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IRAQ: POLITICI, RELIGIOSI E FEDELI CRISTIANI E MUSULMANI PREGANO LA MADONNA PER LA PACE NEL PAESE

ESTERI (Kirkuk, IRAQ) – Cristiani e musulmani irakeni, uniti, hanno pregato la Madonna per la fine delle violenze nel Paese. I leader religiosi – cattolici, sciiti, sunniti, curdi – hanno lanciato delle colombe come segno di pace, nella speranza che l’Iraq possa superare conflitti e divisioni. È quanto è successo questa mattina a Kirkuk, nel nord dell’Iraq, dove l’arcivescovo caldeo Mons. Louis Sako ha riunito le autorità politiche e religiose musulmane della città, per onorare la madre di Gesù al termine del mese mariano. 

Nel suo intervento, il prelato ha sottolineato il “valore” dell’incontro, in un periodo di “sofferenze”. Alle celebrazioni ha presenziato anche il vice-governatore, in rappresentanza dei vertici dell’amministrazione locale, insieme alle famiglie di due vittime del terrorismo: Ashur Yacob Issa, rapito e torturato a morte a metà mese, e un ufficiale di polizia musulmano, massacrato con altri 27 il 16 maggio. Oggi si conclude il mese dedicato dalla Chiesa alla Madonna, una figura onorata e riverita non solo dai cristiani, ma capace di unire pure musulmani e membri di altre religioni. Per l’occasione, questa mattina l’arcivescovo caldeo di Kirkuk ha invitato le autorità politiche e religiose musulmane, per una preghiera comune. In città molti fedeli musulmani vengono in pellegrinaggio alla statua della Vergine, soprattutto le donne che pregano perché possa realizzarsi un desiderio o un miracolo.

Da tempo la giornata è occasione comune per cristiani e musulmani, per pregare per la pace e la stabilità della nazione e della regione di Kirkuk, colpita nelle ultime settimane da una serie di attentati e violenze che ha “scioccato” la popolazione. La preghiera ha avuto luogo questa mattina nella cattedrale, la corale ha cantato inni mariani, l’assemblea interconfessionale ha recitato i salmi 62 e 121, mentre un diacono ha intonato l’Annunciazione a Maria, tratta dal Vangelo di Luca, e un imam la Surat di Myriam, sullo stesso tema. Infine è intervenuto l’arcivescovo, mons. Sako, che ha indirizzato un saluto comune. Il momento più toccante, tuttavia, è stato la recita della preghiera universale alla Vergine, per chiedere la pace e la sicurezza, letta all’unisono da donne cristiana e musulmane in quattro lingue: araba, curda, turcmena e caldea. Al termine delle celebrazioni, un imam sciita turcmeno, un imam sunnita arabo, un imam curdo e l’arcivescovo hanno lanciato delle colombe quali simbolo della pace. Alla celebrazione hanno partecipato il vice-governatore in rappresentanza delle istituzioni (il governatore era impegnato fuori città) e le famiglie di alcune vittime del terrorismo estremista a Kirkuk, cristiane e musulmane. Fra le altre personalità che hanno partecipato alla preghiera vi sono il presidente del Consiglio municipale, il capo della polizia, il capo dell’esercito e i leader dei partiti politici. La cattedrale era colma di gente, fedeli cristiani e musulmani di entrambi i sessi, senza divisioni né barriere.

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BENEDETTO XVI: NON INTERESSI ECONOMICI MA COMUNI RADICI CRISTIANE RENDERANNO UNITI I POPOLI EUROPEI

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Non bastano gli interessi economici per dare basi solide alla nuova Europa, ma è necessario far leva sulle comune radici cristiane. È quanto ha affermato il Papa ricevendo stamane, separatamente, le delegazioni della Bulgaria e della ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, giunte a Roma in occasione della Festa – domani nella Chiesa ortodossa – dei Santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa. “Illustri e benemeriti pionieri dell’evangelizzazione dell’Europa”, Cirillo e Metodio, onorati sia in Oriente che in Occidente. La loro testimonianza e il loro insegnamento – ha osservato Benedetto XVI rivolto alla delegazione macedone, guidata dal capo di Stato, Gjorge Ivanov – “sono ancora attuali” anche per quanti “sono chiamati a governare le sorti delle Nazioni”. Nel disegno salvifico di Dio, “i popoli possono ritrovare i fondamenti sui quali edificare civiltà e società pervase dallo spirito di riconciliazione e di convivenza pacifica”:

“Non vi può essere unità reale senza il rispetto per la dignità di ogni persona umana e dei suoi diritti inalienabili”.

