientale con il più stretto controllo sulla stampa e sulla vita dei cittadini, a dare il “la” alle manifestazioni è stata una pagina Facebook, apparsa il 15 marzo ed intitolata “La rivoluzione siriana contro Bashar al-Assad 2011”. La pagina invitava a manifestare “per una Siria senza tirannia, senza leggi di emergenza né tribunali speciali, senza corruzione né furti, né monopolio delle ricchezze”.

Manifestanti hanno protestato anche a Damasco ed in molte altre città, ma la polizia li ha rapidamente dispersi. Il centro delle contestazioni è Daraa, un centinaio di chilometri a sud di Damasco, dove l’arresto di un gruppo di 15 studenti che avevano scritto sui muri slogan delle rivolte egiziane ha provocato una reazione popolare, sfociata nell’incendio del Palazzo di giustizia. La reazione molto dura delle forze di sicurezza ha causato morti e feriti, tra cui un ragazzino di 11 anni, intossicato dai lacrimogeni. Ieri, ai funerali delle vittime, davanti alla moschea al-Omari erano presenti migliaia di manifestanti, che hanno gridato “Dio, Siria e libertà!” e “Rivoluzione, rivoluzione!”. Alcuni residenti riferiscono che da ieri pomeriggio migliaia di agenti e militari sono schierati “ovunque”, e che “la città è stata divisa in due e la gente non ha il permesso di passare da una parte all’altra”.

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EGITTO, NUOVI SCONTRI FRA MUSULMANI E COPTI: 6 MORTI E 42 FERITI

ESTERI (Il Cairo, EGITTO) – In Egitto cresce la tensione fra copti e musulmani, con violenti scontri nel quartiere di Abhazya, al Cairo. Secondo Rafic Greiche, capo ufficio stampa della Chiesa cattolica egiziana, il bilancio sarebbe di 6 morti e 42 feriti. Le violenze sono nate nel corso di una protesta dei cristiani per la ricostruzione della chiesa copta di San Mina e San Giorgio nel villaggio di Soul, distrutta dai musulmani sabato scorso. Greiche ha dichiarato che, per evitare ulteriori scontri, il governo militare potrebbe velocizzare la ricostruzione della chiesa.

Secondo fonti di AsiaNews, ieri migliaia di copti, appoggiati anche da alcuni musulmani, hanno bloccato due strade che portano verso piazza Tarhir, suscitando l’ira degli automobilisti. Gruppi di radicali islamici sono giunti sul luogo e hanno iniziato a scontrarsi con i manifestanti, costringendo l’esercito ad intervenire. Molti copti dei quartieri più poveri, che in passato hanno subito violenze da parte dei musulmani, hanno contribuito a far degenerare la manifestazione. “Nel quartiere – spiegano le fonti – c’è ancora molta tensione, si sentono spari e molte famiglie non hanno mandato i figli a scuola”.

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GMG, UNA “PALESTRA” CHE ADDESTRA AL CORAGGIO DI TESTIMONIARE LA FEDE IN PUBBLICO

GMG MADRID – I primi manifesti cominciano a comparire in alcuni degli scorsi più celebri di Madrid. Il volto di Benedetto XVI e del motto della prossima Gmg, “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”, preparano al grande raduno di agosto, quando dal 16 al 21 del mese circa due milioni di giovani – secondo le ultime stime – saranno nella capitale iberica per gli appuntamenti finali dela Giornata insieme con il Papa. Al microfono di Emanuela Campanile di Radio Vaticana, don Maurizio Mirilli – direttore del servizio diocesano per la Pastorale giovanile di Roma – racconta come ogni Gmg sia occasione di incontro con Cristo e di annuncio: R. – Bisogna avere il coraggio, il coraggio della fede e la Gmg ha anche questo aspetto: quello di mostrarla pubblicamente al mondo, davanti a milioni di giovani. Mostrare il proprio cammino senza ostentazione, naturalmente, ma senza nemmeno paura. Ma affinchè questo coraggio arrivi necessita di una esperienza concreta. Chi è Dio per questi giovani? Se un giovane non fa l’esperienza della persona di Gesù Cristo, parla di un’idea, di un’ideologia. Ma la fede cristiana non è questo: è importante aiutare i giovani a conoscere bene che cos’è il Vangelo.

