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RAPPORTO TRA FIDANZATI: E SE L’AMORE DI DIO FOSSE IL GARANTE DELLA CONTINUITA’?

L’AMORE – Se dovessi raccontare ai giovani l’Amore di Dio direi che oltre al Creato l’opera più bella delle sue mani è l’uomo. Il suo spirito alita in noi e tutto ciò che siamo è amore di Dio. Una volta che scopriamo di essere figli di Dio un soffio della sua bellezza, ci sentiamo forti e il cammino da fare non è altro che riversare la Sua bellezza ovunque. Soprattutto i giovani sono ricchi di desideri nobili e di vitalità. Non dimenticano che la cosa più importante è l’amore verso i genitori e la persona amata. Il sogno più importante per i giovani è il sacramento del matrimonio che consegna il corpo dell’uno all’altro e la riservatezza del cuoreda custodire. Con il matrimonio il sogno è racchiuso nelle parole dette davanti a Dio. Nel profondo del cuore i giovani sanno donare largamente e credono in Dio che è Padre. L’amore per la persona amata è l’espressione della fedeltà di Dio che è capace di Amare. L’Ascolto della Parola di Dio aiuta a scoprire i sentieri di vita che Lui ci indica per camminare nella giustizia e nella verità di noi stessi. La Parola di Dio fa luce sulla via da seguire e custodisce una condottai ntegra. Il matrimonio ed anche il fidanzamento è mosso dalla preghiera che dà la motivazione a fare famiglia.

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TRA POCHI GIORNI NEL VIAGGIO NEL REGNO UNITO BENEDETTO XVI SFIDERÀ LA PERSECUZIONE CONTRO CRISTIANI

ROMA – Con l’avvicinarsi della visita di Benedetto XVI di metà settembre in Scozia e Inghilterra, si intensificano le ostilità antireligiose. Peter Tatchell, un noto critico della Chiesa cattolica, ha scritto un articolo d’opinione pubblicato il 13 agosto sul quotidiano Independent. “La maggior parte dei cattolici è contraria a molti dei suoi insegnamenti”, ha sostenuto riferendosi al Papa. Nel suo ruolo di portavoce della campagna Protest the Pope, Tatchell ha proposto un lungo elenco di insegnamenti della Chiesa da lui definiti duri e radicali. Tatchell è stato anche scelto dal canale televisivo Channel 4 per partecipare a un programma di un’ora sul Papa che sarà mandato in onda intorno al periodo della visita papale, secondo quanto riferito dal quotidiano Telegraph del 4 giugno.

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SANTA SEDE: PER RAGGIUNGERE LA PACE, PUNTARE SUI GIOVANI. LE PAROLE DELL’ARCIVESCOVO MARCHETTO

CITTA’ DEL VATICANO – Nel mondo di oggi, che anela alla pace nonostante tutte le difficoltà che deve affrontare, i giovani sono un mezzo fondamentale per raggiungere questo obiettivo. L’Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, lo ha affermato intervenendo alla Conferenza annuale delle Cappellanie Universitarie Europee, in svolgimento alla Coventry University (Gran Bretagna) da questo martedì al 18 giugno. Il tema scelto per la Conferenza, “Pace, Riconciliazione e Giustizia sociale”, trova applicazioni particolarmente idonee nel contesto dell’istruzione e delle istituzioni educative come le università, ha spiegato.

“La formazione intellettuale, spirituale e umana delle giovani menti e dei giovani cuori è fondamentale per creare un mondo migliore!”, ha esclamato.

Lotta alla povertà

Come ha ricordato Papa Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2009, per costruire la pace è essenziale combattere la povertà, fattore che spesso aggrava i conflitti, i quali a loro volta “promuovono ulteriori situazioni tragiche di povertà”. Al giorno d’oggi, ha rimarcato monsignor Marchetto, la lotta alla povertà richiede “un’attenta considerazione del complesso fenomeno della globalizzazione”, “di per sé incapace di costruire la pace” e che anzi “in molti casi crea divisioni e conflitti”. Secondo il presule, la globalizzazione dovrebbe essere più che altro “una buona opportunità per conseguire qualcosa di importante nella lotta alla povertà e per mettere a disposizione della giustizia e della pace risorse prima inimmaginabili”.

“Uno dei modi più importanti di costruire la pace”, infatti, è “attraverso una forma di globalizzazione diretta agli interessi dell’intera famiglia umana”, il cosiddetto “bene comune universale”. Ad ogni modo, l’Arcivescovo ha ricordato che la globalizzazione va governata. A questo scopo, è necessario “un forte senso di solidarietà globale tra Paesi ricchi e poveri, così come all’interno dei singoli Paesi”. Allo stesso modo, la lotta alla povertà richiede “cooperazione a livello sia economico che legale, per permettere alla comunità internazionale, e soprattutto ai Paesi più poveri, di identificare e implementare strategie coordinate per far fronte ai problemi, fornendo un’efficace cornice legale per l’economia”.

Attenzione ai giovani

Il segretario del dicastero vaticano ha quindi sottolineato che la Chiesa cattolica ha “una sollecitudine e una considerazione molto speciali per i giovani in generale e per i giovani studenti in particolare”. Nell’anno in cui si celebra il 25° anniversario della Giornata Mondiale della Gioventù, monsignor Marchetto ha ricordato che “il futuro è nel cuore dei giovani”. “Per costruire la storia, come possono e devono fare, devono liberare la storia stessa dalle false vie che sta perseguendo”. Perché ciò sia possibile, ha aggiunto, i giovani devono avere “una fiducia profonda nell’uomo e nella grandezza della vocazione umana – una vocazione da perseguire con il rispetto della verità e della dignità e dei diritti inviolabili della persona umana”. In un contesto mondiale apparentemente pieno di minacce, fame, malattie, disoccupazione e oppressione politica e spirituale, i giovani possono essere portati a pensare che “la vita ha poco senso”, venendo quindi tentati a “sfuggire alle responsabilità”: “nei mondi della fantasia di alcool e droghe, in brevi relazioni sessuali senza impegno al matrimonio e alla famiglia, nell’indifferenza, nel cinismo e perfino nella violenza”. Di fronte a prospettive di questo tipo, monsignor Marchetto ha invitato i giovani a riconsiderare l’appello che Papa Giovanni Paolo II lanciò loro nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 1985, esortandoli a cercare vere risposte alle questioni che si trovano a dover affrontare.

