dicembre 16, 2009 · 5:02 PM
TERRASANTA – “Siamo pronti a dare spiegazioni sulla speranza che che abbiamo in Cristo”. Così posso riassumere il pellegrinaggio in terra santa. Un gruppo fantastico: Italiani, cileni, messicani… tutti uniti sotto lo stesso linguaggio: alla ricerca del volto di Gesù. Abbiamo visitato dal 3 al 9 dicembre i principali luoghi dove il Signore Gesù ha trascorso la sua vita 2000 anni fa. In questi luoghi si ha realizzato l’evento piu importante e trascendente per la vita dell’uomo e colpisce però la semplicità con cui è stato fatto e portato avanti questo proggetto di Dio. Siamo stati accompagnati da Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, ci abbiamo incontrato con Gesù a Nazareth, a Betlemme, nel lago di Galilea, nel monte delle beatitudini e particolarmente a Gerusalemme. In ogni posto abbiamo conosciuto al Cristo Risorto attraverso la celebrazione della Eucarestia e della lettura del Vangelo. Quante cose ci ha Lui spiegato e insegnato durante questi santi giorni! Ha aperto la nostra mente per capire meglio il suo insegnamento come fecce con i suoi discepoli. Ci ha colpito nei nostri cuori mostrandoci l’amore agli uomini fino al estremo; Ci ha rafforzato le nostre volontà per prendere decisioni piu coerenti della nostra vita cristiana. Dopo questi giorni, tornando alle nostre case e attività ordinarie, ci rendiamo conto che la nostra vita non può continuare come prima. Siamo stati toccati dalla Grazia. Torniamo con una ferita che non ci produce dolore, ma pace, gioia e tanta speranza, perchè Cristo è vivo! E vive in mezzo a noi! La morte non ha potere su di Lui. Ci ha redento e ci aspetta con le braccia aperte alla fine del nostro pellegrinaggio su questa terra. Lui è l’unico amico sincero, fedele; l’unico che ci offre una mano nella giovinezza, nella maturità, nella vecchiaia, nella tomba e nell’eternità. Chiediamo alla Santissima Vergine Maria che ci conceda luce e tanta forza per mettere in prattica queste lezioni di amore che abbiamo vissuto nella Terra Santa. Che ci faccia testimoni autentici, allegri e coraggiosi della risurrezione di Nostro Signore. Ricordare questi giorni sarà per sempre di grande incoraggiamento. Per questo motivo vi faccio un breve racconto con delle fotografie.
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ottobre 1, 2008 · 3:44 PM
CITTA’ DEL VATICANO – La libertà cristiana “non si identifica mai con il libertinaggio o con l’arbitrio di fare ciò che si vuole: essa si attua nella conformità con Cristo, e perciò nell’autentico servizio per i fratelli, soprattutto per il più bisognoso”. E’ l’insegnamento che San Paolo trae dal Concilio di Gerusalemme e che Benedetto XVI ha oggi riproposto ai 20mila fedeli presenti in piazza San Pietro per l’udienza generale, insieme alla considerazione che, come accadde tra Pietro e Paolo, “solo il dialogo aperto e sincero può orientare il cammino della Chiesa”. Rientrato ieri in Vaticano dalla residenza estiva di Castel Gandolfo, il Papa ha dunque proseguito nell’illustrazione della figura dell’Apostolo delle genti, al quale sta dedicando fin da luglio le riflessioni per l’udienza del mercoledì. Oggi egli ha proposto all’attenzione dei fedeli due episodi che evidenziano da un lato il rispetto di Paolo nei confronti dei Dodici, dall’altro la sua libertà interiore.
Il primo episodio è il cosiddetto Concilio di Gerusalemme, tenutosi intorno all’anno 50. “L’assemblea si svolse in momento di non piccola tensione all’interno della comunità delle origini”. In particolare, si discuteva “se occorresse chiedere ai pagani che aderivano alla fede la circoncisione o se fossero liberi dalla legge mosaica, anche per le norme riguardanti i cibi puri e impuri, il sabato”. Ai fautori della giustizia nel rispetto della legge, “Paolo ha esposto il suo vangelo della libertà dalla legge, alla luce dell’incontro col Cristo Risorto”. Come scrive nella Lettera ai Galati, “nel Vangelo della libertà Cristo è la giustizia” e “si esprime pienamente nel servizio ai fratelli”. Il Concilio di Gerusalemme “esprime l’azione dello Spirito Santo” e “per Paolo è il decisivo riconoscimento della liberta condivisa da tutti coloro che vi parteciparono, quella liberta che Cristo ci ha donato”, perchè “non ci lasciassimo imporre il giogo della schiavitù”. “Paolo aveva capito che l grazia di Cristo aveva liberato i gentili dagli obblighi della legge di Mosé”.
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