D. – Tra l’altro, il Papa in uno dei suoi discorsi ha detto testualmente: “Una prima condizione è conoscere la figura di Gesù, come ci appare nei Vangeli”…

R. – Esattamente, e non come ci appare dai media o da qualche “imbonitore” qualsiasi che va in tv e dice: Gesù ha detto questo. E’ bene aiutare i ragazzi ad andare direttamente alla fonte, al Vangelo, fargliene fare un’esperienza concreta e solo allora avranno anche il coraggio di difenderlo, il coraggio di annunciarlo, il coraggio di andare in piazza, in mezzo ai giovani di tutto il mondo, a comunicare la propria fede.

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CULTURA E SOCIETÀ: UNA SFIDA CULTURALE PER LA VITA

Verso la Giornata del 6 febbraio: la Messa a Santa Maria in Traspontina e l’Angelus a San Pietro. Sabato il convegno dei ginecologi romani al Policlinico Umberto I.

ROMA – Una sfida culturale per la vita che inizi dalla formazione dei giovani. Questo l’impegno della diocesi per la 33ª Giornata nazionale per la vita che si celebra domenica 6 febbraio. Previsti un convegno, raccolte fondi, manifestazioni, veglie rivolte alla riflessione sul diritto alla vita, partendo dal messaggio “Educare alla pienezza della vita”, promulgato dal Consiglio permanente della Cei. Fino al momento culminante delle manifestazioni con la Chiesa di Roma che insieme al cardinale vicario Agostino Vallini si unirà alla preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro con il Papa.

«L’educazione è la sfida e il compito urgente a cui – scrivono i vescovi nel messaggio di quest’anno – tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo proprio e la specifica vocazione». Perché, osserva Benedetto XVI, «alla radice della crisi dell’educazione c’è una crisi di fiducia nella vita». «Il fattore più inquietante – si legge ancora nel messaggio – è l’assuefazione». Aborti, anziani abbandonati, eutanasia, vittime di incidenti sulla strada o morti bianche sul lavoro: «Tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi. Smarrito il senso di Dio, l’uomo smarrisce se stesso».

Occorre una svolta culturale, che esige anche interventi sociali e legislativi mirati. «La vita ha una sua pienezza, una dignità in sé, non è uno strumento per qualcosa – spiega monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria -. È fondamentale la formazione e l’impegno di chi di fatto è al servizio della vita». Così, medici, personale sociosanitario e studenti delle facoltà di medicina e non solo saranno i protagonisti della Giornata di domenica prossima.

Ad aprire le manifestazioni, sabato mattina, nell’aula di ostetricia e ginecologia del Policlinico Umberto I, il convegno dei ginecologi romani sulla chirurgia durante il periodo gravidico. «Valutaremo i rischi per la madre e per il feto in caso di intervento chirurgico – illustra Nico Arduini, uno degli organizzatori -, oggi più frequente sia per il miglioramento diagnostico sia per il numero di gravidanze in età avanzata». Rischi chirurgici e farmacologici non grossi e che permettono di evitare l’aborto. Anche in caso di patologie gravi come il tumore. «Inaugureremo il nuovo centro didattico di Ginecologia della Sapienza – afferma Pierluigi Panici, direttore del dipartimento – e lanceremo l’istituzione di un centro di medicina traslazionale».

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III GIORNATA INTERNAZIONALE PER LA PACE IN TERRA SANTA

E’ giunto presso l’Associazione Nazionale Papaboys il messaggio del Nunzio e Delegato Apostolico, Arcivescovo Antonio Franco. Pubblichiamo di seguito il messaggio inviatoci per questa importante occasione di preghiera e di condivisione.

Sono molto lieto di poter inviare questo breve messaggio a tutti quelli che promuovono o partecipano alla Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa. Questa iniziativa vuole ricordare al mondo che il conflitto della Terra Santa deve essere inserito nel contesto del disegno di Dio.

La pace è la benedizione di Dio sulle intenzioni e gli sforzi sinceri dell’uomo. La nostra preghiera, in questa occasione, vuole essere non soltanto impetrazione a Dio, ma anche sostegno e accompagnamento allo sforzo umano dei politici e dei diplomatici che tentano vie di soluzione.

L’invito del salmista che dice: “Chiedete pace per Gerusalemme (Salmo 122,6), è più che mai di attualità. Queste parole che riecheggiano da secoli nelle sinagoghe e nelle chiese, mentre rilevano l’attaccamento del salmista a Gerusalemme ne manifestano pure l’inquietudine per il destino della Città Santa.