I giovani studenti, ha osservato l’Arcivescovo Marchetto, sono un “palco privilegiato” “nella ricerca della pace attraverso la giustizia, la riconciliazione e il perdono”. La generazione degli studenti, ha aggiunto, è fondamentale per “sviluppare sane interazioni umane e una giusta formazione etica, morale e sociale per diventare architetti e protagonisti della vera pace a cui il mondo aspira nonostante tutto”. Per questo, ha auspicato che i lavori della Conferenza in svolgimento in questi giorni possano aiutare le cappellanie universitarie a “organizzare meglio i loro programmi per risvegliare nei giovani studenti di scuola secondaria e delle università il desiderio di lavorare per un mondo di pace”.

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BENEDETTO XVI: “SE NON SI RICONOSCE L’INTANGIBILE LEGGE NATURALE È “DITTATURA DEL RELATIVISMO”

CITTA’ DEL VATICANO – Se non si riconosce il valore della legge naturale, ossia di una verità immutabile, insita nel cuore dell’uomo, che lo fa preoccupare del bene comune, per cui si respingono gli attentati alla vita, si ha la “dittatura del relativismo, che non riconosce nulla di defintivo e lascia come ultima misura solo il propro io e le sue voglie”. E’ il monito che Benedetto XVI ha tratto oggi dal pensiero e dalla vita di Giovanni di Salisbury, il teologo inglese del XII secolo, la figura del quale ha illustrato alle novemila persone presenti nell’aula Paolo VI, in Vaticano, per l’udienza generale. Giovanni nacque tra il 1100 e il 1120 a Salisbury, in Inghilterra. A quanto si ricostruisce dal suo ricco epistolario, tra il 1136 e il 1148 si dedicò agli studi frequentando le lezioni dei maestri piu famosi del suo tempo, in particolare alla scuola teologica di Chartres. “Come spesso accadeva agli studenti più brllanti” richiesti da vescovi e sovrani come collaboratori, tra il 1150 e il 1161 divenne segretario e cappellano di Theobaldo, anziano arcivescovo della sede primaziale di Canterbury. “Con infaticabile zelo”, mentre proseguiva negli studi, svolse una intensa attivita diplomatica, recandosi molte volte a Roma per curare i rapporti col papato. Allora c’era Adriano IV, inglese, che morì nel 1159. In quegli anni, in Inghilterra c’era “una grave tensione tra Chiesa e regno, che intendeva affermare la sua autorità, limitandone la libertà”.

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BENEDETTO XVI APRE IN SAN PIETRO IL SECONDO SINODO DEI VESCOVI PER L’AFRICA, “POLMONE SPIRITUALE”

CITTA’ DEL VATICANO – L’Africa, immenso “polmone” spirituale per un’umanità in crisi di fede e di speranza. Così si è espresso Benedetto XVI celebrando stamani, nella Basilica Vaticana, la Messa di apertura del secondo Sinodo per l’Africa sul tema “La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo”. Nella sua omelia, il Papa ha messo in guardia dai pericoli del materialismo pratico e del fondamentalismo religioso ed ha ribadito i principi della difesa della vita e della famiglia fondata sul matrimonio. Tra i presenti alla celebrazione, anche il Patriarca della Chiesa ortodossa tewahedo di Etiopia, Abuna Paulos.

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COSE SERIE: …E L’OSSERVATORE ROMANO INTERVISTA E ‘LODA’ L’EX PREMIER INGLESE TONY BLAIR

CITTA’ DEL VATICANO – ‘Un galantuomo’. Esordisce con questa affermazione Giulia Galeotti sull’Osservatore Romano in una lunghissima intervista al ‘convertito’, o ‘recuperato a vita migliore’ ex premier inglese. Stupisce la grande fiducia che il mondo cattolico riserva a questo ‘galantuomo’ (ci fidiamo del giornale del Santo Padre sia chiaro ndr) che è stato comunque fino a qualche anno fa uno dei maggiori guerrafondai del pianeta Terra. Ma se lo dice l’Osservatore – ripetiamo – ci fidiamo! Rileggiamo insieme tutta l’intervista. Oltre a essere un protagonista degli anni recenti e, probabilmente, della scena internazionale dei prossimi anni, Tony Blair è un gentleman. Educato, sorridente, cortese come pochi sanno ormai essere (specie se loro-sono-loro e tu-sei-tu). E così, non solo potrai raccontare ai tuoi nipoti che il direttore in una telefonata di fine estate ti ha mandata a intervistare colui che, tre volte rieletto a Downing Street, ha ricevuto una standing ovation l’ultimo giorno in Parlamento in un Paese celebre per la sua compostezza, ma che quel qualcuno, incontrandoti davanti al registratore, ti ha fatto molte domande su chi sei e cosa fai. Tony Blair curioso di sapere dove hai imparato l’inglese e di cosa ti occupi: davvero sorprendente.

