Archivi tag: missioni

LIBIA, IL VESCOVO DI TRIPOLI: “LA NATO HA BOMBARDATO UNA CHIESA COPTA, VITTIME ANCHE TRA I CIVILI”

ESTERI (Tripoli, LIBIA) – “La Nato ha intensificato i bombardamenti e continua a fare vittime. I missili stanno cadendo ovunque e purtroppo non colpiscono solo zone militari, ma anche civili. La gente a Tripoli soffre, anche se nessuno ne parla”. È quanto afferma ad AsiaNews mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario apostolico di Tripoli. Il prelato afferma che i bombardamenti di questa notte hanno danneggiato diversi edifici, fra cui una chiesa copta situata a poche centinaia di metri da una caserma militare. Secondo il governo libico, l’operazione Nato contro Gheddafi ha fatto oltre 700 morti e più di 4.000 feriti, ma a tutt’oggi i funzionari del regime non permettono la verifica di tali informazioni. 

Mons. Martinelli spiega che nella città manca il carburante e la popolazione ha paura di uscire di casa; i danni psicologici si aggiungono a quelli materiali provocati dai bombardamenti. Il prelato sottolinea la presenza attiva degli oltre 3.000 migranti cattolici filippini, impiegati in diversi ospedali della città e del Paese, che partecipano tutte le settimane alla messa in cattedrale nonostante i bombardamenti. Per il prelato essi “rappresentano il fulcro della comunità cattolica locale e sono una testimonianza di carità e servizio per il popolo libico che soffre”. Intanto, la Nato oggi ha annunciato l’estensione della missione in Libia di altri 90 giorni. 

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=5115


CIAOKAROL.IT

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

CUBA, LE DIFFICOLTÀ E I SUCCESSI DEI 60 MEDIA CATTOLICI CHE FANNO COMUNICAZIONE SOCIALE SU INTERNET

CHIESA NEL MONDO (CUBA) – Intermirifica.net, il “wiki-direttorio globale dei mezzi di comunicazione della Chiesa Cattolica”, ha da poco pubblicato la lista dei media cattolici della Chiesa cattolica a Cuba. Si può constatare l’esistenza di circa 60 entità che svolgono attività di comunicazione sociale in questo Paese in cui la Chiesa non possiede stazioni radio né canali televisivi. Il panorama comunicativo della Chiesa cubana che emerge dalle “pagine gialle della comunicazione cattolica” riflette il processo e l’evoluzione delle forme di annunciare la Buona Novella perché questa abbia risonanza nella società attraverso le sue 52 pubblicazioni (stampate e virtuali), almeno 6 uffici di comunicazione e 2 strutture di produzione.

Tutte queste realtà hanno scarso accesso a Internet. Qual è stato, però, questo processo interno della comunicazione ecclesiale a Cuba? Dopo vari decenni di silenzio sono stati fatti passi concreti con la nascita, nel 1967, della pubblicazione “Vida Cristiana”, che per la sua produzione è passata per il mimeografo e la carta carbone; diventata popolare negli anni Novanta, si è poi trasformata in centinaia di foglietti o piccoli bollettini per la catechesi e la missione e in pubblicazioni parrocchiali e di gruppi (periodiche e per certe occasioni). Grazie a questi piccoli bollettini, molte persone hanno ricevuto per la prima volta notizie sulla Chiesa e su Gesù Cristo. Già nel 1995 la Rete Informatica della Chiesa in America Latina (RIIAL) aveva implementato una rete digitale interna di comunicazione interdiocesana attraverso la Nunziatura Apostolica e la Conferenza Episcopale che, tra le altre cose, è servita alla preparazione della visita di Papa Giovannni Paolo II nell’isola. Dopo lo storico viaggio del Pontefice nel gennaio 1998, si è sistematizzato l’accesso dei Vescovi alle reti provinciali dell’unica radio ufficiale in date significative o celebrazioni importanti dell’anno liturgico (Natale o Settimana Santa), nonché la trasmissione televisiva di allocuzioni occasionali di Vescovi e di celebrazioni rilevanti della Chiesa a Cuba e nel mondo. Con il “boom di Internet”, alla fine degli anni Novanta, nonostante lo scarso accesso nell’isola, alcuni bollettini hanno iniziato ad essere pubblicati sulla web, ha spiegato l’ingegnere delle Telecomunicazioni María López, responsabile della Commissione per i Mezzi di Comunicazione dell’Arcidiocesi di Santiago di Cuba e attuale coordinatrice dell’Unione Cattolica della Stampa (UCP-Cuba). “La Diocesi di Pinar del Río e la sua rivista ‘Vitral’ sono state pioniere nella comunicazione digitale, e hanno compreso molto presto che lo spazio pubblico che apriva Internet doveva essere usato per diffondere l’annuncio della Parola di Dio, missione principale di ogni cristiano e di tutta la Chiesa”, ha affermato.