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MARTEDÌ PRESENTATO “IN VIAGGIO CON UN SANTO”, IL LIBRO DI FILIPPO ANASTASI SU GIOVANNI PAOLO II

DITORIA (Roma) – Verrà presentato a Roma, martedì 24 maggio alle 16, nella sede di Radio Vaticana (piazza Pia 3 – Sala Marconi) “In viaggio con un Santo”, il libro di Filippo Anastasi su Giovanni Paolo II. Dopo i saluti di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, e l’introduzione di Ugo Sartorio, direttore del “Messaggero di Sant’Antonio”, l’evento verrà presentato da Antonio Preziosi, direttore dei Giornali Radio Rai. Interverrà inoltre Giulio Albanese, direttore di “Popoli e Missione”. L’ingresso è libero.
Centoquattro viaggi in tutto il pianeta che hanno segnato non solo il pontificato di Giovanni Paolo II, ma la storia di tutta l’umanità a cavallo tra due millenni. Papa Wojtyla ha trascorso quasi tre anni fuori dal Vaticano, pronunciando mille discorsi, visitando ottocento località, coprendo una distanza pari a quasi tre volte e mezzo quella tra la Terra e la Luna! 

Questo libro, scritto dal giornalista Filippo Anastasi che ha avuto il privilegio di compiere quasi cinquanta viaggi assieme al Pontefice, desidera appunto raccontare l’avventura del grande Pellegrino di Pace. Sono rievocati, attraverso i ricordi e il vissuto dell’autore, i viaggi che hanno suscitato grandi entusiasmi, come quello in Polonia che ha letteralmente paralizzato la nazione; i viaggi che hanno spostato grandi masse, come quelli in America Latina, in Messico, in Brasile allo Stadio Maracanà: viaggi che hanno toccato da vicino la povertà delle genti, come quello a Nuova Delhi, o la drammaticità della guerra, com’è accaduto a Sarajevo. 

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CARDINAL SARAH VISITA LE ZONE TERREMOTATE: “GRANDE INCORAGGIAMENTO PER LA CHIESA E PER IL PAESE”

ESTERI (Tokyo) – E’ un bilancio largamente positivo quello della visita in Giappone del Cardinal Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, conclusasi quest’oggi. Come ha raccontato all’Agenzia Fides, il Nunzio Apostolico Sua Eccellenza Monsignor Alberto Bottari de Castello, “la sua è stata una presenza amica e fraterna, capace di infondere grande coraggio e di offrire un prezioso aiuto spirituale, oltre che materiale, alla Chiesa e a tutta la nazione”. La visita è stata ampiamente riportata dai mass-media laici nipponici e l’opinione pubblica, rimarca il Nunzio, “ha gradito molto questo gesto di solidarietà e di vicinanza, espressione di una precisa volontà del Santo Padre”. “Proprio di questo i giapponesi hanno bisogno oggi, in questa fase di ricostruzione e faticosa ripresa, dopo il sisma e lo tsunami”, nota monsignor Bottari de Castello.

Il Cardinal Sarah, nei discorsi pronunciati in diverse occasioni, ha sottolineato più volte che la sua visita era “espressione della paternità e dell’amore del Santo Padre”, e la gente ha colto benissimo questo messaggio. Il Cardinale si è recato prima nella diocesi di Saitama, dove ha incontrato il Vescovo locale e ha partecipato ad un momento di preghiera sulle rive del mare, lasciando fiori per le vittime dello tsunami. La scorsa domenica ha celebrato la Santa Messa nella diocesi di Sendai, la più colpita: è stata una celebrazione molto commovente, in quanto ha visto la partecipazione di alcuni sopravvissuti al sisma e allo tsunami, che hanno perso i familiari più stretti: a loro il Cardinal Sarah ha espresso vicinanza e conforto, pregando per loro e benedicendoli.