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NEL CUORE DEL PAPA L’AMORE CHE NASCE E CRESCE NELLA FAMIGLIA,FOCOLARE DI VOCAZIONI

revolutionaryCASTEL GANDOLFO – Benedetto XVI ha spiegato questa domenica come i genitori preparano la vocazione dei propri figli, aiutandoli a scoprire il piano d’amore di Dio, con generosa dedizione. Lo ha fatto a mezzogiorno affacciandosi nel cortile della residenza pontifica di Castel Gandolfo in occasione dell’Angelus. “Quando i coniugi si dedicano generosamente all’educazione dei figli, guidandoli e orientandoli alla scoperta del disegno d’amore di Dio, preparano quel fertile terreno spirituale dove scaturiscono e maturano le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata”, ha affermato.  “Si rivela così quanto siano intimamente legati e si illuminino a vicenda il matrimonio e la verginità, a partire dal loro comune radicamento nell’amore sponsale di Cristo”, ha aggiunto. Per indicare l’importanza della famiglia nella vocazione di ogni persona, Benedetto XVI ha ricordato “innumerevoli esempi di genitori santi e di autentiche famiglie cristiane, che hanno accompagnato la vita di generosi sacerdoti e pastori della Chiesa” nel corso della storia. In particolare, si è riferito ai beati coniugi Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini e alle famiglie dei santi Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno.

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IL PAPA CHIUDE L’ANNO PAOLINO: NOVITÀ DELLA FEDE CRISTIANA RENDE DAVVERO ADULTI SENZA SEGUIRE MODE

luCITTA’ DEL VATICANO – Con “profonda emozione” Benedetto XVI ha annunciato che alcune analisi scientifiche confermano i dati della tradizione secondo cui nella tomba sotto l’altare papale nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura vi è il corpo dell’apostolo. L’annuncio è stato dato proprio nella stessa Basilica, durante l’omelia dei Primi vespri della solennità dei Santi Pietro e Paolo, che hanno concluso l’Anno Paolino, per celebrare i 2000 anni della nascita dell’apostolo di Tarso. Il Pontefice ha detto che la tomba è stata di recente “oggetto di un’attenta analisi scientifica: nel sarcofago, che non è stato mai aperto in tanti secoli, è stata praticata una piccolissima perforazione per introdurre una speciale sonda, mediante la quale sono state rilevate tracce di un prezioso tessuto di lino colorato di porpora, laminato con oro zecchino e di un tessuto di colore azzurro con filamenti di lino. E’ stata anche rilevata la presenza di grani d’incenso rosso e di sostanze proteiche e calcaree.

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SEMPRE PIU’ “COPPIE LIGHT”: OBBLIGATORIO L`APPLAUSO?. INDAGARE LE CAUSE ANZICHÉ COMPIACERSI

FATTI E MISFATTI – Da alcune recenti indagini sembra che una donna su tre di quelle nate alla fine degli anni settanta decida per la convivenza piuttosto che per il matrimonio. Le cause di questa scelta sarebbero la mobilità, la precarietà, la grande difficoltà nel poter ottenere un eventuale divorzio e, soprattutto, il fatto che il mondo contemporaneo non ama più i legami “eterni”. Leggo ciò su Repubblica di ieri, a commento di alcuni dati sull’aumento delle convivenze rispetto ai matrimoni, dove si stima che in Italia nel 2015 questi ultimi verranno superati dalle unioni di fatto.
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IN ARRIVO UN ALTRO BOOMERANG E SCANDALO: LA MORTE IN DIRETTA, PRODUCED BY GRANDE FRATELLO INGLESE.

LONDRA – La vita è sotto attacco, e su questo tema non abbiamo più dubbi. Potentissime lobbies anti cristiane, relativistiche hanno sferrato un attacco che sembra decisivo alle istanze di chi ‘predica’ e ‘vive’ la sobrietà, la prudenza, la vita vissuta come un attimo di eternità. come bene assoluto da condividere con il Creatore. Chi c’è questa volta in prima pagina? C’è una ex concorrente del Grande Fratello inglese, ammalata purtroppo di un cancro irreversibile (ma i miracoli, no?… ). Ai suoi bambini – scrive oggi Gaia Cesare sul quotidiano ‘Il Giornale – ha raccontato di avere in corpo dei ranocchi. «Ora che si stanno diffondendo, mamma starà ancora più male». Ma la parola «morte» di fronte a loro non l’ha ancora pronunciata. «Per quale motivo dovrei? Non sanno nemmeno cosa significhi. Li spaventerebbe troppo». Ora Freddy e Bobbie, quattro e cinque anni, corrono per casa tutti contenti, urlando: «Mamma si sposa, mamma si sposa». Non è una bugia. Jade Goody, 27 anni, celebrerà nelle prossime settimane il suo matrimonio. Lo farà davanti ai fotografi e alle telecamere, come conduce tutta la sua vita da sette anni a questa parte, da quando nel 2002 è diventata una star e vincitrice del Grande Fratello britannico e da quando – era il 2007 – le sue dichiarazioni «razziste» contro una concorrente del Big Celebrity Brother scatenarono proteste di piazza in India e fecero sfiorare la crisi diplomatica tra Londra e New Delhi.

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QUANDO IL FIDANZAMENTO DIVENTA «TEMPO DI GRAZIA»

AMORE – Quando un uomo e una donna, con le loro similitudini e le loro differenze, si innamorano l’uno dell’altra, e iniziano un progetto di amore che ha come orizzonte tutta la vita, entrano in stato meraviglioso di stupore e di benessere. Infatti, sentire pulsare il cuore per una persona amata, ancor più se si è ricambiati, fa avvertire sensazioni ed emozioni straordinarie. Così, tra due innamorati e il Dio dell’Amore, il passo è davvero breve. Noi crediamo, infatti, che sia Dio la fonte di quella passione che pulsa nel cuore di due innamorati.