“A poco a poco, altre pubblicazioni importanti hanno compiuto il salto: ‘Palabra Nueva’, ‘Espacio Laical’, ‘Bioética’…, il che non solo ha permesso loro di ampliare in modo virtuale il numero dei lettori, ma ha aperto la possibilità dell’immediatezza e del contatto ‘personale’, la possibilità dello scambio e il dibattito pubblico, limitato sicuramente dalla loro frequenza nella versione stampata”. Lo sforzo delle pubblicazioni stampate per entrare nell’era digitale ha incontrato e incontra grande difficoltà a causa dell’accesso a Internet. L’ingegnere Sergio Lázaro Cabarrouy, incaricato della RIIAL a Cuba, valuta il processo di digitalizzazione della comunicazione ecclesiale nell’isola affermando che “l’accesso a Internet è ancora molto limitato, per cui lo è anche per una gran parte del popolo che costituisce la Chiesa”. “Nella sede della Conferenza Episcopale e nei Vescovadi ci sono accessi a Internet che non superano i 64 Kbps, uno solo dei quali è per linea diretta, gli altri per linea telefonica. Alcune case religiose o parrocchie hanno accessi telefonici propri perché vi risiede qualche sacerdote o religiosa che viene da un altro Paese in missione. I cubani non possono ancora avere accesso a Internet in casa, per cui pochi agenti di pastorale usano sistematicamente la rete”. In questo senso, bisogna ricordare che è stato lo stesso presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, l’Arcivescovo Claudio Maria Celli, a dichiarare pubblicamente durante la sua ultima visita ufficiale a Cuba nel novembre 2008 di auspicare che la Chiesa cubana potesse avere pian piano un accesso normale ai grandi mezzi di comunicazione offerti oggi dalle nuove tecnologie. Sergio Lázaro Cabarrouy, responsabile del blog creerencuba.org, ha spiegato che “in alcune Diocesi, parrocchie e istituzioni religiose si sono formati servizi informativi come siti web e bollettini, che ricevono centinaia e a volte migliaia di visite quotidiane, il 40% delle quali nell’isola. Sono poche, ma quelle poche ci interessano. Sono i primi passi per arrivare alle molte che speriamo di servire quando l’accesso migliorerà”.
Sia la coordinatrice dell’Unione Cattolica della Stampa che il responsabile di RIIAL-Cuba concordano sul fatto che lavorare in rete è davvero la grande sfida, che presuppone la certezza che “l’opera delle nostre mani (pubblicazioni, siti web, servizi informativi…) non è nostra ma di Dio; tutto ciò presuppone grandezza di cuore per saper essere umili”, ha dichiarato María López da Santiago de Cuba.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4578

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

EDITORIALE – QUEI FANTASTICI SOGNI DI PACE SCHIANTATI SULLA TESTA DELL’EX AMICO GHEDDAFI

ESTERI (LIBIA)- L’opinione pubblica, forse, non lo ha ancora pienamente realizzato, ma siamo in guerra. In una guerra, per giunta, di cui non sono pienamente comprensibili le finalità e le possibili conseguenze e ripercussioni, né tantomeno la posizione del nostro Paese. Un paese che fino a quattro mesi fa (ma già con il Governo Prodi) accoglieva e più recentemente “baciava le mani” a quello che oggi sembra essere diventato il nemico numero uno del mondo, il leader libico Muammar Gheddafi. Rispetto ad allora, il Rais non è più il benvenuto in Italia: la nostra posizione, come le due guerre mondiali insegnano, non è mai effettivamente la “nostra”, quanto piuttosto una sintesi, spesso approssimativa, dei ragionamenti e degli interessi dei paesi coinvolti. Se è vero che la politica estera italiana sembra non avere ancora stabilito quale sia la strategia migliore da adottare (per usare un eufemismo), nel resto d’Europa la situazione non appare molto più limpida. Netta presa di posizione è quella della Germania, che attraverso il ministro degli Esteri Guido Westerwelle ha ribadito il suo “no” all’operazione militare contro la Libia, chiarendo – se ce ne fosse ancora bisogno – che l’Europa non dispone di una leadership all’altezza della gravità della sfida.

A sostenere con decisione la via delle armi – con l’implicito assenso degli Stati Uniti, mascherato da apparente disinteresse – ci ha pensato il nuovo asse Gran Bretagna-Francia con il Presidente francese Nicolas Sarkozy che ha impegnato la Francia in un conflitto armato in nome dei diritti dell’uomo, facendosi promotore del vertice di Parigi che ha preceduto di poche ore l’avvio delle incursioni aeree. “Presa in contropiede dalla rivoluzione tunisina, timorosa rispetto a quella che ha destituito Mubarak – si legge su Libération – Parigi si ritrova all’offensiva nel caso della Libia”, che aggiunge un poco rassicurante “Finalmente! La comunità internazionale, per una volta degna di tale nome, è riuscita ad adottare una linea chiara sulla Libia”. Un commento che ci sembra inquietante per due motivi: questa “unità” della comunità internazionale sulla questione libica appare più come un esercizio propagandistico che una descrizione della realtà dei fatti; discutibile non solo la sostanza ma anche la forma di quello che il quotidiano ha voluto comunicare: quel “finalmente” accompagnato da un bel punto esclamativo sembra quantomeno inopportuno in un contesto bellico. Indubbiamente la Libia rappresenta per la Francia una vera e propria terra di conquista. Petrolio e gas, ma non solo. Con questo intervento la Francia vuole imporre la sua leadership sul Mediterraneo, sfruttando il già citato disinteresse americano e la debolezza internazionale dell’Italia.

Veniamo appunto al nostro paese. Il ministro La Russa spiega che “I nostri aerei ieri hanno partecipato alle operazioni” per neutralizzare le fonti radar nemiche, e quindi “rendono impossibile alla contraerea libica di colpire. Sono stati accompagnati dai nostri caccia che funzionano in questo caso da scorta”. L’obiettivo più ampio della missione, ha spiegato La Russa “è mettere a tacere la contraerea libica per realizzare la no-fly zone”. Il comando alleato deve verificare se è vera l’affermazione secondo la quale Gheddafi avrebbe proclamato una sorta di “cessate il fuoco”, o se è vera quella di qualche ora prima, in cui diceva che avrebbe “combattuto a lungo”. Siamo in guerra, quindi, ma non troppo. Vige, del resto, la pur sempre valida formula dell’esportazione della democrazia. Per il ministro degli esteri Franco Frattini “in Libia non ci deve essere una guerra e l’Italia intende verificare la coerenza dell’azione della coalizione internazionale con il rispetto della risoluzione 1973 dell’Onu”. Lo stesso ministro Frattini ha chiesto a Bruxelles che la struttura di comando delle operazioni in Libia passi sotto l’ombrello della Nato, trovando la ferma opposizione della Francia. Ci voleva la guerra per mettere (quasi) d’accordo Governo e opposizione: per il segretario del Pd Pierluigi Bersani “bisognava agire prima” ma, aggiunge, “abbiamo fatto la cosa necessaria”. I pochi “no” giungono specialmente dalla Lega Nord, con Roberto Calderoli che ha punzecchiato il ministro La Russa rimproverandogli di essere “il ministro della Difesa e non della guerra”. A preoccupare il Carroccio è soprattutto l’eventualità di una nuova ondata di profughi . Tra le poche altre voci fuori dal coro, il leader di Sinistra e Libertà Nichi Vendola, che ha espresso “grande preoccupazione” per lo sviluppo degli eventi.