Gerusalemme, verso la quale sono rivolti gli occhi del mondo intero, è la città nella quale è accaduto l’incredibile e l’impossibile. Da essa dunque deve essere lanciato il messaggio di speranza che la pace è possibile e che Dio la realizzerà.

Arcivescovo Antonio Franco
Nunzio e Delegato Apostolico

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NAPOLITANO: “SERVE SOBRIETÀ”. BERTONE: “DOVERE DI ESEMPLARITÀ”

POLITICA E GIUSTIZIA – «Grande responsabilità di fronte alle famiglie, e alle nuove generazioni» e di «fronte alla domanda di esemplarità» morale che viene dal Paese. È questa la riflessione che il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, ha consegnato ieri ai giornalisti in merito alle vicende italiane e, in particolare, alle indagini giudiziarie che investono il presidente del Consiglio. «La Santa Sede, che ha i suoi canali, le sue modalità di intervento e non fa dichiarazioni pubbliche – ha detto il cardinale Bertone a margine della inaugurazione di una struttura di accoglienza dell’Ospedale Bambin Gesù –, spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica di ogni genere in qualsiasi settore amministrativo politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l’impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità». Il segretario di Stato vaticano ha espresso inoltre la convinzione che «moralità, giustizia e legalità siano i cardini di una società che vuole crescere e che vuole dare delle risposte positive a tutti i problemi del nostro tempo». Rispondendo a chi gli chiedeva se condividesse il «turbamento» manifestato dal presidente della Repubblica per quanto pubblicato dai media riguardo alle accuse mosse al premier, Bertone ha fatto riferimento al fatto che L’Osservatore romano ha pubblicato un unico testo sulla vicenda: la nota del Quirinale di martedì scorso. «La Santa Sede – ha ribadito Bertone – segue con attenzione e in particolare con preoccupazione queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di una grande responsabilità soprattutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni».

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INIZIA IL COUNTDOWN PER SANREMO 2011: ACCORRETE PER TELEVOTARE “FUOCO E CENERE” DI MICAELA FOTI!!

ROMA – Chi è veramente Micaela Foti? E’ una giovane adolescente, una promessa della musica italiana che ha conquistato critica e pubblico per le sue doti canore partecipando al noto programma di Antonella Clerici “Ti lascio una canzone” che le ha permesso di proseguire il suo sogno trasformandolo in realtà realizzando un singolo, scritto dal cantautore Gatto Panceri, intitolato “Da sola si”. Conoscendola più da vicino la nostra artista, oltre ad essere una bravissima cantante, è stata anche detentrice del titolo di reginetta alla serata del Gran Ballo Viennese delle Debuttanti, una giovane principessa veramente elegante e raffinata. Il fatto che abbia partecipato a questi eventi mondani non vuol dire che sia una ragazza che pensa alla materialità della vita, tutt’altro! Dalla sua famiglia ha colto i veri e sani principi della vita come anche quelli della religione cattolica: per questo motivo condivide a pieno i principi e i progetti della nostra Associazione Papaboys. In meno di un mese però Micaela si scontrerà con il temibile ma nello stesso tempo affascinante palco di Sanremo, il Festival della canzone italiana. Tra ansie, paure, varietà, lustrini, cantanti della vecchia e nuova generazione la nostra Micaela sarà preda del vortice mediatico… tutto questo solo se la sua canzone “Fuoco e cenere” raggiungerà un punteggio alto tanto da essere selezionata per la grande sfida canora. Siete pronti a televotare? E’ possibile farlo fino alle 23,59 di Sabato 29 Gennaio come ci ha anche detto la nostra artista alla quale abbiamo rivolto un’intervista.

D. – Micaela, in meno di due anni sei divenuta famosa nel panorama musicale nazionale per le tue doti canore conquistando nettamente anche la critica. Come ti sei avvicinata alla musica e cosa rappresenta per te il canto? Oltre ad essere una passione è anche un mezzo di sfogo?

R. – La musica e il canto hanno sempre fatto parte della mia vita, fin da piccolissima, dall’età di 3 anni. Ho iniziato a studiare canto moderno all’età di 11 anni, ma i miei genitori non mi hanno mai permesso di esibirmi fino all’età di 15 anni perché ritenevano importante che io creassi delle basi solide e che affrontassi queste esperienze con un minimo di maturità artistica. A 15 anni ho partecipato ad alcuni concorsi canori nazionali molto importanti e li ho vinti. Da qui è nata l’opportunità di partecipare ad alcune trasmissioni televisive nazionali dalle quali ho imparato tantissimo!