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CUBA RENDE OMAGGIO AL BEATO KAROL WOJTYLA, IL PRIMO E UNICO PAPA AD AVER VISITATO L’ISOLA

ESTERI (Cuba) – Il Cardinale Arcivescovo dell’Avana, Jaime Ortega, ha invitato i fedeli a partecipare alla Santa Messa presieduta, in occasione della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, dal Nunzio Apostolico Angelo Becciu nella Cattedrale della capitale cubana questa domenica pomeriggio. Funzionari del Governo di Raúl Castro erano presenti alla celebrazione, diffusa dalla televisione vaticana e ritrasmessa in differita da quella statale. Il segretario del Consiglio di Stato, Homero Acosta, il vicecancelliere Dagoberto Rodríguez e Carlos Samper, dell’Ufficio per le Questioni Religiose del Partito Comunista di Cuba, hanno assistito alla celebrazione liturgica. Di fronte a cinquecento fedeli che gremivano la Cattedrale, il Nunzio ha affermato che Giovanni Paolo II è stato “un amico di Cuba. Sappiamo con quale interesse e amore ‘sentiva’ la vita di questo Paese”. Papa Wojtyła, l’unico Pontefice ad aver visitato l’isola caraibica in tutta la sua storia, ha segnato un momento fondamentale con il suo viaggio apostolico a Cuba, dal 21 al 25 gennaio 1998, stringendo la mano a Fidel Castro e rimproverando pubblicamente il Ministro e sacerdote poeta Ernesto Cardenal per il fatto di esercitare un incarico politico senza il permesso vaticano. 

Immagini che hanno fatto il giro del mondo, e segnano un prima e un dopo nelle relazioni del Paese comunista con il resto del mondo. La visita è riuscita a distendere le tensioni di mezzo secolo tra il Governo comunista di Fidel Castro e la Chiesa locale, così come a stringere le relazioni tra la Santa Sede e l’Avana. La frase più ripetuta, pronunciata qui da Giovanni Paolo II – definito ufficialmente un “messaggero della verità e della speranza” -, è stata: “Cuba si apra al mondo e il mondo si apra a Cuba”. Una frase che ha posto fine ad anni di isolamento e ha aperto la porta a un progressivo disgelo dell’ultimo bastione della guerra fredda. In un libro recente, il Segretario di Stato della Santa Sede, il Cardinale Tarcisio Bertone, afferma che Giovanni Paolo II pensava che fosse stata una visita molto positiva, soprattutto per l’entusiasmo del popolo, che grazie ad essa aveva vissuto momenti di libertà. “Possiamo senz’altro dire che la sua visita abbia rappresentato un evento trascendentale nella storia di questa Nazione e della Chiesa”, ha affermato dal canto suo il Nunzio a Cuba. Monsignor Becciu ha ringraziato il Governo cubano per il fatto di aver voluto inviare una delegazione ufficiale alla celebrazione, manifestando in questo modo “la sua soddisfazione per l’evento e per le buone relazioni con la Santa Sede”. 

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IL PAPA ALL’AMBASCIATORE DI SPAGNA: LA SOCIETÀ NON EMARGINI LA RELIGIONE, LA FEDE MIGLIORA IL MONDO