Nonostante il Governo italiano non si mostri eccessivamente preoccupato dalle ripercussioni che l’intervento in Libia potrebbe causare al nostro Paese, il rischio di attentati non va sottovalutato: il ricordo è quello di due missili sganciati dalla Libia contro la Sicilia nel 1986 che avrebbero dovuto colpire un’installazione militare Loran statunitense situata sull’isola, come ritorsione per il bombardamento della Libia da parte degli Stati Uniti nell’operazione ‘El Dorado Canyon’. Nel frattempo è iniziata la seconda fase dell’operazione “Odissey Dawn”, con gli aerei degli alleati britannici, francesi ed americani che continuano ad assediare le basi dell’esercito libico. Secondo le ultime indiscrezioni, in seguito ai raid contro edifici del bunker di Gheddafi, sarebbe rimasto ucciso il figlio del raìs, Khamis. Gli attacchi degli alleati contro gli obiettivi militari del leader libico non si fermano. Intanto dal Pentagono giungono conferme sul conferimento alle truppe franco-britanniche del comando della operazioni militari contro l’esercito libico. Per quanto concerne l’Italia, gli aerei Tornado rientrati a Trapani nella serata di ieri hanno completato appieno la missione. Ulteriori notizie dalla Libia parlano di una nuova terribile strategia adottata dalle truppe di Muammar Gheddafi a Misurata: portare civili nella città per usarli come scudi umani. A riferire alla Bbc la sconvolgente testimonianza è stato un portavoce dei ribelli che ha raccontato che proprio a Misurata sette persone sono rimaste vittime degli scontri con le forze fedeli al colonnello.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4555

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

QUARESIMA, OGGI IN VATICANO LA TERZA GIORNATA DI ESERCIZI SPIRITUALI DEDICATI A GIOVANNI PAOLO II

CHIESA (Città del Vaticano) – La spiritualità mariana del Monfort e quella cristocentrica di Santa Teresa di Liesieux. Sono questi i temi delle meditazioni che padre Francois-Marie Lethél propone oggi a Benedetto XVI e alla Curia Romana, nella terza giornata di esercizi spirituali quaresimali in Vaticano.

Oggi la prima riflessione del padre carmelitano scalzo si basa sulla dottrina di San Luigi Maria de Monfort, che è riassunta nel Trattato della Vera Devozione alla Santa Vergine e nel Segreto di Maria.

La seconda meditazione è invece dedicata alla “Storia di un’anima” e agli altri scritti di Santa Teresa di Lisieux, patrona delle Missioni, che Giovanni Paolo II proclamò Dottore della Chiesa in quanto “esperta della scientia amoris”. Legata a questa è la terza meditazione, intitolata “Il cristocentrismo di Teresa: nel nome di Gesù e nell’amore di Gesù sono abbracciati tutti i misteri di Dio e dell’Uomo”.

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, GIOVANNI PAOLO II, NEWS & INFO

AMARE CON CORAGGIO E SINCERITÀ CRISTO E LA CHIESA: COSÌ IL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE

CITTA’ DEL VATICANO – Il Papa ha dedicato l’udienza generale di stamani, nell’Aula Paolo VI in Vaticano, a santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa, Patrona d’Italia e d’Europa. Si tratta di una donna – ha detto il Papa – che ci insegna ad amare con coraggio Cristo e la Chiesa.

Benedetto XVI ricorda come santa Caterina visse durante la travagliata epoca del 14.mo secolo, illuminando un periodo critico “per la vita della Chiesa e dell’intero tessuto sociale in Italia e in Europa”. “Anche nei momenti di maggiore difficoltà, il Signore non cessa di benedire il suo Popolo, suscitando Santi e Sante che scuotano le menti e i cuori provocando conversione e rinnovamento”. Caterina, terziaria domenicana e semi-analfabeta, era una mistica d’azione, tra estasi e missioni di pace nel continente europeo. E in questo contesto, il Papa rinnova il suo appello all’Europa a non dimenticare le sue radici cristiane. Con le sue energiche esortazioni la Santa riuscì a far tornare i Papi a Roma da Avignone. Nello stesso tempo si dedicava ai più umili, i poveri, i malati, i carcerati. Attorno a Caterina – sottolinea Benedetto XVI – si andò costituendo una vera e propria famiglia spirituale e in molti la chiamavano “mamma”. “Anche oggi – ha aggiunto – la Chiesa riceve un grande beneficio dall’esercizio della maternità spirituale di tante donne, consacrate e laiche, che alimentano nelle anime il pensiero per Dio, rafforzano la fede della gente e orientano la vita cristiana verso vette sempre più elevate”.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3845

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO, SI ALLA VITA

BENEDETTO XVI AI NUOVI CARDINALI: CONFIDO NEL VOSTRO SOSTEGNO PER SERVIRE LA CHIESA

CITTA’ DEL VATICANO – Il Papa e i cardinali sono chiamati a lavorare in comunione per l’unità e la santità del Popolo di Dio: è quanto affermato da Benedetto XVI nell’udienza di stamani ai 24 nuovi porporati, ricevuti in Aula Paolo VI, con i famigliari e i fedeli. Il Papa ha incoraggiato i nuovi cardinali a proseguire nella loro missione spirituale e apostolica e ad essere “attenti ascoltatori” delle varie voci nella Chiesa.

