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UN VIAGGIO NELLA STORIA PER RISCOPRIRE LE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA. IL PAPA A PRAGA

IL PAPA A PRAGA – Mancano ormai solo gli ultimi dettagli, poi Praga sarà pronta a ricevere Benedetto XVI, secondo Pontefice a far visita ai popoli boemi e moravi. Tirati a nuovo i vestiti della statua del Bambino Gesù di Praga, nella chiesa di Santa Maria della Vittoria; completamente ripulita l’imponente cattedrale dedicata a San Vito, San Venceslao e Sant’Adalberto; lustrate le sale del Castello Reale; ultimato il grande altare nella spianata prospiciente l’aeroporto di Brno; sistemata la grande croce di ferro che resterà poi a memoria del viaggio del Papa; completamente attrezzata la spianata di via Melnik, a Stará Boleslav per ospitare le oltre centomila persone attese per la celebrazione della messa nel luogo del martirio di san Venceslao. Questa mattina, martedì 22 settembre, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha illustrato nei dettagli il programma del viaggio.

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BENEDETTO XVI ALL’UDIENZA GENERALE: LA PAROLA DI DIO È LA STRADA DELLA VITA.

CITTA’ DEL VATICANO – Gli uomini prediligano il silenzio interiore e resistano alla confusione del mondo, perché nel silenzio parla la voce di Dio. Da un grande asceta come San Pier Damiani, monaco e “fine teologo” della Chiesa del primo millennio, Benedetto XVI ha tratto uno degli insegnamenti che hanno caratterizzato l’udienza generale di questa mattina, che il Papa ha presieduto in Aula Paolo VI, proveniente da Castel Gandolfo. Al termine dell’udienza, il Pontefice ha poi salutato i pellegrini della Repubblica Ceca – che sarà meta del suo prossimo viaggio apostolico a fine mese – e ha levato un appello alla solidarietà verso mutilati e invalidi del lavoro.  Si definiva “l’ultimo servo dei monaci”, Benedetto XVI lo ha definito personalità “esuberante, ricca e complessa” della Chiesa medievale, oltre che dotato di “genio” teologico e capacità letterarie fuori del comune, che hanno prodotto per i suoi contemporanei, ma anche per i cristiani di oggi, pagine indimenticate sulla bellezza di Dio, sull’amore alla Croce di Cristo, sul valore del silenzio dell’anima: in particolare, quello che si apprezza nel ritiro di un chiostro. Tutto questo fu Pier Damiani, e il Papa – nel tratteggiarne vita ed spirituale ha posto in risalto alcun punti di un uomo che a poco più di 25 anni fu affascinato “dalla contemplazione dell’assoluto di Dio”: “La vita eremitica è per lui il vertice della vita cristiana, è ‘al culmine degli stati di vita’, perché il monaco, ormai libero dai legami del mondo e del proprio io, riceve ‘la caparra dello Spirito Santo e la sua anima si unisce felice allo Sposo celeste’. Questo risulta importante oggi pure per noi, anche se non siamo monaci: saper fare silenzio in noi per ascoltare la voce di Dio, cercare, per così dire un ‘parlatorio’ dove Dio parla con noi: Apprendere la Parola di Dio nella preghiera e nella meditazione è la strada della vita”.

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Newsletter del 19 febbraio 2008 – STASERA ORE 21.40 TRASMISSIONE TV DA SEGUIRE‏

Carissimi fratellini e sorelline siamo a comunicarvi una trasmissione speciale per questa sera. Alle ore 21.40 andrà in onda su Oasi Tv (canale 848 di Sky) un programma di oltre un’ora dedicato interamente all’Adunanza Eucaristica che abbiamo realizzato a Catanzaro nelle scorse settimane. Una trasmissione documento che testimonia la bellezza dell’annuncio di Gesù anche verso i tanti giiovani che troviamo lungo le strade delle città nelle quali andiamo.

LA SCHEDA DEL PROGRAMMA DI QUESTA SERA
IN ONDA SU OASI TV (848 DI SKY) ALLE ORE 21.40

TEMA: SPECIALE TV ADUNANZA EUCARISTICA
LOCATION: Basilica Santa Maria Immacolata di Catanzaro

INTERVISTE
Franco Gallelli Responsabile della consulta associazioni laiche curia di Catanzaro
Fabio Anglani Coord. Nazionale Adunanza Eucaristica
Daniele Venturi Presidente Nazionale Papaboys
S .E Mons. Antonio Ciliberti Vescovo Catanzaro – Squillace
Esponenti di vari gruppi che hanno animato l’adorazione eucaristica e molti giovani presenti.