CHIESA NEL MONDO (Città Del Vaticano) – Rispetto per la libertà religiosa in generale e per la Chiesa cattolica in particolare. Difesa della famiglia e di una formazione per i giovani che non emargini i valori della fede. Sono i contenuti principali del discorso rivolto questa mattina da Benedetto XVI al nuovo ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, la signora María Jesús Figa López-Palop, ricevuta in udienza per la presentazione delle Lettere credenziali. Alla neo ambasciatrice, nativa di Barcellona, che qualche minuto prima lo aveva salutato ribadendo i secolari legami della Spagna con il Vaticano e riconoscendo le radici cristiane che formano “l’identità” della nazione, così come il valore della “laicità positiva” con la quale il Paese intende rispettare tutte le credenze religiose, Benedetto XVI ha replicato con un discorso chiaro su come la Chiesa sia sempre al servizio del bene comune e di come la Santa Sede intenda i rapporti con le autorità istituzionali, in particolare “sui grandi temi di interesse comune”. Lo scopo delle relazioni diplomatiche, ha affermato, il Papa, “è quello di progredire sempre nel rispetto reciproco e nella cooperazione, all’interno della legittima autonomia nei rispettivi campi, per tutto ciò che riguarda il bene delle persone e l’autentico sviluppo dei loro diritti e delle loro libertà, compresa l’espressione della loro fede e della loro coscienza, sia in pubblico che in privato”.

Tuttavia – e il Papa lo aveva ripetuto nell’ultimo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace – oggi esistono “forme, spesso sofisticate, ostili alla fede, che si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchia l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini”: “ Che in certi ambienti si tenda a considerare la religione come un fattore socialmente irrilevante, e perfino fastidioso, non giustifica il fatto di volerla emarginare, a volte attraverso la denigrazione, il ridicolo, la discriminazione, compresa l’indifferenza davanti a episodi di chiara dissacrazione, con i quali si viola il diritto fondamentale alla libertà religiosa inerente alla dignità della persona umana, che ‘è una vera arma di pace, perché può cambiare e migliorare il mondo’”. La Spagna, come il resto del mondo, è coinvolta – ha osservato Benedetto XVI – da una crisi economica dai contorni “davvero preoccupanti”. La disoccupazione, soprattutto, sta provocando “delusione e frustrazione soprattutto nei giovani e nelle famiglie più svantaggiate”. Il Papa ha detto di aver a cuore tutti gli spagnoli, invitando gli amministratori della cosa pubblica a praticare la giustizia e la solidarietà e assicurando in ogni caso il sostegno della Chiesa, che vede in ogni persona la presenza di Dio. In particolare, parlando della difesa della vita e del sostegno offerto alla famiglia dalla Chiesa, il Papa ha detto di quest’ultima che essa “difende, inoltre, una educazione che integri i valori morali e religiosi secondo le convinzioni dei genitori, com’è loro diritto, e come conviene allo sviluppo integrale dei giovani. E, per la stessa ragione, chiede che essa includa anche l’insegnamento della religione cattolica in tutte le scuole che la scelgono”.

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KAROL BEATO: UN MESE DI APPUNTAMENTI PER LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II

2 Aprile – 1 Maggio – 29 gg – E’ iniziato il countdown per l’atteso evento della beatificazione del servo di Dio Giovanni Paolo II. Anche in questo 2 aprile, anniversario della morte dell’indimenticato Papa Karol, il nostro“diario di bordo” vi permetterà di consultare tutti gli appuntamenti ufficiali organizzati in occasione della beatificazione sia in Italia che nel resto del mondo. Avrete così l’opportunità di essere sempre informati ed aggiornati sugli eventi del giorno e delle ulteriori possibilità, così da potervi organizzare per partecipare a qualsiasi appuntamento voi desideriate in memoria del nostro indimenticabile Karol.

Nel nostro diario di bordo vi segnaleremo tutti i tipi di attività che organizza la “nostra” Associazione nazionale Papaboys ed, in particolare, quelli correlati al giorno in cui Giovanni Paolo II verrà proclamato beato. Oltre alle attività dei Papaboys, potrete consultare la ricca programmazione presentate dalle comunità religiose, dai gruppi giovanili, dalle Diocesi, le parrocchie ed i movimenti operanti a livello sia nazionale che internazionale: anche voi potreste essere protagonisti della nostra agenda comunicandoci le vostre iniziative.