“Siate testimoni del Vangelo per donare al mondo la speranza di cui ha bisogno e per contribuire” a promuovere la pace e la fraternità: è l’esortazione di Benedetto XVI ai nuovi cardinali, in un discorso pronunciato in diverse lingue, secondo la nazionalità dei nuovi porporati. Parlando in francese, il Papa ha invitato i fedeli a pregare per i nuovi cardinali “affinché in comunione con il Successore di Pietro, lavorino efficacemente all’unità e alla santità del Popolo di Dio tutto intero”. Il Papa non ha poi mancato di riferirsi ai sentimenti e alle emozioni vissute in occasione della creazione dei 24 nuovi cardinali. Celebrazioni che “invitano a rivolgere lo sguardo alle dimensioni della Chiesa universale”: “Sono stati momenti di fervida preghiera e di profonda comunione, che oggi desideriamo prolungare con l’animo colmo di gratitudine verso il Signore, il quale ci ha dato la gioia di vivere una nuova pagina della storia della Chiesa”. Il Papa ha affermato di confidare nella preghiera e nel prezioso aiuto dei nuovi porporati chiamati “ad una stretta comunione” con il Papa e a servire la Chiesa con fedeltà. “Il vostro ministero – ha detto – si arricchisce di un ulteriore impegno nel sostenere il Successore di Pietro, nel suo universale servizio alla Chiesa”: “Mantenete fisso lo sguardo su Cristo, attingendo da Lui ogni grazia e spirituale conforto, sull’esempio luminoso dei Santi Cardinali, intrepidi servitori della Chiesa che nel corso dei secoli hanno reso gloria a Dio con esercizio eroico delle virtù e tenace fedeltà al Vangelo”.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3829

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO, SI ALLA VITA

E TI VENIAMO A TROVARE…… L’AMICIZIA AI TEMPI DI FACEBOOK. PAPABOYS SEMPRE PRESENTI!

SOCIAL NETWORK – Vogliamo conoscerci un po’ meglio? Approfondire il rapporto fra di noi e lottare insieme per un mondo piu’ giusto, più equo e solidale e più a misura di giovani? La nostra attività di Papaboys è presente costantemente anche attraverso i moderni mezzi della tecnologia, con dei giovani come te pronti ad ascoltarti ed a condividere con te amicizie ed informazioni per incontri, missioni, momenti di preghiera! E’ più bello incontrarsi di persona e si diventa davvero amici quando si è pregato insieme, si è passeggiato insieme e si è insieme mangiata anche una pizza. Ma per venirti a trovare, abbiamo deciso di essere presenti come ci è possibile, grazie anche all’impegno di tanti altri ragazzi come te, proprio attraverso i mezzi che la moderna tecnologia ci mette a disposizione. Ed allora ti aspettiamo su facebook! Ecco i nostri indirizzi.

La Redazione dei Papaboys su Facebook! (in italiano)
http://www.facebook.com/profile.php?id=100001131016513

L’Ufficio Stampa dei Papaboys su Facebook! (in italiano)
http://www.facebook.com/profile.php?id=100001338493322

Papaboys Roma e Lazio (in italiano)
http://www.facebook.com/profile.php?id=100000614704396

Papaboys Campania (gruppo in Italiano)
http://www.facebook.com/group.php?gid=229972644835&ref=search

Papaboys Verona e Veneto (gruppo in Italiano)
http://www.facebook.com/group.php?gid=164099290894&ref=search

Papaboys Sicilia (gruppo in italiano)
http://www.facebook.com/group.php?gid=172630320043&ref=search

PapaboysGroup (nazionale, in italiano)
http://www.facebook.com/group.php?gid=37766231783&ref=search

Papaboys France (francesce)
http://www.facebook.com/profile.php?id=1726108753

Papaboys Polska (polacco)
http://www.facebook.com/profile.php?id=1649979586

Papaboys Espana (spagnolo)
http://www.facebook.com/papaboys.espana

La Nazionale di calcio dei Papaboys (in italiano)
http://www.facebook.com/group.php?gid=39920082390&ref=mf

Lascia un commento

Archiviato in ASSOCIAZIONE PAPABOYS, NEWS & INFO, SI ALLA VITA

EUROPA/ITALIA – Gli Istituti missionari in Italia riaffermano “la cultura del rispetto, dell’uguaglianza e della valorizzazione delle diversità, capace di vedere i migranti come portatori di valori e di risorse”

Anche nell’ambito del fenomeno migratorio noi missionari/e ci proponiamo una lettura piena di fede e di speranza perché, al di là dei risvolti drammatici che spesso accompagnano le storie dei migranti, i loro volti e le loro vicende portano il sigillo della storia di salvezza e della teologia dei ‘segni dei tempi’. La Chiesa difatti intende affermare la cultura del rispetto, dell’uguaglianza e della valorizzazione delle diversità, capace di vedere i migranti come portatori di valori e di risorse”. E’ quanto scrive la Conferenza degli Istituti Missionari in Italia (CIMI) e la sua Commissione Giustizia, Pace e Integrità del Creato in un documento sul tema “Missionari/e ed Immigrati. Non possiamo tacere”.
Partendo dalla constatazione che “viviamo nell’epoca della più grande mobilità della storia conosciuta. Oltre 214 milioni di migranti internazionali, circa 740 milioni di sfollati, in parte sfollati interni. Ciò significa che una persona su sette nel mondo è un migrante”, il testo presenta una panoramica sull’attuale situazione, europea e italiana, riguardo alle politiche migratorie, toccando alcuni punti nevralgici, come la xenofobia ed il razzismo, i Centri di identificazione ed espulsione, le legislazione, i respingimenti, la tratta, il rispetto dei diritti umani… “La presenza dei migranti in mezzo a noi – è scritto nel testo – ci ricorda che, dal punto di vista biblico, libertà e benessere sono doni e come tali possono essere mantenuti solo se condivisi con chi ne è privo. I fondamenti del rispetto e dell’accoglienza dei migranti sono contenuti, per noi credenti, nella Parola di Dio”.
Tra gli impegni assunti, il testo dichiara la volontà di “imparare a leggere le Migrazioni come ‘ un segno dei tempi’, per la Chiesa e la Società” ascoltando l’invito dei documenti del Magistero; convivide le affermazioni dei Vescovi africani in tema di emigrazione pronunciate durante il Secondo Sinodo per l’Africa dell’ottobre 2009; ribadisce il desiderio di essere “dalla parte degli immigrati” come “scelta degli ultimi”; evidenzia la necessità di agire, mettendo a disposizione personale e strutture per il lavoro con gli immigrati. Infine un invito alla Conferenza Episcopale Italiana perché prepari un documento che “offra gli opportuni orientamenti alle comunità cristiane”.