D. – Nonostante la tua giovane età hai vinto importanti concorsi canori, quali il Tour Music Fest di Mogol e il Festival delle Arti di Andrea Mingardi ed hai partecipato al programma “Ti lascio una canzone” di Antonella Clerici. Cosa ricordi di quell’esperienza e cosa ti ha lasciato?

R. – Ti lascio una canzone è stata un’esperienza artistica fondamentale per la mia formazione! E’ stato un periodo in cui ho imparato molto con grandi Maestri e sono cresciuta artisticamente. Da li sono nate tante cose, sono stata notata e prodotta dalla mia attuale etichetta, ed è stato pubblicato il mio primo singolo dal titolo “Da sola si” scritto per me da Gatto Panceri, autore delle canzoni più belle della musica leggera italiana e da Pat Legato, già arrangiatore dei Simple Minds.

D. – Il passo che farai prossimamente è il confronto con il temibile palco di Sanremo in cui ti esibirai come solista con la canzone “Fuoco e Cenere”. Cosa ti aspetti dalla più famosa manifestazione canora italiana? Riguardo le votazioni da casa della passata edizione del Festival cosa ne pensi? Secondo te sono state obiettive? Pensi che sia più importante la votazione da casa o quella della giuria esperta nel campo musicale?

R. – Ho sempre seguito il festival di Sanremo, fin da piccolissima. Mi ha sempre affascinato perché rappresenta la storia della musica italiana e farne parte in qualche modo mi emoziona tantissimo. Salire su quel palco per me sarebbe la realizzazione del sogno della mia vita. Per quanto riguarda le votazioni da casa, io credo che sia giusto, come è stato previsto quest’anno, tenere conto anche del parere tecnico della giuria artistica. Comunque, siamo al rush finale per televotarmi. Infatti, sino alle 23,59 di Sabato 29 Gennaio è possibile televotare tutti i giorni “FUOCO E CENERE” il brano che propongo a “SANREMO GIOVANI 2011”, “FUOCO E CENERE”. Mi raccomando! Sostenetemi!

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PROTESTE E VECCHI MERLETTI, NON E’ UN’ARMA A FARE DI UN UOMO UN RIVOLUZIONARIO

RIFLESSIONE – In questi giorni di proteste, di scontri in piazza, di bombe carta e vecchi merletti, mi sono chiesto cos’è la libertà, se esistono davvero uomini liberi. Osservo i vecchi ribelli, i giovani in cammino, gli slogans, gli ordini impartiti, le grida di gioia, le urla di dolore, i giusti e gli ingiusti, mi chiedo dove sta la libertà di non condividere né accettare deleghe in bianco, dove sta la libertà di dissentire, di sottrarsi dall’effetto di mille politiche confutate o che potranno esserlo in futuro. Libertà di manifestare, libertà di protestare, libertà di non accettare, libertà di parola, e poi ancora libertà di prenderle e di darle, libertà di morire in nome dei più alti ideali, eppure in loro nome sono state commesse le nefandezze più inenarrabili. Questa non è la trama di un film già visto altre volte, come qualcuno si ostina a raccontare, è una punteggiatura nuova di zecca, dell’era digitale, e sebbene nulla del passato potrà mai ritornare, qui non c’è la possibilità di gridare: “ehi regista fammi uscire dalla trama del film, mi sono stancato. voglio ritornarmene a casa”. Con la mente ripercorro uno sceneggiato di tanti anni addietro, dove utopie e romanticismi sociali sconvolsero drammaticamente il paese, finché si perse il conto dei morti e dei feriti. Ma quella fu una degenerazione sociale fisiologica al sistema di allora, che reclamava il giusto cambiamento, eppure pochi uomini condussero alla eliminazione non solo di tante persone, ma addirittura di una intera generazione.