Negli ultimi anni in molte Diocesi italiane sono stati fatti grandi passi per migliorare la preparazione immediata di quelle coppie che si presentano a chiedere il matrimonio in chiesa. In molti casi si è passati dall’incontro con lo psicologo, il medico, l’avvocato e il sacerdote, a delle vere e proprie equipe formate da alcune coppie che, con un presbitero, accompagnano i fidanzati in un piccolo itinerario di fede. Per alcuni aspetti, però, siamo ancora fermi ad uno schema che nasce dal Documento della Cei Evangelizzazione e Sacramento del Matrimonio che è del ’75. Oggi viviamo, rispetto a oltre trenta anni fa, una profonda crisi di fede e una frammentarietà culturale che sembra aver fatto perdere al giovane contemporaneo la bussola di orientamento. Spesso si vive una solitudine affettiva anche all’interno della coppia: una continua sensazione di naufragio del cuore e di incapacità ad assumere alcun tipo di decisioni stabili. L’età dell’adolescenza si è ampliata e sovente ci si ritrova trentenni e ancora incapaci di lasciare la propria famiglia e di entrare nell’età adulta.

Si passa da fidanzamenti molto lunghi che non riescono a sbocciare in un vero progetto di vita, a giovani che continuamente iniziano nuovi rapporti nell’illusione di fuggire alle difficoltà di una relazione stabile. Lo stesso termine «fidanzamento» è caduto in disuso; si preferisce dire che ci si frequenta, si sta insieme, si sta avendo una storia.

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ANCHE TRA FIDANZATI CRISTO È IL VINCOLO LEALE DI GARANZIA E CONTINUITÀ: QUALE AMORE VUOI?

CRESCERE INSIEME – L’amore per sua natura tende a comunicarsi ad altri per coinvolgerli: suscitare in loro maggior capacità di dono e gioia di vivere. L’uomo è felice quando realizza se stesso: vive in pienezza la vita. L’amore e solo l’amore porta a compimento le realtà umane e divine possedute dalla persona. umana. Una sua componente fondamentale è la sessualità . Essa si realizza unicamente attraverso un dono totale dato e ricevuto da una persona complementare, cioè con l’amore del matrimonio. Amore che si esprime, si rende visibile attraverso la corporeità, in modo particolare attraverso il rapporto sessuale, che lo apre alla paternità e maternità, ulteriori componenti della persona umana. La sessualità realizzata apre infatti le porte del cuore ad essere padre o madre: a comunicare la vita o meglio generare altre persone per amare. Il matrimonio infatti perpetua nel mondo la presenza dell’amore. Questo dovrebbe essere il desiderio che anima ogni coppia, aprendola alla vita. Sovente succede invece che gli sposi sono unicamente guidati dalla brama di perpetuare nel tempo la propria stirpe. Scopo limitante, che restringe il campo di scelta anche dei figli. Essi infatti realizzeranno tale fine unicamente sposandosi come i loro genitori e mai scegliendo il matrimonio della consacrazione totale a Dio.

Gli sposi devono riscoprire la vocazione fondamentale del matrimonio che non si limita a generare ma che vuole donare al mondo nuove creature capaci d’amare, di accrescere nel mondo l’amore. La vocazione fondamentale di ogni creatura infatti è amare e donare amore. L’amore e solo l’amore è la vera vita. Tutto ciò comporta negli sposi una apertura amorosa e cosciente alla paternità e maternità, cioè una ricerca della vita vissuta in modo responsabile. La paternità o maternità responsabile non si limita a generare la vita, ma continua a farla crescere nella vivificante dolcezza dell’amore, perché possa essere realmente amore nel mondo. E questo continuo generare all’amore che deve impegnare gli sposi ad accrescere sempre più intensamente la fiamma calda e rigenerante dell’amore presente nei loro cuori. Nessuno infatti può dare amore se non lo possiede realmente. Una sorgente può dissetare, quindi dare vita, solo se da essa sgorga acqua.

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PAPA BENEDETTO PARLANDO DEL MATRIMONIO: “CRISI CONIUGALI POSSONO ESSERE SUPERATE”

CITTA’ DEL VATICANO – Questa mattina nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre ha ricevuto i 300 partecipanti al Meeting internazionale dell’Associazione “Retrouvaille”, che opera al servizio delle coppie in difficoltà. Nata nel 1977 in Canada, grazie alla provvidenziale “intuizione dei coniugi canadesi Guy e Jeannine Beland”, il movimento “Retrouvaille” si propone “di aiutare le coppie in grave crisi ad affrontarla attraverso un programma specifico, che punta sulla ricostruzione delle loro relazioni, non in alternativa alle terapie psicologiche, ma con un percorso distinto e complementare”. “Voi infatti non siete dei professionisti; siete sposi che spesso hanno vissuto in prima persona le medesime difficoltà” – ha rilevato Benedetto XVI – “le hanno superate con la grazia di Dio e il sostegno di ‘Retrouvaille’ e hanno avvertito il desiderio e la gioia di mettere, a loro volta, la propria esperienza al servizio di altri”.  “Come la vostra esperienza dimostra, la crisi coniugale – parliamo qui di crisi serie e gravi – costituisce una realtà a due facce” – ha affermato il Papa – “Da una parte si presenta, specialmente nella sua fase acuta e più dolorosa, come un fallimento, (…) e, purtroppo ‘non c’è più niente da fare’. Questa è la faccia negativa. Ma c’è un’altra faccia, a noi spesso sconosciuta, ma che Dio vede. Ogni crisi, infatti – ce lo insegna la natura – è passaggio ad una nuova fase di vita. (…) Nel momento della rottura, la possibilità concreta per la coppia di avere un riferimento positivo, a cui affidarsi nella disperazione. (…) Allora, i vostri incontri offrono l’’appiglio’ per non smarrirsi del tutto, e per risalire gradualmente la china”. Ricordando il racconto delle nozze di Cana, il Santo Padre ha spiegato che il “vino buono” che lo sposo aveva conservato “è simbolo della salvezza, della nuova alleanza nuziale che Gesù è venuto a realizzare con l’umanità. (…) Quando una coppia in difficoltà o – come dimostra la vostra esperienza – persino già separata, si affida a Maria e si rivolge a Colui che ha fatto dei due ‘una sola carne’, può essere certa che quella crisi diventerà, con l’aiuto del Signore, un passaggio di crescita, e che l’amore ne uscirà purificato, maturato, rafforzato”.