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, SI ALLA VITA

“PORTERÒ CON ME IN AFRICA LA BUONA NOVELLA DI CRISTO RISORTO”: LO DICE IL PAPA DURANTE L’ANGELUS

CITTA’ DEL VATICANO – Alla vigilia della sua partenza per il Camerun e l’Angola, Benedetto XVI ha chiesto ai fedeli di tutto il mondo di pregare Maria Madre e Regina dell’Africa e il suo casto sposo San Giuseppe per ”il prossimo pellegrinaggio” e per ”le popolazioni dell’Africa tutta intera, con le sfide che le segnano e le speranze che le animano”. ”In particolare – ha confidato il Papa – penso alle vittime della fame, delle malattie, delle ingiustizie, dei conflitti fratricidi e di ogni forma di violenza che purtroppo continua a colpire adulti e bambini, senza risparmiare missionari, sacerdoti, religiosi, religiose e volontari”. ”Da martedi’ 17 a lunedi’ 23 marzo – ha esordito il Pontefice parlando ai 50.000 pellegrini presenti in piazza San Pietro – compiro’ il mio primo viaggio apostolico in Africa. Mi rechero’ in Camerun, nella capitale Yaounde’, per consegnare lo ‘Strumento di lavoro’ della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, che avra’ luogo in ottobre qui in Vaticano; proseguiro’ poi per Luanda, capitale dell’Angola, un Paese che, dopo la lunga guerra interna, ha ritrovato la pace ed ora e’ chiamato a ricostruirsi nella giustizia. Con questa visita, intendo idealmente abbracciare l’intero continente africano: le sue mille differenze e la sua profonda anima religiosa; le sue antiche culture e il suo faticoso cammino di sviluppo e di riconciliazione; i suoi gravi problemi, le sue dolorose ferite e le sue enormi potenzialita’ e speranze”.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2368

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, CHIESA IN AFRICA, NEWS & INFO

COSA POSSIAMO FARE PER GAZA? SE LO CHIEDONO LE ASSOCIAZIONI DEL TAVOLO PER LA PACE

ROMA – A due mesi dallo scoppio dell’ultima guerra a Gaza, il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, la Piattaforma delle Ong per il Medio Oriente e la Tavola della pace hanno realizzato una missione congiunta in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati (2-8 marzo 2009) tesa a definire le iniziative da assumere per portare la solidarietà dell’Italia alle vittime di questa tragedia. Questa scheda, che affronta esclusivamente il problema degli aiuti alla popolazione di Gaza, rappresenta una prima sintesi delle conclusioni della missione. Il rapporto completo sarà disponibile nei prossimi giorni. L’operazione militare israeliana “piombo fuso” ha provocato una tragedia umanitaria nella Striscia di Gaza. Oltre un milione e mezzo di persone, metà delle quali con meno di 14 anni, sopravvivono in condizioni inumane, rinchiuse in un territorio che non possono lasciare, in violazione dei più elementari diritti umani.

Soccorrere le vittime di questa tragedia è un dovere della comunità internazionale. Chi ha bisogno di aiuto ha il diritto di essere assistito. Un diritto che viene prima di ogni altra considerazione politica. I soccorsi sono resi difficili dalla continuazione della guerra e dall’assedio che consente solo un passaggio limitatissimo di merci e operatori. Nonostante questo, ecco cosa possiamo fare concretamente per portare aiuto alla popolazione di Gaza.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2353

Lascia un commento

Archiviato in CHIESA IN ASIA, NEWS & INFO

CAMERUN E ANGOLA SI PREPARANO A RICEVERE IL PAPA. LA ‘PRIMA’ DEL SANTO PADRE IN AFRICA

CITTA’ DEL VATICANO – Si susseguono a Yaoundé e a Luanda, capitali rispettivamente del Camerun e dell’Angola, le iniziative in preparazione della visita del Papa. Come noto da tempo, infatti, Benedetto XVI si recherà, dal 17 al 20 marzo, a Yaoundé da dove poi raggiungerà Luanda per trattenersi con il popolo angolano sino al 23 dello stesso mese. In Camerun il Papa consegnerà ai vescovi africani il documento di lavoro della prossima assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi; a Luanda celebrerà la ricorrenza dell’inizio dell’evangelizzazione del Paese. Sarà la prima visita di Benedetto XVI al grande continente dall’inizio del suo pontificato. La prima parte del viaggio ha certamente un significato teologico-pastorale ed esprime innanzitutto la continuità della riflessione della Chiesa universale sul futuro della Chiesa in Africa. Fu proprio a Yaoundé infatti che Giovanni Paolo II consegnò con l’Ecclesia in Africa, nel 1995, il frutto del lavoro svolto durante la prima assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi, svoltosi l’anno prima. A Yaoundé dunque per riprendere il cammino. L’arrivo nella capitale camerunense è previsto per il pomeriggio di martedì 17. Il Papa partirà da Roma alle 10 circa. All’aeroporto internazionale di Yaoundé si svolgerà la cerimonia di benvenuto. Il resto della giornata trascorrerà poi libera da impegni ufficiali.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2335