L’indirizzo di posta elettronica al quale potrete fare riferimento è redazione@papaboys.it

Oltre a consultare il “diario di bordo” avrete la possibilità di poter usufruire della “Papaboys Agency”, un servizio messo a disposizione dalla nostra Associazione per coloro che volessero soggiornare nella capitale e vivere in prima persona il giorno della beatificazione, anche “last minute”. Nonostante la falsa notizia riguardo l’esaurimento di posti letto per i pellegrini, la Papaboys Agency ha ancora molte disponibilità.

Per prenotare il vostro pellegrinaggio a Roma per la beatificazione potete contattare i numeri 06/97270529 – 97270510.

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CIBO E SACRO. CULTURE A CONFRONTO ALLA SAPIENZA DI ROMA – IL 23/24 MARZO UN CONVEGNO INTERNAZIONALE

NOTA DI REDAZIONE (Roma) – Il cibo è un elemento costante della nostra vita quotidiana, e tuttavia non risponde solamente a esigenze o bisogni legati al corpo, ma diviene oggetto di attenzioni di natura simbolica che rimandano a caratteri di sacralità, di ritualità, di seduzione e mistero (si pensi a certe ricette segrete, ad alcuni ingredienti non facilmente individuabili né reperibili). Non è un caso che il cibo sia presente come elemento culturale in ogni realtà comunitaria e nazionale, e d’altro canto esso è pure fattore caratterizzante delle religioni, a livello sia universale che locale, istituzionale e popolare. A partire dai grandi monoteismi – Ebraismo, Cristianesimo e Islam – è riscontrabile una centralità del cibo come fattore impregnato di sacralità. Anche l’assenza di cibo può essere declinata come dimensione sacra: si pensi al digiuno nelle sue molteplici espressioni, insieme culturali e religiose.

Sia nella sua forma liquida che nella sua forma solida, crudo o cotto, nella sua scarsità o nella sua abbondanza, sono reperibili elementi che contengono e manifestano un’aura di sacralità. La stessa regolamentazione delle quantità e delle qualità differenziate da ingerire può rispondere a motivazioni che rimandano ad una prospettiva legata al sacro. Del resto lo stesso cibo ha una sua dinamica che ha molto a che vedere con il ciclo della vita, dunque ancora una volta con un’esperienza che non può non richiamare l’interrogativo sul significato dell’esistenza e, pertanto, sul valore del sacro.

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IL PAPA AL CORPO DIPLOMATICO: DIFENDERE DOVUNQUE LA LIBERTÀ RELIGIOSA FONDAMENTO DELLA PACE

CITTA’ DEL VATICANO – Ricercare la via di una pace autentica attraverso il rispetto della libertà religiosa: è l’accorato appello rivolto da Benedetto XVI ai membri del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede, ricevuti stamani in Vaticano in occasione dei tradizionali auguri di inizio anno. Parlando agli ambasciatori, il Papa ha compiuto un giro d’orizzonte sulla condizione della libertà religiosa nel mondo ed è tornato a condannare con forza le violenze anticristiane, in particolare in Iraq ed Egitto. Quindi, ha chiesto l’abolizione della legge sulla blasfemia in Pakistan. Il Pontefice ha inoltre messo in guardia dai tentativi, soprattutto in Occidente, di marginalizzare la dimensione della fede. L’indirizzo d’omaggio al Santo Padre è stato rivolto dall’ambasciatore decano Alejandro Valladares Lanza. Attualmente, sono 178 gli Stati che intrattengono relazioni diplomatiche piene con la Santa Sede.