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I GIOVANI CONTINUANO A SOGNARE IL MATRIMONIO. LA CONVIVENZA FORSE LEGATA A CONDIZIONI DI POVERTÀ

OGGI SPOSI? – Il desiderio di sposare l’uomo o la donna dei nostri sogni continua ad essere ancora molto forte, nonostante il crescente numero di coppie conviventi sembri dimostrare il contrario. Elementi a sostegno di questa tesi sono contenuti in un libro pubblicato di recente dall’Institute for the Study of Civil Society di Londra. Il volume “Second Thoughts on the Family”, di Anastasia de Waal, riporta i dati risultanti di un sondaggio appositamente commissionato, oltre a interviste con 27 “opinion makers”. Il sondaggio rivela che circa il 70% dei giovani vorrebbe sposarsi. Questo dato, come evidenzia il testo, si contrappone alla posizione sostenuta da entrambi i principali partiti politici, laburisti e conservatori. I partiti elaborano le loro linee politiche sull’assunto che se la gente non vive più in famiglie sposate è semplicemente perché sceglie di non farlo. E questa scelta, prosegue de Waal, viene interpretata da alcuni come un segno positivo di diversità, da altri come un declino dei valori della famiglia

Entrambe le interpretazioni, prosegue il libro, non colgono il punto fondamentale. Esiste infatti una chiara relazione fra il tasso di povertà e il tipo di struttura familiare, tanto che il matrimonio è più diffuso nelle classi media e alta. Lo studio dimostra che oggi il vero spartiacque relativo alla famiglia è di natura economica, poiché i tassi di convivenza e di divorzio sono molto più alti nelle famiglie a basso reddito. Mentre il mondo socio-economico più elevato avanza spiegazioni di tipo intellettuale per giustificare la frammentazione della famiglia, pertanto, la grande diffusione della convivenza e delle famiglie monogenitoriali avviene soprattutto ai livelli economici più bassi. Nel frattempo, le nuove tendenze intellettuali delle classi media e alta non considerano più la famiglia con due genitori incompatibile con le istanze femministe o di eguaglianza. Molte femministe dichiarate sono sposate, sottolinea de Waal, e lo sono anche i loro figli. Purtroppo, prosegue l’autrice, sostenere pubblicamente il matrimonio continua ad essere un atteggiamento fuori moda.

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Dopo il Battesimo anche il matrimonio cattolico in Laterano per Magdi Cristiano Allam

CITTA’ DEL VATICANO – Magdi Cristiano Allam – il vicedirettore del Corriere della Sera che a Pasqua ha ricevuto il battesimo da Papa Benedetto XVI abbracciando il cattolicesimo e suscitando polemiche per le sue posizione critiche sull’islamismo – si e’ sposato con rito religioso nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. L’unione del giornalista con la sua compagna Valentina e’ stata celebrata da Monsignor Rino Fisichella. La sposa aveva un vestito semplice e chiaro. Al termine della cerimonia – svoltasi con rafforzate misure di sicurezza rispetto all’usuale scorta che segue ovunque Magdi Allam (nella foto) in seguito alle minacce ricevute dai fondamentalisti islamici – la coppia ha festeggiato le nozze con un ricevimento in un hotel vicino Via della Conciliazione, presso il Vaticano, in una sala appositamente prenotata e protetta da decine di poliziotti, insieme ad una cinquantina di invitati.

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MI FIDO DI TE! …COSA SEI DISPOSTO A PERDERE? DA GIOVANI PER I GIOVANI

DUE TESORI – Tu vali. No, non è una pubblicità di cosmetici. C’è un tesoro, qualcosa di molto prezioso in te che ti accompagna. Certo, magari non te ne rendi conto subito, ma istante per istante sei diverso! – «Come sono diverso?», direte voi. «Diverso da cosa? Diverso da chi? Perché?» Ti tranquillizzo intanto: resti sempre tu, anzi sei proprio tu, questa è la cosa più bella! – «Ma se sono sempre io, cosa dovrei avere di diverso?» Un attimo di pazienza, se hai voglia di seguirmi un po’, ti spiego meglio che cosa intendo! Prova a ripensare a quando eri piccolo, ti ricordi? Ti piaceva andare a passeggio tenendo per mano il papà, giocavi a saltare nelle pozzanghere, ti sbucciavi le ginocchia cadendo dalla bici. E poco dopo tornavi in sella a pedalare con gli amici tutto il giorno arrivando sempre a casa in ritardo! Ricordi vero? Bene questo è un buon segno, vuol dire che eri davvero tu! Da allora però, molte cose sono cambiate nella tua vita: gli impegni, il modo di parlare, il modo in cui ti vesti, le cose che studi, i tuoi interessi, il tuo relazionarti con gli altri, i desideri e i tuoi sogni!