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, CHIESA IN AFRICA, NEWS & INFO

Occorre aspettare qualche mese per verificare i risultati dell’operazione militare” dice un missionario dopo il ritiro delle truppe rwandesi dal Kivu

Kinshasa (Agenzia Fides)- “Certe dichiarazioni ufficiali mi sembrano eccessivamente ottimiste e penso che siano state rilasciate per giustificare l’operazione militare congiunta; ma occorre guardare alla realtà dei fatti: non mi sembra che l’operazione sia riuscita a ottenere un risultato definitivo” dice all’Agenzia Fides p. Loris Cattani, missionario saveriano con una lunga esperienza nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), commentando l’avvio del ritiro delle truppe rwandesi che erano stata impiegate nel nord Kivu (est della RDC) in un’operazione congiunta con i militari congolesi contro le Forze Democratiche per la Liberazione del Rwanda (FDLR, il principale gruppo formato da ex miliziani hutu che dal 1994 hanno trovato rifugio nel nord Kivu). L’operazione era scattata il 20 gennaio, quando circa 6mila uomini dell’esercito rwandese erano entrati nel nord Kivu, con il consenso delle autorità congolesi. In cambio dell’aiuto congolese, il 22 gennaio era stato arrestato in Rwanda Laurent Nkunda, il leader del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP), il movimento di guerriglia che ha messo a ferro e fuoco il Nord Kivu (vedi Fides 21 e 23 gennaio 2009).
“Secondo le autorità congolesi sono stati uccisi 90 appartenenti alle FDLR mentre altri 200 si sono arresi per essere rimpatriati in Rwanda. Per quel che riguarda i civili, la MONUC afferma che circa 2000-3000 persone hanno fatto rientro in Rwanda. Se si pensa che le FDLR sono composte da circa 6mila combattenti sorgono dei dubbi sui risultati delle operazioni militari” spiega p. Cattani. “Le FDLR non hanno accettato il combattimento, fuggendo di fronte all’avanzata delle truppe congolesi-rwandesi e rifugiandosi nella foresta. È vero che sono state distrutte le loro basi, ma si fa presto a ricostruirle. Le FDLR si finanziano con i traffici delle ricchezze del Kivu e in passato sembra che abbiano ricevuto armi dall’esercito congolese per contrastare il movimento di Nkunda” continua il missionario. Secondo la stampa congolese si temono rappresaglie contro la popolazione civile locale da parte delle FDLR.

“Su un piano più generale, occorre fare due considerazioni- prosegue il missionario. In primo luogo la rapidità della svolta nelle relazioni tra Rwanda e Congo che fino agli inizi di gennaio si accusavano di destabilizzarsi reciprocamente: Kigali accusava Kinshasa di armare le FDLR; il Congo accusava invece il Rwanda di sostenere Nkunda. Poi all’improvviso la svolta: il Rwanda arresta Nkunda quasi in contemporanea all’operazione congiunta nel nord Kivu contro le FDLR. Un mese prima inoltre le truppe ugandesi avevano sferrato un’offensiva contro LRA. É emerso che entrambe le operazioni sono state preparate e appoggiate da AFRICOM, il nuovo comando del Pentagono per l’Africa. É chiaro che USA e Unione Europea hanno esercitato forti pressioni su Kigali e Kinshasa perché si riavvicinassero. Alla luce di queste considerazioni mi chiedo quanto questa svolta sia duratura e sincera. Inoltre l’operazione militare congiunta è stata preparata dal lato congolese da pochissime persone: il Parlamento non è stato consultato e nemmeno il Capo di Stato Maggiore delle forze armate. Si è giunti al paradosso che l’offensiva militare è stata preparata dal Capo della Polizia nazionale, John Numbi, senza coinvolgere il capo dell’esercito. Numbi è stato uno degli uomini chiave della decisione del gennaio 2007 di mantenere nel nord Kivu gli uomini del RCD Goma (un precedente gruppo di guerriglia filo-rwandese), che si erano integrati nell’esercito congolese riunificato (previsto dagli accordi di pace) invece di disperderli in altre regioni del Congo. Sono proprio questi uomini che sono andati a costituire un anno più tardi la formazione di Nkunda”.
Nonosstante queste considerazioni p. Loris rimane aperto alla speranza di pace: “Sono il primo a essere disposto a dare credito a un effettivo riavvicinamento tra Rwanda e Congo: spero sinceramente che vi sia un ritorno della pace. Si parla adesso di piani di integrazione economica tra Rwanda, Burundi e Kivu. Ma questo esisteva già prima della crisi degli anni ’90. Esisteva infatti la Comunità Economica dei Paesi dei Grandi Laghi. Occorre ritornare a questa senza però che gli interessi strategici ed economici delle potenze straniere condizioni questo processo, che deve essere al servizio, prima di tutto delle popolazioni locali

Lascia un commento

Archiviato in CHIESA IN AFRICA

AFRICA – La passione per la causa della pace: una riflessione

Di fronte ai conflitti che continuano ad insanguinare il continente africano, spesso nell’indifferenza generale, pubblichiamo la riflessione di un sacerdote che sottolinea la necessità di non cedere alla tentazione dello scoraggiamento nel cammino verso la costruzione di una pace autentica, in quanto per raggiungere l’obiettivo è necessaria una paziente e lunga educazione, a tutti i livelli. Giungere alla pace è la sintesi ed il coronamento di ogni nostra aspirazione. La pace – come noi stessi intuiamo – è pienezza ed è gioia. Per instaurarla tra gli Stati, si moltiplicano i tentativi negli scambi bilaterali o multilaterali, nelle conferenze internazionali, e vi sono anche alcuni che assumono in prima persona iniziative coraggiose per stabilire la pace o allontanare la minaccia di una nuova guerra. Si rileva, però, al tempo stesso, che sia le persone singole sia i gruppi non finiscono mai di regolare i loro conflitti segreti o palesi. Sarebbe, dunque, la pace un ideale al di fuori della nostra portata? Lo spettacolo quotidiano delle guerre, delle tensioni, delle divisioni semina il dubbio o lo scoraggiamento. Focolai di discordia e di odio sembrano addirittura essere attizzati artificialmente da certuni che non ne portano poi le conseguenze. E troppo spesso i gesti di pace sono ridicolmente impotenti a cambiare il corso delle cose, quando non sono sopraffatti ed, infine, riassorbiti dalla logica dominante dello sfruttamento e della violenza.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=29158&lan=ita