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IL PAPA ALL’ANGELUS, LA MISSIONE DELLA CHIESA: FAR CONOSCERE GESU’ E IL SUO VANGELO

CITTA’ DEL VATICANO – Come per ogni solennità e ogni domenica, anche oggi il Papa si è presentato all’appuntamento dell’Angelus in Piazza San Pietro gremita, come sempre, di fedeli. Sua Santità nel ricordare il significato dell’Epifania, manifestazione di Dio all’uomo con il primo segno della divinità del Figlio mediante l’adorazione dei Magi, rappresentanti della diversità del genere umano, non ha mancato di ricordare ai presenti qual è la preoccupazione missionaria che spinge la Chiesa inviata ad evangelizzare: ripercorrere il servizio offerto dalla stella ai Magi guidati fino alla grotta di Betlemme, rappresentazione del luogo di unità universale che Gesù, con la sua nascita, è venuto a operare. Preoccupazione centrale di Benedetto XVI e anche, particolarmente in questo momento storico, la persecuzione che la Chiesa Cristiana Copta sta subendo da qualche tempo. Alla vigilia del Natale che i nostri fratelli copti celebreranno domani, il Papa affida la sua preghiera e quella della Chiesa Cattolica a Dio, confidando nelle virtù teologali della fede, della speranza e della carità. Riportiamo di seguito il testo integrale dell’Angelus di oggi:

Cari fratelli e sorelle! Celebriamo oggi l’Epifania, la manifestazione di Gesù a tutte le genti, rappresentate dai Magi, che giunsero a Betlemme dall’Oriente per rendere omaggio al Re dei Giudei, la cui nascita essi avevano conosciuto dall’apparire di una nuova stella nel cielo (cfr Mt 2,1-12). In effetti, prima dell’arrivo dei Magi, la conoscenza di questo avvenimento era andata poco al di là della cerchia familiare: oltre che a Maria e a Giuseppe, e probabilmente ad altri parenti, esso era noto ai pastori di Betlemme, i quali, udito il gioioso annuncio, erano accorsi a vedere il bambino mentre ancora giaceva nella mangiatoia. La venuta del Messia, l’atteso delle genti predetto dai Profeti, rimaneva così inizialmente nel nascondimento. Finché, appunto, giunsero a Gerusalemme quei misteriosi personaggi, i Magi, a domandare notizie del “re dei Giudei”, nato da poco. Ovviamente, trattandosi di un re, si recarono al palazzo reale, dove risiedeva Erode. Ma questi non sapeva nulla di tale nascita e, molto preoccupato, convocò subito i sacerdoti e gli scribi, i quali, sulla base della celebre profezia di Michea (cfr 5,1), affermarono che il Messia doveva nascere a Betlemme. E infatti, ripartiti in quella direzione, i Magi videro di nuovo la stella, che li guidò fino al luogo dove si trovava Gesù. Entrati, si prostrarono e lo adorarono, offrendo doni simbolici: oro, incenso e mirra. Ecco l’epifania, la manifestazione: la venuta e l’adorazione dei Magi è il primo segno della singolare identità del figlio di Dio, che è anche figlio della Vergine Maria. Da allora cominciò a propagarsi la domanda che accompagnerà tutta la vita di Cristo, e che in vari modi attraversa i secoli: chi è questo Gesù?

Cari amici, questa è la domanda che la Chiesa vuole suscitare nel cuore di tutti gli uomini: chi è Gesù? Questa è l’ansia spirituale che spinge la missione della Chiesa: far conoscere Gesù, il suo Vangelo, perché ogni uomo possa scoprire sul suo volto umano il volto di Dio, e venire illuminato dal suo mistero d’amore. L’Epifania preannuncia l’apertura universale della Chiesa, la sua chiamata ad evangelizzare tutte le genti. Ma l’Epifania ci dice anche in che modo la Chiesa realizza questa missione: riflettendo la luce di Cristo e annunciando la sua Parola. I cristiani sono chiamati ad imitare il servizio che fece la stella per i Magi.

Dobbiamo risplendere come figli della luce, per attirare tutti alla bellezza del Regno di Dio. E a quanti cercano la verità, dobbiamo offrire la Parola di Dio, che conduce a riconoscere in Gesù “il vero Dio e la vita eterna” (1 Gv 5,20). Ancora una volta, sentiamo in noi una profonda riconoscenza per Maria, la Madre di Gesù. Ella è l’immagine perfetta della Chiesa che dona al mondo la luce di Cristo: è la Stella dell’evangelizzazione. “Respice Stellam”, ci dice san Bernardo: guarda la Stella, tu che vai in cerca della verità e della pace; volgi lo sguardo a Maria, e Lei ti mostrerà Gesù, luce per ogni uomo e per tutti i popoli.

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