“La dimensione religiosa è una caratteristica innegabile e incoercibile dell’essere e dell’agire dell’uomo”: muove da questa verità incontrovertibile la riflessione di Benedetto XVI, che parlando agli ambasciatori di tutto il mondo ha ribadito che quando viene negato il diritto alla libertà religiosa “si creano squilibri e conflitti a tutti i livelli, tanto sul piano personale che su quello interpersonale”. Riprendendo il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, il Papa ha riaffermato che il diritto alla libertà religiosa, “troppo spesso messo in discussione o violato”, è in realtà “il primo dei diritti”. La pace, ha soggiunto, si può dunque costruire solo se “l’uomo può liberamente cercare e servire Dio nel suo cuore, nella sua vita e nelle sue relazioni con gli altri”. Il pensiero del Pontefice si è così rivolto agli attentati anticristiani in Iraq che, ha detto, “ci hanno profondamente addolorato”:

“Je renouvelle aux Autorités de ce pays et aux chefs religieux musulmans… ”
Il Papa ha rinnovato “alle autorità di quel Paese e ai capi religiosi musulmani” il suo “preoccupato appello ad operare affinché i loro concittadini cristiani possano vivere in sicurezza e continuare ad apportare il loro contributo alla società di cui sono membri a pieno titolo”. Anche in Egitto, ad Alessandria, ha rammentato, “il terrorismo ha colpito brutalmente dei fedeli in preghiera in una chiesa”. Tale “successione di attacchi”, è stata la sua amara constatazione, “è un segno ulteriore dell’urgente necessità per i governi della regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose”. E ancora una volta, ha rimarcato che i cristiani del Medio Oriente “sono cittadini originali e autentici, leali alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali”. Quindi, ha elogiato quei Paesi del Vecchio Continente che hanno auspicato una “risposta concertata dell’Unione Europea” a difesa dei cristiani nella regione. Né ha mancato di chiedere che, nella Penisola arabica, dove vivono numerosi lavoratori immigrati cristiani, “la Chiesa cattolica possa disporre di adeguate strutture pastorali”:

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LA VOCE DEI CRISTIANI È IL GRIDO DI DOLORE DELL’UMANITÀ. INTERVISTA AL CARDINALE APPIAH TURKSON

ROMA – “Il rischio è che adesso liquidino la strage di Alessandria d’Egitto come un imprevedibile atto terroristico. Ma non è così. È un grave episodio di intolleranza religiosa: contro i cristiani in primo luogo, ma anche contro tutti gli egiziani”. Il cardinale Peter Kodwo Appiah Turksonpresidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, non nasconde le sue preoccupazioni dopo l’attentato alla comunità copta ortodossa nella metropoli egiziana. “È la tragica conferma – aggiunge – della lucida visione manifestata da Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2011: un testo nel quale il Papa mette esplicitamente in guardia dai pericoli che può comportare per tutti il mancato rispetto della libertà religiosa”. Nel tracciare un bilancio del suo primo anno alla guida del dicastero, il porporato sottolinea proprio la drammatica attualità del tema del messaggio pontificio e invita a tenere alta la guardia di fronte ai ripetuti episodi di violenza che continuano a colpire le minoranze religiose.

Quali scenari si aprono ora per i cristiani in Egitto dopo la strage di capodanno?

Il timore è che si finisca per attribuire la responsabilità a gruppi terroristici. Sarà anche vero, ma ciò non deve far dimenticare che sono stati uccisi degli egiziani: e questo è avvenuto nel loro stesso Paese, nelle loro strade, tra le loro case. Uno Stato deve difendere i suoi cittadini, non deve consentire che vivano nel terrore, senza protezione. Per i cristiani questo accade troppo spesso, quasi che fossero cittadini privi di cittadinanza. Ricordo che quando qualche tempo fa l’Egitto fu preso di mira da attentati terroristici contro i turisti – una fonte di ricchezza per la nazione – vennero presi immediatamente provvedimenti efficaci per la sicurezza di quanti si recavano in visita al Paese. Io auspico che siano messe in atto le stesse misure per garantire l’incolumità dei cristiani.

Nel suo messaggio il Papa lega il rispetto della libertà religiosa alla costruzione della pace. Garantire questo diritto fondamentale è sufficiente per assicurare oggi la concordia tra i popoli?