Lascia un commento

Archiviato in CHIESA IN AFRICA, NEWS & INFO

LIBERE LE DUE SUORE ITALIANE RAPITE IN KENYA. LA GIOIA DEL PAPA. INTERVISTA DELLA RADIO VATICANA

CITTA’ DEL VATICANO – Dopo mesi di angoscia sono state liberate suor Caterina Giraudo e suor Maria Teresa Oliviero, le due religiose del Movimento Contemplativo Missionario “Padre de Foucauld” di Cuneo, sequestrate ai primi di novembre al confine tra Kenya e Somalia. Grande gioia è stata espressa a nome del Papa da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana. Finalmente libere. L’annuncio del rilascio delle due suore italiane rapite nella città di El Wak, nel nordest del Kenya al confine con la Somalia, è stato dato dalla Farnesina. Le due missionarie del Movimento Contemplativo ”Padre de Foucauld”, suor Caterina Giraudo e suor Maria Teresa Oliviero rispettivamente di 67 e 61 anni, erano state sequestrate nella notte tra l’8 e il 9 novembre da un commando composto da circa 200 uomini. Grandissima gioia è stata espressa a nome del Papa da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana. ”Erano mesi che pregavamo per loro”, ha detto, aggiungendo che ora non si devono dimenticare tutte le altre persone ancora vittime di sequestri. Da anni le due religiose lavoravano come missionarie con i profughi somali. Trasferite subito dopo il rapimento in Somalia più volte erano state date notizie sulle loro condizioni, poi oggi l’improvvisa svolta.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2278

Lascia un commento

Archiviato in CHIESA IN AFRICA, NEWS & INFO

“Svegliatevi! Proteggete la democrazia”: Lettera Pastorale in preparazione alle elezioni sudafricane del 22 aprile

Johannesburg (Agenzia Fides)- “Mentre ci avviciniamo alle elezioni, vorremmo condividere la preoccupazione per la nostra giovane democrazia. Sebbene sia in corso un fervente dibattito, positivo e salutare, su cosa significhi essere una democrazia, siamo consapevoli di alcune tendenze che possano rappresentare una minaccia per essa. Le tragedie che hanno fatto seguito alle elezioni del 2008 in Kenya e Zimbabwe, ci ricordano, anche se la nostra situazione non è affatto la stessa, che non si può abbassare la guardia e che una vera democrazia è una sfida continua” avvertono i membri della Southern African Catholic Bishops Conference (SACBC, che riunisce i Vescovi di Sudafrica, Botswana e Swaziland), nella Lettera Pastorale “Svegliatevi! Svegliatevi! Proteggete la nostra democrazia”, pubblicata in preparazione delle elezioni presidenziali e politiche che si terranno in Sudafrica il 22 aprile.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=29048&lan=ita

Lascia un commento

Archiviato in CHIESA IN AFRICA, NEWS & INFO

INTENZIONE MISSIONARIA DI PAPA BENEDETTO DEL MESE DI DICEMBRE COMMENTATA DA MONS. RAVASI

CITTA’ DEL VATICANO – Stiamo assistendo alla perdita delle radici cristiane dell’Europa e dei paesi di antica tradizione cristiana. Il consiglio comunale della città inglese di Oxford ha deciso di sopprimere la festività di Natale e sostituirla con la “Festività della luce invernale”. Di fronte a questa decisione, l’Arcivescovo Gianfranco Ravasi ha affermato: “Mentre in passato, quando si combatteva la presenza dei segni religiosi, lo si faceva con delle argomentazioni, persino con il desiderio di opporre un sistema del tutto alternativo, ora, invece, tante volte, questa avanzata della negazione è una specie di onda grigia, di nebbia, caratteristica della secolarizzazione attuale”. “La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (Gv 1, 5). L’uomo del nostro tempo continua ad aver bisogno di luce e speranza. È triste che si assumono posizioni di rifiuto della luce, ma come diceva S. Agostino: “La luce che è amabile agli occhi sani, è odiosa agli occhi malati”.

Di fronte alla chiusura alle argomentazioni razionali della verità, c’è bisogno di altri argomenti che possano arrivare a tutti: la forza della carità. Papa Benedetto XVI, nella sua prima enciclica Deus Caritas est, parla dell’attività caritativa della Chiesa e fa riferimento alla testimonianza di Tertulliano, evidenziando come la sollecitudine dei cristiani per i bisognosi di ogni genere, suscitava la sorpresa dei pagani (cfr. DCE, 22). Di fronte alla muraglia che le tenebre hanno innalzato davanti alla luce, i cristiani hanno la sfida di presentare Gesù Cristo agli uomini, attraverso gesti concreti di solidarietà e di amore, come “la Luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). Per coloro che ancora non conoscono Cristo, la testimonianza della carità si converte in una rivelazione.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1988

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO

DOMENICA INIZIA IL SINODO DEI VESCOVI, CARATTERIZZATO DALL’ANNO PAOLINO IN CORSO

CITTA’ DEL VATICANO – Dedicata alla “Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, si apre domenica prossima, 5 ottobre, con una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da Benedetto XVI, la XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Vi prenderanno parte 253 vescovi che rappresentano le Chiede di tutto il mondo. I vescovi prenderanno parte ai lavori che proseguiranno fino al 26 ottobre “per riflettere – ha detto mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo, che illustrato lo svolgimento dell’Assemblea – sulla Parola di Dio, sulla sua centralità nella vita della Chiesa e sul suo dinamismo che spinge i cristiani in missione, ad annunciare, con parole e con l’esempio della vita, la Buona Notizia della presenza in mezzo a noi del Signore Gesù risorto”. L’apertura del Sinodo, per la prima volta, non avverrà in Vaticano, ma nella basilica di San Paolo fuori le mura e ciò perché l’assemblea si svolge nel corso dell’Anno Paolino.