Hai già scoperto quindi, e stai continuando a scoprire, che in te ci sono tante capacità, sentimenti e desideri. Molte persone amiche, ti hanno aiutato e accompagnato a scoprire queste cose belle che fanno sì che la tua vita sia piena di colori! Non solo il seme, le sue possibilità e le sue potenzialità, sono in te, ma anche il buon terreno in cui farlo crescere: il tuo talento, i tuoi desideri di bene, l’impegno nelle tue attività, il tuo servizio e ascolto verso le persone che ti stanno attorno, i sorrisi che regali e che ti sono regalati! L’esperienza della vita vissuta in prima persona, amicizie e relazioni, ti portano ad incontrare, a conoscere, a scegliere, a crescere.

La vita diviene sempre; cambia perché tu possa crescere, prender forma, e portare frutto. Non un frutto a caso, bensì il frutto giusto!

Leggendo con più attenzione, ci accorgiamo che il tesoro non è solamente uno, ma sono almeno due: il primo è la tua vita, il tuo essere qui, l’occasione di poter vivere questa bellissima esperienza che è la vita. Attenzione: non una a caso fra tante, ma la Tua Vita fatta di Nome e Cognome, casa, mamma e papà, fratelli, amici, scuola e lavoro, fatiche e gioie, successi, insuccessi, sogni e desideri.

Il secondo a volte sfugge dall’attenzione e spesso passa sottovoce! L’attore principale, il vero protagonista della Tua Vita sei Tu!

Rispondere agli inviti della vita – (Response + Ability)

La possibilità di scegliere è sempre un dono, non è cosa scontata: proprio questa possibilità è una forte espressione della libertà. Fin da piccoli impariamo con le persone che ci sono vicine tutte le cose più importanti,utili alla nostra vita: mangiare, camminare, parlare, gioire, imparare a conoscersi pian piano. Da un certo punto in poi però, sentiamo il desiderio di andare oltre: il nostro corpo comincia a cambiare, così i nostri pensieri, le nostre azioni, le relazioni e i nostri interessi. Ogni giorno che viviamo, se abbiamo l’attenzione di guardarci attorno, possiamo vedere come il mondo si tinga di colori sempre nuovi e, nel conto delle nostre esperienze, sembra ci sia posto sempre per qualcosa di nuovo. Ci sembra possibile che il mondo sia tutto da scoprire e (quasi in uno slancio di orgoglio) sembra che solo ognuno di noi possa capire tutto e dominarlo, quasi cambiarlo a proprio piacimento. Una esperienza bellissima, perché è quella che ci offre l’occasione, e assieme il timore, di essere protagonisti. Gli antichi chiamavano questo processo che porta alla conoscenza e alla consapevolezza di sé con il verbo “adolescere” che significa, non a caso, proprio crescere, svilupparsi, prendere forma.

Questo tempo è una occasione, un invito, che ci offre la vita, proprio per farsi conoscere e per darci l’occasione di riconoscerci: tempo della scoperta e tempo di forte crescita, non tempo del caso!

La vita, la Tua stessa Vita ti chiede di essere vissuta in pieno. Questo è il più grande di tutti gli inviti. Una risposta porta ad una presa di posizione, a distinguere ciò che vuoi da ciò che non vuoi, ciò che fai da ciò che non fai, ciò che è bene per te, da ciò che è male: scegliere qualcosa a scapito di altro.

La scelta non implica solo la libertà della persona, ovvero il fatto che se devo decidere, quella persona devo essere io. La persona in sé, prima che essere una libertà che decide, è figlio, è una libertà donata. Il dono della mia vita non è una cosa neutrale, ma è un dato di partenza, un legame sostanziale. Se la persona si trova a rispondere è evidente che la sua è solo la seconda battuta di un dialogo dove uno prima ha donato, ha creato, ha proposto! Prima la proposta e quindi, poi, il nostro agire motivato a una vita donata, da figli. Proprio in questa libertà donata per prima possiamo vedere i due passaggi: prima la creazione e poi l’alleanza (nell’ Antico Testamento da Mosè in poi fino a quella definitiva con Gesù).

Avere la capacità di rispondere a questi continui inviti richiama ad una parola inglese che ben si presta ad illustrare questo concetto: Responsability, “Response” (=risposta) + “Ability” (=capacità). Ecco che cosa è la responsabilità: 1. accogliere il dono della vita, desiderare una vita piena, desiderare di portare frutto, 2. intuire la domanda, l’invito (il che presuppone la capacità di ascolto), 3. scegliere e impegnarsi per prendere forma, concretizzare nel Tuo tempo e nel Tuo spazio. Ovvero proprio la capacità scegliere e saperne indicare il motivo.

Non scegliere, allora, porta a non prendere forma, quindi a non crescere. Un albero che spunta ma non è piantato da nessuna parte, non mette fuori le foglie, non fa capire che specie di albero sia e non ha la possibilità dare frutti, togliendo alle api e al vento, la possibilità di impollinare i fiori (che non fa germogliare). Un albero che si tiene aperte tutte le possibilità di dichiararsi, aspettando un “momento giusto” che non arriva, perché è già ora. Portare la pianta a dar frutto, portare a compimento tutta se stessa: ecco il desiderio della Vita. Di ogni vita. Ma io, che pianta sono?

Cosa sei disposto a perdere?

Questa domanda sembra proprio la più difficile alla quale dover rispondere. Certo, io voglio essere felice e realizzare pienamente tutti i desideri che porto nel mio cuore! Diventa difficile dover eliminare sogni futuri o equilibri raggiunti. Ma poi mi chiedo: e se potessi tenere solo i più importanti? O se potessi tenerne solo uno? Comincerei allora a vedere quelli facili e quelli difficili, quelli che hanno un compimento e quelli che sono che promettono qualcosa che non ha fine… Resta comunque difficile! Proviamo allora a girare la domanda: cosa vuoi veramente? Cosa è così importante che il confronto con il resto non regge? La prima parola che mi viene in mente è felicità, la seconda è infinita, senza fine, eterna. Felicità eterna. Io voglio essere pianta che porta frutto, per sempre.