Il mondo di oggi sembra essere stanco di Dio. È meno tollerante, meno disponibile nei confronti delle manifestazioni della religione. È un mondo che vuole allontanare Dio il più possibile, che non è più capace di amare. Un mondo in cui ognuno ha paura dell’altro, di ciò che avverte come minaccia, di ciò che può sconvolgere i suoi piani. Purtroppo è questo il frutto di una cultura negativa che va sempre più diffondendosi. Aumenta la sensazione di insicurezza, di impotenza nei confronti del male stesso. La religione rappresenta quella dimensione positiva che non trova spazio in questo mondo.

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SINODO PER IL MEDIO ORIENTE: IL SALUTO DI MONS. NIKOLA ETEROVIĆ, SEGRETARIO GENERALE DEL SINODO

SINODO PER IL MEDIO ORIENTE – Padre Santo, Eminentissimi ed Eccellentissimi padri, Cari fratelli e sorelle, “Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione” (Gen 12, 1-2). Abram, nato a Ur dei Caldei, ascoltò queste parole che Dio gli indirizzò a Carran. Attraversò la regione e si stabilì presso la Quercia di Morè (cfr Gen 12, 6). Si accampò in seguito nel Negheb (cfr Gen 12, 9), scese in Egitto (cfr Gen 12, 10-20) da cui risalì al Negheb, poi a Betel (cfr Gen 13, 1-2) e in seguito nella terra di Canaan (cfr Gen 13, 12), stabilendosi alle Querce di Mamre, ad Ebron (cfr Gen 13, 18). Dio stabilì un’alleanza con il suo servo Abram, diventato Abraham, perché incaricato di una missione particolare: “Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni. Non ti chiamerai più Abram, ma ti chiamerai Abramo, perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò” (Gen 17, 4-5). Conoscendo la fede e la giustizia di Abramo (cfr Gen 15, 6), Dio gli fece una triplice promessa: un figlio, un popolo numeroso e una terra. Il giuramento del Dio d’Israele non verrà mai meno, come del resto conferma san Paolo (cfr Rm 9, 1 – 11,36).

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ANCHE I PAPABOYS SOSTENGONO LA ‘GIORNATA DI DIGIUNO PER LA VITA’ PREVISTA PER QUESTO 30 OTTOBRE

notizia

W LA VITA – “Nei Paesi economicamente più sviluppati, le legislazioni contrarie alla vita sono molto diffuse e hanno ormai condizionato il costume e la prassi, contribuendo a diffondere una mentalità antinatalista che spesso si cerca di trasmettere anche ad altri Stati come se fosse un progresso culturale (Caritas in Veritate, n.28)” Nell’ultima Lettera Enciclica di Papa Benedetto XVI leggiamo queste parole che spingono oggi l’Apostolato “Giovani Per La Vita”, e tutti coloro che credono nel valore della Vita dal concepimento alla morte naturale, a porsi in una posizione di disapprovazione all’inizio della sperimentazione della pillola abortiva Ru486. Venerdì 30 ottobre, in tutta Italia, e nel mondo, è stata promossa, nel giorno in cui ricordiamo la Passione di Nostro Signore invitiamo, una Giornata di Digiuno e Preghiera (http://www.facebook.com/event.php?eid=190686966101&ref=mf) per chiedere la potente intercessione di Maria Ausiliatrice, affinchè la sperimentazione della commercializzazione della pillola abortiva Ru486 non abbia inizio. Il Servo di Dio Giovanni Paolo II diceva che chi uccide i propri figli, uccide la propria Nazione. Questo deve essere ancora oggi per noi un forte monito a non smettere mai di credere che si possa creare una società migliore basata sui veri valori.