Non sarà certo l’unico riferimento all’Apostolo delle genti. Sabato 18, nell’aula del Sinodo Benedetto XVI e il Patriarca ecumenico Bartolomeo I presiederanno i primi Vespri. In seguito, faranno i loro interventi sul tema della Parola di Dio con particolare riferimento all’Anno Paolino. Sarà la prima volta, ha sottolineato mons. Eterovic, che il Patriarca ecumenico si rivolgerà ai padri sinodali. “Egli porterà il saluto dalle Chiese particolari che l’Apostolo delle Genti fondò prima di recarsi a Roma, dove subì il martirio”. In chiave ecumenica va ricordato che al Sinodo parteciperanno anche alcuni Delegati fraterni, rappresentanti di 10 Chiese e comunità ecclesiali. Oltre al Patriarcato ecumenico, saranno rappresentati i Patriarcati di Mosca, di Serbia e di Romania, la Chiesa ortodossa di Grecia e la Chiesa apostolica armena, come pure la Comunione anglicana, la Federazione luterana mondiale, la Chiesa dei discepoli di Cristo, come pure il Consiglio ecumenico delle Chiese.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1815

1 Commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO

ASIA/INDIA – Preghiera e unità della comunità cattolica per rispondere agli attacchi anti-cristiani

New Delhi (Agenzia Fides) – Maggiore coordinamento per le attività della Chiesa in ambito sociale e civile; preghiera incessante e non-violenza; unità ecumenica fra i cristiani di differenti confessioni; dialogo e sostegno delle altre comunità religiose: sono questi i punti con cui la Chiesa cattolica indiana pensa di rispondere alla crescente violenza che negli ultimi mesi ha colpito luoghi, persone e istituzioni cristiane in tutto il paese.
Ricordando i recenti attacchi che le comunità cattoliche hanno subito nello stato dell’Orissa, i Vescovi indiani, nel corso della loro ultima Assemblea plenaria, hanno discusso delle strategie che i credenti sono chiamati ad attuare in risposta alla propaganda di odio di alcune minoranze estremiste, che spesso sfocia in abusi e violenza ai danni dei cristiani. Tutti i Vescovi hanno espresso la loro solidarietà alle vittime della violenza e hanno promesso un appoggio nell’assistenza legale e nella ricostruzione delle chiese e delle case distrutte in Orissa. Il Cardinale Telesphore Toppo, che dopo oltre un mese dalle violenze ha potuto visitare le zone colpite (nelle settimane precedenti vi era il veto delle autorità), ha descritto la situazione come “diabolica”, mentre testimoni oculari hanno riferito di tre giorni di devastazioni compiute dagli estremisti nella più totale libertà e impunità, senza che nessuno potesse fare nulla per fermarli. I Vescovi hanno lanciato l’allarme perchè la violenza compiuta in Orissa potrebbe accadere, similmente, in altri stati della Federazione. Gli estremisti infatti cercano di legittimare la loro violenza invocando una presunta minaccia all’induismo da parte di musulmani e cristiani, sollevando le masse. Mons. Raphael Cheenath, Vescovo di Cuttack-Bhubaneswar (la diocesi colpita in Orissa), ha invocato l’unità di tutta la Chiesa per rispondere in modo univoco e concreto, protestando con le autorità civili, a tutti i livelli, per gli abusi subiti e i diritti negati ai cittadini cristiani. La Conferenza Episcopale ha in programma di stendere un piano di azione che prevede una sensibilizzazione dei fedeli e della popolazione indiana non cristiana, maggiore presenza sui mass media, la redazione di documenti ufficiali da presentare alle autorità, un coordinamento con altre Chiese cristiane e con organizzazioni non governative, locali e internazionali.

1 Commento

Archiviato in CHIESA IN ASIA

ASIA/HONG KONG – L’esempio di due religiose canossiane: una lunga vita dedicata alla missione nel mondo dell’educazione e della sanità

Hong Kong (Agenzia Fides) – Suor Philomena Liu e Suor Erminia Castilho, due religiose canossiane che hanno dedicato tutta la vita al servizio missionario nel campo educativo e sanitario, sono tornate alla casa del Padre nel mese di gennaio. Come ricorda Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese), la comunità canossiana e la diocesi di Hong Kong hanno reso omaggio all’impegno di queste due religiose con una solenne Eucaristia. Suor Philomena Liu, morta ad 88 anni di età, ha lavorato sempre nelle scuole canossiane, suor Erminia Castilho, 93 anni, ha dedicato invece tutta la sua vita al servizio ospedaliero. Tutte e due hanno sempre portato con sé l’amore per Cristo, nel lavoro che svolgevano e nella loro vita. Le canossiane (Figlie della Carità) vennero fondate nel 1808 in Italia, e arrivarono ad Hong Kong nel 1860, a Macao nel 1874. Ad Hong Kong hanno sempre seguito il carisma della loro fondatrice, di dedicarsi cioè al campo dell’educazione, della sanità, della pastorale e del servizio sociale. Oggi la comunità di Hong Kong conta 84 religiose e 3 novizie. Gestisce il “Canossa Hospital”, l’Honeyville Canossian Retreat House, e tante altre strutture educative e caritative.

Fonte: www.fides.org

Lascia un commento

Archiviato in CHIESA IN ASIA