Nello scegliere di crescere e di prendere forma, di realizzare il mio più grande desiderio ho bisogno allora di nutrirmi, di fare esperienza dell’eternità: il terreno che alimenta la pianta allora deve essere intriso di Eternità, di Amore. Un amore umile, silenzioso, quotidiano, che ascolta, che si fa vicino, che cura, che accoglie e che fa nascere il desiderio di scegliere l’Amore.

Fino a questo punto sembra bello e tutto facile. La vita però ci insegna che niente è “a gratis”, facile, immediato, comodo. La vita è sempre drammatica, non è sospesa nel vuoto, ma è concreta, nel mondo con tutto a contatto con tutto ciò che c’è nel mondo. Non è facile mettere da parte tutto ciò: pressioni affettive, sociali, psicologiche, condizionamenti di familiari e amici e conoscenti, senza considerare poi i nostri egoismi, le nostre gelosie, i nostri comodi, il nostro attaccamento alle “nostre cose” il nostro voler schivare tutto ciò che ci può portare a dover dare risposta delle nostre azioni. Questa è la condizione dell’uomo: piccolo, limitato, fallibile ma con un desiderio nel Cuore che va oltre tutto ciò, perché sa che non è un sentire vano. E’ una esperienza vera, solida, reale. Persone hanno saputo rispondere all’invito fatto per loro, nei modi più disparati: Massimilano Kolbe, una vita preparata al martirio, per salvare un padre di famiglia da una esecuzione sommaria; l’impegno civile e sociale tra studenti universitari, operai e meno abbienti di Pier Giorgio Frassati; la vita vissuta da Madre Teresa tra gli ultimi e i dimenticati del mondo; la vita immobilizzata a letto, donata nella preghiera per la santificazione dei giovani, di Alexandrina Da Costa. Sono solo alcune vite di scelte sofferte, pagate, e quindi libere, perché danno una risposta al loro essere figli di Dio. Una tensione e desiderio continui che portano ad alzare gli occhi verso l’Alto, e a spendere tutto nei luoghi che abitiamo.

Se scegli di diventare un albero, allora, non hai bisogno solo di mettere fuori le foglie, i rami e desiderare che crescano i frutti: serve, anche, scegliere un luogo e piantare bene a fondo le radici. Più la pianta sale verso l’alto, più le sue radici affondano nel terreno. E viceversa. Senza terreno o senza radici la pianta ha dei problemi.

Ritornando alla domanda… Cosa perdo allora? A ben vedere non si perde niente di così importante, perché si arriva a realizzare pienamente il nostro sogno e desiderio più importante, realizzare pienamente la nostra Vita! Certo, bisogna desiderarlo proprio! Cosa ci guadagno? Se proprio guardo bene devo dire che ci guadagno i due tesori che già sono in me: con tutto me stesso accolgo, scelgo di realizzare, e compio, il mio più grande desiderio. Prendo forma e porto frutto. E con ciò la mia più grande gioia. Eterna.

Articolo di Luca Magarotto
Giovani per Giovani su Donboscoland.it

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QUALE AMORE VUOI? ANCHE TRA FIDANZATI CRISTO E’ IL VINCOLO LEALE DI GARANZIA E CONTINUITA’

UNO IN DUE – L’amore per sua natura tende a comunicarsi ad altri per coinvolgerli: suscitare in loro maggior capacità di dono e gioia di vivere. L’uomo è felice quando realizza se stesso: vive in pienezza la vita. L’amore e solo l’amore porta a compimento le realtà umane e divine possedute dalla persona. umana. Una sua componente fondamentale è la sessualità . Essa si realizza unicamente attraverso un dono totale dato e ricevuto da una persona complementare, cioè con l’amore del matrimonio. Amore che si esprime, si rende visibile attraverso la corporeità, in modo particolare attraverso il rapporto sessuale, che lo apre alla paternità e maternità, ulteriori componenti della persona umana. La sessualità realizzata apre infatti le porte del cuore ad essere padre o madre: a comunicare la vita o meglio generare altre persone per amare. Il matrimonio infatti perpetua nel mondo la presenza dell’amore. Questo dovrebbe essere il desiderio che anima ogni coppia, aprendola alla vita. Sovente succede invece che gli sposi sono unicamente guidati dalla brama di perpetuare nel tempo la propria stirpe. Scopo limitante, che restringe il campo di scelta anche dei figli. Essi infatti realizzeranno tale fine unicamente sposandosi come i loro genitori e mai scegliendo il matrimonio della consacrazione totale a Dio.

Gli sposi devono riscoprire la vocazione fondamentale del matrimonio che non si limita a generare ma che vuole donare al mondo nuove creature capaci d’amare, di accrescere nel mondo l’amore. La vocazione fondamentale di ogni creatura infatti è amare e donare amore. L’amore e solo l’amore è la vera vita. Tutto ciò comporta negli sposi una apertura amorosa e cosciente alla paternità e maternità, cioè una ricerca della vita vissuta in modo responsabile. La paternità o maternità responsabile non si limita a generare la vita, ma continua a farla crescere nella vivificante dolcezza dell’amore, perché possa essere realmente amore nel mondo. E questo continuo generare all’amore che deve impegnare gli sposi ad accrescere sempre più intensamente la fiamma calda e rigenerante dell’amore presente nei loro cuori. Nessuno infatti può dare amore se non lo possiede realmente. Una sorgente può dissetare, quindi dare vita, solo se da essa sgorga acqua.