DURATA: 1h e 10 minuti

Breve commento
Centinaia di giovani, e non solo, hanno visitato per tutta la notte tra il 26 ed 27 gennaio la Basilica Santa Maria Immacolata di Catanzaro, per contribuire alla notte di preghiera dell’Adorazione Eucaristica avvenuta per la prima volta nel capoluogo calabrese. La redazione di Camelot, coordinata dal conduttore Domenico Gareri ha raccolto tantissime testimonianze di giovani su un evento che ha trasferito emozioni forti ai presenti e che vuole diffondere un messaggio di pace e di preghiera nel nome di Gesu. All’adunanza Eucaristica presente anche qualche istituzione pubblica e soprattutto molti gruppi di preghiera che si sono alternati per tutta la notte contribuendo ad un evento che ha unito tutta la cittadinanza catanzarese.


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La preghiera è l’unica soluzione per promuovere un dialogo autentico in Iraq: così l’arcivescovo di Kirkuk

In Iraq, almeno sei civili sono morti per l’esplosione di un ordigno a Baghdad. Due sauditi e un algerino, ritenuti membri di Al Qaeda, sono stati poi uccisi all’alba, nei pressi di Samarra, da soldati iracheni. Le notizie provenienti negli ultimi tempi dal Paese arabo sembrano comunque confermare un lieve, ma progressivo e incoraggiante, miglioramento della situazione. In un simile scenario, è stata accolta in questi giorni in Iraq una delegazione di Pax Christi che ha testimoniato la propria solidarietà al popolo iracheno. La delegazione, la cui missione si conclude oggi, ha potuto constatare come la comunità cristiana – pure nelle difficoltà – sia riuscita negli ultimi tempi ad organizzare incontri di preghiera, in passato non proponibili. E’ quanto sottolinea l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako, raggiunto telefonicamente da Amedeo Lomonaco per la Radio Vaticana nella città curda:

R. – A Baghdad, la situazione è un po’ migliorata: giorni fa, in una chiesa nella capitale c’erano 700 giovani per partecipare ad un incontro di preghiera. Prima era una cosa impensabile. Anche a Kirkuk la situazione sembra tranquilla. Nei giorni scorsi, abbiamo ricevuto una delegazione di Pax Christi. Con loro abbiamo celebrato una Messa nella cattedrale. C’erano più di 1.500 persone. Questo è un segno di speranza. Con la preghiera, tutto può cambiare.

 
D. – Di fronte alla miseria umana della violenza, la fede è quindi uno dei veri, pochi baluardi contro l’orrore della guerra. Dove può portare in concreto la forza della preghiera?

 
R. – La preghiera ci aiuta ad aiutare l’altro, a rispettarlo come persona, a dialogare. Noi cristiani, ma anche i musulmani che pregano nelle moschee, siamo aiutati dalla fede, dalla preghiera. Penso che la fede, alla fine, ci aiuterà tutti a ritornare a Dio e anche ad andare gli uni verso gli altri. E’ l’unica soluzione, perché con la violenza non ci sono soluzioni.

 
D. – Di fronte a quest’unica soluzione, ci sono però ancora delle forti contrapposizioni: ad esempio, quella tra terrorismo e democrazia, fondamentalismo e libertà religiosa. Quali azioni, quali parole servono per sostenere concretamente il popolo iracheno?

 
R. – Si deve sottolineare che adesso, anche i terroristi si rendono conto che le cose non cambieranno con la violenza, con la guerra, con gli attentati. La loro influenza diminuisce e gli iracheni sono coscienti, ora, che non c’è soluzione con le armi. La violenza si sconfigge con l’incontro ed il dialogo.

 
D. – Cosa direbbe allora ad un giovane terrorista di al Qaeda, che crede ancora nel terribile linguaggio della violenza?

 
R. – Io gli dirò che la vita è un dono di Dio all’uomo: non bisogna rovinarlo, bisogna rispettarlo. Se ci sono problemi, idee divergenti, bisogna incontrarsi. Bisogna dialogare, ma mai cedere alla violenza!

 
D. – Parliamo adesso dei cristiani in Iraq. Come evitare che si interrompa, a causa di un esodo purtroppo continuo, il legame tra l’Iraq e la comunità cristiana irachena?

 
R. – E’ una cosa triste vedere che questo esodo continui. La nostra presenza in Iraq, se questa tendenza non si invertirà, non avrà senso. Tra due, tre anni non ci saranno quasi più cristiani… Speriamo che questa gente ritorni. Le Chiese dei Paesi occidentali possono aiutare le famiglie a ritornare: noi siamo qui anche per rendere testimonianza di qualcosa di diverso dagli altri. Rendiamo testimonianza con la nostra formazione, con la nostra morale, con il nostro impegno nella società, nel lavoro, nella cultura e nel dialogo. Questo impegno potrebbe perdersi. E sarebbe un peccato.

Fonte: Radio Vaticana

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