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ALL’UDIENZA GENERALE BENEDETTO XVI RIPERCORRE LE TAPPE PRINCIPALI DEL SUO RECENTE VIAGGIO APOSTOLICO

CITTA’ DEL VATICANO – “È stato un vero pellegrinaggio e, al tempo stesso, una missione nel cuore dell’Europa: pellegrinaggio, perché la Boemia e la Moravia sono da oltre un millennio terra di fede e di santità; missione, perché l’Europa ha bisogno di ritrovare in Dio e nel suo amore il fondamento saldo della speranza”. Lo ha sottolineato il Santo Padre Benedetto XVI durante l’udienza generale di mercoledì 30 settembre, tenuta in Vaticano, dove ha ripercorso le tappe del suo recente viaggio apostolico nella Repubblica Ceca. “L’amore di Cristo è la nostra forza” è stato il motto del viaggio, “un’affermazione che – ha sottolineato il Papa – riecheggia la fede di tanti eroici testimoni del passato remoto e recente, penso in particolare al secolo scorso, ma che soprattutto vuole interpretare la certezza dei cristiani di oggi. Sì, la nostra forza è l’amore di Cristo! Una forza che ispira e anima le vere rivoluzioni, pacifiche e liberatrici, e che ci sostiene nei momenti di crisi, permettendo di risollevarci quando la libertà, faticosamente recuperata, rischia di smarrire se stessa, la propria verità.

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IL VIAGGIO DEL SANTO PADRE IN EUROPA CENTRALE PER MOSTRARE LA VITALITÀ DEL CRISTIANESIMO

CITTA’ DEL VATICANO – La visita che Benedetto XVI realizzerà nella Repubblica Ceca dal 26 al 28 settembre gli permetterà di mostrare nel centro dell’Europa la vitalità del cristianesimo, annuncia il portavoce vaticano. Padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha analizzato nell’editoriale di “Octava Dies”, settimanale del Centro Televisivo Vaticano, del quale è direttore, il pellegrinaggio apostolico internazionale in cui il Papa visiterà Praga e Brno. Il sacerdote spiega che il Pontefice “si recherà nel cuore dell’Europa, in un Paese di antica e grande tradizione culturale a cui il cristianesimo ha dato un contributo essenziale, un Paese che ricorda in questi giorni il ventennale della fine del regime comunista e della rinascita pacifica della democrazia, un Paese dove la secolarizzazione è così diffusa che la pratica religiosa è ridotta a una minoranza”.

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INIZIA IL G8 E PAPA BENEDETTO, A NOME DI TUTTI I CATTOLICI, SCRIVE AI LEADER DEL MONDO

L’AQUILA – Per la quinta volta, il Presidente Barroso rappresenterà la Commissione al vertice del G8, che quest’anno si svolgerà sotto la presidenza italiana all’Aquila. I leader del G8 parleranno dell’economia mondiale, affrontando temi come il commercio, i cambiamenti climatici e l’energia, l’Africa e lo sviluppo e la sicurezza alimentare. Insieme ai leader della Svezia, presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea, agli altri quattro membri UE facenti parte del G8 (Francia, Germania, Italia e Regno Unito) e a Stati Uniti, Russia,Canada e Giappone  il Presidente Barroso solleciterà una risposta internazionale coordinata alle sfide comuni connesse alla crisi economica e finanziaria, al commercio, all’ambiente, ai cambiamenti climatici e all’energia, allo sviluppo, all’Africa e alla sicurezza alimentare.

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ATTESA PER L’ADUNANZA EUCARISTICA AL CIRCO MASSIMO: SI INIZIA SABATO 27 GIUGNO ALLE ORE 17

luROMA – Un movimento di preghiera che coinvolge molte comunità, tante parrocchie e tantissimi giovani: questa è l’Adunanza Eucaristica Nazionale che si svolgerà nella notte tra il 27 ed il 28 Giugno al Circo Massimo di Roma. Sono in arrivo alcuni pulman, dall’Emilia Romagna, dalla Toscana e dalla Campania e si prevedono almeno 100 comunità che si ritroveranno nel corso della notte intorno a Gesù per la lode e l’adorazione. L’inizio della ‘festa’ sarà alle ore 17 con l’accoglienza, ma anche con un concerto di musica cristiana, che precederà la lettura di una lettera di San Paolo (per concludere l’anno paolino). Ad aprire ‘ufficialmente’ l’Adunanza Eucaristica sarà invece la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Mandara, sotto le ‘tende’ dell’Adorazione, e poi l’inizio vero e proprio dell’Adunanza Eucaristica.

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