La procreazione responsabile implica quindi, da parte degli sposi, un impegno costante per essere sorgente inesauribile d’amore, per maturare e far crescere in essa i figli, comunicare loro la voglia d’amare realmente, imparare l’amore e sviluppare in loro la capacità di realizzarlo. Gli sposi realizzano questo loro scopo fondamentale se realmente e costantemente accrescono, attraverso le manifestazioni sensibili proprie dell’amore coniugale, il loro amore. Ciò comporta da parte loro il coltivare e sviluppare la fiamma dell’amore, emancipandolo dall’egoismo ed eliminando quei difetti, che precludono all’amato/a di entrare o meglio di penetrare, attraverso il dono, più intensamente e profondamente in loro stessi. Allo stesso tempo devono sviluppare le capacità espressive dell’amore: tenerezza, sentimento e sesso. Questo cammino esige inoltre da parte degli sposi, un’attenzione continua e delicata sull’altro/a per scoprire e capirne la sensibilità corporea e spirituale ed allo stesso tempo comporta un impegno educativo costante su loro stessi per plasmare le doti corporee ad esprimere la propria originalità affettiva in un modo completamente gradito all’amato/a. E’ un’ educazione all’amare che inizia nel fidanzamento, per continuare, intensificandosi, nel matrimonio, prolungandosi fino alla morte. E la vera conoscenza sessuale dell’amato/a. Il matrimonio nei suoi gesti d’amore diventa come una sinfonia in continua composizione, che attinge momenti estatici successivi (rapporto sessuale), ma che tende ad un’estasi totale finale: l’immergersi nell’amore divino.

Solo in Dio cuore e corpo raggiungono la pienezza d’amore a cui aspirano. Il fidanzamento deve preparare questa sinfonia dell’amore matrimoniale. Deve cioè educare il cuore e il corpo degli amanti a vivere i gesti sensibili dell’amore in tutto lo splendore della loro ricchezza espressiva. La gestualità amorosa degli sposi può dirsi pure: ‘”Liturgia dell’amore coniugale”. La liturgia sacra infatti, attraverso i gesti sensibili, rende presente la realtà che celebra, aumentando la sua azione benefica e la sua presenza nei celebranti ed annunciandone, allo stesso tempo, la pienezza di possesso nella vita futura. Così i gesti sensibili, esprimenti l’amore coniugale, lo rendono presente in tutta la sua calda tenerezza, facendo sperimentare e crescere la comunione degli sposi ed annunciando, attraverso la pienezza della gioia sensibile (il piacere), la realtà futura del possesso definitivo e totale di un amore senza fine: Dio.

L’estasi della carne infatti, raggiunta nell’apice dell’amplesso fisico, proietta gli sposi ai margini del tempo… facendo loro intravedere i bagliori dell’Eterno Amore. Il piacere infatti genera in essi la brama ardente di immergersi in un amore-comunione immensa, senza fine, per sempre. Questa esperienza se è mal compresa o frustrata nel suo sorgere dalla passione del sesso, che riduce l’amplesso ad una pura ricerca di piacere fine a se stesso, sollecita gli innamorati a moltiplicare gli amplessi sessuali come risposta a questa aspirazione d’immergersi in un amore eterno, senza fine.

Il fidanzamento deve preparare i fidanzati a vivere con tutto loro stessi questa dimensione liturgica e profetica dell’amore coniugale. Attraverso l’esperienza religiosa i fidanzati devono sperimentare che non sono solo creature create ad immagine del Cristo, quindi portanti in tutto il loro essere l’immagine divina, ma che sono allo stesso tempo figli di Dio e come tali in cammino verso la casa del Padre, verso l’abbraccio tenero, dolce e senza fine con Lui, per immergersi nell’immenso suo Amore. Solo così saranno abilitati a vivere e sperimentare nell’amplesso fisico del matrimonio l’annuncio futuro del beatificante abbraccio con Dio. Ciò comporta una rivalutazione del piacere sensibile legato ai gesti corporei dell’amore. La castità vissuta in tutta la sua ricchezza educherà i fidanzati a tutto questo. Occorre infatti che si preparino a stimare e a vivere nel giusto senso l’apice sensibile del piacere legato al rapporto sessuale. Esso infatti ha uno scopo ben preciso: fare sperimentare la comunione dei cuori. Unicamente vissuto in questo modo il piacere sessuale assume il suo vero volto: l’amore che si fa carne, sprigionando attraverso le sue dolci sensazioni ed emozioni lo splendore dei suo essere. E’ un’educazione a vivere il piacere non semplicemente come creature, ma come figli di Dio. Il battesimo infatti ha introdotto nel cuore del cristiano un nuovo modo di essere, di vivere l’amore. Un modo divino, che perfeziona il modo umano, rendendolo simile a quello di Dio. Le tre persone divine infatti gioiscono infinitamente di essere, attraverso l’amore, che le unisce in uno, presenti l’una nell’altra (Gv. 17, 20). Esperienza meravigliosa! Gli sposi possono assaporarne una scintilla attraverso il loro amore, in particolare nel rapporto sessuale (Bardelli R., Il significato dell’amore, Elle Di Ci, Torino 1994, p.196-202).

I fidanzati cristiani devono vivere il loro amore in tutta la loro realtà concreta, cioè di creature diventate per azione dello Spirito figli di Dio. Nei gesti d’amore non devono dimenticare mai questa loro dignità. Non è un limite alla loro spontaneità, è una maggior ricchezza, che aumenta e perfeziona anche le sensazioni scaturenti dalle loro manifestazioni d’amore. L’amore divino riversato nei loro cuori dallo Spirito perfeziona anche il corpo. Ogni gesto autentico d’amore vissuto in tutta la sua ricchezza, anche di sensazioni, aumenta l’amore divino presente nei loro cuori, unendoli più profondamente fra di loro.

Articolo di Raimondo Bardelli

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